ROMA, ARRESTATO PER SPACCIO IL DIRETTORE DELLE POSTE DEL SENATO

L'operazione condotta dai Carabinieri della stazione di Valmontone e della compagnia di Colleferro

 

Redazione

Il direttore dell'ufficio delle Poste del Senato Orlando Ranaldi è stato arrestato dai carabinieri per spaccio di cocaina nel corso dell'operazione dei Carabinieri della stazione di Valmontone e della compagnia di Colleferro, che hanno scoperto un'alleanza italo-albanese per lo spaccio di droga. Ranaldi, originario di Olevano Romano è ritenuto il braccio destro di un boss albanese che gestiva i pusher nella parte sud dell'hinterland di Roma.

Stupore e incredulità. La notizia dell'arresto per spaccio di cocaina di Orlando Ranaldi, direttore dell'ufficio postale del Senato, piomba nei corridoi di Palazzo Madama subito dopo l'ora di pranzo e coglie di sorpresa i pochi senatori e dipendenti che si aggirano in Transatlantico. "E' drammatico, terribile ma chiarisco che non si tratta di un dipendente del Senato, ma delle Poste con cui abbiamo un appalto e mandano qui i loro dipendenti. Siamo esterrefatti". Questo il commento del senatore questore Paolo Franco (Lega Nord). Anche da ambienti vicino la presidenza del Senato si sottolinea come Ranaldi non sia un dipendente di Palazzo Madama, ma sono comunque "grandi lo sconcerto e l'amarezza" provati dal presidente Renato Schifani che offre "la massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti, all'insegna della massima trasparenza". Appena informato dai cronisti dell'accaduto, il senatore Giuseppe Menardi (Cn) resta di stucco: "Ogni giorno peggio, datemi un'altra notizia così assurda e sicuro che domani si avvera". Esce dalla buvette Nicola Benedizione, vice segretario generale del Senato e si trincera dietro un "ho preso visione" allontanandosi con l'altro senatore questore Benedetto Adragna (Pd).

Il capogruppo Idv Felice Belisario dichiara: "Spero che non abbia spacciato anche all'interno del Senato, sarebbe un'aggravante. I controlli sulle azioni dei singoli hanno responsabilità penale, Altra cosa sono i controlli a cui devono sottoporsi i partiti che non devono candidare personaggi discutibili". Mauro Cutrufo, senatore Pdl, assicura sulla severità dei controlli a Palazzo Madama. "Tutto il personale, anche quello per ditte terze, viene controllato in modo pesante. In genere comandante di Polizia e Carabinieri danno una sorta di nulla osta. Vengono 'setacciati' tutti. I controlli ci sono anche per i facchini. Una volta un facchino e' 'durato' appena due giorni: in 48 ore si e' scoperto che aveva un precedente penale ed e' stato mandato via". Il leghista Roberto Calderoli definisce l'episodio "grave, incredibile e preoccupante" e aggiunge: "Se il presidente del Senato vuole escludere qualunque tipo di coinvolgimento dell’istituzione che presiede in un fatto di questa gravità, dovrebbe disporre un ordine, ai sensi dell’art 69 del regolamento, per consentire il pieno accesso agli operatori di polizia giudiziaria, se necessario, al fine di poter accertare l’assoluto non coinvolgimento in questa grave vicenda non solo dell’istituzione stessa ma anche dei locali di sua pertinenza che sono stati messi a disposizione delle Poste”.

Il senatore Pdl Raffaele Lauro lancia una proposta: "Indipendentemente da questo episodio sono dell'idea che tutti i parlamentari, chiunque faccia parte di organi elettivi o ricopra incarichi istituzionali, debba sottoporsi a controlli antidroga. Il controllo andrebbe fatto a inizio legislatura e poi ripetuto ogni anno per allontanare ogni tipo di sospetto sui politici". Anche all'ufficio postale del Senato il clima che si respira è di imbarazzo. "Cadiamo dalle nuvole" e "Non abbiamo nulla da dire" le frasi più gettonate tra gli impiegati appena messi al corrente della vicenda. Qualcuno tra i dipendenti dell'ufficio prova a dire qualcosa in più: "L'ultima volta che abbiamo visto il direttore Ranaldi è stato ieri, quando andato via al termine del proprio turno di lavoro".  (Fonte Il Velino/AGV)