Coronavirus, i dati ufficiali in Italia al 12 marzo

Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del nuovo Coronavirus sul territorio nazionale i casi totali comunicati dal Ministero della Salute alle ore 18 del 12 marzo sono 15.113, al momento sono 12.839 le persone che risultano positive al virus. Le persone guarite sono 1.258.

I pazienti ricoverati con sintomi sono 6.650, in terapia intensiva 1.153, mentre 5.036 si trovano in isolamento domiciliare.

I deceduti sono 1.016, questo numero, però, potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.




Vaccino anti covid-19, continua la corsa dei ricercatori: ad Aprile le prime sperimentazioni cliniche

Un primo lotto del vaccino anti Covid-19, prodotto dalla casa farmaceutica Moderna insieme al National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e al NIH, National Institute of Health’s, è stato spedito ai ricercatori del governo degli Stati Uniti. La società entro la fine di aprile potrebbe iniziare un test clinico su circa 20-25 volontari sani, testando se due dosi del vaccino sono sicure e inducono una risposta immunitaria in grado di proteggere dall’infezione. E i primi risultati dovrebbero essere già disponibili per luglio o agosto.

Oltre alla Moderna, anche la casa farmaceutica Inovio starebbe lavorando al vaccino anti covid-19 che potrebbe essere testato in Usa e in Cina già all’inizio dell’estate.

E a studiare il coronavirus sono anche i ricercatori dell’Università australiana di Queensland che, in tre settimane, hanno prodotto un vaccino candidato alla corsa basato sulla tecnologia ‘molecolar clamp’ (morsetto molecolare) che, a loro dire, potrebbe essere ancora più efficace nel creare una risposta immunitaria al virus.

Alla corsa per il vaccino partecipano anche colossi della farmaceutica come Johnson & Johnson, GlaxoSmithKline e Sanofi la cui divisione specializzata Pasteur sta collaborando con gli Usa, in particolare con il Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA) del Dipartimento della Salute.

In prima pole position sono però proprio i ricercatori Cinesi che si sono mobilitati in massa per far fronte all’emergenza coronovirus nel loro paese. Zheng Zhongwei, direttore del Centro per lo sviluppo della scienza e della tecnologia della Commissione sanitaria nazionale ha annunciato che sono in fase di sperimentazione su animali diversi prodotti messi a punto da diverse università ed enti di ricerca cinesi e che, molto probabilmente, questi nuovi vaccini sarebbero disponibili per la sperimentazione clinica già ad aprile.




Coronavirus, l’OMS dichiara la pandemia

“Abbiamo valutato che il COVID-19 può essere caratterizzato come una situazione pandemica”. Lo ha annunciato il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing da Ginevra sull’epidemia di coronavirus. “L’Oms ha valutato questa epidemia giorno dopo giorno e siamo profondamente preoccupati sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione”. “Nei giorni e nelle settimane a venire prevediamo un aumento del numero di casi, del numero di morti e del numero di Paesi colpiti”, ha detto ancora il direttore generale dell’Oms.




Coronavirus, Cina pronta a inviare personale sanitario in Italia

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha tenuto ieri un colloquio telefonico con il suo omologo e consigliere di Stato cinese, Wang Yi, ribadendo l’amicizia tra i due Paesi e i nuovi progressi attesi in termini di rapporti bilaterali nella lotta all’epidemia di COVID-19.

In questa occasione, Di Maio ha informato Wang circa gli ultimi sviluppi dei contagi e sulle attività di prevenzione e contenimento dell’epidemia in corso nel territorio italiano, ringraziando la Cina per la sollecitudine e il sostegno offerto all’Italia, un fatto che dimostra appieno la tradizionale amicizia tra i due popoli.

Sottolineando la gravità dell’attuale situazione nella penisola, il ministro degli Esteri ha ribadito la grande attenzione posta dal governo all’esperienza cinese nel contrasto al nuovo coronavirus, da cui Roma sta apprendendo molto, adottando forti misure per prevenire la diffusione della malattia.

L’Italia, ha sottolineato Di Maio, sta affrontando una carenza di forniture e attrezzature mediche, ma spera che la Cina possa contribuire a far fronte a questa urgenza.

I cinesi d’oltremare che vivono in Italia, ha aggiunto il ministro, hanno svolto un ruolo attivo nella lotta all’epidemia. Il nostro Paese, ha quindi promesso Di Maio, continuerà a prendersi cura della loro salute e sicurezza.

Il ministro degli Esteri e consigliere di Stato cinese, Wang Yi, ha per parte sua ribadito la piena comprensione da parte della Cina delle sfide che l’Italia si trova ad affrontare, in qualità di Paese amico e partner strategico globale.

L’epidemia, ha osservato Wang, non conosce frontiere e rappresenta un comune nemico dell’umanità. Il ministro cinese ha così chiesto la solidarietà della comunità internazionale per contrastare il virus.

A sostegno della visione di una comunità umana unita dal futuro condiviso, ha proseguito Wang, la Cina si impegna non solo a fare di tutto per garantire la salute e la sicurezza dei cinesi, ma anche a contribuire alla salute pubblica globale.

Non molto tempo fa, la Cina ha donato almeno 20 milioni di dollari all’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per sostenere la cooperazione internazionale nella lotta ai contagi di COVID-19.Il Paese, ha aggiunto il ministro cinese, offre inoltre aiuti, nei limiti delle proprie possibilità, a quelle nazioni dove la situazione dell’epidemia è più grave o le condizioni sanitarie sono insufficienti.

Il popolo cinese, ha osservato Wang, non dimenticherà il prezioso sostegno offerto dall’Italia alla Cina nel momento più difficile della lotta al nuovo coronavirus. Il Paese, ha aggiunto il ministro cinese, resterà ora fermamente al fianco del popolo italiano.

Il ministro degli Esteri cinese ha aggiunto che, nonostante la Cina stessa abbia ancora bisogno di una grande quantità di materiale sanitario, il Paese, superando le proprie difficoltà, offrirà assistenza all’Italia mettendo a disposizione prodotti medicali, comprese mascherine per il viso, e accelererà e migliorerà le esportazioni di forniture e attrezzature per soddisfare le urgenti necessità italiane.

Se l’Italia lo richiederà, ha proseguito Wang, la Cina è disposta a inviare personale sanitario in Italia per aiutare a contrastare il nuovo coronavirus. Secondo il ministro, anche le città e le province, così come le imprese cinesi che godono di rapporti di amicizia e gemellaggio con le controparti italiane offriranno il proprio sostegno e aiuti all’Italia.

La battaglia comune contro il nuovo coronavirus, ha spiegato Wang, contribuirà ad approfondire le relazioni bilaterali tra i due Paesi e a rafforzare l’amicizia tra i rispettivi popoli.

La Cina, ha aggiunto il ministro, apprezza il fatto che la controparte italiana abbia prestato grande attenzione alla salute e alla sicurezza dei cittadini cinesi in Italia e spera che Roma continuerà a offrire loro il necessario aiuto e sostegno. Fianco a fianco, ha concluso Wang, Cina e Italia prevarranno infine sull’epidemia.




Coronavirus, il farmaco Tocilizumab sembra funzionare: provato con successo a Napoli su due pazienti gravi migliorati in 24 ore

All’ospedale Cotugno di Napoli nella cura al Coronavirus si sono avuti risultati positivi grazie al farmaco Tocilizumab, approvato nel 2010 negli Stati Uniti per l’artrite reumatoide, e commercializzato in Italia dalla casa farmaceutica Roche, con il nome di Actemra. Il farmaco è stato somministrato a due pazienti gravi affetti da polmonite severa covid-19 e sono migliorati in 24 ore.

Il farmaco è stato inserito, pochi giorni fa, dalla National Health Commission cinese nelle linee guida per il trattamento dei casi gravi da coronavirus: in Cina sono guariti 21 pazienti trattati con Tocilizumab, che hanno mostrato un miglioramento importante già nelle prime 24-48 ore.

La somministrazione di Tocilizumab è avvenuta sabato scorso per la prima volta in Italia ed è stata possibile grazie a una stretta collaborazione tra il direttore della Uoc di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Vincenzo Montesarchio; il direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto “Pascale” di Napoli, Paolo Ascierto insieme al virologo Franco Buonaguro e alcuni medici cinesi, tra cui Wei Haiming Ming del First Affiliated Hospital of University of Science and Technology of China e il team composto da tutto il personale del Cotugno e che ha visto in prima linea, tra gli altri, Rodolfo Punzi, direttore del dipartimento di Malattie infettive e urgenze infettivologiche; Roberto Parrella, direttore della Uoc Malattie infettive ad indirizzo respiratorio; Fiorentino Fragranza, direttore della Uoc Anestesia rianimazione e terapia intensiva; Vincenzo Sangiovanni, direttore della Uoc Infezioni sistemiche e dell’immunodepresso; Nicola Maturo, responsabile del Pronto Soccorso infettivologico del Cotugno e Luigi Atripaldi, direttore del laboratorio di Microbiologie e virologia.




Coronavirus e trasporti: chi risolve il sovraffollamento di treni e bus?

Quarantena, zone rosse, incontri
pubblici vietati, e guai a salutarsi con la stretta di mano o scambiarsi
effusioni amichevoli o amorose in pubblico. Occorre stare a un metro di
distanza dalle persone, si ripete, perché il coronovirus «è contenuto nelle goccioline di saliva e può essere
trasmesso a distanza ravvicinata». Poi però si è costretti – per svariate
ragioni – a fruire dei mezzi pubblici e a quel punto, una volta salito a bordo
vettura, ci si accorge che quelle raccomandazioni sono acqua fresca.

Succede ogni giorno di viaggiare
ammassati nei treni delle metropolitane o delle ferrovie ex-concesse, nei bus
come tram e filobus romani. Di camminare gomito a gomito lungo le banchine,
emblematico quanto accade nella stazione di Piazzale Flaminio, di stare, essenzialmente, al di sotto della
distanza di sicurezza, raccomandata dal Governo e dal Comitato Scientifico. Circa
1miliardo e 200milioni i cittadini potenzialmente coinvolti, per essere chiari,
tanti quanti sono i passeggeri trasportati ogni anno da Atac, secondo le stime rese note dalla stessa azienda. Ai quali si
sommano e si incrociano gli utenti di Cotral,
l’altra importante società pubblica del comparto, con circa 70milioni. Esclusi nel conteggio il
personale front-line delle rispettive
aziende e dei rispettivi esercizi.

Nei confronti di questi ultimi Atac, al
pari della altre aziende di TPL italiane, dispone (D.O. 53 del 7 marzo) che «a partire da lunedì prossimo, 9 marzo, il personale di guida, salvo
casi di emergenza, non aprirà la porta
anteriore delle vetture
per le quali non è disponibile l’accesso separato
alla cabina guida. Sarà consentito l’utilizzo della porta centrale e/o posteriore. La misura rimarrà operativa fino al
termine dell’emergenza sanitaria».

La disposizione non riguarda le vetture di ultima generazione di 12 e 18 metri, quelle che, in definitiva, hanno l’accesso segregato alla cabina guida, i bus a due porte e quelli elettrici (Gulliver) nonché i tram di ogni tipologia. Ma nelle ultime ore è emerso che alcuni bus di colore rosso, serie Urbanway Inveco, arrivate tre fa nelle rimesse, avrebbero una cabina non adeguatamente chiusa. Una riprova le immagini scattate da alcuni lavoratori, durante il servizio.  

Le cabine bus Urbanway messe sotto accusa
Banco di manovra treno Linea B

Sul fronte metroferroviario, un’altra
immagine mostra la sporcizia che sarebbe stata trovata sul banco di manovra di
un treno della Linea B, e ciò fa
pensare che le operazioni di pulizia e di igienizzazione effettuate dovrebbero
essere rafforzate, ripetute nel corso della giornata. A rimarcarlo anche le RSU nella nota trasmessa a poche ore di
distanza dalla disposizione Atac. «Riconoscendo le iniziative messe in campo»,
esordisce il documento dei rappresentanti dei lavoratori, «richiedono un incontro
per ulteriori chiarimenti riguardo: le tipologie e modalità di esecuzione degli
interventi di sanificazione, incluse tempistiche e frequenze; pulizie delle
cabine di guida, bagni e box di stazione; pulizie dei filtri e delle condotte d’aereazione
del sistema di climatizzazione delle cabine guida dei materiali in servizio;
tipologia e utilizzo dei prodotti e loro integrità, impiego delle mascherine,
dotazione di un interfono nei box di stazione; comportamenti da adottare verso
i passeggeri». A complicare la situazione, il fatto che il personale delle
ferrovie ex-concesse, Roma-Viterbo, Roma-Lido e Roma-Giardinetti, entri in contatto coi passeggeri durante le
operazioni di cambio-banco, differentemente dai colleghi delle metropolitane.

Sulla RomaTpl, società che gestisce il 30% dei chilometri di superficie
di Roma Capitale, la tensione resta alta.
Complice le note sindacali di SLM
Fast-Confsal
e USB, secondo le
quali la Società non avrebbe «provveduto ad alcuna azione preventiva». Secca la
smentita della diretta interessata, arrivata a stretto giro di posta, anche se
«non notiamo nessuna massiccia azione di pulizia», rimbecca Cosimo Andretta (Fast-Confsal), «almeno
dicono che lunedì 9 marzo dovrebbero arrivare i kit per il personale». Partita
sospesa. Per il momento.

Fin qui le misure di prevenzioni nei
riguardi dei dipendenti, legittime seppur con dei lati oscuri. Rinforzate dal comunicato 7 del 5 marzo con la quale Atac,
nella persona di Cristiano Ceresatto,
direttore del personale, riconosce l’emergenza sanitaria e, in ottemperanza del
D.P.C.M. del 04/03/2020, invita i
lavoratori, tra l’altro, a «evitare le strette di mano ed
attenersi alla distanza minima di 1 metro».

E questo non fa altro che riportare l’attenzione all’interrogativo iniziale: cosa si fa per l’utenza? Ben poco si direbbe, al di là dei proclami. Treni e bus continuano a viaggiare pieni zeppi, nelle banchine delle stazioni/fermati si sgomita per raggiungere quanto prima l’uscita. È normale? Il Comitato Pendolari RomaNord si è rivolto direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «i treni affollati sono un veicolo privilegiato per il contagio e noi come pendolari ogni giorno rischiamo di ammalarci», si legge nella lettera, «purtroppo né la Regione Lazio, proprietaria della ferrovia, né Atac, gestore del servizio, sembrano aver appieno compreso il pericolo e continuiamo a viaggiare stipati come bestie, da sempre, in treni sporchi, affollati e quindi insalubri. Inoltre pensiamo anche a chi porta questi mezzi, persone come noi e quindi esposte al contagio, esattamente come noi». Come dargli torto? «La sanificazione è doverosa in quanto si tratta di una prescrizione obbligatoria e ci chiediamo come mai non sia stata fatta prima e con regolarità», aggiunge il Presidente Fabrizio Bonanni. «Per i treni della ferrovia Roma-Viterbo ad esempio, come si fa a garantire la distanza di sicurezza tra i passeggeri se le corse sono sempre di meno e quindi la gente si ammassa sui pochi treni circolanti, soprattutto in tratta extraurbana? Noi abbiamo la quarantena dietro l’angolo».

L’affollamento è quotidiano su treni e bus Atac

«Il sovraffollamento dei mezzi è un problema serio e va affrontato con concretezza», rincara l’associazione TrasportiAmo, «intanto sarebbe opportuno, per tutelare la salute dei passeggeri, intensificare le operazioni di igienizzazione delle vetture, delle banchine e degli atrii delle stazioni/fermate».




Coronavirus, firmato nuovo decreto anti contagio: ora si lavora alle misure economiche

Non è un “divieto assoluto”, spiega, “non si ferma tutto”, non si bloccano treni e aerei: sarà possibile muoversi per comprovate esigenze lavorative o per emergenze e motivi di salute. Ma la polizia potrà fermare i cittadini e chiedere loro perché si stiano spostando in territori dove la crescita dei casi di contagio porta il governo a disporre misure mai così restrittive.

“Mi assumo la responsabilità politica” delle decisioni che vengono prese in queste ore: “Ce la faremo”, dice Conte a notte fonda. E lancia un appello alla “auto responsabilità”: per fermare il contagio non si può più “fare i furbi”, dice invitando i ragazzi a stare in casa a leggere e tutelare così la salute dei loro nonni. La firma del decreto del presidente del Consiglio, frutto dell’accorpamento di due dpcm inizialmente previsti, arriva dopo una lunga giornata di contatti con le Regioni e dopo una fuga di notizie (“irresponsabile” e “rischiosa per la sicurezza”, dice Conte) che porta al diffondersi della bozza non ancora ultimata. I presidenti di Regione su quella bozza dichiarano perplessità, dubbi. Ma milioni di cittadini del centro nord, dopo la diffusione della notizia, iniziano a interrogarsi sulla portata delle misure: “Si è creata confusione”, accusa Conte.

E sono passate le due di notte quando scende nella sala stampa di Palazzo Chigi a illustrare le misure

Nel dpcm finale ce ne sono alcune generalizzate per tutta Italia, tra cui lo stop a pub, discoteche, sale gioco e manifestazioni di cinema e teatro. E ce ne sono altre, molto più rigorose, che riguardano un’ampia fascia del nord Italia.

“Non c’è più una zona rossa – spiega il premier – scomparirà dai comuni di Vo’ e del lodigiano. Ma ci sarà una zona con regole più rigorose che riguarderà l’intera Lombardia e poi le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli,Padova, Treviso e Venezia. Qui fino al 3 aprile – per fare solo due esempi – saranno limitati i movimenti, salva la possibilità di rientrare a casa propria, e i bar e i ristoranti dovranno chiudere alle 18 e per il resto della giornata garantire distanze di almeno un metro. Chi ha 37,5 di febbre è invitato a restare a casa, chi è in quarantena ha il divieto assoluto di uscire.

Restano chiuse intanto le scuole in tutta Italia

E Conte assicura che si lavora anche sul fronte delle misure economiche: lunedì o martedì non appena sarà pronta una bozza del decreto da 7,5 miliardi annunciato dal governo, incontrerà le opposizioni Ma, sottolinea, è il governo a gestire.

L’altro fronte su cui il governo opera è quello sanitario: il premier annuncia la firma di un contratto per la produzione tutta italiana di 500 dispositivi al mese di rianimazione, con l’obiettivo di fare di più. E anche l’incremento della linea produttiva dei dispositivi di protezione come le mascherine. Ma poiché nelle aree dove il contagio è più forte gli ospedali fanno fatica, il presidente del Consiglio annuncia anche la possibilità di ridistribuire i pazienti tra le regioni. Intanto, l’appello ai cittadini è “entrare nell’ottica della responsabilità, senza furbizie” ma accettando qualche restrizione: il governo, assicura Conte, sta facendo la sua assumendo decisioni “coraggiose”.




Coronavirus, a quando il vaccino? L’intervista esclusiva alla virologa Gloria Taliani

Buone notizie dal mondo scientifico per quanto riguarda la definizione di un vaccino in grado di attivare le nostre difese immunitarie contro il nuovo coronavirus.

Una parte del virus infatti non cambia mai e finora si è ritrovata nelle mutazioni già avvenute. E proprio questa parte del virus  potrebbe essere usata come vaccino. 

CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO

Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 5/3/2020

La scoperta arriva da uno studio italiano di prossima pubblicazione condotto da Massimo Ciccozzi, epidemiologo molecolare, direttore dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell’Università Campus Bio-medico di Roma, autore di diverse altre ricerche sul nuovo virus.

CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE L’INTERVISTA ALLA PROF.SSA GLORIA TALIANI

L’intervista alla dottoressa Gloria Taliani professore ordinario di malattie infettive della Sapienza Università di Roma ad Officina Stampa del 5/3/2020

Il professor Ciccozzi insieme al suo team è infatti sulle tracce del coronavirus da diversi anni e ne conosce bene ormai l’evoluzione. Il nuovo coronavirus ha fatto finora due mutazioni importanti. Una che lo ha reso molto contagioso, più di quello della Sars, mentre l’altra mutazione lo ha reso meno letale.

La strada per arrivare al vaccino sembra dunque spianata e soprattutto più vicina grazie alla parte del virus, che è quella che stanno usando gli americani per creare un farmaco, che non cambia mai. Un vaccino che andrebbe sicuramente a coprire anche le piccole mutazioni che il virus normalmente fa.

Osservato in 3D l’intero meccanismo con cui il coronavirus forza le cellule umane per infettarle: il suo ‘piede di porco’ molecolare è stato fotografato mentre agisce sulla serratura della cellula, studiata per la prima volta nella sua interezza grazie alla tecnica da Nobel chiamata criomicroscopia elettronica. Il risultato, utile a sviluppare nuovi test diagnostici e farmaci contro Covid-19, è pubblicato su Science da Westlake University eTsinghua University, con il coordinamento di Qiang Zhou.

Lo studio arriva a pochi giorni di distanza da un’altra ricerca, pubblicata sempre su Science, con cui i ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, insieme all’Istituto americano per la ricerca sulle malattie infettive (Niaid), avevano svelato la struttura 3D della proteina Spike con cui il coronavirus attacca le cellule. Questa sorta di piede di porco molecolare agisce forzando una specifica ‘toppa’ della cellula che si chiama recettore Ace-2: conoscere la sua struttura è essenziale per la lotta a Covid-19, ma finora nessuno era riuscito a fotografarla per intero.

I ricercatori cinesi hanno raggiunto questo obiettivo usando la criomicroscopia elettronica, una tecnica così rivoluzionaria per la visione delle molecole in 3D che i suoi inventori (Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson) sono stati insigniti del Premio Nobel per la Chimica nel 2017.

Già usata per studiare anche il virus Zika, la criomicroscopia elettronica ha permesso di immortalare l’intero recettore Ace-2 legato a una proteina di membrana che lo accompagna, chiamata BOAT1. Il complesso, che forma l’intera ‘serratura’ della cellula, è stato fotografato da solo e con il piede di porco del coronavirus in azione (cioè il dominio Rbd della proteina virale Spike).

“Il nostro risultato non fa soltanto luce sul meccanismo di infezione – scrivono gli autori – ma aiuterà anche lo sviluppo di nuove tecniche di identificazione del virus e potenziali terapie antivirali”.




Italia Nostra Lazio il 6 marzo a Frascati per la VIII Giornata internazionale di sensibilizzazione e prevenzione patologie della donna

Italia Nostra Lazio il 6 marzo a Frascati per la VIII Giornata internazionale di sensibilizzazione e prevenzione patologie della donna

Salute della donna e tutela dell’ambiente sono i temi al centro della VIII Giornata internazionale di sensibilizzazione e prevenzione delle patologie della donna, in programma venerdì 6 marzo dalle 9 alle 12.30 a Frascati all’Auditorium Scuderie Aldobrandini in piazza Guglielmo Marconi.

L’iniziativa, organizzata dalla Associazione Internazionale di Sensibilizzazione e Prevenzione delle Patologie della Donna, vede tra gli organizzatori anche Italia Nostra Lazio e Italia Nostra sezione Castelli Romani e costituisce un omaggio alle donne in occasione della Festa internazionale della Donna portando l’attenzione sulla salute al femminile in termini di prevenzione e ricerca scientifica e sugli impatti dell’ambiente.

Nel comitato scientifico della manifestazione figurano anche Franco Medici, professore di Scienza e Tecnologia dei Materiali all’Università la Sapienza di Roma e presidente di Italia Nostra Lazio e Marco Petitta, professore di Idrogeologia all’Università La Sapienza di Roma.

La Giornata, articolata in due sessioni, si apre con la lectio magistralis del professor Guglielmo Manenti del Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sul tema Diagnostica per immagini applicata alle patologie della donna.

Interverrà poi Daniela Gallo, Responsabile dell’Unità di Medicina Traslazionale Salute della Donna e del Bambino – Dipartimento Tutela della Salute della Donna del Bambino e di Sanità Pubblica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma sul tema “Medicina di Precisione, metodologia all’avanguardia che riconosce l’unicità di ogni paziente personalizzando prevenzione, diagnosi e cure mediche”. La prima sessione si chiude con la relazione di Raffaella Saso, vicedirettore Eurispes sul tema “Prevenzione e cure mediche in Italia. Tra difficoltà economiche e cultura della prevenzione”.

La seconda sessione, a cura di Elisabetta Bernardini, presidente Aisppd onlus, è dedicata alla cerimonia di premiazione con la consegna delle Medaglie Aisppd onlus 2020, che per questo anno saranno conferite per l’impegno profuso agli studi sulla tutela ambientale e sull’impatto dell’ambiente sulla salute umana.

Verranno premiati Ispra, a Pontificia Accademia delle Scienze e lo Stato del Canada. Articolate le motivazioni dei riconoscimenti. Per Ispra “in particolare la Medaglia vuole esprimere un riconoscimento per la sua ampia attività di monitoraggio degli indicatori ambientali nei sistemi fondamentali acqua, aria e suolo. Per gli studi e la verifica degli strumenti metodologici e procedurali riguardo le Valutazioni Ambientali Strategiche e per l’intensa attività di divulgazione concernente le diverse questioni ambientali”.
“Fortemente impegnata – spiega inoltre la motivazione – nello studio dei cambiamenti climatici e seriamente attenta al futuro dell’umanità, la Pontificia Accademia delle Scienze dà concreto seguito alla Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco”.
Infine per il Canada si riconosce il primato che lo annovera “fra i Paesi al mondo che più investe nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, mediante la distribuzione di contributi economici di notevole rilevanza destinati alle università, ai collegi, agli ospedali e agli istituti senza scopo di lucro, tramite diversi Enti quali il Natural Sciences and Engineering Research Council, il Canadian Institutes of Health Research, il Social Sciences and Humanities Research Council e il Canada Foundation for Innovation.




Coronavirus, 2.263 malati in Italia, 428 in più rispetto a ieri: ecco tutti gli aggiornamenti

Sono 2.263 i malati per coronavirus in Italia, con un incremento di 428 persone rispetto a ieri e 79 i morti, 27 in più. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile. A questi vanno aggiunti i 160 guariti (11 in più rispetto a ieri).

Le Olimpiadi di Tokyo potrebbero essere spostate alla fine dell’anno causa coronavirus. E’ l’ipotesi evocata dal ministro giapponese le Olimpiadi Seiko Hashimoto, citato dall’Independent. Secondo i termini dell’accordo fra Giappone e Cio, i Giochi devono tenersi entro il 2020, senza specificare quando. Ora sono previsti dal 24 luglio al 9 agosto. “Il contratto prevede che i Giochi si tengano entro il 2020. Questo potrebbe essere interpretato come una possibilità di spostarli, ma stiamo facendo tutto il possibile per far sì che si svolgano come previsto”.

G7 PREPARA MISURE – “Dato il potenziale impatto del Coronavirus sulla crescita globale, riaffermiamo l’impegno a usare tutti gli strumenti di policy più appropriati per salvaguardare la crescita dai rischi al ribasso”: lo scrive il G7 dei ministri finanziari nel comunicato finale. I ministri sono “pronti a prendere misure, anche di bilancio dove appropriato, per aiutare la risposta al virus sostenere l’economia in questa fase”.

Tutti coloro in arrivo a Pechino da Paesi esposti al contagio del nuovo coronavirus – Corea del Sud, Giappone, Iran e Italia – dovranno rispettare un periodo di quarantena di 14 giorni. E’ quanto ha annunciato il vice segretario generale del governo municipale della capitale, Chen Bei. La misura, secondo quanto è stato spiegato in un comunicato, coinvolge sia i cittadini cinesi sia gli stranieri. In mancanza di una dimora a Pechino, l’auto-isolamento sarà osservato in un hotel designato.

In Cina 18 province hanno abbassato l’allerta sull’epidemia partita da Wuhan. Il Paese ha registrato ulteriori 125 nuovi casi di coronavirus, centrando il livello più basso delle ultime 6 settimane, e 31 morti aggiuntivi, tutti concentrati nella provincia epicentro dell’epidemia dell’Hubei. La Commissione sanitaria nazionale (Nhc) ha portato il totale dei decessi a 2.943 e delle infezioni complessive a quota 80.151. I casi di contagio hanno seguito un trend al ribasso negli ultimi giorni, malgrado gli 11 casi segnalati oggi fuori dall’Hubei rappresentino il livello più alto degli ultimi 5 giorni. E a Wuhan, focolaio del coronavirus, ha chiuso il primo dei 16 ospedali messi a punto con la massima urgenza dopo lo scoppio dell’epidemia.

La Cina ha registrato altri sette casi di “contagio di ritorno” dall’Italia, aumentando i timori di ricontaminazione del Paese da cui è partita l’epidemia. Sulle 11 nuove infezioni da coronavirus annunciate oggi fuori dall’Hubei, provincia epicentro, sette sono relative allo Zhejiang, ha detto la Commissione sanitaria nazionale. Sono cittadini cinesi tornati dall’Italia la scorsa settimana che, secondo il network statale Cgtn, lavoravano nello stesso ristorante di Bergamo e avevano stretti contatti con la prima donna rientrata il 28 febbraio e risultata positiva. I sette nuovi casi sono stati riportati tutti nella città di Lishui, nella contea di Qingtian, portando il totale dei contagi nello Zhejiang a 1.213. Il Global Times ha ricordato come il “contagio di ritorno” sia una minaccia, citando il caso delle cinque persone accertate che sono tornate in Cina negli ultimi giorni da altre parti, dall’Iran e dal Regno Unito, importando il virus.

La Francia ha – intanto – superato la quota dei 200 casi di contagio da coronavirus: è quanto annunciano le autorità di Parigi. Quarto morto in Francia per il coronavirus: è quanto annuncia la Direzione Generale della Salute, precisando che questa quarta vittima era un signore di 92 anni, originario del Morbihan.

Gibilterra: Primo caso di coronavirus sul territorio britannico. E’ un uomo appena tornato da un viaggio nel Nord Italia. La persona che lo accompagnava non presenta sintomi. L’uomo è rientrato dall’Italia con un volo diretto a Malaga. Le autorità di Gibilterra stanno ora cercando di identificare gli operatori sanitari che hanno curato il paziente e i contatti avuti dal contagiato, che ora è a casa in isolamento e sta abbastanza bene.

In India il governo chiude l’ingresso ai viaggiatori provenienti da Italia, Cina, Iran, Corea del Sud e Giappone per il timore coronavirus: lo scrivono i media indiani tra cui l’Hindustan Times riportando un comunicato del governo. Secondo l’annuncio, riferito anche dal sito Viaggiare Sicuri della Farnesina, i visti rilasciati sino a oggi sono sospesi “per tutti i cittadini italiani, cinesi, sudcoreani, iraniani e giapponesi che non siano ancora entrati” in India, con eccezioni solo per diplomatici e funzionari Onu, che dovranno comunque fare controlli.

La Thailandia ha previsto che chiunque arrivi da alcuni paesi, tra cui l’Italia, dovrà sottoporsi all’auto-quarantena per contenere l’epidemia di coronavirus. Lo ha reso noto il ministro della sanità Anutin Charnvirakul su Fb, riporta la Cnn. I paesi sono Giappone, Germania, Corea del Sud, Cina (con Hong Kong, Macao e Taiwan), Francia, Singapore, Italia e Iran, dichiarati “aree pericolose per le malattie trasmissibili”. Chi arriva senza febbre o sintomi andrà in auto-quarantena per 14 giorni. Quarantena o isolamento con sintomi o febbre oltre i 37,5.

Confermato negli Stati Uniti il secondo decesso legato al coronavirus, sempre nello stato di Washington. Fonti della Sanità americana aggiungono che si registra anche il primo caso di contagio a New York. L’uomo che è morto sabato aveva 70 anni ed era “condizioni di salute scarse”, secondo l’ufficio di sanità pubblica nella contea di King, la più popolosa dello stato e sede di Seattle, città di oltre 700.000 abitanti. Sulla costa opposta, New York ha confermato il suo primo caso di positività. “La paziente, una donna di circa 30 anni, ha contratto il virus mentre viaggiava in Iran ed è attualmente isolata nella sua casa”, ha detto ieri sera il governatore Andrew Cuomo, aggiungendo che la paziente “non è in gravi condizioni ed è in una situazione controllata da quando è arrivata a New York”. Lo stato della Florida ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria dopo che sono stati rilevati i primi due casi di coronavirus. Si tratta di due persone tra cui – spiegano le autorita’ locali – una che ha viaggiato in Italia

In Marocco si registra il primo caso di coronavirus: si tratta di un cittadino marocchino che risiede in Italia, ha reso noto il ministro della Salute. L’uomo è ricoverato all’ospedale Moulay Youssef di Casablanca e le sue condizioni non sono preoccupanti. Le autorità hanno avviato le verifiche sulle persone venute in contatto con il paziente e, come prima misura preventiva, hanno annullato la Fiera internazionale dell’Agricoltura (‘Siam’), in programma a Meknes dal 14 al 19 aprile.

In Nigeria le autorità hanno fatto sapere che 43 persone, tra cui quattro cittadini cinesi, sono in auto-isolamento controllato nello Stato di Plateau, a nord della Nigeria, per i prossimi 14 giorni come misura precauzionale contro la possibile diffusione del coronavirus. I quattro sono arrivati in Nigeria dalla Cina la scorsa settimana per unirsi a un gruppo di minatori. Si sono dunque auto-isolate anche le restanti 39 persone della squadra, tutti nigeriani che sono entrati in contatto con i cittadini cinesi. La Nigeria ha confermato il suo primo caso di coronavirus venerdì scorso. Il paziente è un cittadino italiano che lavora nel Paese africano ed è giunto a Lagos da Milano. Le autorità affermano di aver raggiunto circa 100 persone che potrebbero essere venute a contatto con lui. Di questo numero numero, 58 sono in auto-isolamento controllato negli Stati di Lagos e Ogun, secondo le autorità.

La Corea del Sud ha riportato 600 nuovi casi di coronavirus, portando il totale delle infezioni a 4.812, con un allarmante incremento a Daegu, la città dove ha sede la Chiesa di Gesù Shincheonji, rivelatasi il vero focolaio dell’epidemia. In base ai dati aggiornati del Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc) ricontati e riorganizzati per data, ci sono anche tre morti ufficiali in più per un totale di 28 decessi. Il nuovo balzo del numero di contagi segue i 1.062 registrati domenica e gli 813 di sabato.




Pomezia, Coronavirus: confermata positività ai test per la moglie, i figli e la cognata del cittadino pometino

Il Bollettino medico diramato dall’ospedale Spallanzani di Roma, conferma la positività al test del Coronavirus per la moglie, i due figli e la cognata del cittadino di Pomezia. Il nucleo familiare è sottoposto a sorveglianza sanitaria domiciliare da parte della Asl competente. A seguito di ciò, in via precauzionale e in attesa del completamento dell’indagine epidemiologica, sono state sospese le attività didattiche del liceo Pascal di Pomezia, frequentato da uno dei figli, e le lezioni del Corso di Laurea in Informatica della Università Sapienza di Roma, canale AL, frequentato dall’altro figlio.

Il Sindaco ha appena incontrato i dirigenti scolastici degli istituti di Pomezia per un confronto sulla situazione, ribadendo le indicazioni del Ministero e della Regione Lazio sulla prevenzione e sulla sanificazione delle aree. Il liceo Pascal rimane chiuso fino a nuova comunicazione.

La Asl sta ricostruendo tutti i contatti con il nucleo familiare interessato per eseguire il protocollo sanitario.

Si raccomanda di non creare allarmismo e di seguire le indicazioni fornite dalle autorità.
Chiunque abbia fatto ingresso in Italia negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero nei Comuni italiani ove è stata dimostrata la trasmissione locale del virus (vedi elenco sotto), deve comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria territorialmente competente (vedi ordinanza Regione allegata).

Nella Regione Lombardia:
a) Bertonico;
b) Casalpusterlengo;
c) Castelgerundo;
d) Castiglione D’Adda;
e) Codogno;
f) Fombio;
g) Maleo;
h) San Fiorano;
i) Somaglia;
j) Terranova dei Passerini.

Nella Regione Veneto:
a) Vo’