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Editoriali

SANTA BARBARA, PATRONA DEI VIGILI DEL FUOCO: GLI AUGURI DA L'OSSERVATORE D'ITALIA

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Tempo di lettura 4 minuti Ai Vigili del Fuoco, al vertice del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, e di tutti gli operatori VV.FF.

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di Domenico Leccese

Ai Vigili del Fuoco, al vertice del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, e di tutti gli operatori VV.FF. auguri per Santa Barbara da parte de L'Osservatore Italia

Santa Barbara è la Santa che rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c'è alcuna via di scampo. È stata eletta, infatti, patrona dei Vigili del Fuoco, in quanto protettrice di coloro che si trovano "in pericolo di morte improvvisa".

Nacque a Nicomedia nel 273. Si distinse per l'impegno nello studio e per la riservatezza, qualità che le giovarono la qualifica di 'barbara', cioè straniera, non romana. Tra il 286-287 Barbara si trasferì nella villa rustica di Scandriglia, oggi in provincia di Rieti, al seguito del padre Dioscoro, collaboratore dell'imperatore Massimiano Erculeo. Il padre aveva destinato Barbara in sposa al prefetto di Nicomedia, ma lei rifiutò di sposarsi.
Il padre furente la fece processare e condannare a morte, a causa della sua fede cristiana. La ragazza fu così costretta a rifugiarsi in un bosco dopo aver distrutto gli dei nella villa del padre. Trovata, fu consegnata al prefetto Marciano. Venne allora rinchiusa in una cella della fortezza di Nicomedia.
Nella prigione, un giorno, si sprigionò un incendio: Barbara uscì viva dalle fiamme. Durante il processo, che iniziò il 2 dicembre 290, Barbara difese il proprio credo ed esortò Dioscoro, il prefetto ed i presenti a ripudiare la religione pagana per abbracciare la fede cristiana. Questo le costò dolorose torture. Il 4 dicembre infine, fu decapitata con la spada dallo stesso Dioscoro, che fu colpito però da un fulmine. La tradizione invoca Barbara contro i fulmini, il fuoco e la morte improvvisa. I suoi resti si trovano nella cattedrale di Rieti.

Esistono molte redazioni in greco e traduzioni latine della passio di Barbara; si tratta, però, di narrazioni leggendarie, il cui valore storico è molto scarso, anche perché vi si riscontrano non poche divergenze. In alcune passiones, infatti, il suo martirio è posto sotto l'impero di Massimino il Trace (235-38) o di Massimiano (286-305), in altre, invece, sotto quello di Massimino Daia (308-13). Né maggiore concordanza esiste sul luogo di origine, poiché si parla di Antiochia di Nicomedia e infine, di una località denominata 'Heliopolis ', distante 12 miglia da Euchaita, città della Paflagonia. Nelle traduzioni latine, la questione si complica maggiormente, perché per alcune di esse Barbara sarebbe vissuta nella Toscana, e, infatti, nel Martirologio di Adone si legge: 'In Tuscia natale sanctae Barbarae virginis et martyris sub Maximiano imperatore'. Ci si trova, quindi, di fronte al caso di una martire il cui culto fino dall'antichità fu assai diffuso, tanto in Oriente quanto in Occidente; invece, per quanto riguarda le notizie biografiche, si possiedono scarsissimi elementi: il nome, l'origine orientale, con ogni verosimiglianza l'Egitto, e il martirio.
La leggenda, poi, ha arricchito con particolari fantastici, a volte anche reali, la vita della martire: si tratta di particolari che hanno avuto un influsso sia sul culto come sull'iconografia. Il padre di Barbara, Dioscoro, fece costruire una torre per rinchiudervi la bellissima figlia richiesta in sposa da moltissimi pretendenti. Ella, però, non aveva intenzione di sposarsi, ma di consacrarsi a Dio.

Prima di entrare nella torre, non essendo ancora battezzata e volendo ricevere il sacramento della rigenerazione, si recò in una piscina d'acqua vicino alla torre e vi si immerse tre volte dicendo: 'Battezzasi Barbara nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo'. Per ordine del padre, la torre avrebbe dovuto avere due finestre, ma Barbara ne volle tre in onore della S.ma Trinità. Il padre, pagano, venuto a conoscenza della professione cristiana della figlia, decise di ucciderla, ma ella, passando miracolosamente fra le pareti della torre, riuscì a fuggire.

Nuovamente catturata, il padre la condusse davanti al magistrato, affinché fosse tormentata e uccisa crudelmente. Il prefetto Marciano cercò di convincere Barbara a recedere dal suo proposito; poi, visti inutili i tentativi, ordinò di tormentarla avvolgendole tutto il corpo in panni rozzi e ruvidi, tanto da farla sanguinare in ogni parte. Durante la notte, continua il racconto seguendo uno schema comune alle leggende agiografiche, Barbara ebbe una visione e fu completamente risanata. Il giorno seguente il prefetto la sottomise a nuove e più crudeli torture: sulle sue carni nuovamente dilaniate fece porre piastre di ferro rovente. Una certa Giuliana, presente al supplizio, avendo manifestato sentimenti cristiani, venne associata al martirio: le fiamme, accese ai loro fianchi per tormentarle, si spensero quasi subito.

Barbara, portata ignuda per la città, ritornò miracolosamente vestita e sana, nonostante l'ordine di flagellazione. Infine, il prefetto la condannò al taglio della testa; fu il padre stesso che eseguì la sentenza.
Subito dopo un fuoco discese dal cielo e bruciò il crudele padre, di cui non rimasero nemmeno le ceneri. L'imperatore Giustino, nel sec. VI, avrebbe trasferito le reliquie della martire dall'Egitto a Costantinopoli; qualche secolo più tardi i veneziani le trasferirono nelle loro città e di qui furono recate nella chiesa di San Giovanni Evangelista a Torcello (1009). Il culto della martire fu assai diffuso in Italia, probabilmente importato durante il periodo dell'occupazione bizantina nel sec. VI, e si sviluppò poi durante le Crociate.
Se ne trovavano tracce in Toscana, in Umbria, nella Sabina. A Roma, poi, secondo la testimonianza di Giovanni Diacono (Vita, IV, 89), San Gregorio Magno, quando ancora era monaco, amava recarsi a pregare nell'oratorio di Santa Barbara. Il testo, però, ha valore solo per il IX sec.; comunque, è certo che in questo secolo erano stati costruiti oratori in onore di Barbara, dei quali fa testimonianza il Liber Pontificalis (ed. L. Duchesne, II, pp. 50, 116) nelle biografie di Stefano IV (816-17) e Leone IV (847-55).

Barbara è particolarmente invocata contro la morte improvvisa (allusione a quella del padre, secondo la leggenda); in seguito la sua protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel lavoro al pericolo di morte istantanea, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori; oggi venerata anche come protettrice dei Vigili del Fuoco. Nelle navi da guerra il deposito delle munizioni è denominato Santa Barbara. La festa di Barbara è celebrata il 4 dicembre.
 

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Editoriali

Silenzio assoluto e oscurantismo sul centenario della nascita dell’URSS: una compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente

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Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni

E’ indiscutibilmente una vicenda quasi irreale quella che stiamo vivendo noi cittadini europei, non solo l’acrimonia se non odio vero e proprio nei confronti della Russia ma anche il fatto che sono trascorsi un pugno di giorni dalla ricorrenza della nascita il 30.12.1922, dell’URSS, della Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, cioè della compagine politica fondamentale della storia dell’Occidente e il silenzio è stato ed è, assoluto, oscurantismo completo! Le quindici repubbliche indipendenti e sovrane, tra cui l’Ucraina, aderirono a quella che due anni dopo divenne una Federazione destinata a durare circa settantanni: era l’epoca di Lenin, il creatore del nuovo stato sovietico, la configurazione politica più significativa del pianeta, una superficie che occupava e occupa quasi tanto quanto gli Stati Uniti e la Cina messi assieme! Il 30.12.1922 nel segno di una rivoluzione di cui non si era mai visto prima l’eguale per conquiste sociali e politiche ma anche per distruzioni e morti, era il proseguimento della Russia di Ivan il Terribile, di Pietro il Grande e di Caterina II la Grande con il loro notevole apporto alla grandezza e alla civilizzazione dell’immenso Paese. Spirito, cultura rivolti verso l’Europa: l’occidentalizzazione è fino ad oggi il suo marchio e la sua fisionomia, è la maggiore nazione europea. La componente asiatica, ricca di numerose razze e lingue e civiltà, evidenzia altre caratteristiche dello sconfinato Paese.

La orribile guerra Russia-Ucraina, in verità Stati Uniti, Nato e la serva Europa contro la Russia, durerà a lungo, con investimenti sempre maggiori in armamenti e appezzentimento e miseria inevitabili dei popoli europei: il bilancio, come sempre nella storia dell’uomo, fame e miseria, distruzioni e morti. E gli autori e armatori, Stati Uniti ecc. ben acquattati dietro le quinte, mandano armi e soldi e lasciano che gli altri si ammazzino e sbudellino, sotto la guida dell’amato Zelensky! Inevitabili rancore e risentimento della Russia nei confronti dell’Europa, anni e anni saranno necessari per rimuovere tali sentimenti e tornare al rispetto e alla ripresa delle relazioni.

Per ripetere Bertrand Russell, Einstein, Papa Francesco, è somma stoltizia e follia spendere soldi per ammazzarsi e distruggere e non invece migliorare le condizioni di vita, anche dei popoli in difficoltà. Nobel, l’inventore della dinamite, scrisse: i grandi criminali che trascinano i popoli verso la guerra! Sono sotto gli occhi di tutti, impuniti, grazie ai cittadini indifferenti e masochisti: una corsa verso il baratro. E le Ursule europee e italiane, sorridenti, mandano armi e soldi, per essere ligie a Biden e alla NATO, i nemici viscerali autentici, i guerrafondai! Perché tanto servilismo a Biden & Co e tanto odio verso la Russia, la sorella europea?

Allorché la politica, come quella che ci circonda, si immischia delle cose del pensiero e della cultura non può che dimostrare inadeguatezza: i Mitterand, i Malraux, i Willy Brandt, i Kohl, i Moro sono materiale raro, pregiato, ben altre le loro condotte: l’agone politico europeo è infestato anche dalla fauna più ignorante e non di rado mazzettiera e corrotta. A nome dei popoli che disgraziatamente sono chiamati a rappresentare, come si permettono i politici europei, con quale autorità morale e culturale, di seminare odio inaudito nei confronti della Russia, non solo con le loro stolte parole ma a mezzo di iniziative quando non criminali o illegittime, chiaramente ridicole e grottesche? Come si permettono di parlare a nome dei propri cittadini di cultura e di civiltà e al medesimo tempo vilipendere questo grande paese, gloria dell’Europa, per primo promotore della giustizia sociale e della uguaglianza tra la gente, salvatore reale dell’Europa in più occasioni col sangue dei propri figli, patria di titani dell’arte di ogni genere, che hanno illuminato, e illuminano, l’intero pianeta? E allo stesso tempo sostenere i vari falstaff bombaroli, dichiaratamente nazionalisti e occultamente nazisti e fascisti? Come si permettono i vari Macron, le varie Ursule della scena europea, togliere soldi ai propri cittadini e regalarli a Zelensky affinché più razionalmente possa contribuire, senza nessuna opposizione o parvenza di contestazione, alla distruzione sistematica del proprio paese e alla gestione di cifre faraoniche di soldi? Perché? A Zelensky sì e no alle altre popolazioni del pianeta bisognevoli? Che cosa è siffatta solidarietà a senso unico? E’ palesemente solo per inginocchiarsi a Biden, prevaricatore per vocazione personale e per tradizione storica. Quanto in qualche modo contribuisce alla evidente e sfacciata improvvisa avversione alla Russia è anche il fatto che in Europa oggi è politicamente evidente una forte presenza cosiddetta di destra se non autoritaria in certi stati, da sempre per costituzione ideologica, conservatrice e reazionaria, tra l’altro nemica connaturata del comunismo: quindi la cosiddetta ‘aggressione’ della Russia, in perfetta sintonia con gli Stati Uniti è occasione di insulti e rappresaglie. Abbasso la pace, evviva la guerra! La Cina è presente e guarda solamente, per ora e, a parte i pericoli suscettibili di sfociare in qualcosa di distruttivo della intera umanità, la sola compagine idonea a fungere da arbitro fattivo e intelligente verso la pace, l’Europa dunque, è ormai dichiarato e felice stuoino di Biden e NATO, senza impedimenti, tutti d’accordo, salvo la gran parte dei cittadini! La dissoluzione dell’URSS il 26.XII.1991 a seguito delle teorie e ideali del presidente Gorbaciov, la guerra in atto, risveglia, come è stato osservato, l’atmosfera in Europa degli anni venti e trenta e cioè Stalin e la nascita di Mussolini, di Franco, di Salazar, di Hitler…

Si legga quanto scritto sul Muro di Berlino, il simbolo della cortina di ferro, della divisione tra le nazioni, e si ricordino le parole di Kennedy del 26 giugno del 1963 a Berlino Ovest: Ich bin ein Berliner, sono un berlinese, a sottolineare la comunità delle genti e non i conflitti o addirittura le guerre!

Noam Chomsky, sempre univoco, ha scritto ripetutamente che l’Europa “è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile….una brutta copia degli Stati Uniti, anche se ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza. Gli intellettuali d’Europa…..hanno subito dagli Stati Uniti un totale lavaggio del cervello”. E il da poco defunto presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, ha scritto: “…oggi abbiamo bisogno di Europa, di un’Europa che sia e diventi uno strumento di pace”. “La pace è amicizia tra i popoli, è cooperazione tra gli Stati, condivisione di sovranità con gli organismi internazionali”. Tutto saltato in aria “..dalle armi che sparano, dalle bombe che esplodono, dal riarmo sul nucleare….”.

La sola speranza sono i cittadini europei e il loro dissenso, partecipativo.

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Strage di Acca Larenzia: chi fu il mandante?

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Tanti passaggi di mano per la mitraglietta Cz 61 Skorpion calibro 7.65 usata per la strage di via Acca Larenzia, per il rapimento di Aldo Moro, per gli omicidi dell’economista Ezio Tarantelli, dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Roberto Ruffilli.

Oggi dopo 45 anni da quei fatti ci si chiede ancora: chi è il mandante? Riproponiamo la video intervista del 2018 a uno dei sopravvissuti – Maurizio Lupini – e il video servizio che ripercorrere il clima politico di quei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano.

La video intervista a Maurizio Lupini [Cliccare sulla foto per guardare]

Il video servizio che ripercorre quello che era clima politico dei giorni che precedettero i tragici eventi del Tuscolano [Cliccare sulla foto per guardare]

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Giustizia pilastro della democrazia, Lucarella: “Si intervenga sulle storture”

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Il referendum sulla giustizia è alle porte. Si voterà il prossimo 12 giugno. Nel mezzo c’è la riforma del Ministro Cartabia che, dopo il primo passaggio alla Camera dei Deputati, è
incardinata al Senato della Repubblica.

Questo il commento a caldo di Angelo Lucarella, vice coordinatore della commissione giustizia del Ministero dello sviluppo economico, che L’Osservatore d’Italia ha raccolto per i lettori.
“Il referendum è un istituto costituzionalmente sacro del nostro Paese. Non si tratta di essere pro o contro la magistratura o sostenere una iniziativa di colore politico. Si tratta di riconoscere che esiste un problema e di non sottovalutare che la democrazia si deve esprimere, soprattutto, con la chiamata del popolo al voto.

Illustri giuristi come Nordio, Cassese, ecc. hanno sposato la questione perché siamo ad un punto cruciale della vita del sistema giudiziario.
Ecco, sebbene il referendum non risolva tutti i problemi di certo ne evidenzia quelli indifferibili da trattare. Porte girevoli in primis. Anzi, poiché c’è un limite oggettivo di natura costituzionale si dovrebbe anche intervenire con una revisione puntuale che includa un nuovo assetto del giusto processo e che fissi una volta per tutte la separazione delle carriere (che ad onor del vero, se passasse oggi il referendum, porrebbe un problema di politica giudiziaria ulteriore ovvero come pensare i percorsi sin dalle Università).


In sostanza siamo tutti per una magistratura sana, perché ci sono tanti giudici seri, coraggiosi, garantisti. È anche per loro, oltreché alle circa 30 mila persone colpite da ingiuste carcerazioni dagli anni 90 in poi (dati pubblicati dall’Osservatorio ErroriGiudiriari in collaborazione con l’Unione Camere Penali d’Italia) che occorre rispettare il voto referendario.
In ultimo è da tener conto che il Ministero della Giustizia ha riportato che nel 2021 ci sono stati circa 24 milioni di euro di risarcimenti per ingiusta carcerazione preventiva (nel 2020 il totale fu 37 milioni) e che 43 mila euro, invece, è la media-importo per caso.
Ad ogni modo l’importante è andare a votare (a prescindere dall’orientamento per il Si o per il No) perché più forte è la voce dei cittadini, migliore più essere il dialogo tra i poteri dello Stato”.

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