Il senatore e segretario del Partito Democratico Bruno Astorre ospite di Chiara Rai nel corso della puntata di oggi venerdì 3 marzo di Officina Stampa ha parlato del nuovo corso del PD.
Il romance scam è un fenomeno di fattispecie criminale diffuso su tutto il territorio nazionale, quasi sempre perpetrato nei confronti di persone sole, spesso donne
La Polizia di Stato di Roma, ha arrestato otto persone in esecuzione di una ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal G.I.P. di Roma per truffa aggravata, riciclaggio e sostituzione di persona.
Le indagini condotte dagli investigatori del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Roma, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma hanno avuto l’obiettivo di contrastare il sempre più diffuso ed odioso fenomeno delle cd. “truffe romantiche”, reati contro il patrimonio commessi in danno di persone fragili, che i criminali ricercano e individuano sui social network, portando poi a termine il progetto criminale e la truffa sfruttando le debolezze e le vulnerabilità delle vittime.
I criminali utilizzano profili social fake spesso presentandosi come personaggi affascinanti e rassicuranti, con l’obiettivo di instaurare un rapporto con le vittime fino ad indurle a credere ad una relazione sentimentale.
Guadagnata la fiducia e la confidenza delle vittime, i criminali fanno richieste di denaro, utilizzando le scuse più disparate; le richieste diventano sempre più frequenti e la vittima, imprigionata in una relazione a distanza, fatica a rendersi conto, e spesso ad accettare di essere vittima di una truffa.
Questa indagine prende le mosse dalla denuncia di una signora, contattata su Facebook da “Larry Brooks”, sedicente ufficiale dell’esercito statunitense, di stanza in Siria, con la foto profilo raffigurante un affascinante uomo di mezza età. Tra i due si instaurava una vera e propria relazione sentimentale tanto che la vittima, credendo alla promessa di un futuro insieme, si convinceva ad effettuare diversi bonifici per consentire all’uomo, di far fronte alle difficoltà economiche che gli impedivano di congedarsi e giungere finalmente in Italia. Per rendere più verosimile la truffa architettata, i criminali si spingevano a creare fittizie identità di studi legali che confermavano, utilizzando comunicazioni via mail, le esigenze ed urgenze economiche di “Larry Brooks”.
I primi accertamenti effettuati in rete e sui flussi finanziari confermavano i sospetti che il profilo fake “Larry Brooks” avesse mietuto molte vittime, e truffato decine di donne; nel corso delle indagini emergevano ben 32 vittime accertate con un provento illecito di circa 400.000 euro nel periodo dal 2018 al 2021.
La lunga e complessa attività investigativa è stata condotta affiancando tecniche classiche di investigazione ad attività di analisi del traffico delle comunicazioni internet e dei flussi finanziari ed ha consentito di identificare nel Lazio gli odierni indagati.
Sui conti correnti riferibili al gruppo criminale sono transitate somme di denaro provento delle truffe, inviate direttamente dalle vittime, per poi essere incassate, o trasferite su conti nelle disponibilità dei complici, in molti casi con rimesse di denaro all’estero, per la condivisione dei proventi della truffa.
In relazione al quadro indiziario emerso, la Procura della Repubblica di Roma ha contestato il concorso in truffa, aggravata dall’aver approfittato delle condizioni di minorata difesa delle vittime e dalla transnazionalità del reato, nonché il reato di riciclaggio dei proventi del reato.
L’approccio delle vittime è risultato rispondere a un consolidato protocollo criminale; tuttavia i criminali hanno dimostrato di essere in grado di adattarsi alle diverse condizioni delle donne, riuscendo a far leva sui loro punti deboli sempre per conseguire l’obiettivo finale di ottenere l’invio di denaro.
Ad esempio, quando hanno scoperto che una delle vittime non aveva potuto coronare il proprio desiderio di maternità, hanno inserito nella storia la figura di “Elvis Brooks”, figlio del sedicente militare, con il compito di instaurare una stretta relazione con la donna fino a spingersi al punto di chiamarla “mamma”. In taluni casi per suscitare la compassione delle donne, il figlio veniva descritto come gravemente malato e bisognoso di costose cure.
Agli indagati è stato contestato anche il reato di sostituzione di persona; difatti “Larry Brooks” è persona realmente esistente negli USA, e la foto utilizzata nei profili falsi è di un avvocato statunitense che in relazione alle condotte descritte ed infamanti ha presentato denuncia alle autorità USA.
Il romance scam è un fenomeno di fattispecie criminale diffuso su tutto il territorio nazionale, quasi sempre perpetrato nei confronti di persone sole, spesso donne.
Il danno patrimoniale spesso è ingente e talora la vittima è indotta anche ad indebitarsi pur di aiutare una persona che sente vicina; ma il danno maggiore è di ordine psicologico: la difficoltà di accettare che il rapporto sentimentale lungamente coltivato non sia mai esistito, la consapevolezza, spesso rifiutata, di essere vittima di persone che hanno approfittato di una propria intima vulnerabilità, spesso causano un importante trauma psicologico.
La difficoltà di accettare la realtà e il sentimento di vergogna spesso inducono la vittima a non raccontare la propria storia neanche alle persone più care; delle 32 vittime accertate infatti, solo 8 hanno voluto formalizzare una denuncia.
Per i motivi indicati il fenomeno criminale è in parte sommerso, come dimostrato anche dal fatto che in molti casi le segnalazioni giungono dai parenti delle vittime insospettiti e preoccupati dalle improvvise inspiegabili difficoltà economiche e psicologiche delle vittime.
La convinzione di stare vivendo realmente una storia d’amore, ed il grave disagio psicologico creato dai criminali è così forte che in alcuni casi le donne hanno inviato somme di denaro anche mesi dopo essere state informate dalla polizia di essere cadute vittime di spietati truffatori.
Si rappresenta che il procedimento penale è ancora in fase di indagini preliminari e che i soggetti indagati devono ritenersi non colpevoli sino alla condanna definitiva.
Per evitare di essere vittima di romance scam, la Polizia Postale suggerisce di controllare su un comune motore di ricerca il nome e le immagini del profilo delle persone che ci richiedono questo tipo di attenzioni, verificando che non vi siano già segnalazioni da parte di altri utenti.
Nei contatti in rete si rivela determinante utilizzare il normale grado di cautela nella valutazione delle relazioni interpersonali, diffidando dei messaggi in italiano spesso sgrammaticato, originato dai traduttori automatici gratuiti e disponibili online, e soprattutto delle richieste di denaro.
In molti casi il confronto con un parente o con una persona amica consente di evitare il doloroso raggiro; difatti le vittime spesso sono persone sole che desiderano intessere relazioni e che offuscate non riescono a valutare e riconoscere il pericolo che corrono.
Il segretario del PD Lazio amava citare spesso un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.”
Il video servizio dedicato al senatore Astorre all’indomani della sua elezione a segretario PD Lazio [Officina Stampa del 24/01/2023]
Figlio della tradizione contadina secondo cui un albero che cresce è tale sia se guardato dalla finestra di una casa sia se ammirato dalla piazza di un paese. Quella tradizione contadina, però, che sa che è importante che ci sia tanto in quella casa quanto in quel comune che amministra il massimo della collaborazione della lealtà della assunzione di responsabilità per far sì che l’albero viva. Così si autodefiniva Bruno Astorre senatore della Repubblica per il Partito Democratico di cui era il segretario regionale del Lazio.
Astorre ha da sempre militato nelle formazioni giovanili della Democrazia Cristiana, provenendo dal mondo del volontariato cattolico, una formazione giovanile quella di Bruno Astorre che lo ha visto attivo nel mondo della parrocchia dove ha affrontato un percorso intenso, una scuola che ha sostenuto la sua crescita interiore e sociale.
Politicamente con la fine della prima Repubblica e con la conclusione della grande storia della Democrazia Cristiana aderisce al Partito Popolare per poi approdare nella Margherita e fino ad oggi, dopo aver partecipato alla sua nascita, è stato un esponente del partito democratico.
“Il mio essere cristiano cattolico è un punto di partenza ed un porto di approdo da questo molo mi incammino ogni giorno perché ritengo necessario confrontarmi con la società questa esigenza nasce dal desiderio di costruire essere al servizio della comunità delle famiglie che la compongono dei cittadini tutti i protagonisti in cui mi riconosco perché io a loro appartengo con tutto il mio essere e dunque anche con la mia fede e i miei errori”. Parole queste con le quali Astorre ha descritto quello che era il suo credo, il suo modo di vedere e affrontare le sfide che si incrociano lungo il percorso della vita e che gli hanno fatto da preludio a quella che è stata sua mission di segretario dem del Lazio.
“La nuova rotta sulla quale il Partito Democratico deve posizionarsi – aveva detto Astorre appena eletto segretario PD Lazio – partendo dalle sezioni che devono ospitare le energie per poter essere tra i più indifesi coi cittadini che hanno difficoltà e quindi utilizzando piccoli team di professionisti di avvocati o di commercialisti sul modello di quelli di strada che danno una mano fanno consulenze gratuite a tante persone che mi hanno bisogno e desiderano un consiglio su un problema”. Una nuova rotta quella disegnata dal senatore che aveva suscitato grandi entusiasmi nel popolo del PD che era tornato a sentir parlare dei suoi principi e dei suoi valori.
Bruno Astorre amava citare spesso un proverbio africano: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.” E aggiungeva a conclusione dei suoi interventi politici: “Andiamo uniti e andremo lontani insieme.”
ROCCA DI PAPA (RM) – Tante strane coincidenze in una storia che vede protagonista un Comandante dei Vigili, Gabriele Di Bella, messo intenzionalmente a Rocca di Papa per gestire tutto il post emergenza di una situazione complessa: l’esplosione del palazzo Comunale che ha dilaniato una Comunità che ha perso un sindaco amato, Emanuele Crestini, che aveva iniziato a rivoluzionare vecchie dinamiche politiche.
Non appena ha denunciato un tentativo di corruzione da parte di una impresa edile che collaborava con il Comune, il caso ha voluto (ma “il caso non esiste” diceva Kung fu Panda?) che il Comandante Di Bella sia stato sollevato dal suo incarico dopo che la Procura presso il Tribunale di Velletri aveva convocato i testi per la vicenda di corruzione e comunque poche ore dopo la sfiducia della sindaca Veronica Cimino, “pugnalata” in primis da quattro della maggioranza che hanno preso Di Bella come capro espiatorio parlando di “caso Di Bella” e rimproverando di fatto la sindaca di prendere troppo le parti del vigile anziché quelle della sua squadra.
Perché Di Bella non era voluto? Ma procediamo per gradi
Gabriele Di Bella, inquadrato nell’organico di Roma Capitale, ha rischiato di venire allontanato anche da Nemi, visto l’interim che aveva con il piccolo Comune, a causa della presunta impossibilità per Roma Capitale di chiedere al comandante prestazioni di lavoro straordinario a causa delle già 12 ore fuori servizio fuori sede consentite, invece, per legge. Ma così non è stato. E in più è arrivata l’udienza per il caso di corruzione: condannato a due anni di reclusione per istigazione alla corruzione nei confronti dell’ex comandante della polizia locale di Rocca di Papa Gabriele Di Bella. Così è stato deciso ieri in camera di consiglio da un collegio di giudici al Tribunale di Velletri nei confronti di un responsabile di un’impresa edile che collaborava con il Comune di Rocca di Papa denunciato da Di Bella per aver tentato di pagare una “mazzetta” consegnandogli una busta chiusa con del denaro che il comandante della municipale ha restituito seduta stante.
Una sentenza non appellabile in applicazione del decreto Cartabia con possibilità di convertire in pena alternativa esclusa quella pecuniaria. Dicevamo che il caso ha voluto che dopo aver denunciato la tentata corruzione, il vigile sindacalista sia stato rimosso dal suo incarico. Più precisamente, in concomitanza con la convocazione dei testi in udienza da parte della Procura di Velletri, il 29 novembre dell’anno scorso, la notte seguente, alle 22 e 53 minuti del 30 novembre, dal Comune di Rocca di Papa sia partito il diniego a proseguire l’incarico firmato dal commissario prefettizio, nonostante la legge Brunetta avesse prorogato gli incarichi come quelli di Di Bella al 31 dicembre 2022. E nel caso, una nuova convenzione avrebbe potuto essere stipulata soltanto se fosse passata in Consiglio comunale, quindi con il benestare di tutti e non della sola Giunta. E sempre il 29 novembre mattina l’allora sindaca Veronica Cimino veniva sfiduciata da sei consiglieri della minoranza e quattro di maggioranza. Di Bella nell’organico di Roma Capitale era stato incaricato dall’allora sindaca Virginia Raggi di gestire l’emergenza a seguito dell’esplosione del palazzo comunale nel giugno del 2019 quando persero la vita il sindaco Emanuele Crestini e il suo delegato Vincenzo Eleuteri. Da quel momento la vice Cimino diventata facente funzioni proseguì sostenuta da Di Bella il percorso tracciato da Crestini: «Ci siamo sempre battuti per la legalità – ha detto l’ex sindaca ieri dopo la condanna – il sindaco Crestini da subito mi aveva indicato le situazioni che andavano controllate e così abbiamo fatto».
Dal 2019 al 2022 con la riconferma della Cimino al governo di Rocca di Papa si sono susseguiti una serie di fatti, dall’avvio delle procedure per la demozione delle antenne a Monte Cavo, ai controlli durante il Covid nelle strutture sanitarie fino alla gestione dei Mondiali.
Di Bella ha iniziato una vera e propria opera di controllo sul territorio aprendo al pubblico il nuovo Comando in centro ribattezzandolo il “Palazzo della Legalità”.
Ora la vicenda per il comandante Di Bella non è conclusa: «Rimango esterrefatto – dice – in udienza è stato confermato tutto l’impianto accusatorio e c’è una condanna per istigazione alla corruzione ma il Comune non si è costituito parte civile. Registro ancora una volta l’assenza di chi all’interno della macchina amministrativa ha il dovere di trasparenza e anticorruzione. Spero che il commissario prefettizio faccia chiarezza su un’episodio così grave». E nelle prossime ore saranno oggetto di una ulteriore segnalazione agli organi competenti da parte di Di Bella proprio le dinamiche e modalità con cui è stata disposta la cessazione dell’incarico da parte del Comune roccheggiano a seguito della missiva. Sembrerebbe che sia stato detto a Di Bella anche in modi discutibili “riconsegni le chiavi del comando” ma questo sarà oggetto con tutta probabilità di ulteriori risvolti giudiziari: E proprio da “quelle strane coincidenze” si riparte a scavare fino a che tutti i nodi non verranno al pettine. Un po’ come quando nel passato il Comune ha accumulato oltre 19 milioni di debiti e non c’è stato alcun colpevole. La musica è cambiata decisamente dopo l’insediamento di Crestini ed è continuata con il pugno duro per la legalità che ha portato avanti Veronica Cimino, eletta sindaco ma non accettata da una parte della maggioranza. Forse proprio per le sue decisioni controcorrente.
Officina Stampa BAR del 2 dicembre 2022 – L’intervista di Chiara Rai alla ex Sindaca Veronica Cimino
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