Connect with us

Scienza e Tecnologia

SD Gundam Battle Alliance, il mashup definitivo

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti
image_pdfimage_print

SD Gundam Battle Alliance è un mashup di quasi tutte le serie Gundam esistenti ed è disponibile su Pc, Xbox, PlayStation e Switch. L’avventura vedrà i giocatori vestire i panni del Comandante Alka Adonis – nome personalizzabile a piacimento – che, alla guida dello Squadrone Gatheroad, ha il compito di raccogliere dati utili alle migliorie delle unità GM durante la Guerra di Un Anno. Improvvisamente, però, prima ancora di poter festeggiare con lo squadrone la corretta riuscita di una missione, il protagonista viene strappato dalla sua linea temporale e portato in un luogo chiamato Universo-G, nel quale si intrecciano diverse linee temporali “storiche” del franchise. Qual è il motivo di questo apparente rapimento? Le linee temporali si sono danneggiate e si stanno verificando delle anomalie e toccherà al giocatore viaggiare tra la storia delle produzioni animate di Gundam e sistemarle. Questo significa mettere a ferro e fuoco migliaia di Mobile Suit diversi a colpi di Beam Saber. La storia in sè è per gran parte dimenticabile e piena di termini fantascientifici un pò traballanti che non significano nulla, ma funge da veicolo per far viaggiare il giocatore attraverso le varie missioni e, in un certo senso, fa il verso a tutto l’universo Gundam nel suo complesso. Come accennato qualche riga in alto, nelle Anomalie si rivivono alcuni momenti iconici nei diversi anime di Gundam, solo che ci sono Mobile Suit e personaggi fuori posto, che spesso dovrete combattere o difendere. La storia si sviluppa tra uno stage e l’altro e, durante gli stessi, attraverso una serie di ridondanti dialoghi tra i vari comprimari e le intelligenze artificiali. Qualche volta si potrà persino intervenire nella conversazione, scegliendo una risposta che, però, non ci è sembrato cambi in modo significativo la narrativa. Per ogni Anomalia, a un certo punto, si sblocca anche il corrispondente stage Reale. Queste missioni sono le vere chicche per i fan, dato che permettono di rivivere la storia originale senza interferenze, in compagnia dei protagonisti autentici che scambiano con alleati e avversari le stesse battute degli anime di riferimento. Quelle in game sono missioni mordi e fuggi, della durata di non più di 5-10 minuti ciascuna, che a tratti sembrano molto più adatte a un’esperienza mobile come quella che offrirebbe la versione Nintendo Switch, che però non abbiamo avuto occasione di testare. Noi abbiamo giocato su PlayStation 5, riscontrando caricamenti pressoché istantanei tra missioni e quartier generale, in realtà una modesta interfaccia che consente di accedere a diverse schermate e servizi di personalizzazione. È chiaro, però, che SD Gundam Battle Alliance è una produzione cross-gen, che infatti è disponibile anche in versione PlayStation 4, e perciò non sfoggia chissà quale comparto tecnico spaccamascella. Fortunatamente lo stile Super Deformed non ambisce al realismo e alla ricerca del dettaglio sfarzoso, nascondendo le eventuali imperfezioni grafiche dietro i modelli 3D tozzi ma particolareggiati e animati più che dignitosamente. Attingendo a oltre venti serie animate, SD Gundam Battle Alliance offre anche un’importante varietà di musiche originali, ambientazioni e Mobile Suit che tendono a soffocare la sensazione di ripetitività che si verifica inevitabilmente una volta affondati gli artigli nella sua ossatura vera e propria.

Il cuore di SD Gundam Battle Alliance è la semplicità, con un sistema di controllo intuitivo che permette di divertirsi immediatamente sfoggiando con naturalezza combinazioni di colpi, launcher, attacchi aerei, a distanza e ad area, senza tralasciare un buon numero di tecniche speciali. Il livello di difficoltà ottimamente levigato fa il resto, lasciando al giocatore il tempo per far pratica nelle prime missioni, solo per rivelare una certa cattiveria andando avanti. Al netto della dimenticabile narrazione, quello che farà gola ai fan è la possibilità di comandare circa quaranta (a cui se ne aggiungeranno altri tramite i già annunciati DLC) Mobile Suit, splendidamente caratterizzati con un irresistibile stile chibi e sufficientemente diversi l’uno dall’altro. Sostanzialmente si distinguono in tre categorie dedicate rispettivamente al corpo a corpo, alle armi da fuoco e a un approccio bilanciato, differenziate anche per particolari abilità attivabili attingendo a un indicatore secondario con cui iniziare a sbizzarrirvi una volta presa la mano, attivando super armor, interrompendo le le combo con rapide schivate o ricaricando istantaneamente tutti i sistemi d’attacco. SD Gundam Battle Alliance nasconde dunque una discreta profondità da assimilare con calma, giacché le sue rapide sortite servono anche a collaudare i tanto ambiti robot. Per conquistarli c’è però un po’ da sudare, dato che verranno assemblati solo una volta raccolto il quantitativo richiesto di progetti, solitamente custoditi dai boss di turno. Se i normali nemici rappresentano la proverbiale carne da cannone, questi formidabili avversari vantano ingenti quantità di punti ferita, colpiscono durissimo e hanno attacchi impossibili da interrompere, uno scenario in cui il lavoro di squadra diventa imperativo. Certo, i Mobile Suit possono essere potenziati investendo in quattro parametri (punti ferita, corpo a corpo, attacco a distanza e booster, valore indispensabile per ampliare le azioni prima di restare a secco) e installando componenti forieri di vantaggi vari, così com’è vero che il pilota può salire di livello imparando utili abilità, ma credeteci, da soli bisognerà sudare molto per avere la meglio. È possibile giocare online con un sistemi di filtri in tutto e per tutto simili a quelli di Monster Hunter, organizzando sortite focalizzate sulla storia o sul recupero di componenti e denaro, ma se siete lupi solitari potete sempre schierare due robot comandati dalla CPU che offriranno anche determinati bonus, attivi a seconda dell’affiatamento che intercorre tra di loro nelle rispettive serie animate. I compagni possono anche rimettere in sesto il mobile suit qualora aveste terminato i kit di riparazione che ci si porta dietro in ogni missione, quindi non c’è davvero nessuna scusa per avventurarsi in un assalto suicida.

I tantissimi Mobile Suit a disposizione si dividono fondamentalmente in tre ruoli – Universali, Cecchini e Lottatori – che determinano le loro competenze specifiche. Come si intuisce dai nomi, quelli Universali sono veri e propri jolly, i Cecchini se la cavano meglio con le armi a distanza mentre i Lottatori sono inarrestabili in mischia. Gli archetipi sono importanti per identificare lo stile di combattimento di un certo Mobile Suit, ma nulla vi impedisce di potenziare le armi a distanza di un Lottatore o, viceversa, gli attacchi in mischia di un Cecchino. Le abilità speciali chiamate Azioni ruolo, tuttavia, conferiscono bonus specifici, ed è qualcosa che bisogna tenere a mente quando si compone la squadra negli stage più avanzati. Nonostante sia possibile scegliere tra due livelli di difficoltà – Facile e Normale – alcuni stage possono rivelarsi più tosti del dovuto, soprattutto perché i nemici tendono ad accerchiare il giocatore o a bersagliarlo da posizioni sopraelevate non facilmente raggiungibili, proprio per questo consigliamo sempre di giocare scortati da amici o bot. Una volta nell’arena di gioco di base ci si muove nell’ambiente 3D ricorrendo ai propulsori per scattare o saltare, tenendo sempre a mente che si ricaricano nel tempo. Oltre a un’arma a distanza generica e predefinita, ogni Mobile Suit può attaccare con due colpi in mischia e concatenarli in semplici combo che però, eseguite con un certo tempismo e nell’ordine corretto, consentono di proiettare i nemici in aria e di prolungare la catena di attacchi. Una serie di manovre speciali, come l’attacco Spezzacatena, le parate e le schivate perfette danno al sistema di combattimento un sapore più tecnico, e ci sono scontri, soprattutto contro determinati boss, in cui bisogna sfruttare ogni possibilità per vincere. I boss solitamente sono protetti da meccaniche come la Barra equilibrio, che impedisce di lanciarli, o le Barriere anti-laser, che assorbono un certo numero di danni a distanza, che devono essere aggirate, pena il Game Over. Fortunatamente, oltre alle combo normali e alle armi da fuoco, ogni Mobile Suit dispone anche di due Armi secondarie che dipendono dal ruolo e che solitamente investono proprio sulle sue capacità principali. Ogni Arma secondaria dipende da una riserva che si ricarica nel tempo, e può essere concatenato in certe combo sfruttando le manovre più sofisticate, come le cosiddette interruzioni rapide, che nei picchiaduro chiameremmo più comunemente “cancel”. A chiudere il cerchio ci pensano infine le ASP, praticamente le super mosse che sono lentissime a caricarsi, ma che una volta attivate infliggono danni enormi ai bersagli con tanto di scenetta d’intermezzo. Come avrete intuito, insomma, il sistema di combattimento di SD Gundam Battle Alliance è tutt’altro che banale e può dare non poche soddisfazioni, ma i controlli non proprio reattivi e la telecamera disfunzionale, che tende spesso ad andarsene per i fatti suoi, costringendoci a riposizionarla manualmente ogni volta, rappresentano una vera e propria spina nel fianco. Tirando le somme, sebbene la maggior parte delle missioni si riduca a sconfiggere ondate di nemici, Battle Alliance fa un buon lavoro per movimentare le cose con battaglie contro i Boss e, nonostante la scarsa intelligenza dei compagni IA, il tutto è giocabile in cooperativa – cosa che consigliamo vivamente. Dopo anni di arena fighter e sequel poco brillanti, come New Gundam Breaker, questo SD Gundam Battle Alliance sembra la boccata d’aria fresca di cui il franchise aveva bisogno. Se amate l’universo di Gundam e siete disposti a passar sopra allo stile super deformed dei robot, allora siamo certi che avrete tantissime ore di divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 8

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Scienza e Tecnologia

Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 7 minuti
image_pdfimage_print

Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere

Scienza e Tecnologia

Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

Continua a leggere

Scienza e Tecnologia

MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 3 minuti
image_pdfimage_print

MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti