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Cronaca

Palermo, bufera M5S: I "Monaci" Nuti e Di Vita rompono il silenzio… ma sui social

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Tempo di lettura 2 minuti Entrambi sospesi dal Movimento Cinque Stelle a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto dalla Procura del capoluogo siciliano

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di Paolino Canzoneri

 
PALERMO – Rompono il silenzio dopo giorni di tensioni il deputato Riccardo Nuti e Giulia Di Vita entrambi sospesi dal Movimento Cinque Stelle a seguito dell'avviso di garanzia ricevuto dalla Procura del capoluogo siciliano in ambito dell'indagine relativa alle firme false delle Comunali del 2012.
 
Quattro pentastellati hanno ignorato l'invito ad autosospendersi contravvenendo ad una delle regole di base del movimento. Riccardo Nuti e Giulia Di Vita erano stati convocati per un interrogatorio al Palazzo di Giustizia di Palermo dal PM Claudia Ferrari e dal procuratore aggiunto Bernardo Petralia ma nulla è emerso perchè i due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, una scena muta seguita dalla rinuncia di sottoporsi al saggio grafico per comparare le firme.
 
I due deputati scelgono di rompere il silenzio ma non davanti ai PM ma sui social dove si difendono dalle accuse ritenute ingiuste e i due "Monaci" cosi come sono stati ironicamente chiamati hanno espresso i loro pareri lecitamente attraverso un mezzo diretto e veloce per arrivare a tutti: "E' mio diritto e dovere non rispondere, proverò a dimostrare che sono estraneo ai fatti" – ha scritto Riccardo Nuti – "Per il momento accetto il silenzio e con fatica quotidiana la gogna e gli insulti che mi piovono da settimane, convinto che le indagini della magistratura confermino la mia coerenza, il mio rigore morale e la mia affidabilità di uomo politico. Allora sarò lo stesso Riccardo Nuti di sempre, quello che non abbassa mai la testa".
 
A pioggia attestati di solidarietà da parte di utenti social vicini al movimento. Dello stesso tono la deputata Giulia Di Vita che ha scritto: "Un attacco pretestuoso nei nostri confronti; chi si è autosospeso, a quanto pare, è chi si è autoaccusato o ha confermato le accuse. Mi sembra un passaggio sacrosanto a cui fare seguire quanto prima le dovute dimissioni. Proprio per questo l'autosospensione di chi è stato accusato ingiustamente non sta nè in cielo e nè in terra". Delusi da coloro con cui hanno condiiviso lunghi periodi di militanza politca ma che oggi sembrano voltargli le spalle e pronti a battagliare, i due deputati cercano di difendersi in quello che sembra essere uno tsunami politico districato e complesso dal quale il movimento purtroppo ne uscirà seriamente danneggiato.   

Cronaca

In Italia primi casi di puntura letale: sono i “parenti” della Dengue

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Un virus d’importazione, “parente” della Dengue e del West Nile, della famiglia delle arbovirosi che è già stato diagnosticato in Italia, intorno alla metà di luglio, nel laboratorio dedicato alle Bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano in due pazienti arrivati dal Brasile e da Cuba, e anche in Veneto, al Dipartimento di Malattie Infettive, Tropicali e Microbiologia dell‘Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), sempre in una paziente con una storia recente di viaggi nella regione tropicale caraibica. In tutto, i casi diagnosticati finora in Italia sono stati quattro. L’infezione provoca febbre molto alta, dolori articolari e muscolari e rash cutaneo e si trasmette all’uomo attraverso le punture di moscerini o di zanzare, principale vettore (la zanzara Culicoides paraensis) è attualmente presente solo in Sud e Centro Americhe e non è presente in Europa e ad oggi non esistono prove di trasmissione interumana del virus Oropouche.

Il segretariato di Bahia riferisce che i pazienti deceduti a causa della febbre Oropuche avevano sintomi come febbre, mal di testa, dolore retro-orbitale(nella parte più profonda dell’occhio), mialgia (dolore muscolare), nausea, vomito, diarrea, dolore agli arti inferiori e debolezza. In entrambi i casi, poi, i sintomi si sono evoluti con segni più gravi come macchie rosse e viola sul corpo, sanguinamento, sonnolenza e vomito con ipotensione, gravi emorragie e un brusco calo dell’emoglobina e delle piastrine nel sangue.

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Aggredito giornalista de “La Stampa”: l’ennesimo attacco alla libertá di stampa

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Parto da un fatto semplice, apparentemente banale, ma che dovrebbe, condizionale d’obbligo, far riflettere tutti: la violenza va condannata senza se e senza ma.
E quando la violenza parte da un presupposto di odio da parte di un gruppo la condanna deve essere fatta ancora con più forza e con più decisione.
E va fatta con ancora più veemenza quando l’aggressione viene rivolta a chi, da sempre, è in prima linea per consentire ad un paese democratico che verità ed informazione possano essere sempre un connubio di libertà: un collega giornalista.
L’ aggressione ai danni di Andrea Joly, giornalista de La Stampa di Torino, è l’ennesima dimostrazione di come l’odio troppo spesso popoli il nostro paese. Dietro di esso si nasconde il tentativo forte di delegittimare una categoria, quella dei giornalisti, da sempre coscienza libera in quanto lettori attenti ed obiettivi della realtà.
Diventa necessaria, quindi, una levata di scudi dell’intera classe politica nazionale per ristabilire un argine di rispetto e di sicurezza che eviti i troppi tentativi di bavaglio che violano il principio, sancito dalla nostra Carta Costituzionale, della libertà di stampa.
Scriveva Thomas Jefferson:
“Quando la stampa è libera e ogni uomo è in grado di leggere, tutto è sicuro”.
Mai parole sono state così attuali.

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Crollo della vela a Scampia, gravi due bambine

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Sono in gravissime condizioni due dei sette bimbi ricoverati all’ospedale Santobono di Napoli dopo il crollo della scorsa notte a Scampia.

Due delle sette piccole pazienti, rispettivamente di 7 e 4 anni, sono in gravissime condizioni per lesioni multiple del cranio e, attualmente, sono ricoverate in rianimazione con prognosi riservata.

Nello specifico, si legge nel bollettino dell’Ospedale Santobono, una bimba è stata sottoposta nella notte ad intervento neurochirurgo per il monitoraggio della pressione intracranica, presenta emorragia subaracnoidea, fratture della teca cranica e versa in condizioni cliniche gravissime, con prognosi riservata. L’altra, ha una frattura infossata cranica e grave edema cerebrale. È stata sottoposta ad intervento di craniectomia decompressa nella notte e impianto di sensore per il monitoraggio della pressione intracranica. Attualmente è emodinamicamente instabile e versa in condizioni cliniche gravissime con prognosi riservata. Altre tre piccole pazienti, rispettivamente di 10, 2 e 9 anni, hanno riportato lesioni ossee importanti e sono attualmente ricoverate in ortopedia. Una per un trauma maxillo facciale con grave frattura infossata della sinfisi mandibolare e con frattura di femore esposta, un’altra con frattura chiusa del terzo distale dell’omero sinistro, l’ultima con frattura dell’omero sinistro scomposta prossimale. Sono state stabilizzate e saranno sottoposte in giornata a intervento chirurgico ortopedico. Le ultime due, rispettivamente di 2 e 4 anni, hanno riportato contusioni multiple con interessamento splenico, trauma cranico non commotivo e contusioni polmonari bilaterali, ricoverate in chirurgia d’urgenza sono state stabilizzate e, al momento, non presentano indicazioni chirurgiche.

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