Connect with us

Cronaca

Napoli, omicidio Immacolata Villani. Il marito si è suicidato: i fatti e l’analisi della criminologa Mary Petrillo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

NAPOLI – “La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna ma soltanto di struggitrice” diceva Benedetto Croce. Una frase che si prefigura come lo specchio di una società contemporanea asettica e che fa certamente molta paura.

Immacolata Villani, 31 anni, è stata uccisa a Terzigno (Na), davanti la scuola elementare che frequentava la figlia di 9 anni

Erano le 8,20, la donna aveva appena salutato la sua bimba con un bacio e si era infilata subito in macchina poiché vi era una pioggia incessante. Un uomo in sella ad uno scooter, si avvicina a lei e gli intima di scendere per parlare, ma non gli da il tempo di aprire bocca che un colpo di pistola –una revolver di piccolo calibro- le arriva dritto in fronte uccidendola. La donna muore sul colpo, uccisa davanti a tante mamme che avevano appena lasciato i propri figli a scuola. L’allarme è stato lanciato dal Sindaco Francesco Ranieri “Mi ha chiamato un’amica in lacrime che stava sul posto e io ho avvisato i carabinieri. Erano le 8,23. Sono sconcertato, non ho parole. Me ne sono dovuto andare da lì per non sentirmi male. E’ assurdo”.

Le indagini partono immediatamente e i sospetti, rafforzati soprattutto dalle testimonianze dei presenti in loco che lo hanno riconosciuto, ricadono immediatamente sul marito Pasquale Vitiello di 35 anni.

L’uomo lavorava nell’indotto dell’Alenia, figlio di un direttore di banca, si stava separando da Imma. Il loro matrimonio era in crisi da molto tempo ma i coniugi hanno continuato la convivenza malgrado la donna avesse un’altra relazione. Immediatamente viene effettuata un’ispezione all’interno della sua abitazione e vengono sequestrate numerose lettere in cui esprimeva la volontà di farsi giustizia da sé. Ma l’uomo non si trova. I Carabinieri lo cercano in lungo e in largo, anche con l’ausilio di elicotteri in tutta la zona del nolano e del vesuviano ma l’esito è negativo. Emerge inoltre che Imma aveva presentato querela il 4 marzo  a seguito di una lite. La salma di Immacolata viene portata via dopo le 11, le scolaresche vengono fatte uscire da un ingresso secondario e la figlia viene dapprima sostenuta psicologicamente dagli assistenti sociali e poco dopo affidata agli zii. E Pasquale? Pasquale si è ucciso con la stessa arma con il quale ha ammazzato la moglie. Il suo cadavere è stato rinvenuto dagli inquirenti in Via Vicinale Mauro Vecchio, in un rurale avvolto dalla vegetazione. Tutti gli elementi del caso lasciano pensare che si sia ammazzato subito dopo il delitto.

La dottoressa Mary Petrilo, criminologa, Coordinatrice del Crime Analysts Team, Docente Master Università Niccolò Cusano ci ha spiegato che:

“Femminicidio e la violenza fisica, economica, psicologica sono tutti reati che, a parer mio, è possibile considerarli  crimini contro l’umanità. Il fatto di non rispettare i diritti delle donne lede, infatti, tutti noi. Ciò  presuppone la costruzione di relazioni sociali diverse, incentrate sulla Persona in quanto tale e sul rispetto reciproco a prescindere da ogni forma di diversità, sia essa sessuale, etnica, ecc. Purtroppo anche la recente cronaca e questi ultimi tragici casi ci hanno confermato che il “femminicidio” scaturisce, per lo più, da pregresse situazioni di violenza cosiddetta domestica.

Solitamente chi commette atti di questo tipo è il marito o compagno, che vuole, a tutti i costi, avere assoluto controllo sulla donna, tanto da indurre in lei diverse tipologie comportamentali: una bassa autostima, tanto che quando la situazione si “cronicizza” la donna non reagisce più e aumenta, purtroppo, la sua dipendenza psicologica nei confronti del suo abusante o può accadere, invece, che la donna riesca a liberarsi da questo rapporto “malato” e quindi l’uomo mette in atto azioni di stalking fino a presentarsi sul posto di lavoro della donna o comunque nei luoghi da lei frequentati, proprio come accaduto nel caso della mamma uccisa davanti scuola della figlia e in questi luoghi questi soggetti  umiliano le loro mogli/compagne per affermare quel controllo che di fatto non hanno più sulla propria vittima e nei casi più tragici sfogano la loro rabbia nel commettere un femminicidio. 

Un identikit tipico è univoco  dell’uomo che esercita violenza e quello di una donna che la subisce non esiste.

La violenza sulle donne è di tipo trasversale, ossia, riguarda tutte le classi sociali. Per capire la tipologia del soggetto abusante è necessario fare riferimento a tre necessità che l’uomo vuole soddisfare: controllo, possesso ed anche invidia, che sfociano in  gelosia morbosa. Alla base di tutto ciò c’è l’insicurezza  e la paura di perdere  quella parte di se stessi che acquisisce valore, a seconda della persona con cui si ha una relazione. Il controllo che il soggetto abusante esercita sulla vittima avviene, in molti casi, attraverso la distruzione di  oggetti, poi sugli animali domestici, sui figli, lo abbiamo purtroppo verificato nel caso di Cisterna di Latina infine, si passa a colpire la propria compagna.  Questa escalation è attuata, in quanto, il soggetto abusante ha un vero e proprio desiderio di provocare una grossa sofferenza alla propria vittima. A  tutte le donne consiglierei, di non cominciare proprio una relazione con un uomo  che è, in modo ossessivo, bisognoso di esclusività, narcisista o che ha una personalità che necessita di eccessivo bisogno di accettazione o che abbia una personalità tecnicamente definita “borderline”, perché sono generalmente soggetti pericolosi; se, invece la storia è in essere e poi portata a termine dalla donna, sento di dire di non accettate mai di incontrare questi individui da soli soprattutto quando chiedono “l’ ultimo incontro chiarificatore”, facendovi credere che sono disposti a cambiare o a dialogare: tutto falso! Rivolgetevi alle forze dell’Ordine e ai centri antiviolenza a voi più vicini e lì sarete seguite anche gratuitamente sia a livello legale che psicologico”.

Angelo Barraco

Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

Continua a leggere

Cronaca

Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

Continua a leggere

Cronaca

1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti