Connect with us

Cronaca

Sgominata pericolosa banda dedita ai furti su bancomat con esplosivo: nell’operazione impiegati 100 carabinieri

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

Alle prime ore di oggi, in provincia di Lecce e Venezia, dove tre indagati si trovavano in ferie, nonché di Vicenza, Treviso e Verona, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Sorgente”, circa 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Padova e di quelli territorialmente competenti, con l’intervento di unità cinofile anti esplosivo di Torreglia e Laives, con il concorso del RIS di Parma e della Sezione Anticrimine di Padova, nonché con il supporto dei VV.FF., hanno dato esecuzione a una misura cautelare personale a carico di 9 indagati, emessa lo scorso 15 luglio dal GIP di Padova – dott.ssa Domenica Gambardella – su richiesta del PM titolare del procedimento, Sost. Proc. dott. Benedetto Roberti. Contestualmente, nelle stesse località e in provincia di Cremona, Bologna e Latina sono stati eseguiti 12 decreti di perquisizione.

Il GIP ha disposto la custodia cautelare:

a) in carcere, nei confronti di:

  1.  BATTISTUTTI Franco detto Tote, sinto di 52 anni;
  2.  GABRIELI Maich, sinto di 43 anni;
  3.  MASSARONI GABRIELI Davide detto Dade, sinto di 38 anni;
  4.  PAVAN Samuel detto Barabba, sinto di 49 anni.

b) agli arresti domiciliari, nei confronti di:

  1.  MASSARONI GABRIELI Jason, sinto di 24 anni.

c) dell’obbligo di dimora, con la prescrizione della permanenza nel domicilio dalle ore 21.00 alle ore 07.00 nei confronti di:

  1.  BELTRAMELLO Maurizio, vicentino di 58 anni;
  2.  SABBADIN Patrizia, trevigiana di 43 anni;
  3.  SALIHOVIC Eddi, sinto di 46 anni;
  4.  ZANON Denis, vicentino di 45 anni.

Nella circostanza, a Bologna, in particolare, presso il campo nomadi di San Lazzaro di Savena (BO), l’attività è stata coordinata dai Carabinieri della Compagnia di San Lazzaro di Savena (BO), coadiuvati dal Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale Carabinieri di Bologna, 5° Reggimento Carabinieri Emilia-Romagna e Vigili del Fuoco. Durante le operazioni è stato eseguito il sequestro di un paio di veicoli, alcuni smartphone, denaro e attrezzi da scasso.

L’attività investigativa, avviata nel 2019 dal dipendente Nucleo Investigativo, con il contributo del paritetico Reparto del Comando Provinciale di Treviso e dell’organo operativo della Compagnia di Adria, ha consentito di accertare che i citati indagati si sono associati tra loro, ciascuno con compiti distinti e ben definiti, sia di carattere operativo che logistico, per commettere una serie indeterminata di assalti agli sportelli automatici degli istituti di credito del Veneto, della Lombardia e dell’Emilia Romagna. I bancomat razziati venivano manomessi utilizzando micidiali congegni esplosivi artigianali composti da polvere pirica – le cd. “marmotte”, che venivano introdotte nei bocchettoni erogatori del contante e poi innescate elettricamente.
Le indagini sono state condotte intercettando le comunicazioni degli indagati, sorvegliando a distanza le loro dimore e le basi logistiche della banda, costituite dai diversi garage dove venivano nascoste le autovetture utilizzate per le razzie e dalla carrozzeria di BELTRAMELLO Maurizio, dove questi e ZANON Denis, all’occorrenza, di notte e nei giorni festivi, provvedevano a riparare le stesse macchine e a cambiarne il colore per occultarne la provenienza delittuosa, nonché pedinandone i componenti per documentarne gli spostamenti e gli incontri. Inoltre, in una circostanza sono risultati determinanti gli esiti degli esami biologici svolti dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Parma sui reperti sequestrati dopo un assalto a uno sportello automatico.
A vario titolo, agli indagati, oltre all’associazione per delinquere, al riciclaggio, alla ricettazione e alla detenzione e al porto di materiale esplosivo, allo stato sono contestati anche il tentato furto del 18.11.2019 allo sportello della filiale del Monte dei Paschi di Siena di Sarmeola di Rubano, il furto del 16.12.2019 allo sportello della filiale della Banca Popolare di Puglia e Basilicata di Vicenza, dal quale riuscivano ad asportare la somma di euro 5.080,00, e il tentato furto del 17.04.2019 allo sportello dell’ufficio postale di via Sacro Cuore di Padova.
Una tappa importante dell’indagine è costituita dalla localizzazione e dal successivo sequestro in provincia di Treviso, in un garage nella disponibilità dei coniugi SALIHOVIC Eddi e SABBADIN Patrizia, dell’autovettura utilizzata dagli indagati per commettere i raid, all’interno della quale sono stati rinvenuti 6 ordigni esplosivi dall’elevato potenziale, costituiti da complessivi 1.200 grammi circa di polvere pirica, una batteria per innescarli elettricamente, telai in ferro artigianali utilizzati per inserire le ccdd. “marmotte” nel bocchettone dei bancomat e un ariete, sempre in ferro e realizzato artigianalmente, che serviva per sfondare le vetrate degli istituti di credito, nonché altri attrezzi, indumenti utilizzati per il travisamento e un secchio, nel quale raccoglievano le banconote contenute nelle casse automatiche forzate.
L’autovettura rinvenuta è un’Audi A6 Avant, di cui gli indagati ne sfruttavano il potente motore da 350 CV, tanto che anche nelle Strade Statali e nei tratti che attraversano i centri urbani raggiungevano velocità elevate, costituendo un concreto pericolo per gli altri automobilisti, come documentato una notte lungo la SS 516, detta via dei Vivai, dove raggiungevano la velocità di circa 180 Km/h.
Questa macchina è stata rapinata la sera del 20.09.2019 a un cittadino tedesco in vacanza a Mirabilandia, località del comune di Ravenna, e originariamente era di colore blu metallizzato e con targa tedesca, ma all’atto del rinvenimento è risultata riverniciata di un colore nero opaco e riportava targhe contraffatte, costituite da caratteri alfanumerici magnetici.
I promotori e organizzatori del gruppo criminale erano GABRIELI Maich, noto alle cronache giudiziarie per aver partecipato alla rapina commessa nel 2005 ad Abano Terme, in cui perse la vita il gioielliere Gianfranco Piras, delitto per il quale ha finito di scontare la condanna nel 2018, e MASSARONI GABRIELI Davide, gravato da numerosi precedenti penali anche per delitti analoghi. Costoro, assieme a BATTISTUTI Franco e PAVAN Samuel, entrambi pregiudicati per reati specifici e con ruolo di comprimari, erano coloro che materialmente realizzavano gli assalti agli sportelli automatici. Gli altri indagati – i carrozzieri BELTRAMELLO Maurizio e ZANON Denis, i coniugi SALIHOVIC Eddi e SABBADIN Patrizia e MASSARONI GABRIELI Jason, fratello di Davide – svolgevano compiti logistici, funzionali alla realizzazione dei colpi, dei quali ne condividevano i profitti.
I componenti del sodalizio disarticolato avevano un programma criminale definito e duraturo nel tempo, tanto da progettare di assaltare sportelli automatici anche in Francia e in Belgio. Inoltre, disponevano di attrezzature tecniche per ostacolare le indagini, quali disturbatori di frequenze radio     – i cd. “jammer” – e rilevatori delle stesse frequenze per individuare eventuali microspie. L’attenzione prestata per rendere l’organizzazione impermeabile alle attività di contrasto era molto elevata: evitavano di portare con loro i telefoni cellulari per non essere rintracciabili, prestavano una particolare attenzione a non lasciare tracce dattiloscopiche e/o biologiche e, addirittura, si rivolgevano l’uno all’altro ricorrendo a pseudonimi, di volta in volta diversi, scongiurando di chiamarsi con i loro nomi di battesimo reali.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Guidonia Montecelio, botte tra ladri e padrone di casa: arrestato topo d’appartamento. E’ caccia al complice

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto

image_pdfimage_print

I Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme hanno arrestato in flagranza di reato un 23enne georgiano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del reato di rapina aggravata in concorso.
Lo scorso pomeriggio, a Guidonia Montecelio, località Villanova, due soggetti si sono introdotti in un appartamento di via D’Azeglio, di proprietà di un pensionato, in quel momento in vacanza all’estero. Sul cellulare del figlio dell’uomo, che vive a casa con lui, è arrivato il segnale d’allarme dell’impianto di videosorveglianza.
Il giovane nel visionare il filmato delle telecamere in tempo reale, ha effettivamente notato la presenza di 2 persone che si stavano introducendo nell’abitazione, così ha deciso di precipitarsi a casa, chiedendo aiuto anche ad alcuni amici. Arrivati presso l’abitazione, il figlio del proprietario assieme agli amici hanno notato la coppia vista poco prima nel video dell’impianto di video sorveglianza, allontanarsi con in mano dei borsoni pieni di refurtiva, tra cui orologi e gioielli. Ne è nata una violenta colluttazione, durante la quale uno dei due è riuscito a scappare.
Sul posto sono giunti anche i Carabinieri della Stazione di Tivoli Terme, allertati tramite 112 dal proprietario di casa, che sono riusciti a bloccare definitivamente il 23enne, che è stato arrestato, e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria condotto presso il carcere di Roma Rebibbia, mentre sono ancora in corso le indagini per rintracciare il complice.



Continua a leggere

Cronaca

Torvaianica, non si ferma all’alt dei Carabinieri: arrestato dopo un rocambolesco inseguimento

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto

image_pdfimage_print

I Carabinieri della Compagnia di Pomezia hanno arrestato un 41enne romeno, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato del reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Più nel dettaglio, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, impegnati in un servizio perlustrativo, nel transitare a Torvajanica sul Lungomare delle Meduse hanno deciso di eseguire un controllo di un’autovettura di grossa cilindrata condotta dal 41enne che viaggiava con a bordo due connazionali. L’uomo, sprovvisto di patente di guida, di documenti d’identità e di assicurazione, si dava improvvisamente alla fuga, dando inizio ad un inseguimento lungo la via Pontina e la via Nettunense, venendo poi bloccato ed arrestato a Campo di Carne.



Continua a leggere

Cronaca

1943/1944, “linea Gustav”teatro di feroci combattimenti: Medaglia d’Oro al Valor Civile per la Provincia di Frosinone

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 5 minuti

image_pdfimage_print

“Territorio di rilevante importanza strategica, in quanto posto a ridosso della ‘Linea Gustav’ e attraversato dalla via Casilina, maggiore arteria di collegamento tra la Capitale ed il Sud del Paese, dal 10 settembre 1943 fu teatro di una violenta occupazione militare e subì devastanti bombardamenti che causarono la distruzione di ingente parte del patrimonio edilizio e culturale. La popolazione, oggetto di feroce barbarie e costretta allo sfollamento, sorretta da eroico coraggio, profonda fede nella libertà ed altissima dignità morale, sopportava la perdita di un numero elevato di concittadini ed indicibili sofferenze, offrendo un luminoso esempio di abnegazione, incrollabile fermezza ed amore patrio”. 1943/1944 – Provincia di Frosinone.
 
È questa la motivazione con la quale stamattina, presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fissato sul gonfalone della Provincia di Frosinone, la Medaglia d’Oro al Valor Civile. Alla cerimonia di conferimento, dall’alto profilo istituzionale, accolti dal Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano, hanno preso parte il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il Prefetto di Frosinone Ernesto Liguori, il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e lo storico e giornalista Paolo Mieli. Presenti in sala anche le massime autorità civili, militari e religiose, gli amministratori provinciali e tantissimi sindaci del territorio.
 
A scandire i vari momenti della cerimonia è stata la presentatrice Valeria Altobelli che ha anche letto una testimonianza di Giuseppina Capuano, nata ad Aquino il 19-10-1905 e residente a Piedimonte San Germano in via Petrone, defunta il 16 aprile 2009, tratta dal libro ‘Tra le pieghe della memoria’ di Elena Montanaro.
 
 
IL PRESIDENTE DI STEFANO: “UN TRIBUTO AI NOSTRI VALOROSI CITTADINI”
 
“La Medaglia D’Oro al Merito Civile è un segno tangibile dell’ammirevole coraggio e della straordinaria resilienza dimostrata dalla nostra provincia durante i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale. Le ferite del passato hanno modellato il nostro presente, ma non hanno mai minato la nostra determinazione e la nostra speranza nel futuro” ha detto il Presidente dell’Amministrazione provinciale Luca Di Stefano.
 
“Quando ogni pilastro era stato raso al suolo, abbiamo trovato la forza di ricostruire, quando il destino sembrava contro di noi, abbiamo trovato la forza di resistere. Il conferimento di questa alta onorificenza su cui ho l’obbligo morale e istituzionale di ringraziare, per l’impegno profuso, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ci insigne di un compito ancora più importante: quello di impegnarci solennemente ad assicurare che le sofferenze patite non siano vane, che le vite perdute non siano dimenticate, e che le lezioni apprese siano tramandate alle future generazioni”, ha aggiunto.
 
“Questa medaglia rappresenta un tributo ai nostri valorosi cittadini, che hanno dimostrato con la loro forza d’animo che la vita e la speranza possono risorgere anche dalle ceneri della distruzione. In questo giorno solenne, giuriamo di onorare il passato, di abbracciare il presente e di costruire un futuro che rifletta la forza e la dignità che ha sempre contraddistinto il nostro territorio” ha concluso il Presidente di Stefano.
 
 
IL SINDACO MASTRANGELI: “LA NOSTRA POPOLAZIONE HA SUBITO L’IMMANE DRAMMA DELLE VIOLENZE”
 
Il primo cittadino della città capoluogo di Provincia ha ripercorso brevemente quei drammatici momenti. “La nostra è stata una popolazione civile che ha vissuto sulla propria pelle anche l’immane dramma delle violenze ad opera dei goumiers francesi su donne, uomini e bambini” ha spiegato in un passaggio il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ricordando le ‘marocchinate’. Inoltre ha anche sottolineato “l’altissimo prezzo pagato dalla Città di Frosinone nel corso del sanguinoso conflitto bellico”. 
 
 
LO STORICO PAOLO MIELI: “NON DIMENTICHIAMO QUANTA DIGNITÀ LE NOSTRE FAMIGLIE ABBIANO AVUTO NEL RESISTERE”
 
Una attenta e puntuale lectio magistralis, quella tenuta dallo storico e giornalista, professor Paolo Mieli, ringraziato più volte dal Ministro e dal Presidente della Provincia per la sua presenza. Mieli ha raccontato delle “violenze subite da questa provincia” e delle “marocchinate”, evidenziando come “far passare la storia delle sofferenza di questa area solo per le violenze subite dai liberatori è stato un trucco per omettere le sofferenze degli otto mesi che hanno preceduto la liberazione”, che “sono il motivo della medaglia”. “Se potessi vivere in un mondo in cui tutti si comportano come si comportarono i cittadini di questo territorio né sarei lieto” ha ancora detto, mettendo in evidenza la dignità e la resistenza del popolo ciociaro e raccomandando di “non dimenticare quanta dignità le nostre famiglie abbiano avuto nel resistete, nel non farsi abbattere”.
 
 
IL MINISTRO PIANTEDOSI: “L’INTERA CIOCIARIA FU, IN VIRTÙ DELLA SUA VALENZA STRATEGICA, PESANTEMENTE SEGNATA E COLPITA”
 
“Sono lieto di poter consegnare questa medaglia alla Provincia di Frosinone – ha detto fra l’altro il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi -. Un importante riconoscimento voluto  a tributo delle ingenti perdite umane, delle immani sofferenze, delle privazioni, dei diffusi fenomeni di distruzione e devastazione che questo territorio ha dovuto patire durante il secondo conflitto mondiale”.
 
“Un conferimento, quello alla Provincia – ha aggiunto il titolare del Viminale in un altro passaggio – a cui tengo particolarmente, nella consapevolezza che l’intera Ciociaria fu, in virtù della sua valenza strategica, pesantemente segnata e colpita nel corso dei tragici eventi bellici”.
 
“Rievocare le pene sofferte dal popolo ciociaro da parte dei nazifascisti, e anche dalla parte di truppe aggregate degli alleati, deve servire a riconoscere il merito di una comunità che, nonostante le immani sofferenze patite, scelse di proiettarsi e credere nel futuro oltre ogni rivendicazione, senza cedere a tentazioni divisive. I ciociari, come il resto degli italiani, compirono enormi sforzi per contribuire, una volta conclusa la tragedia della seconda guerra mondiale, alla rinascita del nostro paese” ha concluso il Ministro dell’Interno.
 
CENNI STORICI
 
La Linea Gustav è stata una linea difensiva tedesca che si estendeva lungo l’Italia centrale durante la seconda guerra mondiale. Costruita nel 1943-1944 in risposta all’inasprimento dell’offensiva alleata in Italia, la Linea Gustav era uno dei principali ostacoli che l’Asse doveva superare per avanzare verso il nord e liberare il Paese dall’occupazione tedesca.
 
La linea si estendeva approssimativamente da Pescara sulla costa adriatica fino a Grosseto sulla costa tirrenica, attraversando montagne, fiumi e terreni difficili. Era costituita da una serie di fortificazioni, bunker, trincee, campi minati e ostacoli naturali, progettati per rallentare e bloccare l’avanzata delle forze alleate.
 
La battaglia per superare la Linea Gustav è stata estremamente feroce e ha visto pesanti combattimenti tra le forze tedesche e alleate. Gli Alleati hanno lanciato diverse offensive lungo la linea, tra cui la battaglia di Monte Cassino, una delle più celebri e sanguinose della guerra. Questa battaglia, in particolare, ha coinvolto scontri durissimi e pesanti perdite su entrambi i fronti, con gli Alleati che hanno cercato di sfondare le difese tedesche per avanzare verso Roma e il nord Italia.
 
Nonostante le difficoltà e le perdite, gli Alleati sono riusciti a rompere la Linea Gustav nell’ambito dell’operazione Diadem nel maggio 1944. Questo successo ha permesso loro di avanzare verso Roma, liberata il 4 giugno 1944, e di continuare la loro campagna per la liberazione dell’Italia settentrionale.
 
L’avanzata alleata per liberare l’Italia dopo aver superato la Linea Gustav ha rappresentato un momento cruciale nella guerra in Europa, portando alla caduta del regime fascista e alla fine dell’occupazione tedesca nel Paese. Tuttavia, la campagna per la liberazione dell’Italia è stata lunga e difficile, e ha comportato ingenti perdite umane e materiali su entrambi i lati.
 
 
 
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti