LA MONTAGNA DEI SAGGI PARTORISCE UN TOPOLINO

Emanuel Galea

Sono molto indeciso. Non so se dobbiamo gioire. Non so se dobbiamo piangere. Dieci giorni d’intenso lavoro. Dieci giorni con tutta l’Italia sulle spine. Dieci giorni durante i quali le miglior menti, scelte dall’Alto Colle, si arrabattano, aggrovigliando i loro sommi cervelli. L’Italia attende, affannosa, in ansia, in spasmodica attesa. Gente per strada, al bar, al mercato, fuori delle chiese, nei salotti fra amici e twittando a più non posso. Il tema è uno. A quando la fumata bianca? Precisamente il 2 aprile, dieci uomini illustri, spero ben remunerati, su invito del Presidente, sono entrati in conclave, in gergo si può anche dire in gestazione per cercare soluzioni inedite, riflessioni originali da sottoporre alla classe politica, classe con coscienze indurite ed insensibili a cambiamenti e ad impellenti fabbisogni della società. Insomma dei personaggi chiamati per indicare una via d’uscita incastonata di ”innovazioni” per uscire dal cul de sac in cui si sono infilati perlopiù i tre partiti che hanno vinto, si fa per dire, le elezioni. Ieri, 12 aprile, le porte dello studio del Presidente si sono aperte. Il funzionario della cerimoniale, con faccia radiante ed evitando le domande della stampa, ha affisso un gran fiocco sulla porta, l’ha richiusa e prendendo ufficialmente la postura del messaggero ha annunciato: “I saggi, entrati in gestazione il 2 aprile, hanno finito le doglie e presentano le delizie delle loro fatiche. Più tardi, politici e giornalisti potranno visitare il nascituro”. Un’ora dopo politici e tutta la stampa avevano visitato e tenuto in braccio il nuovo arrivato. A dire la verità, pochi sono stati quelli che hanno fatto dei complimenti ai partorienti. Dal fondo della sala stampa, si è sentita una voce risonante: “La montagna dei saggi ha partorito un topolino”. Come fare a non dare ragione a questa voce? Non intendiamo rivisitare il lavoro dei dotti voce per voce. Si trova su tutti i giornali e per internet Per noi è una “minestra riscaldata” e non poco. Per primo, naturalmente ci sta la legge elettorale. Dicono loro: “ le leggi elettorali sono diverse”. Hanno scoperto l’acqua calda. Di legge elettorale si parla dai “tempi di Noé” e non ci si è mai messi d’accordo appunto perché i sistemi sono diversi. Se ce ne fosse stata una unica, sarebbe stato tutto diverso. Poi i saggi continuano in crescendo. Ecco il secondo punto : «rendere sostenibile il debito pubblico e ridurlo», tra cui l’abbassamento delle tasse su lavoro e impresa; interventi immediati sempre finalizzati alla crescita.  Avete notato l’originalità della proposta? Avete mai sentito alcuno parlare che c’è bisogno di ridurre le tasse, di favorire la crescita? Idee innovative anche per il settore “lavoro”. Sentite, sentite: “allentare i vincoli alle imprese sull'assunzione di dipendenti a tempo determinato”. Ci si domanda: queste brave “menti eccelse” dov’ erano quando si battagliava per l’abolizione dell’articolo 18? Proseguono, sempre in un delirio crescente : “La crisi dei partiti politici e la maggiore indipendenza della società dalla politica – scrivono – ha posto fine al monopolio dei partiti sulle cariche pubbliche”. Ma quando mai! Ma di quale Paese stiamo parlando!  Propongono, come se fosse la prima volta, la diminuzione del numero dei parlamentari; la trasformazione del Senato in Camera delle Regioni, ed anche questa ci pare di averla sentita da qualche altra parte; una riforma per una giustizia più veloce ed efficace, anche questa non ci pare affatto nuova; tutelare meglio i consumatori, che non guasta. Il piatto forte di questi illustri signori, è arrivato con il capitolo “finanziamento ai partiti oppure se vuoi, camuffato sotto le vesti di rimborsi. A questo punto, avvalendosi anche loro degli stessi ragionamenti che portano avanti i partiti, si sono rivelati compiacenti e desiderosi di compiacere.  Gli emeriti saggi, che, secondo me hanno fatto delle proposta che non valgono l’oro della remunerazione che senza meno andranno a percepire, hanno fornito una piattaforma per le riflessioni, ma tanto piatta, così piatta che oserei dire, diventa impercettibile.  Indiscrezioni riservate, trafugate, sembra, dalla camera dei bottoni, dicono che si sta allestendo un gruppo di sette anziani, raccolti per strada. Il compito di questi sarà di valutare se la decisione di scegliere questi “acceleratori/saggi” sia stato frutto della stanchezza oppure sia uno scherzo poco simpatico di fine settennato?