Roma, cimitero Flaminio al collasso: per una cremazione si aspetta anche un mese

La situazione del Cimitero Flaminio di Roma è ormai al collasso. Il Cimitero di prima Porta- Flaminio, uno dei cimiteri più grandi d’Italia ed uno degli 11 cimiteri comunali gestito da AMA attraverso la Direzione Cimiteri Capitolini, che oggi risulta complessivamente abbandonato nel degrado. Viali sconnessi, verde incolto, tombe a terra fra rovi e sterpaglie, edifici che ospitano i loculi in totale decadenza, servizi igienici fatiscenti, al limite della praticabilità, con un problema di guano che rende il Cimitero ancor più particolarmente critico. A questo si aggiunge il tema della sicurezza con tombe depredate di piccoli oggetti, furti nelle auto dei visitatori e aggressioni.

E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, ex Presidente dell’AMA nel periodo 2011 sino a gennaio 2014 ed oggi portavoce del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale e responsabile delle Consulta Ambiente di Forza Italia Roma.

Sta di fatto che al cimitero Flaminio ci sono sette forni crematori ma proprio il malfunzionamento ciclico di alcuni di essi sta allungando i tempi delle cremazioni che ad oggi sarebbero arrivati fra i 20 ed i 30 giorni, mentre in passato si era giunti ad una media di attesa di soli 4 giorni. Ora si ipotizza addirittura la ricerca di siti alternativi per il deposito delle salme.

Al problema del malfunzionamento dei forni per le cremazioni vi è altresì un problema di carattere burocratico. Infatti oltre alla richiesta di cremazione che è sicuramente cresciuta negli anni, l’attuale procedura per la richiesta prevede la presentazione della domanda all’ufficio protocollo dei servizi cimiteriali capitolini e solamente dopo 4/5 giorni è previsto il pagamento. Pertanto anche la lungaggine amministrativa, facilmente risolvibile si somma come ulteriore problema. Se infatti oltre a garantire il normale funzionamento dei forni di cremazione venisse accettata la richiesta e contemporaneamente il pagamento del servizio di cremazione i tempi si ridurrebbero senza dover attendere oltre un mese per la cremazione.

Non si comprende quindi come si possano, proprio in questo momento di incremento dei defunti anche per effetto del Covid –conclude Benvenuti- sommare le numerose problematiche di inefficienza degli impianti di cremazione, di procedure burocratiche, determinando tutto ciò un ulteriore ed inaccettabile dolore per i familiari dei defunti, un problema di spazi per le bare in attesa della cremazione e quindi anche di temi di carattere sanitario, in una cornice di degrado che deve essere al più presto risolto attraverso una nuova amministrazione dei cimiteri capitolini.