ANGUILLARA, FASCIA DA SINDACO EXTRALUSSO: TRA TESI, COLPE E SPESE L'IMU AUMENTA

La determina dirigenziale relativa l’acquisto della fascia da sindaco extralusso non è supportata da formale atto di indirizzo da parte degli amministratori. Sembrerebbe che l’acquisto sia stato un’iniziativa della responsabile del servizio Sport, Turismo e Spettacolo Vanda Filzi, in carica con l’amministrazione Pizzigallo e attualmente in carica con l’amministrazione Pizzorno. Questa teoria giustifica sia le dichiarazioni del Presidente del Consiglio comunale Secondo Ricci sia le dichiarazioni dell’ex vice sindaco Stefano Paolessi.

 

Angelo Parca

Una fascia da sindaco modello  extralusso, anzi, per essere fedeli a quanto riportato sulla fattura di vendita “fascia da sindaco in seta con astuccio” al corrispettivo iva inclusa di euro 367,20. La notizia relativa l’acquisto della fascia veniva data su questo quotidiano lo scorso 3 ottobre nell’articolo intitolato “ANGUILLARA, LA FASCIA TRICOLORE DEL SINDACO E LE ALIQUOTE IMU” a firma di Emanuel Galea. L’autore intendeva mettere in evidenza il fatto che durante l’ultimo Consiglio comunale del 13 settembre il primo cittadino di Anguillara Sabazia l’avvocato Francesco Pizzorno annunciava, tra l’altro, che l’aliquota IMU sulla prima casa veniva variata dallo 0,4 percento allo 0,5 percento e quella sulla seconda dallo 0,76 percento all’1,06 percento. Nell’articolo si accennava anche ad una consulenza esterna per 50mila euro annui, si accennava anche alle altre consulenze esterne, infine si accennava alle assenze del personale del Comune indicandone anche le varie percentuali. L’autore partendo dall’acquisto di una fascia da sindaco, passando poi per consulenze varie e tassi d’assenza del personale comunale, intendeva sollevare la questione dell’aumento delle aliquote Imu, evidenziando in particolar modo l’aumento dell’aliquota sulla prima casa.
Non si faceva attendere la risposta  dell’assessore Enrico Stronati che dichiarava: “L'articolo di Emanuel Galea non lo condivido affatto. Siamo il comune con l'aliquota più bassa del lago” e ancora “Ogni punto in meno sulla prima casa pesa 35 mila euro, scendere di un punto avrebbe significato 350 mila euro in meno!”. Il Presidente del Consiglio comunale Secondo Ricci, puntualizzava su Facebook che l’acquisto della “fascia tricolore del sindaco era da imputare alla precedente amministrazione di centrodestra. Pubblicavamo quindi un secondo articolo in data 4 ottobre sempre a firma di Emanuel Galea intitolato “ANGUILLARA, LA COLPA NON E' DELLO SPECCHIO, MA DI CHI GLI STA DAVANTI” dove l’autore tornava sull’argomento relativo l’aumento delle aliquote Imu per chiarire se la paternità dell'acquisto della fascia da sindaco fosse effettivamente imputabile alla precedente amministrazione. Così, pensava bene di contattare l’ex vice sindaco Stefano Paolessi il quale dichiarava: “Dichiaro tassativamente che la giunta Pizzigallo, esperienza terminata a maggio 2011, non ha mai effettuato acquisti di nuove fasce tricolore per il Sindaco.” Aggiungendo “tanto io che il Sig. Pizzigallo abbiamo sempre usato le due vecchie fasce. Sono disponibile, ad ogni confronto e chiarimento”. A questo punto sentita la controparte il nostro giornalista invitava Ricci, qualora non fosse convinto di chi avesse effettuato l’ordine di acquisto della fascia, a pubblicare la relativa fattura. E con nostro stupore, soprattutto dopo le dichiarazioni rese da Paolessi al nostro quotidiano, l’assessore Enrico Stronati pubblicava su Facebook la fattura di acquisto della fascia da sindaco datata 21 Marzo 2011 emessa dalla ditta Mib srl e pubblicava anche la determina dirigenziale Nr° 265 del 10 marzo 2011 firmata dalla Responsabile del servizio Vanda Filzi. Il nostro quotidiano, a questo punto, riteneva corretto pubblicare un terzo articolo sempre a firma Emanuel Galea a rettifica del precedente per specificare che l’ordine di acquisto della fascia del sindaco non era da imputare all’attuale amministrazione Pizzorno bensì al periodo riferito al governo Pizzigallo.

Si è ritenuto in questa occasione di riassumere l’intera vicenda al fine di chiarire definitivamente che il giornalista Emanuel Galea ha operato con il massimo della professionalità e correttezza. Ha infatti preso in considerazione le “dichiarazioni” di tutte e due le parti politiche chiamate in causa.

In merito alla paternità relativa l’acquisto della fascia da sindaco intendiamo aggiungere, a quanto già ampiamente esposto dal nostro giornalista, un ulteriore elemento:  esaminando la determina dirigenziale relativa l’acquisto della fascia, la stessa non è supportata da formale atto di indirizzo da parte degli amministratori. Pertanto sembrerebbe che l’acquisto sia stato un’iniziativa della responsabile del servizio Sport, Turismo e Spettacolo Vanda Filzi, in carica con l’amministrazione Pizzigallo e attualmente in carica con l’amministrazione Pizzorno. Se così non dovesse essere siamo pronti a pubblicare l’atto di indirizzo che avrebbe dato l’input alla Filzi di emettere la determina. Questa teoria giustifica sia le dichiarazioni del Presidente del Consiglio comunale Secondo Ricci sia le dichiarazioni dell’ex vice sindaco Stefano Paolessi. Una dirigente che di sua spontanea iniziativa decide di acquistare una fascia da sindaco con tanto di visto di regolarità contabile a copertura finanziaria.

Fatta la dovuta chiarezza, sulla questione fascia da sindaco extralusso con cofanetto, ripuntiamo i riflettori sulla questione aumento aliquote Imu prima e seconda casa e invitiamo gli amministratori a una riflessione: Ma non sarebbe meglio evitare "alcune" consulenze esterne di troppo e rivedere le aliquote Imu? C'e' tempo fino al 31 ottobre 2012. Tant’e’.

tabella PRECEDENTI:

05/10/2012 ANGUILLARA, FASCIA EXTRALUSSO DA SINDACO: LA VERITA' SULLA PATERNITA' DELL'ORDINE DI ACQUISTO
04/10/2012 ANGUILLARA, LA COLPA NON E' DELLO SPECCHIO, MA DI CHI GLI STA DAVANTI
03/10/2012 ANGUILLARA, LA FASCIA TRICOLORE DEL SINDACO E LE ALIQUOTE IMU


 




ROCCA PRIORA, DALL'11 AL 14 OTTOBRE NON MANCARE ALLA SESTA EDIZIONE DI “…TI PRESENTO IL GALLETTO”

Redazione

Inizierà giovedì 14 ottobre, in piazza Nassirya, a Rocca Priora, la sesta edizione della manifestazione “…Ti presento il galletto”. Organizzata dall'associazione culturale “Amici del fungo galletto”, un'associazione la cui finalità principale è quella di diffondere la cultura micologica, la manifestazione si svolgerà fino a domenica 14 ottobre, in appositi stand al chiuso. Tra gli eventi principali i progetti didattici in collaborazione con i bambini della scuola primaria dell'Istituto Duilio Cambellotti, tra cui “Cuciniamo e mangiamo insieme”, alle 11,00 di venerdì 12 ottobre e il musical “Noi del passato”, con i bambini delle quinte, in programma sabato 13 ottobre alle ore 14,00. Stand gastronomici, sfilata dei cavalieri, fanfara, spettacoli serali e l'immancabile gara di motosega completano un programma ricchissimo. “Una manifestazione che ormai è diventata un appuntamento fisso – ha dichiarato il sindaco, Damiano Pucci – non solo per gustare ma anche per conoscere meglio tutti i funghi di cui è ricco il territorio di Rocca Priora”.




CIAMPINO VOLI, COMITATO: RYANAIR? "INCREDIBILE FACCIA TOSTA, ALTRO CHE BENEFATTORE DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO!"

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Riceviamo e pubblichiamo

Nota del Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Ciampino

Apprendiamo dalla stampa che Ryanair sta rivendicando con incredibile faccia tosta la fantasiosa creazione di ben 4.000 posti di lavoro a Roma per merito dei suoi voli su Ciampino. La compagnia irlandese propone addirittura al Governo un patto per l'apertura di 5 nuove basi in Italia.

Nè a noi nè a nessun altro risulta l'esistenza di questi posti di lavoro generati da Ryanair, ma ci risulta che probabilmente ha contribuito a distruggerne molti, attraverso una contrattualistica del lavoro spietata e che trasforma in precario tutto ció che tocca.

Ci risulta che come ha stabilito la Conferenza dei Servizi, la gran parte del traffico di Ciampino é illegittimo e che, se chi ne aveva l'obbligo di legge avesse fatto la VIA prima di aumentare il traffico e portare i voli low cost, questi voli a Ciampino non sarebbero mai potuti venire.

Ci risulta, da quanto ha scritto il Corriere della Sera, che Ryanair negli ultimi anni, in ragione delle sue 10 basi operative in Italia, avrebbe dovuto pagare 500 milioni di tasse nel nostro Paese e invece, secondo il Corriere, gli sarebbe stato concesso di pagarle, a loro scelta, in altri paesi esteri per loro più convenienti.

Ci risulta, sempre da fonti di stampa, che questa compagnia avrebbe un contenzioso aperto a Bergamo per 12 milioni di euro di contributi non versati per i suoi dipendenti.
Ci risulta che gli aerei non volano con 10 euro a passeggero, quindi il resto dei soldi qualcun'altro li deve tirare fuori.

Ci risulta che Regioni e altre Amministrazioni locali, com'è avvenuto ad esempio ad Alghero in Sardegna, hanno spesso elargito contributi alle compagnie low cost, facendone così ricadere i costi sui già tartassati contribuenti – anche quelli che non volano – e mettendo in ginocchio le compagnie che invece pagano tutto quello che devono, compresi i loro lavoratori.
Ci risulta, in base a quanto ha denunciato Confindustria il 26 settembre, che a Ciampino Ryanair non pagherà alcun aumento di tariffe aeroportuali,  mentre a Fiumicino lo pagheranno tutte le Compagnie, alla faccia della concorrenza!

Secondo noi cittadini, un Governo quanto meno dignitoso dovrebbe rispondere per le rime a proposte indecenti di questo genere e stroncare questo mercato di contributi e di indebite agevolazioni che, tra l'altro, a Ciampino danneggiano anche la salute dei cittadini, come hanno certificato le ASL e il Servizio epidemiologico regionale.

Ci risulta infine che la decenza è un 'atto dovuto' da parte di chi ci governa e  i piacerebbe vederne almeno un po'.

Attenzione: se domani mattina un dirigente Ryanair dovesse rivendicare che il Colosseo a Roma esiste solo per merito suo, tranquillizzatelo!
Possiamo dimostrare con assoluta certezza che esisteva già da prima.




ROMA, SI SPACCIAVA PER FALSO DIRIGENTE DI POLIZIA….USCIVA IN DIVISA.

Redazione

Nell’ambito di un’indagine relativa ad alcune truffe perpetrate nella Capitale, gli uomini della Squadra Mobile di Roma, diretta dal dr. Renato Cortese, hanno tratto in arresto Sambiase Massimo, di 54 anni, per possesso di segni distintivi contraffatti.

All’atto dell’arresto l’uomo è stato sorpreso mentre si accingeva ad uscire di casa indossando una divisa da Primo Dirigente della Polizia di Stato, completa di fregi e gradi distintivi, identica a quelle in dotazione al personale della Polizia di Stato.

Nel corso della perquisizione è stato trovato in possesso di due divise della Polizia di Stato, un falso tesserino di appartenenza alla Direzione Investigativa Antimafia e numerosa documentazione inerente vari Enti della Pubblica Amministrazione.

In particolare, è stato sequestrato materiale cartaceo relativo a documenti personali, curriculum e domande d’impiego da parte di diverse persone principalmente per gli Uffici del Senato della Repubblica e Camera dei Deputati, numerose lettere fotocopiate dell’Ufficio Personale del Senato della Repubblica, comprensive di logo, nelle quali veniva riportata in calce la firma di un presunto funzionario di quell’Ufficio nonché documentazione varia.

Gli investigatori stanno analizzando la documentazione sequestrata al fine di verificare il coinvolgimento di Sambiase Massimo in altri episodi delittuosi.




MARINO SAGRA DELL'UVA: "TIROMANCINO" CHIUDE L'88 ESIMA EDIZIONE

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Redazione

Alle sonorità non convenzionali di Federico Zampaglione leader dei «Tiromancino» è affidata la chiusura della 88ma edizione della Sagra dell’Uva. Il concerto del gruppo romano è in programma per lunedì 8 ottobre (ore 21) in piazza San Barnaba. L’ingresso è libero.

In Tour dal maggio scorso, la band ritorna in scena con uno spettacolo esclusivo che racchiude le canzoni più significative dell’intero repertorio del gruppo.

I Tiromancino, storicamente guidati da Federico Zampaglione (voce e chitarra) che ha collaborato, come strumentista e autore, con Marina Rei, Alex Britti e Daniele Silvestri.

Dopo gli album «Tiromancino» (1992), «Insisto» (1994), «Alone alieno» (1995) e «Rosa spinto» (1998) arriva la descrizione di un attimo (2000).
In questo disco è infatti contenuta "Strade", la canzone con cui i Tiromancino – con Riccardo Sinigallia, il loro produttore – si classificano al secondo posto nella sezione giovani del cinquantesimo Festival di Sanremo: questo evento è stato il primo di una serie di fortunati passi, continuata con l'inclusione di "Due destini" nella colonna sonora del film "Le fate ignoranti" e con il successivo raggiungimento del disco di platino.
In seguito, i Tiromancino vedono uscire dalla formazione originaria Laura Arzilli e il chitarrista Francesco Zampaglione, fratello di Federico.
Con una nuova line-up, sempre guidata da Federico Zampaglione, viene preparato IN CONTINUO MOVIMENTO, anticipato dal singolo "Per me è importante", che vede la partecipazione di Elisa e di Meg (99 Posse) in "Nessuna certezza". A due anni esatti di distanza arriva ILLUSIONI PARALLELE, che contiene un duetto con Manuel Agnelli degli Afterhours e una cover di "Felicità" di Lucio Dalla. Chiude il ciclo 95-05, raccolta dei successi che hanno caratterizzato i primi dieci anni di carriera di Federico Zampaglione e della sua band.
Zampaglione torna sulle scene con L'ALBA DI DOMANI 2007, disco che è anche la colonna sonora di "Nero Bifamiliare", il suo esordio come regista cinematografico. Nel 2008 partecipa al Festival di Sanremo con “Rubacuori”. Contemporaneamente esce il live IL SUONO DEI CHILOMETRI.
Il 26 ottobre 2010 i Tiromancino pubblicano un nuovo disco di inediti, L’ESSENZIALE, anticipato dal singolo omonimo.

I Tiromancino fondati da Federico Zampaglione nascono nel 1989 e durante gli anni 90 pubblicano quattro album: Tiromancyno (1992), Insisto (1994), Alone alieno (1995), Rosa spinto (1997). Dischi improntati alla commistione tra forma canzone e ricerca di sonorità non convenzionali.

 

BRACCIANO, SPESE PAZZE PER LA BRACCIANO AMBIENTE?

Sala: "La gola profonda che distribuisce volantini, poteva indignarsi allorquando, senza gara, alla B.A., magari qualche suo amico, assegnava appalti da €.1.680.000,00 per acquistare autocarri inservibili e cassonetti "d'oro", che siamo stati costretti a svendere per la loro inutilità."

 

Alberto De Marchis

E’ polemica su un caso sollevato sul social network FB che riguarda spese ritenute “spropositate” da un gruppo di cittadini riuniti sotto il nome di “Bracciano Parla”. Nel gruppo viene evidenziato il seguente fatto:  Il Direttore Generale Amministratore Delegato della Bracciano Ambiente S.p.A. sig. Riccioni ha investito 1.282,00 euro della società per partecipare a un convegno internazionale di tre giorni che si è tenuto la scorsa settimana a Firenze. Tale spesa sarebbe stata impiegata per due persone in albergo e ritenuta dal gruppo di cittadini un ingiustificato sperpero delle risorse pubbliche. Su "Bracciano Parla” si legge che è stato chiaramente ammesso da Riccioni che il fatto rilevato dal gruppo sia vero: “vorrei sapere che tipo di reato è stato commesso nello specifico …”, “… io ho investito i soldi della società per partecipare al congresso …”.  Spreco di denaro in tempi di crisi? Uno schiaffo in faccia alla Spending Review? Saranno i cittadini a giudicare e nel frattempo, il gruppo internettiano lancia un invito agli interessati al caso: “vista la disponibilità del D.G. A.D. sig. Riccioni a fornire i documenti in argomento, invitiamo gli interessati a recarsi presso gli uffici della Bracciano Ambiente S.p.A. e richiedere il Prot. 2626 del 21/09/12; chissà che un giorno, trattandosi di un “investimento”, non dia dei dividendi?”. Intanto Luca Pagni chiede spiegazioni al sindaco di Bracciano Giuliano Sala: “Il Sindaco del Comune Di Bracciano Giuliano Sala ed il vicesindaco Gianpiero Nardelli – domanda Pagni – sono al corrente di questa denuncia ? Se no, perché ? Se sì… cosa intendono fare al proposito?”. Pronta la risposta di Sala che controbatte: “Il Sindaco e il suo vice gestiscono le attività del Comune e altri sono chiamati a quelle della Bracciano Ambiente. Riguardo la solita lettera che gira tendente a screditare il Comune, il sindaco e l'amministrazione, non credo che sia importante dargli peso anche per i visibili contenuti: i Fiorito a Bracciano, ci sono sicuramente stati! In altri momenti temporali – continua Sala –  che non investivano amministratori da noi nominati e scelti. La gola profonda che distribuisce volantini, poteva indignarsi allorquando, senza gara, alla B.A., magari qualche suo amico, assegnava appalti da €.1.680.000,00 per acquistare autocarri inservibili e cassonetti "d'oro", che siamo stati costretti a svendere per la loro inutilità. O quando si facevano assunzioni dirette, che magari investono anche chi scrive detti volantini, senza concorso pubblico. Ricordo che il sottoscritto e alcuni di coloro che oggi governano Bracciano, queste situazioni le hanno denunciate alle autorità competenti – conclude Sala –  rendendole pubbliche, firmandole e portandole alla conoscenza dei cittadini, purtroppo senza conseguenze rilevanti, se non quella che gli elettori hanno spazzato via con il voto, quei rappresentanti istituzionali dal governo di Bracciano. Quindi non abbiamo certamente fatto gli "struzzi". Per quanto riguarda lo specifico argomento, sarà mio interesse approfondire il tema, che mi pare non abbia, in nessun caso, il peso di un ‘fiorito’”. Dove avrebbe dovuto alloggiare Riccioni? Avrebbe dovuto forse pagare di tasca propria la partecipazione ad un convegno al quale sono stati invitati i rappresentanti della Bracciano Ambiente?"
 
Come cittadini facciamo bene a vigilare e in tempi di sprechi non è che una spesa simile passi indisturbata, in attesa di ulteriori delucidazioni in merito a seguito di eventuali approfondimenti da parte dell'Amministrazione comunale, è bene cercare sempre di non fare di tutta l'erba un fascio e di giudicare i fatti per quello che sono. Riccioni, finora non pare aver organizzato feste in maschera con i soldi pubblici.
 




NEMI, CASO DE SANCTIS E PENTIMA PIZZUTA: IL COMUNE EMETTE LE ORDINANZE

Caso Gino De Sanctis: ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni

Caso Pentima Pizzuta: nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

[ORDINANZA – DE SANCTIS GINO – Demolizione e Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

[ORDINANZA – RENZO CAVATERRA – Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

 

Angelo Parca

Il responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha firmato due ordinanze molto importanti su fatti che abbiamo seguito in questi ultimi mesi e per uno presentato un esposto in Procura. Le ordinanze riguardano il caso di Gino De Sanctis e le sue strutture abusive e il caso dello sbancamento a Pentima Pizzuta.  Il primo atto di cui si parlava redatto del Comune di Nemi, riguarda l’ordinanza di demolizione e rimessa in ripristino dei luoghi a carico del signor Gino de Sanctis. Insomma a sue spese ed entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza, Gino De Sanctis dovrà demolire le opere abusive costruite e “ripristinare lo stato dei luoghi”.   Qualora non provvedesse nei termini sopraindicati, l’Amministrazione comunale dovrà provvedere direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando a De Sanctis l’importo di duemila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre allo stesso le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori. De Sanctis dovrà demolire un manufatto destinato a ricovero di animali, costituito da otto pilastrini in legno e tamponato in parte con pannelli in trucioli di legno della superficie coperta di ml 5,50 x 4,00 ed avente una altezza media di mt. 3 e un altro manufatto sempre destinato al ricovero di animali costituito da pilastrini in legno e tamponato per metà da tavolato in legno della superficie coperta di ml. 8,00 x 3,50 ed avente una altezza media di ml. 2,5. Mentre ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni. La curiosità sorge dal fatto che anche questa struttura, così come le due stalle, ricade su un terreno con vincoli:  Paesaggistico-ambientale, sismico, archeologico nonché è inserito all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani. Dunque, probabilmente, l’attenzione dell’Ufficio Tecnico (che ha redatto l’ordinanza) si è concentrata maggiormente sulle stalle, anche se di fatto c’è un’altra struttura di simile adibita al "mangereccio” che potrebbe essere passata inosservata.

Per quanto riguarda Pentima Pizzuta si legge nell’ordinanza che “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta.  Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti e ordinato a Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della presente ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori.

L’osservatore lazialecontinuerà a vigilare sulle due vicende. Torneremo sull’argomento non appena vedremo che ai pezzi di carta del Comune saranno seguiti dei fatti. Inoltre, riguardo Pentima Pizzuta, augurandoci che venga ripristinato lo stato dei luoghi, ricordiamo che c’è anche un’altra facoltà che potrebbe mettere in atto il Comune. E cioè, nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

tabella PRECEDENTI CASO GINO DE SANCTIS:

07/09/2012 NEMI CASO DE SANCTIS, SEQUESTRATE DUE STALLE ABUSIVE…. E SI ATTENDE L'ESITO DELLA VERIFICA "ARCHEOLOGICA"
17/08/2012 NEMI SITO TEMPIO DI DIANA, CI MANCAVA IL "RALLY ARCHEOLOGICO". QUATTRO GIORNI E PARTE L'ESPOSTO DE L'OSSERVATORE LAZIALE
13/08/2012 NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO
12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA

 

tabella PRECEDENTI CASO PENTIMA PIZZUTA:

12/09/2012 NEMI, SBANCAMENTO PENTIMA PIZZUTA: SEQUESTRATA L'INTERA AREA
10/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, SI STRINGE ANCORA DI PIU' LA MORSA DEI VINCOLI
09/09/2012 NEMI, A PENTIMA PIZZUTA C'E' IL DOPPIO VINCOLO E INTANTO PICCOLI SCAVI CRESCONO E SI MOLTIPLICANO
07/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, INIZIATI I CONTROLLI DELLE FORZE DELL'ORDINE
06/09/2012 NEMI, “INSIEME PER NEMI”CHIEDE SPIEGAZIONI SUI “SOVRUMANI SILENZI”
05/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, VAIRO CANTERANI AL SINDACO BERTUCCI: "DAI PROVA DI PRESENZA E ROMPI QUESTO SILENZIO"
02/09/2012 NEMI, IL GRIDO DI UN SILENZIO ASSORDANTE AVVOLGE PENTIMA PIZZUTA. CHE STA SUCCEDENDO?
04/06/2012 NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?


 




FRASCATI, UN COMPUTER DECIDERA' QUANDO E' ORA DI VENDEMMIARE?

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Redazione

La durata del progetto è di 2 anni, con inizio nel primo bimestre 2013. Il costo è previsto in 223.500 €, di cui 150.000 € richiesti al GAL e 73.500 € derivanti da co-finanziamento dei soggetti partecipanti.

Alla presenza del Sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso, giovedì 27 settembre 2012 è stato firmato a Palazzo Marconi l’Accordo Formale per costituire il partenariato del Progetto ECO-VINO. L’iniziativa prevede la realizzazione di una piattaforma informatica con il duplice obiettivo di informare i produttori e le cantine quando l’uva è nelle condizioni ottimali per la vendemmia e per la trasformazione in vino, oltre a dare informazioni meteo-fenologiche ai viticoltori per ridurre i trattamenti chimici a calendario.

Il piano è stato redatto in risposta al programma di sviluppo rurale del Lazio 2007/2013 Asse IV Leader attuativo Reg. (CE) N. 1698/05 Bando pubblico Misura 4.1.1 124 – “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie, nel settore agricolo, alimentare e forestale”

«Auspico una sollecita approvazione di questa importante iniziativa – sottolinea il Sindaco di Frascati, Stefano Di Tommaso – che vede le migliori forze della ricerca del territorio laziale, congiuntamente a giovani realtà produttive del vino Frascati, affrontare problematiche che servono a migliorare le condizioni di lavoro in agricoltura innovando i processi della filiera per un migliore prodotto vino sul mercato e per la ulteriore qualificazione degli operatori della filiera stessa».

La piattaforma integrerà osservazioni fenologiche (fasi di sviluppo in diversi ambienti) in campo, misure meteorologiche puntuali in vigneti di riferimento, previsioni meteo tramite modello ad area limitata (RAMS) e simulazioni fenologiche del ciclo annuale di vite e parassiti (DS 3.0) allo scopo di informare i viticoltori sui tempi ottimali per la vendemmia e per gli interventi antiparassitari.

I vantaggi nella direzione della qualità, salvaguardia ambientale ed economicità della produzione appaiono evidenti. In linea con la sperimentazione di nuove tecnologie (strumentazione per misure ambientali, comunicazione wireless ed uso di modelli agro-meteo fenologici) in corso in vari paesi Europei, nel progetto verrà assicurato il monitoraggio costante di dati meteo e agro-fenologici nei vigneti sperimentali da inviare in piattaforma. Questi dati saranno impiegati per alimentare e calibrare i modelli agro-meteo ad alta risoluzione messi a disposizione dai partner: IBIMET-CNR (previsioni meteo), DAFNE-UNITUS (osservazioni fenologiche) e METEOTEC srl (modellistica agro-fenologica). La Cooperativa Antiche Terre Tuscolane (CATT) si occuperà di usare i risultati dei modelli, spazializzarli tramite tecniche GIS e riferirli in maniera specifica a ciascun vigneto sperimentale (e auspicabilmente, nell’immediato futuro, a tutte le aziende interessate della Denominazione Frascati) per renderli disponibili puntualmente via web e inviare in forma concisa via SMS messaggi specifici alle singole aziende delle filiera del Frascati partecipanti al progetto, ed in particolare modo ai produttori della Cantina Sociale di Monteporzio Catone ed alle Aziende Vitivinicole soci dell’Associazione Produttori Uve Frascati.

Rispetto alle finalità del Bando, il progetto ECO-VINO intende incentivare la collaborazione e la cooperazione tra i produttori primari, le imprese di servizio, gli organismi pubblici e privati impegnati nella ricerca e sperimentazione, per l’uso di nuove tecnologie favorendo il trasferimento delle conoscenze; aumentare le produzioni di qualità, tipiche e biologiche; migliorare il livello di professionalità degli operatori e le competenze specifiche del settore viti-vinicolo.




ROMA PIAZZA ANKARA, TENTA UNA RAPINA E FUGGE A BORDO DI UN TRAM

Redazione

Lo ha preso a schiaffi e pugni all’interno del tram della linea 2 per costringerlo a consegnargli il portafogli. E’ successo nella serata di ieri in piazza Ankara, nei pressi di viale Tiziano. La vittima, però, non si è fatta intimorire e nonostante il suo aggressore continuasse a picchiarlo è riuscito ugualmente a divincolarsi, è sceso dal tram ed ha chiamato la Polizia. Pensava così di aver messo in fuga il rapinatore, che invece lo ha seguito continuando nel suo intento. Pochi istanti ed è giunta sul posto la Volante del Commissariato Villa Glori, diretto dal dott. Giuseppe Rubino. Alla vista degli agenti l’aggressore è scappato a bordo di un altro tram in direzione di piazzale Flaminio, credendo di averla fatta franca. Ma i poliziotti l’hanno ugualmente inseguito, hanno fatto fermare il tram e l’hanno bloccato. D.S., cittadino macedone di 50 anni, è stato arrestato per tentata rapina e sarà processato nella mattinata odierna con rito direttissimo.




CNA ROMA E LAZIO: PER OLTRE METÀ DEGLI IMPRENDITORI IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE. INVESTIMENTI AL PALO. RALLENTA LA DOMANDA ESTERA

La Regione Lazio ha siglato un protocollo in tema di certificazione dei crediti per lavori, che esclude i comuni sotto i 5000 abitanti in quanto non tenuti al rispetto del Patto di stabilità.

 

Redazione

Prosegue la caduta dei livelli di attività nel Lazio. Produzione, ordini, fatturato e utili si contrarranno anche nella seconda parte dell’anno, compromettendo le prospettive di ripresa per il 2013. Quasi quattro imprenditori su 10 (57,8%) ritengono che il peggio della crisi debba ancora arrivare. Tre su dieci pensano di essere arrivati all’apice, mentre solo il 3% è convinto che la tempesta sia ormai alle spalle. Risultato: meno di un quinto degli intervistati effettuerà nuovi investimenti produttivi, considerato anche il deterioramento delle aspettative sulla domanda estera. Circa un quarto delle imprese annuncia infine programmi di riduzione dell’occupazione.
Questi i principali risultati della nuova “Indagine congiunturale sulle piccole imprese del Lazio- Consuntivo I semestre 2012 e Aspettative II semestre 2012”, condotta dalla Cna di Roma e Lazio in collaborazione con il Centro Europa Ricerche (CER) su un campione di 800 imprese e presentata oggi. A fronte di una riduzione del valore aggiunto manifatturiero, che nell’indagine si stima superiore al 4%, le preoccupazioni degli imprenditori riguardano un credito sempre più difficile (e inaccessibile per quattro imprese su 10, mentre il 27,6% ha ricevuto dalla banca una riduzione, una richiesta di rientro o una revoca dei finanziamenti già in essere) e una politica non all’altezza di comprendere le priorità delle imprese (semplificazione e lotta la lavoro nero). Quanto ai settori che più stanno risentendo della crisi, in base all’indicatore sintetico (produzione, ordini, fatturato interno ed estero e utile lordo), al primo posto vi sono chimico, plastica e gomma (-61,3% il saldo tra risposte di chi ha visto un aumento e chi un calo). Seguono autoriparatori (-57,8%), impiantisti e aziende di servizi (pari merito a -49,1%). Migliori della media, ma pur sempre negativi,  sono gli indicatori del settore informatica e telecomunicazioni (circa -20%). Difficile il quadro anche sul fronte dell’occupazione, con la cassa integrazione in corsa nel primo semestre dell’anno (83,6%), mentre si riduce il lavoro straordinario. E molti intervistati segnalano il problema opposto: cioè come ridurre il monte ore di lavoro vista la ridotta domanda. Nel focus, dal titolo “La Politica e lo sviluppo locale”, sono raccolte le opinioni e le richieste degli imprenditori. Per lo più delusi dalla politica nazionale e locale. Riduzione dei costi lotta al nero e semplificazione delle procedure tra le istanze più frequenti.

L'eredità della Giunta Polverini

Concertazione
Il Governo regionale è stato assente sul piano della concertazione e del coinvolgimento delle parti economiche e sociali. Questo approccio è stato evidente in particolare nell’approvazione dei bilanci regionali, ossia nel momento cruciale in cui andrebbero condivise le scelte di programmazione economica e di conseguente politica industriale. Scelte particolarmente difficili in un contesto di limitate risorse e di crisi economica del territorio. In queste fasi una corretta concertazione sarebbe andata a vantaggio in primis della Regione che avrebbe potuto contare sulla condivisione dei percorsi che si accingeva ad intraprendere da parte delle imprese e anche dei cittadini.

Riduzione dei costi della politica: le società regionali
La riorganizzazione delle società regionali costituisce da tempo un obiettivo strategico. Sono 51 gli “enti strumentali” della Regione, tra società, agenzie e, caso unico in Italia, una banca. Occupano circa 7.500 dipendenti (i dipendenti regionali sono poco più di 2.500). E la loro gestione, con 300 amministratori, costa ai cittadini e alle imprese più di 2 milioni di euro all’anno che vanno aggiunti ai costi del personale, stimabili in 300 milioni.
Rimane in piedi il nodo irrisolto di BIL, sul quale sarebbe utile un intervento nell’ambito della più generale  riorganizzazione degli strumenti della politica industriale, cercando di risolvere la sovrapposizione e la confusione prodotta negli anni. Sul’attività di BIL è sempre stato praticamente impossibile ottenere dall’autorità regionale dati sull’operatività e sui costi di struttura. La perdita di bilancio, secondo quanto risulta alla Cna, è stimata essere tra i 2 e i 4 milioni di euro.
Oltre alla banca rimangono intatti tutti gli strumenti preesistenti a Sviluppo Lazio: la FILAS, eredità degli anni settanta, “reindirizzata” sull‘innovazione tecnologica; Unionfidi, che spazia dalla prevenzione dell’usura alla sospensione dei mutui per le famiglie in difficoltà, passando per i crediti sanitari; BIC Lazio, per lo start up delle nuove imprese.
La holding Sviluppo Lazio, senza governare le varie società di cui ha formalmente il controllo, svolge una attività operativa eterogenea, che si sovrappone in modo disordinato e va spesso in concorrenza con quelle della altre scatole. Ma su tutto prevale la gestione dei fondi per la comunicazione: dalla festa della Fiction, alle più svariate iniziative.
Nonostante il tema sia attualissimo e discusso da tempo, la Regione non ha voluto individuare una cabina di regia e uno stringente cronoprogramma che porti alla razionalizzazione di soggetti, funzioni e risorse pubbliche.

Small Business Act
La Regione ha recentemente approvato la legge regionale n. 8/2011 sull’attuazione dello SBA (Small Business Act). La legge disciplina gli strumenti per il miglioramento e la semplificazione della normativa regionale in materia di micro, piccola e media impresa al fine di diminuire gli oneri amministrativi e coinvolgere tali soggetti nelle fasi di formazione dei testi normativi. Il principio a cui si ispira è stato però disatteso dalla Regione stessa, che ha omesso di convocare le parti economiche nella fase di concertazione relativa alla stesura dell’atto. Inoltre non ha ad oggi chiarito come vengono composti gli organismi di controllo e indirizzo previsti dalla norma attraverso il regolamento di attuazione.

Tempi di pagamento della Regione
La questione dei pagamenti va affrontata sotto un duplice aspetto. Il primo riguarda la liquidazione dei contributi alle imprese dovuti in relazione a bandi/leggi regionali. Se si prende ad esempio la legge regionale 10/2007 sull’artigianato si deve andare indietro fino al 2007  per avere il pagamento completo delle domande presentate. Quelle presentate nel 2008 sono tuttora in attesa di completare l’iter di erogazione mentre per le domande presentate nel 2009 l’erogazione non è stata ancora avviata. La legge sui taxi (legge regionale 32/1997) vede una situazione quasi paradossale: l’anno 2009 è stato liquidato mentre l’annualità precedente (2008) ancora non ha visto erogato il sostegno spettante alle imprese. La legge 598/94, gestita per la parte istruttoria dall’ex Mediocredito centrale, ha ancora in corso di perfezionamento i pagamenti relativi ai progetti di innovazione tecnologica presentati fino al 2008 e per un fabbisogno finanziario pari a circa 8 milioni di euro. Rimane inoltre irrisolto il nodo del pagamento del compenso da parte della Regione al gestore concessionario (circa 4,5 milioni di euro).
Il secondo aspetto concerne invece i pagamenti della Regione verso i propri fornitori di beni e servizi. Secondo quanto riferiscono le imprese i ritardi di pagamento rispetto ai tempi pattuiti per contratto si attestano intorno ai 6-8 mesi.


Politiche a sostegno del credito

La domanda di credito da parte delle imprese del Lazio ha subito, nel corso del 2011, una forte flessione, legata evidentemente alla ingente diminuzione degli investimenti ed alla scarsa attenzione a finanziare il circolante da parte delle banche.
Non solo: dal 1 Gennaio 2012 anche l’Italia si è dovuta adeguare alla normativa internazionale in materia di pass due: vale a dire l’obbligo di segnalazione da parte del sistema bancario degli sconfini superiori ai 90 giorni, in luogo dei precedenti 180. Tutto ciò in una fase di estrema dilatazione dei tempi di pagamento, compresi quelli della P.A. e per di più accompagnata da una ascesa importante dei tassi d’interesse applicati.
La sommatoria di queste circostanze ha portato ad un vera e propria emergenza del credito per la cui soluzione riteniamo debbano essere messe in campo tutte le risorse possibili.
In una fase così delicata, pur nelle difficoltà che anche le Amministrazioni pubbliche stanno incontrando, il tema del credito e delle difficoltà che le imprese trovano al suo accesso deve essere considerato prioritario.
Il 18 Aprile il Consiglio Regionale del Lazio, in una seduta straordinaria dedicata alla crisi, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che, ponendo l’attenzione sulla centralità del tema del credito alle imprese, indicava alla Giunta di procedere in due direzioni: rafforzamento patrimoniale dei confidi e razionalizzazione del sistema delle garanzie laziali.
Questa strada purtroppo non è stata nei fatti seguita.
Rispetto alla precedente Giunta, che aveva stanziato 30 milioni di euro in tre anni per il sostegno alla patrimonializzazione dei confidi, con l’attuale Giunta invece si passa ad uno stanziamento triennale pari a 19 milioni di euro. Ciò è particolarmente grave perché in questo momento economico sono i confidi a sostenere il peso delle difficoltà finanziarie delle imprese.

Piano triennale per l’artigianato
Manca il piano triennale sull’artigianato, approvato invece per gli altri settori come la cooperazione. La normativa di riferimento è la legge regionale 10/2007, quindi in realtà anche la precedente Giunta ha omesso di costituire l’Osservatorio regionale per l’artigianato previsto dalla norma, approvare il piano triennale di interventi e, a cascata, il piano annuale di natura più operativa. Con il cambio di governo regionale erano stati stanziati 100 mila euro per costituire l’Osservatorio ma nonostante questo buon inizio la questione si è arenata, sembra per differenze di vedute sulla composizione dello stesso (la norma prevede fino ad un massimo di otto componenti esterni “competenti in materia”).
Nel 2008 e 2009 furono emanati due bandi in deroga alla legge, attraverso una specifica deliberazione di Giunta. Successivamente alla riproposizione di un progetto di bando in deroga, l’ufficio legislativo della Regione ha ritenuto che non si potesse più utilizzare lo strumento in deroga ma che la Regione dovesse finalmente attuare come previsto dalla norma il Piano Triennale e Annuale dell’Artigianato. Sono quindi tre anni che un settore strategico per il tessuto produttivo regionale non viene sostenuto da alcuno strumento incentivante, nonostante siano disponibili 4 milioni di euro che rischiano di andare in parte in perenzione e in parte essere annullati con le nuove procedure di bilancio.

Politica industriale e reti d’impresa
La politica regionale si è focalizzata finora sui distretti industriali e sui sistemi produttivi locali: la legge regionale 36 del 2001 ha avuto il merito di individuare tre distretti e sette sistemi produttivi, i quali hanno poi beneficiato di bandi per l’innovazione, la ricerca e la formazione. La legge suddetta ha rappresentato un valido avvicinamento alla realtà imprenditoriale della Regione, tenendo in considerazione fattori economici e sociali, al fine di rafforzare la competitività del sistema produttivo, ma senza esaurirne la complessità, soprattutto alla luce dei mutamenti economici verificatesi. Le imprese laziali si concentrano, più che in distretti, in poli produttivi caratterizzati da una pluralità di specializzazioni: si tratta di reti di imprese che hanno legami con operatori che sono localizzati in aree diverse della Regione e che vanno oltre la logica della semplice filiera. La loro nascita deriva da una razionale gestione dello spazio finalizzata ad accogliere insediamenti produttivi diversificati.
In un contesto di crisi però l’approccio distrettuale si è rivelato inadatto ad accompagnare le imprese verso la ripresa. Più volte negli scorsi anni si è premuto affinché si passasse da un approccio legato ai distretti ad un sostegno più mirato ed efficace delle aggregazioni tra imprese, sia verticali che orizzontali, con particolare riguardo ai contratti di rete. L’inefficacia delle politiche regionali a sostegno delle imprese è dimostrata dai risparmi nell’utilizzo dei fondi FESR del POR, che ha portato nei mesi scorsi ad una riprogrammazione degli stessi. Circa 50 milioni di euro dovrebbero essere destinati ad un bando a sostegno delle reti, strumento già ampiamente applicato nelle altre regioni italiane. La proposta di bando, elaborata dall’Assessorato al Bilancio della Regione e mai sottoposta ad un confronto con le rappresentanze imprenditoriali, non è stata ad oggi approvata. In assenza di una delibera entro la fine del 2012 la Regione non sarà in grado di impegnare le risorse residue e sarà dunque costretta a restituire parte dei fondi strutturali all’Unione europea con danni gravissimi per le imprese e per tutto il sistema produttivo laziale.
La questione non è ancora chiarita, ma sembra che a seguito delle dimissioni della Giunta, le relative deliberazioni siano considerate atti di straordinaria amministrazione (in quanto atti di indirizzo politico). Se fosse quindi confermata questa interpretazione il bando non potrebbe essere emanato.
Relativamente ai fondi POR FESR 2007-2013, su 743 milioni di fondi europei la Regione sembra abbia certificato una spesa per circa 100 milioni di euro. Non occorre aggiungere altro per segnalare il rischio imminente di disimpegno.
 
Internazionalizzazione
Alla luce delle profonde trasformazioni che hanno caratterizzato i mercati in questi ultimi anni, ulteriormente  accelerate della crisi economica, la capacità delle piccole imprese di accrescere la loro presenza produttiva o commerciale all’estero costituisce oggi un fattore fondamentale di vera e propria sopravvivenza per una parte significativa delle nostre imprese e comunque di generale competitività di interi settori, filiere, distretti della nostra economia.
Purtroppo anche su questo fronte la Regione Lazio è in ritardo. Risale al 2008 l’approvazione di quello che doveva essere, nell’intenzione del legislatore, lo strumento unico di sostegno a livello regionale dei percorsi di internazionalizzazione delle imprese, ossia la legge 5. In relazione a questo provvedimento, però,  è stato aperto solo un bando nel corso del 2009, e da allora le pochissime risorse finanziarie ad esso destinate hanno di fatto impedito la riapertura dello sportello per la presentazione dei progetti da parte delle imprese.
A ciò si aggiunga che la Regione Lazio dal 2009 non ha più risorse per sostenere i consorzi export a valere sulle leggi nazionali 83/89 e 394/81 (decentrate ai sensi della Bassanini). Le imprese del Lazio dunque soffrono una grande competizione nei confronti delle imprese situate nelle altre Regioni italiane che vengono sostenute nei loro progetti di esportazione da appositi strumenti e risorse.

Semplificazione
I processi di semplificazione amministrativa rivolti alle imprese (Scia, Artigianata) si sono sviluppati nel totale disinteresse della struttura Regionale determinando un caos procedimentale che spesso ha peggiorato il rapporto tra Imprese ed Istituzioni.  La Regione non ha adeguato gli strumenti normativi (Legge sul Commercio, Legge sull’Artigianato ecc.) alle nuove norme (Impresa in un giorno, Decreti Semplificazioni e Liberalizzazioni) e non ha svolto quella funzione di coordinamento ed indirizzo nei confronti degli Enti locali e degli Enti proposti al Controllo (AsL in primo luogo) causando una forte disomogeneità procedimentale (ogni Ente locale ha adottato specifiche procedure) a livello territoriale.

Politiche del lavoro
Negli ultimi anni è aumentata in maniera crescente la competenza delle Amministrazioni Regionali in materia di politiche del lavoro. L’esempio della Regione Lombardia, che con un intervento legislativo specifico ha destinato fondi e identificato strumenti per dotare il territorio di adeguato sostegno al lavoro, mostra la strada che anche la nostra Amministrazione dovrebbe seguire.
Nello specifico sarebbe opportuno integrare le misure per la crescita, lo sviluppo e l’occupazione attraverso la concertazione. Sarebbe opportuno istituire un Fondo Regionale per il diritto all’apprendimento, introdurre modelli virtuosi ed innovativi per promuovere la contrattazione di secondo livello per lo sviluppo e l’occupazione. Un esempio in quest’ultimo senso può essere la realizzazione di forme organiche e stabili di welfare aziendale, l’incremento della produttività e dei salari attraverso forme innovative di flessibilità organizzative del lavoro.
In materia di contrattazione di secondo livello la Regione deve passare da un mero ruolo di cofinanziatore di strumenti identificati a livello regionale ad un ruolo attivo di facilitatore al fine di consentire l’individuazione delle migliori soluzioni in rapporto alle peculiarità del territorio.

Politiche della formazione
Nelle politiche regionali a sostegno della formazione non c’è nessun intervento diretto ad artigiani e titolari d’impresa. Si spende il grosso delle risorse per i disoccupati e per la formazione in ingresso ma nulla per chi deve creare all’interno dell’impresa le condizioni di sviluppo perché essa possa assorbire i disoccupati. Questa impostazione è tipica del nostro territorio, mentre molte altre Regioni italiane riconoscono l’importanza strategica di una formazione diretta agli imprenditori.
Si rileva inoltre come le procedure degli avvisi pubblici siano molte lente e farraginose e i meccanismi di valutazione poco trasparenti.
Siamo inoltre in enorme ritardo nella spesa delle risorse del FSE (Fondo Sociale Europeo) con rischio di restituzione dei fondi comunitari al termine del periodo di programmazione.
Piano casa e infrastrutture
Il settore dell’edilizia è notoriamente quello trainante dell’economia regionale, dunque ritardi o inefficienze su tale versante rischiano di avere un effetto importante sul nostro tessuto economico. Si rileva in via generale la carenza di programmi ed interventi mirati ed efficaci.
Le aree di riflessione sono due: da una parte il Piano casa della Regione Lazio, che ha vissuto momenti di incertezza legati all’impugnativa da parte del Governo. Questo ha generato incertezze sullo sviluppo e sulla capacità di attivare gli interventi di ampliamento e riqualificazione del patrimonio edilizio. Il Piano casa inoltre non ha tenuto conto dell’esigenza di equilibrio tra sviluppo residenziale e non residenziale, delle esigenze di spazi produttivi delle imprese, rischiando di generare degli squilibri ad esempio su Roma, rispetto al Piano regolatore generale. Nell’idea politica della Regione dunque sparisce l’attenzione ai fabbisogni di spazi produttivi delle imprese.
Sono crollati i bandi per la realizzazione di opere di pubblica utilitàe si è perso il controllo sui tempi di pagamento, con ritardi cronici che stanno generando squilibri finanziari anche per le imprese più solide.
La Regione Lazio ha siglato un protocollo in tema di certificazione dei crediti per lavori, che esclude i comuni sotto i 5000 abitanti in quanto non tenuti al rispetto del Patto di stabilità. Parte dei crediti sono relativi a lavori realizzati per tali amministrazioni quindi il protocollo non ottiene gli effetti sperati. Una soluzione, che però la Regione non ha scelto di adottare, sarebbe quella di inserire comunque quelle amministrazioni che dimostrino di avere una corretta gestione finanziaria, equivalente alle norme relative al Patto di Stabilità.

 




ANGUILLARA, FASCIA EXTRALUSSO DA SINDACO: LA VERITA' SULLA PATERNITA' DELL'ORDINE DI ACQUISTO

Emanuel Galea

Devo ritornare su quanto scritto in parte nell'articolo a mia firma "ANGUILLARA, LA COLPA NON E' DELLO SPECCHIO, MA DI CHI GLI STA DAVANTI" pubblicato su questo quotidiano il 4 ottobre, per rendere noto che l’ordine di acquisto (Determina 265 del 12 marzo 2011) della ormai ben nota fascia tricolore modello extralusso da sindaco acquistata al prezzo di euro 367,20 è stato effettuato dall'amministrazione Pizzigallo e non dall'amministrazione Pizzorno. L’evidenza dei documenti prodotti dall’assessore Enrico Stronati (Determina e fattura d’acquisto), ambedue recanti data antecedente l’insediamento della giunta  Pizzorno, provano che quanto dichiarato dall’ex vice sindaco Stefano Paolessi nel precedente articolo mi ha indotto ha riportare un informazione non corretta.

tabella PRECEDENTI:

04/10/2012 ANGUILLARA, LA COLPA NON E' DELLO SPECCHIO, MA DI CHI GLI STA DAVANTI
03/10/2012 ANGUILLARA, LA FASCIA TRICOLORE DEL SINDACO E LE ALIQUOTE IMU