Castelli Romani: avvertite le scosse di terremoto

 

CASTELLI ROMANI (RM) – Avvertite le scosse di terremoto anche nel territorio dei Castelli Romani. Una nuova forte scossa di terremoto alle 11.14 è stata avvertita in tutta l'Italia Centrale, la magnitudo è 5.6. La terra ha tremato per diversi secondi anche a Roma. In precedenza, alle 10.25, c'era stata un'altra scossa di magnitudo 5.3. Il sisma è avvenuto tra L'Aquila e Rieti, nella zona di Montereale (AQ), l'pcicentro è a una profondità di 9 chilometri. Gli altri comuni vicini (entro 10 chilometri) sono Capitignano, Campotosto, Amatrice e Cagnano Amiterno.

La scossa è stata sentita nel Lazio, in Abruzzo e nelle Marche ed è stata avvertita anche a Roma dove sulla metro a e b il servizio è stato sospeso e sostituito da bus per verifiche tecniche dopo il sisma. lo fa sapere atac. Rispetto ai capoluoghi e alla capitale, la scossa  è avvenuta 28 chilometri a sud-ovest di Ascoli Piceno, 36 chilometri a nord dell'Aquila e 111 chilometri a nord-est della Capitale.

Una prima scossa di terremoto è stata avvertita intorno alle 10.25 in centro Italia. La magnitudo è 5,4, secondo le prime stime dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il sisma è avvenuto tra L'Aquila e Rieti, nella zona di Montereale (AQ), l'pcicentro è a una profondità di 9 chilometri. Gli altri comuni vicini (entro 10 chilometri) sono Capitignano, Campotosto, Amatrice e Cagnano Amiterno.

Nelle zone terremotate, nei comuni di Amatrice e Accumoli, si sono verificati alcuni crolli, come nel caso di un cornicione della Scuola Alberghiera di Amatrice che ha ceduto in seguito alla scossa. I Vigili del Fuoco stanno compiendo ulteriori verifiche ad Amatrice e Accumoli, rese complesse dalla presenza di molta neve.

 

Evacuate diverse scuole di Rieti dove gli studenti  sono stati fatti uscire precauzionalmente, come previsto dai piani di sicurezza, in seguito alla scossa di magnitudo 5.3 registrata alle 10.25 di questa mattina.

ll presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, appresa la notizia del nuovo terremoto che ha colpito il centro Italia, si è messo in contatto con il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e segue direttamente la situazione.




Castelli Romani: neve, ghiaccio e anche scosse di terremoto

 

CASTELLI ROMANI – Neve, ghiaccio, disagi e anche due scosse di terremoto ai Castelli Romani. I due eventi sismici di magnitudo 2.2 e 2.3 sono stati registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia questa mattina alle 7,28 e alle 7.33, ad una profondità di 10 km. L'epicentro è stato localizzato a circa un chilometro da Ariccia, e a due da Genzano e Albano. Non si registrano al momento danni a persone o cose. La terra avrebbe tremato anche nella notte del 14 gennaio in cui si sono verificate due scosse, avverite anche nella Capitale. La prima alle 4.01 e la seconda alle 4.50 di magnitudo 2.4 la prima e 2.3 la seconda. Ambedue le scosse di terremoto sono state localizzate nella zona dei Castelli Romani. Sentite anche a Marino e Frascati




Città Metropolitana di Roma: scuole frigorifero. Dai Castelli Romani parte la protesta degli studenti


di Ivan Galea

 

CASTELLI ROMANI – Riscaldamenti insufficienti e aule frigorifero per gli studenti delle scuole superiori in provincia di Roma che dipendono dalla Città Metropolitana di Roma Capitale. E così, nonostante l'ondata di freddo ampiamente annunciata, ad oggi la gestione pentastellata a guida del sindaco metropolitano Virginia Raggi, ha scatenato l'ira degli studenti che sono scesi in piazza per protestare contro quelle che vengono definite come vere e proprie celle frigorifere dei vari istituti e licei a gestione della Città Metropolitana.

 
"Nella mia scuola, – racconta uno studente – il James Joyce di Ariccia, nella mattinata del 9 gennaio i termosifoni sono stati accesi per circa 3 ore. Tutto dopo 2 settimane che sono stati spenti – conclude – per via della pausa natalizia".  Una situazione, quella del liceo Joyce di Ariccia che rispecchia una realtà che vede coinvolte le altre scuole della provincia Capitolina a gestione Città Metropolitana.  I riscaldamenti, infatti dipendono dall'Ente sovracomunale (l'ex provincia), che avrebbe dovuto preoccuparsi di far accendere prima i termosifoni, dopo il forte gelo degli ultimi giorni per garantire nelle aule la temperatura, stabilita secondo i termini di legge tra i 20° / 22°.

Intanto nell'area dei Castelli Romani questa mattina, ad Albano Laziale, gli studenti di diverse scuole – Joyce di Ariccia, Pertini di Genzano, Foscolo di Albano Laziale tra le principali – insieme a Rappresentanti di Istituto e Rappresentanti di Classe sono scesi in piazza per protestare contro una situazione che appare di tutta evidenza insostenibile. "Ho anche contattato attraverso un messaggio, – riferisce uno studente del Joyce –  Marcello De Vito delegato alle scuole della Città Metropolitana ed il Vice Sindaco metropolitano Fabio Fucci, che non hanno fornito risposte".

 
Ni prossimi giorni alunni e corpo docenti hanno annunciato che saranno sotto la sede della ex provincia per cercare di sensibilizzare le istituzioni preposte nel risolvere questa situazione celermente, anche perché le previsioni meteo per i prossimi giorni annunciano altre ondate di freddo che dureranno almeno per i prossimi 15 giorni.
 




Castelli Romani, vino Marino Doc: arrivano i contenitori tipo sacca

 

Red. Cronaca


MARINO (RM)
– Il vino Doc Marino potrà essere confezionato anche con contenitori tipo "sacca" con eccezione dei vini Marino “Superiore” e “Classico” e per quelli che si fregiano della menzione “vigna”. Questa la modifica al disciplinare della Doc Marino, presentata dal Consorzio di tutela del Marino ed elaborata sulla scorta di un’analisi condotta con il supporto tecnico di Arsial, approvata lo scorso 6 dicembre dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.


Il nuovo contenitore sarà realizzato in materiale plastico, molto leggero e resistente,
completamente riciclabile. Si tratta in pratica di un’evoluzione del più conosciuto Bag in Box, rispetto al quale è privo dell’involucro esterno (“Box”). L’introduzione della confezione a “sacca” per la tipologia Marino va incontro all’esigenza di disporre, per i vini di pronta beva, di contenitori totalmente riciclabili e dai costi contenuti che assicurino, comunque, una buona conservazione del prodotto e delle sue caratteristiche distintive. Tali tipologie di confezionamento hanno trovato larga diffusione negli ultimi anni, incontrando una buona accettazione da parte dei consumatori, soprattutto nei mercati del nord Europa.

L’evoluzione dei contenitori di vetro ha portato a bottiglie di diversa forma e capacità. Negli ultimi decenni sono stati proposti per il vino contenitori alternativi con caratteristiche completamente nuove che in primo tempo sono stati utilizzati per le bevande gassate, i succhi di frutta o la birra. Si sono così utilizzati i Kegs in ferro mutuandone l’uso dalla birra e principalmente per vini bianchi e frizzanti, le bottiglie di PET abbondantemente usate per le bevande gassate fino ad arrivare al Bag in Box.
   

Il sistema Bag in Box è un metodo di confezionamento dei liquidi innovativo ma ormai ampiamente adottato in tutto il mondo. Grazie alla gamma di materiali e di misure in cui è proposto, e grazie ad i vari accessori disponibili, risulta essere il prodotto ideale per il confezionamento di una grande varietà di alimenti liquidi come, vino, olio, succhi di frutta, latte, etc.. Il suo ingresso sui banchi dei supermercati ha ridotto drasticamente l’utilizzo delle tradizionali damigianette di vetro e dei classici bottiglioni plurilitro. Il contenitore è composto da un otre-sacca (“bag”) in materiale flessibile (plastica o alluminio), contenuto in una scatola (“box”) di cartone. Nel momento in cui la sacca viene riempita della bevanda, esso aderisce perfettamente al cartone, formando un insieme compatto e resistente e di minor ingombro e di minor peso rispetto ad altri contenitori. Il contenitore è naturalmente dotato di un apposito rubinetto che, una volta applicato, consente di spillare volta per volta la quantità voluta mantenendo inalterata la freschezza del prodotto, in quanto, limitando l'ingresso dell'aria, viene impedita l'ossidazione. Inoltre, i materiali in cui viene costruito sono del tutto riciclabili.


Una novità nel campo dei contenitori è rappresentata dalla sacca (Pouch) che costituisce un imballaggio innovativo progettato per aumentare la durata di prodotti liquidi quali vino, succhi di frutta, oli commestibili e realizzata con pellicole dotate di eccellenti proprietà di protezione dall'ossigeno, per preservare il liquido all'interno e garantire che i contenuti rimangano incontaminati dall'aria esterna. Il liquido viene spillato attraverso un rubinetto, che impedisce l'ingresso dell'aria nell'imballaggio mentre viene versato. Sacca e rubinetto agiscono insieme per prolungare la durata del prodotto, prima e dopo l'apertura della confezione. In pratica rappresenta l’evoluzione del Bag in Box, con l’eliminazione dell’involucro esterno (“Box”). Ciò è possibile poiché la sacca è  infrangibile ed allo stesso tempo estremamente leggera, si regge da sola, ed è possibile applicarvi stampe ad alta qualità, sfruttando colori e immagini per attirare l'attenzione del cliente sul punto vendita.
 




Pomezia: tutto pronto al Parco Regionale dei Castelli Romani per gestire la nuova riserva della Sughereta

 

Red. Cronaca


CASTELLI ROMANI (RM) – Ad Agosto 2016 il Consiglio regionale del Lazio ha istituito la Riserva naturale della Sughereta di Pomezia, assegnandone la gestione all’Ente Parco regionale dei Castelli Romani. “È un onore per noi – commenta il commissario straordinario del Parco dei Castelli Romani, Sandro Caracci  –  assumere il ruolo di Ente gestore di quest’area che tanto in comune ha con i Castelli Romani. Abbiamo già avviato i contatti con il Comune di Pomezia per lavorare insieme, portando avanti tutte le azioni necessarie affinché la Sughereta inizi a vivere come Riserva. È un impegno ulteriore di cui il Parco è chiamato a farsi carico e non neghiamo certo che, come tutti i nuovi impegni, ci sia un aumento delle responsabilità e un’aspettativa nei nostri confronti in termini di presenza, anche fisica, che va conciliata con le tante esigenze che il Parco si trova a gestire ogni giorno in un territorio tanto bello quanto complesso come i Castelli Romani. Siamo pronti, comunque, con tutta la struttura Amministrativa e Tecnica del Parco, ad affrontare questa nuova esperienza, insieme all’Amministrazione comunale di Pomezia e ai suoi cittadini”.

Un piccolo gioiello che si presenta come una macchia verde circondata dall’abitato della città di Pomezia, e che è accomunato al Parco dei Castelli Romani da un elemento di rilievo: anche per la Riserva della Sughereta, infatti, sono stati i cittadini a mettersi insieme, raccogliere firme e chiedere, per anni, la tutela di questo piccolo polmone verde. Vent’anni di battaglie, così come fecero un gruppo di lungimiranti abitanti dei Castelli Romani, oramai oltre tre decenni fa.

“È una vittoria di tutta la Città – dichiara il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci – la nostra Amministrazione ha sempre lavorato accanto ai comitati e alle associazioni per tutelare il patrimonio paesaggistico e ambientale del territorio, di cui il Parco della Sughereta rappresenta il simbolo. Abbiamo seguito da vicino tutto l'iter che ha portato all'istituzione della Riserva naturale, che va ora tutelata e valorizzata per rendere giustizia a un'area verde di inestimabile valore. Auguro all'Ente Parco dei Castelli Romani un buon lavoro, mettendo a disposizione tutta la collaborazione necessaria affinché la Sughereta diventi finalmente una Riserva naturale”.

Il Parco dei Castelli Romani provvederà nelle prossime settimane ad apporre la tabellazione dell’area e ad attivare azioni di informazione e comunicazione circa le regole che, in quanto Riserva, chi si reca nella  Sughereta è tenuto a rispettare, per far sì che un bene prezioso venga preservato, a vantaggio di tutti, e vissuto in modo responsabile.

Sul sito istituzionale del Parco, www.parcocastelliromani.it, è già attiva una sezione accessibile direttamente dalla home page, contenente le prime informazioni relative alla Riserva, e che sarà implementata puntualmente con gli atti, le fotografie e le attività che saranno realizzate.




Castelli Romani, da Velletri a Castel Gandolfo: Comuni uniti per una mobilità sostenibile

 

Redazione

 

CASTELLI ROMANI – Prove tecniche di dialogo intercomunale sulla mobilità sostenibile. Nella mattina di mercoledì 14 dicembre presso il Comune di Albano si è svolta una riunione tra i comuni di Velletri, Albano e Ariccia per valutare la possibilità di partecipare al bando del Ministero dell’Ambiente sulla mobilità sostenibile nel tratto “casa-scuola” e “casa-lavoro”. Oltre ai citati comuni hanno dato la disponibilità anche Nemi, Lanuvio, Castel Gandolfo e Lariano. L’idea è quella di costruire un progetto che possa facilitare gli spostamenti verso le scuole e le stazioni ferroviarie con un sistema di trasporto elettrico e con una rete intercomunale di bike sharing.

Al tavolo erano presenti l’assessore veliterno Luca Masi, il consigliere delegato del Comune di Albano Luca Andreassi, l’assessore di Ariccia Elisa Refrigeri e il consigliere delegato sempre del Comune di Ariccia Franz Cianfanelli.

Il coordinamento del progetto sarà seguito da Anci Lazio che alla riunione ha partecipato con l’esperto Andrea Vignoli che ha illustrato le potenzialità del bando ministeriale che finanzia i progetti con una quota del 60%. L’incontro è stato un utile confronto tra le varie esperienze già presenti sul territorio, che vanno dal bike sharing di Velletri alla rete di monitoraggio ambientale di Albano, elementi che combinati insieme possono offrire un vantaggio competitivo per il territorio del Castelli romani che ha finalmente avviato un dialogo costruttivo su una materia così sensibile come la mobilità sostenibile.

Piena convergenza sulle finalità del progetto e anche sulla visione di incentivare il trasporto elettrico e su bicicletta sia pure tenendo in considerazione la complessità del territorio interessato.

Nei prossimi giorni sarà redatta una prima bozza del progetto che sarà vagliata dalle amministrazioni comunali interessate che entro il prossimo 10 gennaio dovranno sostenere la partecipazione al bando.

L’idea progettuale è perfettamente compatibile anche con il progetto Regio-Mob già finanziato dall’Unione europea che vede interessati comuni dell’area dei Castelli romani nello scambio di esperienze e buone pratiche con altri territori europei: Spagna, Scozia, Romani, Grecia, Polonia, Slovenia.




Castelli Romani, rifiuti in via dei Laghi: Fucci risponde a Silvestroni e inizia il rimpallo

 

di Ivan Galea

 

CASTELLI ROMANI – Benché i rifiuti e materiale speciale dimori nelle piazzole della strada provinciale Via Dei Laghi non è competenza della Città Metropolitana bonificarle perché l’ente proprietario della strada non è legittimato alla rimozione dei rifiuti ma soltanto alla segnalazione delle violazioni e non all’accertamento delle stesse. Questo secondo diverse leggi citate. La competenza invece è del Comune nel cui territorio si è verificato l’abbandono. Questa in sintesi la risposta della città Metropolitana firmata dal vicesindaco Fabio Fucci all’interrogazione di Silvestroni Presidente del Gruppo Consiliare "Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale" della Città Metropolitana di Roma Capitale il quale a novembre ha presentato una richiesta di bonifica urgente per via dei Laghi (SP 217) al sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale Virginia Raggi a seguito del reportage de L’Osservatore d’Italia che documentava lo scandalo dei rifiuti sul ciglio della via De Laghi e sul costone che affaccia sul lago Albano. Proprio in via Dei Laghi c’è una situazione di degrado e rifiuti nelle piazzole di sosta e nelle aree adiacenti la strada provinciale nei pressi di Castel Gandolfo: ci sono rifiuti di ogni genere tra cui materiale edile e ondulato che sembra eternit. Ma il gioco del rimpallo è iniziato: il Parco non ha competenza, La città Metropolitana non ha competenza e la responsabilità è scaricata tutta sul Comune. 

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Castelli Romani, vino: le produzioni 2016 confermano l'alta qualità

 

Red. Economia

A fronte di consumi mondiali tendenzialmente stabili e di una vendemmia tra le più basse degli ultimi 20 anni, così come stimate dall’OIV, le stime sulle giacenze dovrebbero confermare la tendenza al rialzo dei listini. Questo il quadro emerso a Roma, lo scorso martedì 29 novembre, dove si è tenuto il secondo incontro delle organizzazioni cooperative di Italia, Francia e Spagna con l’Alleanza delle Cooperative Italiane – settore agroalimentare, la Confédération des Coopératives Vinicoles de France e Cooperativas agro-alimentarias de Espana, in merito alla situazione del mercato europeo e mondiale del vino.

Sul tavolo, l’analisi sugli andamenti degli stock dei tre principali Paesi produttori, per stimare la reale disponibilità di prodotto in Italia, Francia e Spagna, che da sole rappresentano oltre l’80% della produzione europea e oltre il 50% di quella mondiale. A fronte della vendemmia 2016 che si è aperta con la notizia di minori giacenze detenute dalle cantine spagnole, il dato più interessante riguarda proprio le disponibilità di prodotto dei primi tre produttori mondiali di vino. Se, infatti, nel 2015 erano disponibili sul mercato 267milioni di ettolitri – frutto della somma di vino e mosti prodotti e in giacenza – quest’anno, secondo le stime delle tre organizzazioni cooperative, la cifra dovrebbe scendere a 262milioni, con una disponibilità di prodotto inferiore di circa 5milioni di ettolitri, in ribasso del 2,1% rispetto all’anno scorso.

 
"È la conferma di una generale positività della vendemmia 2016. – Commenta il presidente della Cooperativa Gotto d'oro Ing. Luigi Caporicci – Uve e vini ottimi – prosegue – concomitanti ad una produzione mondiale inferiore che alimenta aspettative di una migliore valutazione del vino in genere e anche di quello italiano e proprio per quanto ci riguarda di quello laziale". Il presidente della storica cantina di Marino ha poi ricordato i recenti riconoscimenti conseguiti dalla Gotto d'oro che dimostrano come possa coesistere il binomio quantità qualità. La cooperativa sociale ha infatti conquistato l'ambito premio di miglior vino quali-quantitativo del Lazio con il Marino Superiore Dop 2015. "In questa regione – ha proseguito Caporicci – abbiamo motivo di credere che i nostri intenti migliorativi siano riconosciuti. Siamo la cantina della famiglia italiana ma anche del vino di qualità come dimostrano i recenti riconoscimenti e come dimostrato dalle nostre linee di qualità come il Mitreo." Il presidente Gotto d'oro ha poi concluso anticipando la notizia che a breve sarà presentata una nuova linea riservata per pochi intenditori.

Tra i temi al centro dell’incontro anche la costruzione di un osservatorio europeo, capace di dare al mercato del vino quella trasparenza e tempestività che permetta decisioni rapide e consapevoli – come ha concluso la Task Force sui mercati agricoli voluta dal Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan – nonché l’importanza di intensificare i momenti di confronto tra le tre organizzazioni cooperative (che rappresentano oltre il 50% della produzione vinicola dei rispettivi Paesi), in vista della prossima revisione della Politica agricola comune.

“Pur riscontrando una situazione di mercato positiva, vista anche l’alta qualità delle produzioni 2016 – fanno notare le tre organizzazioni -, siamo obbligati, in quanto cooperatori, a ragionare su un orizzonte di medio – lungo periodo per garantire stabilità alla redditività dei soci delle nostre imprese cooperative. Questa è la ragione del cantiere avviato tra cooperazione italiana, francese e spagnola sullo sviluppo di nuovi meccanismi di stabilizzazione del mercato da inquadrare nella disciplina dell’Unione europea di riferimento. Questi strumenti dovranno essere necessariamente innovativi e in discontinuità con quelli utilizzati in passato. Vogliamo una viticoltura competitiva capace in ogni momento di assicurare il buon funzionamento del mercato a vantaggio dell’intera filiera produttiva”.




Castelli Romani: cresce la presenza degli stranieri

 

di Ivan Galea


CASTELLI ROMANI (RM) – Castelli Romani sempre più multietnici: sono 30 mila gli stranieri nei 16 Comuni alle porte di Roma, un’area che conta complessivamente oltre 300 mila residenti. L’osservatore d’Italia ha analizzato i dati Istat Comune per Comune.

 

I numeri più evidenti registrano un boom relativo il rapporto di incidenza percentuale tra gli stranieri rispetto la popolazione nei Comuni di Nemi (12,45%), Monte Compatri (11,62%) e Colonna (11,34%) dove il rapporto tra popolazione e stranieri è il più alto di tutta l'area.

 

Aumenti vertiginosi negli ultimi tre anni, invece, per quello che riguarda l'aumento delle presenze di stranieri. Dal 1 gennaio del 2013 al 1 gennaio del 2016, infatti, ad Albano Laziale si registra un aumento del +58%, a Rocca Priora del 48% e a Marino del 41%.

 

A Ciampino e Monte Porzio meno stranieri rispetto a tutti gli altri Comuni. Nella tabella i dati degli ultimi tre anni ai Castelli Romani e in che misura percentuale incidono gli stranieri nell'hinterland  rispetto al totale della popolazione.

 

A Nemi, nel periodo preso in esame – 2013/2016 –  gli stranieri sono aumentati del 26,70 per cento passando da 191 a 242 unità. La loro presenza incide del 12,45% sul totale della popolazione residente che al 1 gennaio del 2016 si attesta a 1.943 unità in totale.

Il dato d’incidenza di Nemi è attualmente il più alto dei Castelli Romani. In coda al paese delle fragole ci sono Colonna e Albano Laziale. E proprio ad Albano Laziale in tre anni si è avuto l’aumento di stranieri più alto: da 2.670 del 2013 si è passati a 4.218 stranieri del 2016 con un aumento percentuale di quasi il 60 per cento. 




Albano Laziale, referendum: sala strapiena per il "NO"

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di Ivan Galea

 

ALBANO LAZIALE (RM)  – Gremita la Sala Vespignani ad Albano Laziale in occasione del convegno organizzato dal Comitato del “No Grazie” che ha visto, tra l’altro, la presenza di ospiti autorevoli. Un momento importante e utile di approfondimento delle ragioni per le quali votare “NO” all’appuntamento con il Referendum del 4 dicembre.

 

Ad aprire il convegno Angelo Cardullo del Comitato “No grazie di Albano Laziale” e Roberto Cuccioletta portavoce Fdi – An Albano Laziale, promotori dell’evento, moderato dalla giornalista Chiara Rai, che è riuscito a mettere insieme molteplici realtà del territorio e illustri relatori come l’il deputato di Fdi – An Edmondo Cirielli il quale ha parlato ampiamente dei punti focali di questa riforma per smascherarne l’”inadeguatezza”. Cirielli si è anche soffermato sul superamento del “bicameralismo perfetto” che la Riforma Renzi – boschi in realtà non “supera” ma paradossalmente complica anche l’iter legislativo anziché superarlo.

 

Molto diretto e schietto anche l’intervento di Marco Silvestroni, Capogruppo città metropolitana Roma Capitale per Fdi-An che sostanzialmente ha parlato del funzionamento delle elezioni di secondo livello e dell’attuale criticità che attraversa la Città Metropolitana governata dal sindaco di Roma Virginia Raggi: “Difficile se non impossibile– ha detto – fare il sindaco e presiedere ai Consigli metropolitani e allora ecco che l’attività si paralizza”.

 

Incisivo anche l’intervento di Francesco Lollobrigida dirigente nazionale di Fdi -An che concretamente ha parlato delle proposte di Fdi-An rispetto alla riforma Renzi-Boschi: “Una riforma inutile – ha ribadito Lollobrigida – nella quale non viene nemmeno abolito il Senato, il Parlamento ancora una volta rimane sordo rispetto alla richiesta di tutti gli italiani che è l’elezione diretta del capo dello Stato”.

 

Sugli effetti di cambiamento sul territorio è intervenuta Federica Nobilio, referente nazionale comitato Terra Nostra che ha parlato dell’importanza del ruolo di rappresentare i cittadini, ruolo che lei incarna in pieno in quanto consigliere comunale di Albano Laziale. Un accenno essenziale Nobilio lo ha fatto anche riferendosi al fatto che se passasse il si servirebbero più firmeper i disegni di legge di iniziativa popolare: all’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150mila firme mentre attualmente ne servono 50mila per i disegni di legge di iniziativa popolare.

 

Brillante anche l’intervento di Marica Roma, Referente Movimento Futuro Italia che ha illustrato del rischio concreto di modifica dei principi fondamentali della Costituzione italiana attraverso la riforma costituzionale. Una riforma “non legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale – Porcellum – dichiarata incostituzionale.

 

Un tributo alla questione è arrivato anche da Matteo Mauro Orciuoli capogruppo in consiglio comunale Area Democratica che non ha inteso trascurare la questione dei costi: “Se il problema era ridurre le poltrone e le spese e in considerazione del fatto che, stante il bicameralismo perfetto – ha detto Orciuoli – attualmente Camera e Senato svolgono le stesse identiche funzioni, perché non tagliare la camera con il doppio dei componenti e che costa il doppio circa 1 miliardo a bilancio contro i circa 500 del Senato? Senza contare che è stato dimostrato che il risparmio effettivamente conseguibile non è assolutamente quello sbandierato dai promotori del Si ma molto più esiguo”.

 

A chiudere questo appuntamento per il No Giancarlo Righini Capogruppo Consiglio regionale Fdi – An il quale ha parlato a tutto tondo sia del rapporto tra Stato – Regione e del fatto che la confusione sulle competenze aumenterebbe grazie alla nuova Riforma. “Anziché superare il bicameralismo paritario, la riforma lo rende più confuso – ha ribadito Righini – creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e il nuovo Senato”. E ancora: “Nella storia – è stato ribadito – ci sono state rivoluzioni per ottenere la Carta costituzionale. Nel 1848 in Italia ci fu un cambiamento epocale con lo Statuto Albertino. I cittadini cominciavano ad avere diritti. Nel dopo guerra i Costituenti vollero riaffermare i principi di democrazia e di libertà compressi tra le due guerre in Italia come in molti altri paesi europei. Oggi arriviamo al grande evento. Ma leggendo il testo ci accorgiamo che va nella direzione opposta: anziché allargare la partecipazione e i diritti dei cittadini, questo testo li restringe inesorabilmente e rende più complicato e farraginoso il percorso legislativo. L’articolo 70 recitava in due righe: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”. Oggi, la riforma di Renzi impegna due pagine con 7 tipologie di procedimenti legislativi.




Castelli Romani: ancora rifiuti abbandonati sulla via dei Laghi


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Red. Cronaca


CASTELLI ROMANI
– Ancora rifiuti abbandonati sulla via dei Laghi che attraversando da nord a sud il territorio dei Castelli Romani collega Ciampino con Velletri. Lo spettacolo indecente su una piazzola di sosta poco prima dell'ex centro spirituale di Rocca di Papa "Mondo Migliore" ora adibito, per volere del Prefetto a centro immigrati, dove qualche giorno fa era scoppiata una rivolta e gli ospiti del centro avevano bloccato un camion che portava loro il cibo giornaliero per poi bloccare il traffico veicolare tanto che sono dovuti intervenire i carabinieri del posto.


La strada provinciale 217 – ex statale – è di competenza dell'ex Provincia di Roma ora Città Metropolitana e l'auspicio è quello che l'Ente sovracomunale intervenga al più presto per bonificare il sito.