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Costume e Società

IMPERIA: AL NASTRO DI PARTENZA LA X EDIZIONE DEL VIDEO FESTIVAL

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Tempo di lettura 3 minuti Il concorso vero e proprio, quello "cinematografico", scatterà nel pomeriggio di martedì 21 con la proiezione delle prime opere

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Redazione
Imperia
– Ci sarà una forte e qualificata partecipazione della produzione cinematografica indipendente italiana in concorso alla 10a edizione del Video Festival Imperia, rassegna tra le più valide e affermate del settore, in programma da martedì 21 a sabato 25 aprile presso l’Auditorium della Camera di Commercio di Imperia. 
 
Il taglio del nastro alla kermesse avverrà martedì mattina alle ore 10 ad opera di S.E. il Prefetto di Imperia Silvana Tizzano, presente al Video Festival di Imperia non solo nelle vesti di “madrina”, ma anche in qualità di partner istituzionale.  La Prefettura è infatti organizzatrice dell'evento "Progetto Alcool Responsabile: prevenzione del fenomeno dell'abuso di alcool tra i giovani" che fa parte degli appuntamenti in programma nel contenitore di incontri e convegni "NonSoloCinema e che aprirà di fatto la 10a edizione del Video Festival.
 
Il concorso vero e proprio, quello "cinematografico", scatterà nel pomeriggio di martedì 21 con la proiezione delle prime opere. Sono due le sessioni proposte gratuitamente al pubblico: una con inizio alle 15,30 ed una alle 20,30. Saranno proposti 67 (quelle selezionate dalla giuria) delle 715 opere iscritte originariamente e provenienti da 65 nazioni. Le proiezioni proseguiranno tutti i giorni sino a venerdì 24. Trenta sono i premi assegnati nelle varie categorie. Ai vincitori verrà assegnato l’ambito “Silver Frame”, originale e artistico riconoscimento che caratterizza il Video Festival Imperia.
 
All’edizione 2015 del Video Festival si parlerà molto di Africa. Si sono moltiplicate le opere che propongono storie e aneddoti, che raccontano e illustrano problematiche e comportamenti degli abitanti e della fauna del continente africano. Questi lavori saranno in concorso in una nuova ed apposita categoria l’African Wildlife.
Condivide e contribuisce a sviluppare l’amore per l’Africa l’associazione AIEA (Associazione Italiana Esperti Africa), presente al Video Festival e promotrice di uno degli eventi (in programma venerdì 24 aprile) inseriti nel contenitore di incontri, eventi e convegni “NonSoloCinema” che anche quest’anno, nel segno di una sempre più consolidata tradizione, proporrà tematiche culturali e sociali.
I rischi che produce l’abuso di alcool tra i giovani; le Alpi del Mare, bellezze naturali incomparabili, di cui si parlerà, assieme ai rappresentanti dell’Uisp nella mattinata di mercoledì 22; la lotta alla zanzara tigre, promossa dall’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (spettacolo e convegno sono in programma giovedì 23) e l’omaggio ad Adrien Wettach, in arte Grock, sono i temi che saranno affrontati nel corso dei cinque giorni del Video Festival. 
 
Molti quest'anno anche gli argomenti "sensibili" toccati dai film in concorso. Si va da quelli legati alla "privacy"; alla "lotta partigiana" nel racconto di 2 "staffette; al sogno paraolimpico di un giovane disabile, al dramma del lavoro; alla storia di un impresario funebre che si è inventato la pubblicità per la propria azienda, alla storia di una pittrice piemontese di fine 800, primo 900 (interpretata da Pamela Villoresi) che ricorda molto (coi suoi distinguo) Frida Kahlo; a testimonianze di vita di immigrati; a storie di mafia, sino al problema dell'anoressia. Questi due ultimi argomenti, come quello del sogno paraolimpico sono frutto di Produzioni RAI. Quest'anno la Rai è fortemente presente coi "lavori" di alcuni suoi registi al Video Festival Imperia.
 
 
E sarà un caso, ma tra i Premi destinati alla "Televisione di qualità'" che da qualche anno il VFI assegna ce ne sono due destinati proprio alla Rai: A Report per il Video giornalismo d'inchiesta ed a Ulisse il piacere della scoperta per l'Approfondimento scientifico. Tra i premi "Televisione di qualità'” figura anche quello assegnato a “Life, Uomo e Natura”, mentre il premio “Personaggio TV” verrà attribuito a Dario Ballantini.
 
Sabato 25, nell'ambito di una speciale cerimonia (inizio ore 21), preceduta dal passaggio di registi, attori, personalità dello spettacolo, su un autentico “red carpet” posizionato lungo il percorso che da piazza Dante porta all'interno dell'Auditorium, si svolgerà la premiazione dei vincitori. Un autentico “Gran Galà” molto apprezzato e partecipato, per il quale è prevista la partecipazione dell’attore comico Alberto Patrucco.
 

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Isola delle rose e isola dei famosi: due esperimenti sociali agli antipodi

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L’Isola delle Rose e l’Isola dei Famosi rappresentano due realtà molto diverse tra loro, sia dal punto di vista sociologico che motivazionale, che riflettono cambiamenti significativi nella società nel corso del tempo.

L’Isola delle Rose è un’isola artificiale costruita nel 1967 al largo della costa italiana vicino a Rimini. Fu creata come una micronazione autoproclamata dallo scienziato e ingegnere italiano Giorgio Rosa, con l’obiettivo di sfidare la sovranità territoriale italiana e promuovere l’ideale di libertà e indipendenza. L’Isola delle Rose rappresenta una sperimentazione sociale e politica, con l’idea di creare una comunità utopica basata sulla cooperazione e l’autogestione.

D’altra parte, l’Isola dei Famosi è un reality show televisivo in cui un gruppo di persone famose viene portato in un’isola remota e deve affrontare sfide fisiche e mentali per sopravvivere e guadagnare premi. L’Isola dei Famosi è incentrata sull’intrattenimento e sulla competizione, con l’obiettivo di attirare l’attenzione del pubblico e generare interesse attraverso il dramma e le dinamiche interpersonali.

Le differenze sociologiche tra le due realtà sono evidenti:

  1. Finalità e motivazioni: L’Isola delle Rose era motivata da ideali di libertà, indipendenza e sperimentazione sociale, mentre l’Isola dei Famosi è incentrata sull’intrattenimento, la competizione e la celebrità.
  2. Struttura sociale: L’Isola delle Rose aveva una struttura sociale basata sull’autogestione e la cooperazione tra i membri della comunità, mentre l’Isola dei Famosi ha una struttura gerarchica con ruoli definiti e dinamiche di potere.
  3. Approccio alla vita quotidiana: Sull’Isola delle Rose, i residenti dovevano affrontare le sfide della vita quotidiana in un ambiente isolato e autonomo, mentre sull’Isola dei Famosi i concorrenti affrontano sfide create artificialmente per l’intrattenimento televisivo.
  4. Rapporto con il mondo esterno: L’Isola delle Rose era isolata dal resto del mondo e tentava di sfidare le autorità nazionali, mentre l’Isola dei Famosi è un programma televisivo che ha una forte connessione con il mondo esterno attraverso la trasmissione televisiva e i social media.

In conclusione, l’Isola delle Rose e l’Isola dei Famosi rappresentano due esperimenti sociali molto diversi tra loro, che riflettono valori, ideali e obiettivi differenti. Mentre l’Isola delle Rose rappresentava un tentativo di creare una comunità utopica basata sulla libertà e l’autogestione, l’Isola dei Famosi è un programma televisivo che si concentra sull’intrattenimento, la competizione e la celebrità.

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Dalla disco music alla Trap music: il fascino della “Febbre del sabato sera” è ancora vivo e vegeto

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La storia della disco music ha radici profonde nella cultura musicale afroamericana e ha attraversato diverse fasi e influenze nel corso degli anni, influenzando generazioni di appassionati di musica e ballerini.

Negli anni ’70, la disco music ha avuto origine nei club notturni di New York City e Philadelphia, dove DJ come DJ Kool Herc, DJ Afrika Bambaataa e DJ Grandmaster Flash iniziarono a sperimentare con mixaggi elettronici e a suonare registrazioni di musica funk e soul a velocità più elevate. Questa nuova forma di musica da ballo ha catturato l’immaginazione delle persone e ha rapidamente guadagnato popolarità nelle discoteche di tutto il mondo.

Tra i primi artisti che hanno contribuito a definire il suono della disco music ci sono stati i Jackson 5, con hit come “Dancing Machine”, e artisti come Donna Summer, Gloria Gaynor e i Bee Gees, che hanno dominato le classifiche con brani come “Love to Love You Baby”, “I Will Survive” e “Stayin’ Alive”, rispettivamente. Questi brani sono diventati inno della cultura disco e hanno contribuito a definire il suo stile e la sua estetica.

Barry White è stato un altro artista iconico della disco music, noto per le sue canzoni romantiche e sensuali che includevano “Can’t Get Enough of Your Love, Babe” e “You’re the First, the Last, My Everything”. Le sue produzioni orchestrali lussureggianti e la sua voce profonda e sensuale hanno reso le sue canzoni dei classici della disco music.

Negli anni successivi, la disco music ha subito un declino di popolarità verso la fine degli anni ’70, ma il suo impatto sulla cultura musicale è rimasto significativo. Elementi della disco music sono stati incorporati in generi musicali successivi, compresa la dance music degli anni ’80 e ’90 e la musica house e dance pop contemporanea.

Più recentemente, il genere trap music ha guadagnato popolarità, soprattutto tra i giovani, con artisti come Future, Travis Scott e Migos che hanno portato avanti il suono e lo stile della trap music. Anche se la trap music ha radici diverse dalla disco music, entrambi i generi condividono un focus sull’energia e sul ritmo che li rende irresistibili per molti adolescenti e giovani amanti della musica da ballo.

In definitiva, la disco music ha avuto un impatto duraturo sulla cultura musicale e continua a influenzare la musica e la cultura pop contemporanee, dimostrando che il fascino della “febbre del sabato sera” è ancora vivo e vegeto per molte persone di tutte le età.

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Le note disciplinari a scuola: perché?

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Secondo il parere di alcuni docenti, da quando si utilizza il registro elettronico si è più propensi a cliccare sulla voce note per richiamare il comportamento non corretto di alcuni alunni.

Questa modalità è molto più diffusa nelle scuole secondarie di II grado piuttosto che negli altri gradi scolastici. Il perché di questo spartiacque rispetto agli altri gradi d’istruzione dipende dall’età degli alunni.

Nell’immaginario collettivo l’adolescente attua comportamenti più atipici rispetto ad altre età, nonché “degni” di una nota disciplinare in cui viene esplicato l’errore del comportamento dell’alunno da parte del docente.

Perché l’adolescente?

L’adolescente è maggiormente coinvolto nella fragilità del suo cambiamento e pertanto più volubile nel mettere in atto atteggiamenti non coerenti. È un’età di passaggio tra la pubertà e l’adolescenza costellata dai primi amori, le prime relazioni e i primi atteggiamenti di rivalsa sociale.

Un’età in cui il ragazzo/a si pensa in un’ottica di indipendenza da tutto e da tutti, in cui l’ego si esprime in modo alto, pensando di essere leader e di poter assumere comportamenti di ogni tipo. A volte la scaltrezza di un adolescente è peggiore di quella che può assumere un adulto.
In tutto ciò, la genitorialità e, a volte nemmeno la scuola, riesce a scalfire atteggiamenti non congrui alla convivenza sociale da parte di alcuni adolescenti.

È una fase di vita in cui ci si sente “grandi”, in cui ci si oppone alla correttezza e alla presa di coscienza di sé e dell’altro. Un passaggio difficile per la maggioranza dei ragazzi/e: alcuni adolescenti non riescono a darsi una collocazione nel mondo circostante, cadendo spesso in situazioni poco sicure (es. alcool, droga, fumo etc …).

Di concerto tali atteggiamenti vengono riflessi nel contesto domestico e scolastico.
In quest’ultimo caso, il docente è costretto a segnalare, mediante una nota disciplinare, il comportamento incoerente dell’alunno/a.

È in tal senso che il giovane mette in atto comportamenti spesso oppositivi e ribadisce la sua “innocenza”. Qui nascono i dissapori tra alunni e docenti e si spezza una sorta d’incantesimo che segna il percorso dello studente. Nascono raffronti con il docente che ha segnalato una nota disciplinare sia da parte dell’alunno che dei genitori. Quest’ultimi “pretendono” spiegazioni dall’insegnante e spesso sono contrari alla nota assegnata al figlio/a. In casi più sporadici, invece, è lo stesso genitore che chiede aiuto agli insegnanti poiché non riesce a tollerare il comportamento del figlio/a.

In questo contesto, i docenti e i genitori ricoprono un ruolo essenziale per la crescita e l’evoluzione del ragazzo/a. Queste due figure educative devono premunirsi di pazienza, stabilendo le regole da seguire e cercando di accompagnare il giovane verso la strada migliore per lui/lei.

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