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Nemi, lottizzazione i Corsi: parte la petizione popolare

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Tempo di lettura 4 minutiFondamentale al via libera al Piano Integrato, secondo i relatori dell’incontro, è stato il ruolo che ha avuto il Comune di Nemi

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di Ivan Galea

 

NEMI (RM) – L’idea è quella di lanciare una raccolta firme nel più breve tempo possibile dove tutti i cittadini di Nemi possano esprimersi per tentare di fornire un “no” morale in Consiglio Comunale alla realizzazione del Piano Integrato i Corsi.

Questa l’idea, lanciata sabato scorso da Vairo Canterani che ha promosso con Nemi per Sempre e Italia Nostra l’incontro per informare i cittadini di Nemi che la lottizzazione ai Corsi è passata grazie ad una recente sentenza del Tar che ha fatto anche da perno al successivo “ribaltone” di parere da parte del Parco Regionale dei Castelli Romani. Infatti l'Ente Parco dei Castelli Romani, inizialmente era contrario ed ha fatto da apripista anche al “no” della Regione Lazio, per poi dare parere favorevole.
Quello organizzato è stato un dibattito partecipato e anche acceso dato il clima di campagna elettorale che ha iniziato ad instaurarsi nella cittadina delle fragole.


Nascono nuove realtà, i cui membri ancora non si palesano apertamente come “Ricomincio da Nemi”, che sembrano destare molta attenzione. Simpatico l’intervento, al proposito, di Luca Bellini che quando Carlo Galzignato ha chiesto se in platea sedesse qualche candidato sindaco, si è girato verso Carlo Cortuso dicendogli di avergli fatto tana: il dominio “ricominciodanemi.com" è stato proprio acquistato dal marito del segretario Pd Azzurra Marinelli. Una domanda e volutamente una provocazione alla quale non ha risposto nessuno. Ma come dice Galzignato, tanto c’è la registrazione che testimonia tutto.
 
Ma l’intervento di Vairo Canterani è stato pressoché illuminante. Prima l’idea della raccolta firme poi ha illustrato un passaggio importantissimo:
“Su alcuni terreni interessati dal Piano Integrato i Corsi grava una ordinanza di rimessa in pristino per costruzioni abusive emessa dal Comune di Nemi verso la quale i privati hanno fatto ricorso al Tar che vede fissata al prossimo 14 marzo la data per il prosieguo della fase cautelare – dice Vairo – ma l’avvocato del Comune non si è presentato a difendere gli interessi dell’Ente nonostante sia stato deliberato a suo favore un impegno di spesa di 4.500 euro. Questi abusi sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica la quale ravviserà eventuali reati penali. La domanda è questa: si può dare esecuzione al Piano Integrato ai Corsi quando pende una ordinanza di rimessa in pristino per opere abusive e c’è di mezzo la Procura della Repubblica?".
 
Fondamentale al via libera al Piano Integrato, secondo i relatori dell’incontro, è stato il ruolo che ha avuto il Comune di Nemi il 22 dicembre 2015 quando ha prodotto una memoria con cui ha rappresentato fondamentalmente che il parere negativo che aveva espresso il Parco regionale dei Castelli Romani si basava su una motivazione erronea “perché investe (solo) profili di natura urbanistica che esulano” dalla sua competenza; – e che in ogni caso, non era dato comprendere le ragioni per le quali il Parco aveva ritenuto la zona priva delle “caratteristiche richieste per le zone territoriali omogenee del D.M. 1444/68”.

Dunque l’Ente Parco ha dato per buone queste motivazioni e ha espresso così parere favorevole. Un comportamento psichedelico perché sotto l’epoca di Peduto fu detto no, con Orciuoli fu detto sì, con Caracci è tornato il no e poi dopo il Tar è tornato il sì.

Ma non solo perché di fatto il Parco non ricorrerà al Consiglio di Stato per opporsi alla sentenza del Tar: “Non ci sono i fondi” ma soprattutto appare chiaro che non c’è la volontà. E le parole spese per l’Ente Parco dei Castelli Romani da parte dei membri di Italia Nostra non sono state edificanti: si è realizzato che è venuta a mancare la funzione principale dell'Ente regionale che è quella di tutela del verde: “Ultimamente – ha detto Medici – è più forte la volontà espansionistica dei Comuni che la resistenza del Parco. Si dicono dei No che poi diventano sì non appena c’è un po’ di pressing”.

Ad intervenire anche Elisabetta Mannoni che ha spiegato, con parole semplici di una cittadina della piazza, cosa significa per il territorio la realizzazione del Piano Integrato i Corsi.

Il professore universitario Franco Medici, membro di Italia Nostra ha cercato di fornire le motivazioni per le quali il progetto dei Corsi, sebbene non venga realizzato in un'area ad alto rischio idrogeologico e di frane, sia pressoché “inutile” e devastante” dal punto di vista ambientale: “Si tratta di migliaia di metri cubi di cemento in una zona che non favorisce certamente lo sviluppo e rilancio del centro storico”.
 
Dello stesso avviso anche l’architetto Carlo Testana che ha spiegato nei dettagli l’iter che hanno seguito i privati, in accordo con il Comune, per l’approvazione del Piano ai Corsi: “Ora non c’è più nulla da fare, ai Corsi si costruirà nonostante le nostre lunghe battaglie per dire No”.

Renzo Cavaterra, vicino ai privati promotori del progetto, contattato telefonicamente dalla nostra redazione,
ha ribadito che il Piano Integrato porterà ricchezza al Comune di Nemi e ha rivolto alcune domande ai relatori dell’incontro di sabato: Come mai non è stata fatta nessuna petizione per le case abusive costruite nella valle del lago nel periodo in cui Vairo Canterani era sindaco? Come mai non è stata fatta nessuna petizione per tutte le piscine abusive presenti nel territorio? Come mai non è stata fatta nessuna petizione in merito all’espansione e relativo sbanco fatto a Villa delle Querce sempre autorizzato nel periodo in ci Vairo Canterani governava la città delle fragole? Cavaterra ha poi evidenziato l’ecomostro presente a Nemi rappresentato della scuola mai conclusa per la quale fu abbattuta la vecchia sede scolastica e soprattutto il fatto di aver autorizzato una caserma dei Vigili del Fuoco su uno strapiombo accanto ad un asilo comunale.