OMICIDIO SILVIA CARAMAZZA: GIULIO CARIA CONDANNATO A 30 ANNI

di Alberto De Marchis

Bologna – Trent'anni per un uomo che non ha uciso la propria compagna e nascosto il corpo in un freezer. Giulio Caria, 35enne sardo, accusato di aver ucciso Silvia Caramazza al culmine di una relazione difficile, vessatoria e persecutoria, e di averne nascosto il corpo in un freezer a pozzetto nell’ appartamento di Bologna dove fu ritrovato il 27 giugno 2013, è stato condannato a 30 anni. Nel processo in rito abbreviato davanti al gup Gianluca Petragnani Gelosi, il pm Maria Gabriella Tavano aveva chiesto la condanna all’ergastolo. «La sentenza ha confermato che si è trattato di un omicidio maturato in ambiente persecutorio. Il giudice ha escluso l’aggravante della crudeltà ritenendo evidentemente che alcune lesioni fossero post vitali. Ma ha riconosciuto l’occultamento di cadavere». Così gli avvocati Fabio Pancaldi e Federico Canova che tutelano alcuni parenti di Silvia Caramazza, nel processo a carico di Giulio Caria condannato per il suo omicidio. Il Gup ha riconosciuto per ciascun parente una provvisionale di 20 mila euro. Ma la questione economica, hanno più volte ribadito i legali, non era sul campo giacché l’interesse dei famigliari – vista anche la quasi impossibilità di ottenere dal condannato un risarcimento – era solo quello di stare nel processo. Sotto il profilo umano cugini e parenti potranno iniziare solo adesso ad elaborare il lutto, ha concluso l’avvocato Pancaldi. 

Questo uno degli ultimi messaggi di Silvia Caramazza sul suo diario virtuale: "C’è una linea sottile tra il sospetto e la violenza, psicologica intendo – recita quell’ultimo post, un susseguirsi di emozioni che forse nemmeno le persone a lei più vicine conoscevano – Va da sé che rompere telefoni cellulari o computer faccia parte di una violenza psicologica ben definita anche penalmente. Ma anche tenere sotto pressione una persona facendole credere di essere controllata non è un’azione che può passare così, senza colpo ferire. Dire a una persona ‘ti controllo il telefono e le mail tramite un investigatore’ è una pressione che a lungo andare logora e sfibra chiunque”.

Silvia Caramazza figlia del noto ginecologo Giuliano Caramazza, una laurea in Economia, studi privati alle spalle e una vita agiata era divorziata e probabilmente depressa. Aveva intrapreso, perdipiù questa relazione che però si è dimostrata devastante tanto che Giulio Caria è diventato il suo carnefice.