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Cronaca

Maltempo: 4 morti sulle Alpi tra Friuli, Bellunese, Marmolada e Adamello

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Tempo di lettura 3 minuti Muore escursionista ucciso da un fulmine, deceduta anche 24enne romana

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Redazione

 

Quattro vittime per il maltempo che si è abbattuto al Nord. Il maltempo lungo l'arco alpino e dolomitico ha richiesto finora oltre 30 interventi da parte dei soccorritori. Al momento 51 le persone soccorse. Lo rende noto il Corpo Nazionale del soccorso alpino e speleologico.

E' stata individuata dal Soccorso Alpino di Maniago (Pordenone) la vittima dell'incidente causato dal maltempo in Friuli. Si tratta di una persona che si trovava lungo la pista forestale che conduce al raduno europeo della famiglia Arcobaleno. Secondo quanto si apprende, la vittima – un uomo di 41 anni, cittadino belga – si trovava nella propria tenda travolta da un albero durante il temporale

Ha perso la vita precipitando per diversi metri dopo essere scivolata su un sentiero bagnato, durante un forte temporale, a Saviore dell'Adamello, Margherita Nardone, 24 enne romana.

Un escursionista è stato ucciso da un fulmine sulla ferrata della Marmolada, in Trentino. Ferita, ma non grave, anche la moglie, che ha chiamato i soccorsi. Il turista emiliano, 47 anni, stava percorrendo la via ferrata, quando è stato sorpreso da un forte temporale. Non ha avuto modo di ripararsi, un fulmine lo ha colpito. La moglie, sotto shock, è riuscita a dare l'allarme chiamando al 112. E' intervenuto oltre al soccorso alpino che ha portato in salvo la donna, anche l'Aiut Alpin che ha recuperato il morto e lo ha trasportato a Canazei.

Un uomo è rimasto ucciso schiacciato da un albero sradicato dal vento che si abbattuto sui commensali che stavano partecipando ad una sagra locale. Il fatto è avvenuto a Marziai (tra Quero Vas e Lentiai), sulla riva del fiume Piave dove era in corso la sagra del 'pojat' a cui c'erano una ventina di persone. Improvvisamente la zona è stata interessata da un forte vento che ha sradicato molti alberi, anche alti 10 metri, uno dei quali ha travolto uno dei commensali.

I forti temporali, le intense piogge e le grandinate hanno causato nella notte notevoli danni in Alta Val Pusteria soprattutto nella zona di Braies e Dobbiaco.Fortunatamente non vi sono feriti. Un treno regionale diretto a San Candido è rimasto bloccato per la caduta di una frana a Valdaora. 80 passeggeri a bordo sono stati raggiunti e portati nei punti di assistenza allestiti nelle stazioni di Valdaora e Monguelfo.

Il rio Braies uscito dall'alveo ha inondato alcune case e abitazioni della zona. In brevissimo tempo sono cadute 100 mm di pioggia. Alcune autovetture parcheggiate sono state trascinate dalle correnti nel rio. Le operazioni sono state rese difficili, spiegano i Vigili del Fuoco, sia dall'oscurità come anche dalla mancanza di alimentazione elettrica nella zona che ha colpito 350 utenze. Un ottantina di interventi da parte dei diversi Corpi dei Vigili del Fuoco della zona con oltre 200 soccorritori sul posto.

Dopo i violenti temporali nella notte in Alta Val Pusteria i Vigili del Fuoco hanno salvato in Val di Braies una donna rimasta bloccata in casa a Ferrara. Il suo maso era stato raggiunto da una colata di fango. A Ponticello, sempre in Val di Braies, si sono abbattute diverse frane anche in poca distanza di un albergo pieno di turisti. L'accesso all'albergo "Brückele" è rimasto bloccato per alcune ore. Solo in mattinata la strada verso l'albergo a tre stelle è stata liberata dai detriti. A Braies è stata inondata anche la caserma dei Vigili del Fuoco che hanno fatto fatica a tirare fuori i propri mezzi necessari per gli interventi. Sono stati accorsi da altri Corpi di pompieri della zona. Sul posto nella notte anche il 4/o reggimento aviazione dell'esercito Altair di Bolzano con un elicottero dotato di apparati per la visione notturna. Sono stati segnalati interventi dopo il forte temporale anche in Val Badia, Val Passiria, Val Sarentino e Val d'Isarco.

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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