Connect with us

Cronaca

Desaparecidos, il cittadino italiano Carlos Malatto ex ufficiale argentino rischia processo per omicidio plurimo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

Il pm Gianfederica Dito ha chiuso le indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio

Otto omicidi. Questa l’accusa della Procura di Roma a Carlos Malatto, cittadino italiano e tenente colonnello dell’esercito argentino. Morti avvenute nell’ambito del Piano Condor, l’azione delle giunte militari del Sudamerica contro gli oppositori politici messa in atto alla fine degli anni ’70.

Per questa accusa Malatto, che vive da anni in Sicilia, a Furnari, rischia ora di finire sotto processo

Il pm Gianfederica Dito ha, infatti, chiuso le indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. All’ex ufficiale dell’esercito argentino viene contestato quanto compiuto a San Juan tra il 1976 e il 1977.

Sotto la lente dei pm capitolini persone decedute o scomparse

Tra loro anche Juan Carlo Campora, allora rettore dell’Università di San Juan, Alberto Carbajal, ex segretario locale del partito comunista, torturato e morto in cella e Marie Anne Erize, la modella e attivista argentina, con cittadinanza francese, di cui si sono perse le tracce durante quella che stata ribattezzata come la Guerra Sporca.

Nei mesi scorsi all’attenzione dei magistrati sono finte centinaia di documenti dall’Argentina e una integrazione di denuncia con cui si chiedeva di indagare su altri trenta casi avvenuti sempre a San Juan in Argentina dove le operazioni erano coordinate da Malatto.

Delle 30 ‘nuove’ vittime, 7 furono uccise e di 23 si sono perse le tracce. “Aspettiamo che la giustizia italiana faccia il suo corso come è avvenuto per il processo Condor perché i crimini contro l’umanità non possono restare impuniti.

I familiari delle vittime aspettano verità e giustizia”, commentano gli avvocati Arturo Salerni e Francesca Sassano, legali in Italia dei familiari. “La ricerca della verità non si arresta nel tempo – aggiungono -, come l’esigenza di giustizia dei familiari delle vittime, senza alcuna distinzione d’importanza. Attendiamo e sosteniamo con la difesa processuale gli sviluppi , avviati e tanto attesi dai denuncianti.

Il tenente colonnello Carlos Luis Malatto era stato individuato dai giornalisti di Repubblica in un villaggio turistico della provincia di Messina, anche se attualmente sotto processo a Roma per crimini commessi in Argentina, per cui il Paese sudamericano sta tentando la carta dell’estradizione.

I Pubblici ministeri in Argentina hanno offerto una ricompensa di 500.000 pesos (circa 23mila euro) per la cattura di Malatto, accusato di cinque capi d’accusa di crimini contro l’umanità

I magistrati hanno affermato che Malatto “ha partecipato attivamente a varie procedure di detenzione (come gli interrogatori sotto tortura, n.d.r.) ed è uno dei più famigerati autori” della dittatura.

Malatto scappò dall’Argentina e arrivò in Italia nel 2011 ma nel 2014 Roma rifiutò la richiesta del Paese sudamericano di estradarlo. L’anno seguente, il Ministero della Giustizia italiano approvò il suo processo nella Capitale per gli omicidi di Marie Anne Erize, una modella franco-argentino e attivista; Juan Carlos Cámpora, il rettore dell’Università di San Juan; Angel José Alberto Carvajal, un funzionario del partito comunista e Jorge Bonil, un soldato.

Tuttavia, i giudici italiani si sono rifiutati di metterlo ai domiciliari, lasciandolo libero di viaggiare e di andare in vacanza al mare.

“Abbiamo chiesto alla magistratura italiana di monitorare almeno i movimenti di Malatto”, ha dichiarato Jorge Ithurburu, avvocato dell’organizzazione non governativa 24 marzo, che ha sede a Roma. “Temiamo che Malatto possa sfuggire alla giustizia. È triste che l’Italia sia ancora oggi un rifugio per i torturatori”.

L’esercito argentino, dopo il colpo di stato del 1976, distrusse sistematicamente ogni potenziale opposizione e, alla fine, uccise circa 30mila persone, quasi tutte non armate e non combattenti. Le prigioniere incinte furono tenute in vita soltanto fino alla nascita dei loro bambini e si ritiene che circa 500 piccoli furono poi affidati a coppie di militari senza figli così da allevarli.

Nel 1985, appena due anni dopo che nel Paese tornò alla democrazia, il leader del colpo di stato Jorge Videla fu condannato per violazioni dei diritti umani e crimini contro l’umanità.

Da allora, oltre 1.000 altri ex ufficiali sono stati condannati per tortura e omicidio extragiudiziale di attivisti e oppositori politici e delle loro famiglie.

Ma molti ex ufficiali continuano a vivere nascosti in Europa, specialmente in Italia, dove molti argentini hanno legami familiari. La famiglia di Malatto, infatti, era originaria dell’Abruzzo.

Intanto per il 23 ottobre, davanti alla III Corte d’Assise, la prossima udienza del processo all’ex comandante di Marina dell’Uruguay, Jorge Nestor Troccoli, per gli omicidi della cittadina italiana Raffaella Giuliana Filippazzi e di Augustin Potenza ed Elena Quinteros.

Troccoli è attualmente detenuto nel carcere di Carinola, in provincia di Caserta, in seguito all’ergastolo passato in giudicato per la morte di una ventina di desaparecidos. In base ai capi di imputazione, la signora Filippazzi e il marito vennero sequestrati a Montevideo il 27 maggio del 1977 mentre si trovavano all’hotel Hermitage. Dopo la cattura, furono consegnati all’unità S2 Fusna, i fucilieri di Marina guidati da Troccoli. La coppia fu affidata ad “agenti della repressione del dittatore del Paraguay, Stroessner, nell’ambito del Piano Condor” e trasferita con un volo ad Assuncion e poi uccisi. I loro resti sono stati trovati nel marzo del 2013 proprio nella capitale paraguayana.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Castelli Romani

Colonna, elezioni: Fabio Pochesci presenta la sua squadra

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Con un avvio dedicato alla Festa della Mamma ed alla Giornata Internazionale dell’Infermiere un emozionatissimo Fabio Pochesci, nei Giardini Belvedere a Colonna, presenta la squadra di Uniti X Colonna con la quale proverà a diventare il nuovo sindaco della Città.
“Abbracciamo il futuro” è lo slogan che unisce questa gruppo compatto e solare che inizia la kermesse donando alle mamme presenti un fiore per ringraziarle.
La tensione è palpabile, tante le persone in piazza ad ascoltare questo gruppo di ragazze e ragazzi che sperano di poter scrivere una pagina nuova per la città di Colonna.

“Da domani metteremo le scarpe da ginnastica” dice ancora più sorridente Fabio Pochesci che poi, da bravo capitano, presenta uno ad uno i componenti della sua squadra.

Fabio Pochesci con Iughetta Cobucci

“Questo per me è un battesimo … e pensate che sono pure la più longeva del gruppo” dice scherzando Iughetta Cobucci ma che poi con chiarezza esclama “le idee non hanno colore né bandiere, vi chiediamo un voto di fiducia, una delega di fiducia”.
Poi è il turno di Luca Flamini “de chi so’ fijo?” dice scherzando; perché lui a Colonna ci è arrivato per amore e della città si è innamorato.

“Avete la possibilità di scrivere, con il vostro voto, una nuova pagina per Colonna” queste le parole di Alessandro Gelpi, consigliere uscente, che abbraccia fraternamente Fabio Pochesci; tra i due esiste una amicizia consolidata da anni e afferma “è questo uno dei valori aggiunti del nostro gruppo”.

Fabio Pochesci con Alessandro Gelpi

Serena Mazzocco si impegna con estrema decisione a far si che il Cimitero torni ad essere luogo accessibile a tutti “non è possibile che molti dei nostri anziani non possano recarsi dai propri cari defunti”.
Poi è il momento di Danilo Colagrossi, per tutti Archimede, che orgogliosamente ed emozionato come non mai afferma “sono il C900 della squadra, sono nato a Colonna e ci vivo da sempre”.
“Colonna deve diventare un hotspot, il punto di partenza, per chi vuole visitare Roma … abbiamo un obiettivo da realizzare tutti insieme: abbracciare il futuro con Fabio” queste le parole di Annarita Vitale, anche Lei “adottata” dal calore e dall’amore dei colonnesi.

Fabio Pochesci con Emiliano Bultrini

Sale in “cattedra” il prof: Emiliano Bultrini: “La politica è fare per la comunità, per i cittadini” e poi aggiunge tra gli applausi “belle le serrande affrescate ma sarebbero ancora più belle se aperte” impegnandosi a rilanciare il commercio che sta morendo nella città. E chiude con un frase davvero importante “la cultura non è un vezzo, è uno strumento che può e deve produrre ricchezza”. Gli applausi concludono il suo intervento.
Una emozionata Lia Calabrò, da sempre a Colonna, invita a dare fiducia alla squadra e, nel concludere, “è ora di respirare aria pulita”.
Ed è il momento della più piccola della squadra ma quella con la maggiore grinta: Flavia Cappellini.

Fabio Pochesci con Flavia Cappellini

“Poi ve spiego a chi so fija” dice scherzando perché orgogliosamente dice “sono la settima generazione di colonnesi”. E chiude il suo intervento dicendo “Quanto è importante la vita sociale? A Colonna è scomparsa e le strade stanno diventando terreno fertile per la malavita” e tra gli applausi aggiunge “noi giovani siamo troppe volte sottovalutati, dateci una mano a raggiungere l’obiettivo di riportare in alto la nostra Città”.
Il consigliere comunale uscente, Cristian Romagnoli, lo “sportivo del gruppo” invita ad una profonda riflessione: “è ora di coinvolgere in modo attivo e chiaro tutte le associazioni presenti a Colonna rendendole partecipi di ogni progetto” perché “ogni singola persona ha una abilità, una competenza e può di sicuro essere valore aggiunto”.

Fabio Pochesci con Cristian Romagnoli

Un combattivo Francesco Vescovi con estrema chiarezza afferma “siamo pronti a dare a Colonna una alternativa concreta ed un nuovo slancio … si respira un’aria diversa e la sensazione è forte”. Chiude tra gli applausi “noi non abbiamo nulla da perdere, possiamo insieme, stavolta, far vincere davvero la nostra città”.
“Il cambiamento a volte può fare paura ma noi siamo pronti ad ascoltare, a metterci a disposizione della città senza alcuna paura” queste le parole di Daniele Nardi che tra gli applausi lancia il grido “Se non ora, quando?”

E poi è il turno di Fabio Pochesci poche parole ma lo sguardo dritto e fiero da vero combattente “Vedo molto nervosismo tra i miei avversari rinnovo l’invito ad un confronto leale ed onesto” e poi abbraccia la sua squadra … la partita è solo all’inizio.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, Stazione Termini passata al setaccio dai Carabinieri: 6 persone denunciate e una in manette

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

ROMA – I Carabinieri della Compagnia Roma Centro, con il supporto di altre Compagnie del Gruppo di Roma, hanno effettuato un servizio di controllo straordinario, in tutta l’area della Stazione ferroviaria di Roma Termini, tra cui, via Cernaia, piazza Indipendenza, via Bachelet, via Varese, via del Castro Pretorio, viale Pretoriano, piazzale Sisto V, piazza di Porta S. Lorenzo, via di San Bibbiana, via Giolitti, piazza dei Cinquecento, viale Einaudi e zone limitrofe, mirato al contrasto di ogni forma di illegalità e degrado.
Una persona è stata arrestata per furto, sei sono state denunciate a piede libero, per reati a vario titolo e 5 cittadini sono stati sanzionati amministrativamente.
Più nel dettaglio, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno arrestato un cittadino romeno di 45 anni, senza fissa dimora e con precedenti, sorpreso dal personale addetto alla vigilanza di un negozio presente nello scalo ferroviario, subito dopo aver asportato due profumi dal valore complessivo di 280 euro. Refurtiva recuperata e restituita al titolare del negozio.
Subito dopo, invece, gli stessi Carabinieri hanno denunciato una donna romana di 45 anni, sorpresa subito dopo aver asportato dallo stesso negozio di profumi, presente nello scalo ferroviario, altri prodotti di profumeria. Anche in questo caso la refurtiva è stata recuperata e restituita al titolare del negozio.
In piazza Santa Maria Maggiore angolo via Gioberti, i Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Dante hanno denunciato una donna, di 44 anni di Roma, già nota alle forze dell’ordine, sorpresa subito dopo aver asportato vari capi di abbigliamento da un esercizio commerciale.
Nel corso dei controlli i Carabinieri hanno denunciato due cittadini italiani, per l’inosservanza del D.A.C.UR. (Daspo Urbano), emesso nei loro confronti dal Questore di Roma, e altri due sempre italiani, per l’inosservanza del divieto di ritorno nel Comune di Roma.
Infine, i Carabinieri del Nucleo Roma Scalo Termini hanno sanzionato amministrativamente 5 cittadini, tra cui 4 italiani, tutti senza fissa dimora, per la violazione del divieto di stazionamento nei pressi della stazione Termini, con contestuale notifica di ordine di allontanamento per 48 ore; a loro carico è stata elevata anche una sanzione amministrativa di 100 euro.
In totale, i Carabinieri hanno identificato 140 persone, eseguito verifiche su 50 veicoli, effettuato 16 posti controllo.



Continua a leggere

Cronaca

Milano, vice Ispettore di polizia accoltellato alla schiena: è grave

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Un agente di polizia è stato accoltellato in modo grave. Intorno alla mezzanotte nei pressi della stazione di Lambrate a Milano.

La Polizia è intervenuta per un uomo che stava lanciando pietre contro i treni e aveva colpito alla testa una donna di 55 anni, portata all’ospedale Fatebenefratelli in condizioni non gravi. Il viceispettore della Polizia di 35 anni è stato colpito con 3 coltellate al polmone, alla milza ed in pancia. Durante l’operazione – si apprende – ha avuto cinque arresti cardiaci (sono state usate quaranta sacche di sangue e trenta di plasma). Attualmente ha anche un edema polmonare. Sarà spostato in terapia intensiva con prognosi riservata.

L’uomo, un 37enne marocchino è stato stordito dal taser, ma ha comunque colpito con un coltello un 35enne vice Ispettore con tre fendenti alla schiena. Il poliziotto è stato trasportato in condizioni gravi all’ospedale Niguarda dove è stato operato d’urgenza. L’operazione chirurgica alla quale è stato sottoposto è durata sette ore e le sue condizioni rimangono critiche ma stabili. Il 37enne è stato arrestato.

Si chiama Hasan Hamis e dagli accertamenti della Questura di Milano è emerso essere presente in banca dati con numerosi alias. Ha precedenti per rapina aggravata, furto, lesioni personali, stupefacenti e sequestro di persona e fu condannato per reati di droga e contro il patrimonio per i quali, dal 2013 al 2020, è stato più volte detenuto nella Casa circondariale di Poggioreale a Napoli e di Ariano Irpino (Avellino).

Era stato arrestato e fotosegnalato per la prima volta in Italia il 18 dicembre del 2002 a Napoli e, da allora, è rimasto in Italia da irregolare. A suo carico, il prefetto di Napoli aveva adottato due provvedimenti di espulsione nel 2004 e nel 2012; così il prefetto di Avellino, a luglio 2023 quando, poiché non c’era disponibilità di posti nel Cpr, era stata data esecuzione mediante Ordine del questore di Avellino di lasciare l’Italia entro sette giorni. Il 37enne, non aveva mai dato segni di presenza nella provincia milanese ed è stato rintracciato e controllato per lo più in Campania. L’Ufficio Immigrazione della Questura di Avellino aveva attivato, nel 2021, le procedure di identificazione al Consolato marocchino, con esito negativo, in quanto la richiesta non aveva avuto riscontri dall’Autorità diplomatica marocchina. Il 5 maggio scorso, infine, è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale dagli agenti della Polizia Ferroviaria di Bologna.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti