CASO DENISE PIPITONE: SENTENZA RINVIATA AL 2 OTTOBRE
LORIS: SUA MADRE NEL 2004 HA SEGNALATO LA PRESENZA DI DENISE PIPITONE
Redazione
Ragusa – La madre di Andre Loris Stival, il bambino di 8 anni ucciso a Santa Croce Camerina (Ragusa), nel 2004 segnalo' di aver visto Denise Pipitone, la bimba rapita a Mazara del Vallo (Trapani) il primo settebte di quell'anno e mai piu' ritrovata. Veronica Panarello, che nel 2004 aveva 15 anni, si reco' nella caserma dei carabinieri per affermare di aver visto la bambina. Fu l'unica segnalazione di questo genere nella zona di Ragusa dopo il sequestro di Denise.
DENISE PIPITONE, INTERCETTAZIONE SHOCK: "QUANNO ERAMU 'NCASA, A MAMMA L'HA UCCISA A DENISE"
Redazione
Mazara del Vallo (TP) – Colpo di scena nel caso di Denise Pipitone, la bimba scomparsa all’età di 4 anni avvenuta a Mazara del Vallo (Tp) l'1 settembre di quell'anno. Deposizione shock da parte di un perito al processo in corso sulla scomparsa della piccola In un'intercettazione ambientale dell'11 ottobre 2004 si sentirebbe la sorellastra Jessica Pulizzi mentre dice alla sorella minore Alice, a casa della madre Anna Corona, "Quanno eramu 'ncasa, a mamma l'ha uccisa a Denise". Sia madre che figlia sono imputate per la sparizione della bimba.
Jessica quindi parla a sua sorella che quel giorno avrebbe dovuto deporre al processo: "Quanno eramu 'ncasa, a mamma l'ha uccisa a Denise [Quando eravamo in casa, la mamma ha ucciso Denise]". Alice, di rimando, le chiede: "A mamma l'ha uccisa a Denise?". Jessica: "Tu di sti cosi unn'ha parlari" [non ne devi parlare]. Alice: "E' logico".
L'intercettazione l'ha rivelata davanti alla terza sezione della Corte d'appello di Palermo il perito Massimo Mendolìa, al quale è stato affidato il compito di ascoltare e trascrivere una parte della mole di intercettazioni effettuate dagli inquirenti subito dopo la scomparsa. Quel giorno Alice doveva recarsi in Procura, a Marsala, per essere interrogata.
Il perito della difesa contesta – Per il consulente della difesa, però, la decisiva frase che Jessica avrebbe pronunciato non si sente; e l'imputata, assistita dagli avvocati Gioacchino Sbacchi e Fabrizio Torre, quando disse alla sorella "Tu di sti cosi unn'ha parlari" si riferiva ad altro. "La frase che avrebbe pronunciato Jessica – afferma l'avvocato di parte civile Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, madre di Denise – è molto inquietante" e sarebbe saltata fuori solo adesso perche' appena bisbigliata: è stato possibile ascoltarla e trascriverla – secondo il perito – solo dopo un'opera di filtraggio e pulitura dei nastri magnetici.
Alla prossima udienza, il 16 gennaio, sarà ascoltata Alice Pulizzi. Jessica, il 27 giugno 2013, è stata assolta dal Tribunale di Marsala dall'accusa di concorso in sequestro di minorenne "per non aver commesso il fatto". Anche se con la formula del secondo comma dell'articolo 530 del codice di procedura penale. E cioè per "mancata o insufficiente formazione della prova".
Per l'imputata, sorella per parte di padre (Piero Pulizzi) di Denise, i pubblici ministeri Francesca Rago e Sabrina Carmazzi avevano chiesto 15 anni di carcere, il massimo della pena per il reato contestato. Anche Anna Corona, assieme ad altri, era stata indagata per concorso in sequestro, ma su richiesta della Procura il procedimento fu archiviato.
DENISE PIPITONE: PIERA MAGGIO SCRIVE UNA LETTERA ALLA FIGLIA
Redazione
Mazara del Vallo – La mamma della piccola Denise Pipitone ha preso carta e penna e ha scritto alla sua bambina a 10 anni dalla sua scomparsa. L'augurio di tutti è che Piera Maggio possa riabbracciare sua figlia.
Ecco il testo della lettera:
Ciao tesoro mio,
tu forse non ti ricordi di me, io sono la tua mamma, mi chiamo Piera. Sono trascorsi dieci lunghi anni
senza poterti vedere senza poterti abbracciare e coccolarti come spesso facevo, mi manchi tantissimo.
Oggi sarai diventata una bellissima signorina di quasi quattordici anni, che sicuramente non conosce
la sua vera identità. Ti chiami Denise, questo è il tuo vero nome, ti abbiamo fortemente voluta, sei
nata a Mazara del Vallo in Sicilia, poi all’età di quasi quattro anni, delle cattive persone ti hanno
portata lontano da noi, strappandoti dal nostro amore, facendoci soffrire lasciandoci nell’angoscia più
totale. Quando eri piccolina all’età di tre anni, ti piaceva tanto cantare, conservo ancora le canzoncine
mentre lo facevi. I tuoi cartoni preferiti erano Hamtaro Piccoli Criceti e le sventure di Sophie, la
mattina se non terminava la puntata non volevi andare alla scuola materna. Una volta hai voluto che ti
comprassi “la bambola di vetro” così la chiamavi tu! si trattava di una bambola di porcellana, io non
volevo fartela tenere fra le braccia per paura che si rompesse e ti facessi del male, non c’è stato nulla
da fare era una delle tue preferite e l’hai anche chiamata Sophie, la protagonista del tuo cartone.
Ricordi, prima di andare a letto ti raccontavo la favola, tu recitavi le preghierine in compagnia del tuo
angioletto Serafino, e dopo beatamente ti addormentavi senza troppe storie. Eri troppo forte e
divertente quando facevi le imitazioni delle persone che più ti colpivano, e poi quella mania che avevi
delle scarpe con i tacchi e le borse, se vedevi qualcuno che indossava delle scarpe che a te piacevano,
allora gli chiedevi “me lo fai fare un giro?”. Per non parlare della stranezza che provai quando un
giorno tu, seduta a guardare la tv della domenica mattina, ti senti dire mentre guardavi la messa, che
eri estasiata dal talare che indossava il prete che celebrava la funzione, cosa insolità per una bambina
di quattro anni, ti piacque così tanto che commentammo insieme quale ti era sembrato più bello. E poi
da piccola eri una crocerossina perfetta, ti munivi di cotone intriso di l’alcool, ed eri pronta a curare
gli altri, guai se notavi qualcuno di noi con qualche crosticina… Sempre nel 2004, esattamente nel
mese di giugno, dopo aver partecipato al matrimonio di un parente, sei rimasta colpita dall’abito da
sposa e dal velo nuziale, tanto da giocare con la tua cuginetta “allo sposo e alla sposa”, dicevi sempre
che andavi al tuo “patrimonio” storpiando la parola, si! … perché nelle tue fantasie di bambina, un
giorno ti saresti sposata per indossare il velo e l’abito che tanto a te piaceva. Ricordo con rammarico
quella volta che ti ho dato qualche sculacciata, oggi per questo mi sento un po’ in colpa… Avrei tante
altre cose da scrivere, non basterebbe una pagina, e quindi mi fermo qui!.
Adesso quello che ci rimane sono quei bei ricordi di una bambina tanto buffa e biricchina che amava
tanto parlare, sorridere e scherzare e che risultava molto più matura rispetto alla sua età, che sapeva
esprimere tanto amore verso chi gli voleva un bene dell’anima.
Denise, sei sempre nei nostri pensieri, nei nostri cuori, hai lasciato un vuoto immenso in noi, manchi
tantissimo al tuo papà e a tuo fratello che ha tanto sofferto la tua assenza.
Oggi il dolore ha assunto un retro gusto di rabbia e frustrazione, per tutto quello che è successo in
questi anni. Tante sono le persone che ti vogliono bene, ma anche quelle che hanno voluto che questo
male continuasse e agisse nel silenzio…
Noi siamo qui ad attendere con speranza il tuo ritorno, vogliamo giustizia per coloro che questo male
abominevole e disumano lo hanno procurato! Io non mi arrendo, noi non ci arrendiamo! E assieme a
me, tutte le persone che ti vogliono bene e che attraverso noi, hanno imparato a conoscerti!!!
Ovunque tu sia spero che tu stia bene e che ti senta amata come avremmo fatto noi.
Non so dove, non so quando, io ti riabbraccerò! TI VOGLIAMO UN MONDO DI BENE!
P.S. Denise, se ho suscitato in te un qualche ricordo o se ti riconosci in quello
che ho scritto, mettiti in contatto con noi!
La tua mamma, Piera Maggio (Pietra)
Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Denise Pipitone. La bambina, figlia di Piera Maggio e di Piero Pulizzi, stava giocando davanti la casa materna a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani verso le dodici quando si sono perse le tracce.
La maggiore indiziata è stata dall’inizio la sorellastra Jessica Pulizzi, nata dal padre Piero e la moglie di questi, Anna Corona. La presunta gelosia nei confronti della bambina nata fuori dal matrimonio, che avrebbe destabilizzato l’ambiente familiare è stato considerato come movente valido, e alcuni elementi indiziari, tra cui affermazioni false raccontante agli inquirenti e un’intercettazione telefonica in cui l’indiziata parlò della piccola, ma i giudici hanno ritenuto che la stessa fosse riferita alla mattina prima della scomparsa.
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di Silvio Rossi
Mazara del Vallo (TP) – La prossima udienza del processo si terrà a Palermo il prossimo 3 ottobre, tra i convocati c’è il maresciallo Di Girolamo, per la questione dell’ispezione a casa di Anna Corona. La madre di Denise Piera Maggio spera che il processo di appello possa finalmente aiutarla a ritrovare la bambina (che oggi avrebbe quattordici anni), e crede fortemente che la figlia sia ancora viva, definendo “atto di sciacallaggio” una nuova lettera, recapitata in forma anonima, su cui è scritto che Denise è stata uccisa e sepolta sotto la spiaggia di Mazara. Piera Maggio ha un portale sempre aggiornato dedicato alla sua bambina che si chiama www.cerchiamodenise.it
La nuova intercettazione
Nello scorso mese di aprile è iniziato il processo di appello, e nuove rivelazioni sono giunte per modificare il quadro dell’accusa. In una nuova intercettazione, che riguarda i giorni successivi alla scomparsa, ma che è stata resa pubblica solo ultimamente, si sentono due persone dire: «Ciao Pe, vai a prendere Denise», «Ma Peppe che ti ha detto? Dove la devo portare?»
Non si conoscono le due persone, ma l’intercettazione è stata realizzata con una cimice installata nel motorino di Jessica, per cui certamente la ragazza era presente nel momento in cui sono state pronunciate queste parole.
Nel nuovo dibattimento si stanno rivalutando anche altri elementi. Primo tra tutti l’atteggiamento di Anna Corona, che poche ore dopo la scomparsa fece entrare i carabinieri nell’appartamento della vicina di casa al posto del suo.
La prova del video
È stato chiesto anche di acquisire come prova un video girato da Giacomo Frazzitta, avvocato di Piera Maggio, in cui un testimone, Battista Della Chiave, settantacinquenne sordomuto, asserisce di aver visto il primo settembre 2004, giorno della scomparsa, un uomo entrare in un magazzino dove lavorava in quel periodo, con una bambina in braccio che fece una telefonata. Da quel magazzino circa venti minuti dopo mezzogiorno, quando la notizia non era ancora di dominio pubblico, partì una telefonata verso Antonietta Lo Cicero, madre di Anna Corona, che ha testimoniato come le fu detto di andare da figlia e nipote perché era successo qualcosa. Chi ha chiamato era però coinvolto nella storia, perché ancora la vicenda della scomparsa non era di pubblico dominio.
La posizione di Jessica Pulizzi
I giudici hanno deciso anche di ascoltare Alice Pulizzi, la sorella minore di Jessica, per verificare l’alibi di quest’ultima, dato che i tabulati della sua utenza mobile indicano la sua presenza nel pressi di casa Pipitone proprio il giorno della scomparsa. Potrebbe quindi aggravarsi la condizione di Jessica. Se le nuove prove saranno ritenute credibili la posizione dell’accusata potrebbe cambiare notevolmente. Infatti in assenza di nuovi elementi sarebbe stato in ogni caso difficile per l’accusa dimostrare la colpevolezza superando “ogni ragionevole dubbio”.
La scomparsa di Denise
Fra pochi giorni, il primo settembre, ricorreranno dieci anni dalla scomparsa di Denise Pipitone. La bambina, figlia di Piera Maggio e di Piero Pulizzi, stava giocando davanti la casa materna a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani verso le dodici quando si sono perse le tracce.
La maggiore indiziata è stata dall’inizio la sorellastra Jessica Pulizzi, nata dal padre Piero e la moglie di questi, Anna Corona. La presunta gelosia nei confronti della bambina nata fuori dal matrimonio, che avrebbe destabilizzato l’ambiente familiare è stato considerato come movente valido, e alcuni elementi indiziari, tra cui affermazioni false raccontante agli inquirenti e un’intercettazione telefonica in cui l’indiziata parlò della piccola, ma i giudici hanno ritenuto che la stessa fosse riferita alla mattina prima della scomparsa.
Il processo
Sei anni dopo la scomparsa della bambina è iniziato il processo di primo grado presso il tribunale di Mazara del Vallo. Imputati erano Jessica Pulizzi, per concorso in sequestro di persona (gli accusatori hanno ritenuto che la ragazza avesse avuto dei complici), Gaspare Ghaleb, suo ex compagno, che è stato condannato a due anni per aver fornito false dichiarazioni ai PM, e la madre Anna Corona. Mancava però una prova che avrebbe potuto inchiodare la ragazza alle sue responsabilità, quindi il processo di primo grado ha visto nel giugno 2013 l’assoluzione di Jessica perché gli elementi accusatori non fornivano una certa responsabilità dell’imputata.
MARSALA, SCOMPARSA DENISE PIPITONE: IL GIP ARCHIVIA LA POSIZIONE DI ANNA CORONA
Redazione
Marsala (TP) – Il gip di Marsala ha archiviato la posizione della madre di Jessica Pulizzi, Anna Corona, come richiesto dalla procura a gennaio, nell'ambito del secondo troncone d'indagine per la scomparsa di Denise Pipitone. La bambina manca dalla sua casa di Mazara del Vallo dal primo settembre 2004, quando sparì, rapita, all’età di quasi 4 anni. La bambina manca dalla sua casa di Mazara del Vallo dal primo settembre 2004, quando sparì, rapita, all’età di quasi 4 anni.La bambina manca dalla sua casa di Mazara del Vallo dal primo settembre 2004, quando sparì, rapita, all’età di quasi 4 anni. Adesso Denise ha 13 anni e la mamma Piera Maggio non si arrende all'idea di riabbracciarla.
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Alberto De Marchis
Sareste disposti a controllare i vostri figli con degli apparecchi di ultima generazione? Quasi fossero i microchip dei nostri amici a quattro zampe? Bisogna considerare tanti fattori, in primis quante scomparse avvengono in Italia ogni anno. Pensiamo ai casi di scomparsa dei minori, alla piccola Celentano, oppure a Denise Pipitone o ancora ad Emanuela Orlandi. Forse ci sarebbe da riflettere, ma senz’altro si tratterebbe di una limitazione alla libertà personale. Ma probabilmente, trattandosi di minori, se ne potrebbe discutere. Intanto il settimanale Panorama, ha affrontato questo argomento. Ne riproponiamo uno spezzone.
Secondo l’Economist sono americani e giapponesi i cittadini più disposti a provare questo tipo di dispositivi di controllo. Gli europei, anche grazie a più strette politiche sulla privacy, sembrano meno preoccupati e in ogni caso più scettici sull'adozione di simili strumenti di tracking. È pur vero che in paesi del Sud America preoccupano molto le bande criminali che sequestrano e rapiscono bambini; in questo caso un dispositivo di tracciamento personale potrebbe velocizzare le ricerche.
Molte autorità pubbliche e scolastiche sono già pronte. Alcune scuole di Osaka nel 2004 hanno cominciato ad utilizzare sistemi di identificazione a radiofrequenza (meglio conosciuti come RFID ) per i singoli studenti. Attraverso questo sistema i docenti possono controllare la frequenza con la quale gli alunni sono in classe e, se sono assenti, dove realmente si trovano. A Dubai la stessa tecnologia avvisa i genitori quando i loro figli salgono o scendono dallo scuolabus; in Brasile nella città di Vitoria de Conquista, gli studenti hanno uniformi dove sono cucite etichette radio. Alcuni istituti statunitensi hanno adottato il metodo degli RFID associandolo al pagamento della retta scolastica: più assenze fa l’alunno, durante l’appello mattutino, più salate saranno le tasse da pagare. Ma c’è anche una questione religiosa da rispettare. Qualche mese fa Andrea Hernandez venne espulsa dalla sua scuola a San Antonio in Texas per aver rifiutato di indossare il sistema di identificazione RFID. La ragazza dichiarò di non volerlo indossare per il suo credo religioso e in particolare per l’associazione del chip al “Marchio della Bestia” citato nella Bibbia e di recente svelato in un messaggio di Gesù nel giugno 2012: “[…]controllerà i vostri soldi, il vostro accesso al cibo e il vostro modo di vivere. Regole, tante, che vi renderanno prigionieri. La chiave del vostro chip, che vi tiene sotto il loro controllo, sarà il Marchio della Bestia. Il 666 sarà incorporato, come numero nascosto, in un chip che sarete costretti ad accettare proprio come si farebbe con una vaccinazione”. Un messaggio che ha il suo significato per i credenti ma che non nasconde i reali pericoli dietro un’adozione di massa di sistemi di rilevamento personale.