Scienza e Tecnologia
Civilization VII, riscrivere la storia non è mai stato così divertente
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2 mesi faon

Civilization VII è l’ultimo capitolo di una fra le saghe strategiche a carattere storico più importanti di sempre. Per la prima volta dalla rivoluzione in chiave moderna della saga, con questo nuovo titolo il gioco viene pensato sin dall’inizio per il pubblico console ed approda su Xbox, Switch e PlayStation insieme alla versione PC, senza bisogno di scomodi riadattamenti a posteriori del sistema di controllo. Il gioco è peraltro dotato di full cross-play e full cross-progression tra le diverse piattaforme, così da consentire il trasferimento dei salvataggi su qualsiasi tipo di macchina, e anche di giocare con i possessori di queste versioni in perfetta armonia. Per chi non lo sapesse o si avvicinasse per la prima volta alla serie, Civilization VII fa parte di quei giochi strategici che all’esplorazione ed alla scoperta/conquista di nuovi territori affiancano complesse meccaniche legate allo sviluppo scientifico, economico, diplomatico e sociale. Il gioco inizia con un esauriente tutorial, che è possibile disattivare nelle impostazioni ma che consigliamo a chiunque di seguire almeno per le prime due orette di gioco. Lo consigliamo anche ai più navigati ed esperti della serie in quanto ci sono diverse chicche mai viste prima di adesso ed è bene capirle fin da subito per poter godere pienamente dell’esperienza di gioco. Le novità introdotte sono infatti molte, e non è facile all’inizio comprendere al meglio alcune delle nuove meccaniche. Il tutorial fatica anche a spiegare approfonditamente i comandi con il gamepad, e lascia al giocatore l’onere della scoperta durante i primi turni. Niente di impossibile, intendiamoci, ma sicuramente una guida più approfondita avrebbe giovato di più. Proprio come fin dal primo capitolo della serie, l’obbiettivo del gioco consiste nello sviluppare ed espandere la propria civiltà, ottenendo la vittoria sulle altre presenti nella partita. Questa vittoria è ottenibile non solo con l’annientamento totale delle potenze avversarie, ma anche tramite la diplomazia, la scienza o la cultura. La prima e più grossa novità che balza agli occhi rispetto ai precedenti giochi della serie è senza dubbio la struttura della partita: mentre in passato la partita era una lunga e unica cavalcata verso l’obiettivo prescelto finale, in Sid Meier’s Civilization VII la prospettiva cambia e viene introdotta una nuova meccanica chiamata “Epoche”. Ora la partita viene divisa in tre distinte e indipendenti mini-campagne, ognuna completamente indipendente dalle altre tanto da essere giocabile anche autonomamente in una singola partita.
Il passaggio da un’epoca a un’altra è anticipato da un periodo chiamato di “crisi”, in cui vengono introdotte alcune politiche sociali che applicano alcuni malus alla partita. In sostanza bisogna tentare di resistere agli eventi cercando di non soccombere prima dell’inevitabile fine dell’epoca. Naturalmente a decidere quando un’epoca è giunta alla sua fine è il passare inesorabile del tempo. Alcune azioni fanno accelerare il processo, come ad esempio l’eliminazione di una fazione rivale o il completamento di un percorso retaggio. Non esiste invece apparentemente un modo per rallentare la fine dell’epoca, e questo obbliga il giocatore a terminarla a prescindere che si sia raggiunto il proprio obiettivo o meno. Questo fa sì che chi gioca debba stare sempre attento nel perseguire i propri obiettivi. Tale novità potrebbe non piacere ai giocatori di vecchia data che potrebbero soffrire questo tipo di “pressione”. Per ovviare a tale problematica si sarebbe potuto offrire l’opportunità di proseguire sulla mappa anche dopo il raggiungimento del traguardo. Quando si passa da un’epoca alla successiva, poi, viene chiesto di selezionare una nuova civiltà fra quelle sbloccate. Gli sviluppatori hanno fatto questa scelta per restituire quel senso di realismo e di fedeltà storica che non era possibile replicare nei vecchi capitoli, dove sia i capi che le civiltà erano immutabili dall’età della pietra fino all’era moderna. Non è facile dare un giudizio su questa novità in quanto se da una parte è interessante che una singola partita venga trasformata in tre distinte parti che aiutano a limare la fatica di dover svolgere di una singola lunga cavalcata dall’inizio alla fine. Dall’altro canto tale dinamica di gioco non dà l’impressione di star giocando alla stessa partita, anche se si mantengono le città ed i territori posseduti ed il leader rimane lo stesso dalla prima alla terza epoca. Al termine di ogni epoca, inoltre, vengono evoluti i pantheon, la forma di governo, e le relazioni diplomatiche, che vengono sostituite dalle versioni dell’epoca successiva. Inoltre, prima di proseguire è necessario assegnare i punti retaggio, che rappresentano il collegamento fra un’epoca e un’altra e vengono guadagnati a seconda di quello che si è raggiunto nel periodo storico appena concluso.
Un’altra novità inserita in Civilization VII riguarda la semplificazione del micro-management che permeava i vecchi capitoli della serie. In questo ultimo titolo infatti sono state tagliate molte delle meccaniche che obbligavano il giocatore ad effettuare un gran numero di clic per svolgere ogni azione. I lavoratori (che erano unità designate allo sviluppo delle risorse cittadine) sono stati eliminati ed è stata rivista la crescita delle metropoli. Ogni volta che la città cresce, è infatti possibile selezionare la casella in cui espanderla e su essa viene automaticamente posizionato un miglioramento. Una serie di semplificazioni che, immaginiamo, siano state sviluppate principalmente anche per venire incontro a chi gioca da console, oltre che a un normale processo di svecchiamento delle meccaniche. Civilization VII elimina anche la vecchia concezione dei Barbari e li sostituisce con le “Potenze Indipendenti”, che altro non sono che città-stato che, se lasciate al loro destino, possono produrre unità e iniziare a infastidire il giocatore. Con le potenze indipendenti è possibile adottare un approccio militare e, come succedeva con i Barbari nei precedenti capitoli, possono essere rase al suolo. Ma la differenza sostanziale rispetto al passato consiste nel fatto che tramite i “punti influenza” è ora anche possibile inglobare pacificamente queste città all’interno del proprio impero. Le potenze indipendenti sono città che spariscono quando si cambia l’epoca; quindi, se si vuole mantenere in vita una particolare potenza, occorre per forza inglobarla prima della fine dell’epoca a cui si sta giocando. Anche la gestione della guerra è stata cambiata, sempre in nome della semplificazione e del taglio dei click eccessivi, sono stati eliminati gli eserciti come raggruppamento di unità della stessa tipologia e sono nati i Comandanti. Insieme a loro è stato anche eliminato il sistema di leveling delle singole unità in favore dell’avanzamento di queste unità speciali. I Comandanti sono unità speciali che permettono di raggruppare fino a sei altre unità e sono le uniche in grado di accumulare esperienza e avanzare di livello. Esistono tre tipi di comandanti a seconda della tipologia di unità: quelli d’Armata organizzano le unità terrestri, quelli di Flotta le unità navali e quelli di Squadrone le unità volanti. Ogni Comandante ha diversi alberi di sviluppo e altrettanti punti onorificenza, che conferiscono ulteriori abilità speciali, da sbloccare al completamento di ciascuno degli alberi. Quindi, in Civilization 7 sono i comandanti a potenziare le unità direttamente intorno a essi. Molto più semplice di quanto accadeva in passato.
Impossibile non parlare dell’introduzione dei punti Influenza e della nuova gestione della diplomazia. Nei vecchi capitoli ho la diplomazia con le altre civiltà era davvero poco utile e resa male. I leader erano meccanici e le azioni che compivano erano poche ed estremamente limitate. In Civilization VII invece è stato introdotto il sistema dell’influenza. I punti Influenza sono una risorsa che è possibile accumulare come se fosse oro o cultura o scienza, attraverso determinate azioni o costruendo alcuni edifici. Guadagnare questi punti rappresenta la capacità che il giocatore ha di influenzare il comportamento delle altre civiltà e delle potenze indipendenti. Addirittura, attraverso un determinato numero di punti influenza è possibile assorbire queste ultime in modo pacifico all’interno della propria civiltà. A livello estetico Civilization VII ha (fortunatamente a nostro avviso) eliminato la tavolozza e lo stile fumetto che avevano caratterizzato i vecchi capitoli, puntando a uno stile decisamente più realistico che conferisce un senso di maggior serietà al tutto. Gli oggetti che si muovono a schermo sono tantissimi e il livello di dettaglio zoomando vicino a terra è altissimo. È addirittura possibile vedere i meccanici che riparano i carri armati. A livello audio va fatta una menzione d’onore alla colonna sonora che è veramente spettacolare e accompagna degnamente i giocatori attraverso la costruzione della propria civiltà. Gli effetti sonori ambientali, come il rumore delle onde vicino agli insediamenti costieri o il suono della fucina in una città industriale, rendono l’ambiente più vivo e realistico. Il doppiaggio, presente sia in inglese che in italiano, accompagna il giocatore durante i vari eventi storici e gli aggiornamenti di gioco, fornendo un ulteriore livello di immersione. L’atmosfera generale è stata arricchita da una migliore direzione artistica, che riesce a dare più carattere e personalità a ogni civiltà presente nel gioco. Tirando le somme, questo Civilization VII rappresenta un trampolino di lancio verso il futuro del brand. Nuove meccaniche più snelle e un comparto grafico all’avanguardia strizzano l’occhio ai gamers di nuova generazione sempre più abituati alla praticità. Tale scelta sarà sicuramente apprezzata dal target di riferimento, ma potrebbe “infastidire” chi è stato abituato ad avere a che fare con una struttura di gioco molto più complessa. In ogni caso il titolo è assolutamente una vera perla per gli amanti del genere e merita senza ombra di dubbio di essere definito uno fra i videogame strategici/gestionali migliori di sempre.
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Sonoro: 9,5
Giocabilità: 8,5
Longevità: 9
VOTO FINALE 9
Francesco Pellegrino Lise
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