Ponte Morandi, ricostruzione: in manette amministratori di società vicina alla camorra

Gli amministratori della ‘Tecnodem srl’ di Napoli, impresa impegnata nella ricostruzione del ponte Morandi, sono stati arrestati dalla Dia nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Genova. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip nei confronti dell’amministratore di fatto e di una donna, considerata un prestanome. Dalle indagini è emerso che l’amministratore era contiguo a clan camorristici. La società era già stata esclusa dai lavori lo scorso maggio.

La ‘Tecnodem’ aveva lavori in subappalto per centomila euro nell’ambito delle opere di demolizione del ponte, in corso in queste settimane. Ma le indagini degli uomini della Direzione investigativa antimafia, sulla base dei primi accertamenti di carattere amministrativo, avevano consentito agli inquirenti di emettere già maggio scorso un’interdittiva a carico dell’azienda, che era così stata estromessa dai lavori. Oltre agli arresti, d’intesa con la Dda di Napoli, sono in corso una serie di perquisizioni e sequestri preventivi tra Genova e Napoli.




Camorra, ex sindaco di Capua in carcere

È finito in carcere su ordine del Gip di Napoli, per il reato di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, l’ex sindaco di Capua (Caserta) Carmine Antropoli, chirurgo dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
Sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta a eseguire il provvedimento nell’ambito di un’indagine della Dda di Napoli, che avrebbe accertato il condizionamento da parte del clan guidato da Michele Zagaria delle elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, Giuseppe Chillemi, che poi perse. Con Antropoli è finito in carcere anche l’imprenditore Francesco Zagaria, cui è stata contestata l’associazione mafiosa perché ritenuto uomo di riferimento del boss. L’imprenditore, attivo nell’edilizia e nel settore caseario, è originario di Casapesenna ma si è trasferito nel territorio capuano da tempo.




Napoli, camorra: in manette Salvatore Savarese boss del rione Sanità

NAPOLI – Documentato dai carabinieri raid contro bar, in sella a scooter I Carabinieri di Napoli Stella hanno arrestato tre persone tra cui anche Salvatore Savarese, 65 anni, ritenuto a capo dell’omonimo clan del rione Sanità. A quanto emerso dalle indagini, avrebbe fatto parte del commando che ha compiuto, il primo giugno scorso, un raid punitivo contro il Bar Romeo, che si trova nel Borgo dei Vergini, gestito dall’ omonima famiglia. Determinanti, per l’individuazione dei tre e per documentare le fasi del raid, le immagini dei sistemi di videosorveglianza e le comparazioni compiute dal RACIS di Roma. Il movente sarebbe da ricondurre a uno scontro verbale tra un esponente del clan e un parente della vittima, che non ha gradito l’intervento della “famiglia” nella risoluzione di una vicenda privata, non riconoscendo la caratura criminale dello storico clan della Sanità. I tre uomini del clan, tra cui il presunto boss, sono entrati in azione in sella a tre scooter, armati con una pistola: hanno danneggiato il locale e costretto gli esercenti alla chiusura anticipata




Roma, camorra e ‘ndrangheta tra San Basilio e il litorale: in manette 19 persone

ROMA – Dalle prime luci dell’alba, nelle province di Roma e Napoli, circa 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio dei colleghi di Napoli, di elicotteri e di unità cinofile dell’Arma, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, con la quale si dispone la custodia cautelare per 19 persone (16 in carcere e 3 agli arresti domiciliari).

Per gli arrestati, tra i quali c’è anche una donna e alcuni soggetti di origine albanese, le accuse rivolte sono, a diverso titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”, aggravata dall’uso delle armi, spaccio di droga e a due di essi viene contestato il reato di lesioni gravi, commesse con arma da fuoco e con modalità mafiose.

L’indagine, dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, ha consentito di documentare l’operatività di due distinte organizzazioni criminali, entrambe armate e dedite al narcotraffico, in stretta sinergia tra loro, di cui una di tipo mafioso, a connotazione camorristica, capeggiata dai fratelli Salvatore e Genny Esposito e l’altra con a capo Vincenzo Polito, che si avvaleva della collaborazione di esponenti delle cosche di ‘ndrangheta della provincia di Reggio Calabria, le famiglie Filippone e Gallico, presenti nella Capitale.




Napoli, colpo alla Camorra: blitz della polizia al rione Sanità

NAPOLI – Blitz della Polizia nel rione Sanità a Napoli. Circa duecento poliziotti stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Napoli nei confronti di presunti promotori e affiliati del clan Vastarella ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, ricettazione, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma, minacce.

L’inchiesta è coordinata dalla Dda di Napoli

Sono complessivamente 18 i presunti affiliati al clan Vastarella destinatari delle misure cautelari eseguite dalla Polizia nel centro di Napoli. Dalle indagini della squadra mobile è emerso che il clan negli ultimi anni era riuscito ad affermare la propria leadership alla Sanità, con l’uso della forza e costringendo i soggetti ritenuti appartenenti alle organizzazioni rivali ad abbandonare le proprie abitazioni. Gli uomini dei Vastarella, inoltre, sarebbero stati protagonisti di diverse scorribande armate nel quartiere.

 

 




Napoli, colpo al clan Russo: 43 arresti

NAPOLI – Carabinieri e Polizia di Stato stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli a carico di 43 persone accusate, a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di reati aggravati dall’art. 7. Contestati associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, alla detenzione e spaccio di droga e alla detenzione e porto di armi. Nel corso delle indagini operate su due filoni investigativi, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sono state messe in luce – secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine – le attività del clan camorristico dei “Lo Russo” operante nell’area Nord del capoluogo campano e sono state accertate le responsabilità degli affiliati in ordine al traffico e spaccio di stupefacenti e individuati narcotrafficanti che operavano sfruttando canali di fornitura esteri. Sequestrato l’arsenale del clan, con il rinvenimento di un fucile mitragliatore 5 fucili e 6 pistole, 3 giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni.




Napoli, decapitato e testa usata come palla: le rivelazioni dell’ex camorrista Pasquale Riccio

NAPOLI – Boss che prendevano a calci la testa decapitata del rivale ucciso e finti killer che, per tremila euro al mese, si sono accollati omicidi come quelli di Gelsomina Verde e Carmela Attrice, vittime delle faide trasversali della camorra. Scenari inquietanti emergono dal racconto di un pentito della criminalità organizzata di Secondigliano.

 

Rivelazioni che ora sono al vaglio degli inquirenti della Procura della Repubblica partenopea. A parlare è Pasquale Riccio, collaboratore di giustizia, per un lungo periodo camorrista di Secondigliano, che al pm Maurizio De Marco, il 28 marzo del 2015, ha riferito particolari inediti sull’omicidio di Mina Verde, orrendamente trucidata per non avere rivelato nulla sul boss scissionista Gennaro Notturno (ora collaboratore di giustizia) agli uomini del clan rivale. Mina venne uccisa nelle campagne di Sant’Antimo (Napoli) all’età di 22 anni, nel novembre del 2004, con diversi colpi d’arma da fuoco, dopo essere stata torturata. Poi il cadavere venne dato alle fiamme.




Guarda video dell'Isis e inneggia alla Camorra: un arresto per terrorismo in Campania

Redazione

NAPOLI – Un venditore abusivo di fuochi d'artificio è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di istigazione a delinquere aggravata dall'apologia di terrorismo e fabbricazione o detenzione di materiale esplosivo. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno Alfano complimentandosi per "l'ottimo lavoro dei Carabinieri di contrasto al terrorismo". L'arresto è stato effettuato dai Carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli): l'uomo è stato trovato in possesso di 146 micce collegate a vari inneschi, 2 congegni elettronici per l'azionamento di esplosivi a distanza, un telecomando di attivazione, 3 mortai artigianali, una centralina pirotecnica e 7 batterie di tubi di lancio di artifizi. Sul profilo Facebook dell'uomo, sempre secondo quanto reso noto dal ministro, è stato trovato un "video che ritraeva la decapitazione di un prigioniero dell'Isis, accompagnato da alcune frasi di consenso alla camorra".




CAMORRA: ARRESTATO EX VICESINDACO DI CASERTA

Redazione
 
Caserta – Le indagini della Dda di Napoli hanno fatto scattare le manette ai polsi a sette persone: due ex amministratori della giunta dell’ex Sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio; l’ex vicesindaco Vincenzo Mario Ferraro e l’ex dirigente dei servizi sociali Giuseppe Gambardella –a cui è stato imposto il divieto di dimora- che hanno fatto parte dell’amministrazione Del Gaudio fino al 2015. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo alle sette persone arrestate sono: turbata libertà degli incanti, corruzione, truffa e trasferimento fraudolento di beni commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Dalle indagini è emerso che Gambardella e Ferraro avrebbero favorito l’aggiudicazione di una gara d’appalto per la gestione del servizio del trasporto dei disabili alla ditta di Angelo Grillo, uomo collegato al clan Belforte di Marcianise. Il tutto sarebbe avvenuto dietro compenso di denaro e/o altre utilità e Ferraro avrebbe intascato mille euro al mese da Grillo. Dalle indagini emerge inoltre che quando Ferrero era Vicesindaco della giunta Del Gaudio, avrebbe nuovamente affidato quell'appalto alla coop. Tra gli elementi che inchioderebbero vi è un'intercettazione in cui Ferrero parla con Gaetano Barbato -anche lui arrestato- dicendo ciò che deve dire in procura in merito ad una convocazione postuma le prime dichiarazioni dei pentiti in merito all'appalto. 



NUOVA CAMORRA ORGANIZZATA: DOPO 31 ANNI TORNA IN ITALIA IL KILLER SANGUINARIO PASQUALE SCOTTI

di Angelo Barraco
 
Dopo 31 anni di latitanza, Pasquale Scotti, il sanguinario killer ed esponente di spicco della NCO (Nuova Camorra Organizzata) di Raffaele Cutolo nonché suo braccio destro, è stato consegnato alla giustizia italiana. E’ atterrano all’aeroporto di Fiumicino con un volo proveniente da Rio de Janeiro e per lui sono scattate immediatamente le manette. Scotti è stato arrestato nel maggio scorso a Recife ed è stato condannato per omicidio volontario, concorso in omicidio volontario. E’ stato accompagnato in Italia da uomini dell’Interpol e dello SCO, giunto in Italia è stato prelevato dalla polizia giudiziaria e portato a Rebibbia. Dovrà scontare 30 anni di carcere, comprensiva del periodo di detenzione in Brasile, come previsto nel trattato bilaterale del 1989. Scotti sembra pronto a parlare: “Sono pronto e so cosa dire. Lo Stato italiano mi garantisca sicurezza dentro e fuori dal carcere”. Ma chi è “Pasqualino ‘o collier”? Era uno dei più fedeli alleati di Cutolo, in seguito al trasferimento del superboss all’Asinara nel 1983, ha cercato di riorganizzare la Nuova Camorra Organizzata. Le manette per lui scattano il 17 dicembre del 1983, poiché accusato dell’omicidio di Giovanna Matarazzo, ballerina legata a Vincenzo Casillo, affiliato alla Nco. Inizialmente decide di collaborare, ma è soltanto apparenza poiché la notte di Natale del 1984 evade dall’ospedale di Caserta dove era stato ricoverato per una ferita. Le ricerche sul suo conto si fanno intense e sulle sue sorti si formulano innumerevoli ipotesi, si ipotizza persino che sia morto. Nel 2005 viene condannato all’ergastolo. Il 26 maggio 2015 la svolta, a Recife, in Brasile, viene arrestato sotto falso nome –si faceva chiamare  Francesco De Castro Visconti – la sua estradizione è stata autorizzata il 21 ottobre del 2015. 



CAMORRA, CLAN INFILTRATI A RIMINI: 6 ARRESTI

Redazione

Rimini – Scoperte dai carabinieri infiltrazioni della camorra a Rimini, dove vari personaggi vicini a clan criminali campani controllavano estorsioni e usura. E' lo scenario dell'operazione "Idra" eseguita stamattina dai militari del comando provinciale di Rimini che hanno notificato 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e domiciliari e 3 obblighi di firma, mentre altre 11 persone sono state denunciate in stato di liberta'. I reati contestati a vario titolo sono di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, all'esercizio abusivo del credito, alla bancarotta fraudolenta, alla fittizia intestazione di beni, al trasferimento fraudolento di valori, al concorso continuato nella truffa e nel riciclaggio. L'indagine e' stata avviata nel febbraio 2013 e ha fatto luce su rapporti di affari tra gli indagati residenti in Romagna ed esponenti dei clan cammoristici di Napoli che gestivano un sistema di riciclaggio del denaro, provento delle attivita' illecite, con l'intestazione fittizia di quattro societa' da parte di alcuni prestanome, ai quali sono stati sequestrati beni