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Scienza e Tecnologia

Mass Effect Andromeda, in cerca di una nuova casa esplorando l'ignoto

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Tempo di lettura 7 minuti La saga targata Ea e Bioware torna su Pc, Xbox One e PS4 con grande stile

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di Francesco Pellegrino Lise


Signori e signore, Mass Effect è tornato. Ed è tornato con una galassia tutta nuova da esplorare, con innumerevoli pianeti tutti da scoprire, nuove storie tutte da vivere, temibili nemici da combattere e un carico colossale di personaggi con i quali tentare i fan della serie e chi approccia per la prima volta al titolo. Con questi presupposti non si può certo dire che quella di Bioware con Mass Effect: Andromeda sia una sfida da poco. Una sfida nata all'ombra di un'epopea giocata da milioni di utenti che, nel tempo, hanno elevato il Comandante Shepard e i suoi compagni di viaggio al rango di vere e proprie figure chiave della fantascienza videoludica. Cinque anni dopo, il team canadese dona al pubblico un nuovo universo narrativo che, a partire dall'incredibile bagaglio rappresentato dalla storia dell’opera di Bioware, punta a ridefinire gli standard della saga e a trovarle una nuova "casa" tra le stelle di Andromeda su Pc, Xbox One e PlayStation 4. Mass Effect: Andromeda porta i giocatori fino ad Andromeda, una galassia inesplorata dove una serie di nuovi personaggi, guidati dal pioniere, combatteranno per ottenere una nuova casa per gli abitanti della via Lattea. Vestendo i panni di uno dei gemelli Ryder nel ruolo di Pioniere, i giocatori guideranno una squadra di esploratori altamente addestrati alla ricerca e scoperta di nuovi mondi, razze aliene e pericoli. La storia di Mass Effect Andromeda ha inizio dopo un viaggio durato oltre 600 anni verso la galassia di Andromeda, proprio quando l’equipaggio si sveglia dal sonno criogenico e inizia la ricerca di una nuova casa per l’umanità. I sogni di una colonizzazione senza intoppi vengono velocemente infranti, dato che quei pianeti che dovevano essere dei paradisi si dimostrano essere invece terre desolate e inospitali. Inoltre, il Pioniere scoprirà che non tutti gli abitanti della galassia sono felici dell’arrivo degli Umani. Nemici terrificanti sfideranno i giocatori e le loro squadre, obbligandoli a sfruttare a loro vantaggio gli ambienti distruttibili, movimenti verticali tramite jetpack, armi personalizzabili, poteri Biotici e altri strumenti che rendono il sistema di combattimento e la progressione del personaggio emozionante e libera come mai prima. Insomma, gli ingredienti che hanno portato la saga ad ottenere un posto nell’Olimpo dei videogames ci sono ancora tutti. Archiviata l'estinzione su scala galattica incarnata dalla minaccia dei Razziatori, Andromeda si allontana dalla generale cupezza dell’impresa compiuta dal capitano Shepard in Mass Effect 3 per offrire al pubblico un'avventura con connotazioni meno grame, che punta sul desiderio di scoperta costruendo così una dimensione narrativa nuova, forte e articolata. Una prospettiva di cui il Pioniere è al tempo stesso simbolo e artefice, data la rilevanza, per molti versi inedita, delle scelte del protagonista sul tono generale dell'avventura. Accantonata la polarità del sistema EroeRinnegato, le opzioni dialogiche a disposizione dei giocatori rispondono a quattro archetipi caratteriali (Emotivo, Logico, Disinvolto, Professionale) le cui connotazioni morali non aderiscono a stereotipi d'allineamento, ma offrono invece una personalizzazione del proprio alter ego virtuale decisamente più ampio e credibile. Anche il rapporto scelta-conseguenza risulta contestualmente più sfumato, e la sensazione è quella di avere un controllo più profondo della caratterizzazione del protagonista, la cui eco è chiaramente identificabile tanto nelle scene scriptate, quanto nella percezione che gli altri personaggi hanno di Ryder stesso.

 

 

Dopo le prime ore di gioco, si scoprirà che l'equipaggio della Tempest è composto da un gruppo di avventurieri multispecie con cui si potranno stringere legami forti e duraturi, sebbene la definizione dei diversi personaggi spinge a sviluppare preferenze nette, che avranno conseguenze sugli sforzi romantici che si faranno. Inoltre rispetto al passato, le romance di questo Mass Effect sono particolarmente interessanti, principalmente perché le interazioni in questo senso sono basate su un percorso condiviso fatto di fiducia e sostegno reciproco. Parlando di Gameplay, Mass Effect Andromeda è un un gioco di ruolo incentrato sull'esplorazione, in questo caso di pianeti totalmente sconosciuti. Differentemente dalla trilogia originale, qui le superfici concretamente esplorabili non saranno moltissime, ma ognuna di esse merita assolutamente di essere visitata: paesaggi desertici, glaciali o tropicali faranno da sfondo alle varie quest e sub-quest disponibili che sono veramente tantissima. Si spazia dal classico "porta il pacco dal punto al A al punto B", fino a missioni molto più contestualizzate e che in qualche modo si intersecano con la trama principale o con quelle lealtà dei vari membri dell'equipaggio. La spinta all'esplorazione in Andromeda è preponderante rispetto qualsiasi altra attività: più sarete curiosi e determinati, più segreti e sfaccettature scoprirete. Ogni pianeta poi avrà un grado di vivibilità, che in base alle quest che si porteranno a termine, aumenterà: arrivare al 100% non sarà mai facile, ma superata la soglia del 40% sarà possibile stabilire una colonia umana, magari facendo amicizia o stringendo alleanza con gli esseri e le specie che ci abitavano prima. Senza contare che ogni attività fatta ci darà diritto ad acquisire determinati "punti vivibilità Andromeda", che potranno essere investiti sul Nexus (la nave/pianeta dell'Iniziativa Andromeda) per risvegliare particolari sezioni umane ancora bloccate in criostasi e che potranno aiutare in modi specifici, come per esempio fornire costantemente crediti extra oppure risorse minerarie. Insomma lo scopo è esplorare, conoscere e colonizzare nuovi pianeti. Le side quest sono nel complesso quasi sempre stimolanti e, se si avrà la pazienza di portarle a termine tutte, esse daranno una visione d'insieme più approfondita dell'universo di gioco, visto che alcune di esse si legano in qualche modo con gli avvenimenti principali. La scelta di BioWare di ridurre il numero di pianeti esplorabili ma di potenziarne le attività è sicuramente vincente: scorrazzare a destra o a manca con il Nomad non sarà quasi mai noioso, complice anche la sempre presente dose di curiosità nello scoprire nuovi paesaggi, strutture aliene o caverne segrete. Ovviamente in queste fasi di esplorazione non si è soli, al contrario, la specie nemica di Andromeda, i Kett, saranno sempre presenti e non si tireranno mai indietro da nessuno scontro a fuoco. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, questo è votato molto all'action, complice anche il jetpack che permettere di compie balzi verticali e laterali costanti. Questa scelta ha spinto BioWare a creare scontri più attivi che sfruttano la verticalità e la diversità di un level design che nelle sezioni di combattimento diventa funzionale e obbliga lo studio rapido dello scenario. Le coperture saranno automatiche e non esiste pausa tattica. Veloce, letale e divertente, questo Combat System rinnovato spinge il giocatore al movimento continuo e suggerisce, senza troppi fronzoli, di stare sempre allerta per poter sopravvivere, anche perché l'IA sarà molto aggressiva e obbligherà i giocatori al continuo movimento e al cambio di posizione strategica. I punti esperienza ottenibili dalle varie attività faranno progredire di livello, e ogni qual volta che Ryder aumenterà le sue statistiche verranno assegnati anche alcuni punti abilità da investire nelle tre macro categorie: Biotica, Combattimento e Tecnologia. Ognuno di questi rami ha al suo interno diversi perks, e investire punti in una o nell'altra categoria sbloccherà piano piano tutti e sette i profili del protagonista: configurazioni differenti e preimpostate che modificheranno statistiche, bonus e malus di classe. Sarà possibile cambiare in qualsiasi momento dello scontro il proprio profilo. A fare da contorno all'esplorazione non poteva mancare il crafting, che ricalca una struttura classica per il genere: utilizzare lo scanner in dotazione di Ryder sarà utile per entrare in contatto con nuove cose, siano macchine, animali o piante: ogni qual volta si otterranno dati nuovi verranno attribuiti dei punti da investire nell'acquisto di determinati progetti per armi o corazze. Toccherà poi reperire i vari materiali prima di poter concretamente creare l'oggetto. Detto ciò, è bene dire che si potranno ottenere ottimi drop anche senza rivolgersi al crafting e anche nel caso in cui si decida di dedicarsi in modo serio alle quest e sub-quest.

 

 

Mass Effect Andromeda gode anche di una componente multi giocatore cooperativa fino a 4 giocatori. La formula e la stessa già vista nel terzo capitolo della saga, ma la velocità dei combattimenti apportate a questo nuovo capitolo innalzano gli scontri a un livello di frenesia davvero esaltante. Il PvE è costituito da una modalità orda che prevede per ogni player la possibilità di creare, personalizzare e potenziare una delle 25 classi disponibili, ottenibili tramite la riscossione dei vari pack che al loro interno contengono le ricompense disponibili. Tali oggetti si dividono fra armi, consumabili e, appunto, le classi stesse dei combattenti. Fortunatamente nel titolo di Bioware le possibilità di personalizzazione non finiscono qui e, in aggiunta al classico equipaggiamento, si potrà anche costruire una build di abilità del proprio personaggio il più utile possibile a superare le sfide. In questo senso ci saranno le diverse skill della classe in questione affiancata da una serie di slot che ne determinano il livello: investire i punti in una o nell'altra ne incrementerà ovviamente l'efficienza sul campo di battaglia. Come in Mass Effect 3 torna poi il sistema di combo, che permetterà di ottenere danni bonus sui nemici combinando le proprie abilità con quelle dei compagni: attenzione a sottovalutare la difficoltà della modalità, perchè al netto di un approccio che potrà sembrare casual e poco approfondito la modalità orda di Andromeda si rivelerà molto molto ostica se giocata a livelli di difficoltà più alta. Interessante anche il ponte di collegamento che unisce single player e multiplayer: durante il corso dell'avventura infatti potremo impiegare la milizia del Nexus in missioni speciali, nel caso in cui quest'ultime siano troppo complicate c'è la possibilità di svolgerle in prima persona. Questo vuol dire esser catapultati nel multigiocatore e, una volta portato a termine l'obbiettivo, ottenere reward per entrambe le modalità. Per quanto riguarda il comparto grafico, il titolo Bioware viaggia tra alti e bassi. Sebbene la qualità generale del comparto tecnico di Mass Effect: Andromeda si attesti su buoni livelli, questo rappresenta il punto debole dell'intera produzione. Il gioco se da un lato è più che capace di incantare lo sguardo dei giocatori con panorami planetari da sogno grazie a una direzione artistica di primo livello, dall’altro soffre di una quantità fin troppo consistente di glitch e problemi di vario genere, in grado di influire negativamente sulla qualità dell'esperienza. Il difetto più fastidioso di tutti però riguarda le animazioni dei volti, questo per fortuna è un problema evidente ma non sistematico, caratterizzato da fluttuazioni qualitative che, fortunatamente, non incidono con particolare brutalità sulla godibilità, ma che purtroppo intaccano la perfezione di un gioco davvero profondo e intrigante. Per quanto riguarda il comparto audio, le musiche e gli effetti sonori sono sempre ben calibrati e ben riprodotti. Peccato per il mancato doppiaggio in lingua italiana, ma per sopperire a questa mancanza fortunatamente sono stati inseriti i sottotitoli. Tirando le somme, questo nuovo Mass Effect Andromeda ha il grande merito di portare su Pc e rilanciare su Xbox One e PS4 una saga importante, capace di offrire centinaia di ore di gran divertimento e che è capace di coinvolgere sia fan di vecchia data che nuovi giocatori. Lasciarselo scappare sarebbe un vero peccato. Provare per credere.

 


GIUDIZIO GLOBALE:


Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 9
Longevità: 9,5


VOTO FINALE: 9

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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