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Roma

NEMI: DALLA TERZA NAVE DI CALIGOLA ALL'INGRESSO DELL'INFERNO DANTESCO

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Tempo di lettura 3 minuti Giuliano Di Benedetti, sostenitore dell'esistenza di questo incredibile reperto, sostiene anche l'esistenza della celebre 'Selva Oscura' riportata nelle Divina Commedia di Dante Alighieri

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di Ivan Galea
Nemi (RM)
– Dopo la clamorosa notizia, data in anteprima assoluta dal nostro quotidiano, che il Comune di Nemi si sta attivando per far partire le ricerche della terza nave dell'imperatore Caligola, che si troverebbe nei fondali del lago di Nemi e che qualora venisse trovata segnerebbe una svolta epocale per il piccolo paese delle fragole nonché per tutto l'hinterland dei Castelli Romani, l'architetto Giuliano Di Benedetti, sostenitore dell'esistenza di questo incredibile reperto, ritiene anche che in un certo qual modo esista la celebre 'Selva Oscura' riportata nelle Divina Commedia di Dante Alighieri. Secondo Di Benedetti la 'Selva Oscura' esiste veramente e si troverebbe nel Nemus, il bosco circolare che sorge sulla Valle del lago di Nemi, un tempo sacro a Diana.

Tra teoria e riscontri Quella che sembra essere una teoria fantascientifica troverebbe invece riscontro negli oltre vent'anni di studio durante i quali Di Benedetti  avrebbe individuato il luogo esatto che ispirò i versi dell'Alighieri. Dal Nemus, secondo i riscontri dell'architetto, circa 35 mila anni fa avrebbe trovato origine l'umanità, in un lembo di terra rimasto immune all'era glaciale. Il ghiaccio, infatti, avrebbe lasciato illesi i lecci e i castagni del bosco. Da qui la consacrazione alla dea della fertilità. La dimora di Diana, circolare come la testa del bimbo che nasce all'interno del cratere di un vulcano che per millenni ha custodito il mistero di due navi romane. Il calore emanato dal territorio vulcanico avrebbe fatto sopravvivere gli alberi. Una ricerca italiana dimostra che circa 35 mila anni fa non era presente polline di alberi ad alto fusto nel sud della penisola. Di Benedetti afferma che se si facessero dei carotaggi nel lago di Nemi fino ad arrivare al substrato che ci interessa si potrebbe avere la prova scientifica della presenza di polline. Questa teoria viene confortata dagli studi di Giuliano Di Benedetti pubblicati in due volumi nel 2008 e nel 2010 editi da Ventucci.

Dante Alighieri e il Nemus L'architetto ha abbinato quindi il Nemus con i versi dell'Alighieri spiegando anche il motivo per cui la dea Diana avrebbe dimorato a Nemi. "Dante, in una lettera al condottiero e signore di Verona Cangrande della Scala – rivela Di Benedetti – spiega di essersi ispirato a luoghi reali per la stesura della Divina Commedia. E non è un segreto che l'Alighieri abbia letto le autobiografie di Ottaviano Augusto, nelle quali lo stesso imperatore diceva di aver visitato l'ingresso del regno dei morti mostratogli proprio dal rex Nemorensis, cioè dal cosiddetto Re di Nemi, sacerdote della divinità di Diana di Ariccia, sulle coste del lago di Nemi". Negli scritti di Augusto, pubblicati dalla Newton nel 2000, l'imperatore descrive l'incontro con il Rex, custode dell'antro che conduce nell'Ade. Si spiegherebbe così il riferimento di Dante alla "selva oscura che la diritta via era smarrita". E la diritta via in questa affascinante ricostruzione sarebbe l'antica via Appia. "Da Roma a Terracina, un tratto rettilineo di oltre 90 chilometri che diventa sinuoso e quindi si smarrisce all'altezza della tomba degli Orazi e Curiazi, ad Albano, fino a Genzano ai confini con Nemi. Non è dunque Dante a smarrirsi, ma il rettilineo che quando attraversa la Selva-Nemus, curva.

Le navi di Nemi e le tre belve dell'Inferno Dantesco Non a caso Dante cita anche le tre belve nel canto I dell'Inferno e l'unica raffigurazione di tre belve si trova sulle navi romane ritrovate a Nemi". Dunque, qualora venisse trovata la terza nave dell'imperatore offrirebbe altre occasioni di studio per avvalorare questa tesi e per rilanciare definitivamente un territorio ricco di storia e di bellezze che potrebbe attirare, in futuro, milioni e milioni di turisti da tutto il mondo.
 

Castelli Romani

Castel Gandolfo, iniziati i lavori al parcheggio di via Giovanni Paolo II

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Castel Gandolfo – Da oggi sono ufficialmente iniziati i lavori di manutenzione straordinaria presso il parcheggio multipiano situato in Via Giovanni Paolo II, adiacente alla sede ASL Roma 6. L’intervento, realizzato dalla Città Metropolitana di Roma Capitale, comporterà alcune modifiche temporanee alla viabilità interna e il divieto di sosta per consentire il corretto svolgimento delle operazioni.

I lavori prevedono la manutenzione straordinaria delle aree interne del parcheggio, inclusi importanti interventi sull’impianto elettrico, al fine di garantire maggiore sicurezza e funzionalità alla struttura. Questo parcheggio è un nodo di scambio fondamentale per i numerosi utenti che quotidianamente si recano agli sportelli e ai poliambulatori della ASL.

Il Sindaco di Castel Gandolfo, Alberto De Angelis, ha espresso il suo apprezzamento per l’intervento: “Ringrazio la Città Metropolitana, nelle persone del Sindaco Gualtieri e del Vice Sindaco Sanna, per questo intervento che permetterà di mettere in sicurezza e valorizzare questo nodo di scambio che quotidianamente viene molto utilizzato dagli utenti che si recano agli sportelli e poliambulatori della nostra Asl”.

I lavori saranno eseguiti con la massima celerità possibile per ridurre al minimo i disagi per i cittadini. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti periodicamente per informare la popolazione sull’avanzamento dei lavori e su eventuali ulteriori modifiche alla circolazione.

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Castelli Romani

Rocca Priora, incastrato il ladro seriale delle auto

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Arrestato dai carabinieri il ladro seriale che rubava dentro le macchine parcheggiate in sosta vicino ai negozi in pieno centro a Rocca Priora. Per due giorni si sono ripetuti furti all’interno di alcune auto che l’uomo forzava dopo aver visto i proprietari scendere per fare degli acquisti nella zona di via San Sebastiano in centro. I Carabinieri della locale stazione dopo aver ricevuto tre denunce da due uomini anziani e un perito informatico della zona, che avevano visto sottrarsi telefonini , tablet , iPad e altri oggetti dalle loro auto. Si sono appostati e l’altra mattina lo hanno fermato in flagranza di reato mentre tentava di aprire la macchina di un ottantenne del posto. Il ladro è stato arrestato e ritrovata tutta la refurtiva asportata precedentemente dalle auto in sosta davanti ai negozi in centro.

Presso il Tribunale di Velletri c’è stato il processo per direttissima per la convalida dell’arresto che è stato eseguito dal giudice monocratico. Il 35enne egiziano, già conosciuto alla Giustizia per furto, ricettazione e altri reati, ha patteggiato la pena ed è stato rimesso in libertà al momento. Con divieto di avvicinamento a Rocca Priora e altre prescrizioni imposte dalla magistratura.

I cittadini vittime dei furti hanno ringraziato a lungo i carabinieri del posto per essere intervenuti velocemente e aver identificato e arrestato l’autore ritrovandogli in casa sua sempre nella cittadina dei Castelli tutta la refurtiva che è stata restituita ai legittimi proprietari .

In particolare un iPad di lavoro molto importante per il perito informatico che lavora per importanti aziende del settore.

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Roma

Roma, metro Piramide: la banchina degli impuniti

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È senza soste l’impegno della vigilanza nelle stazioni metro di Roma.
Ma come potete vedere dalle foto le difficoltà maggiori avvengono in questo preciso momento presso la stazione Piramide della Linea B (sono circa le 18) dove un folto gruppo di borseggiatori bosniaci, si ostina a restare sulla banchina incurante degli avvisi della Guardie Giurate predisposte al servizio che li stanno invitando a lasciare la stazione.
Una situazione a dir poco incresciosa che mostra in pieno i limiti di un sistema giuridico che rischia di confermare sempre di più il concetto di “impunità” per chi si macchia di tale reati.

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