Connect with us

Scienza e Tecnologia

Mass Effect Andromeda, in cerca di una nuova casa esplorando l'ignoto

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 7 minuti La saga targata Ea e Bioware torna su Pc, Xbox One e PS4 con grande stile

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

 

di Francesco Pellegrino Lise


Signori e signore, Mass Effect è tornato. Ed è tornato con una galassia tutta nuova da esplorare, con innumerevoli pianeti tutti da scoprire, nuove storie tutte da vivere, temibili nemici da combattere e un carico colossale di personaggi con i quali tentare i fan della serie e chi approccia per la prima volta al titolo. Con questi presupposti non si può certo dire che quella di Bioware con Mass Effect: Andromeda sia una sfida da poco. Una sfida nata all'ombra di un'epopea giocata da milioni di utenti che, nel tempo, hanno elevato il Comandante Shepard e i suoi compagni di viaggio al rango di vere e proprie figure chiave della fantascienza videoludica. Cinque anni dopo, il team canadese dona al pubblico un nuovo universo narrativo che, a partire dall'incredibile bagaglio rappresentato dalla storia dell’opera di Bioware, punta a ridefinire gli standard della saga e a trovarle una nuova "casa" tra le stelle di Andromeda su Pc, Xbox One e PlayStation 4. Mass Effect: Andromeda porta i giocatori fino ad Andromeda, una galassia inesplorata dove una serie di nuovi personaggi, guidati dal pioniere, combatteranno per ottenere una nuova casa per gli abitanti della via Lattea. Vestendo i panni di uno dei gemelli Ryder nel ruolo di Pioniere, i giocatori guideranno una squadra di esploratori altamente addestrati alla ricerca e scoperta di nuovi mondi, razze aliene e pericoli. La storia di Mass Effect Andromeda ha inizio dopo un viaggio durato oltre 600 anni verso la galassia di Andromeda, proprio quando l’equipaggio si sveglia dal sonno criogenico e inizia la ricerca di una nuova casa per l’umanità. I sogni di una colonizzazione senza intoppi vengono velocemente infranti, dato che quei pianeti che dovevano essere dei paradisi si dimostrano essere invece terre desolate e inospitali. Inoltre, il Pioniere scoprirà che non tutti gli abitanti della galassia sono felici dell’arrivo degli Umani. Nemici terrificanti sfideranno i giocatori e le loro squadre, obbligandoli a sfruttare a loro vantaggio gli ambienti distruttibili, movimenti verticali tramite jetpack, armi personalizzabili, poteri Biotici e altri strumenti che rendono il sistema di combattimento e la progressione del personaggio emozionante e libera come mai prima. Insomma, gli ingredienti che hanno portato la saga ad ottenere un posto nell’Olimpo dei videogames ci sono ancora tutti. Archiviata l'estinzione su scala galattica incarnata dalla minaccia dei Razziatori, Andromeda si allontana dalla generale cupezza dell’impresa compiuta dal capitano Shepard in Mass Effect 3 per offrire al pubblico un'avventura con connotazioni meno grame, che punta sul desiderio di scoperta costruendo così una dimensione narrativa nuova, forte e articolata. Una prospettiva di cui il Pioniere è al tempo stesso simbolo e artefice, data la rilevanza, per molti versi inedita, delle scelte del protagonista sul tono generale dell'avventura. Accantonata la polarità del sistema EroeRinnegato, le opzioni dialogiche a disposizione dei giocatori rispondono a quattro archetipi caratteriali (Emotivo, Logico, Disinvolto, Professionale) le cui connotazioni morali non aderiscono a stereotipi d'allineamento, ma offrono invece una personalizzazione del proprio alter ego virtuale decisamente più ampio e credibile. Anche il rapporto scelta-conseguenza risulta contestualmente più sfumato, e la sensazione è quella di avere un controllo più profondo della caratterizzazione del protagonista, la cui eco è chiaramente identificabile tanto nelle scene scriptate, quanto nella percezione che gli altri personaggi hanno di Ryder stesso.

 

 

Dopo le prime ore di gioco, si scoprirà che l'equipaggio della Tempest è composto da un gruppo di avventurieri multispecie con cui si potranno stringere legami forti e duraturi, sebbene la definizione dei diversi personaggi spinge a sviluppare preferenze nette, che avranno conseguenze sugli sforzi romantici che si faranno. Inoltre rispetto al passato, le romance di questo Mass Effect sono particolarmente interessanti, principalmente perché le interazioni in questo senso sono basate su un percorso condiviso fatto di fiducia e sostegno reciproco. Parlando di Gameplay, Mass Effect Andromeda è un un gioco di ruolo incentrato sull'esplorazione, in questo caso di pianeti totalmente sconosciuti. Differentemente dalla trilogia originale, qui le superfici concretamente esplorabili non saranno moltissime, ma ognuna di esse merita assolutamente di essere visitata: paesaggi desertici, glaciali o tropicali faranno da sfondo alle varie quest e sub-quest disponibili che sono veramente tantissima. Si spazia dal classico "porta il pacco dal punto al A al punto B", fino a missioni molto più contestualizzate e che in qualche modo si intersecano con la trama principale o con quelle lealtà dei vari membri dell'equipaggio. La spinta all'esplorazione in Andromeda è preponderante rispetto qualsiasi altra attività: più sarete curiosi e determinati, più segreti e sfaccettature scoprirete. Ogni pianeta poi avrà un grado di vivibilità, che in base alle quest che si porteranno a termine, aumenterà: arrivare al 100% non sarà mai facile, ma superata la soglia del 40% sarà possibile stabilire una colonia umana, magari facendo amicizia o stringendo alleanza con gli esseri e le specie che ci abitavano prima. Senza contare che ogni attività fatta ci darà diritto ad acquisire determinati "punti vivibilità Andromeda", che potranno essere investiti sul Nexus (la nave/pianeta dell'Iniziativa Andromeda) per risvegliare particolari sezioni umane ancora bloccate in criostasi e che potranno aiutare in modi specifici, come per esempio fornire costantemente crediti extra oppure risorse minerarie. Insomma lo scopo è esplorare, conoscere e colonizzare nuovi pianeti. Le side quest sono nel complesso quasi sempre stimolanti e, se si avrà la pazienza di portarle a termine tutte, esse daranno una visione d'insieme più approfondita dell'universo di gioco, visto che alcune di esse si legano in qualche modo con gli avvenimenti principali. La scelta di BioWare di ridurre il numero di pianeti esplorabili ma di potenziarne le attività è sicuramente vincente: scorrazzare a destra o a manca con il Nomad non sarà quasi mai noioso, complice anche la sempre presente dose di curiosità nello scoprire nuovi paesaggi, strutture aliene o caverne segrete. Ovviamente in queste fasi di esplorazione non si è soli, al contrario, la specie nemica di Andromeda, i Kett, saranno sempre presenti e non si tireranno mai indietro da nessuno scontro a fuoco. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, questo è votato molto all'action, complice anche il jetpack che permettere di compie balzi verticali e laterali costanti. Questa scelta ha spinto BioWare a creare scontri più attivi che sfruttano la verticalità e la diversità di un level design che nelle sezioni di combattimento diventa funzionale e obbliga lo studio rapido dello scenario. Le coperture saranno automatiche e non esiste pausa tattica. Veloce, letale e divertente, questo Combat System rinnovato spinge il giocatore al movimento continuo e suggerisce, senza troppi fronzoli, di stare sempre allerta per poter sopravvivere, anche perché l'IA sarà molto aggressiva e obbligherà i giocatori al continuo movimento e al cambio di posizione strategica. I punti esperienza ottenibili dalle varie attività faranno progredire di livello, e ogni qual volta che Ryder aumenterà le sue statistiche verranno assegnati anche alcuni punti abilità da investire nelle tre macro categorie: Biotica, Combattimento e Tecnologia. Ognuno di questi rami ha al suo interno diversi perks, e investire punti in una o nell'altra categoria sbloccherà piano piano tutti e sette i profili del protagonista: configurazioni differenti e preimpostate che modificheranno statistiche, bonus e malus di classe. Sarà possibile cambiare in qualsiasi momento dello scontro il proprio profilo. A fare da contorno all'esplorazione non poteva mancare il crafting, che ricalca una struttura classica per il genere: utilizzare lo scanner in dotazione di Ryder sarà utile per entrare in contatto con nuove cose, siano macchine, animali o piante: ogni qual volta si otterranno dati nuovi verranno attribuiti dei punti da investire nell'acquisto di determinati progetti per armi o corazze. Toccherà poi reperire i vari materiali prima di poter concretamente creare l'oggetto. Detto ciò, è bene dire che si potranno ottenere ottimi drop anche senza rivolgersi al crafting e anche nel caso in cui si decida di dedicarsi in modo serio alle quest e sub-quest.

 

 

Mass Effect Andromeda gode anche di una componente multi giocatore cooperativa fino a 4 giocatori. La formula e la stessa già vista nel terzo capitolo della saga, ma la velocità dei combattimenti apportate a questo nuovo capitolo innalzano gli scontri a un livello di frenesia davvero esaltante. Il PvE è costituito da una modalità orda che prevede per ogni player la possibilità di creare, personalizzare e potenziare una delle 25 classi disponibili, ottenibili tramite la riscossione dei vari pack che al loro interno contengono le ricompense disponibili. Tali oggetti si dividono fra armi, consumabili e, appunto, le classi stesse dei combattenti. Fortunatamente nel titolo di Bioware le possibilità di personalizzazione non finiscono qui e, in aggiunta al classico equipaggiamento, si potrà anche costruire una build di abilità del proprio personaggio il più utile possibile a superare le sfide. In questo senso ci saranno le diverse skill della classe in questione affiancata da una serie di slot che ne determinano il livello: investire i punti in una o nell'altra ne incrementerà ovviamente l'efficienza sul campo di battaglia. Come in Mass Effect 3 torna poi il sistema di combo, che permetterà di ottenere danni bonus sui nemici combinando le proprie abilità con quelle dei compagni: attenzione a sottovalutare la difficoltà della modalità, perchè al netto di un approccio che potrà sembrare casual e poco approfondito la modalità orda di Andromeda si rivelerà molto molto ostica se giocata a livelli di difficoltà più alta. Interessante anche il ponte di collegamento che unisce single player e multiplayer: durante il corso dell'avventura infatti potremo impiegare la milizia del Nexus in missioni speciali, nel caso in cui quest'ultime siano troppo complicate c'è la possibilità di svolgerle in prima persona. Questo vuol dire esser catapultati nel multigiocatore e, una volta portato a termine l'obbiettivo, ottenere reward per entrambe le modalità. Per quanto riguarda il comparto grafico, il titolo Bioware viaggia tra alti e bassi. Sebbene la qualità generale del comparto tecnico di Mass Effect: Andromeda si attesti su buoni livelli, questo rappresenta il punto debole dell'intera produzione. Il gioco se da un lato è più che capace di incantare lo sguardo dei giocatori con panorami planetari da sogno grazie a una direzione artistica di primo livello, dall’altro soffre di una quantità fin troppo consistente di glitch e problemi di vario genere, in grado di influire negativamente sulla qualità dell'esperienza. Il difetto più fastidioso di tutti però riguarda le animazioni dei volti, questo per fortuna è un problema evidente ma non sistematico, caratterizzato da fluttuazioni qualitative che, fortunatamente, non incidono con particolare brutalità sulla godibilità, ma che purtroppo intaccano la perfezione di un gioco davvero profondo e intrigante. Per quanto riguarda il comparto audio, le musiche e gli effetti sonori sono sempre ben calibrati e ben riprodotti. Peccato per il mancato doppiaggio in lingua italiana, ma per sopperire a questa mancanza fortunatamente sono stati inseriti i sottotitoli. Tirando le somme, questo nuovo Mass Effect Andromeda ha il grande merito di portare su Pc e rilanciare su Xbox One e PS4 una saga importante, capace di offrire centinaia di ore di gran divertimento e che è capace di coinvolgere sia fan di vecchia data che nuovi giocatori. Lasciarselo scappare sarebbe un vero peccato. Provare per credere.

 


GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 9
Longevità: 9,5


VOTO FINALE: 9

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scienza e Tecnologia

Sand Land. Il videogame ispirato all’opera di Akira Toriyama

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Sand Land è un classico action-RPG in terza persona ispirato al manga del maestro Akira Toriyama, autore di fumetti del calibro di Dragon Ball e Arale, scomparso purtroppo recentemente. Il titolo, disponibile su PC e sulle piattaforme di vecchia e nuova generazione di Microsoft e Sony, è ambientato nel mondo di Sand Land, che come suggerisce il nome è una sconfinata landa desertica devastata da una lontana guerra fra esseri umani e una razza umanoide che ormai si crede estinta. Ed è proprio all’inizio del gioco che Rao, uno sceriffo umano con un passato misterioso, si reca alla città dei demoni in cerca di aiuto per un compito davvero speciale, ovvero: trovare la Sorgente Leggendaria e riportare l’acqua in questo mondo. Tale impresa se portata a termine farebbe nel contempo cadere l’egemonia del Re, arricchitosi vendendo l’acqua alla popolazione assetata. Alla richiesta disperata dell’uomo rispondono due demoni: Beelzebub e Thief, che si uniscono alla carovana. Sono proprio loro i tre protagonisti di Sand Land, in particolare lo è Beelzebub che è il personaggio bisognerà controllare. Nella seconda parte dell’avventura si unirà poi attivamente anche Ann, una ragazza alla ricerca dei suoi familiari. Come dicevamo qualchje riga più in alto, Sand Land è un action in terza persona con alcuni elementi RPG come ad esempio il sistema di livelli e di progressione dei personaggi. I comandi sono i classici: attacco potente, attacco debole, schivata, salto e una mossa speciale in grado di causare un grande ammontare di danni ma che ha bisogno di essere caricata attraverso un’apposita barra che si riempie mettendo a segno colpi o utilizzando un particolare bonus acquistabile dai venditori. Il sistema di progressione è quindi abbastanza classico ed è basato sui punti esperienza: ogni livello raggiunto permette di acquistare un perk nell’albero delle skill. I perk più potenti richiedono la spesa di più di uno skill point. In Sand Land è chiaro fin da subito che i veicoli e le loro personalizzazioni ricoprono un luogo centrale all’interno del gioco. Nel titolo il mondo di gioco è vasto e piuttosto monocolore, quindi spostarsi unicamente a piedi avrebbe fatto rapidamente annoiare anche il giocatore più navigato. Esiste comunque un sistema di viaggio rapido che permette di raggiungere istantaneamente tutti i luoghi già visitati, con tantissimi e punti di “teletrasporto”. Tuttavia, nonostante ciò, i veicoli rappresentano il modo principale con cui ci si sposta per brevi distanze e si combatte contro i nemici. Il tank è il primo mezzo che è possibile ottenere, e fino alla seconda parte del gioco è anche il veicolo più potente e manovrabile fra tutti. In seguito, si può sbloccare il Salta-Bot, una sorta di Metal Gear che permette di saltare e raggiungere piattaforme molto in alto; l’automobile e la moto, ma anche l’hovercraft e la potente armatura da battaglia. Tutti i mezzi possono poi essere personalizzati profondamente, dal cambio di colore, possibile attraverso un venditore apposito più avanti nel gioco, alla modifica dei vari componenti per aumentarne la potenza o la velocità o la difesa. I componenti possono essere trovati come loot del gioco sconfiggendo i nemici, oppure possono essere creati attraverso i materiali ottenuti dalle casse posizionate in tutto il mondo di gioco.

Un altro elemento cardine di Sand Land è rappresentato dalla città di Spino, legata a doppio filo con lo svolgimento della trama. Essa infatti funge da quartier generale per il party. Il centro all’inizio è ridotto a poco più di un cumulo di macerie e si sviluppa nel corso del gioco man mano che vengono completate le quest secondarie. Attraverso queste missioni è possibile, infatti, recuperare vari personaggi che diventeranno i nuovi abitanti della città e apriranno nuove botteghe che incrementano i servizi disponibili. In questo modo è possibile acquistare tutto quanto serve per portare a termine il gioco senza cercarlo nelle città-discarica sparse qua e là. Le missioni secondarie legate a Spino però non sono l’unica cosa che è possibile fare nel mondo di Sand Land. Esistono infatti missioni casuali che si incontrano durante un viaggio a piedi/con un veicolo e possono essere ad esempio il salvataggio di un venditore braccato dai predoni o dai raptor. Sono presenti un gran numero di caverne del tesoro da scoprire e razziare, e alcune strutture speciali come rovine o discariche che contengono i pezzi più potenti per potenziare i veicoli. Nelle rovine, razziando i bauli disseminati al loro interno, si possono recuperare le monete d’oro antiche che possono essere scambiate con il gatto Lassi per ottenere le mappe con la posizione di tutti gli scrigni del tesoro. Menzione d’onore, infine, va fatta ai comparti video e audio di Sand Land. In particolar modo il primo: il gioco è in cel shading come da tradizione dei giochi tratti da anime/manga. In Sand Land però raggiunge un grado di pulizia e di dettaglio che raramente si può ammirare in altre produzioni simili. Il gioco è al 99% in terza persona con visuale alle spalle dall’alto, ma in alcune sezioni di un paio di dungeon, la visuale passa a scorrimento laterale in stile platform. Anche il comparto audio è molto curato, con musiche avvincenti e che ben si adattano alla situazione che intendono accompagnare. L’amore che il team ha riversato nei confronti delle tavole originali di Sand Land è percepibile anche nell’ottima cura delle scenografie: in alcuni frangenti, certi scorci paesaggistici ricordano moltissimo le spigolosissime composizioni rocciose che il buon Toriyama amava disegnare. Il gioco si può infine completare in una trentina di ore circa, senza andare eccessivamente veloce. Il gioco è integralmente doppiato in inglese o giapponese, con sottotitoli in italiano. Tirando le somme, Sand Land è un adattamento videoludico che esprime tantissimo affetto nei confronti dell’opera da cui è tratto. Una gestione divertente e variegata dell’arsenale di veicoli e un cast di personaggi carismatici fanno da contraltare ad un open world un po’ scialbo (a causa della natura del mondo) e a un combat system piuttosto farraginoso. Per tutto il resto c’è la nostalgia a fare da padrona, in un’avventura rivolta principalmente ai fan dell’adorabile Beelzebub. A nostro avviso sia che si sia amanti dell’opera, sia che si sia fan del maestro Toriyama, Sand Land è un titolo che merita di essere giocato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Gameplay: 7,5

Longevità: 7

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere

In evidenza

WhatsApp si rifà il look e aggiorna le sue funzioni

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

WhatsApp ha annunciato il rilascio di un aggiornamento che introduce un design rinnovato per l’app iOS e Android. Gli utenti raggiunti dall’update potranno notare una nuova tavolozza di colori e altre modifiche che rendono più fluida l’esperienza di utilizzo su entrambe le piattaforme. “Nel corso degli anni, ci siamo principalmente dedicati all’integrazione di nuovi strumenti all’interno dell’applicazione” spiega Meta in una nota ufficiale. “Con la costante espansione delle funzionalità, abbiamo sentito la necessità di far evolvere anche il design. Il nostro obiettivo era rendere il prodotto più fresco e moderno, senza però stravolgere la sua funzionalità principale”. Con l’aggiornamento, WhatsApp adotta il colore verde come tonalità principale in tutte le applicazioni. Dopo aver esaminato oltre 35 varianti di colore, gli sviluppatori hanno deciso di aderire al verde iconico di WhatsApp, creando una palette che consenta di ottenere abbinamenti cromatici in tutta l’app. Di conseguenza, elementi come badge di avviso e pulsanti di notifica appariranno solo in verde. Su Android, la barra delle schede è stata spostata nella parte inferiore dello schermo, rendendo WhatsApp più simile alla versione per iPhone. Proprio qui, viene introdotta una nuova area per gli allegati, con una visione più chiara delle opzioni disponibili durante l’invio di file. Per la modalità oscura, WhatsApp afferma di aver modificato i colori per fornire un contrasto più elevato e toni atti a “ridurre l’affaticamento degli occhi in ambienti con scarsa illuminazione”. L’app ha anche ricevuto nuove animazioni e sfondi per la chat. Sarà inoltre possibile selezionare i filtri per i messaggi non letti e per i gruppi con un semplice tocco, per recuperare le chat singole e di gruppo preferite.

F.P.L.

Continua a leggere

Scienza e Tecnologia

TopSpin 2K25, il tennis videogiocato non è mai stato così realistico

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

Con TopSpin 2K25, 2K e Hangar 13 resuscitano quello che è ricordato come il miglior gioco di tennis di tutti i tempi e lo fanno portando su PC e sulle console di nuova generazione un titolo solido, divertente e assolutamente godibile da tutti. Sono passati 11 anni dall’uscita di Top Spin 4 su Xbox 360, un titolo incoronato dagli appassionati come il miglior gioco di tennis mai reso disponibile per una console casalinga e, tra l’altro, mai reso retrocompatibile sulle successive generazioni. In principio fu PAM Entertainment a portare il primo Top Spin sulla grande Xbox nera, e siamo ormai nel quasi “preistorico” 2003. Nonostante il tennis sia uno degli sport più seguiti e ricchi al mondo e, sostanzialmente, il progenitore di tutti i videogiochi moderni ha sempre peccato di una certa continuità in campo videoludico. Serie storiche come Virtua Tennis sono ferme da anni, mentre le produzioni più recenti non sono mai riuscite a rispondere appieno alle aspettative degli appassionati. Alla luce di ciò, è naturale che le speranze dei fan fossero tutte riposte su questo TopSpin 2K25 e fortunatamente possiamo dire che questa volta finalmente è stato fatto centro. Dove TopSpin il titolo brilla è senza dubbio sotto il profilo del gameplay. Lo studio a cui 2K Sports ha affidato il nuovo gioco è ripartito dalle ottime basi di Top Spin 4 e ha provato ad affinare quello che non funzionava nel 2011, spolverando sul tutto un pizzico di ottava e nona generazione. Il risultato è un gioco di tennis facile da imparare, soprattutto da chi ha già esperienza, ma difficile da padroneggiare, visto che contro avversari umani o ai livelli più alti dell’intelligenza artificiale sarà fondamentale non solo conoscere bene le dinamiche di questo sport, ma anche azzeccare tutti i colpi per non essere puniti. Il tempismo, infatti, è la chiave principale dell’esperienza. Colpendo bene o perfettamente la palla, infatti, non solo si diventa più potenti e precisi o, meglio, si possono sfruttare pienamente le potenzialità del proprio tennista, ma si può fare in modo che l’effetto della palla sia quello desiderato. Le risposte scarse, infatti, solitamente rimbalzano in posizione centrale e sono piuttosto alte, due elementi che potrebbero dare all’avversario il tempo per colpire con forza e precisione. Ma non è tutto, infatti in TopSpin 2K25 caricando il movimento e rilasciando il tasto al momento giusto si va a intaccare la resistenza degli avversari. Per evitare gli interminabili scambi che era possibile avere in Top Spin 4, Hangar 13 ha pensato a questo sistema per forzare gli errori: rispondere alle cannonate provenienti dall’altra metà del campo costa fatica e, una volta consumata la resistenza, si alza drasticamente la percentuale di errore. A questo punto concorrono diversi fattori, come la resistenza dell’atleta prescelto o la capacità di indovinare sempre il giusto tempismo, aggiungendo ulteriore tensione a questi frangenti o agli ultimi game di un quinto set a Wimbledon. Interessante anche la differenziazione tra colpo caricato e colpo normale, con il primo che consuma energia, mentre il secondo perde un po’ in efficacia, il fatto che ci si possa posizionare per effettuare un colpo aperto o i tre metodi per la battuta: semplice, caricato o con la leva analogica. Insomma, il gameplay di TopSpin 2K25 è davvero molto profondo.

Una volta lanciato TopSpin 2K25 si nota immediatamente l’esperienza del gruppo 2K Sports in questo genere di videogames. I menù sono chiari e leggibili, l’accompagnamento sonoro di qualità e la struttura è quella classica, tra modalità per giocatore singolo e quelle online. Il pezzo pregiato della modalità in solitaria è senza dubbio MyPlayer, la classica carriera nella quale si crea nei dettagli un alter ego digitale e lo si porta dall’essere un perfetto sconosciuto del circuito maschile o femminile al battagliare contro i più forti al mondo. La progressione è piuttosto semplice, dato che è divisa a tappe, ognuna scandita da tre eventi: un allenamento, un’esibizione e un torneo. Il primo consente di guadagnare un buon quantitativo di esperienza, in modo da salire di livello più velocemente e incrementare le qualità fisiche e tecniche del nostro tennista. Selezionando l’esibizione si possono sperimentare delle stipule piuttosto originali con le quali sbloccare nuovi oggetti per personalizzare l’aspetto estetico del nostro alter ego. Infine il torneo consente di migliorare il posizionamento ATP (o WTA), fondamentale per andare a vincere i trofei più prestigiosi come i quattro Slam presenti o i tanti altri tornei ufficiali sotto licenza. A rallentare questa scalata però, c’è la stanchezza, che va sempre tenuta sotto controllo, non solo perché farà scendere in campo il proprio atleta con meno energie, ma aumenterà il rischio di incorrere in un infortunio, costringendo il giocatore ad un riposo forzato o a scendere in campo con valori decurtati. E poi? Tutto qui, si gioca, si cresce, si rigioca fino a raggiungere il tetto del mondo. In TopSpin 2K25 sono presenti anche altre modalità per giocatore singolo, esistono infatti la classica Esibizione o le sfide del pass stagionale, ovvero il modo per sbloccare ulteriori e sempre nuovi oggetti estetici e oggetti di varia natura che saranno aggiornati con passare del tempo. Tutto quello che bisogna fare per ottenere tali ricompense è affrontare partite tematiche, spesso ispirate allo slam del momento, con stipule varie e originali. Collegandosi online, inoltre, si possono affrontare una modalità torneo nella quale partecipare col proprio MyPlayer, non classificate e classificate. Queste ultime hanno una struttura particolare, dato che mettono in evidenza 4 tennisti e chiedono di portare a termine compiti particolari per ottenere punti esperienza extra. Anche in questo caso tutto funziona bene, durante la nostra prova non abbiamo avuto problemi di connessione di sorta e l’esperienza è stata piacevole. Il titolo, insomma è quasi perfetto, diciamo quasi perché quello che manca in TopSpin 2K25 ha un suo peso. Innanzitutto si nota l’assenza di quasi tutti i top 10 attuali, sia dalla parte maschile che da quella femminile. È vero che le licenze non sono tutto, ma affrontare in una finale Sinner o Djokovic è diverso che trovare Taylor Fritz. Ottima, invece, la scelta di leggende, dalla Williams a Federer, passando dalla Sharapova a Sampras; è un peccato che non ci siano scenari o modalità che sfruttino questi nomi per dare modo di rivivere le loro partite più iconiche. Il vero tallone d’Achille della produzione però è il comparto grafico. Con un’inquadratura televisiva TopSpin 2K25 è anche piacevole da vedere, non fosse per qualche animazione un po’ legnosa, un parco movimenti non vastissimo o la pallina che non tiene conto del corpo dei tennisti. Quando ci sono i primi piani, però, si passa dai volti bruttini e spigolosi dei tennisti, agli spettatori, posticci come quelli dei giochi di 4-5 anni fa. La natura cross-gen del progetto si fa sentire, ma anche in questo caso dopo 10 anni si poteva fare di più. Tirando le somme, possiamo dire che con TopSpin 2K25 tutti gli amanti del tennis potranno finalmente mettere le mani a un titolo che rende onore al tennis. Gli sviluppatori hanno migliorato sensibilmente il sistema di gioco, approfondendo ulteriormente gli aspetti di gameplay cruciali e riportando la serie sul trono che gli spetta di diritto. Un gameplay di primissimo livello, un realismo senza rivali e modalità di gioco decisamente funzionali spiccano su tutto, relegando in secondo piano le poche note negative.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8,5

Gameplay:8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti