MARSALA, STAGNONE: NON SI ESCLUDE L'AMIANTO

 

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di Angelo Barraco – Ivan Galea
Marsala (TP) – Non si può escludere la presenza di amianto all'interno della Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala. Questo quanto è stato riferito al nostro giornale dalla direzione ambiente del Libero Consorzio Comunale di Trapani.
Prosegue quindi l'inchiesta de L'Osservatore d'Italia che continua a tenere alta l’attenzione sul sito e che nel precedente servizio ha immortalato, in un reportage fotografico, numerose strutture, vasche, macchinari e materiali che ricordano l'amianto o ricordano comunque materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie in uso prima del 1992 (anno in cui fu vietato l’utilizzo dell’amianto in edilizia).

 

Bonifica, anche da presenza di amianto all'interno delle aree protette e riserve gestite dal Libero Consorzio Comunale di Trapani. L'Ente Consorzio ha recentemente indetto una gara negoziata, per l'affidamento dell'appalto, vinta, con un ribasso d'asta del 52,2 percento, dall'associazione temporanea di imprese (ATI) UGRI S.N.C. di Urso Massimiliano & C. – I.S.E.A. S.R.L. Tra i requisiti richiesti per la partecipazione al bando, indetto dalla ex Provincia Regionale di Trapani, spicca all'occhio l'iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali in cui sono comprese le categorie di raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi, di bonifica di siti contenenti amianto: materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi e di attività di bonifica di beni contenenti amianto

 

Il ruolo dell'amministrazione comunale di Marsala. A questo punto il primo responsabile della sicurezza e della salute pubblica, ovvero il sindaco di Marsala, dovrebbe emettere una ordinanza di divieto di accesso all’area a tutela della pubblica incolumità in quanto non è stata esclusa la presenza di amianto nel sito. Inoltre, come riferitoci dai dirigenti del Consorzio Comunale di Trapani, occorre attendere il responso dei tecnici. Dunque il provvedimento del primo cittadino marsalese andrebbe a tutelare la salute della collettività in via cautelativa, almeno fino a quando non verrà accertato che sull’isola non esista un pericolo amianto.

 

Le condizioni in cui versa lo Stagnone – addirittura nel 1995 la Procura di Marsala aprì un'inchiesta per scarichi abusivi – sono di uno stato di abbandono evidente per un paradiso terrestre che meriterebbe molto di più di questo.

 

Qualche precedente storico. Allo Stagnone aveva sede la società per azioni "Icemare" costituita nel 1984 da Roberto Parisi – successivamente assassinato per mafia – che aveva tra gli obiettivi la produzione di sale e la creazione di impianti alberghieri e di coltivazione ittica. La Icemare nel 1986 ottenne dall'assessorato regionale cooperazione la prima tranche di un finanziamento di circa 600milioni di vecchie lire per la costruzione di un impianto di itticoltura, ma per l'opera venne contestata addirittura la mancata richiesta della licenza edilizia. Così vennero indagati per truffa Gilda Ziino, vedova di Roberto Parisi, insieme a Savino Celestri, Giuseppe Mangano, Francesco Mazza e il commercialista Fulvio Lima. Nel 1997 l'amministrazione regionale revocò il finanziamento, sospendendo il pagamento della quota restante di contributo. Nel 1998 fu dichiarato il fallimento della Icemare con conseguente asta giudiziaria dei beni che si aggiudicò un'altra società.

 

Ha collaborato David Sciacca