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Roma

MARO': "SOFFRIAMO CON DIGNITA'"

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Tempo di lettura 3 minuti I fucilieri della Marina si sono incontrati con i parlamentari italiani. Il resoconto di tutta la storia dei Marò raccontata passo dopo passo.

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di Maurizio Costa

Roma – Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due Marò che da due anni si trovano in India accusati di aver ucciso due pescatori il 15 febbraio del 2012, hanno incontrato un gruppo di parlamentari italiani per ricevere conforto e soprattutto sentire la vicinanza del Governo e del Popolo italiano.

Sono ormai due anni che i fucilieri della Marina non possono tornare a casa e, dopo la prospettiva di una possibile pena capitale avanzata dal Governo indiano, la situazione è ancora molto complicata.
La commissione di parlamentari, guidata dai Presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, si è recata a New Delhi per incontrare i militari, in vista della scadenza del 3 febbraio, data entro la quale i capi d'accusa dovranno essere formulati definitivamente.
I due Marò sono stati molti umili parlando della situazione: "Siamo soldati, dobbiamo soffrire con dignità." – ha detto Latorre – "Ci auguriamo di tornare con onore." "Al mattino si lavora, poi sentiamo le nostre famiglie. Nel tardo pomeriggio facciamo ginnastica." questa la giornata tipo raccontata dai due fucilieri.

La Commissione formata da Casini, Cicchitto, Elio Vito e Nicola Latorre, insieme ad altri parlamentari, si recherà all'Ambasciata italiana a New Delhi, dove vivono i due Marò, per capire da vicino lo stato dei militari.

LA STORIA

Tutto è cominciato il 15 febbraio 2012, quando due pescatori indiani vengono trovati morti sulla loro imbarcazione al largo della costa del Kerala, nel sud dell'India. Secondo la versione dello Stato Maggiore della Marina italiana, gli uomini a bordo dell'Enrica Lexie, che dovevano proteggere l'imbarcazione da eventuali attacchi di pirati, tra cui i due Marò, avrebbero solamente sparato tre colpi di avvertimento per dissuadere un'imbarcazione che si stava avvicinando troppo alla petroliera protetta dai fucilieri italiani. Secondo la versione indiana, l'incidente avrebbe causato la morte dei due pescatori in acque indiane e quindi i presunti assassini dovevano essere giudicati dal Governo indiano. L'Ambasciatore italiano in India, Giacomo Sanfelice di Monteforte, dichiarò che l'Enrica Lexie di trovava in acque internazionali e che comunque i Marò si sarebbero attenuti alle norme internazionali contro la pirateria; infatti, i fucilieri, prima di sparare i colpi di avvertimento, avrebbero imposto l'alt al perschereccio più di una volta, anche attraverso numerosi segnali luminosi. Tra l'altro, i proiettili trovati nei corpi dei pescatori non corrisponderebbero a quelli usati dei militari italiani.
Il 19 febbraio 2012 i due Marò vengono portati nel porto di Kochi per poi essere trasferiti nella sede della polizia in maniera coercitiva. Il sottosegretario Staffan De Mistura segue il caso e dichiara che l'imbarcazione batteva bandiera italiana e le acque erano internazionali e quindi il caso doveva essere giudicato dal Governo italiano o da una Commissione internazionale. Intanto, il 5 marzo, Latorre e Girone vengono trasferiti in carcere. Il 30 maggio l'Alta Corte del Kerala concede la libertà su cauzione dei due militari, con l'obbligo di firma e con il divieto di allontanarsi dalla zona.
I due Marò ottengono un permesso per tornare a casa per le vacanze di Natale e intanto il caso viene affidato ad una corte speciale indiana. Il 21 marzo 2013 i Marò tornano in India con l'assicurazione da parte del Governo asiatico di non applicare la pena di morte, giudizio che però adesso sembra poter essere applicato.

La situazione, dopo due anni, dovrebbe essere vicina alla risoluzione. In caso contrario, il rischio che aumenti la frattura tra Italia e India è altissimo e il destino dei Marò ancora incerto.

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, iniziati i lavori al parcheggio di via Giovanni Paolo II

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Castel Gandolfo – Da oggi sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso il parcheggio multipiano situato in Via Giovanni Paolo II, adiacente alla sede ASL Roma 6. L’intervento, realizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, comporterà alcune modifiche temporanee alla viabilità interna e il divieto di sosta per consentire il corretto svolgimento delle operazioni.

I lavori prevedono la manutenzione straordinaria delle aree interne del parcheggio, inclusi importanti interventi sull’impianto elettrico, al fine di garantire maggiore sicurezza e funzionalità alla struttura. Questo parcheggio è un nodo di scambio fondamentale per i numerosi utenti che quotidianamente si recano agli sportelli e ai poliambulatori della ASL.

Il Sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, ha espresso il suo apprezzamento per l’intervento: “Ringrazio la Città Metropolitana, nelle persone del Sindaco Gualtieri e del Vice Sindaco Sanna, per questo intervento che permetterà di mettere in sicurezza e valorizzare questo nodo di scambio che quotidianamente viene molto utilizzato dagli utenti che si recano agli sportelli e poliambulatori della nostra Asl”.

I lavori saranno eseguiti con la massima celerità possibile per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti periodicamente per informare la popolazione sull’avanzamento dei lavori e su eventuali ulteriori modifiche alla circolazione.

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Castelli Romani

Rocca Priora, incastrato il ladro seriale delle auto

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Arrestato dai carabinieri il ladro seriale che rubava dentro le macchine parcheggiate in sosta vicino ai negozi in pieno centro a Rocca Priora. Per due giorni si sono ripetuti furti all’interno di alcune auto che l’uomo forzava dopo aver visto i proprietari scendere per fare degli acquisti nella zona di via San Sebastiano in centro. I Carabinieri della locale stazione dopo aver ricevuto tre denunce da due uomini anziani e un perito informatico della zona, che avevano visto sottrarsi telefonini , tablet , iPad e altri oggetti dalle loro auto. Si sono appostati e l’altra mattina lo hanno fermato in flagranza di reato mentre tentava di aprire la macchina di un ottantenne del posto. Il ladro è stato arrestato e ritrovata tutta la refurtiva asportata precedentemente dalle auto in sosta davanti ai negozi in centro.

Presso il Tribunale di Velletri c’è stato il processo per direttissima per la convalida dell’arresto che è stato eseguito dal giudice monocratico. Il 35enne egiziano, già conosciuto alla Giustizia per furto, ricettazione e altri reati, ha patteggiato la pena ed è stato rimesso in libertà al momento. Con divieto di avvicinamento a Rocca Priora e altre prescrizioni imposte dalla magistratura.

I cittadini vittime dei furti hanno ringraziato a lungo i carabinieri del posto per essere intervenuti velocemente e aver identificato e arrestato l’autore ritrovandogli in casa sua sempre nella cittadina dei Castelli tutta la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari .

In particolare un iPad di lavoro molto importante per il perito informatico che lavora per importanti aziende del settore.

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Roma

Roma, metro Piramide: la banchina degli impuniti

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È senza soste l’impegno della vigilanza nelle stazioni metro di Roma.
Ma come potete vedere dalle foto le difficoltà maggiori avvengono in questo preciso momento presso la stazione Piramide della Linea B (sono circa le 18) dove un folto gruppo di borseggiatori bosniaci, si ostina a restare sulla banchina incurante degli avvisi della Guardie Giurate predisposte al servizio che li stanno invitando a lasciare la stazione.
Una situazione a dir poco incresciosa che mostra in pieno i limiti di un sistema giuridico che rischia di confermare sempre di più il concetto di “impunità” per chi si macchia di tale reati.

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