Editoriali
Senatore Scilipoti Isgrò: "Vogliamo essere un valore aggiunto alla politica laica"
Tempo di lettura 6 minuti Parla il fondatore del Movimento Unione Cristiana
Pubblicato
6 anni fail

di Roberto Ragone
Ci troviamo a Roma, nello studio del senatore Domenico Scilipoti Isgrò, Senatore della Repubblica, parlamentare di Forza Italia, per parlare del Movimento politico di cui lui è fondatore e presidente, l’Unione Cristiana’, che coinvolge non solo le chiese evangeliche, ma tutti coloro che, comunque, vedono in Gesù Cristo il loro personale salvatore.
Senatore Scilipoti, abbiamo letto sui media che lei ha fondato un nuovo Movimento politico, che si chiama Unione Cristiana. Lei è un politico di lungo corso, cosa l’ha spinta a fondare questo Movimento?
Mah, è un Movimento di pensiero, vogliamo dare un contributo alla politica attraverso le nostre competenze, le nostre capacità e il nostro cuore cristiano, vogliamo essere un valore aggiunto alla politica laica.
Quali sono gli scopi precipui che il movimento si prefigge? Faccio un’ipotesi, magari portare un po’ di moralità in un ambiente che eticamente lascia molto a desiderare?
Prima di tutto rispettare tutti quelli che non la pensano come noi attraverso il dialogo e attraverso le nostre testimonianze, e far capire qual è la strada migliore e per ottenere dei risultati nell’interesse del paese e della collettività. In più, far capire che rispettare le regole conviene sempre, perché a lungo andare chi rispetta le regole ne ha un qualcosa di positivo, per sé, per la propria famiglia, per tutta la comunità dove chi sa rispettare le regole vive.
Gli evangelici in Italia sono sempre stati ai margini della vita religiosa, tant’è che la maggior parte della gente non sa neanche che esista una Chiesa Cristiana Evangelica, ci considerano eretici, e quindi condannat all’inferno, ci confondono con sètte e altre aggregazioni pseudo-cristiane, e qualcuno ha perfino paura di noi perché ci considera indemoniati. Questo è certamente una conseguenza dei patti lateranensi, quando la Chiesa cattolica divenne religione di Stato, gli evangelici furono impediti nelle loro riunioni casalinghe, e il fascismo permise che i nostri fratelli fossero arrestati e mandati al confino. A questo proposito ricordiamo la famigerata circolare Buffarini Guidi, abrogata soltanto nel 1953. Pensa che questo Movimento potrà finalmente far conoscere al grosso pubblico la Chiesa Evangelica, nella sua dignità e nella sua realtà, dandole un nuovo impulso?
Io credo che tutti i cristiani, compresi gli evangelici, debbano scendere nell’attività, nella quotidianità, e quando dico attività, quotidianità, mi riferisco non soltanto all’opera che ognuno di noi compie giornalmente all’interno delle proprie competenze, ma allargare ed entrare anche nella gestione dell’amministrazione pubblica per poter dare un contributo personale ed essere valore aggiunto. Io credo che i cristiani possono essere valore aggiunto nell’attività amministrativa e politica, e questo valore aggiunto potrebbe essere determinante affinchè si possa avviare veramente un processo di cambiamento radicale, non mettendo una toppa su di un vestito vecchio, ma cercando di fare un vestito nuovo, cucito da un buon sarto, e il nostro sarto si chiama Gesù Cristo.
Ci parli degli argomenti che l’Unione Cristiana si prefigge di portare all’attenzione della politica e del paese.
Sono delle riflessioni che facciamo ad alta voce, per esempio far capire che la sanità pubblica nel paese Italia non può essere produttività, ma dev’essere solidarietà, cerchiamo di far capire che dovremmo comportarci in modo corretto sotto il profilo economico e finanziario, ci rivolgiamo ai banchieri e a quelli che hanno in mano il potere economico per dire: non pretendiamo che vi comportiate come Zaccheo [citazione biblica dai Vangeli, Zaccheo era un pubblicano ed essendo stato incaricato dai Romani di riscuotere le tasse del governo di Roma, riscuoteva dagli Ebrei più del dovuto. Convertito da Gesù, rese ai malcapitati il quadruplo del maltolto], ma quanto meno restituite e chiedete scusa. Noi chiediamo la restituzione della Banca d’Italia agli Italiani, chiediamo la separazione delle banche d’affari dalle banche commerciali, a proposito dell’emigrazione diciamo che ognuno deve vivere bene a casa propria, non a parole, ma facendo un programma e investendo sui territori da dove parte questa gente, nell’agroalimentare, nelle risorse idriche, e anche nella preparazione di governi più democratici che possano permettere una buona amministrazione, avere il pane e l’acqua in quei territori, e di conseguenza quelle persone non si muoveranno dalla propria terra, dove hanno tutti gli affetti, e quindi con il pane, l’acqua, un governo più democratico di quello che attualmente hanno, e quindi che nessuno abbia più l’esigenza di abbandonare quei luoghi. Quei luoghi vengono abbandonati perché c’è carestia, c’è fame, non c’è acqua, c’è un clima pesante, ci sono governi che non rispettano le regole della democrazia, o quanto meno dei governi che non agiscono in modo giusto, e reagiscono in modo non corretto nei confronti di quel popolo. Sono questi gli elementi che poi sommandosi determinano che le popolazioni di quei territori lascino quei luoghi e si avventurino in un percorso di sacrificio, che vede come terra promessa gran parte dell’Europa. Un’altra problematica è la tutela dell’ambiente. Non possiamo permettere che ognuno agisca secondo una pretesa personalissima libertà di coscienza, secondo la quale ad esempio si possono trivellare i mari, e perché pensiamo che sia utile, mettiamo a rischio le case dei nostri fratelli. Noi diciamo invece che dovremmo mettere in atto una libertà di coscienza che sia legata anche al nostro modo di vedere e di pensare. Per quando riguarda in particolare i cristiani, noi diciamo libertà di coscienza legata alla nostra dottrina cristiana, applicando la regola ‘fai agli altri ciò che vuoi che facciano a te’. Parliamo anche di giustizia, e la giustizia dev’essere a giudizio dell’uomo, perché su questa terra c’è una giustizia, che va anche oltre, se noi crediamo nella vita eterna, oltre la quotidianità della vita terrena. Per la giustizia della vita terrena ci sono i magistrati, per l’altra giustizia ci sarà Qualcuno più grande di noi che un giorno ci chiamerà a render conto di ciò che facciamo. Noi predichiamo anche l’amore verso l’avversario politico, non siamo per l’insulto, per dire che chi non la pensa come noi dev’essere messo fuori della porta, ma chi la pensa diversamente da noi lo vogliamo incontrare, spiegargli quali dovrebbero essere i percorsi che potrebbero portare all’interesse della collettività. Questi sono solo alcuni temi, ma poi ce ne sono molti altri e molto importanti che dovremo affrontare. Anche per esempio un dialogo a proposito delle problematiche del terrorismo. Il dialogo fra le religioni monoteiste è importante, fermo restando che esso va condotto fra le tre grandi religioni monoteiste con amore cristiano, facendo capire che a nostro giudizio l’unica strada che si potrà percorrere è quella dell’amore che Gesù ci ha insegnato. Perché attraverso l’amore di Cristo noi riusciamo a trovare la via, la verità e la salvezza, cioè, Lui che ci dona la vita eterna. Dobbiamo avere la forza della testimonianza, la forza di parlare con gli altri, cercare di professare le nostre idee in maniera convincente, attraverso il Vecchio Testamento, il Nuovo Testamento, e anche attraverso Gesù cristo, quel personaggio importantissimo, che per noi è il punto centrale di tutte le nostre riflessioni. Attraverso il Quale la ragione ha testimoniato con grande forza che Dio esiste, oltre che all’amore verso Dio che ci può cambiare, e può avviare veramente un processo di miglioramento nelle situazioni drammatiche che viviamo oggi all’interno questo paese.
Di recente abbiamo seguito il suo intervento in Senato a favore della libertà di scelta per le vaccinazioni, e lei ha denunciato una situazione di poca chiarezza nel merito, della quale il ministro dalla Salute Lorenzin non si sarebbe sufficientemente fatta carico. Lei pensa che questa situazione di stallo dipenda da una acquiescenza del ministro nei confronti delle lobby del farmaco?
C’è qualcosa che non è chiara, e la Lorenzin dovrebbe intervenire per fare chiarezza. Noi sappiamo che questo piano vaccinale è stato redatto da quattro multinazionali, due delle quali hanno finanziato una cattedra a favore di un professore universitario che oltre ad essere docente universitario, è un altissimo funzionario dell’istituto Superiore di Sanità. Perciò sono quattro le lobby farmaceutiche che hanno finanziato questa cattedra, le maggiori beneficiarie di questo piano vaccinale; l’altro personaggio coinvolto era stato sospeso per un conflitto d’interessi all’interno del Ministero della Sanità, era stato allontanato, e oggi ce lo ritroviamo a fare il piano vaccinale. Uno di questi casi, a quello che si dice, è legato al marito della Lorenzin. Per cui ci sono tante cose che si dovrebbero chiarire. Abbiamo anche un altro problema, e questo la gente lo deve sapere: s’era detto che c’era l’urgenza, ma l’urgenza, se c’era, c’era fino a ieri. Oggi noi abbiamo applicato degli emendamenti in Senato che dicono che, intanto, chi non vaccina i figli, la famiglia viene convocata dalla ASL, la quale ASL dovrebbe convincere la famiglia a far vaccinare i propri figli. Ma c’è un secondo passaggio. Nel caso in cui queste persone non dovessero aderire, pagano una penale da 100 a 500 euro, e il figlio resta non vaccinato. Allora, se il governo ha fatto un decreto d’urgenza, il decreto d’urgenza ha una motivazione precisa. Ma se tu approvi degli emendamenti all’interno del senato, dove dici che non c’è l’urgenza, e se la famiglia non aderisce alla vaccinazione deve essere convocata dalla ASL perché ai genitori venga spiegato il motivo delle vaccinazioni, può passare un mese, tre mesi, sei mesi, possono passare due anni, tre anni. Poi, che succede? Se i genitori comunque non aderiscono, pagano una penale, e così possono passare ancora anni. Allora, dov’è più l’urgenza? Cioè, se noi attraverso un emendamento abbiamo affermato che si può aspettare ancora due o tre anni, l’urgenza non ha più senso. Queste sono delle riflessioni, come dicevo prima, da uomini che hanno il cuore di Cristo, non per condannare, non per giudicare, ma per chiedere chiarezza, affinchè chi sta fuori possa capire se effettivamente quel piano che loro hanno redatto è vero, oppure quell’urgenza non corrispondeva alla realtà. Poi ci siamo posti anche un altro problema. C’è qualche vaccino, fra quelli che prima erano dodici obbligatori, poi sono diventati dieci, e se si versa la penale non c’è obbligo di nessuno dei dieci, ma nel momento in cui dovesse consentire la vaccinazione, saranno restituite le somme versate. Abbiamo messo anche in discussione anche quei quattro vaccini che fino a ieri erano obbligatori. Oggi invece, con la penale, e con la discussione fra la ASL e la famiglia, abbiamo rimesso in discussione anche ciò che era stato stabilito, cioè quelli che avrebbero dovuto essere i quattro vaccini obbligatori. In pratica, la confusione che si crea va a danno delle famiglie e dei loro figli. Questa è la chiarezza che noi chiediamo al ministro.
Correlati
Potrebbe interessarti
Costume e Società
Lettura dai 0 ai 6 anni: benefici e consigli pedagogici
Pubblicato
3 settimane fail
13 Novembre 2023
Il Comune di Bologna, nel 1999, ha fatto partire un’importante iniziativa chiamata “Nati per leggere”
La lettura nella fascia d’età 0/6 rappresenta un momento catartico e ricco di emozioni
sia per i bambini che per gli adulti.
La lettura a questa età è un momento di espressione, ma anche di esplorazione.
I bambini nascono con una grande propensione all’ascolto. Già nel grembo materno il
bambino è in grado di riconoscere le voci, soprattutto quella materna e possiede già
una propria sensibilità all’intonazione.
Perciò la lettura ad alta voce ha dei risvolti importanti per lo sviluppo della personalità
dei bambini sia sul piano emotivo, relazionale, cognitivo, linguistico, sociale e
culturale.
Dal punto di vista emotivo la lettura consente al bambino di dare un nome alle emozioni
dei protagonisti e, successivamente, anche alle proprie; da un punto di vista relazionale
consente al bambino di percepire le azioni e le emozioni dei protagonisti, stimolando
l’empatia; da un punto di vista cognitivo la lettura, fin dai primissimi mesi di vita,
sviluppa la creatività, la memoria e la logicità; da un punto di vista linguistico leggere,
in “tenera” età stimola lo sviluppo del linguaggio e del pensiero; dal punto di vista
sociale i bambini che leggono, sia a scuola che a casa, dimostrano di avere un migliore
rendimento scolastico e sono preparati ad inserirsi nel contesto sociale; da un punto di
vista culturale il libro insegna molte cose: il libro è storia, morale e valori che si
tramandano da generazione a generazione.
I bambini devono essere stimolati alla lettura fin dai primi mesi di vita
Si tratta di una lettura condivisa, ovvero quella in cui l’adulto legge ad alta voce;
l’adulto deve dimostrarsi un lettore consapevole poiché solo così si può trasmettere al
bambino, anche di 7 mesi, una valida esperienza di ascolto e di osservazione.
La lettura deve essere proposta in momenti e luoghi adatti (es. costruire un angolo
lettura con materassini morbidi) per favorire non solo l’ascolto, ma anche il
rilassamento.
L’adulto (educatore e/o genitore) deve leggere con espressività e stabilire un contatto
visivo con il bambino o il gruppo di bambini. Leggere ai bambini nei primi anni di vita fa si che il cervello del bambino raggiunga una ricettività agli stimoli esterni che mai più si ripeterà uguale.
Dopo aver sottolineato i principali benefici del leggere ad alta voce e della rilettura,
osserviamo quali sono i consigli pedagogici da un punto di vista dell’offerta educativo formativa:
- tra i 0 e i 6 mesi sono consigliati i libri tattili poiché, il neonato alla nascita riesce
a vedere in modo sfocato e solo in bianco e nero; perciò le prime immagini che
il bambino vede hanno contorni netti, regolari e lineari. In questa fase, è
importante prediligere libri piccoli in bianco e nero, con forti contrasti cromatici
e immagini semplici. Questo primo approccio al libro è soprattutto fisico, per
questo sono preferibili libri da manipolare e stimolare i cinque sensi. In questa
fascia d’età si possono leggere filastrocche oppure cantare, favorendo nel
bambino la capacità di ascolto; - tra i 6 e i 12 mesi lo sguardo del bambino è più attento, quindi si consigliano
libri veri e propri con pagine spesse e cartonate, magari ancora di piccolo
formato per renderli più maneggevoli. I libri di questa fascia d’età possono
raffigurare animali o soggetti che fanno parte della loro quotidianità. Importanti
sono anche i primi libri sonori; - tra i 12 e i 18 mesi il libro diventa una vera e propria scoperta; in questo caso si
possono proporre libri con i buchi, con le finestrelle o con delle alette da alzare.
In questa fase, i bambini sfogliano i libri con un adulto e indicano con il dito le
figure. Il libro è un oggetto ancora da scoprire e da manipolare. I bambini
attribuiscono suoni alle cose e danno un nome agli oggetti. Dai 18 mesi si
propongono storie semplici e brevi caratterizzate da una trama essenziale (inizio,
svolgimento e fine). È in questa fase che il bambino acquisisce la
consapevolezza che esiste un prima e un dopo; - tra i 18 e i 24 mesi il bambino ripete piccole sequenze di storie e gli piacciono i
libri che parlano di animali o di azioni legate alla sua quotidianità. È verso i 24
mesi che il bambino inizia a comporre le sue prime frasi e il libro diventerà
sempre più un oggetto “suo”; - tra i 2 e i 3 anni il bambino possiede un ampio vocabolario e riconosce molte
immagini e parole. È la fase dell’autonomia e della sperimentazione. In questa
fase, i libri consigliati sono gli albi illustrati (es. i libri sulle emozioni, sulle
diversità, sull’autonomia, sull’amicizia etc …); - tra i 3 e i 6 anni il bambino è considerato un piccolo lettore, legge insieme ai
pari, agli insegnanti, ai genitori oppure da solo.
Dai 4 anni in poi si possono proporre la lettura di fiabe classiche, degli albi
illustrati e anche dei silent book.
Questo excursus ha evidenziato i benefici della lettura fin dai primissimi mesi di vita e
ha suggerito quali tipologie di libri presentare in ogni fascia d’età.
Il Comune di Bologna, nel 1999, ha fatto partire un’importante iniziativa chiamata “Nati per leggere” tutt’ora attiva
È un progetto nazionale nato dall’alleanza tra esperti (pediatri) e bibliotecari per incentivare la lettura ad alta voce ai bambini dall’età prescolare ai 6 anni. Questo progetto sostiene da sempre la crescita e lo sviluppo dei bambini attraverso la lettura ad alta voce e la rilettura.
Il progetto “Nati per Leggere” si è espanso anche a livello nazionale, istituendo anche percorsi formativi per gli adulti (educatori, insegnanti e genitori). Ogni anno viene istituito un seminario o degli incontri a tema dove, gli esperti, parlano per dare nuovi suggerimenti agli adulti che sono a stretto contatto con i bambini. È un progetto che sta avendo molto successo e che incentiva i propri obiettivi anno per anno.
Correlati
Castelli Romani
Albano Laziale, colpo di scena al Consiglio comunale: la maggioranza scricchiola
Pubblicato
3 settimane fail
10 Novembre 2023
Aria di crisi per la maggioranza che sostiene il governo locale ad Albano Laziale guidato dal sindaco Massimiliano Borelli? Sembrerebbe proprio di si dopo quello che definiamo come un vero e proprio colpo di scena avvenuto durante il Consiglio comunale di giovedì 9 novembre.
Tra i vari ordini del giorno quello che riguardava l’elezione del Consiglio delle Autonomie Locali – CAL – l’organismo che ha la funzione di controllo e raccordo tra le attività regionali e quelle delle autonomie locali – i Comuni – e nella fattispecie la lista di centrodestra “Territorio e Partecipazione” ha battuto quella di centrosinistra che governa Albano Laziale.
“L’urna ha dato questa sentenza infatti i consiglieri di minoranza sono 9 e noi abbiamo preso 12 voti. Quindi viene da sé che tre consiglieri di maggioranza hanno votato la lista di centrodestra.” Questo il commento del Consigliere comunale e coordinatore di Fdi Roberto Cuccioletta durante la trasmissione web del venerdì mattina Officina Stampa BAR la rassegna settimanale condotta da Chiara Rai.
Sulla questione il Consigliere comunale Giovanni Cascella ha commentato: “A metà legislatura con un Paese in grandissime difficoltà è evidente che questa maggioranza mostra evidenti segni di cedimento. Ricordiamo che bastano quattro Consiglieri di maggioranza insieme a quelli di opposizione per sfiduciare il Sindaco. Quello che è successo ieri – 3 Consiglieri di maggioranza che votano a favore della lista di centrodestra – è qualcosa di clamoroso e un chiaro segnale dello stato di salute di Albano, una Città ormai senza prospettive e governata con poca competenza e lungimiranza”.
Un’intervista a 360 gradi dove si sono toccati molteplici argomenti che stanno a cuore ai cittadini di Albano Laziale come quello del termovalorizzatore o dell’anfiteatro. Ma Cuccioletta ha voluto porre l’accento sulla variante al Prg relativa la conversione di un’area, situata sulla via Nettunense incrocio via Tenutella con via Cancelliera, da alberghiera in commerciale.
“L’attenzione al suolo, all’ambiente a una programmazione che possa sviluppare un’attività turistico ricreativa su Albano è venuta in qualche modo a mancare.” Ha commentato Cuccioletta criticando quella che ha definito come l’assenza di una programmazione effettiva all’interno del Comune. La via Nettunense in quel tratto è piena di attività commerciali alle quali se ne andrebbero ad aggiungere altre con la conversione di questa area.
“Un’altra area, – ha dichiarato il Consigliere comunale Marco Moresco – dopo quella di Cecchina, destinata al commerciale, e soprattutto in una zona dove già molte attività hanno chiuso e quelle esistenti fanno fatica ad andare avanti. Un albergo sicuramente poteva dare un valore aggiunto al nostro territorio. L’area così destinata, circa 10 mila metri cubi, creerà ancora più disagi agli automobilisti che dovranno attraversare la Nettunense.”
Sintetico il consigliere Massimo Ferrarini che ha detto “L’Ennesima improbabile scelta di una amministrazione che invece di risolvere i tanti e diversi problemi dei cittadini sembra si diverta a crearne di nuovi”.
Correlati
Castelli Romani
Albano Laziale: tra politica, opere e decadimento. Una Città divisa
Pubblicato
3 settimane fail
8 Novembre 2023
Albano Laziale, città incantevole, è indubbiamente un posto affascinante e appetibile che offre una combinazione di bellezze naturali e patrimonio storico. Visitare questa Città significa immergersi in una ricca tradizione, esplorare la sua storia millenaria e godere della bellezza del paesaggio circostante con lo sguardo che arriva fino al mare.
Ciononostante, Albano Laziale è una gemma poco conosciuta per come potrebbe esserlo. C’è il Lago Albano, uno dei gioielli naturali più affascinanti d’Italia. Il Palazzo Savelli affacciato su Piazza Mazzini, costruito nel Medioevo come fortezza lungo la via Appia che ultimamente perde pezzi d’intonaco e meriterebbe una manutenzione particolare, non solo esterna.
L’Anfiteatro Severiano edificato dalle maestranze della Legione Albana nei primi anni del III sec. d.C., oltre il lato Nord Est del Castra. Rappresenta un luogo straordinario per scoprire la storia dell’antica Roma. Potrebbe essere gremito di turisti ma non è valorizzato e non è ancora stato pensato un circuito turistico che ne amplifica la giusta importanza. Il centro storico, i negozi e ottimi ristoranti, i parchi, il Museo Civico, il teatro, un cinema che non c’è più. I cisternoni fatti costruire dall’imperatore Settimio Severo tra il II e il III secolo d.C. per rifornire d’acqua l’accampamento della Seconda legione Partica. Sono grandi quanto una basilica a cinque navate scavati direttamente nel banco di tufo e tra le varie cisterne d’acqua che furono costruite dagli antichi romani, si è perfettamente conservata ed è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua maestosità, ma anche perché ancora funzionante. Con un patrimonio del genere Albano potrebbe essere meta di turismo mondiale, una miniera per la ricchezza e il benessere socio economico dell’intera area castellana. Offrono meno, alcune cittadine che per qualche azzeccata campagna pubblicitaria e comunicativa sono finite sui quotidiani esteri promuovendo “l’isola che non c’è” o meglio la nave mai ritrovata.
Albano è una vecchia signora, elegante, nobile e ricca di tesori nascosti. Ogni vicolo racconta qualcosa, ogni frazione ha la sua storia. Piace ma nel contempo dispiace vedere che alcune cose proprio non vanno e non si può puntare il dito soltanto sull’attuale sindaco. Sarebbe troppo facile, superficiale e si ridurrebbe a una mera strumentalizzazione del momento perché la caratteristica di chi è amministrato è avere la memoria corta. Si tratta di un discorso ampio e complesso e anche di alcuni fallimenti collezionati dal Partito Democratico che governa ormai da circa tredici anni e che, purtroppo, ha fallito sul punto più cruciale: la salute dei cittadini. la politica “locale” non è riuscita fare da scudo rispetto la Capitale imponendo un niet forte e autoritario: Albano non deve essere la discarica dei rifiuti di Roma. Il più grande dei fallimenti è stata proprio la questione della discarica di Albano, l’impianto del compianto e combattuto (ma non a ragion veduta) “ras della monnezza”, tanto contrastato per strada e nelle piazze ma che avrebbe risolto in piccolo e meglio di adesso lo smaltimento della monnezza.
La raccolta differenziata ad Albano è molto spinta e virtuosa, i residenti fanno la loro parte e il vicesindaco Luca Andreassi, ingegnere specialista ambientale, ci si è sempre dedicato. Ha fatto scelte politiche a volte criticabili e per certi versi infauste ma è comunque rimasto coerente e fedele alle sue idee. Oggi sarebbe probabilmente seduto da un’altra parte solo se avesse preso scelte diverse ma col senno del poi sono piene le tasche e al momento la sua situazione è paragonabile a quella di un osservatore consapevole e silenzioso a meno che non disegni un piano strategico politico coraggioso che però non può tener conto di alcune tempistiche dettate anche da forbici e nastri che raccontano qualche fatica. Il suo progetto politico e la fondazione e battesimo dell’associazione civica “Nel merito”, racconta la volontà di fare che anima un nutrito numero di amministratori sparsi per l’area dei Castelli e dei Monti Prenestini. La beffa è che il virtuosismo e la buona volontà non sono bastati a risolvere l’annosa questione della gestione dei rifiuti. Ora pende sulle teste dei residenti di Albano la realizzazione del termovalorizzatore nel vicino quadrante romano di Santa Palomba, che ricade nei confini del Municipio IX di Roma ma di fatto si trova ai Castelli Romani, attaccato ad Albano Laziale. Un capitolo nero per i residenti castellani. Come previsto dall’ultima ordinanza emessa dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri la discarica di Albano Laziale verrà avviata a bonifica. Danneggiati e beffati. Da una parte si bonifica e vicino, vicino, dall’altra parte della strada, per intenderci, si incenerisce e con metodi ben più obsoleti di quelli tanto contrastati ma più innovativi di Manlio Cerroni che a maggio scorso, dopo una prima chiusura dettata dalla Procura, tramite la Ecoambiente ha prodotto le “garanzie finanziarie previste per la cosiddetta gestione post mortem dell’impianto”.
Massimiliano Borelli, brillante, onesto e politico di professione, proiettato a uno sforzo continuo di strenua e tenace volontà di remare controcorrente o contro la sua corrente, appare come un uomo lasciato solo che si muove in una vasca di squali. Nicola Marini, l’ex sindaco che ha governato per un decennio, attuale presidente del consiglio, che lo ha comunque sostenuto più o meno con intenzione, anche se a parole rimane un signore della politica viene tradito da una mimica facciale, tessuta di principi, che vanno da tutt’altra parte del suo sindaco che ricordiamo essere non di sua diretta espressione perché le mire erano altre ma quando ci sono dei professionisti che vengono coinvolti non sempre, questi, sono disposti a lasciare o allentare i propri ritmi personali lavorativi. Soprattutto se seduti in certe stanze trapuntate da bottoni. Su tutte una verità: Marini ha governato Albano in maniera meno social (erano altri tempi), più autoritaria forse, senza pensare di dover dire a troppe persone dei sì che poi si sarebbero potuti trasformare in boomerang. Che poi Marini abbia amministrato bene o meno bene è inutile stilarne a posteriori un bilancio. Albano Laziale è la diretta interessata e con le sue criticità e virtuosità è pronta a raccontare la sua storia. Prima di Marini, il centrodestra, aveva avviato opere e progetti di un certo rilievo. Progetti che sono stati interrotti e che oggi, una coalizione coesa, non senza spigolature da smussare, vorrebbe riprendere e sarebbe assurdo non farlo. Se non fosse che la buona eredità è come una pianta sempreverde, se la voglia di leadership non sovrasta le idee, il vento potrebbe girare pure in favore di qualche fiche politica di vantaggio. Del resto sono le urne il vero banco di prova: si valutano i risultati e poi si sceglie.
Purtroppo al momento la manutenzione di Albano è carente: diversi palazzi cadono a pezzi e lo raccontano le cronache, molte strade comunali gridano vendetta e su questo l’opposizione ha chiesto che venga convocato al più presto un Consiglio comunale straordinario e urgente per affrontare questa condizione ormai definita da ‘terzo mondo’ con immobili, strade, scuole, parchi, giardini e infrastrutture obsolete. Ad alzare la voce sono Massimo Ferrarini, Roberto Cuccioletta, Marco Moresco, Matteo Orciuoli, Romeo Giorgi, Pina Guglielmino, Luca Nardi, Federica Nobilio e Giovanni Cascella.
“Il controllo continuativo delle condizioni dei beni demaniali – scrivono – rientra negli obblighi (istituzionali) di manutenzione ordinaria, dai quali l’ente locale non può esimersi, ciò in quanto il progresso tecnologico predispone, oggi, gli strumenti di verifica più idonei a evitare insidie. Sussiste l’obbligo dell’amministrazione pubblica di osservare, a tutela dell’incolumità dei cittadini e dell’integrità del loro patrimonio, le specifiche disposizioni di legge e di regolamento disciplinanti le attività manutentive e gestionali delle opere custodite, nonché le comuni norme di diligenza e prudenza, con la conseguenza che l’inosservanza di dette disposizioni e norme comporta la responsabilità dell’amministrazione per i danni arrecati, o potenzialmente arrecati, a terzi”.
Albano è una città bellissima ma ricca di contraddizioni: merita di vivere un periodo di crescita e prosperità.
Correlati
SEGUI SU Facebook
I più letti
-
Sport20 ore fa
Polisportiva Borghesiana, la novità del corso di fitness. Grelli: “Metodologia di allenamento innovativa”
-
Litorale2 giorni fa
Anzio, vende pezzi d’auto rubate: arrestato un 34enne
-
Sport20 ore fa
Marino Pallavolo (serie C masch.), capitan Amici: “Con Cerveteri sarà una partita aperta”
-
Costume e Società10 ore fa
Musica e gioco: le canzoni più belle dedicate alla roulette