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Costume e Società

FIGLI CONTESI E GENITORIALITÀ: CHI PAGA LE CONSEGUENZE?

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Tempo di lettura 7 minuti Intervista all’Ing. Giuseppe Iuele Presidente ADF Basilicata (Associazione per i Diritti del Fanciullo) – premio Livatino 2015 per l’impegno sociale – Catania 16 maggio 2015

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di Domenico Leccese

Intervista all’Ing. Giuseppe Iuele Presidente ADF Basilicata (Associazione per i Diritti del Fanciullo) – premio Livatino 2015 per l’impegno sociale – Catania 16 maggio 2015.

Che cos’è la genitorialità, per esercitarla correttamente servono lezioni scolastiche?

La genitorialità è un fatto naturale come lo è la stessa procreazione, esiste da quando esiste il mondo ed è dettato dalla Natura; tutte le specie viventi la esprimono rispondendo ad un codice non scritto da uomo ma dalla Natura. Ovviamente vi sono comportamenti deteriori che possano inficiarne il corretto esercizio in modo grave ma in questo caso, è evidente che siamo di fronte a genitori con serie e conclamate patologie psicologiche e/o psichiatriche.
Resta il dato che quanto sta accadendo nella nostra società mette in evidenza una deviazione generalizzata anche da parte di genitori che non sono affetti da alcuna patologia ma che sono travolti da condizionamenti psico-sociali. Un esempio: un comportamento da condizionamento psico-sociale è quello di una persona che, travolta dai bombardamenti degli oroscopi, arriva a modificare e condizionare la propria giornata in virtù di quanto ha letto o ascoltato prima di uscire di casa.
Altro esempio, per ritornare alla domanda, è costituito dalla sempre più invasiva presenza, nel quotidiano vivere, di talune teorie psicologiche che fanno sempre più presa su genitori fragili che ad ogni e qualsiasi manifestazione di un bambino, riconducono il tutto ad un qualche disagio di natura psicologica. Così, questi genitori, dimenticando il loro comportamento da bambini, sottopongono immediatamente il presunto problema ai professionisti della psiche che, salvo le debite eccezioni, intravvedono interessanti e lucrose prospettive di lavoro ed anche laddove non vi è da fare alcuna lettura psicologica perché non vi è disagio nel fanciullo, finiscono per generare, per intanto, una dipendenza psicologica del genitore che abiura al proprio ruolo naturale lasciandosi andare a proiezioni (i cosiddetti films) che hanno pesanti ricadute non su loro (il malato immaginario di Moliere docet) bensì sui propri figli che diventano oggetto di studio per chi è alla ricerca di quel che non c’è.
Chi di noi non ha mai fatto i capricci perché non voleva mangiare una pietanza e fingeva di rimettere il boccone? Chi non voleva andare all’asilo e fingeva di star male per restare a casa e sentirsi coccolato dal genitore? Chi non ha mostrato disappunto e capricci non stante avesse ricevuto un regalo per il sol fatto che non era proprio del colore desiderato (volevo un gatto nero nero nero…)?
Di certo non c’è alcun problema o disagio sottaciuto o sotteso a questi comportamenti ed un bravo genitore lo capisce senza allarmarsi, semmai coccola il bambino o se necessario lo rimprovera anche.
Fino ad ieri i nostri genitori riconoscevano che si trattava di capricci e non già di un disagio, oggi certi genitori pensano subito ad oscuri comportamenti epifenomeno di un disagio profondo e scappano dai professionisti della psiche. Un bravo genitore sa come e dove investigare per capire se vi è un disagio o meno; inizia ad osservare più attentamente gli amichetti, gli adulti di riferimento e l’ambiente scolastico e ricreativo senza falsi allarmismi e ove i comportamenti del contesto non sono lineari fa ricorso, in quel caso, a seri professionisti così come va dal pediatra se un raffreddamento perdura oltre un certo limite. Forse perché sono venute meno le relazioni parentali e di vicinato sulle quali si poteva contare una volta, quelle capaci di intervenire con efficacia e buon senso e coadiuvare la funzione genitoriale, sta di fatto che i genitori odierni, per quanto più emancipati ed acculturati di quanto non siano stati i loro genitori, nonni e così via a salire nelle generazioni, si stanno dimostrando effettivamente fragili, insicuri e pronti ad allarmarsi oltremodo e hanno dimenticato che devono saper dire anche i “no” e non solo i “si” pensando a chissà cosa sta tormentando i figli.
Siamo arrivati ad una tale centrifugazione e psicosi sociale che oggi se un adulto conoscente dei genitori vede un bambino picchiarsi al parco giochi è molto probabile che non intervenga e non riferisca nulla ai genitori così come è più probabilmente che un estraneo segnali un banale accaduto di litigio tra bambini op un rimprovero sostenuto ai Servizi Sociali (SS).
E così arriva la fine del fanciullo che si ritrova ad entrare in un tunnel senza uscita con il rischio di occupare un posto in una Casa Famiglia.
Alla luce di queste considerazioni è evidente, a mio avviso, che non esiste una scuola nella quale apprendere come fare i genitori, non a caso, da sempre, si dice che è il “mestiere” più difficile, di contro non credo vi sia nessuno in grado di insegnarlo a fare anche perché, a meno che costui non venga da un altro mondo, egli stesso ha sentito i suoi genitori esprimere il peso della funzione (il mestiere più difficile) e quindi come può mai ergersi a maestro? Ove così non fosse, verrebbe meno anche il principio di falsificabilità di una teoria che è alla base del pensiero filosofico di Popper e, conseguentemente, sarebbe confutata la teoria di coloro che si ritengono in grado di insegnare a fare i genitori. Resta fermo comunque, per un genitore attento e degno, il dovere d’intervento  mirato e scevro da condizionamenti psico-sociali.

Come mai, nonostante le evidenze giudiziarie e di cronaca sono sempre più i cosiddetti “figli contesi” a pagare il prezzo delle strumentalizzazioni e devastazioni?
Dalla data di entrata in vigore della Legge 54/2006 che ha sancito il diritto dei figli ad avere due genitori, il cosiddetto diritto alla bigenitorialità, così come natura e organizzazione sociale da sempre ritengono, a meno che un figlio non sia orfano, ad oggi, sebbene siano trascorsi quasi 10 anni, si è andando manifestando ed affermando un fenomeno di devastanti proporzioni che vede un genitore attaccare l’altro genitore e pur di annientarlo si fa scudo dei figli e li utilizza quale strumento di ricatto affettivo e di vessazione dell’altro
genitore.
Si grida ovunque lo slogan che si può smettere di essere marito e moglie perché l’amore può finire ma non si può smettere di essere genitori e figli. Certo! Rimane però i fatto che i danni maggiori li pagano proprio i fanciulli che vorrebbero ricevere cura, affetto, vicinanza e sostegno da entrambi i genitori e non già, invece, negazione di questi diritti e men che meno vorrebbero essere strumentalizzati da uno dei due per colpire l’altro.
E’ una violenza inaudita non solo di un diritto naturale, prima ancora che giuridico, ma è un assoluta negazione del diritto di ogni fanciullo a crescere sereno senza dover rinnegare o accusare l’altro genitore dei reati più infamanti per compiacere al genitore con il quale si trova a coabitare e a trascorrere gran parte del proprio tempo di vita, affettivo, ludico, formativo nonostante la legge sull’affido condiviso non preveda, come purtroppo fanno invece le sentenze, né diritti di visita e né la cosiddetta coabitazione con uno solo dei genitori coaffidatari.
Sta di fatto che le statistiche giudiziarie in ambito civile e minorile vedono solo sulla carta enunciato l’ineludibile diritto del fanciullo alla bigenitorialità, e tanto è vero che a fronte del riconoscimento di questo diritto, nelle stesse sentenze si parla di “diritto di visita” e coabitazione con solo uno dei genitori; l’altro genitore è relegato, quando va bene, a spazi marginali di tempo se accordati dall’altro e comunque a corrispondere un mantenimento non già direttamente al figlio ma per tramite del genitore.
Si verifica di conseguenza che quando un genitore ritenga di esercitare la propria genitorialità e garantire al figlio il diritto alla bigenitorialità, sempre più soventi sono i ricorsi alla giustizia penale con false e calunniose accuse del genitore con cui coabita il minore.
Accuse avanzate al solo fine di escludere definitivamente l’altro genitore dalla vita del figlio e prive di fondamento alcuno, calunniose nel 90% dei casi.
Infatti le cancellerie dei tribunali penali e delle procure sono piene di procedimenti generati da accuse false e calunniose che però, nel mentre che la Giustizia svolge il suo lungo percorso, di fatto, per il principio di cautela e di credibilità dell’accusatore, non meno per l’intervento di taluni operatori delle scienze psico-sociali di cui si avvalgono gli inquirenti e giudicanti, si produce, proprio per mano delle istituzioni, una recisione pressoché definitiva dei rapporti genitoriali del fanciullo con il genitore bersaglio delle accuse.
Ma non finisce qui!
Questi fanciulli vengono immediatamente sottoposti a monitoraggio da parte dei Servizi Sociali, ad osservazione da parte dei professionisti della psiche e finiscono ben presto con l’entrare in un tunnel che devasta la loro infanzia e recide i rapporti affettivi con l’altro genitore; il tutto al fine di cercare spasmodicamente, morbosamente, nei disegni, nelle affermazioni e nei comportamenti del bambino la conferma delle accuse dell’altro genitore e di persone a lui legate.
Il risultato, in assoluto conflitto con il dovere di tutelare il minore, è la negazione del suo diritto alla salute psico-fisica, la devastazione della sua infanzia, la mistificazione della realtà e la diffusione, operata senza alcun ritegno ed etica professionale da parte di taluni operatori del diritto ed operatori delle professioni psico-sociali.
Come dire: qual è la fortuna dell’ ombrellaio? Risposta: quando piove, ovvio!
E le relazioni ciclostilate di certi servizi Sociali, le consulenze tecniche pilatesche o viziate da un pregiudizio di partenza, il sempre più evidente fenomeno di surrogazione delle funzioni giudicanti o, di contro, gli accomodamenti più o meno esplicitamente richiesti da inquirenti o giudicanti pregiudizialmente schierati, cosa altro sono se non la prova provata della esistenza di una peste bubbonica?
Quanto affermo, prosegue l’Ing. Giuseppe Iuele, trova riscontro in chiare prese di distanza da questo devastante quadro ad opera proprio di Magistrati e Giudici, ad esempio l’ex Giudice Francesco Morcavallo o il PM Carmen Pugliesi e tanti altri operatori del diritto e delle professioni psico-sociali accorti e professionali ma, ove non bastassero queste prese di distanza a far capire la drammaticità della situazione, vi sono i casi di cronaca sempre più allarmanti che denunciano la gravità delle devastazioni sui fanciulli; ad esempio i fratellini di Basiglio, il caso di Rignano Flaminio ed il caso ultimo di un genitore in carcere da oltre 9 anni con condanna passata in giudicato che vede, nel mentre, i figli divenuti maggiorenni in una casa famiglia, accusare pubblicamente l’altro genitore per averli costretti, con maltrattamenti fisici e psicologici, ad accusare falsamente l’altro genitore e a sostenere le false accuse davanti a scienziate della psiche, ad inquirenti e giudicanti.
…… Quel genitore è ancora in un carcere di massima sicurezza, e l’altro genitore fa salotto in TV da gossiprosa …  eppure se è vero, come è vero, che sono le testimonianze a fornire ai giudici gli elementi che motivano le sentenze perché, mi domando e chiedo ai preposti ed al popolo italiano, in nome del quale vengono emesse le sentenze : ….. ma la testimonianza resa in diretta a tutta Italia da questi due maggiorenni hanno meno valore di quelle che sono state loro estorte e/o imposte quando erano minorenni?
Alla luce di queste considerazioni, continua il Presidente di ADF Basilicata, è evidente che troppe cose non vanno nella direzione della tutela dei fanciulli, dei loro diritti ed anche dei diritti di poveri genitori che incappano in queste disavventure solo perché amano i propri figli e combattono per assicurare loro il diritto alla bigenitorialità ed a se stessi il diritto ad essere genitori.
Mi sento di dire ed augurare, conclude Giuseppe Iuele, che eccettuate le figure istituzionali che intervengono in questa materia delicatissima con la dovuta umanità, professionalità e terzietà, coloro che fanno parte delle tifoserie non abbiano ad incorrere in tali tragedie per
ché sono disumane!
Si sa, comunque, che fin quando la civiltà del vivere non sarà tale e fin quando anche in questi ambiti ci saranno le tifoserie, nessuno dei loro figli, e loro stessi, potranno ritenersi immuni dall’essere colpiti da questo tipo di tragedie.

 

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Guida alla ricerca di prodotti e servizi ideali sul web

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Le attività sul web sono cresciute a dismisura in questi ultimi anni. Sono molteplici le piattaforme presenti sul mercato che offrono differenti tipologie di prodotti, dai più famosi e-commerce attivi nella vendita di beni di varia natura, dall’abbigliamento ai dispositivi elettronici, a quelli specializzati nella sottoscrizioni di servizi, come ad esempio nell’intrattenimento. Offerte che molto spesso generano parecchia confusione negli utenti, nel momento di scegliere i prodotti più appropriati. A tal proposito può tornare utile comprendere l’iter suggerito per arrivare all’acquisto corretto.

Individuare le proprie esigenze

Il primo passo da compiere è individuare quali sono le proprie esigenze durante la fase di ricerca, ovvero avere ben chiaro a cosa servirà il nuovo acquisto. Se per esempio si desidera comprare un nuovo smartphone, è fondamentale comprenderne l’utilizzo. Sarà il nuovo telefono principale o il cosiddetto “muletto” da adoperare solo in determinate circostanze? In base all’uso, saranno diverse le specifiche tecniche da ricercare (RAM, sistema operativo, risoluzione fotocamera, etc).

Eseguire un’accurata ricerca online

Il secondo step è effettuare un’accurata ricerca online, essenziale per accertare quali sono i beni e servizi più adatti. Si potranno usare i più popolari motori di ricerca, come ad esempio Google, indubbiamente il più noto. Molto utili anche i forum di settore, in cui trovare le esperienze di altri utenti.

Le più valide piattaforme mettono a disposizione le recensioni di altri clienti che hanno acquistato precedentemente il bene o sottoscritto il servizio. Possono tornare molto utili per farsi un’idea prima di decidere cosa acquistare. Ad esempio, se interessati ad un nuovo pc desktop, leggere le recensioni su alcuni modelli presenti sugli e-commerce di informatica, contribuirà a farsi un’opinione.

Confrontare le offerte

Per quanto riguarda il confronto delle offerte, è importante considerare i vari fattori disponibili sul mercato. Per chi è alla ricerca di bonus sulle scommesse, esistono siti online che evidenziano bonus, rimborsi, speciali offerte sia sul calcio che su altri sport come i maggiori tornei di tennis o le appassionanti corse di Formula 1 e persino concorsi speciali per i più appassionati.

Passando alle varie aziende, Amazon si distingue come un gigante dell’e-commerce, offrendo una vasta gamma di prodotti, dalle tecnologie all’abbigliamento e ai prodotti per la casa. La sua diversificata selezione e le frequenti promozioni la rendono una scelta popolare per molti acquirenti online. Groupon si differenzia per le sue offerte e sconti locali, che coprono una vasta gamma di esperienze, dai ristoranti alle spa e alle attività ricreative. È un’ottima risorsa per coloro che cercano offerte nella propria zona e desiderano esplorare nuove esperienze a prezzi convenienti.

Infine, Netflix è il leader indiscusso nel settore dei servizi di streaming, offrendo una vasta libreria di film, serie TV e contenuti originali. Con prezzi competitivi e una vasta gamma di opzioni, è diventato una risorsa imprescindibile per gli appassionati di intrattenimento in tutto il mondo.

Osservando questi semplici consigli, sarà possibile individuare i prodotti e servizi più appropriati, risparmiando tempo e denaro.

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Soggetto, sceneggiatura e copione: come nasce un film

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La creazione di un film coinvolge diverse fasi, dall’ideazione iniziale alla produzione finale. Ecco una panoramica di come nasce un film, includendo soggetto, sceneggiatura e copione:

Soggetto:

    • Il processo inizia con un’idea o un concetto per il film, noto come “soggetto”. Questo può provenire da varie fonti, come un libro, un articolo di giornale, una storia vera, un evento storico, una conversazione, un sogno o semplicemente dalla creatività dell’autore.
    • Il soggetto è una breve descrizione del nucleo centrale del film, spesso espresso in una o due frasi. Può includere la premessa, i temi principali e i personaggi chiave.

    Sceneggiatura:

      • Dopo aver sviluppato il soggetto, si passa alla scrittura della sceneggiatura. Questo è un documento più dettagliato e strutturato che espande il soggetto in una narrazione completa.
      • La sceneggiatura solitamente segue una struttura tradizionale che include l’introduzione dei personaggi e del mondo in cui vivono, lo sviluppo della trama attraverso conflitti e risoluzioni, e una conclusione soddisfacente.
      • La sceneggiatura include dialoghi, descrizioni delle scene e delle azioni dei personaggi. Può essere suddivisa in atti o sequenze per organizzare la narrazione.

      Copione:

        • Il copione è la versione finalizzata della sceneggiatura che viene utilizzata durante la produzione del film. Può includere ulteriori dettagli, come indicazioni per la regia, la fotografia, le scene d’azione e gli effetti speciali.
        • Il copione è un documento tecnico che fornisce istruzioni dettagliate per il cast e la troupe durante le riprese. Può essere modificato durante la produzione per adattarsi a esigenze specifiche o improvvisazioni degli attori.

        Produzione:

          • Una volta che il copione è completato, si passa alla fase di produzione, che coinvolge la selezione del cast e della troupe, la preparazione dei set, le riprese delle scene e altri aspetti pratici del filmmaking.
          • Durante la produzione, il regista lavora con gli attori e il team tecnico per portare il copione alla vita, interpretando le scene e catturando le immagini secondo la visione del film.

          Post-produzione:

            • Dopo le riprese, il materiale girato viene montato insieme per creare il film completo. Questa fase include il montaggio delle scene, l’aggiunta di effetti visivi, la registrazione e l’editing del suono, e altre attività per perfezionare il prodotto finale.
            • Durante la post-produzione, il film può subire ulteriori modifiche al montaggio o alla colonna sonora per migliorare la coerenza narrativa e l’impatto emotivo.

            Infine, una volta completata la post-produzione, il film è pronto per essere distribuito al pubblico attraverso cinema, televisione, streaming online o altri canali di distribuzione.

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            Vittorio De Sica: il Maestro del Neorealismo nel cinema italiano

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            Nel panorama del cinema italiano, pochi nomi risplendono con la stessa intensità e importanza di Vittorio De Sica. Regista, attore e icona del Neorealismo, De Sica ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del cinema, sia in patria che a livello internazionale. Il suo contributo al cinema italiano è stato non solo significativo, ma anche rivoluzionario, influenzando generazioni di cineasti e spettatori.

            Nato nel 1901 a Sora, in provincia di Frosinone, De Sica ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attore teatrale, per poi approdare al cinema negli anni ’30. Tuttavia, è negli anni ’40 che ha raggiunto il suo apice artistico, diventando una delle figure centrali del movimento neorealista italiano. Con film come “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948) e “Miracolo a Milano” (1951), De Sica ha portato sullo schermo storie di semplici persone comuni, mostrando la realtà quotidiana e le difficoltà della vita nell’Italia del dopoguerra.

            La capacità di De Sica di cogliere l’essenza umana nei suoi film è stata evidente anche nei suoi ruoli da attore. La sua performance memorabile in “Ladri di biciclette”, dove interpreta un disoccupato che cerca disperatamente di recuperare la sua bicicletta rubata, è stata acclamata dalla critica e dal pubblico, confermando il suo talento poliedrico.

            Ma è soprattutto il suo lavoro dietro la macchina da presa che ha reso De Sica una leggenda del cinema. I suoi film sono caratterizzati da una semplicità ed un’onestà straordinarie, con una fotografia in bianco e nero che cattura magistralmente l’atmosfera di povertà e speranza dell’Italia del dopoguerra. Inoltre, De Sica ha saputo dirigere i suoi attori in modo naturale e autentico, spesso scegliendo volti non professionisti per dare maggiore realismo alle sue storie.

            Oltre ai suoi contributi al Neorealismo, De Sica ha dimostrato la sua versatilità come regista con film di diversi generi, tra cui commedie brillanti come “Matrimonio all’italiana” (1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, e drammi intensi come “Umberto D.” (1952), una toccante storia di un anziano pensionato che lotta per sopravvivere in una società che lo dimentica.

            Il suo impatto sul cinema italiano e mondiale è stato riconosciuto con numerosi premi e riconoscimenti, tra cui quattro Oscar alla miglior sceneggiatura originale e un Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. Ma più importante di tutti i premi, il vero lascito di Vittorio De Sica è il suo straordinario corpus di opere cinematografiche, che continuano a ispirare e commuovere gli spettatori di tutto il mondo, dimostrando il potere senza tempo del cinema nel raccontare storie umane universali.

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