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Marsala, il Vicesindaco Agostino Licari tira un primo bilancio sull’anno appena concluso

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MARSALA (TP)“Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno” disse Gramsci. La città di Marsala ha salutato il 2017 con la consapevolezza che dietro la porta di un capitolo appena chiuso vi sono gioie e dolori, due facce della stessa medaglia che convivono e si controbilanciano; da un lato c’è un’amministrazione che ha saputo rafforzare la sicurezza, implementando le pattuglie per le strade, a piedi ma soprattutto ha ripristinato e potenziato il sistema di videosorveglianza; dall’altro lato invece vi sono stati episodi di violenza che hanno interessato diverse aree del centro storico.

Il sistema dei trasporti pubblici è stato migliorato tra il 2016 e il 2017 con l’acquisto di 6 nuovi mezzi e la sostituzione di altri che erano usati; diverse strade sono state messe in sicurezza attraverso il riempimento delle cavità presenti. Per quanto riguarda la raccolta differenziata il Comune di Marsala è intorno al 55-60%. L’illuminazione pubblica rimane ancora un problema in molte zone della città, dal centro alle periferie. Il Comune si è certamente adoperato nella riparazione dei lampioni e semafori non funzionanti. Sicuramente i furti di rame, che si sono susseguiti, hanno ulteriormente gravato i problemi d’illuminazione, ma ad oggi, in molte zone del marsalese, il buio permane su amplia scala e certamente i cittadini chiedono sicurezza delle strade da loro percorse. L’altra faccia della medaglia è che 248 precari del Comune di Marsala saranno stabilizzati.

Si è parlato anche del Porto Turistico e nel 2017 si è concluso l’Iter burocratico, con l’auspicio che nel corso dei primi sei mesi del 2018 si possano iniziare i lavori. Una medaglia con due facce; quella attiva dell’amministrazione che si adopera quanto più possibile nel rendere fruibili i servizi per i cittadini e la triste e spietata realtà che non sempre va di pari passo con la legge applicata; una bilancia che non è ancora riuscita a trovare un equilibrio stabile, che spesso pende sul lato sbagliato ma che attraverso la mistura di tutti gli elementi sopracitati e grazie anche agli errori e le imperfezione, cerca di migliorarsi quanto più possibile.

 

Noi abbiamo intervistato il Vicesindaco Agostino Licari

– Che anno è stato il 2017 per il Comune di Marsala?
Un anno positivo perché abbiamo nella pianificazione abbiamo alcune cose che man mano si stanno attuando su diversi fronti per quanto riguarda le deleghe di mia competenza. Abbiamo avviato la procedura per la stabilizzazione, grazie alle leggi del Governo regionale precedente e del Governo nazionale attuale, per stabilizzare i 248 lavoratori precari del Comune di Marsala.

– Avete raggiuto tuti gli obiettivi che vi eravate prefissati?

Si. Per esempio in termini di rifiuti, siamo riusciti a incrementare ulteriormente la raccolta differenziata, passando al 55% e determinando un ulteriore riduzione del costo complessivo della raccolta. Ricordiamo che nel 2015 avevamo un costo della raccolta dei rifiuti che si aggirava intorno ai quasi 15 milioni di euro, a fine 2017 siamo a 13 milioni e mezzo. Una riduzione sensibile del costo, nonostante il costo medio del conferimento in discarica sia quasi raddoppiato, considerando che nel 2015 era di 80 euro a tonnellata, nel 2017 siamo a 140 euro. Quasi raddoppiato il costo. Nonostante ciò, grazie a questo obiettivo che ci eravamo prefissati, ci siamo riusciti.  

– La sicurezza è senz’altro un tema che sta molto a cuore ai cittadini marsalese, anche a seguito di tristi episodi di violenza urbana che si sono verificati in pieno centro storico. A tal proposito ci eravamo sentiti lo scorso anno: come reputa il lavoro svolto su questo fronte?

Abbiamo implementato la videosorveglianza e anche quella per le discariche. Così come abbiamo implementato ulteriormente l’integrazione ai Vigili delle ore più un tavolo della sicurezza a Marsala, in sinergia con le altre forze dell’ordine e ci sono stati dei presidi. Questo tavolo tecnico tra Vigili Urbani, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia ha permesso di avere un maggiore controllo in alcuni momenti dell’anno, concentrato principalmente nei weekend, venerdì e sabato che di solito erano quelle giornate un po’ più a rischio

– Sul fronte dei trasporti pubblici invece?

Per quanto riguarda i trasporti pubblici sono stati acquistati dei pullman, è aumentato il parco mezzi che era completamente disastroso e ancora lo è per la verità, non è una situazione idilliaca. Gli acquisti hanno un po’ migliorato la situazione, così come abbiamo creato i parcheggi gratuiti nella zona della stazione ferroviaria e all’altezza del campo sportivo. Ci sono poi gli autobus che girano costantemente per portare gli automobilisti che parcheggiano in quelle zone e poi raggiungono il centro.

– Si è parlato tanto del Porto Turistico e nel 2017 si è concluso l’Iter burocratico…

L’Iter è chiuso, nel 2017 sono state affidate le aree, era l’ultimo tassello. L’ultimo tassello era l’affidamento dell’area demaniale alla nuova società che dovrà fare il porto. Loro presumono che verso la nel 2018 inizieranno i lavori, si prevedono un paio d’anni per completare l’opera.  

– Quali sono gli obiettivi per il 2018?

Migliorare la situazione della raccolta dei rifiuti, nuovi bus, pista ciclabile che era messa nella programmazione 2018. Un ulteriore risanamento dei conti come lo abbiamo avuto nel 2017, sicché abbiamo ridotto il disavanzo e il debito del Comune, continuiamo nel 2018 ancora questa operazione di spending review e quindi una parte d’investimenti che entro fine 2018 dovremmo metterla in campo.

– Vige ancora il problema sicurezza a Marsala…

Ci sono parti del territorio poco controllate e nonostante l’impegno, la videosorveglianza, rimane ancora una situazione di poca sicurezza dovuta al fatto che mancano risorse umane. Siamo con il comando dei Vigili Urbani al di sotto del 50% . Nel 2017 avevamo previsto le assunzioni, i primi due che hanno vinto il concorso verranno assunti nel gennaio 2018, altri ne sono previsti. Indubbiamente sono sempre pochi rispetto a quelli di cui si ha necessità. Rimangono comunque zone non molto sicure.  L’ultima legge finanziaria ha sbloccato le assunzioni e speriamo che possa, il governo nazionale, procedere con l’impegno che aveva di aumentare le forze dell’ordine.

Angelo Barraco

 

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Ambiente

Sicurezza idrogeologica, nasce “l’ANBI Air Force”

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E’ già stata simpaticamente definita l’ “ANBI Air Force” e sono le decine di droni, che quotidianamente si alzano sui comprensori italiani per controllarne la sicurezza idrogeologica, accompagnati anche da natanti radiocomandanti e sonde deputate ai controlli degli specchi d’acqua: è questa la novità più sorprendente, emersa nel meeting sulle innovazioni messe in atto dai Consorzi di bonifica ed irrigazione, dove anche la figura professionale del pilota di quadricotteri è ormai divenuta familiare negli organigrammi; l’evento è andato in scena a Vercelli, organizzato dall’Associazione Irrigazione Ovest Sesia nell’ambito della Planet Week, prologo al vertice G7 “Clima, Ambiente ed Energia” previsto a Torino a fine mese.
“Abbiamo voluto essere in questo contesto, perché siamo consapevoli di quanto facciamo a servizio del Paese e vogliamo proseguire, aumentando la capacità di fare sistema – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Nei Consorzi di bonifica c’è una grande capacità progettuale, promotrice di un modello irriguo sostenibile, che deve essere riconosciuto in un’Europa, da cui l’Italia è ancora troppo distante. La questione acqua è ormai un problema planetario.”
Se il miglior consiglio irriguo di Irriframe e la certificazione volontaria Goccia Verde, voluti da ANBI, sono il presente della sostenibilità nel settore primario, nuovi orizzonti stanno aprendosi dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, i cui algoritmi vengono “addestrati” per dare risposte all’agricoltura di precisione ed alla salvaguardia idrogeologica, aumentando l’efficienza, riducendo tempi e costi.
La rete idraulica lungo la Penisola è ormai pressochè totalmente automatizzata e controllata da remoto, nonché luogo di costanti innovazioni: dai pannelli fotovoltaici galleggianti alle barriere per il recupero delle plastiche galleggianti; c’è inoltre una rinnovata concezione della manutenzione lungo i corsi d’acqua, rispettosa dei tempi della natura per favorire la conservazione degli ecosistemi.
I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono però consapevoli dell’emergente complessità della gestione idrica di fronte alla crisi climatica: il problema di fondo è la ricerca del punto di equilibrio fra esigenze agricole ed ambientali, valorizzando le molteplici funzioni collegate alla gestione dell’acqua sui territori (dalla ricarica delle falde alla conservazione dei giardini storici); in questo quadro si chiede che l’utilizzo delle acque reflue per l’irrigazione debba essere accompagnato da una certificazione di salubrità, redatta da un ente terzo.
“C’è una profonda ingiustizia in questo Paese, che non percepisce la differenza fra il contributo ai Consorzi di bonifica, che non gravano di oneri il servizio irriguo a servizio dell’agricoltura che produce cibo e la tariffa, imposta dalle società del servizio idrico integrato, che invece legittimamente puntano anche ai dividendi per i soci – chiosa, concludendo, Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – L’Italia non ama la prevenzione, ma il futuro non può che essere legato ad un nuovo modello di sviluppo che abbia, al centro, la valorizzazione del territorio e la promozione della resilienza delle sue comunità.”

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Castelli Romani

Frascati, ospedale: intervento chirurgico con tecnica all’avanguardia

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Asportato tumore allo stomaco a un’anziana senza anestesia generale
 
Straordinario intervento chirurgico all’Ospedale San Sebastiano di Frascati dove è stato possibile evitare gravi complicanze post operatorie per Bice, una signora di 85 anni di Monte Compatri che è stata operata con anestesia spinale anziché generale per l’asportazione di un tumore esteso allo stomaco.
 
Non c’è stata necessità di ricovero in terapia intensiva e nella degenza post operatoria non si sono resi necessari farmaci analgesici.
 
La signora attualmente, a meno di una settimana dall’intervento, ha avuto una precoce ripresa ed è in buona salute, presto sarà dimessa per ricongiungersi ai suoi cari.
 
Grande soddisfazione, in merito alla tecnica anestesiologica, è stata espressa sia dalla paziente che dal chirurgo operatore, il dr. Massimiliano Boccuzzi Direttore della UOC di Chirurgia Generale e dai suoi aiuti Dr. Francesco Boccaccini e Dr.Angelo Torcasio coadiuvati dalla preziosa collaborazione del servizio di endoscopia digestiva del San Sebastiano (Dr.Fabrizio Travaglini).
 
Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario dottor Vincenzo Carlo La Regina si sono complimentati per questo straordinario risultato: “Questo significa salvare vite – hanno detto – siamo di fronte a un intervento che segna un passo fondamentale per la presa in carico dei pazienti complessi e in età avanzata che sempre più spesso sono costretti a subire le gravi complicanze post operatorie o addirittura a non potersi sottoporre agli interventi chirurgici perché eccessivamente rischiosi. Le persone per le persone, questa è un’altra grande testimonianza del percorso di umanizzazione della salute che abbiamo intenzione di portare avanti insieme”.
 
Tecnicamente si è trattato di un intervento chirurgico di gastrectomia subtotale per una voluminosa neoplasia gastrica a un’anziana con un quadro clinico complesso perché già operata alcuni anni fa per una neoplasia del colon e venti giorni fa sottoposta a intervento per una frattura di femore post traumatica, sempre presso il San Sebastiano.
 
In considerazione dell’età avanzata e delle varie comorbidità, in accordo con la paziente, l’equipe della UOSD di Anestesia e Rianimazione del San Sebastiano con il Responsabile Dott. Benedetto Alfonsi, afferente al Dipartimento di Emergenza diretto dalla Dott.ssa Carla Giancotti, ha deciso di non eseguire l’intervento in anestesia generale, bensì in anestesia locoregionale, che è stata effettuata dal Dr. Benedetto Alfonsi in collaborazione con il Prof.Fabrizio Fattorini.  
 
All’anestesia spinale, necessaria per l’intervento chirurgico, è stato associato l’ESP Block bilaterale, un blocco di fascia ecoguidato della parete posteriore del torace.
 
Il blocco di fascia è stato effettuato per garantire l’analgesia post operatoria senza la necessità di oppiacei. I blocchi di fascia rappresentano attualmente un ulteriore passo avanti nel controllo del dolore post operatorio. Per migliorare il comfort operatorio, durante l’intervento la paziente è stata lievemente sedata. Ora sta bene e l’intervento è riuscito.
 
Tale testimonianza è importante anche dal punto di vista scientifico alla luce del continuo incremento di pazienti over 80 con molteplici comorbilità che sempre più spesso si rivolgono all’Ospedale di Frascati, essendo collocato in un’area demograficamente ricca di case di riposo per anziani e di pazienti geriatrici.
 
“Da vari anni – dichiara il  dottor Massimiliano Boccuzzi, direttore UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Frascati – sono in aumento gli anziani sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore che prima erano uno scoglio difficile da superare per alcune tipologie di pazienti e da anni chirurghi ed anestesisti sono impegnati nell’affinamento di tecniche anestesiologiche e chirurgiche mininvasive, che ci possano condurre ad una sensibile riduzione dei rischi anestesiologici e delle complicanze chirurgiche, in tali tecnologie la Asl Roma 6 si sta dimostrando un importante punto di riferimento permettendo agli operatori di poter crescere e perfezionare nuove tecniche a basso impatto di complicanze post operatorie”.

 

Privo di virus.www.avast.com

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Ambiente

Clima, osservatorio ANBI: “Dopo l’estate anticipata, l’inverno ritardato”. Ecco il quadro nazionale

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Assieme a raffreddori ed influenze, nonché al rischio di gelate per le colture, lo sbalzo termico verso il basso dei giorni scorsi ha portato una benefica discesa nelle temperature dei mari italiani, ricondotte a livelli più in linea con le medie del periodo. Secondo i dati del Programma europeo Copernicus e dell’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts (ECMWF), a livello mondiale si registrano, da oltre un anno, le acque marine più calde di sempre, così come conferma il report “European State of the Climate 2023” per quelle, che bagnano i confini esterni del Vecchio Continente.

“Un aspetto della crisi climatica poco percepito dall’opinione pubblica è la sua complessità: la biosfera è unica e l’alterazione di un elemento influisce sull’equilibrio generale – evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, confinare la siccità come un problema meramente agricolo è un gravissimo errore, perché molteplici sono i servizi ecosistemici apportati: dall’equilibrio ambientale all’attrattività turistica.”

Secondo il report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, chi non pare beneficiare dell’instabilità climatica di questi giorni sono la Sicilia e la Calabria dove, ad esempio, il fiume Lao è al 43% della portata media di questo periodo e l’Ancinale tocca addirittura -95% (fonte: Centro Funzionale Regionale Protezione Civile Calabria); entrambe le regioni sono caratterizzate da enormi deficit idrici, a causa di molti mesi privi di significative precipitazioni.

In Puglia, nei giorni scorsi, si sono registrate piogge sull’Alto Salento (quasi 10 millimetri) e sul Leccese (fino a mm. 5), ma i bacini del Tavoliere trattengono il 37% di acqua in meno rispetto al 2023, cioè mancano oltre 112 milioni di metri cubi.

Non va meglio in Basilicata, dove è impietoso il confronto tra la quantità d’acqua invasata quest’anno e negli anni passati: nella seconda metà di Aprile 2023, rovesci torrenziali avevano fatto confluire ben 14 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini della regione; attualmente le disponibilità idriche sono più che dimezzate (-54%) ed il deficit, nonostante un recente apporto di piogge (mln. mc. 2,74), si attesta a quasi 124 milioni di metri cubi (fonte: Autorità Bacino Distrettuale Appennino Meridionale).

Notizie preoccupanti arrivano anche dall’Abruzzo, dove il deficit pluviometrico registrato nei primi 4 mesi del 2024, unitamente alla poca neve caduta sull’Appennino, ha pressochè dimezzato la quantità d’acqua trattenuta nel bacino di Penne, il principale ad uso irriguo, dove mancano all’appello circa 3.600.000 metri cubi; fiducia si ripone nello scioglimento del manto nevoso ora presente a Campo Imperatore (cm. 34) e che potrebbe incrementare la portata del fiume Tavo, che alimenta l’invaso.

Nel Lazio il livello del lago di Bracciano rimane, come un anno fa, 1 metro al di sotto dello zero idrometrico, mentre continua a calare il piccolo lago di Nemi, ora 34 centimetri sotto il livello del 2023. Il fiume Tevere rimane largamente sotto media, così come decrescente è il livello dell’Aniene, mentre incrementi si registrano nei flussi della Fiora.

In Umbria crescono le portate dei fiumi Velino e Topino, mentre cala il Chiascio e l’altezza idrometrica del lago Trasimeno scende a -cm. 1,28.

“E’ la persistente condizione di allarme ecosistemico nel principale lago dell’Italia centrale, l’immagine di un Paese che, al di sotto degli Appennini, non riesce a recuperare il deficit idrico, dovuto a mesi di insufficienti apporti pluviali. E’ quantomai urgente prepararsi a gestire, in maniera condivisa e nel rispetto delle priorità di legge, una condizione d’emergenza che, seppur in maniera non uniforme, appare inevitabile nei mesi a venire” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.

Restano modesti, nonostante gli incrementi registrati questa settimana, i livelli dei fiumi nelle Marche. A far da contrappeso rimangono i circa 53 milioni di metri cubi invasati nei bacini e che, pur essendo inferiori a quelli del 2023 caratterizzato da fenomeni meteorologici estremi nei primi 4 mesi dell’anno, rappresentano una garanzia d’approvvigionamento per i mesi più caldi e secchi.

Sull’Appennino di Toscana è apparsa tardivamente la neve, che era mancata in inverno: cm. 44 sull’Abetone, oltre 30 centimetri in Garfagnana, mentre sull’Amiata il manto è superiore ai 20 centimetri. Ricchi d’acqua sono i principali alvei con l’eccezione dei bacini più a Sud (Ombrone, Albegna, ecc.).

In Liguria tornano a crescere le portate dei fiumi Vara e Magra, mentre registrano un abbassamento quelle dell’Entella e dell’Argentina.

In Emilia Romagna, oltre mezzo metro di neve è ora presente sui monti bolognesi, reggiani e parmensi (cm. 63 a Lagdei), mentre su quelli romagnoli la cumulata si attesta tra i 15 ed i 30 centimetri.

In Veneto, il bilancio idrico resta ampiamente positivo, nonostante drastiche riduzioni di portata per i fiumi Adige, Piave, Livenza, mentre Bacchiglione, Brenta e Muson dei Sassi scendono addirittura sotto media.

Anche in Lombardia le riserve idriche restano largamente confortanti (+45% sulla media), seppur il fiume Adda cali, pur mantenendo una portata superiore a quella degli scorsi 7 anni.

Ad eccezione del lago di Como, i grandi bacini naturali del Nord restano vicini al colmo: Maggiore 97,7%; Sebino 93,6%; Benaco 98,6%.

I fiumi sono in calo anche in Piemonte ad iniziare dal Po, che resta comunque sopra la media, mentre Tanaro e Stura di Lanzo tornano sotto.

In Valle d’Aosta, infine, il manto nevoso supera i 2 metri e mezzo nelle stazioni sopra i m. 2200; terminati temporaneamente gli apporti dalla fusione nivale, dovuta all’anomalo anticipo d’estate della scorsa settimana, le portate dei corsi d’acqua hanno subìto una decisa contrazione: a Nus, la Dora Baltea in 7 giorni è passata da mc./s 29 a mc/s 6,50 (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta)!

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