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Cronaca

NAPOLI, CADAVERI IN UNA DISCARICA: IL KILLER E' STATO INCASTRATO DA UN SMS E DA UN IMPRONTA DIGITALE

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Tempo di lettura 2 minuti Il procuratore Francesco Greco ha detto: “Riteniamo che Riano non era da solo, con lui un altra persona o piu' persone”

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di Angelo Barraco
 
Napoli – Emergono maggiori dettagli in merito agli elementi che hanno condotto gli inquirenti all’arresto di Antonio Riano, un fioraio di 27 anni ritenuto responsabile dell’omicidio di Luigi Simeone e sua moglie Immacolata Assisi, ritrovati entrambi cadaveri in provincia di Napoli, vicino Cava Riconta, in Via Ripuaria, a Giugliano. I cadaveri sono stati ritrovati in una ex discarica. Il ritrovamento della coppia è avvenuto grazie alla segnalazione fatta da una prostituta alla Polizia, la strada in cui si trovava il taxi dell’uomo era poco trafficata. L’uomo è stato trovato ad una profondità di 40 metri. L’uomo presenta una ferita d’arma da fuoco alla testa (su una tempia), la donna invece al centro della testa presenta un foro di proiettile.
 
L’ispezione dell’autovettura della coppia ha portato all’individuazione di 5 bossoli calibro 7.65. L’uomo arrestato è del quartiere Pianura, di Napoli e lavorava con il padre nel negozio del padre. Un elemento che lo ha incastrato è stato un sms che l’uomo ha inviato alla donna assassinata. Un altro elemento importante ai fini dell’indagine è stato il rinvenimento di un’impronta digitale, precisamente l’anulare destro, che era presente sullo sportello dell’auto e, dopo un’attenta analisi, sono stati trovati 21 punti di contatto con l’indagato. Il procuratore Francesco Greco ha detto: “Riteniamo che Riano non era da solo, con lui un altra persona o piu' persone”, il procuratore continua dicendo “Siamo ancora in una fase preliminare e non e' stato ancora sottoposto ad interrogatorio ma riteniamo che alla base del duplice omicidio ci sia un disaccordo sulla compravendita della casa dei coniugi dove Riano ne era l'acquirente. E' probabile che il litigio nasca da un disaccordo intervenuto perche' le vittime non avevano ancora dato la disponibilita' dell'appartamento. Riteniamo che ci sia stato un passaggio di soldi e sono stati trovati documenti da cui si evince che era stato concluso un accordo preliminare di vendita”. 

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In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Cronaca

Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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