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Bruxelles, Ufficio Europeo per la lotta alla Frode: il ricordo del magistrato tedesco Hermann Bruener

Generale Butticè: “Un ‘Grand Monsieur’ dell’Europa della legalità”

A cura del Generale Alessandro Butticè

BRUXELLES – Il 9 gennaio 2020, è stato decimo anniversario della morte di Franz-Hermann Bruener, il magistrato tedesco che è stato per quasi dieci anni, esattamente dal 1° marzo 2000 al 9 gennaio 2010, il primo direttore generale dell’OLAF, l’Ufficio Europeo per la lotta alla Frode.

In buona parte di questi dieci anni, esattamente fino al 16 novembre 2009, ho avuto il privilegio e l’onore di esserne stato il portavoce e il capo dell’Unità Comunicazione, ed essere testimone del suo grande amore per l’Italia, cui, come spiegherò in conclusione, ha fornito un contributo superiore a quello di tanti italiani.

È stato quindi sempre con una certa emozione che ogni anno, in occasione della consegna del Premio Argil “Uomo Europeo”, aderivo alla richiesta del presidente del Premio, Gino Falleri (storico vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio e icona del giornalismo italiano, scomparso lo scorso anno), di ricordare chi era Franz-Hermann Bruener, alla cui memoria era dedicata la sezione “Comunicare l’Europa” del Premio “Argil: uomo europeo”.

Commozione particolare nel ricordare, nel decennale della sua scomparsa, un uomo che, chi ha avuto la fortuna di conoscere veramente, penetrando la coltre di riservatezza e di discrezione che spesso lo avvolgeva e dalla quale pensava di difendersi, non poteva che stimare da vivo e rimpiangere da morto.

Franz-Hermann era, innanzitutto, un uomo europeo. Era poi un tedesco nato nel 1944 e quindi cresciuto e formatosi in piena rinascita della Germania, uscita distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale, prima di diventare la locomotiva economica dell’Unione Europea. Diplomatosi presso una delle più prestigiose scuole tedesche, prestò il suo servizio militare in un reggimento di artiglieria da montagna. Servizio militare che gli fu prolungato a seguito dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia.

Nel 1968 iniziò una carriera nel campo commerciale, prima di completare i suoi studi universitari in Diritto, Economia e Scienze Politiche nel 1976, presso l’Università di Monaco di Baviera.

Da lì l’inizio della sua carriera giudiziaria, prima come giudice istruttore, poi giudice, successivamente come pubblico ministero, prima di divenire procuratore capo a Berlino, dove, dopo la caduta del Muro, svolse anche la funzione di Pubblico Ministero nei processi contro figure di primo piano dell’ex DDR, tra i quali lo stesso leader della Germania Est, Erich Honecker.

Franz-Hermann Bruener dimostrò sempre una spiccata attitudine per le indagini contro la criminalità finanziaria ed economica e nel 1998 assunse l’incarico di Capo dell’Unità Antifrode dell’Alta Rappresentanza delle Nazioni Unite per la Bosnia and Erzegovina.

Nel marzo del 2000 giunse a Bruxelles, quale primo direttore generale dell’OLAF. Con la sua nomina, la stampa europea non mancò di sottolineare la sua indipendenza di magistrato equilibrato, dai modi sempre affabili e gentili, ma irremovibile, quando necessario, e di uomo della legalità.

Avviando l’attività dell’OLAF in un delicatissimo periodo istituzionale, che seguiva le prime dimissioni della Commissione Europea, per sospette irregolarità, dispensò ogni sua energia nella definizione della struttura organizzativa e della strategia investigativa dell’OLAF.

Non fu immune anche da difficoltà, che affrontò sempre con grande determinazione, ma con la forza della calma e del rigore della sua indipendenza e della sua grande onestà e integrità.

A seguito dei successi ottenuti nel suo primo mandato quinquennale ottenne, nel febbraio del 2006, la conferma per un secondo mandato da parte della Commissione, del Parlamento e del Consiglio europei. Mandato che non riuscì però a terminare, perché stroncato da un’incurabile malattia, che non gli evitò però di dedicarsi sino alle ultime ore della sua vita – e io ne sono stato testimone diretto – al mandato che aveva ricevuto. Pur consumato dalla malattia, che trattava con distacco e noncuranza, così come aveva trattato alcuni suoi collaboratori non sempre leali, qualche settimana prima di morire aveva presieduto una indimenticabile celebrazione solenne del decennale dell’OLAF, alla quale aveva avuto la squisitezza di invitare tutti i vecchi funzionari dal momento della sua creazione. E fece un discorso sui prossimi dieci anni dell’Ufficio, come se fosse stato certo, incurante della malattia che lo stava consumando, che lui sarebbe ancora stato lì, con i suoi investigatori.

I principali risultati che sono stati unanimemente riconosciuti a Franz Hermann Bruener – soprattutto alla luce degli anni che sono seguiti alla sua direzione – sono quelli d’avere reso l’OLAF, seppure allora giovane servizio investigativo europeo, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Non è un caso che la sala magna dell’Accademia Anticorruzione Europea di Vienna sia stata dedicata alla sua memoria. Come non è un caso che Franz Hermann Bruener sia considerato e ancora ricordato come un “Grand Monsieur” e non solo a Bruxelles, ma anche a New York e Washington, sedi delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale, e nelle maggiori capitali del mondo.

Dalla Cina al Sud Africa, dall’Atlantico al Mediterraneo, il suo nome è stato sinonimo di Europa della legalità contro l’internazionale del crimine.

Franz Hermann Bruener è stato anche un maestro della trasparenza e dei rapporti con i media nel rispetto della legalità. I rapporti con la stampa dell’OLAF, sotto la sua guida, sono stati di grande apertura, sempre limitati però dall’assoluto rispetto della legge, compreso quello del segreto investigativo e dei diritti di tutti: tra i primi quelli delle persone soggette a indagini.

La sua politica di comunicazione e dei rapporti con la stampa – della quale chi scrive, quale suo portavoce, è stato il principale esecutore – era quella della trasparenza, ma nella legalità assoluta. Per un uomo di legge ed un Magistrato con la M maiuscola come Franz Hermann Brüner, il fine non giustificava mai i mezzi. I mezzi dovevano sempre essere quelli consentiti dalla legge e nel rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini. In questa politica non c’era spazio per le fughe di notizie, che Bruener ha combattuto duramente, e per un rapporto di complicità tra investigatori e giornalisti. C’era invece lo spazio per la creazione di una nuova politica di mutuo rispetto tra giornalisti e investigatori. Con Franz Hermann Bruener l’OLAF ha inaugurato un’inedita politica di comunicazione e informazione come strumenti di lotta alla frode, coinvolgendo i servizi investigativi di tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea e le associazioni nazionali della stampa, oltre la Federazione Internazionale dei Giornalisti. Da questa nuova politica è nata una tavola di discussione, prima al mondo, tra giornalisti e investigatori europei, che è spesso stata presa ad esempio dalle Nazioni Unite e da diversi Paesi oltre Europa, dagli Emirati Arabi ad Honk Kong, dall’Algeria al Qatar.

Non posso concludere il ricordo di Franz-Hermann Bruener senza rammentare che è stato anche un grande estimatore dell’Italia e della Guardia di Finanza, in particolare, sostenendo più volte pubblicamente che la reputazione di capitale della frode che l’Italia ha avuto per anni (e grazie a lui, oggi non è più così) non rende giustizia né alla realtà delle cose né agli sforzi, davvero esemplari, che l’Italia, anche e soprattutto grazie alla Guardia di Finanza, che gli ho fatto scoprire ed amare non meno di un vero finanziere, ha compiuto e continua a compiere nella lotta alle frodi ai danni degli interessi finanziari dell’Unione Europea.

In un’intervista ad un organo di stampa italiano, qualche mese prima della sua scomparsa, ricordava come l’Italia sia uno dei Paesi in cui si scopre annualmente un numero molto elevato di frodi e irregolarità. “Non bisogna però dimenticare – sottolineava all’intervistatore – che è anche il Paese che dispone degli arsenali di protezione penale e investigativa tra i più avanzati a livello europeo. E per noi è molto più facile indagare in Italia che in altri Paesi. Gli strumenti d’indagine utilizzati in Italia sono tra i più avanzati al mondo. Nella lotta alle frodi comunitarie si usano strumenti d’indagine avanzatissimi: si pensi alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Strumenti raramente utilizzati nella maggior parte degli altri Paesi per tali tipi di illeciti. Le forze di polizia e la magistratura italiane dispongono di strumenti che spesso vengono invidiati dai colleghi di altri Paesi. È quindi abbastanza naturale che i casi scoperti siano superiori”.

È anche per questo che Franz-Hermann Bruener, un gentiluomo dai tratti affabili e dai modi sempre gentili e rispettosi del prossimo, è rimpianto da chi l’ha veramente conosciuto e sarà ricordato, nella storia della costruzione europea, come un “Grand Monsieur” dell’Europa della legalità. (alessandro butticè per OsservatoreItalia)




Bruxelles, nuovi prestigiosi ingressi nell’Ancri

L’Ambasciatrice d’Italia presso il Regno del Belgio Elena Basile e l’Ambasciatore Francesco Maria Talò, Rappresentante Permanente d’Italia presso il Consiglio Atlantico, fanno ingresso tra i soci dell’Associazione Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica (ANCRI)

La cerimonia di consegna della tessera di socio ANCRI si è tenuta presso la residenza dell’Ambasciatrice nel corso di un ricevimento organizzato al termine di una Conferenza sui “valori e i simboli della repubblica italiana e dell’Unione Europea” Oltre al Presidente Nazionale, Tommaso Bove erano presenti, tra gli altri insigniti i vicepresidenti Domenico Garofalo e Franco Graziano, i delegati alle relazioni Istituzionali, Prefetto Francesco Tagliente e ai rapporti col Belgio, l’UE, la Nato e gli organismi internazionali, Generale Alessandro Butticé.
Presenti anche rappresentanti delle Forze di polizia presso le istituzioni internazionali e diversi esponenti del mondo accademico, istituzionale e associativo, italiano e belga a Bruxelles. Tra questi la Sezione di
Bruxelles-Unione Europea dell’Associazione Nazionale Finanzieri, la Sezione Benelux dell’Associazione Carabinieri, e la Sezione Belgio dell’UNUCI
.

Presenti anche tutti gli oratori alla conferenza, tra i quali il
giudice emerito della Corte di Giustizia UE, Guido Berardis, Mario Teló, Presidente Emerito dell’Istituto di Studi Europei dell’Università Libera di Bruxelles e Lorenzo Consoli, decano dei giornalisti italiani a Bruxelles.
Il momento conviviale è stato preceduto da un messaggio di saluto dell’ambasciatrice seguito dagli interventi degli eurodeputati Antonio Tajani e Fabio Massimo Castaldo e del presidente Tommaso Bove.

Al centro dei messaggi di saluto il riferimento a “valori e i simboli della repubblica italiana e dell’Unione Europea”, oggetto della Conferenza tematica appena conclusa all’Istituto italiano di cultura a Bruxelles.
Al termine del suo intervento di saluto, il Presidente Bove ha chiamato accanto a sé il generale Alessandro Buttice, ideatore della conferenza, e promotore dell’iniziativa, per consegnare all’Ambasciatrice Elena
Basile, Ufficiale OMRI, particolarmente sensibile alla promozione dei valori richiamati dalla nostra carta costituzionale, la tessera sociale dell’ANCRI.
La tessera ANCRI è stata poi consegnata anche all’Ambasciatore Francesco Maria Talò, Rappresentante Permanente d’Italia presso il Consiglio Atlantico, e Commendatore OMRI, che ha contribuito al successo
dell’evento.
Presenti al ricevimento anche due dei quattro eminenti europarlamentari che, assieme a Caterina Chinnici e Anna Bonfrisco, erano intervenuti alla conferenza.
La conferenza “Valori e Simboli della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea”, tenutasi presso l’Istituto Italiano di Cultura e moderata dal Gen. Alessandro Butticé, ha fornito la cornice per un’ampia ed approfondita riflessione sui valori ed i simboli della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea, attraverso un’accurata analisi storica, politologica e giuridica degli ideali sottesi alla Costituzione italiana, del contributo dell’Italia al processo di integrazione europea e sul futuro dell’Unione Europea alla luce delle
attuali sfide internazionali.
Il tema della Conferenza e lo spessore dei relatori, ha riscosso unanime apprezzamento del pubblico e diversi riconoscimenti istituzionali.
Presentata e moderata dal Generale Alessandro Butticè, la conferenza è stata preceduta dalle note del Canto degli italiani, l’inno nazionale, e dall’Inno alla Gioia, inno ufficiale dell’Unione Europea. È seguito il
saluto del padrone di casa, Professore Paolo Sabbatini, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, che ha ospitato l’evento, e da quelli del presidente dell’ANCRI Tommaso Bove.

Dopo la relazione introduttiva del Generale Butticè sui “Valori e simboli della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea” e sul ruolo e le finalità statutarie dell’ANCRI, hanno preso la parola gli ambasciatori Elena Basile e Francesco Maria Taló, gli europarlamentari Antonio Tajani, Caterina Chinnici, Fabio Massimo Castaldo, Anna Bonfrisco, il Professor Mario Telò, Presidente emerito dell’Instituto d’Etudes Européennes (ULB) e Membro dell’Académie Royale des sciences; il giudice Guido Berardis, Presidente di sezione emerito del Tribunale dell’Unione Europea; il giornalista Lorenzo Consoli, “decano” dei giornalisti italiani accreditati presso l’UE, già Presidente dell’Associazione della Stampa Internazionale.
Il Generale Butticè, dopo aver dato lettura di una lettera di apprezzamento per la conferenza del Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli ha spiegato le ragioni di questa conferenza “che assume un particolare significato, non solo per la comunità italiana in Belgio, ma per tutto il nostro Paese, perché organizzata in un momento di pericoloso euroscetticismo, che troppo spesso sembra tracimare addirittura
in una ingiustificata euro-fobia”.
“Dico non a caso “pericoloso” ed “ingiustificato” – ha precisato Butticé – perché trovo che certa narrativa stampa e social nazionale, in questi ultimi tempi, sia un po’ troppo improntata al parlare di Europa come di
un’entità astratta, e lontana dal nostro Paese. Quasi fosse un pianeta remoto nello spazio e a noi estraneo,
se non addirittura ostile. Devo ricordare in proposito che sino a poco tempo fa si sentiva dire: “piove, governo ladro!”. Oggi si sente sempre più spesso dire “piove, Europa furfante!”. Il destinatario dell’invettiva
è cambiato, ma lo spirito sembra essere lo stesso. Cioè quello di scaricare su altri responsabilità che sono anche nostre, mie e vostre, come cittadini. Perché, al pari del Governo che fa piovere, quell’Europa furfante
è la nostra casa, costruita dalle nostre scelte democratiche, non fossero altre che quella di averne eletto i nostri rappresentanti, sia a livello nazionale che europeo”.
“Io credo che possiamo essere contenti o meno, ed anche estremamente critici, di alcune delle politiche adottate dai nostri governanti e dalle Istituzioni dell’Unione Europea. Ma dovremmo esserlo sempre in
modo costruttivo, impegnandoci personalmente per contribuire a modificarle e migliorarle secondo le nostre legittime aspettative, e attraverso gli strumenti democratici che le governano. Senza però mai
buttare il bambino assieme all’acqua sporca. E dovremmo farlo senza mai mettere in dubbio la nostra unità nazionale, come non dovremmo mai mettere in dubbio la nostra ancor troppo in fieri unità europea che,
abbandonando la sola visione del bicchiere mezzo vuoto, ci ha garantito oltre mezzo secolo di pace, libertà, sicurezza e tante altre cose ancora”, ha proseguito Butticé.
“Penso infatti sia giunto il momento, parafrasando un grande presidente americano, di cominciare anche a chiederci non solo cosa l’Europa possa fare per noi, ma anche cosa noi possiamo fare per l’Europa – ha
concluso Butticé – e l’ANCRI, con questa conferenza, vuole cominciare a chiederselo”.
“La Conferenza odierna – ha esordito il presidente dell’ANCRI Tommaso Bove – è riconducibile all’impegno assunto dagli Insigniti Associati all’ANCRI mirato a divulgare – a tutti i livelli e in ogni forma – i principi e i
valori richiamati nella nostra Carta Costituzionale, con particolare riferimento ai simboli della Repubblica, dei quali il sodalizio intende promuoverne la conoscenza storica e la portata ideale, nella ferma convinzione che la salvaguardia dei Valori costituisce il modello di riferimento per una coscienza adulta e per la formazione del mondo di domani”.
“Riguardo al tema di oggi – ha aggiunto – la Costituzione Italiana promuove e favorisce le organizzazioni internazionali che assicurino la giustizia e la pace fra le Nazioni; a tal proposito è innegabile che l’Unione Europea, fin dalla sua nascita, si è sempre affidata a una serie di valori che la caratterizzano tra i quali spiccano, certamente, la pace e la giustizia, ma anche la libertà, l’uguaglianza, la tolleranza, la solidarietà e il
rispetto dei diritti umani. Essa, pertanto, non può e non deve essere considerata una mera “associazione” di Paesi che cooperano in diversi settori, poiché l’Unione Europea rappresenta soprattutto una “comunità
di valori”, valori condivisi da tutti gli Stati membri, compresa l’Italia che, peraltro, ne è uno dei sei Paesi fondatori.

Chiamato a chiudere i lavori della Conferenza, nella veste di delegato ANCRI ai rapporti istituzionali, il prefetto Francesco Tagliente ha fatto espresso riferimento ai simboli e ai valori della Repubblica Italiana e
dell’Unione Europea richiamati dai relatori come l’inno nazionale, il Tricolore, il ruolo della famiglia e della scuola, la salute, l’ambiente, la sicurezza.
“Molti interventi – ha premesso Tagliente – hanno toccato le mie corde. Ho registrato un comune filo conduttore in quei principi costituzionali che mi hanno accompagnato lungo il mio percorso professionale e che rappresentano la missione dell’ANCRI. Parlo del valore della persona umana con tutti i suoi diritti e le sue tutele del lavoro, della dignità, della libertà, dell’uguaglianza, della democrazia, dell’etica, della legalità.
Parlo del valore della persona con tutti i suoi diritti ma anche con tutti i suoi doveri. Parlo di quei valori, non sempre esplicitamente dichiarati, ma chiaramente desumibili dal contesto della nostra Costituzione. Sono
convinto che affievolimento di quei valori e principi costituzionali rappresenta una delle criticità del nostro sistema sociale”.
Tagliente ha quindi richiamato gli impegni avviati da tempo dall’ANCRI sul decoro delle bandiere; per svelare il significato autentico dell’Inno nazionale; per promuovere un osservatorio sul rispetto dei diritti
della persona malata da parte della burocrazia; in tema di ambiente cambiamenti climatici, emergenza e disastri ambientali; per evitare che la scuola diventi un “progettificio” a scapito dei programmi scolastici.
Tagliente ha poi concluso il suo intervento parlando della sicurezza e libertà, con un espresso riferimento all’anello debole del sistema sicurezza. Oltre al degrado urbano, fisico e sociale ha parlato del degrado morale alimentato anche dalla comunicazione con un linguaggio e immagini violente”.
La conferenza è stata animata ed alimentata da un interessante dibattito con gli oltre 200 partecipanti.
Particolarmente apprezzati gli interventi di tutti gli europarlamentari italiani che, seppur da prospettive politiche diverse, hanno dato un contributo altamente costruttivo all’ideale di costruzione europea, e si
sono tutti rallegrati con i benemeriti della Repubblica per l’iniziativa di organizzare la conferenza. L’ANCRI, che ha natura apolitica e apartitica, oltre ad aver invitato ad assistere alla conferenza tutti gli europarlamentari italiani, aveva invitato come oratore un rappresentante per ciascuno dei gruppi politici del parlamento europeo ove sono presenti deputati italiani.
Tantissimi i commenti, tutti patriottici, per l’iniziativa rivelatasi un grande successo.

Sulla pagina FB il prefetto Tagliente esprime la sua gratitudine ai protagonisti del successo scrivendo:
“Grazie all’Ambasciatrice Elena Basile, grazie al Generale Alessandro Butticè, grazie ai soci ANCRI e al loro presidente Tommaso Bove in missione a Bruxelles per partecipare a loro spese alla Conferenza organizzata
nella capitale belga sui “Valori e simboli della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea”. Sono stati i veri protagonisti di un successo che ha superato ogni fantasiosa previsione.
L’ambasciatrice Elena Basile ha mostrato tutta la sua e sensibilità istituzionale con un bellissimo intervento che ha toccato le corde di tutti i presenti alla Conferenza. A seguire ci ha deliziati della sua squisita
amabilità relazionale accogliendoci alla sua Residenza per una serata di gala in onore dell’ANCRI. Ci ha fatto respirare il profumo della grandezza della sua figura istituzionali. E non è un caso se ora l’Ambasciatrice
Basile è anche un socio ANCRI.
Il Generale Alessandro Butticè si è confermato un efficientissimo organizzatore. Ha messo in campo tutte le sue energie, risorse e amicizie per organizzare un evento di notevole rilievo culturale con relatori di grande spessore e partecipanti entusiasti ad applaudire gli interventi fino a tarda ora. Un particolare ringraziamento anche alla moglie di Alessandro, la signora Hèlène che ci ha organizzato a casa uno strepitoso walking dinner. Una serata bellissima, memorabile.

Ai miei amici dell’ANCRI ripeto quello che ho detto pubblicamente ai relatori e agli europarlamentari e ai partecipanti alla Conferenza nel corso del mio intervento di chiusura. Siete unici, meritate tutta l’attenzione
sociale e istituzionale. So che molti di voi per rendere omaggio ai valori e ai simboli della Repubblica, oggetto della Conferenza, hanno impegnato fino a un terzo della pensione per sostenere le spese di viaggio aereo, albergo, ristorante e taxi.
Un grazie cubitale con tanti complimenti al presidente ANCRI Tommaso Bove che continua mietere successi. Per il resto, la cronaca della missione dell’ANCRI a Bruxelles è già nota. Per chi non ha avuto il privilegio di viverla può leggerla sulla stampa”




Intenso vertice tra Conte, Salvini e Di Maio: mancano ancora 3 miliardi per evitare guai con Bruxelles

Una riunione ristretta di un’ora per evitare che sulla manovra lo scontro tra M5S degeneri in crisi. Prima del vertice allargato sulla legge di bilancio a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte e i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini si vedono in una stanza separata. Sul tavolo ci sono alcuni dei nodi che, ormai da giorni, incendiano i rapporti tra M5S e Lega.

Conte invita i due contraenti di governo alla calma con un primo risultato: l’accordo sull’ecotassa è il simbolo della rinnovata tregua tra i vicepremier. Ma sull’altro nodo, quello delle coperture per il 2,04% con cui puntare a evitare le sanzioni Ue, manca ancora una soluzione e Di Maio e Salvini arrivano a Palazzo Chigi con la comune intenzioni di non cedere su reddito di cittadinanza e quota 100.

“Le coperture ci sono”, assicurano fonti di Palazzo Chigi a vertice ancora in corso spiegando che saranno prese dalle pieghe del bilancio. Ma la strada per trovarle, in realtà, è molto più laboriosa di quanto appaia.

Per sopperire alle richieste di Bruxelles servono almeno 3 miliardi. Conte, che si è intestato da giorni la partita del negoziato tra Italia e Ue, secondo quanto si apprende da fonti nell’esecutivo, avrebbe chiesto un ulteriore taglio di 1,5 miliardi alle due misure “bandiera” di M5S e Lega.

La richiesta non troverebbe, al momento, nessun placet né in Di Maio né in Salvini: oltre il taglio da 2 miliardi a cui si è pervenuti su reddito e quota 100 i due vicepremier non vanno. E torna, sullo sfondo, lo scontro tra M5S e Lega e l’ala moderata del governo, rappresentata da Conte e dal ministro del Tesoro Giovanni Tria.

Tanto che, a tarda notte e a riunione ancora non finita, rimbalzano voci secondo cui Conte, di fronte ai “no” dei suoi vice, avrebbe messo sul tavolo il suo incarico in caso dell’apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Ue. Voci che fonti leghiste di governo smentiscono seccamente, parlando di “totale accordo” tra il presidente del Consiglio e i vicepremier su numeri e contenuti della manovra. La trattativa, nel governo e tra governo e Ue, però è tutt’altro che finita.

Il vertice allargato, al quale partecipa anche il titolare del Mef Giovanni Tria, il ministro Riccardo Fraccaro e i viceministri al Mef Laura Castelli e Massimo Garavaglia, inizia alle 21:30 circa e termina all’una del mattino, con ancora l’incognita dell’accordo con Bruxelles. Passi avanti notevoli vengono invece fatti sull’ecotassa.

L’imposta resta per le auto extralusso e i Suv ma non per quelle di piccola cilindrata. Un ecobonus fino a 6mila euro viene introdotto per chi compra elettriche e ibride. Il M5S ottiene anche l’ok al taglio alle pensioni d’oro fino al 40% – con cui si finanzierà “opzione donna” – e i fondi per le metro e le buche di Roma.

Via libera del governo anche sul taglio dei premi Inail (per un totale da 600 milioni) e sull’innalzamento per i sindaci della soglia degli appalti diretti da 40mila a 600 milioni di euro (quest’ultima norma voluta dalla Lega). Il bonus cultura, inoltre, non si applicherà più a concerti e cinema.

La manovra comincia comunque a prende forma e, assicurano a Palazzo Chigi, in giornata gli accordi presi stanotte saranno spiegati nei dettagli




Migranti alla deriva, li prende Barcellona. E Conte presenta 10 obiettivi a Bruxelles: “No all’Italia Paese di primo arrivo”

“In questo momento più di 1000 persone sono alla deriva su 7 barche, e l’Italia pretende di lasciarli nella mani della Libia, dove si torturano, violentano e schiavizzano le persone. Barcellona si offre come porto sicuro”. Lo scrive su Twitter la sindaca di Barcellona Ada Colao, lanciando un appello al governo di Pedro Sanchez ad aiutare l’ong spagnola Proactiva Open Arms, che si trova in zona, “a salvare vite”. Sono circa mille i migranti su diverse imbarcazioni nei cui confronti sono in atto delle operazioni di soccorso al largo della Libia. Lo rende noto la Ong spagnola Proactiva Open Arms, la cui nave si trova in zona. “1000 persone alla deriva. Ricominciano i salvataggi”, scrive su Twirtter la Ong.

“1.000 immigrati sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo che le Autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani”. Così il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini. “Caro Matteo Salvini, noi non abbiamo carne a bordo, ma esseri umani. Noi la invitiamo gentilmente a convincersi che si tratta di persone che noi abbiamo salvato dall’annegamento. Venga qui, è il benvenuto”.

E’ il tweet della ong tedesca Lifeline, la cui nave di soccorso con a bordo 239 migranti, salvati dalle acque libiche la mattina del 21 giugno, è ormai da quattro giorni in acque di ricerca e soccorso maltesi in attesa di avere l’indicazione di un porto dove approdare.

 

La strategia di Conte

La proposta italiana per la gestione dei flussi migratori è intitolata “Strategia europea multilivello”. Lo afferma il premier Giuseppe Conte nel corso del punto stampa che precede il vertice informale europeo a Bruxelles spiegando come la proposta si basi su “sei premesse” e abbia “dieci obiettivi”.

Il premier annuncia la proposta italiana sui migranti. La proposta italiana mira a “una puntuale politica di regolazione dei flussi che sia realmente efficace e sostenibile e al totale superamento del regolamento di Dublino, che noi riteniamo” legato “ad un quadro emergenziale” quando invece vogliamo una gestione “strutturale”, afferma.

“Sono appena arrivato a Bruxelles per portare la proposta italiana sul tema immigrazione: European Multilevel Strategy for Migration. L’Italia in Europa è chiamata ad una sfida cruciale. E vi garantisco che sarà un radicale cambio di approccio sul tema”, scrive su twitter il premier Giuseppe Conte.

Proposta Italia, superare criterio Paese 1/o arrivo – “Superare il criterio del Paese di primo arrivo: chi sbarca in Italia, sbarca in Europa”. E’ uno dei dieci obiettivi della proposta italiana illustrata dal premier Conte a Bruxelles.

Macron: ‘Soluzione a 28 o tra gruppo di Stati’ – “Dobbiamo trovare una soluzione europea sui migranti e si costruirà solo attraverso la cooperazione dei Paesi dell’Ue, che si tratti di una collaborazione a 28 o tra più Stati che decidono di andare avanti assieme. Questo richiede la responsabilità di ciascuno e spirito di solidarietà per condividere il peso che alcuni Paesi conoscono”. Così il presidente francese Emmanuel Macron, arrivando al minivertice.

Conte al vertice tra Macron-Muscat, rompe ghiaccio con Parigi – Seduto tra i due ‘avversari’ di questi ultimi giorni, il premier maltese Joseph Muscat e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron: il premier italiano Giuseppe Conte comincia così il vertice informale tra 16 Paesi Ue organizzato nel Palais Berlaymont. Un vertice tutto in salita, già dalle posizioni al tavolo, con l’Italia “stretta” tra Malta e Francia. Ed è con Macron, più che con un silente Muscat, che Conte, secondo quanto si vede dalle prime immagini del vertice, rompe il ghiaccio scambiando due chiacchiere e qualche risata. Nella foto di gruppo è ancora Muscat – assieme questa volta al premier lussemburghese Xavier Bettel – a stare al fianco di Conte. E il primo ministro maltese, forse sull’onda dello scontro con l’Italia sulla competenza nei soccorsi delle navi nel Mediterraneo, si mostra insolitamente freddo nei confronti del premier italiano, che finora non aveva mai incontrato.

Merkel, serve trovare accordi bi-trilaterali – “Oggi è un incontro molto importante” per trovare “accordi bilaterali e trilaterali” sul tema della migrazione, “l’aspettativa è che si possa trovare una soluzione comune in questi giorni”, in vista del vertice europeo di giovedì. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel arrivando al mini summit a Bruxelles sui migranti. “Sappiamo che non esiste ancora una soluzione europea, quindi si tratta di trovare accordi bilaterali, di come possiamo aiutarci a vicenda e trattarci reciprocamente in modo equo e onesto”, ha sottolineato Merkel.

Muscat, erigere muri in mare non è soluzione – “Non credo che ci sia una sola soluzione” al problema migranti, “non credo che alzare un muro anche in alto mare sia una soluzione, ma credo che un approccio omnicomprensivo possa essere quello di cui abbiamo bisogno”. Così il premier maltese Joseph Muscat entrando al mini summit a Bruxelles.

Salvini, basta ong voraci,libici facciano loro lavoro – “1.000 immigrati sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo che le Autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani”. Così il vicepremier e ministro dell’interno Matteo Salvini.




Bruxelles, si barrica in un supermercato con 15 ostaggi: catturato

Redazione

BRUXELLES – E' stato catturato il sequestratore che si era barricato prendendo in ostaggio una quindicina di persone nel supermercato Carrefour della chaussée d'Alsemberg nel quartiere di Forest, a Bruxelles. Lo riferisce la tv Rtbf. Si tratterebbe, secondo le prime informazioni riferite dal quotidiano Dernière Heure che cita la tv fiamminga Vrt, di un gesto successivo a un furto. L'uomo, armato di un coltello, non ha fatto rivendicazioni particolari o legate al terrorismo e starebbe ripetendo "non voglio andare in prigione".




Bruxelles, bomba all'istituto di criminologia

Redazione

BRUXELLES – Un'esplosione è avvenuta davanti all'Istituto di criminologia di Bruxelles, nella zona di Neder-Over-Heembeek. Secondo quanto riportano i media belgi non vi sarebbero feriti, ma i danni riportati dalla struttura sarebbero rilevanti. L'esplosione è avvenuta poco prima delle 2.30, quando un'auto è entrata nel parcheggio dell'istituto e «uno o più» sospetti hanno fatto esplodere un ordigno nei pressi dei laboratori. I vigili del fuoco sono intervenuti intorno alle 3 per domare le fiamme provocate dall'esplosione.Il portavoce dei vigili del fuoco, Pierre Meys, non ha fornito ulteriori informazioni sull'incidente. l'Istituto nazionale forense e di criminologia (Ncic) di Neder-Over-Heembeek, un sobborgo a nord di Bruxelles, è un'istituzione della giustizia federale belga. L'allerta terrorismo in Belgio rimane al livello 3, dopo gli attacchi terroristici all'aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles, che lo scorso marzo hanno causato 32 morti




Ancora terrore a Bruxelles: allarme bomba su due voli

A.B.

Bruxelles – Allarme  bomba rientrato a Bruxelles, lo riferisce il ministro dell’Interno Jan Jambon: Su due voli diretti all’aeroporto di Zaventem era scattato un allarme bomba che era stato definito dalle autorità competenti e dalla Procura “una minaccia sufficientemente grave”. La notizia era stata resa nota dall’emittente pubblica Rtbf. Si apprende inoltre che uno dei due aerei, appartenente alla compagnia Air Arabia Maroc, è atterrato a Tolosa; l’altro aereo invece che appartiene alla compagnia Sas è atterrato a Zavantem, luogo tragicamente colpito da un attentato il 22 marzo scorso. Si apprende inoltre che i passeggeri sono stati fatti scendere dal mezzo e che vi sono in corso accurate verifiche. La conferma dell’allarme sul volo Sas è stata data anche dal giornalista Bart Raes che si trovava sul volo e che ha scritto un post su Twitter. La tv pubblica Rtbf riferisce “Non c'è motivo di panico”. Inizialmente l’allarme era stato definito grave.



BRUXELLES: PANICO PER FALSO ALLARME BOMBA AL CENTRO COMMERCIALE CITY 2

di Angelo Barraco

Bruxelles – Allarme bomba questa mattina alle 5,30, presso Centro Commerciale City 2, nell’affollatissimo Boulevard Jardin Botanique. Secondo la Derniere Huere e altri media locali, l’uomo indossava una cintura esplosiva, immediatamente sono accorsi sul posto Polizia e artificieri che hanno subito arrestato l’uomo. Secondo la Libre Belgique, la cintura che indossava l’uomo risultava essere falsa e poteva trattarsi di uno squilibrato. Si sospetta inoltre che sia stato proprio lui a chiamare gli inquirenti alle 5.30 per avvertirli dell’allarme bomba al centro commerciale. La stampa Belga riporta inoltre che la cintura dell’uomo non conteneva nessuna sostanza esplosiva. L’uomo fermato, un 26enne, avrebbe fabbricato una falsa cintura esplosiva e l’avrebbe riempita di sale. L’oggetto è stato posto all’analisi degli artificieri. In una prima fase vi era stata la chiusura del perimetro attorno al centro commerciale, chiusura delle fermate nei pressi della metro Rogier, chiusura dei negozi sulla Rue Neuve, successivamente è stato ridotto fino alla totale rimozione. Charles Michel, premier Belga, stamane si trovava presso la radio Rtl e ha definito la situazione “Molto grave”. Successivamente si è recato alla riunione del consiglio di emergenza e al termine di essa ha riferito “la situazione è per ora sotto controllo, i servizi di sicurezza restano in stato di massima allerta”. 
 
Nella giornata di ieri si è verificato un altro falso allarme bomba a Bruxelles per alcune valigie sospette. Sabato invece sono state arrestate 12 persone, 9 rilasciate poco dopo, per un presunto attentato ai danni di una “fan zone”, ovvero uno dei maxi schermi per seguire gli Europei. A seguito degli attentati del 22 marzo all’aeroporto Zaventem e alla metro, in cui persero la vita 32 persone e a seguito degli attentati di Parigi, il paese ha paura. Il livello di allerta terrorismo rimane a livello 3 su 4. Il Premier Charles Michel ha detto “Per il momento la situazione è sotto controllo, I servizi di sicurezza restano estremamente vigili”. 



BRUXELLES: CORTEI, 100 FERMATI. RIAPRE PARTE DELLO SCALO

di Angelo Barraco

Bruxelles – Sembra che la situazione stia tornando alla normalità a Bruxelles in seguito ai terribili attentati che hanno scosso i cittadini. L’aeroporto aprirà oggi, 3 aprile, ma parzialmente. L’annuncio è stato fatto dall’ad di Brussels Airport nel corso di una conferenza stampa. I primi voli che partiranno dall’aeroporto saranno quelli della compagnia Brussells Airlines in direzione Faro, Atene, Torino. La polizia ha vietato gli assembramenti pro e antirazzisti e ha posto il fermo amministrativo a un centinaio di persone tra Bruxelles e Molenbeek. Tra i fermati, nel corso della giornata di tensione, vi è anche Alexis Deswaef, presidente della Lega dei diritti dell’uomo belga. E’ stato posto il divieto per tutte le iniziative e contromanifestazioni in seguito allo stop alla manifestazione anti-Islam che si doveva svolgere ieri a Molenbeek, sotto la guida del movimento estremista Génération identitaire. Il fermo dei manifestanti è avvenuto il seguito al loro rifiuto di liberare la piazza di Bourse, successivamente chiusa. Alcuni manifestanti urlavano “Stop alle violenze della polizia”. Alexis Deswaef ha inoltre raccontato che “la polizia mi ha intimato l'ordine di lasciare il posto notificandomi che le manifestazioni di estrema sinistra come di estrema destra sono vietate” lui ha precisato “di essere là in quanto semplice cittadino, ma sono stato fermato lo stesso”. I testimoni presenti sul posto affermano che il numero dei poliziotti era superiore rispetto ai manifestanti. Nella mattinata del 2 aprile si è tenuta una breve manifestazione anti-Islam a Dilbeek, messa in atto da una trentina di manifestanti. A riferirlo è l’agenzia Belga. Si apprende inoltre che non sono stati registrati scontri e/o disordini, ma la polizia era presente sul posto.




BRUXELLES: L'ATTENTATORE DELLA METROPOLITANA MAELBEEK E' PASSATO ANCHE IN ITALIA

di Angelo Barraco
 
Bruxelles – Khalid El Bakraoui, l’attentatore suicida che si è fatto saltare in aria nella metropolitana di Maelbeek sarebbe transitato in Italia lo scorso anno per dirigersi in Grecia. E’ quanto emerge dalle indagini che stanno conducendo gli inquirenti. Il Belgio sta vivendo un periodo di grande tensione, conseguenza diretta agli attentati che hanno dilaniato la città e l’animo dei cittadini e sommato alla paura determinata da un ulteriore paura di nuovi e possibili atti terroristici. Una costante che porta instabilità, nervosismo e ulteriori scontri. E’ esattamente quanto successo nella giornata di ieri, 27 marzo, tra Polizia e 450 Hooligan di estrema destra in piazza a Bruxelles, nel corso del memoriale delle vittime degli attentati. Lo scontro è avvenuto a Place de la Bourse, gli Hooligan erano tutti vestiti di nero e facevano il saluto romano. Vi era un divieto di fare marce contro la paura. Il Sindaco ha riferito: “Sono scandalizzato da questi farabutti che vengono a provocare gli abitanti di Bruxelles sul luogo dell'omaggio alle vittime. Siamo stati avvertiti ieri della loro possibile venuta, e constato che nulla è stato fatto per impedire di venire. Mi aspetto una reazione del Governo federale”.   Ma la macchina investigativa non si ferma e sono si arresta e sono stati posti in stato di fermo circa 10 soggetti. Emerge inoltre che a Rotterdam è stato arrestato un uomo che stava preparando un attentato. Gli inquirenti sostengono che il terrorista “sia coinvolto nella preparazione di un attacco terrorista”. Si tratta di un francese di 32 anni, ma la sua identità non è nota. Verrà estradato in Francia. Non si ferma l’ondata di arresti in Belgio, sono state fermate 13 persone a Bruxelles, Malines e Duffes. A riferirlo e la Procura Belga. Tre operazioni a Bruxelles, quattro a Malines e tre a Laeken. Tra Duffel, Molenbeek e Anderlecht si sono svolte le altre operazioni. Quattro dei tredici fermati sono ancora detenuti, gli altri sono a piede libero. 



BRUXELLES: "IDENTIFICATO L'UOMO COL CAPPELLO: È FAYSAL CHEFFOU"

E dopo l'ondata di arresti di ieri a Bruxelles e Parigi, continuano le indagini. Sarebbe stato identificato e arrestato il terzo componente del commando a Zaventem: Faysal Cheffou, un free-lance, è l'uomo col cappello. Confermata la morte dell'italiana Patricia Rizzo, deceduta nell'attentato alla stazione metro di Maelbeek. La procura di Charleroi smentisce che l'uccisione di un agente di sicurezza di un impianto nucleare sia legata ad una pista terroristica. Nel suo discorso settimanale il presidente Obama assicura: "Noi difendiamo gli amici". C'è stato un falso allarme bomba nel quartiere di Bascule, a Bruxelles: fatto brillare uno zaino. Mariah Carey annulla il concerto previsto nella capitale belga per timori sulla sicurezza. Infine l'aeroporto Zaventem non riaprirà prima di martedì. Lo scalo è chiuso ai passeggeri dallo scorso martedì, giorno dei tragici attentati.

Uno degli organizzatori della "Marcia contro la paura", manifestazione indetta con un appello su Facebook, ha confermato l'annullamento della manifestazione. Lo indica il sito del quotidiano 'La Libre Belgique' citando Emmanule Foulon, che aveva lanciato l'evento assieme a Dorian Peremans, Sophie Barthélemi, Thibault Vanderhauwart e Souad Yahia. Il ministro dell'interno, Jan Jambon, ed il borgomastro di Bruxelles, Yvan Mayeur, avevano lanciato un appello per il rinvio della manifestazione.

Faysal Cheffou è l'uomo col cappello – E' Faysal Cheffou il terzo uomo, quello con il cappello nero nelle immagini delle videocamere, che ha partecipato alla strage dell'aeroporto di Bruxelles martedì scorso. Lo scrive il quotidiano belga Le Soir. Cheffou è stato fermato giovedì sera e il suo arresto è stato confermato ieri dopo un lungo interrogatorio. E' stato identificato grazie alla testimonianza chiave del tassista che martedì aveva accompagnato il commando a Zaventem