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Salute

Milano, carceri: aumentano i casi di tubercolosi, in calo i malati di hiv

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Ecco la fotografia scattata dalla SIMSPe sulle malattie: nei luoghi di reclusione. Rallenta la diffusione del virus hiv e si riduce quella dell’epatite C un detenuto su due è malato di epatite C. Aumentano invece i malati di tubercolosi.

IL XX CONGRESSO SIMSPE A MILANO – Si apre oggi a Milano, sino a domani, presso l’Auditorium Testori del Palazzo Lombardia, il XX Congresso Nazionale SIMSPE, Agorà Penitenziaria 2019, intitolato “Il carcere è territorio”. Circa 200 i partecipanti, provenienti da tutta Italia. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con Regione Lombardia e SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, è presieduto dal Dott. Roberto Ranieri. L’appuntamento rappresenta il momento di confronto fra quanti, a vario titolo, si occupano di sanità e di salute all’interno degli Istituti Penitenziari e vuole fornire spunti per una riflessione approfondita del fare Salute in carcere. Gli argomenti trattati riguarderanno, tra l’altro, il rapporto tra medicina penitenziaria e medicina di comunità, il rapporto tra carcere e salute pubblica, la salute mentale, le popolazioni detenute che necessitano di trattamenti particolari, come donne e stranieri.

IL CARCERE E’ TERRITORIO TRA INFETTIVOLOGIA E PSICHIATRIA – “Il carcere è territorio” è il tema appositamente scelto per la prima sessione di apertura di questa Agorà – dichiarano Luciano Lucanìa, Presidente SIMSPe e Roberto Ranieri, Presidente del Congresso – Ed è questo il nostro messaggio. Noi ci siamo: nel mondo variegato del SSN, all’interno dell’offerta assistenziale dei Distretti, in un segmento nuovo, dove multiprofessionalità e multiculturalità – sotto il profilo sanitario – espresse dai presidi aziendali interni agli istituti penitenziari, tutti unità operative dell’azienda sanitaria con la loro struttura ed i rispettivi livelli di direzione, garantiscono un servizio alla persona ed alla istituzione”.

HIV IN CARCERE TRA GESTIONE E CONTROLLO – I dati relativi all’HIV sono oggi confortanti perché l’assunzione dei farmaci antiretrovirali nei soggetti consapevoli ha ridotto in maniera notevole la trasmissione del virus anche in presenza di comportamenti a rischio. Infatti, la prevalenza di detenuti HIV positivi è discesa dal 8,1% del 2003 al 1,9% attuale. Questo avviene in modo particolare tra i tossicodipendenti, che rappresentano oltre un terzo della popolazione detenuta, certificato dal 34% di presenti per reati correlati a consumo e spaccio. “Questi dati – spiega Sergio Babudieri, Direttore Scientifico SIMSPe – indicano chiaramente che, nonostante i comportamenti a rischio come lo scambio delle siringe ed i tatuaggi non siano diminuiti, la circolazione di HIV non avviene più perché assente dal sangue dei positivi in terapia antivirale. Questi farmaci non sono in grado di eradicare l’infezione ma solo di bloccarla. Di fatto con l’aderenza alle terapie viene impedita l’infezione di nuovi pazienti”.

EPATITE C RESTA PRIORITA’- L’Epatite C è tuttora l’infezione maggiormente presente nella popolazione detenuta in Italia. Molti istituti italiani si stanno attenendo sempre di più alle indicazioni ministeriali, per raggiungere l’obiettivo dell’assenza di nuove infezioni da HCV entro il 2030. A questo consegue che, oramai, non c’è più diversità nel trattamento tra pazienti dentro e fuori le carceri ed abbiamo dimostrato come le persone oggi in cura raggiungano la guarigione in oltre il 95% casi, in modo indifferente se trattati in detenzione ovvero in libertà. “Un altro dato che sta emergendo dai nostri studi – aggiunge Babudieri – è che tra tutti i detenuti HCV positivi, solo poco più del 50% sono realmente viremici e, quindi, da sottoporre a terapie, rispetto al 70-80% atteso. Per molti di questi già guariti è anche ipotizzabile che abbiano eradicato il virus in maniera spontanea”.

TUBERCOLOSI – Risulta poi dai dati ufficiali del Ministero della Giustizia che un terzo della popolazione sia straniera, e, con il collasso di sistemi sanitari esteri, con il movimento delle persone, si riscontrano nelle carceri tassi di tubercolosi latente molto più alti rispetto alla popolazione generale. Se in Italia tra la popolazione generale si stima un tasso di tubercolosi latenti, cioè di portatori non malati, pari al 1-2%, nelle strutture penitenziarie ne abbiamo rilevati il 25-30%, che aumentano ad oltre il 50% se consideriamo solo la popolazione straniera. “Anche se stiamo parlando non di malattia attiva ma solo di contatti con il patogeno – conclude Babudieri – un detenuto su due risulta essere tubercolino positivo e questo sottintende una maggiore circolazione del bacillo tubercolare in questo ambito. È, quindi, indispensabile effettuare controlli estesi in questa popolazione, perché il rischio che si possano sviluppare dei ceppi multiresistenti è molto alto, con conseguente aumento della letalità nei pazienti in cui la malattia si sviluppa in modo conclamato”.

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Salute

Intelligenza artificiale e Aziende Sanitarie Locali: Quale futuro per la Sanità?

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L’intelligenza artificiale (IA) ha rapidamente guadagnato terreno nel settore sanitario, offrendo nuove possibilità e rivoluzionando le pratiche mediche tradizionali. Questa innovazione non riguarda solo le grandi istituzioni sanitarie, ma anche le aziende sanitarie locali stanno beneficiando delle potenzialità dell’IA. In questo articolo, esploreremo i benefici dell’IA per le aziende sanitarie locali e discuteremo il futuro promettente della sanità grazie a questa tecnologia.

Una delle principali aree in cui l’IA sta portando benefici significativi alle aziende sanitarie locali è nella diagnosi e nel trattamento precoci delle malattie. Grazie alla capacità di analizzare grandi quantità di dati clinici e di imaging, l’IA può aiutare i medici a identificare segnali precoci di patologie come il cancro, le malattie cardiache e il diabete. Questo consente interventi tempestivi che possono migliorare notevolmente le prospettive di guarigione dei pazienti e ridurre i costi associati a trattamenti più invasivi o avanzati.

Ottimizzazione dei Processi Operativi

Le aziende sanitarie locali devono affrontare sfide complesse legate alla gestione dei pazienti, alla pianificazione delle risorse e all’ottimizzazione delle operazioni quotidiane. L’IA può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzare questi processi, ad esempio attraverso sistemi di programmazione intelligente che riducono i tempi di attesa per gli appuntamenti, o mediante l’analisi predittiva che aiuta a prevedere le necessità di personale e di risorse in base alla domanda prevista.

Personalizzazione dei Trattamenti

Ogni paziente è unico e risponde in modo diverso ai trattamenti medici. L’IA consente alle aziende sanitarie locali di offrire cure personalizzate e mirate, analizzando i dati genetici, clinici e comportamentali dei pazienti per identificare il trattamento ottimale per ciascuno. Questo approccio mirato non solo migliora i risultati clinici, ma riduce anche gli sprechi di risorse e i costi associati a trattamenti inefficaci.

Telemedicina e Assistenza Remota

L’IA sta rivoluzionando anche la telemedicina e l’assistenza sanitaria remota, consentendo alle aziende sanitarie locali di raggiungere pazienti al di fuori delle tradizionali strutture ospedaliere e ambulatoriali. Attraverso chatbot alimentati da IA, consulenze virtuali e monitoraggio remoto dei pazienti, le aziende sanitarie locali possono fornire un accesso più ampio ai servizi sanitari e migliorare la continuità delle cure.

Ricerca e Sviluppo di Nuove Terapie

Infine, l’IA sta rivoluzionando la ricerca e lo sviluppo di nuove terapie mediche. Attraverso algoritmi di apprendimento automatico, è possibile analizzare enormi database di dati molecolari e clinici per identificare nuovi bersagli terapeutici e sviluppare farmaci più efficaci e sicuri. Questo apre la strada a nuove scoperte e terapie innovative che possono trasformare radicalmente la pratica medica.

L’intelligenza artificiale offre un potenziale enorme per migliorare le prestazioni delle aziende sanitarie locali e per trasformare il futuro della sanità. Dalla diagnosi precoce alla personalizzazione dei trattamenti, dalla gestione operativa alla ricerca di nuove terapie, l’IA sta cambiando il modo in cui le aziende sanitarie locali forniscono cure e servizi ai loro pazienti. Con un utilizzo responsabile e strategico dell’IA, possiamo aspettarci un futuro in cui la sanità sia più efficiente, efficace e accessibile per tutti.

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Castelli Romani

Frascati, ospedale: intervento chirurgico con tecnica all’avanguardia

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Asportato tumore allo stomaco a un’anziana senza anestesia generale
 
Straordinario intervento chirurgico all’Ospedale San Sebastiano di Frascati dove è stato possibile evitare gravi complicanze post operatorie per Bice, una signora di 85 anni di Monte Compatri che è stata operata con anestesia spinale anziché generale per l’asportazione di un tumore esteso allo stomaco.
 
Non c’è stata necessità di ricovero in terapia intensiva e nella degenza post operatoria non si sono resi necessari farmaci analgesici.
 
La signora attualmente, a meno di una settimana dall’intervento, ha avuto una precoce ripresa ed è in buona salute, presto sarà dimessa per ricongiungersi ai suoi cari.
 
Grande soddisfazione, in merito alla tecnica anestesiologica, è stata espressa sia dalla paziente che dal chirurgo operatore, il dr. Massimiliano Boccuzzi Direttore della UOC di Chirurgia Generale e dai suoi aiuti Dr. Francesco Boccaccini e Dr.Angelo Torcasio coadiuvati dalla preziosa collaborazione del servizio di endoscopia digestiva del San Sebastiano (Dr.Fabrizio Travaglini).
 
Il Commissario Straordinario della Asl Roma 6 dott. Francesco Marchitelli e il Direttore Sanitario dottor Vincenzo Carlo La Regina si sono complimentati per questo straordinario risultato: “Questo significa salvare vite – hanno detto – siamo di fronte a un intervento che segna un passo fondamentale per la presa in carico dei pazienti complessi e in età avanzata che sempre più spesso sono costretti a subire le gravi complicanze post operatorie o addirittura a non potersi sottoporre agli interventi chirurgici perché eccessivamente rischiosi. Le persone per le persone, questa è un’altra grande testimonianza del percorso di umanizzazione della salute che abbiamo intenzione di portare avanti insieme”.
 
Tecnicamente si è trattato di un intervento chirurgico di gastrectomia subtotale per una voluminosa neoplasia gastrica a un’anziana con un quadro clinico complesso perché già operata alcuni anni fa per una neoplasia del colon e venti giorni fa sottoposta a intervento per una frattura di femore post traumatica, sempre presso il San Sebastiano.
 
In considerazione dell’età avanzata e delle varie comorbidità, in accordo con la paziente, l’equipe della UOSD di Anestesia e Rianimazione del San Sebastiano con il Responsabile Dott. Benedetto Alfonsi, afferente al Dipartimento di Emergenza diretto dalla Dott.ssa Carla Giancotti, ha deciso di non eseguire l’intervento in anestesia generale, bensì in anestesia locoregionale, che è stata effettuata dal Dr. Benedetto Alfonsi in collaborazione con il Prof.Fabrizio Fattorini.  
 
All’anestesia spinale, necessaria per l’intervento chirurgico, è stato associato l’ESP Block bilaterale, un blocco di fascia ecoguidato della parete posteriore del torace.
 
Il blocco di fascia è stato effettuato per garantire l’analgesia post operatoria senza la necessità di oppiacei. I blocchi di fascia rappresentano attualmente un ulteriore passo avanti nel controllo del dolore post operatorio. Per migliorare il comfort operatorio, durante l’intervento la paziente è stata lievemente sedata. Ora sta bene e l’intervento è riuscito.
 
Tale testimonianza è importante anche dal punto di vista scientifico alla luce del continuo incremento di pazienti over 80 con molteplici comorbilità che sempre più spesso si rivolgono all’Ospedale di Frascati, essendo collocato in un’area demograficamente ricca di case di riposo per anziani e di pazienti geriatrici.
 
“Da vari anni – dichiara il  dottor Massimiliano Boccuzzi, direttore UOC di Chirurgia Generale dell’Ospedale di Frascati – sono in aumento gli anziani sottoposti ad interventi di chirurgia maggiore che prima erano uno scoglio difficile da superare per alcune tipologie di pazienti e da anni chirurghi ed anestesisti sono impegnati nell’affinamento di tecniche anestesiologiche e chirurgiche mininvasive, che ci possano condurre ad una sensibile riduzione dei rischi anestesiologici e delle complicanze chirurgiche, in tali tecnologie la Asl Roma 6 si sta dimostrando un importante punto di riferimento permettendo agli operatori di poter crescere e perfezionare nuove tecniche a basso impatto di complicanze post operatorie”.

 



Privo di virus.www.avast.com

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Politica

Facoltà di Medicina, al via il libero accesso. Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

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Ci si potrà iscrivere liberamente, senza passare attraverso test, al primo semestre di Medicina e chirurgia, Medicina veterinaria e Odontoiatria e protesi dentaria.

È quanto prevede la riforma dell’accesso alla facoltà di Medicina. Verranno individuate le discipline in area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria che devono essere superate per l’ammissione al secondo semestre. Nel caso di mancata ammissione, verranno riconosciuti i crediti formativi utili per potere cambiare facoltà. Le nuove norme dovrebbero scattare nel 2025.

Ministro Bernini: “Formeremo 30mila medici superando numero chiuso”

“Trasparenza, equità, merito: è su questi principi che il governo e il ministero dell’università vogliono riformare l’accesso a Medicina, combinando le legittime aspirazioni degli studenti alle necessità del sistema sanitario. Sappiamo che nei prossimi anni potremo formare almeno 30mila futuri nuovi medici, ai quali dobbiamo garantire una preparazione di qualità, attenta soprattutto alle opportunità che le nuove tecnologie offrono in campo medico”. Lo ha spiegato il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Stiamo lavorando ad una riforma strutturata che superi il numero chiuso e punti all’eccellenza formativa e alla valorizzazione delle competenze. Siamo sulla buona strada. Sono davvero orgogliosa del percorso che anche il Parlamento ha avviato, all’insegna dell’ascolto, della massima collaborazione e dell’unità di intenti”.

Ordine medici: “Nettamente contrari a stop al numero chiuso”

  La riforma non incontra però il gradimento dei medici. “Siamo nettamente contrari, e questa non è assolutamente una norma di buon senso: eliminare il numero chiuso a Medicina significa che fra 10 anni, il tempo necessario per formare un medico, avremo una pletora di laureati che non avranno possibilità di trovare un posto di lavoro come medici. Produrremo solo dei disoccupati”, ha spiegato il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, commentando l’adozione da parte del Comitato ristretto della Commissione Istruzione del Senato del teso base per lo stop al numero chiuso. 

Medici Anaao: “Stop numero chiuso colpo grazia a formazione medica”

  Anche il sindacato dei medici ospedalieri ha espresso forti perplessità. “Lo stop al numero programmato a Medicina dimostra ancora una volta che la cecità politica si sta ormai cronicizzando ed è il colpo di grazia alla formazione medica”, ha dichiarato Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao Assomed.  “Abolire il numero programmato – ha proseguito Di Silverio – è una soluzione miope e sintomo di assoluta mancanza di visione futura o peggio di una visione futura che porterà a una nuova pletora medica che favorirà manodopera privata a basso costo. Tutto questo in netto contrasto con le dichiarazioni del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro della Salute sulla difesa del Ssn”.

“In Italia esiste il numero programmato e invece di investire in programmazione si aprono le porte a 70mila giovanissimi studenti, confondendo il diritto allo studio con il diritto all’iscrizione alla Facoltà. Ma non resteremo in silenzio. Chiameremo a raccolta tutti gli studenti e gli specializzandi, tutta la categoria – ha annunciato Di Silverio – promuovendo raccolta firme e manifestazioni in tutta Italia affinché tutti abbiano la consapevolezza che questo è il colpo di grazia alla formazione medica, alla professione e soprattutto al sistema di cure pubblico”.

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