EBOLA, PSICOSI DA CONTAGIO: TROPPE OMBRE E RESPONSABILITA’

Dopo il ping pong di notizie allarmanti arriva il ZMAPP il farmaco sperimentale somministrato per via compassionevole a due missionari americani rimasti infettati in Africa appena trasferiti in America. Eppure il CDC assicurava nei comunicati stampa che il virus Ebola non si trasmette facilmente. Il focolaio non e’ stato contenuto, un altro scandalo che prosegue la scia dell’ultimo appena vissuto nei laboratori governativi americani, i più specializzati del mondo, che senza ombra di dubbio ha mostrato procedure insicure sulla manipolazione e trasferimento dell’antrace e del virus H5N1, che dopo aver procurato imbarazzo istituzionale e un possibile contagio all’esterno, ha fatto chiudere gli stessi laboratori mettendo in atto nuove procedure di sicurezza e figure professionali con direttive specifiche. Per gli appassionati di film fantascientifici, Ebola, la nuova pandemia non è una trama neanche tanto originale, in “Contagion”, il film che con molta originalità ha tracciato scenari apocalittici sulla pandemia influenzale del 2009 (che va ricordato fortunatamente non è mai avvenuta), dopo diversi giorni era pronto un vaccino che nessuno aveva sperimentato.

di Cinzia Marchegiani

Atlanta (USA) – L’epidemia Ebola sta allarmando il mondo e tessendo paure indiscriminate facendo leva sul terrore ancestrale, quello di non avere una cura per una malattia praticamente mortale se ti infetta. Ad oggi sappiamo veramente ben poco cosa è accaduto in realtà in Africa. Il focolaio Ebola è sfuggito al controllo dei massimi esperti che dovevano contenere ed eventualmente trovare un vaccino contro questo virus letale al 90%. Più ombre che luci in questo mare di sospetti che stanno emergendo con forza se nel dettaglio si analizzano i comunicati dei più importanti laboratori specializzati al mondo mentre i report dei decessi come un contatore impazzito continua a crescere. Il 6 agosto 2014, il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) con un comunicato informava che sta rapidamente aumentando gli sforzi in corso per frenare l'espansione del focolaio Ebola dell'Africa occidentale e la distribuzione del personale di quattro nazioni africane attualmente interessate: Guinea, Sierra Leone, Liberia e Nigeria. L'epidemia è iniziata marzo 2014 in Guinea e diffuso ai paesi vicini della Liberia e Sierra Leone.

Si è da poco diffuso in Nigeria attraverso un viaggiatore di Liberia. Il 5 agosto, il CDC ha emesso un secondo “avviso di allerta per i viaggiatori in Nigeria “, notificando ai viaggiatori di praticare attenzione all'igiene ed evitare il contatto con sangue e fluidi corporei di persone malate di Ebola. Rimane in vigore invece il “livello di grado 3 per i viaggi per la Guinea, Liberia e Sierra Leone” i cui si consiglia di evitare gli spostamenti non essenziali in questi paesi. I laboratori governativi statunitensi CDC, i più importanti nel mondo, spiegano la loro missione, quella di prevenire, individuare e fermare i focolai di malattia ovunque si verifichino e a proteggere la salute dell'America migliorando la salute pubblica sia in patria che all'estero:” CDC ha contribuito gli sforzi dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per controllare l'epidemia di Ebola in Africa occidentale dall'inizio del focolaio. CDC ora sta assumendo un ruolo più attivo, ed è stata invitata dall'OMS per garantire una leadership sul fronte tecnico. Il CDC ha attivato la sua Emergency Operations Center al suo livello di risposta più alto.” Ma nonostante le procedure attivate dai laboratori governativi americani CDC che rassicurano il contenimento:“La linea di fondo con Ebola è che sappiamo come fermarlo: sanità pubblica tradizionale. Trova i pazienti, isola e prende cura di loro, trova i loro contatti, educa le persone e esegue rigorosamente il controllo delle infezioni negli ospedali. Fare queste cose con cura meticolosa e Ebola va via" ad oggi i dati sembrano non rendere merito al lavoro svolto!

Il direttore della CDC, Tom Frieden, lo stesso che neanche un mese fa ha chiuso i laboratori di Atlanta per lo scandalo sulle procedure di sicurezza sul trasferimento e neutralizzazione di sostante altamente letali come l’Antrace e il Virus H5N1, che di fatto lo ha costretto a riformare tutte le procedure e individuare una squadra di scienziati con alte cariche di responsabilità capaci di monitorare e indicare nuove linee guida sia sulla sicurezza dei laboratori che sulla comunicazione interna di errori, anticipa le tappe di questa nuova emergenza: "Per mantenere sicura l'America, gli operatori sanitari dovrebbero isolare e valutare le persone che sono tornati dalla Guinea, Liberia e Sierra Leone, in passato 21 giorni e avere febbre o altri sintomi suggestivi di Ebola. Noi salveremo le vite umane in Africa occidentale e proteggeremo noi stessi a casa fermando Ebola alla fonte." Per questo la CDC sta rapidamente inviando più esperti di controllo delle malattie per le quattro nazioni attualmente di segnalazione dei casi, 50 ulteriori esperti di controllo della malattia saranno nella regione entro 30 giorni.

Alcuni membri del personale hanno completato le loro implementazioni e sono a rotazione fuori del paese, ma il numero complessivo del personale sono in aumento. A partire dallo scorso 4 agosto 2014 la distribuzione del personale ha raggiunto 6 tecnici in Guinea, 12 in Liberia, 4 in Nigeria e 9 in Sierra Leone. La risposta a livello di agenzia continuerà fino a quando l'epidemia sarà sotto controllo, uno sforzo prevista per 3-6 mesi. In Africa occidentale, questi detective delle malattie stanno dirigendo gli sforzi per puntiformi casi e dei loro contatti utilizzando un nuovo strumento sviluppato presso il CDC, un applicazione sulla febbre emorragica virale (VHF) che accelera una delle parti più difficili di individuazione della malattia: trovare tutti esposti al virus, mentre altri esperti CDC hanno il compito di educare il pubblico su come evitare il contagio di Ebola, garantire che il personale sanitario strettamente seguono protocolli che li proteggono contro le infezioni, rafforzare gli aspetti di laboratorio della risposta e migliorare la comunicazione tra tutti i soggetti interessati (il pubblico, i pazienti e le loro famiglie, operatori sanitari, governi e organizzazioni non governative, e la media). Una “mission” dettagliata che ora sembra perfetta, ma ci si chiede cosa è stato fatto finora in Africa se questi protocolli dovevano contenere una malattia infettiva che già molto tempo sta seminando morti…. Sforzi e obiettivi che la CDC non confina esclusivamente in Africa occidentale ma anche in America, aggiornando (?) i protocolli di infezione di prevenzione per gli ospedali dove i viaggiatori con sospetta esposizione Ebola possono presentare per il trattamento, per l'equipaggio di aeromobili e personale aeroportuale e per i laboratori di manipolazione dei campioni da casi sospetti di Ebola, dichiarando che negli ospedali degli Stati Uniti possono gestire in sicurezza i pazienti con malattia di Ebola, elogiando i fattori chiave come l'isolamento dei pazienti, diligente pulizia ambientale e disinfezione, e la protezione di operatori sanitari.
Tra il 31 luglio al 1 °agosto 2014, per un totale di 163 nuovi casi di malattia da virus Ebola (EVD; casi laboratorio-confermati, probabili e sospetti) e 61 decessi sono stati segnalati dalla Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Tre di questi casi sono in Nigeria e comprendono due nuovi casi probabili – uno in un operatore sanitario e uno in un nigeriano che ha viaggiato in Guinea – e sospetto caso di un'infermiera. Le autorità nazionali di Ghana, Nigeria, Togo e continuano a lavorare a stretto contatto con l'OMS e lo partner nell'identificazione di contatti e ricerca di contatti, nonché nella preparazione di piani di intervento a seguito della recente visita e la morte di un cittadino liberiano a Nigeria da EVD e il nuovo caso probabile EVD nigeriano, che ha viaggiato in Guinea.

Ed ecco che il virus Ebola approda in America tramite due voli sanitari, che ha trasferito i missionari infettati con il virus, il giovane medico di 33 anni, il dr. Kent Brantly e Nancy Writebol di 59 anni dove sono opportunamente trattati da specialisti in malattie infettive presso la Emory University Hospital di Atlanta. Nonostante la malattia, concentrata in Africa, abbia ucciso quasi 900 persone da febbraio, esclusivamente ai due americani infettati e in condizioni davvero critiche, viene somministrato il farmaco ZMapp che sembra aver salvato la loro vita, previa firma del consenso per un farmaco sperimentale che entra nel regolamento della FDA uso compassionevole, che consente l’accesso ai farmaci al di fuori di studi clinici. Ma lo ZMAPP non è uscito dal cappello a cilindro, anzi in tutto il mondo ci sono molte società farmaceutiche che stanno sperimentando vari farmaci per questo virus. Ci si chiede quale etica ha permesso una discriminazione del genere, quando il focolaio presente in Africa non ha permesso questo trattamento per via compassionevole, ci si chiede in quanti stanno sperimentando in Africa le classi dei vaccini e non dei farmaci che invece curano la patologia. Lo ZMAPP, è descritto ufficialmente come“il risultato di una collaborazione tra Mapp biofarmaceutica, Inc. e LeafBio (San Diego, CA), Defyrus Inc. (Toronto, Canada), il governo degli Stati Uniti e l'Agenzia di sanità pubblica del Canada (PHAC). ZMappTM si compone di tre anticorpi monoclonali "umanizzati" fabbricati in piante, in particolare Nicotiana. E 'un cocktail ottimizzata combinando il meglio componenti MB-003 (Mapp) e ZMAb (Defyrus / PHAC). Lo ZMappTM è stato identificato come un candidato farmaco nel gennaio 2014 e non ha ancora stato valutato per la sicurezza nell'uomo. Come tale, ben poco del farmaco è attualmente disponibili. Qualsiasi decisione di utilizzare un farmaco sperimentale in un paziente sarebbe una decisione presa da il medico curante in base alle direttive di regolamentazione della FDA. Mapp ei suoi partner stanno collaborando con le organizzazioni governative a aumentare la produzione il più rapidamente possibile.” Quali pressioni vengono fatte affinché un farmaco facilmente somministrabile in un contesto di reale crisi planetaria non viene prodotto e inviato per uso compassionevole, con i milioni di dollari stanziati dall’USA, OMS? In effetti gli scienziati sono propensi sempre a sperimentare e collaudare un vaccino invece di un farmaco che va usato esclusivamente all’insorgenza della patologia, che avrebbe un business contenuto rispetto ad un vaccino reso obbligatorio o al massimo facoltativo al resto dell’umanità. Ci si chiede quanto di queste notizie allarmanti servano ad alimentare le paure ancestrali dell’uomo, vittima delle proprie fobie che farebbe di tutto pur di salvarsi da malattie orribile e agonie inenarrabili.
900 morti, un tasso di mortalità del 90% e in Africa non si attivano per uno studio clinico di un farmaco e “non vaccino” facendo leva sul buon senso e logica, mentre le lungaggine burocratiche e l’uso compassionevole ha un principio di etica solo per cittadini americani. Questione di finanziamenti? Non sembra perché finora per contenere e arginare e monitorare questa pandemia africana, sono stati messi a disposizione ingenti somme da capogiro, e le domande lecite ora gettano ombre inquietanti su chi in realtà e come si sta speculando su un continente terreno fertile di carne umana su cui sperimentare possibili vaccini da spammare poi sull’intero pianeta come unico ausilio per debellare definitivamente una pandemia che a dati oggettivi è difficile trasmettere con le norme igieniche adatte. Un funzionario Onu ha suggerito che i farmaci non possono essere testati nel bel mezzo di un'epidemia!!!! Sarebbe da chiedergli quando di grazia possono essere sperimentati. E il mondo ora legge tra le righe queste strategie, messe in atto con molta inquietudine, e i dubbi su come spesso queste malattie vengano sfruttate esclusivamente per fini di business, le 900 morti hanno un valore, ma non troppo evidentemente per attuare un piano sanitario atto prima di tutto a guarire e non sperimentare. Sarebbe opportuno capire chi e come è andato in Africa a sperimentare vaccini, mentre come birilli le persone infette morivano, mettendo in procurato allarme il resto del mondo che può solo conoscere le notizie dei canali ufficiali dell’OMS, della CDC e dei governi, quando purtroppo a nostre spese stiamo imparando che le inchieste dei giornali e dei magistrati hanno aperto crepe immense sull’etica degli scienziati e delle case farmaceutiche troppo legati da interessi che vanno aldilà di quello dei malati. Sarà un caso la morte di Glenn Thomas sul volo abbattuto in Ucraina? Sarà un caso se esistono diversi farmaci che possono contenere e salvare vite umane, ma non attivati e amplificati gli studi in un territorio flagellato dalle infezioni?
Il caso ha voluto che ad infettarsi fossero due statunitensi e ora i due americani saranno studiati ulteriormente per determinare come il farmaco ha lavorato con il loro sistema immunitario.

Per loro è stato possibile, ma sembra che stendere un farmaco testarlo nel corso di una epidemia massiccia sembra molto difficile e monitorarne il successo richiederebbe personale medico supplementare dove le risorse sono già scarse…Scarse? Sono scarsi i fondi stanziati? La logica….sembra un elemento assente in questa shakespeariana e holliwoodiana storia, eppure bastava prendere un gruppo di malati e attuare una sperimentazione del farmaco o farmaci promettenti…ma gli scienziati ammoniscono, sarebbe meglio un vaccino!
La pandemia Ebola sembra una trama di un film neanche tanto originale, per gli appassionati di film fantascientifici ricordano senza sorpresa “Contagion”, il film che con molta originalità ha tracciato scenari apocalittici sulla pandemia influenzale del 2009 (che va ricordato fortunatamente non è mai avvenuta e ha fatto spendere un patrimonio per vaccini mai serviti) e dopo diversi giorni era pronto un vaccino che nessuno aveva sperimentato!
Intanto la pandemia Ebola coincide con il lancio dell’Agenda Globale per la sicurezza sanitaria del governo degli Stati Uniti, che ha come obbiettivo il rafforzamento della sicurezza nazionale, aiutando altre nazioni prevenire, rilevare e rispondere efficacemente alle epidemie. Nel corso dei prossimi cinque anni, l'iniziativa rafforzerà l'infrastruttura sanitaria di almeno 30 paesi partner, con 4 miliardi di cittadini. CDC ha investito 40 milioni dollari quest'anno, nello sforzo e il presidente Barack Obama ha chiesto un supplemento di 45 milioni di dollari nel bilancio 2015, e il nuovo CDC Disease Detectives Utilizzo nuovo strumento software in febbre emorragica Ebola, è già stato messo in azione….

Il vaccino sembra l’unico obiettivo prioritario dei sistemi sanitari, in fondo la pandemia influenzale del 2009 mai verificatasi ha lasciato moniti che sono stati dimenticati con molta facilità dalle nuove allarmati notizie, che fanno purtroppo leva sull’inconscio e le paure…ma non il danno erariale per vaccini mai utilizzati. Ricordiamo che con lo sviluppo di focolai di influenza pandemica del virus H1N1 nel 2009, il ministero della Salute con un approvvigionamento d’urgenza del vaccino aveva sottoscritto un contratto capestro con la Novartis per l'acquisito di 24 milioni di dosi di vaccino per un ammontare complessivo di 184 milioni 800mila euro. Il caso volle che il procurato allarme si risolse con un solo caso sul territorio italiano che spinse il ministero ad interrompere la fornitura di oltre 12 milioni di vaccini non ancora prodotti, per un controvalore di 97 milioni 615mila 179 euro. Ora l’indennizzo dovuto alla casa farmaceutica è sotto l’inchiesta della magistratura, poiché il prezzo comprensivo del costo è sospettato di essere stato gonfiato dell'adiuvante, ed emergerebbe da un controllo dell’Agenzie delle Entrate della Novartis "evidenti profili d'illiceità fiscale, si legge, afferenti un fenomeno di trasfer pricing infragruppo, finalizzato all'accrescimento artefatto dei costi di produzione di vaccini adiuvati con MF59"

Libera interpretazione o profetica lungimiranza? Ai posteri… come sempre l’ardua sentenza. Per esorcizzare scenari apocalittici mai avvenuti, basterebbero guardare “Contagion”, l’epidemia mai avvenuta, e quel vaccino uscito dal cappello a cilindro che nel film salvò l’umanità.




ALLARME EBOLA IN AFRICA OCCIDENTALE: PARTONO ALTRI STANZIAMENTI DALL'EUROPA

Il Ministero della Salute Italiano nel frattempo ha sottoscritto un accordo con lo Stato Maggiore della Marina Militare per la gestione delle problematiche quarantenarie che saranno eseguite stabilmente a bordo delle unità navali che partecipano all’operazione Mare Nostrum al fine di effettuare le operazioni di controllo sanitario già prima che i migranti arrivino nei porti italiani ed utilizzando il lasso di tempo che intercorre tra il recupero e l’arrivo in porto.

 

di Cinzia Marchegiani

Commissione UE- Più di 325 casi di Ebola sono stati confermati in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Fino alla fine di maggio solo Guinea e Liberia erano stati colpiti. Dal 29 maggio, invece, 94 nuovi casi sono apparsi nel distretto di Kailahun della Sierra Leone, una zona al confine con la Guinea. 12 nuovi casi anche riapparso in Liberia, che erano stati dichiarati Ebola-liberoIl Laboratorio europeo di Mobile (EMLAB), un progetto finanziato dall'Unione europea per le malattie infettive pericolose, è operativo in Gueckedou, Guinea dalla fine di marzo. Gli esperti del laboratorio europeo aiutano Ministero della Salute della Guinea per la diagnosi di febbre emorragica virale tra i casi sospetti, contribuendo così a confermare la Ebola, ridurre il numero di casi non diagnosticati e limitare l'ulteriore diffusione della malattia. L'imminente stagione delle piogge rischia di ostacolare l'accesso alla epidemia di hot spot a distanza di Kailahun. Con i nuovi casi segnalati anche in Guinea e Liberia espansione regionale dell'epidemia richiede approcci coordinati e di una mobilitazione supplementare di risorse.

Ebola, scoperto nella Repubblica democratica del Congo e Sudan nel 1976, numerosi focolai di questa febbre emorragica virale sono stati segnalati in Africa orientale e centrale, ma mai non in Africa occidentale, questo dimostra che si sta spostando in altre zone. Altamente contagioso, trasmissione interumana del virus Ebola avviene per semplice contatto con sangue e fluidi corporei. Vaccino o trattamento è ancora disponibile per questo patogeno, uno del mondo più letale con un tasso di mortalità fino al 90% a seconda del ceppo.

Ieri la Commissione europea ha stanziato un supplemento di € 500 000 per migliorare gli interventi volti a contenere il peggioramento epidemia di Ebola in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Questo porta il totale degli aiuti Commissione a € 1,9 milioni.
"Questa è la peggiore epidemia mai di una delle malattie più letali che l'uomo conosca. Non possiamo abbassare la guardia – e tutti noi dobbiamo fare un passo avanti per aiutare coloro che stanno combattendo con coraggio la malattia in prima linea ", ha detto Kristalina Georgieva, commissario europeo per la cooperazione internazionale, aiuti umanitari e risposta alle crisi.

Il finanziamento consentirà tre organizzazioni per sostenere ed espandere le loro azioni: Médecins Sans Frontières per la gestione clinica dei casi, la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa per la sensibilizzazione della comunità e di sensibilizzazione, e l'Organizzazione mondiale della sanità per il rinforzo dei paesi "risposte di salute.
Esperti umanitari della Commissione sono dispiegati nella regione, dove si stanno monitorando la situazione e mantenere contatti con le autorità locali e partner.
In relazione alla facilità di trasmissione di questo virus letale e i continui sbarchi di immigrati che provengono proprio dall’Africa rende difficile poter contenere le possibili epidemie, e in merito a queste nuove emergenze il Ministero della Salute italiano, proprio lo scorso 18 giugno ha sottoscritto un accordo con lo Stato Maggiore della Marina Militare nel quale si prevede che dal 21 giugno personale sanitario del Ministero, con specifica formazione per la gestione delle problematiche quarantenarie, che competono direttamente allo Stato, sarà effettuata stabilmente a bordo delle unità navali che partecipano all’operazione Mare Nostrum al fine di effettuare le operazioni di controllo sanitario già prima che i migranti arrivino nei porti italiani ed utilizzando il lasso di tempo che intercorre tra il recupero e l’arrivo in porto. Si spiega questo nuovo approccio permette il contenimento delle possibile trasmissioni di malattie pericolose e quindi si opererà per la prima volta una proiezione in mare degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera del Ministero della salute. Medici, ed altro personale sanitario della Marina Militare imbarcato sulle stesse unità, continueranno ad effettuare gli interventi sanitari curativi che si rendessero necessari. L’operazione di controllo sanitario in mare aperto dovrebbe contribuire ad elevare ancora il livello di tutela dei cittadini residenti nel nostro Paese e quella dei migranti stessi. Il Ministero della Salute comunica questa nuova direttiva proprio sul sito istituzionale: "azione che permette di prosegue l’opera di rafforzamento del dispositivo di sorveglianza sanitaria nei confronti di potenziali rischi infettivi connessi ai flussi migratori ed ha avviato una iniziativa volta rispondere in maniera efficace all’incremento numerico delle persone da controllare."

L’Ebola, e quale altra malattia altamente infettiva, ha innescato queste nuove direttive? L’immigrazione senza fine ha creato allarmismi diventati non solo concreti, ma che hanno cambiato la vita soprattutto dei residenti delle zone dove questi approdi continui e senza sosta avvengono….una nazione deve dare assistenza, ma senza mettere in pericolo i propri cittadini…e queste notizie fanno riflettere sulle capacità amministrative non solo dell’Italia ma dell’intera Unione Europea.

LEGGI ANCHE:

24/04/2014 EBOLA: IL RISCHIO DEL VIRUS ANCHE IN ITALIA



EBOLA: IL RISCHIO DEL VIRUS ANCHE IN ITALIA

Tra i vari procedimenti attivati dal Ministero della Salute vengono previsti controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, dei cittadini italiani presenti nelle zone colpite dall’epidemia.

 

di Maurizio Costa

Roma – Il virus Ebola, che sta mettendo in preoccupazione mezzo mondo, ha già contagiato almeno 230 persone in Guinea e in Liberia. Per paura che il contagio si possa diffondere in altre zone del pianeta, tutti i maggiori aeroporti sono stati avvertiti e i passeggeri a rischio vengono controllati giornalmente dalle autorità sanitarie.

Sebbene possano sembrare utili, queste misure di sicurezza che controllano un eventuale contagio delle persone che viaggiano in aereo sono state definite troppo costose e con impatto limitato dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Non per questo i controlli cesseranno; anche perché la stessa Organizzazione ha diffuso sul suo sito una mappa che mostra i Paesi contagiati e i casi riscontrati in tutto il mondo. Gli Stati più a rischio sono, naturalmente, Guinea e Liberia (129 morti nel primo e 13 nel secondo), ma sono stati riscontrati casi anche nella Repubblica del Congo e in Zaire.

Il fatto che preoccupa maggiormente è che nella cartina viene colorata anche l'Italia, sebbene i casi riscontrati si riferiscano solamente ad alcune scimmie infette che sono state importate dalle Filippine, altro Paese a rischio. Intanto lo scorso 4 aprile il nostro Ministero della Sanità ha emanato una circolare in cui veniva comunicato l’avviamento di misure di vigilanza e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali in Italia. La nota ministeriale è stata inviata all’Enac, al Ministero degli Esteri, a tutte le regioni ed alla Croce Rossa Italiana. Tra i vari procedimenti attivati dal Ministero della Salute vengono previsti controlli sugli ingressi nel territorio nazionale e un monitoraggio, affidato al Ministero degli Esteri, dei cittadini italiani presenti nelle zone colpite dall’epidemia.  Il dato che impensierisce in maggior misura gli studiosi è il tempo di incubazione del virus che può variare da due fino a ventuno giorni per la trasmissione a contatto con sangue e secrezioni, ed arrivare a 49 giorni per contagio derivante dallo sperma.

Il virus Ebola ha una mortalità che arriva fino al 90%. L'OMS avverte che: "Il rischio di contagio per chi visita le aree infette è comunque molto basso. I viaggiatori devono comunque essere avvertiti e sapere come si trasmette la malattia e come evitarla." L'Ebola si trasmette soprattutto con il sangue e i liquidi corporei. Si rischia soprattutto se si entra in contatto con uomini e scimmie che siano state infettate o che siano già morte.

Tutte le notizie che parlavano di un contagio nell'isola di Lampedusa sono false e infondate. L'OMS assicura che è tutto sotto controllo e decine di laboratori stanno lavorando e studiando una cura, che fino ad ora non esiste.