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Cronaca

MAFIA: TOTÒ RIINA IN OSPEDALE SI LAMENTA PER L'ASSENZA DEL PANETTONE, MA NON DEPONE COME TESTE PER LA STRAGE DI VIA D'AMELIO

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Tempo di lettura 2 minuti A comunicare che non deporrà è il suo legale che precisa inoltre che il superboss soffrirebbe di gravi problemi neurologici e non riuscirebbe nemmeno a scrivere

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di Angelo Barraco
 
Parma – Il giorno di Natale il sanguinario Boss di Cosa Nostra Totò Riina, ormai 80enne, si trova ricoverato presso l’ospedale di Parma in seguito ad una crisi respiratoria. Ma le sue condizioni non sono così gravi da ridurlo inerme e privo di forze in un letto d’ospedale. Totò “U curtu” dal lettino vuole sapere cosa mangerà e soprattutto vuole il panettone. Ma il panettone non arriva e il Boss non sembra l’abbia presa molto bene. “U Curtu” sperava forse di essere servito e riverito come lo era in latitanza, quando con uno schiocco di dita tutto si materializzava sotto le sue mani, dalle cose più semplici alle cose più grosse. Da un semplice panettone alla vita di un essere umano. Il boss si è lamentato per l’assenza del panettone, inoltre non ha ricevuto nessun trattamento particolare rispetto agli altri ma si è dovuto accontentare del semplice pranzo natalizio, sicuramente non saranno osteriche e Champagne a cui era abituato molti anni prima. Bisogna ricordare inoltre che Riina era stato ricoverato in gravi condizioni il 15 dicembre scorso. Il suo ritorno in cella è avvenuto prima di capodanno poiché le sue condizioni sono migliorate. Un altro superboss che allo stato attuale si trova in carcere è Bernardo Provenzano “Binnu”, ricoverato presso l’ospedale San Paolo di Milano in una camera di sicurezza e la sua salute è a rischio, meno quella di Riina che ancora parla, racconta e da come si è potuto evincere dalle intercettazioni in carcere detta ordini, sentenze di morte e parla di stragi. E’ proprio in merito alla Strage di Via D’Amelio c’è una novità, nel processo in corso davanti alla corte d’assise di Caltanissetta il boss non deporrà. Riina è citato come teste. A comunicare che non deporrà è il suo legale che precisa inoltre che il superboss soffrirebbe di gravi problemi neurologici e non riuscirebbe nemmeno a scrivere. L’avvocato ha puntualizzato inoltre che Riina si vuole avvalere della facoltà di non rispondere poiché imputato di reato connesso. I Pm hanno rinunciato all’esame di Totò Riina. 

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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