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Editoriali

Diversità sessuale: un difficile cammino verso una maggiore consapevolezza

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Negli ultimi decenni il tema della diversità sessuale e del transessualismo è stato molto discusso, soprattutto nell’ambito sociale, politico, legislativo e religioso. Sono stati decenni ricchi di controversie sia nell’ambito psicoanalitico che nell’opinione pubblica.

La psicoanalisi ha dovuto affrontare concetti che sono entrati in un processo di frammentazione: la nascita di nuove forme sessuali, variazioni di genere e nuovi assetti
famigliari.

Dopo aver seguito un corso di formazione intitolato “Educare alle diversità sessuali”
mi sono ritrovata, insieme ad altre colleghe, a comprendere maggiormente il complesso
rapporto che esiste tra sesso biologico e identificazione di genere.

Come affermò Bachtin già nel 1963, tali aspetti ci mostrano la necessità di avere un
dialogo aperto, basato sul principio della “comprensione dialogica attiva”, e di pensieri
critici da attivare per evitare qualsiasi pregiudizio.

Un altro aspetto, non indifferente, è che negli ultimi anni è cambiato il modo di pensare
al proprio corpo. Come sostenne Lemma nel 2005, il corpo fa parte di una cultura
tecnologicamente avanzata, di un mondo soggettivo, di un progetto personale, che ha
il diritto ad essere modificato e costruito sulla base di ciò che desideriamo essere.

Oggi giorno urge costruire uno spazio in cui elaborare i cambiamenti del proprio corpo,
con la consapevolezza e il rispetto per il valore altrui. Ciascuna persona dovrebbe
pensare in modo più avanzato all’unità e alla diversità, evitando le rigidità che da
sempre hanno accompagnato questo argomento. Tuttavia, non è richiesta la sola
capacità di inclusione, ma, come dichiara Marion nel 2017, si deve costruire un
pensiero orizzontale e paritetico.

I cambiamenti messi in atto, negli ultimi anni, hanno riguardato la caduta di un pensiero
verticale e gerarchico in cui predominavano il concetto di maschile e femminile come
categorie rigide e contrapposte.

La caduta di questa posizione culturale e sociale ha portato ad una decostruzione dei termini maschio e femmina. Sovente, di fronte ad un’identità di genere satura, direzionale e stabile, né è stata proposta un’altra che rimane aperta, insatura e in divenire. Per i teorici del genere la sfera sociale sostituisce quella biologica e il genere è il risultato di relazioni di potere piuttosto che di differenze sessuali. Quindi, ribaltando le credenze sessuali tradizionali, sono state accettate (in parte si e in parte no) le richieste di cambiamento di genere in nome della libertà di affermazione di sé stessi.

Gli omosessuali hanno da sempre combattuto per ottenere pari diritti e dignità di fronte
agli eterosessuali; le battaglie fatte nei confronti delle politiche, della religione e dell’opinione pubblica sono servite nel corso degli ultimi anni per ottenere alcuni diritti (es. matrimonio tra coppie omossessuali) ed eliminare il più possibile l’omofobia, ma siamo ancora un passo indietro.

In termini psicologici, si è trattato di accettare la distinzione tra la rappresentazione
psichica del corpo e quella del corpo anatomico oggettivo e specializzato.
Sostanzialmente è il nostro modo di intendere il soggetto a mettersi in gioco, tutti noi
dovremo accettare la possibile riformulazione del nostro corpo in termini di movimento
e cambiamento.

Tuttavia, bisognerebbe essere consapevoli che il corpo si trasforma e che può cambiare
genere sessuale; in virtù di ciò non dovremo pensare il corpo come univoco bensì
sarebbe opportuno riconoscere l’esistenza di un’alterità sessuale.

Per acquisire maggior consapevolezza su questi concetti dovremo essere disposti a
pensare che una polarità maschile-femminile non è all’altezza della complessità
sessuale e dei cambiamenti di genere. La sessualità contiene tante sfumature, perciò
ognuno di noi dovrebbe essere maggiormente empatico di fronte alle diversità sessuali,
evitando di creare etichette.

Oggi tante discordie su questo argomento potrebbero essere colmate se comprese, ma
il compito degli specialisti e non sembra essere ancora arduo, poiché l’argomento
appare ancora ostico e denso di incognite.

Ad esempio, il Comune di Bologna, in termini di inclusione e consapevolezza delle
diversità sessuali di genere ha proposto ai cittadini diversi seminari e incontri (non
obbligatori) per sensibilizzare gli individui a questi tipi di argomenti ancora nevralgici.
Inoltre, il Centro di Documentazione del Comune di Bologna, per incentivare la
comprensione delle diversità sessuali ha proposto ai cittadini un opuscolo dal titolo “Le
parole che fanno la differenza”, proprio per dichiarare che il maschile non è universale,
ma è solo un discorso di potere.

Il linguaggio è in grado di descrivere la realtà e di saperla modificare, parole di Mariagrazia Bonzagni (Direttrice Area Programmazione e Statistica presso il Comune d Bologna).
Tutti insieme possiamo fare la differenza se tutti lottiamo per i nostri diritti.

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Cronaca

Bologna, la Torre Garisenda… “La salveremo” dicono gli esperti

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La Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli hanno da sempre rappresentato la città di Bologna. Le due torri sono dense di storia, tradizione e cultura e costituiscono il punto di attrazione di molti turisti.

La Torre degli Asinelli venne edificata dalla famiglia Asinelli nell’ XI secolo e portata all’altezza di ben 97 metri. La Garisenda invece venne costruita dalla famiglia Garisendi tra la fine dell’ XI secolo e l’inizio del XII secolo. In origine era alta circa 60 metri, ma per il rischio di crollo venne abbassata a 48 metri nella seconda metà del XIV secolo. La Garisenda è definita anche la “Torre Pendente” a causa di un cedimento del terreno avvenuto durante la sua costruzione.

Le due torri rappresentano anche un’importante “spartiacque” tra le due strade principali di Bologna: Strada Maggiore e via San Vitale.

La Garisenda, inoltre, venne anche citata da Dante, per ben due volte, nella Divina Commedia, per cui detiene uno sfondo letterario di notevole rilevanza.

Ciò che desta preoccupazione negli ultimi mesi è la sorte della Torre Garisenda, motivo per cui, molti si chiedono:

“La Torre Garisenda sta cedendo?” oppure “Bisogna salvare la Torre Pendente!”.

Queste affermazioni fanno emergere, nei cittadini bolognesi, sia preoccupazione che timore per la tradizione storico-culturale di Bologna:

Riportiamo di seguito gli interventi del Sindaco Matteo Lepore e di alcuni esperti (architetti, ingegneri etc …) per capire come poter intervenire tempestivamente e tranquillizzare i cittadini.


Il Resto del Carlino dello scorso 23 ottobre riportava le seguenti affermazioni del Sindaco di Bologna Matteo Lepore: “Ho sollecitato il Comitato Scientifico affinché invii una relazione definitiva così si potrà fare un intervento ad hoc per il restauro.” E ancora “… non ci sono rischi di incolumità. Non siamo in questa fase, si attendono i dati finali”

L’ingegnera Raffaella Bruni, del comitato per il restauro, sul Corriere di Bologna dello scorso 1 novembre dichiarava: “Sarà un comitato snello con specialisti nazionali. Un anello di container cinturerà l’area, poi un “girello” ingloberà la torre. Vorremmo evitare di smontarla o mozzarla.”

Sul quotidiano La Repubblica Bologna dello scorso 6 novembre l’architetto Jacopo Gresleri dichiarava: “Bologna è una città medievale costruita per cavalli, ma noi continuiamo ad usarla come una città moderna. Ora serve un progetto, non delle boutade da bar. Quindi, a cosa siamo disposti a rinunciare per salvare le Due Torri?”


La Torre Garisenda deve essere riassettata per evitare cedimenti importanti. L’ambiente attorno è cambiato: ci sono vibrazioni legate al traffico. E anche la composizione dell’aria può portare ad alterazioni chimiche. La Garisenda, essendo nata storta, è sempre stata sotto osservazione. Ora l’intervento interessa tutta l’Italia, non solo i bolognesi, e finirà nei manuali di ingegneria. La popolazione è in allarme e teme per la “sua” torre simbolo di orgoglio cittadino”. Parole queste ultime rilasciate dal Centro di Ricerca Edilizia e Costruzioni dell’Università Alma Mater al giornale la Repubblica lo scorso 14 novembre 2023. E sempre su Repubblica Bologna dello scorso 22 novembre l’architetto Pietro Maria Alemagna ha affermato: “Bisogna riuscire a fare di questo evento straordinario un momento di partecipazione collettiva. Per sentirci partecipi di questo salvataggio. La Garisenda come un’astronave: scateniamo tutti la fantasia”.

Da cittadina bolognese sono preoccupata del destino della torre Garisenda, ma allo stesso tempo invito tutti i cittadini e la nazione intera a riflettere sulle parole dei nostri esperti. Loro rappresentano il sapere scientifico di una città che deve essere custodita nella sua unicità. Tuttavia, per preservare la storicità medievale del capoluogo emiliano dobbiamo “curarlo e coccolarlo”. Ciò che contribuisce alla straordinarietà di Bologna sono le sue origini medievali che vanno conservate e tutelate. Pertanto tutti insieme, esperti e non, dobbiamo credere e non sperare nel verbo “salveremo” la Torre Garisenda.

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Costume e Società

Lettura dai 0 ai 6 anni: benefici e consigli pedagogici

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Il Comune di Bologna, nel 1999, ha fatto partire un’importante iniziativa chiamata “Nati per leggere”

La lettura nella fascia d’età 0/6 rappresenta un momento catartico e ricco di emozioni
sia per i bambini che per gli adulti.

La lettura a questa età è un momento di espressione, ma anche di esplorazione.
I bambini nascono con una grande propensione all’ascolto. Già nel grembo materno il
bambino è in grado di riconoscere le voci, soprattutto quella materna e possiede già
una propria sensibilità all’intonazione.

Perciò la lettura ad alta voce ha dei risvolti importanti per lo sviluppo della personalità
dei bambini sia sul piano emotivo, relazionale, cognitivo, linguistico, sociale e
culturale.

Dal punto di vista emotivo la lettura consente al bambino di dare un nome alle emozioni
dei protagonisti e, successivamente, anche alle proprie; da un punto di vista relazionale
consente al bambino di percepire le azioni e le emozioni dei protagonisti, stimolando
l’empatia; da un punto di vista cognitivo la lettura, fin dai primissimi mesi di vita,
sviluppa la creatività, la memoria e la logicità; da un punto di vista linguistico leggere,
in “tenera” età stimola lo sviluppo del linguaggio e del pensiero; dal punto di vista
sociale i bambini che leggono, sia a scuola che a casa, dimostrano di avere un migliore
rendimento scolastico e sono preparati ad inserirsi nel contesto sociale; da un punto di
vista culturale il libro insegna molte cose: il libro è storia, morale e valori che si
tramandano da generazione a generazione.

I bambini devono essere stimolati alla lettura fin dai primi mesi di vita

Si tratta di una lettura condivisa, ovvero quella in cui l’adulto legge ad alta voce;
l’adulto deve dimostrarsi un lettore consapevole poiché solo così si può trasmettere al
bambino, anche di 7 mesi, una valida esperienza di ascolto e di osservazione.
La lettura deve essere proposta in momenti e luoghi adatti (es. costruire un angolo
lettura con materassini morbidi) per favorire non solo l’ascolto, ma anche il
rilassamento.

L’adulto (educatore e/o genitore) deve leggere con espressività e stabilire un contatto
visivo con il bambino o il gruppo di bambini. Leggere ai bambini nei primi anni di vita fa si che il cervello del bambino raggiunga una ricettività agli stimoli esterni che mai più si ripeterà uguale.

Dopo aver sottolineato i principali benefici del leggere ad alta voce e della rilettura,
osserviamo quali sono i consigli pedagogici da un punto di vista dell’offerta educativo formativa:

  • tra i 0 e i 6 mesi sono consigliati i libri tattili poiché, il neonato alla nascita riesce
    a vedere in modo sfocato e solo in bianco e nero; perciò le prime immagini che
    il bambino vede hanno contorni netti, regolari e lineari. In questa fase, è
    importante prediligere libri piccoli in bianco e nero, con forti contrasti cromatici
    e immagini semplici. Questo primo approccio al libro è soprattutto fisico, per
    questo sono preferibili libri da manipolare e stimolare i cinque sensi. In questa
    fascia d’età si possono leggere filastrocche oppure cantare, favorendo nel
    bambino la capacità di ascolto;
  • tra i 6 e i 12 mesi lo sguardo del bambino è più attento, quindi si consigliano
    libri veri e propri con pagine spesse e cartonate, magari ancora di piccolo
    formato per renderli più maneggevoli. I libri di questa fascia d’età possono
    raffigurare animali o soggetti che fanno parte della loro quotidianità. Importanti
    sono anche i primi libri sonori;
  • tra i 12 e i 18 mesi il libro diventa una vera e propria scoperta; in questo caso si
    possono proporre libri con i buchi, con le finestrelle o con delle alette da alzare.
    In questa fase, i bambini sfogliano i libri con un adulto e indicano con il dito le
    figure. Il libro è un oggetto ancora da scoprire e da manipolare. I bambini
    attribuiscono suoni alle cose e danno un nome agli oggetti. Dai 18 mesi si
    propongono storie semplici e brevi caratterizzate da una trama essenziale (inizio,
    svolgimento e fine). È in questa fase che il bambino acquisisce la
    consapevolezza che esiste un prima e un dopo;
  • tra i 18 e i 24 mesi il bambino ripete piccole sequenze di storie e gli piacciono i
    libri che parlano di animali o di azioni legate alla sua quotidianità. È verso i 24
    mesi che il bambino inizia a comporre le sue prime frasi e il libro diventerà
    sempre più un oggetto “suo”;
  • tra i 2 e i 3 anni il bambino possiede un ampio vocabolario e riconosce molte
    immagini e parole. È la fase dell’autonomia e della sperimentazione. In questa
    fase, i libri consigliati sono gli albi illustrati (es. i libri sulle emozioni, sulle
    diversità, sull’autonomia, sull’amicizia etc …);
  • tra i 3 e i 6 anni il bambino è considerato un piccolo lettore, legge insieme ai
    pari, agli insegnanti, ai genitori oppure da solo.
    Dai 4 anni in poi si possono proporre la lettura di fiabe classiche, degli albi
    illustrati e anche dei silent book.

Questo excursus ha evidenziato i benefici della lettura fin dai primissimi mesi di vita e
ha suggerito quali tipologie di libri presentare in ogni fascia d’età.

Il Comune di Bologna, nel 1999, ha fatto partire un’importante iniziativa chiamata “Nati per leggere” tutt’ora attiva

È un progetto nazionale nato dall’alleanza tra esperti (pediatri) e bibliotecari per incentivare la lettura ad alta voce ai bambini dall’età prescolare ai 6 anni. Questo progetto sostiene da sempre la crescita e lo sviluppo dei bambini attraverso la lettura ad alta voce e la rilettura.

Il progetto “Nati per Leggere” si è espanso anche a livello nazionale, istituendo anche percorsi formativi per gli adulti (educatori, insegnanti e genitori). Ogni anno viene istituito un seminario o degli incontri a tema dove, gli esperti, parlano per dare nuovi suggerimenti agli adulti che sono a stretto contatto con i bambini. È un progetto che sta avendo molto successo e che incentiva i propri obiettivi anno per anno.

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Castelli Romani

Albano Laziale, colpo di scena al Consiglio comunale: la maggioranza scricchiola

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Aria di crisi per la maggioranza che sostiene il governo locale ad Albano Laziale guidato dal sindaco Massimiliano Borelli? Sembrerebbe proprio di si dopo quello che definiamo come un vero e proprio colpo di scena avvenuto durante il Consiglio comunale di giovedì 9 novembre.

Tra i vari ordini del giorno quello che riguardava l’elezione del Consiglio delle Autonomie Locali – CAL – l’organismo che ha la funzione di controllo e raccordo tra le attività regionali e quelle delle autonomie locali – i Comuni – e nella fattispecie la lista di centrodestra “Territorio e Partecipazione” ha battuto quella di centrosinistra che governa Albano Laziale.


“L’urna ha dato questa sentenza infatti i consiglieri di minoranza sono 9 e noi abbiamo preso 12 voti. Quindi viene da sé che tre consiglieri di maggioranza hanno votato la lista di centrodestra.” Questo il commento del Consigliere comunale e coordinatore di Fdi Roberto Cuccioletta durante la trasmissione web del venerdì mattina Officina Stampa BAR la rassegna settimanale condotta da Chiara Rai.

La puntata di Officina Stampa BAR la rassegna stampa di Chiara Rai di venerdì 10 novembre con ospite Roberto Cuccioletta Consigliere comunale di Fdi ad Albano Laziale

Sulla questione il Consigliere comunale Giovanni Cascella ha commentato: “A metà legislatura con un Paese in grandissime difficoltà è evidente che questa maggioranza mostra evidenti segni di cedimento. Ricordiamo che bastano quattro Consiglieri di maggioranza insieme a quelli di opposizione per sfiduciare il Sindaco. Quello che è successo ieri – 3 Consiglieri di maggioranza che votano a favore della lista di centrodestra – è qualcosa di clamoroso e un chiaro segnale dello stato di salute di Albano, una Città ormai senza prospettive e governata con poca competenza e lungimiranza”.

Un’intervista a 360 gradi dove si sono toccati molteplici argomenti che stanno a cuore ai cittadini di Albano Laziale come quello del termovalorizzatore o dell’anfiteatro. Ma Cuccioletta ha voluto porre l’accento sulla variante al Prg relativa la conversione di un’area, situata sulla via Nettunense incrocio via Tenutella con via Cancelliera, da alberghiera in commerciale.

“L’attenzione al suolo, all’ambiente a una programmazione che possa sviluppare un’attività turistico ricreativa su Albano è venuta in qualche modo a mancare.” Ha commentato Cuccioletta criticando quella che ha definito come l’assenza di una programmazione effettiva all’interno del Comune. La via Nettunense in quel tratto è piena di attività commerciali alle quali se ne andrebbero ad aggiungere altre con la conversione di questa area.

“Un’altra area, – ha dichiarato il Consigliere comunale Marco Moresco – dopo quella di Cecchina, destinata al commerciale, e soprattutto in una zona dove già molte attività hanno chiuso e quelle esistenti fanno fatica ad andare avanti. Un albergo sicuramente poteva dare un valore aggiunto al nostro territorio. L’area così destinata, circa 10 mila metri cubi, creerà ancora più disagi agli automobilisti che dovranno attraversare la Nettunense.”

Sintetico il consigliere Massimo Ferrarini che ha detto “L’Ennesima improbabile scelta di una amministrazione che invece di risolvere i tanti e diversi problemi dei cittadini sembra si diverta a crearne di nuovi”.

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