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Cronaca

PETROSINO, COMUNE VIRTUOSO: UN ESEMPIO DA SEGUIRE, UNA BELLEZZA TUTTA SICILIANA!

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Tempo di lettura 8 minuti Intervista a Gaspare Giacalone, Sindaco di Petrosino che ci parla del progressivo sviluppo socio culturale avvenuto a Petrosino in questi anni.

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di Angelo Barraco, ha collaborato Nicol Paladino

 

Per far capire che tutto può cambiare e che anche il più piccolo dei Comuni, prima senza servizi, può diventare un fiore all'occhiello della penisola, noi de L'Osservatore d'Italia abbiamo voluto intervistare Gaspare Giacalone, Sindaco di Petrosino che ci ha parlato del progressivo sviluppo socio culturale avvenuto a Petrosino in questi anni.

 

Ci parli del suo legame con Petrosino

Petrosino è un piccolo Comune che rappresenta nel bene e nel male quello che è oggi tutta la Sicilia. Io sono nato e cresciuto a Petrosino, prima di diventare Sindaco ho vissuto tra Londra e New York e mi occupavo di finanza. Poi ho fatto una scelta, ovvero quella di candidarmi e ho vinto le elezioni. Chi vive a Petrosino è abituato a vedere le cose in un certo modo, mentre per me certe cose erano più evidenti. Ho avviato un laboratorio politico dove ho posto determinate condizioni. Quando mi sono candidato, sono di sinistra, ho posto un taglio rispetto al passato, le persone che erano affianco a me; consiglieri, assessori erano collegati alla vecchia amministrazione.

Ho posto un taglio e un’apertura verso la società civile. I fatti hanno dimostrato che il cambiamento in questo angolo di terra è assolutamente possibile, con spirito, con l’appoggio di molti giovani, delle associazioni e della società civile noi abbiamo vinto e abbiamo capito cosa c’era da fare. Io ho trovato un paese che era: in buona parte senza illuminazione pubblica perché avevano rubato i cavi elettrici, un paese con l’abitudine di buttare l’immondizia ovunque, un paese con problemi di acqua. Avevamo cinque pozzi sulla carta e in realtà ne funzionavano uno e un quarto.

Le scuole erano in uno stato pietoso, c’è stata una scuola in cui il primo giorno in cui sono entrato ho chiesto scusa a tutti i bambini per le condizioni fatiscenti e pericolanti, l’attività culturale in città era assente, ho trovato un’evasione fiscale altissima certificata anche dalla corte dei conti e in alcune situazioni anche dell’85%, con un comune che era stato sciolto per problemi finanziari e con un passo dal default, tutto ciò è stato accertato dalla corte dei conti.

Bisognava ripartire da zero, non c’erano progetti, alcuni erano stati avviati ma poi abbandonati, non so per quali meccanismi politici. Bisognava fare un risanamento economico e culturale e farlo capire anche alla gente.

 

Come ha avuto inizio lo sviluppo?

Lo sviluppo è in itinere ancora, c’è una tabella di marcia molto sostenuta e tutti tendiamo ad essere laboriosi. Abbiamo agito in questo modo: nei primi due anni abbiamo ripristinato le cose che non funzionavano. Da aggiungere che ho trovato un cimitero in pessime condizioni e senza loculi liberi quindi: cimitero da realizzare, stazione ferroviaria in pessime condizioni, sembrava un paese appena uscito dalla guerra. La priorità numero uno è stata quella di andare a sistemare l’aspetto finanziario e abbiamo cominciato a tagliare tutto quello che era superfluo con una tempistica formidabile, l’altro aspetto fondamentale era quello di recuperare tutto quello evaso.

La prima cosa da fare era quella di conquistare la fiducia della gente, questo lo abbiamo fatto dando degli esempi alla gente. Io ho rinunciato da subito a tante cose: avevo una macchina di rappresentanza e c’ho rinunciato, mi sono fatto dare in cambio un auto confiscata alla mafia, uno di quelli che erano stati coinvolti in vicende di mafia a Petrosino, uno che a Petrosino gestiva il mercato dell’ortofrutta. La mia macchina è a costo zero. Tutti i miei viaggi me li pago io come anche tutti gli assessori, ho rinunciato alla mia buonuscita di fine mandato che è prevista per legge. Dare questi segnali alla gente è importante per fare capire che stiamo svolgendo il nostro ruolo con senso di responsabilità, mettendoci del nostro, tutto questo ha permesso di recuperare molto di quello evaso. Abbiamo razionalizzato il lavoro dei nostri dipendenti dando loro degli obiettivi e misurato gli obiettivi da raggiungere abbiamo iniziato a ripristinare quei servizi che non c’erano come l’acqua. Abbiamo attivato gli altri pozzi, non è stato semplice perché avvenivano furti delle pompe per tirare l’acqua, poi rubavano pure i cavi, alla fine abbiamo messo le videocamere e il problema lo abbiamo risolto. Petrosino è uno dei pochi comuni autosufficienti in materia di idrica, abbiamo iniziato ad intervenire sulle scuole, abbiamo ricostruito una delle scuole più belle che ora abbiamo, è sicura e  stabile. Abbiamo dato ai bambini di Petrosino un parco giochi, pieno di colori, di significato ed è frequentatissimo.

Anche la pulizia del territorio non è indifferente, abbiamo iniziato a pulire con tempestività ogni angolo sapendo che un attimo doposi sarebbe sporcato, noi eravamo pronti lì per ripulire, per rieducare e per mandare un segnale ai cittadini, per far vedere quanto è bello vivere in un paese pulito. Ciò allo stesso tempo creava imbarazzo, ovvero: se un soggetto vede immondizia nemmeno ci pensa nel gettarla, se invece vede pulito non lo fa perché si rende conto di quello che sta facendo e allo stesso tempo viene visto e criticato. Abbiamo distribuito un po’ di videocamere nel territorio, per quelle poche risorse che avevamo, e anche questo ha portato a dei frutti. In questi due anni abbiamo trovato il risanamento finanziario e oggi finalmente siamo nelle condizioni di mandare in appalto tutte quelle opere che noi abbiamo programmato. Per molti lo sviluppo è mettere mano alla cassa, per me è mettere mano alla coscienza per un cambiamento anche culturale. Dal punto di vista culturale abbiamo capito che questo paese andava svegliato per cui bisognava coinvolgere i giovani, valorizzarli, incoraggiarli nelle loro attività, valorizzando sia quello che abbiamo trovato ma anche aggiungendo cose nuove. C’era un carnevale, io l’ho mantenuto ma trasformandolo anche come promozione del territorio e con questo ci siamo inventati una cosa incredibile; questa è la nostra vetrina per arrivare a milioni di persone in giro per l’europa. Abbiamo fatto la promozione con le compagnie aeree low cost Rayanair e Easyjet. Noi da due anni pubblicizziamo  il nostro carnevale sulle riviste aeree. Il carnevale come la copertina di un territorio. C’è un programma per l’estate, abbiamo fatto un albo delle associazioni, abbiamo introdotto il concetto di curriculum delle associazioni. Le associazioni sono libere di organizzarsi come vogliono possono fare qualunque cosa noi l’unica cosa che facciamo è dare una linea guida (ex: sviluppo del territorio ecc…), anni fa per esempio abbiamo dato come linea guida la valorizzazione dei siti storici; grazie a questa cosa loro hanno organizzato semplici apericena in siti che nessuno aveva visto sotto una determinata luce. Noi a fine anno diamo il nostro contributo in base al loro operato, e le associazioni con ciò sono motivate. Quest’anno abbiamo realizzato F.E.S.T.A, Festival dei talenti Siciliani. E’ una cosa che va oltre il locale e si apre alla Sicilia. E’ il nostro carattere, il nostro spirito.

Ci vuole parlare di F.E.S.T.A?

Siamo stati molto fortunati perché ci siamo messi in contatto con persone straordinarie come Fabio Genco e Paolo Tedesco, noi abbiamo lanciato l’idea e gli organizzatori l’hanno arricchita, elaborata e realizzata. Io su questo ci credo moltissimo e alla fine è entrata nel cuore e nell’anima dei cittadini. Il successo è stato notevole anche per la presenza di pubblico proveniente da ogni parte della Sicilia. Sono venuti i Marta Sui Tubi. Con Carmelo siamo molto amici, ma non ci siamo fatti fregare dall’ansia di fare qualcosa subito, abbiamo aspettato il momento giusto, quando noi avevamo qualche soldino in più e loro erano più libero e disponibili ciò è stato possibile. Per il prossimo anno le idee ce le abbiamo ma non posso anticiparvelo, sarà una sorpresa!

Ci stiamo impegnando e stiamo insistendo sul biologico e siamo, come Comune, il primo distretto biologico in Sicilia. In Toscana come in Piemonte ha rappresentato il motore di uno sviluppo del territorio. Loro hanno capito che una difesa e un rispetto del territorio e dei paesaggi è un bene e fa parte di attrazione turistica. Noi abbiamo dei campi che sono dei ricami, eppure ci abbiamo fatto l’abitudine. Le minacce sul nostro territorio ci sono, noi ci siamo imposti di tutelarlo seguendo una tabella di marcia. Per esempio saremo il primo Comune ad avviare una mensa scolastica totalmente biologica, abbiamo sfatato questo mito che il biologico costa di più. Abbiamo dimostrato che pagheremo persino la metà rispetto a quanto pagavamo prima. Per esempio utilizziamo anche dei diserbanti biologici, come acqua e sale e altri sistemi, stiamo quasi azzerando l’utilizzo di prodotti chimici. Imponiamo anche l’utilizzo di prodotti a km zero, utilizzando prodotti locali. Questa cosa l’abbiamo applicata nelle scuole, per far capire ai bambini che determinati prodotti vanno mangiati in un determinato periodo. Anche sul sociale siamo fortemente impegnati, qui c’è una volontà ben precisa da parte nostra con una nostra tecnica di relazionarci. Quando arrivava natale e pasqua, solitamente si vedeva sotto il palazzo comunale gente incatenata che minacciava di suicidarsi ecc…queste persone non lo facevano per reale motivazione, ma molto spesso per sceneggiata, per ottenere contributi economici. Qui la povertà veniva interpretata come soldi contanti dati nelle feste. Questi soldi spesi in questo modo generavano in effetto a catena. Noi abbiamo dovuto smontare questa situazione escludendo chi si infiltrava nel mezzo senza merito. E li abbiamo scoperto che alcuni che conducevano uno stile di vita accettabile si infiltravano nel mezzo e li abbiamo immediatamente bloccati tramite un controllo rigoroso. Abbiamo istituito l’assegno civile che è stata la grossa novità nel campo sociale. L’assegno civile consiste in questo: voi siete un nucleo familiare che ha una situazione di disagio economico, noi interveniamo sul nucleo familiare, non sulla persona, ovvero, se tu sei in una situazione di povertà, hai una malattia in famiglia, io ti chiedo se nella tua famiglia c’è qualcuno in grado di darci una mano d’aiuto per delle cose che noi dobbiamo fare, e quindi che succede: i soldi sono trasformati in un patto, ovvero, loro vengono a lavorare per noi qualche ora al giorno, ci aiutano a tenere pulito il paese, le strade, il comune e ricevono l’aiuto. Allo stesso tempo quella persona che viene a svolgere quel determinato lavoro impara un mestiere.

La mia più grande paura era che Petrosino, trovandosi tra due grossi centri, passasse inosservata. Il giorno della mia elezione è stata firmata l’autorizzazione e la concessione per la costruzione di novemila metricubi di cemento a Torrazza, zona a protezione speciale. Da li noi abbiamo scoperto che avevamo una spiaggia che era privata, con una costruzione incombente. Oggi è tutto sequestrato, si è scoperto che i terreni di Torrazza erano stati venduti da un mafioso che poco tempo fa ha avuto sequestrato quattrocentocinquanta milioni di euro. Determinati meccanismi, come potete vedere, rappresentano una minaccia per il territorio. Abbiamo trovato un progetto che covava, dal valore di cinquecento milioni di euro di un parco eolico off sure a due miglia dalla costa. Abbiamo scoperto che fu fatto uno studio falsato del territorio che diceva che Petrosino era disabitata ecc…questa è stata una battaglia che abbiamo portato avanti, così come la spiaggia sequestrata, noi vogliamo che la spiaggia sia pubblica e non privata. Noi non siamo contro l’eolico ma siamo contro quello che si è una fonte di affari per la mafia. La mafia oggi ingrassa, oltre al traffico di droga, armi ecc…sui rifiuti, sulla speculazione edilizia e sull’eolico. Petrosino è il primo comune della Sicilia ad aver approvato un regolamento che stabilisce che tipo di eolico vogliamo. Noi abbiamo stabilito che nel nostro regolamento che l’eolico lo vogliamo, ma non di tipo speculativo ma per un consumo domestico o aziendale. Quindi noi incentiviamo l’uso dell’eolico, ma per chi lo utilizza. Io oggi sto lavorando con sei mesi avanti, il lavoro che sto facendo oggi i miei cittadini lo vedranno tra sei mesi. Noi abbiamo la proiezione allo sviluppo. Stiamo prendendo anche contatti con investitori, e sta funzionando poiché abbiamo trovato persone disposte ad investire sul territorio nel settore turistico, del commercio e così via.
C’è anche l’idea di creare un distretto artistico culturale, abbiamo indetto un premio internazionale chiamato “Arts Oasi” a cui abbiamo fatto appello a tutti gli artisti del mondo, artisti emergenti, per creare un sentiero con delle istallazioni artistiche. Sarà la rivincita di un cambiamento di un meridione che non è abbandonato al suo destino. Nel mio discorso di introduzione dissi: “Non abbiate paura dei giganti, perché i giganti non esistono”. Ed è una cosa che io continuo a ripetere, il messaggio che io vorrei lasciare e lanciare con le installazioni artistiche è che in questo paese si può cambiare.

Che invito vuole rivolgere a coloro che non conoscono Petrosino?

L’invito è una sfida, Petrosino è quello che volevamo che fosse e oggi più che mai. Invitare a visitare Petrosino, a viverci, ad investire è veramente un invitare a quella sfida che noi già abbiamo iniziato. Visitare Petrosino significa ammirare un paesaggio che vuole difendersi e che vuole essere difeso e che esprime una bellezza che è tutta Siciliana. Venirci a vivere significa sostenere una comunità che vuole dei servizi che funzionano, che mette la legalità al primo posto, venirci ad investire la stessa cosa, significa metterci di proprio. L’appello che faccio a coloro che stanno fuori dai confini comunali e d’Italia è il seguente: Noi abbiamo dimostrato che riusciamo a farcela, chi vuole e chi crede in questi principi a Petrosino ha la possibilità di mettersi in gioco, ecco la sfida.

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Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

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I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.

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Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

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I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.

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1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

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“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
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