NEMI: LA FORESTALE, IL CENTRO RAPACI E LA STORIA DEL FALCO DI PALUDE

 

Protagonista di questa straordinaria storia è un magnifico esemplare di falco di palude che è stato raccolto in stato di shock e con scarsa attività motoria dalle mani del Corpo Forestale dello Stato di Velletri e affidato al Centro Rapaci di Nemi affinché venisse curato e poi liberato in volo.

 

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di Ivan Galea

Nemi (RM) – Era impaurito il falco di palude che, come si può notare dalle immagini e dalle riprese fatte da L’Osservatore d’Italia è un bellissimo esemplare di uccello denominato “Circus aeruginosus”.

Si tratta di è un uccello stanziale ed è possibile osservarlo in Europa, Asia, ed Africa. In Italia ci sono nidificazioni sparse, si trovano nei canneti in prossimità di acquitrini e paludi. I nuclei più folti sono nella Pianura Padana, nel Salento, Calabria e in Sardegna. In questo determinato periodo, il falco di palude migra dall'Africa verso il centro Europa.

Si tratta di un animale molto raro e quello che è stato ritrovato è nello specifico una femmina adulta e perciò c’è anche l'importanza di restituirla in natura in modo che si riproduca. Si capisce che è femmina dalla caratteristiche striature di colore bianco che sorgono in età adulta nelle femmine. Il primo anno di vita è tutta bruna il bianco inizia ad uscire dal secondo anno in poi. Al momento della liberazione le cornacchie hanno operato un vero e proprio mobbing nei confronti del falco evidentemente per difendere il territorio: probabilmente avevano delle nidificazioni in atto da difendere da un possibile predatore quale potrebbe essere per l'appunto il falco di palude.

Ma veniamo ai fatti. Il falco di Palude è stato trovato circa 15 giorni fa da un appartenente al Corpo della Forestale su segnalazione di un cittadino. La Forestale di Velletri è intervenuta tempestivamente e ha quindi provveduto ad affidare l’uccello alle cure del Centro Rapaci di Nemi, perché di fatto è l'unico centro specializzato nell'area dei Castelli Romani. Nel Lazio i centri ufficiali risultano essere tre e uno di questi è appunto quello di Nemi.

L'animale inizialmente si presentava sotto shock e con poca attività motoria.  Il titolare del centro rapaci di Nemi l’ha quindi isolata dagli altri rapaci e ha iniziato ad applicare al falco la terapia di riabilitazione e grazie agli strumenti della falconeria si è riusciti a ristabilirla ed a farla rientrare in quella che viene definita "la grande voliera" ovvero la natura.

Tante le competenze assunte dal Corpo Forestale dello Stato, che come si potrebbe invece pensare, non si occupa solo di boschi ma anche, come del resto in questo specifico caso, di recupero degli animali feriti o di attività nel settore dell'agroalimentare e ancora attività di contrasto a discariche abusive, cave edilizie in aree protette e abusivismo edilizio.

La mancanza di centri pubblici

Il fatto è che questa tipologia di animali selvatici sono a tutti gli effetti patrimonio dello Stato e la competenza di gestione competerebbe all'ex Provincia di Roma – ora Città Metropolitana – la quale però non è dotata di strutture pubbliche idonee per il recupero e cure degli animali alle quali appoggiarsi e perciò, spesso e volentieri, la Forestale di Velletri si rivolge al Parco Nazionale del Circeo per l’assistenza. Il Comandante del Corpo Forestale di Velletri ha voluto ringraziare vivamente per la disponibilità le strutture private che collaborano senza compensi e con la massima dedizione per sostenere questa fondamentale attività di recupero degli animali selvatici e in questo specifico caso il Centro Rapaci di Nemi.