MAFIA, COLPITO IL CLAN LAUDANI, 109 MISURE CAUTELARI

di Andrea Li Causi
 
Catania – I Carabinieri di Catania hanno eseguito una maxioperazione antimafia denominata “Vicerè”,  coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia (Dda) della Procura distrettuale di Catania. Sono state disposte misure cautelari per 109 indagati, appartenenti allo storico clan dei Laudani. Il lavoro degli inquirenti è esteso anche fuori dai confini italiani. I reati contestati a vario titolo sono: associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione, spaccio e traffico di stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi. Le delicatissime indagini hanno appurato che all’interno della cosca, tre donne avevano un ruolo molto importante. L’accusa sostiene che le donne, tratte in arresto, sono state in grado di dirigere l’attività criminale della cosca, seguendo le direttive dettate dai vertici, si sarebbero occupate anche dell’aspetto economico, ovvero della gestione della cassa comune e del sostentamento delle famiglie dei carcerati. Ma da chi è costituito il clan Laudani? I Laudani sono temuti nel catanese per le loro ramificazioni e il loro agire nel mondo della criminalità, sono noti come “Mussi di ficurinia” ovvero labbra di fico d’india, hanno mantenuto una propria autonomia nel mondo della criminalità e di Cosa Nostra Catanese. Anche se nei sanguinosi anni 80/90 hanno stretto alleanze con la stessa e con la ‘Ndrangheta. I militari hanno individuato sia i capi che i gregari e hanno appurato che il clan esercitava estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori. Le vittime però non hanno fornito un contributo concreto alle indagini, poiché soggiogate dalle continue pressioni coercitive hanno negato di pagare il Pizzo, hanno raccontato solamente di episodi storici in cui veniva pagato il pizzo, ma non hanno fornito elementi concreti per l’individuazione di soggetti specifici.