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Roma

MAFIA CAPITALE, INTERCETTAZIONI SHOCK: SPUNTANO DANIELE LEODORI E BRUNO ASTORRE

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Nella conversazione si parla di presunti interessamenti di Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale del Lazio, Alessio D’Amato, capo regia tecnica sulla Sanità regionale, il deputato democratico Bruno Astorre. “Astorre pure se sta a muove Leodori (Daniele Leodori, ndr) l’ha chiamato…”, dice Guarany.

Redazione

I Carabinieri del Ros stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura distrettuale antimafia, nei confronti di 44 indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni e trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle modalità mafiose.

Il secondo troncone della maxi inchiesta ruota attorno alle figure di Carminati, Salvatore Buzzi, suo braccio imprenditoriale e Luca Odevaine, quest’ultimo ex componente del tavolo tecnico sull’immigrazione del ministero dell’Interno, e del consigliere regionale Gramazio. Nelle intercettazioni si fa specifico riferimento a presunti coinvolgimenti del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Daniele Leodori, Alessio D’Amato, capo regia tecnica sanità della Regione e del deputato del Partito democratico Bruno Astorre.

Ulteriori 21 persone, indagate per i medesimi reati, sono sottoposte a perquisizione. Gli interventi sono tuttora in corso nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L’Aquila, Catania ed Enna. I provvedimenti scaturiscono dalla prosecuzione delle indagini avviate nel 2012 dal Ros, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Roma, che il 2 dicembre scorso avevano consentito un primo intervento nei confronti dell’organizzazione mafiosa facente capo a Massimo Carminati, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 37 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l’aggravante delle modalità mafiose e per essere l’associazione armata. Le indagini, in questa nuova fase, hanno permesso di acquisire ulteriori elementi in ordine all’esercizio del metodo mafioso da parte del sodalizio, confermato anche dalle testimonianze rese da diversi imprenditori vittime. È stata acclarata, inoltre, la centralità, nelle complessive dinamiche dell’organizzazione mafiosa diretta da Carminati, di Salvatore Buzzi, riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate

Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale antimafia della Capitale, hanno, tra l’altro, consentito di documentare la partecipazione di Luca Gramazio all’associazione mafiosa, in qualità di esponente della parte politica che interagiva, secondo uno schema tripartito, con la componente imprenditoriale e quella propriamente criminale. Il predetto, infatti, dapprima nella carica di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma Capitale ed in seguito quale capogruppo Pdl (poi Fi) presso il Consiglio regionale del Lazio, sfruttando la propria appartenenza ai suddetti organi amministrativi e la conseguente capacità di influenza nell’ambiente istituzionale, poneva in essere condotte strumentali al conseguimento degli scopi del sodalizio. È emersa, quindi, la diffusa attività di condizionamento attuato dal sodalizio diretto da Massimo Carminati, determinata dalla rete di rapporti e dal ramificato sistema tangentizio intessuti dal gruppo mafioso e coinvolgenti pubblici amministratori e pubblici ufficiali. Gli ulteriori approfondimenti in direzione di Luca Odevaine, i cui contatti con Buzzi erano emersi in relazione al coinvolgimento delle relative imprese nella gestione dell’emergenza immigrati, hanno confermato l’articolato meccanismo corruttivo facente capo allo stesso Odevaine che, in qualità di appartenente al Tavolo di coordinamento nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, è risultato in grado di ritagliarsi aree di influenza crescenti nello specifico settore. La prosecuzione delle indagini ha permesso di documentare come Luca Odevaine fosse in grado di garantire consistenti benefici economici ad un cartello d’imprese interessate alla gestione dei centri di accoglienza, determinando l’esclusione di imprese concorrenti dall’aggiudicazione dei relativi appalti.

Tra i 44 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip per la seconda tranche di ‘Mafia Capitale’ ci sono anche l’ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti, l’ex assessore alla Casa del Campidoglio, Daniele Ozzimo, i consiglieri comunali Giordano Tredicine, Massimo Caprari e l’ex presidente del X Municipio (Ostia) Andrea Tassone.

Regione Lazio – Corruzioni sono state individuate anche alla Regione Lazio, in particolare riguardo le figure di Gramazio e Ozzimo. In particolare, queste riguardano “le convenzioni per l’emergenza alloggiativa” con le connesse “turbative d’asta in relazione” a questi appalti. Poi ci sono le corruzioni “connesse al piano di dismissione del patrimonio immobiliare di Roma”.

Infine, la turbativa della gara relativa all’assegnazione del Cup (Centro unico prenotazioni sanitarie) della Regione Lazio, in cui risulta indagato anche Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti (Pd).
Negli atti si legge che “Buzzi, Carminati e Gramazio, elaboravano il progetto di partecipazione alla gara, assumevano le determinazioni generali in ordine alla turbativa e utilizzavano il ruolo di Gramazio, espressione dell’opposizione in Consiglio Regionale per rivendicare, nel quadro di un accordo lottizzatorio, una quota dell’appalto”.

Inoltre, “mediante intese, collusioni e accordi fraudolenti tra i partecipanti alla gara e con Angelo Scozzafava, pubblico ufficiale componente la commissione di aggiudicazione, finalizzati a ottenere per RTI Sol.Co. l’aggiudicazione di uno dei lotti in concorso, turbavano la gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all’acquisizione del servizio CUP occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio” per un importo di “91.443.027,75 euro, indetta dalla Regione Lazio”.

Agli atti risulta una intercettazione per questo appalto, in cui discutono, tra gli altri, Buzzi, Carminati e Carlo Guarany. Nella conversazione si parla di presunti interessamenti di Daniele Leodori, presidente del Consiglio regionale del Lazio, Alessio D’Amato, capo regia tecnica sulla Sanità regionale, il deputato democratico Bruno Astorre. “Astorre pure se sta a muove Leodori (Daniele Leodori, ndr) l’ha chiamato…”, dice Guarany.

Questo l’elenco completo dei destinatari della custodia cautelare in carcere:

Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Carlo Maria Guarany, Claudio Caldarelli, Nadia Cerrito, Paolo Di Ninno, già detenuti; Claudio Bolla; Massimo Caprari; Mirko Coratti; Antonio Esposito; Francesco Ferrara; Emilio Gammuto; Luca Gramazio; Michele Nacamulli; Daniele Ozzimo; Angelo Scozzafava; Franco Figurelli; Pierpaolo Pedetti; Fabrizio Franco Testa

Sono 25 le persone finite ai domiciliari nell’ambito della fase due dell’inchiesta Mafia capitale.

Tra loro, oltre ai nomi già emersi, come l’ex presidente del Municipio di Ostia Andrea Tassone e il capogruppo Pdl in Campidoglio Giordano Tredicine. In particolare, ecco la lista dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal gip di Roma Flavia Costantini: Emanela Bugitti, Piera Chiaravalle, Sandro Coltellacci, Alessandra Garrone, tutti già agli arresti domiciliari. Poi Gerardo Addeo; Tommaso Addeo; Gaetano Altamura; Stefano Bravo; Marco Bruera; Mario Cola; Domenico Cammissa; Santino Dei Giudici; Guido Magrini; Angelo Marinelli; Salvatore Menolascina; Mario Monge; Brigidina Paone; D. P.; Stefano Venditti; Paolo Solvi; Fabio Stefoni; Andrea Tassone; Giordano Tredicine; Tiziano Zuccolo; Carmelo Parabita.