INFRASTRUTTURE, POLVERINI INAUGURA BRETELLA FRASCATI E ASCENSORE INCLINATO ARICCIA

Redazione

Taglio del nastro ufficiale oggi per due nuove opere infrastrutturali ai Castelli Romani: la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha inaugurato la bretella di Frascati, asse viario di quasi 3km ad alto scorrimento, che collega la strada provinciale 65a Frascati-Colonna con la sp 65b, via Fermi., e l'ascensore inclinato di Ariccia, che collega il parcheggio 'G.I. Bernini'  con il centro storico.

Per la bretella di Frascati la Regione Lazio ha investito 4,2 milioni di euro, "un'opera – ha spiegato Polverini – portata a termine grazie alla continuità tra amministrazioni a dimostrazione dell'attaccamento del territorio. Una strada che decongestionerà Frascati, collegando non solo il territorio con la centralità ospedaliera di Tor Vergata, ma anche con il polo ricerca che più grande d'Europa. Questa è una bella giornata come tutte quelle in cui la politica riesce a migliorare la vita dei cittadini". Ad accompagnare la presidente a Frascati il sindaco Di Tommaso, l'assessore regionale ai Lavori Pubblici Luca Malcotti, il vicepresidente Consiglio regionale, Bruno Astorre e l'assessore ai Lavori Pubblici di Frascati, Romualdo Paoletti.

Un "momento importante" anche per la città di Ariccia, dove l'ascensore inclinato, gratuito per i residenti, è attivo tutti i giorni dalle 5 all'una di notte. "Questa città – ha detto Polverini – ha al suo interno un palazzo straordinario conservato in maniera incredibile e che potrà diventare ancora di più una meta di turisti". All'inaugurazione hanno partecipato anche il sindaco di Ariccia, Emilio Cianfanelli, gli assessori regionali ai Trasporti e all'Ambiente Francesco Lollobrigida e Marco Mattei ed il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Astorre.




ROMA, POLVERINI AL SANTA LUCIA PER INAUGURAZIONE NUOVE RISONANZE MAGNETICHE

Redazione

Inaugurate questa mattina all'Irccs Fondazione Santa Lucia due risonanze magnetiche di ultima generazione, di cui una a "cielo aperto", anticlaustrofobia e adatta ai pazienti più giovani. A tagliare il nastro la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini e il ministro della Salute Renato Balduzzi, insieme al direttore della Fondazione Luigi Amadio. "Questa è una struttura di eccellenza riconosciuta in tutto il Paese – ha detto Polverini – che oggi si arricchisce di strumentazione nuova che renderà sicuramente il percorso di riabilitazione dei pazienti che arriveranno, ancora più agevole. E' un impegno che si rinnova e la presenza del ministro dice ancora una volta  che tutti crediamo in questa Fondazione che le persone ci chiedono di sostenere e noi continueremo a farlo".

Polverini ha assistito alla Santa Messa officiata dal Cardinale Angelo Comastri, che ha benedetto le nuove apparecchiature, e si è poi recata in visita dai feriti libici ricoverati presso il Santa Lucia e l'Unità operativa A, presso la quale sono ricoverati pazienti mielolesi e colpiti da ictus. "Il Lazio – ha sottolineato la presidente – è stato la prima Regione a proporsi sotto il punto di vista dell'accoglienza, agendo con un forte spirito di solidarietà. Abbiamo risposto immediatamente, quando ci fu un protocollo sotto l'egida del ministero degli Esteri e della Salute, con l'accoglienza dei libici presso strutture pubbliche, che si sono trovati benissimo e hanno chiesto di rimanere nella nostra regione. In questa fase, in cui si sta rivisitando il protocollo generale – ha aggiunto – c'è stata comunque un'accoglienza in strutture private come il Santa Lucia proprio per non interrompere questo processo. Ora con il ministro si lavorerà per ricondurre tutto nell'ambito di un processo di organizzazione guidato dai due ministeri".

Infine, la visita è proseguita all'Unità abitativa sperimentale 'Casa agevole' dove grazie al 'Brain computer interface' anche i pazienti completamente paralizzati possono svolgere le normali azioni quotidiane.




CHIUDE "IL TEMPO" A RIETI

Fine di una storia.

Lunga e gloriosa, fatta di alti e bassi, di momenti di grande giornalismo e anni difficili, di firme divenute famose non solo nel nostro territorio e di collaboratori che hanno comunque onestamente realizzato, giorno per giorno, pagina dopo pagina, il giornale a Rieti. "Il Tempo" diretto da Mario Sechi ha chiuso l'edizione di Rieti e del Lazio.

Dopo settant'anni, dunque, una parte consistente dell'informazione della Sabina non c'è più. Il quotidiano romano fondato da Renato Angiolillo nel 1944 non avrà più la cronaca locale, punto di riferimento di molti reatini e uno dei pilastri del panorama cartaceo locale dell'informazione. Dopo voci che si rincorrevano da giorni, ieri i collaboratori dello storico quotidiano hanno ricevuto la comunicazione ufficiale. Fredda, come solo pochi gesti di addio sanno essere. Una freddezza che arriva laddove nasce l'amarezza di coloro, tanti, che in questi anni avevano contribuito comunque a rendere l'edizione locale de "Il Tempo" interessante e letta, nonostante la mancanza di una redazione sul posto e la distanza, non solo fisica, con la sede centrale di Roma. Resta l'amarezza degli storici collaboratori, alcuni dei quali impegnati quotidianamente con "Il Tempo" da venti anni, altri più giovani che avevano portato innovazione, dedizione, sacrificio e nuova credibilità. Tutti insieme avevano comunque permesso allo storico giornale di presidiare la piazza di Rieti e provincia. Da domani non sarà più così e quando si restringono gli spazi di informazione non è mai una buona notizia. Soprattutto per una provincia che, da un settore all'altro, vede perdere, giorno per giorno, pezzi della propria identità che difficilmente potranno essere recuperati o colmati con altro.




ROMA, CADONO FRAMMENTI DAL COLOSSEO

Chiara Rai

Questa mattina sono caduti altri due frammenti del Colosseo, il più famoso anfiteatro romano del mondo che nel 2007 fu inserito fra le Nuove sette meraviglie del mondo, a seguito di un concorso organizzato da New Open World Corporation (NOWC). La situazione è allarmante perché quando succede qualcosa scatta l’allarme e invece quando tutto tace si lavora a ritmi lumaca per cercare di far partire i lavori di restauro. Già a fine dicembre caddero altri frammenti di tufo, proprio nella parte antistante l'Arco di Costantino. In queste ore è in corso un sopralluogo dei tecnici per stabilire l'entità del danno.  Il sindaco di Roma Gianni Alemanno è andato all'Anfiteatro Flavio e nel corso del sopralluogo ha detto: “'Questa situazione di crolli nell'area del Colosseo sta diventando quotidiana, ed e' insostenibile e inaccettabile che il monumento più famoso del mondo sia in una situazione di rischio e danneggiamento''. Il primo cittadino capitolino ha, inoltre aggiunto: ''Non si può più rinviare il restauro dell'Anfiteatro. Ci sono 25 milioni di cui già 10 consegnati al Mibac che sono fermi. Tutto e' fermo per colpa di un'associazione e di un sindacato che hanno cominciato a bombardare di esposti questo restauro, obbligando la magistratura a degli atti dovuti, ad aprire fascicoli e a causare i rinvii. Grazie al ministro Ornaghi  abbiamo mantenuto la disponibilità di Della Valle per questo finanziamento. Come sindaco di Roma mi appello, nonostante non sia competenza nostra, a rompere gli indugi e a fare un'opera di 'moral suasion''. Già a dicembre la direttrice del Colosseo, Rossella Rea, rassicurò dicendo che a causare il distacco fu un piccione: "E' stata la caduta di un piccolo frammento di tufo dal prospetto esterno del monumento sul quale a marzo saranno posti i ponteggi per i restauri finanziati da Diego Della Valle".  Intanto il sovrintendente dei Beni culturali di Roma, Umberto Broccoli interviene: "Per ora so soltanto che non è grave e che è in corso il sopralluogo. Ma anche se non è grave – aggiunge Broccoli – ciò dimostra che i lavori sono indifferibili, se vogliamo ancora continuare a parlare…". Replica in maniera critica la Uil Beni e attivtà culturali: ''E' scontato che rispetto a quanto avviene al Colosseo la prima reazione e' quella di dire andiamo subito al restauro  – afferma in una nota il ccordinamento – Questo lo diciamo anche noi della Uil Beni e Attività Culturali, tuttavia ci sorge un dubbio viste le dichiarazioni che vengono rese in maniera contraddittoria dal direttore dell'Anfiteatro Rossella Rea nonché della totale mancanza del ruolo di un Soprintendente che ad oggi addirittura non c'e' visto che la dott.ssa Moretti e' in quiescenza dal giorno 9 gennaio. La Rea nei precedenti casi di crollo di frammenti ha minimizzato -afferma la Uilbac- ora invece lancia allarmi. Allora la domanda che la Segreteria Nazionale della UilBac rivolge al Ministro Ornaghi , al Sottosegretario, fino a qualche giorno fa Commissario per gli interventi sul Colosseo e': perché non si utilizzano le risorse di cui la stessa Soprintendenza archeologica dispone visto che ad oggi risulta avere il 76,72% di risorse non spese pari a 82.340.910,08 milioni di euro nelle proprie casse?''. 'Questi -prosegue la nota- non sono dati della UilBac ma sono dati del Mibac e per questo diciamo basta con i tentativi di criminalizzare chi come la Uilbac ha chiesto chiarezza rispetto ad operazioni che la Magistratura sta accertando. Piuttosto, visto che il restauro del Colosseo lo vogliamo tutti, iniziamo a dire che le risorse per iniziare ci sono ma accertiamo anche -conclude la Uilbac- le responsabilità di chi pur disponendo di ingenti risorse non le spende''. A catena scoppiano altre reazioni: Bisogna ''discutere rapidamente di una nuova norma per le sponsorizzazioni che chiarisca modalità, limiti e garanzie per il patrimonio, ma anche per imprenditori e privati che mostrano attenzione e sensibilità apprezzabili''. Lo scrive il responsabile cultura del Pd, Matteo Orfini, oggi sull''Unita'', rivolgendosi al ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi e al sottosegretario Roberto Cecchi. ''Non possiamo accettare -aggiunge Orfini- che chi come Della Valle vuole dare una mano si ritrovi in questo tritacarne per mancanza di una normativa efficace''.




RIETI – IL CONSIGLIERE DI MAGGIORANZA MORENO IMPERATORI: SERVIZIO CARENTE DELLA COTRAL PRESSO I COMUNI DELLA VALLE DEL TURANO

Redazione

L’unione fa la forza e visto che residenti di Rieti e Valle del Turano continuano a lamentare i disservizi Cotral ci si prepara a una class action. Il promotore di quest’azione, il consigliere di maggioranza del Comune di Rieti Moreno Imperatori, ha preso carta e penna e ha scritto al presidente della Comunità Montana del Turano ai sindaci di Ascrea, Belmonte in Sabina, Longone Sabino, Collegiove, Collalto Sabino, Castel di Tora, Colle di Tora, Paganico Sabino, Rocca Sinibalda, Turania e Nespolo.

 Ecco il testo della lettera:

“Quale Consigliere del Comune Capoluogo di Provincia considerate le conseguenze negative sia sui plessi scolastici della Città, sia sulle indubbie ripercussioni sociali ed economiche che ne derivano, ed anche quale cittadino residente, del Comune di Belmonte in Sabina, già amministratore nello stesso Comune ed in Comunità montana del turano, sono a sollecitare un’azione comune, al fine di risolvere e/o attenuare i forti disagi causati dai disservizi del trasporto pubblico gestito dall’azienda Cotral.

 I continui ritardi dei bus, rispetto agli orari di marcia, quando non si tratti della soppressione delle corse, causano importanti disagi agli studenti, ai loro genitori e ai lavoratori.

 Molte persone, per evitare i ritardi dei figli presso i vari plessi scolastici cittadini, sono costretti ad usare le auto private, tra l’altro arrivando loro stessi in ritardo ai rispettivi posti di lavoro. Quindi, disagi giornalieri per tutti, maggiori costi per le famiglie interessate, e non di poco conto visto l’aumento dei prezzi dei carburanti, ragazzi all’agghiaccio e al freddo per decine e decine di minuti e indotto economico che ne risente, anche nella Città di Rieti.

Credo occorra, nell’interesse generale, adoperarsi con una forte azione comune.

 Non escludo, in forza della direttiva n° 4/2010 (violazione degli obblighi contenuti nelle carte dei servizi) del D. Lgs. 20 dicembre n. 198/2009 e della sentenza del T.A.R. del Lazio, n. 552 del 20 gennaio 2011 che si possa intraprendere una class action, in favore di tutti i cittadini amministrati, che subiscono quotidianamente dei danni.

 Ritenendomi a disposizione per ogni altra idea o iniziativa che vogliate intraprendere formulo un cordiale saluto.




IL LEADER DI “NEMI PER SEMPRE” VAIRO CANTERANI: “CI SONO TROPPI SEDERI PER UNA POLTRONA SOLA”.

Chiara Rai

Sono giorni che nel panorama politico nemese, si sente dire “basta con la vecchia politica, puntiamo al rinnovamento”.  E’ chiaro che un percorso di svecchiamento può, ad un certo punto, mostrarsi fisiologico per tante e tante ragioni. Certo è che pensare di “rinnovarsi” lasciando a casa chi per anni e anni ha costruito la sinistra a Nemi appare un passo azzardato e comunque discutibile.

Questo non significa che il passo in questione sia sbagliato o meno, certo è che Vairo Canterani a Nemi rappresenta circa 600 consensi, è il leader e l’espressione della lista civica “Nemi per Sempre”, alle ultime elezioni si è piazzato come seconda lista dopo quella dell’allora sindaco Cinzia Cocchi e prima del Pd.

“Io sono fuori da tutti i giochi – mi risponde al telefono Vairo – non sono stato invitato all’ultimo tavolo che è stato fatto e non è che potevo andare a casa degli altri senza essere stato invitato. Cito testualmente le frasi apparse che mi dipingono:  “personaggi del vecchio mondo”, vedi? Sembrerebbe proprio che io non rappresenti più nulla”.

Vairo mi dice che non era affatto sua intenzione concorrere come candidato alle elezioni, ma avrebbe voluto contribuire a contrapporre al centro destra una candidatura forte.

 “Io non sono l’espressione di nessun partito, io sono “Nemi per Sempre” – continua Canterani – ho raccolto ben 600 consensi, eppure hanno ritenuto di voler correre senza di me. Ripeto, a me non interessa niente dei partiti e adesso questo piatto già condito proprio non lo mangio. “Il nuovo tavolo”, così è stato definito, si dirige verso il suicidio e vuoi sapere perché? Perché ci sono troppi “culi” per una sola poltrona. Circolano tre, quattro, cinque nomi”. E poi c’è Giovanni Libanori, esponente Udc, che fa parte del nuovo tavolo e certamente e obbiettivamente è un nome che stride se accostato a quello di Vairo Canterani

“Non ce l’ho con Libanori – continua il leader di Nemi per sempre –  anzi umanamente mi è simpatico e gli voglio bene, ma politicamente spiegami come si fa a fare un alleanza con chi è stato dall’altra parte della barricata? Io non ci posso stare perché credo veramente nella politica e tu ben sai che ci sono stati cinque anni di contrapposizioni. Facciamo l’esempio del piano regolatore: io l’ho bocciato e Libanori l’ha approvato, ma come facciamo, adesso, a costruire qualcosa insieme? Sarebbe come fare una lista assieme a Biaggi! E’ assurdo! Ripeto, umanamente hanno la mia stima, ma li abbiamo sempre attaccati! Dovevano scegliere tra l’Udc e noi, ma a quanto pare in questo paese i  giovani ce l’hanno con i vecchi! Mi hanno estromesso dal tavolo, basta questo per capire tutto e io non sono certamente Arlecchino.  Non sono più disposto a portare alcun contributo, mi comporterò correttamente non presentando liste, non facendo azioni di disturbo, insomma ritirandomi a vita privata. Poi se qualcuno di “Nemi per Sempre” che non sono io, vorrà raccogliere l’eredità e presentarsi a un nuovo tavolo, è un altro discorso. Ricordo che siamo la seconda lista per quattro volte alle elezioni, ma come si può pensare di escluderci? In un primo momento ho proposto la candidatura dell’insegnante Osmari, una candidata competitiva, vista bene da tutti. E cosa è successo? Prima l’hanno appoggiata tutti e poi l’hanno fatta secca”.

 E Elisabetta Mannoni, che ha fatto opposizione per anni? Non rivendica nulla?  

 “La Mannoni che deve fare? – dice ancora Vairo – la pensa come me, ci sembra vergognoso che ci abbiamo fatto fuori dal tavolo: che paura hanno di me? Che mi chiedono i voti e basta? Sono angustiato! E’ tutto così assurdo! Che vogliono da me, la morte anagrafica? Mi dispiace proprio, ma ripeto: Stanno esplorando tutte strade perdenti! Detto questo, io mi auguro sempre che prevalga il centrosinistra e lascio liberi gli appartenenti alla lista di scegliere di votare per chi ritengono più opportuno, anche se la strada che stanno scegliendo “i nuovi” è suicida!”.

 Ultimo sassolino dalla scarpa che vuole togliersi Canterani, è quello di chiarire il fatto delle primarie, cioè se è vero che fu proprio Vairo a non volerle.

 “Noi siamo stati quelli che per primi abbiamo chiesto le primarie – dice Canterani – e le hanno rifiutate da subito. Sono state rifiutate adducendo motivazioni che posso comprendere come ad esempio “Nemi è una piccola tribù ecc..”. Poi hanno fatto retromarcia e  iniziato a dire che volevano le primarie ma magari solo tra i due candidati che stavano sul tavolo. Le primarie sono un’altra cosa, tutti possono parteciparvi e loro le hanno chieste in estremis e perdipiù con le regolette loro, ma non funziona così. Io non le ho mai rifiutate ma giuro che le ho proposte. Sono onorevole di cuore non di poltrona, sono integro e non mi piego.




PD DI NEMI, MERCOLEDÌ PROSSIMO TAVOLO DI RITRATTAZIONE TRA FEDERAZIONE DI SINISTRA, SEL, UDC E PD

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Chiara Rai

“Sembra ci sia una predisposizione da parte di tutti per ritrattare”. Esordisce così Francesca Bertucci, il segretario del Pd di Nemi che in questo momento ha assunto il ruolo di “mediatore” tra le parti indecise, per arrivare a partorire il nome di un candidato condiviso. “L’obiettivo condiviso – dice Francesca – è quello di creare una forte contrapposizione alla destra. Federazione di Sinistra, Sel Udc e Pd stanno lavorando per questo, aprendo anche ad eventuali liste civiche che vorranno supportarci”. Il segretario del Pd intanto annuncia che la prossima settimana, forse già mercoledì, riusciranno a trovare una quadratura sulla rosa dei nomi papabili. Nessun commento in merito alle voci che circolano su una possibile candidatura di Miriam Emili da parte del Partito democratico: “Sono stati detti tanti nomi – aggiunge Francesca Bertucci – quello di Miriam non è escluso ma neppure confermato, abbiamo diversi candidati al vaglio e il Pd, in questa fase, ha il ruolo un po’ difficile del mediatore, sebbene, ripeto, l’obiettivo è lo stesso per tutti”. Ma quali sarebbero allora i nodi da sciogliere? “La difficoltà, credo sormontabile, è riorganizzare le idee e farle convergere mettendo da parte le vecchie logiche di partito e i rancori che si riaffacciano, ma bensì lavorare sul rinnovamento e sperare che le nuove teste superino le difficoltà e il vecchio modo di fare politica che, se si vuole vincere, deve essere superato”.




ROMA E DINTORNI, LA RIVOLTA DEI TASSISTI

Chiara Rai

In tilt il traffico romano a causa dell'assenza di taxi. I tassisti di Roma e dell’hinterland hanno indetto un blocco totale non autorizzato contro la bozza di decreto sulle liberalizzazioni che sarà varato il prossimo 19 gennaio. E’ il terzo tentativo del Governo di affrontare il tema liberalizzazione delle licenze dei taxi, nel 2006 ci provò Bersani. La bozza prevede che l’aumento del numero delle licenze dei taxi sia accompagnato anche da "adeguate compensazioni da corrispondere una tantum" per chi già detiene una licenza, e una "maggiore liberta' nella fissazione delle tariffe". Ma i tassisti, che promettono il blocco fino a che il Governo non si decida a riceverli,  non ci stanno e respingono al mittente i tentativi di mediazione. E’ da considerare anche che le licenze adesso hanno un valore, ci sono tassisti che hanno pagato la licenza ai colleghi uscenti – la cosiddetta “buonuscita” anche 200 mila euro e liberalizzando le licenze anche “la vendita” delle autorizzazioni tra un tassista e l’altro verrebbe meno. Il sistema delle licenze esiste da oltre trent’anni e adesso rischia l’estinzione.  L’Authority che sta valutando la precettazione, definisce il blocco indetto dalla categoria come un’azione “illegale”. Dalle 19 di ieri sera sia a stazione Termini che agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino è impossibile trovare un taxi. Cresce davanti a Palazzo Chigi il presidio dei taxisti. Si presumeva che avesse dovuto riguardare solo le auto bianche libere dal servizio. Ma invece si è verificata una adesione in massa anche da parte di coloro che oggi avrebbero dovuto essere in turno. Circa centocinquanta tassisti  si sono raccolti a Largo Chigi diretti al palazzo della presidenza del Consiglio. Al passaggio delle auto bianche in servizio, i manifestanti hanno lanciato oggetti, urlando "Vergogna!" e bloccando il traffico. Intanto dal sindacato Unica-Cgil taxi arriva un appello: «E’ opportuno riprendere il servizio perché il blocco ci danneggia e non fa che inasprire i toni».

All’aeroporto “Pastine” di Ciampino non c’è neppure un taxi disponibile al contrario delle macchine a noleggio – Ncc – che vanno e vengono di continuo e degli autobus di linea e privati che procedono a ritmo serrato con corse a cadenza regolare.  A stazionare di fronte ai parcheggi dedicati ai taxi, tutti vuoti a causa dello sciopero, ci sono tre tassisti cosiddetti “di piazza”, cioè non appartenenti alla rete del Radio Taxi che supervisionano il presidio già dalle sei del mattino. “Non prendiamo corse – dice Fabrizio – tranne che i disabili ai quali stiamo riservando corse gratuite. Siamo ottomila tassisti con famiglia a carico a Roma, tutti in ginocchio dopo l’ennesima notizia che lede la nostra dignità”. Fabrizio, Paolo e l’altro Fabrizio, raccontano che nel giro di tre anni a Roma, la categoria è cresciuta da 5 mila e 8 mila e che in media sono arrivati alla misera soglia di cinque corse giornaliere perché sono sempre più messi da parte a causa del continuo aumento dei autobus che con sei euro portano a stazione Termini, senza contare il prolificare delle auto a noleggio, che corrono a tariffe pattuite col cliente e che “spesso e volentieri – racconta Fabrizio 2 – sforano le loro competenze territoriali ricorrendo ad ogni sorta di escamotage. Da qualche anno siamo sotto l’Atac ma non possiamo usufruire delle agevolazioni sulla benzina. Perché non si pongono il problema di abbassarci i costi di gestione anziché metterci al tappeto?”. I tre raccontano che in media la spesa del carburante impiegato per le corse si aggira sui 600 euro mensili, mentre i rimborsi sono all’incirca di 600 euro l’anno.  La categoria vive un malessere accumulato negli anni, “se siamo un mezzo pubblico – aggiunge Paolo –  perché non ci contemplano nel settore pubblico? Perché non siamo definiti degli autotrasportatori? Siamo forse artigiani noi?”. Quello che chiedono a gran voce è di far lavorare le macchine che ci sono h24, sono gli sgravi fiscali, è – in diversi casi –  la municipalizzazione del Taxi. In quest’ultimo caso le tariffe, grazie ai sussidi pubblici  – cioè pagano i contribuenti –  possono facilmente avvicinarsi a quelle di tram e torpedoni e con circa un euro la corsa sarebbe garantita. Di fatto, tutti i costi dell'attività taxi, a partire dal tassametro e insegna, non gravano sui cittadini che al contrario usufruiscono di un servizio privato seppur di pubblica utilità, a carico dei tassisti. Questi ultimi, in soldoni, non sono equiparabili a Atac. Gli effetti della liberalizzazione potrebbero essere devastanti se si prende in considerazione il tema della sicurezza. Con i prezzi che scendono si debbono per forza operare dei tagli e per i tassisti che vogliono sopravvire i tagli concretizzerebbero in automobili usurate, riparazioni alla buona e in un aumento considerevole delle ore lavorative a discapito della qualità e la sicurezza del servizio offerto.




ANGUILLARA – IL VOLONTARIATO ED IL RESTAURO DELL’ARCHIVIO STORICO

 

LEGGI ANCHE: Anguillara, Archivio Storico: dopo il recupero si fa il punto della situazione

 

 

Emanuel Galea

 

La notizia non è d’oggi. La riesumiamo per rendere giustizia ai tanti volontari, e mi riferisco ai membri della Lista Civica IMMAGINANGUILLARA che, hanno fatto dell’operazione restauro una scommessa, sacrificando serate e interi fine settimana.

Sulla newsletter della Provincia di Roma del 12.01.2012 si legge che la Provincia ha finanziato il restauro dell’Archivio Storico e su pagine di fb è stata riprodotta la stessa notizia senza alcuna menzione dell’attività frenetica ed encomiabile dei membri di quella lista.

Nel nubifragio del 19 e 20 ottobre scorso l’archivio storico della cittadina, custode di documenti datati XVI secolo, conservando la memoria di vita agraria, sociale e politica della gente del lago di Bracciano, si è allagato.

Grazie a questi volenterosi, i documenti sono stati recuperati ed il finanziamento della provincia faciliterà il restauro. Con questo , crediamo di aver dato a Cesare quello che è di Cesare ed alla Provincia quello che è della Provincia.




MONTE COMPATRI, IL SINDACO CHIARISCE: IRREGOLARITA' SOLO FORMALI, I BILANCI DEL COMUNE GODONO DI OTTIMA SALUTE

Chiara Rai

Il sindaco di Monte Compatri rassicura i cittadini in merito alle ultime contestazioni del consigliere di opposizione Renato Vernini (vbr).

Vernini ha rispolverato una contestazione avanzata qualche tempo fa, che riguarda i bilanci comunali. Gli ultimi giorni dell'anno la Ragioneria Generale dello Stato ha notificato al Comune di Montecompatri una relazione nella quale si evidenziano 17 irregolarità amministrativo-contabili, accertate dall'ispettore del Ministero delle Finanze che nei mesi precedenti ha visitato il Comune.

“Senza analizzare nel dettaglio punto per punto la contestazione – afferma il primo cittadino De Carolis – la notizia importante è che l’ispettore del ministero mi ha comunicato che per quanto riguarda l’aspetto bilancio ci sono state soltanto alcune irregolarità prettamente formali e che non è emersa alcuna deficienza di natura economica ne tantomeno incapacità nella gestione economica dell’Ente”. Dunque, a dire del primo cittadino, il quale conferma ancora una volta il buon operato dell’amministrazione,  si tratterebbe soltanto di qualche difformità prettamente  di carattere formale. “Detto questo – conclude De Carolis – i rilievi meritano di essere analizzati con molta attenzione al fine di individuare con precisione le lievi difformità formali. Comunque  penso che se ci fossero stati gravi problemi l’ispezione sarebbe durata mesi e mesi. Invece è iniziata il 9 giugno e terminata il 14 luglio in tutta serenità. I cittadini posso stare tranquilli che i nostri bilanci godono di ottima salute”.  

 




ARSIAL, MAZZOCCHI: RISPARMIATI 800 MILA EURO DAL VIGNETO LAZIALE

Chiara Rai

L'Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio funziona perché è riuscita a far risparmiare i produttori laziali grazie ad un supporto mirato. Quando si riesce a risparmiare c'è soddisfazione e quando c'è soddisfazione vuol dire che l'Ente ha centrato l'obiettivo. Le consulenze private sono sempre più esose e mai come oggi serve una struttura pubblica che abbatta i costi a carico dei produttori.  
“Grazie al supporto fornito da Arsial per la redazione dei fascicoli tecnici necessari al riconoscimento delle denominazioni di origine da parte dell’Europa, i produttori del Lazio hanno risparmiato oltre 800 mila euro”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Arsial, Erder Mazzocchi.

“Secondo il regolamento comunitario, infatti, tutte le denominazioni di origine avevano l’obbligo di presentare il proprio fascicolo entro il 31 dicembre scorso, pena la cancellazione dal relativo elenco comunitario. Considerando che per la redazione di un fascicolo da parte di soggetti privati la spesa necessaria oscilla tra i 15 e i 30 mila euro”, ha spiegato Mazzocchi, “siamo molto soddisfatti di aver fornito, insieme alla Regione Lazio, la consulenza gratuita a tutte le 36 DO presenti nel Lazio, tra cui si contano 27 Doc, 6Igt e 3 Docg. Il risultato raggiunto”, ha concluso, “assume particolare rilevanza in questo momento di crisi ed è uno dei tasselli che compongono la nostra attività volta al sostegno della filiera vitivinicola regionale, in linea con le politiche dettate della giunta Polverini”.