Allarme Ebola in Guinea: confermata la presenza del virus

Torna l’Ebola in Guinea e fa immediatamente scattare l’allarme. “Siamo di fronte a un’epidemia”, ha assicurato il capo dell’agenzia sanitaria della Guinea Sakoba Keita, dopo un incontro sull’emergenza nella capitale.

A far scattare l’allarme la scoperta ieri di sette casi confermati, con tre morti, i primi decessi in cinque anni causati dalla febbre emorragica. “Questa mattina molto presto – ha aggiunto – il laboratorio di Conakry ha confermato la presenza del virus Ebola”. Immediato l’intervento dell’Oms, che ha assicurato “rapida assistenza” alla Guinea. 




Congo, epidemia di ebola: la peggiore dal 1976

L’ultima epidemia del virus di ebola nella Repubblica democratica del Congo è la peggiore nella storia del Paese. E’ quanto afferma il ministero della Sanità del Paese, riferisce la Bbc online.
Almeno 200 persone sono morte da agosto ad oggi, secondo le autorità, con oltre 300 ulteriori casi di infezione confermati.

Il programma di vaccinazione ha finora inoculato 25mila persone

Da anni, gli sforzi per alleviare la malattia nel Paese sono stati ostacolati dagli attacchi agli operatori sanitari. “Ad oggi, sono stati registrati 319 casi e 198 decessi”, ha detto il ministro della Sanità, Oly Ilunga. Metà delle vittime sono di Beni, una città di 800mila abitanti nella regione di Kivu, afferma l’autorità sanitaria. L’attuale epidemia è la decima divampata nel Paese ed è la peggiore dal 1976, quando venne segnalato il primo focolaio.




EBOLA: UN NUOVO SPETTRO NONOSTANTE IL VACCINO

di Cinzia Marchegiani

Ginevra – Arriva l’annuncio da parte dell’OMS dei dati provvisori sul vaccino contro l’Ebola testato in Guinea grazie a dei volontari. Quest'aggiornamento sul vaccino contro l'Ebola avviene quasi in contemporanea allo studio pubblicato sulla rivista PLoS Biology che invece mette in guardia sugli effetti devastanti che i vaccini “non perfetti” possano facilitare l'evoluzione e la sopravvivenza di versioni sempre più virulenti di un virus, mettendo gli individui non vaccinati più a rischio della stessa malattia grave.

I titoloni di alcuni giornali riportano il vaccino contro l’Ebola efficace al 100%, ma il comunicato dell’OMS riporta ben altra verità.

L’OMS pur annunciando che i risultati di un’analisi ad interim in Guinea dell’efficacia del vaccino VSV-EBOV (Merck, Sharp & Dohme) nella fase III, è altamente efficace contro Ebola, l'organismo indipendente di esperti internazionali – Il Consiglio di monitoraggio dei dati e di sicurezza – che hanno condotto la revisione, informa che il processo deve continuare. I risultati preliminari di analisi di questi dati provvisori sono pubblicati oggi sulla rivista britannica The Lancet.

Margaret Chan, direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità addirittura lo etichetta come uno sviluppo estremamente promettente mentre ringrazia per il merito di questo studio, il governo della Guinea, gli abitanti delle comunità e dei nostri partner in questo progetto e spiega: “Un vaccino efficace sarà un altro strumento molto importante per entrambe le epidemie di Ebola attuali e futuri".
Servono iulteriori prove conclusive sulla sicurezza. Così mentre il vaccino fino ad ora mostra il 100% di efficacia nei soggetti, il comunicato spiega che sono necessarie ulteriori prove conclusive sulla sua capacità di proteggere le popolazioni attraverso quello che viene chiamato "immunità di gregge". A tal fine, l'autorità e l'etica recensione comitato di regolamentazione nazionale della Guinea hanno approvato la continuazione del processo.

Nuova scoperta sui vaccini mette allerta gli scienziati. In virtù dello studio che capovolge la sicurezza dei nuovi vaccini svolto da un gruppo internazionale guidato dal Prof. Andrew Read, il Evan Pugh Professore di Biologia e Entomologia e Eberly Professore di Biotecnologie presso la Penn State University, USA e dal Prof. Venugopal Nair, il capo del programma di aviaria Malattie virali a L'Istituto Pirbright, Regno Unito, gli scienziati del mondo sono stati allertati nel considerare questa nuova scoperta, affinché si possa verificare con assoluta certezza la non pericolosità di influenzare l'evoluzione della virulenza di virus. Il professor Nair coautore di questa importante scoperta infatti affermava: "La nostra ricerca dimostra che l'uso di vaccini imperfetti può favorire l'evoluzione di ceppi virali 'hot' più cattivi che mettono gli individui non vaccinati più a rischio. Quando un vaccino funziona perfettamente, impedisce soggetti vaccinati di prendere la malattia, e impedisce loro anche di trasmettere il virus ad altri”. Cioè la stessa vaccinazione facilita il contagio del virus più virulento a persone non vaccinate. E nel caso di Ebola sarebbe un disastro mondiale. La sfida del futuro – spiegano gli scienziati di questa ricerca – è quella di identificare se ci sono altri tipi di vaccini utilizzati negli animali e nell'uomo che potrebbe anche generare tali rischi evolutivi" spiegano gli autori dello studio inedito.

Sperimentazione in Guinea. Il processo di vaccinazione nella comunità della Guinea colpite ha cominciato colpite il 23 marzo 2015 per valutare l'efficacia, l'efficacia e la sicurezza di una singola dose di vaccino VSV-EBOV utilizzando una strategia di vaccinazione "anello". Ad oggi, più di 4000 contatti stretti di quasi 100 pazienti Ebola, compresi i familiari, vicini e colleghi di lavoro, hanno volontariamente partecipato alla sperimentazione. Il processo di randomizzazione è stato interrotto il 26 luglio per consentire tutte le persone a rischio di ricevere il vaccino immediatamente, e per ridurre al minimo il tempo necessario per raccogliere prove più conclusive necessaria per eventuali licenze del prodotto. Fino ad ora, il 50% degli anelli sono stati vaccinati 3 settimane dopo l'identificazione di un paziente infetto per fornire un termine di paragone con anelli che sono stati vaccinati immediatamente. Per ora questo processo si ferma, e ha incluso ragazzi dai 13 ai 17 anni. Sulla base di nuove prove di sicurezza, anche i bambini dai 6 ai 12 anni potranno essere inclusi.

"Il metodo di vaccinazione 'anello' adottato per la sperimentazione del vaccino si basa sulla strategia di eradicazione del vaiolo," ha detto John-Arne Röttingen, Direttore della Divisione di controllo delle malattie infettive presso l'Istituto norvegese di sanità pubblica e presidente del gruppo di studio direttivo. "La premessa è che vaccinando tutte le persone che sono venute in contatto con una persona infetta si crea un 'anello' protettivo e fermare il diffondersi del virus ulteriormente. Questa strategia ci ha aiutato a seguire l'epidemia disperso in Guinea, e fornirà un modo per continuare questo come un intervento di sanità pubblica in modalità di prova. "

L’OMS afferma:Se il vaccino è efficace, allora stiamo proteggendo i lavoratori in prima linea dal virus. "In parallelo con la vaccinazione anello, inoltre stiamo conducendo uno studio dello stesso vaccino sui lavoratori in prima linea", ha detto Bertrand Draguez, Dirigente Medico presso Medici senza frontiere. "Queste persone hanno lavorato senza sosta e mettere la loro vita in pericolo ogni giorno per prendersi cura dei malati. Se il vaccino è efficace, allora siamo già li protegge dal virus. Con tale elevata efficacia, tutti i paesi colpiti dovrebbero immediatamente iniziare e si moltiplicano vaccinazioni anello di rompere le catene di trasmissione e di vaccinare tutti i lavoratori in prima linea per proteggere i loro ".
Il processo è in corso di attuazione da parte delle autorità della Guinea, l'OMS, Médecins sans Frontières (MSF) e l'Istituto norvegese di sanità pubblica, con il supporto di un ampio partenariato di organizzazioni internazionali e nazionali."Si tratta di un risultato notevole, che mostra la potenza di partnership internazionali eque e flessibilità", ha dichiarato Jeremy Farrar, direttore del Wellcome Trust, uno dei finanziatori del processo. "Questa partnership dimostra anche che tale lavoro critico è possibile nel bel mezzo di una terribile epidemia. Si dovrebbe cambiare come il mondo risponde a queste minacce di malattie infettive emergenti. Noi, e tutti i nostri partner, resta pienamente impegnata a dare al mondo una cassetta di sicurezza e vaccino efficace".
"Questo lavoro da record segna una svolta nella storia della salute R & S", ha detto il Vice Direttore Generale Marie-Paule Kieny, che guida la ricerca di Ebola e lo sforzo di sviluppo presso l'OMS. "Ora sappiamo che l'urgenza di salvare vite può accelerare la R & S. Saremo sfruttare questa esperienza positiva di sviluppare un quadro di preparazione di R & S globale in modo che se un altro grande focolaio di malattia sempre accade di nuovo, per qualsiasi malattia, il mondo può agire in modo rapido ed efficiente per sviluppare e utilizzare strumenti medici e prevenire una tragedia su larga scala. "

Lo spettro della nuova ricerca angloamericana. Vaccini che trasmettono e contagiano i non vaccinati. Un incubo per il virus Ebola. Ora il nuovo vaccino contro il virus dell’Ebola dovrà prendere in considerazione il nuovo studio del Prof. Andrew Read, il Evan Pugh Professore di Biologia e Entomologia e Eberly Professore di Biotecnologie presso la Penn State University, USA e dal Prof. Venugopal Nair, il capo del programma di aviaria Malattie virali a L'Istituto Pirbright, Regno Unito, poiché gli stessi temono un colpo di coda dei nuovi vaccini soprattutto quelli contro pandemie devastanti. Il Professor Andrew Read infatti ha appena ammonito: "La preoccupazione ora è di circa vaccini di nuova generazione. Se i vaccini di nuova generazione sono imperfetti, essi potrebbero guidare l'evoluzione di ceppi più virulenti del virus. Ora serve determinare più rapidamente possibile i vaccini contro il virus Ebola che ora sono in sperimentazione clinica non siano leaky, cioè fallimentare, che trasmetta il virus Ebola tra le persone. Non vogliamo che l'evoluzione di malattie virali come mortali come Ebola evolversi nella direzione che la nostra ricerca ha dimostrato è possibile con i vaccini, imperfetti o fallimentari”.




EBOLA: SCOPERTO IL TALLONE D’ACHILLE

di Cinzia Marchegiani

Bronx (NY) –
Una scoperta importante indubbiamente che sembra portare luce e speranza per questa pandemia che ha in poco tempo allarmato il mondo intero, l’Ebola. Se da un lato si stanno prodigando per testare vaccini in quelle zone dove la malattia si è sviluppata e trasmessa esclusivamente per mancanza di igiene, scienziati del USAMRIID presenti in Liberia hanno confermato come le mutazioni del virus in tempo reale portino anche problemi non indifferenti anche riguardo l’impatto sulla diagnostica e terapeutica. Ciò metterebbe anche in dubbio il valore preventivo di un eventuale vaccino sviluppato da somministrare come antidoto per questa malattia contagiosa ma solo in condizioni di estrema insicurezza d’igiene e controllo. Il virus Ebola è noto per aver ucciso fino al 90 per cento delle persone che infetta. Ebola febbre emorragica, la malattia grave, di solito fatale che virus Ebola provoca negli esseri umani e non umani in primati-prima emerse nel 1976 nei villaggi lungo il fiume Ebola in Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo, l'Africa. Il 2014 Ebola epidemia è stato il più grande nella storia, che colpisce più paesi dell'Africa occidentale. Ad oggi ci sono stati circa 27.000 i casi totali di malattia (compresi i sospetti, probabili e confermati) e più di 11.000 morti, secondo il Centers for Disease Control and Prevention. Ma per Ebola, per quanto ci siano in attivo moltissimi trials clinici, ad oggi non ci sono trattamenti approvati o vaccini.

LA CHIAVE DI VOLTA

Dalle malattie genetiche spesso vengono le soluzioni mediche e farmaceutiche più importanti, quelle chiavi di volta che la natura e l’evoluzione ha nascosto in persone malate che affrontano battaglie contro un destino incomprensibile e crudele che porta alla morte.

Ebola sembra aver trovato il suo killer proprio dallo studio di una malattie che deriva da una mutazione genetica che ha per nome la Niemann-Pick. Infatti le persone prive di una proteina detta NPC1, che sviluppano questa malattia neurodegenerativa fatale, in cui le cellule si intasano con colesterolo e alla fine muoiono, non si infettano con il virus Ebola.
La straordinarietà di questa scoperta ha portato ad affermare il Dott Chandran, che: “idealmente, la futura ricerca sugli esseri umani, sulla base di questi risultati, porterà allo sviluppo di farmaci antivirali che possono efficacemente indirizzare NPC1 e prevenire l'infezione non solo da Ebola, ma anche da altri filovirus altamente virulenti, che richiedono anche NPC1 come un recettore”.

STUDIO SU MBIO: "NIEMANN-PICK C1 È ESSENZIALE PER LA REPLICAZIONE DEL VIRUS EBOLA E LA PATOGENESI IN VIVO”
Un team internazionale tra cui scienziati di Albert Einstein College Of Medicine di Teshiva University e la US Army Medical Reasearch Institute of Infectious Diseases (USAMRIID) ha identificato il "lucchetto" molecolare che il virus Ebola mortale deve scegliere per ottenere l'ingresso nelle cellule. I risultati, realizzati nei topi, suggeriscono che i farmaci che bloccano l'ingresso di questo blocco potrebbero proteggere contro l'infezione Ebola.

SCOPERTA E MECCANISMO DEL BLOCCO INFEZIONE EBOLA
I ricercatori hanno scoperto che il virus Ebola non può infettare le cellule, a meno che prima si lega a una proteina chiamata Niemann-Pick C1 (NPC1).

Il leader del co-studio Kartik Chandran, Ph.D professore associato di microbiologia e immunologia e Harold e Muriel Block Facoltà Scholar in Virologia Einstein spiega: "Il nostro studio rivela come il NPC1 è il tallone d'Achille per infezione da virus Ebola. Topi privi di entrambe le copie del NPC1 gene, e quindi privo di proteina NPC1, erano completamente resistenti alle infezioni ".
Gli altri leader del co-studio sono Steven Walkley, DVM, PH.D, professore di Dominick P. Purpura Dipartimento di Neuroscienze, di patologia, e del Saul Korey R. Dipartimento di Neurologia a Einstein, e John M. Dye, Ph .D., Ramo Capo di Viral Immunologia presso l'US Army Medical Research Institute of Infectious Diseases.

Il virus Ebola si lega alla membrana esterna della cellula ospite, e una porzione di membrana della cellula ospite poi circonda il virus e lo intrappola, creando un endosoma (bolla di membrana all'interno della cellula). Gli endosomi portano i loro clandestini virali in profondità all'interno della cellula e poi maturano nei lisosomi (piccole strutture di enzimi che digeriscono pieno e riciclano componenti cellulari).
I virus in cattività nel lisosoma riescono a sfuggire alla distruzione sfruttando componenti della cella per entrare nel citoplasma, la sostanza tra la membrana cellulare e il nucleo in cui il virus può replicarsi. Ma le identità di molti di questi componenti sono rimasti sconosciuti.

RUOLO DELLA PROTEINA NPC1 E CONTROLLO INFEZIONE EBOLA
I ricercatori della Einstein e USAMRIID, in un precedente studio hanno, insieme con colleghi del Netherlands Cancer Institute e Harvard Medical School, hanno trovato le prove, in colture di tessuti, che Ebola sfrutta la NPC1 proteina per entrare citoplasma della cellula. La NPC1 è incorporato all'interno delle membrane cellulari, dove aiuta il colesterolo di trasporto all'interno della cellula. Le persone prive di NPC1 dovute a mutazioni genetiche di sviluppare una malattia neurodegenerativa fatale chiamata malattia di Niemann-Pick, in cui le cellule si intasano con colesterolo e alla fine muoiono.
Lo studio degli animali in corso mirava a confermare appunto se NPC1 era fondamentale pee infettività da Ebola. I ricercatori hanno sfidato sia i topi "wild type" (che hanno due copie intatte del NPC1 gene) e "topi knockout" (privi di entrambe le copie del gene) con il virus Ebola. Il dottor Walkley fa presente: "Mentre i topi wild-type ceduto alla infezione, i topi knockout erano del tutto privi di replicazione del virus e completamente protetto contro la malattia

TERAPIE POSSIBILI

Anche se un trattamento simile negli esseri umani potrebbe anche bloccare la via di trasporto del colesterolo, il professor Andrew S. Herbert, Ph.D., Senior ricercatore nel Viral Immunology Branch a USAMRIID, e co-primo autore dello studio chiarisce: "Pensiamo che i pazienti sarebbero in grado di tollerare il trattamento, che sarebbe necessaria solo per un breve periodo di tempo”.

Lo studio ha anche individuato come i "Carrier", topi con una sola copia del lavoro NPC1 (che possiedono la metà della normale dotazione di NPC1 recettori rivelati sostanzialmente) non sono totalmente resistenti alle infezioni Ebola. "Questo suggerisce che i farmaci che interferiscono con l'interazione di Ebola con NPC1, anche se alcuni virus Ebola sono in grado di entrare nelle cellule, potrebbero probabilmente ancora fornire qualche beneficio da infezione letale", ha detto il dottor Dye.
"Idealmente," il Dott Chandran, ha detto, "la futura ricerca sugli esseri umani, sulla base di questi risultati, porterà allo sviluppo di farmaci antivirali che possono efficacemente indirizzare NPC1 e prevenire l'infezione non solo da Ebola, ma anche da altri filovirus altamente virulenti, che richiedono anche NPC1 come recettore".

IL PATRIMOMIO INTRINSECO DELLE MALATTIE GENETICHE PER SCONFIGGERE QUELLE ENDEMICHE
Questo studio appena pubblicato sul giornale scientifico Mbio, spalanca scenari incredibili, e fa riflettere sulle malattie neurodegenerative che colpiscono molti bambini che hanno già un destino manifesto, quello di grandi sofferenze e morte certa. Questa scoperta di valore infinitamente grande fa comprendere come molte malattie gravi che esistono sono in realtà una fonte inesauribile di grandi tesori, che nella loro unicità e al contempo drammaticità, mettono a disposizione per gli scienziati e i ricercatori informazioni troppo importanti per la scienza medica e il progresso della stessa nel mondo. La storia della medicina mondiale ha insegnato che queste malattie genetiche , nascondono meccanismi biomolecolari che servono per sconfiggere altre malattie più endemiche… e pericolose per la popolazione. Ciò riporta la storia della malaria e della microcitemia. La malaria in Italia e in altre parti del mondo ha rappresentato un formidabile fattore di pressione selettiva sulle popolazioni umane. Tale ruolo è stato compreso solo a partire dalla fine degli anni Quaranta del Novecento, quando fu avanzata la cosiddetta “ipotesi malaria” o “ipotesi Haldane”, dal nome del genetista John B.S. Haldane che la propose nel 1949. L’ipotesi suggeriva appunto che le malattie avessero agito come fattore selettivo, contribuendo all’evoluzione del patrimonio genetico umano. Si potevano spiegare così numerosi fenomeni che fino ad allora erano rimasti misteriosi, e che vennero inquadrati negli anni successivi. In particolare, compresero i motivi della permanenza di alcune mutazioni genetiche umane che potevano risultare letali. In Italia, per esempio, la microcitemia (detta anche anemia mediterranea, un’anomalia genetica del sangue, che in condizione omozigote è letale nei primi anni di vita) era presente con frequenze anche del 20% nelle popolazioni di aree intensamente malariche come la Sardegna e il Delta del Po. Negli anni Quaranta, due medici romani, Ezio Silvestroni e Ida Bianco dimostrarono la correlazione tra talassemia e microcitemia, chiarendo che la prima è dovuta all’omozigosi del tratto genetico che in condizione eterozigote è causa della microcitemia. In precedenza, mancando le conoscenze di genetica necessarie alla diagnosi della microcitemia, ci si era solo interrogati sulla correlazione, evidente, tra talassemia e malaria. Per mezzo di un approccio genetico ed epidemiologico, con analisi statistiche su un ampio numero di individui, si riuscì a chiarire che la condizione eterozigote, rappresenta un vantaggio nelle aree ad alta endemia malarica. Per questo motivo, nel corso dei secoli la selezione naturale aveva mantenuto una frequenza piuttosto alta della mutazione microcitemica, nonostante la letalità in omozigosi.

RITA LOREFICE CASO ITALIANO DI NIEMANN-PICK

Ancora oggi la natura e l’evoluzione selettiva ha messo a disposizione materiale prezioso in bambini spesso gestiti dalle istituzioni sanitarie come casi in cui è caldamente consigliato l’eutanasia passiva, almeno in Italia. Si proprio ai bambini che hanno la Niemann-Pick, come la piccola Rita Lorefice, morta pur avendo fatto le infusioni con Stamina, che aveva dimostrato un quadro di netto miglioramento. Alla piccola Rita, morta con atroci dolori, lo Stato Italiano non gli ha concesso di continuare quelle terapie a lei dimostrate essenziali pur avendo una sentenza di un giudice che ne autorizzava il proseguimento delle stesse. Verrebbe da dire una scienza malata che  garantirebbe meno sofferenza con l’eutanasia ma non una chance per vivere con dignità.

Ebola e il suo spettro di morte ha insegnato che molte cose hanno una spiegazione, come la malaria e la talassemia. Ma le memorie storiche e mediche spesso vengono sopraffatte da posizioni scientistiche che si arrogano il diritto di decidere della vita del prossimo…Chapeau!




SASSARI: AUMENTANO I CONTAGIATI DA EBOLA

Redazione

Altri quattro tra medici e tecnici di laboratorio che sarebbero venuti a contatto, diretto o indiretto, con il virus dell'Ebola durante la degenza del 37enne infermiere e cooperante sassarese rientrato il 6 maggio dalla Sierra Leone, sono stati messi in isolamento. Si tratta di una misura precauzionale per gli stessi operatori sanitari dei quali vengono monitorati, come per gli altri 13, i parametri fisiologici.

I contagiati aumentano. E' polemica. si scatena la polemica sulla gestione dell'emergenza. Dopo il vertice in prefettura a Sassari di tre giorni fa, durante il quale è stato fatto il punto sulla situazione e verificate alcune criticità, come l'assenza della barelle di biocontenimento l'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari avrebbe fatto scattare un'inchiesta interna per verificare se siano state seguite alla lettera le procedure ministeriali previste per la gestione di un caso di contagio da virus. A Sassari infatti da ottobre scorso è stato approntato uno dei centri di emergenza per le malattie infettive. L'altro in Sardegna, è a Cagliari. Sono dunque 17 in totale, tra familiari (quelli più a rischio per essere stati molto tempo a contatto con il cooperante), medici, infermieri, tecnici e operatori del 118 che sono in isolamento dopo il ricovero del 37enne allo 'Spallanzanì. Il sindaco di Sassari rigetta polemiche: "Siamo stati protagonisti per la prima volta -dice Nicola Sanna- del primo caso di Ebola registrato sul territorio nazionale ed europeo che è stato gestito professionalmente e senza rischio, attraverso l'adozione dei protocolli necessari da parte delle Unità di crisi regionale e locale. Ritengo sia necessario utilizzare cautela e non scatenare panico su eventuali rischi di contagio perché spesso gli allarmismi fanno più danno del vero pericolo".




EBOLA: ACCERTATO NUOVO CASO IN ITALIA

di Maurizio Costa

Roma – L'infermiere di Emergency, che ha contratto l'ebola in Sierra Leone, è atterrato alle 2.50 di questa mattina a Pratica di Mare ed è stato trasportato all'ospedale Spallanzani di Roma per le cure previste. Il 37enne verrà curato con farmaci non ancora ufficiali ma che possono far guarire dal virus africano.

Durante una conferenza stampa, i medici hanno spiegato che "al momento della presa in carico il paziente era febbrile, lucido e collaborante". L'infermiere di Emergency sa affrontare il virus, essendo stato in contatto con i malati africani per lunghi mesi.

I medici hanno affermato che "il paziente ha iniziato il trattamento antivirale specifico con un farmaco non registrato, autorizzato da un'ordinanza Aifa. Abbiamo già contattato il Centro Nazionale Sangue e stiamo valutando tutte le opzioni terapeutiche, in accordo con il centro di coordinamento dell'Oms".

Il direttore dell'ospedale ha dichiarato che potrebbe essere utilizzato il plasma di un donatore già guarito dall'ebola, una cura che è stata fruttuosa in molti casi in giro per il mondo.

Luigi Arru, assessore regionale alla Salute della regione Sardegna, dove l'infermiere abitava, ha dichiarato che "il rischio di contagio è trascurabile e il personale che ha preso in carico il paziente è altamente specializzato e attrezzato. Inoltre – ha aggiunto Arru – la struttura clinica interaziendale che ha gestito l'emergenza legata all'infezione da virus Ebola contratta in Sierra Leone dall'infermiere sassarese di 37 anni ha disposto un periodo di quarantena per altre tre persone".

L'infermiere aveva avuto i primi sintomi qualche giorno fa, subito dopo il ritorno dalla Sierra Leone. La febbre altissima ha fatto salire le preoccupazioni dell'infermiere, che ha quindi raggiunto subito l'ospedale sardo più vicino.




STAMINA / EBOLA: I DUE OPPOSTI LETALI

Mentre in Italia la legge sulla sperimentazione stamina viene bloccata, le sentenze a favore dei malati vengono disattese, e ancora tutto è appeso ad un filo, in America l’istituto NIH stipula un accordo industriale per condurre sperimentazioni cliniche in America e in Europa per  testare farmaci sulle malattie da accumulo lisosomiale con un finanziamento in dollari multi milionario dalla soceità Vtess

di Cinzia Marchegiani

Ci si chiede con forza se dietro a Stamina qualcosa di più grande sia intervenuto. A pensarlo fa male, perché purtroppo a subire le ingiustizie sono tanti bambini orfani di cure, di farmaci che potrebbero lenire non solo dolori atroci e una travagliata esistenza, ma anche rallentare il processo di morte cui molti di questi pazienti sono inevitabilmente destinati. E fa male ancora di più dover accettare la palese diseguaglianza di trattamento: per l’epidemia Ebola, vista la gravità e pericolo di morte cui stavano andando medici impegnati sul fronte africano sono stati autorizzate cure compassionevoli. E per tutti coloro che avrebbero potuto o almeno voluto provare a salvarsi con Stamina?

In Italia, il dottor Fabrizio Pulvirenti, affetto da malattia da Virus Ebola, veniva ricoverato dal 25.11.2014 al 2.1.2015 nell’ Unità di alto isolamento dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e trattato con terapie ancora non sperimentate sugli umani. Ma la vita ha valore per tutti o dipende esclusivamente dal nome della malattia che ha colpito il malato? Perché questo è il messaggio che con forza esce fuori da queste tragiche notizie. Un medico può sconfiggere la morte e riprendersi la sua normale vita, mentre dei bambini devono ricorrere ad un santo in paradiso affinché qualcuno ascolti il loro grido straziante…E’ stato tutelato in egual misura il diritto e il rispetto alla vita?

E' indubbio che per Stamina non c’è stata questa grande determinazione e scelta etica contro le regolamentazioni dei farmaci. E così, un paziente che aveva trovato beneficio con una terapia, quando per quel paziente la medicina ufficiale non aveva efficacia, qualcuno, le istituzioni, hanno deciso che il paziente non poteva avere l’opportunità di ricevere le cure compassionevoli, una chance per vivere insomma. Si è fatto un processo mediatico, facendo passare il messaggio che stamina fosse inappropriata. A notizie aggiornate, lo stesso diritto viene invero riconosciuto ad altri malati che sono stati contagiati da una malattia che ha suscitato più clamore e paura, l’Ebola, diventata una vera pandemia perché, come viene specificato nelle slide in un convegno promosso dallo stesso istituto Spallanzani, è una malattia della povertà, della scarsa igiene.

La Niemann-Pick è una malattia genetica, grave che porta a morte. Eppure in Italia la bimba Rita Lorefice era riuscita tramite le infusioni agli Spedali Civili di Brescia ad ottenere importanti risultati, la sua esistenza aveva trovato una speranza, ma è morta con dolori atroci il 3 giugno 2014 nonostante una sentenza del tribunale di Modica intimava il Commissario Belleri ad indicare i nomi dei medici per effettuare l’infusione e il proseguimento di quella terapia che per lei era stata fondamentale. Le analisi strumentali dei suoi organi lasciavano prospettive positive, il dr Giannone infatti aveva certificato che: “il quadro normativo odierno, eseguito a poche settimane dalla prima infusione staminali, conferma l’evidente miglioramento metabolico e quindi clinico della piccola paziente, che adesso riesce ad alimentarsi meglio e più abbondantemente (diminuzione dell’epatosplenomegalia e conseguente della iperdistensione addominale) mostrando anche evidenti segni di miglioramento delle condizioni cognitiva, dell’interazione con l’ambiente e le persone, della risposta del disagio termico e delle manovre mediche più fastidiose (miglioramento del quadro generale).”

Un peccato che dietro a Stamina non ci sia una vera industria farmaceutica che potrebbe far soldi a palate, in fondo sono cellule staminali mesenchimali prelevate da un parente, rielaborate che vengono immesse nel paziente, non possono né essere sintetizzate in laboratorio chimico, e cosa più dannosa, non creano dipendenza da altri farmaci, non hanno bisogno di terapia immunosopressoria, quindi non possono generare un mercato alternativo che possa fidelizzare il paziente all’industria farmaceutica…Già, un vero danno per il business del farmaco, e neanche marginale se si pensa quanti altri business si possono intavolare conoscendo la stima delle entrate annue solo per aver fidelizzato un cliente con farmaci di cui ha bisogno giornaliero per il resto della propria vita.

Proprio ieri sul sito dell’istituto di ricerca americano, la principale agenzia federale che conduce e sostiene la ricerca medica di base, clinica e traslazionale, è stato dato l’annuncio che i ricercatori del National Institutes of Health NIH hanno stipulato un accordo con la società di biotecnologie Vtesse, Inc., di Gaithersburg, nel Maryland, per sviluppare trattamenti per Niemann-Pick di tipo C (NPC) e di altre malattie da accumulo lisosomiale, note anche come malattie da accumulo di lipidi, e che comprendono circa 50 rare malattie ereditarie che di solito colpiscono i bambini. I materiali grassi si accumulano nelle cellule e tessuti del corpo. Queste malattie possono provocare danni al cervello, sistema nervoso periferico, fegato e altri organi e tessuti; sono spesso fatali. Così i ricercatori del Centro Nazionale per l'avanzamento Sciences traslazionale (NCATS) e Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development (NICHD), entrambe le parti del NIH, condurranno studi sulla NPC e altre malattie da accumulo lisosomiale, con finanziamenti forniti da Vtesse. Si parla di circa 25 milioni di dollari. Forbes D. Porter, MD, Ph.D. direttore clinico NICHD dichiara:”Il nostro ruolo è quello di testare promettenti nuovi farmaci e terapie per garantire che siano sicuri ed efficaci."

Pensate, le malattie da accumulo lisosomiali vengono descritte come patologie devastanti, come ricorda NCATS direttore Christopher P. Austin, MD:”Questo è un ottimo esempio di come il lancio di un progetto per studiare la biologia di base di una malattia può portare a progressi che tengono la promessa per un intero gruppo di malattie , l'obiettivo NCATS di trovare ciò che è comune tra le malattie e il processo di traduzione di scienza,sono grato a tutti i pazienti NPC, le loro famiglie e gruppi di sostegno ai pazienti che sono stati partner alla pari nei nostri sforzi per trovare soluzioni terapeutiche per queste patologie devastanti."
Vtesse sosterrà il corso di fase di sperimentazione clinica per NPC presso il Centro Clinico NIH. Vtesse prevede inoltre di collaborare con NICHD di lanciare un secondo studio clinico di ciclodestrine negli Stati Uniti e in Europa per il trattamento della NPC, previsto per cominciare nel 2015. L'uso di ciclodestrine per NPC ha ottenuto la designazione di farmaco orfano negli Stati Uniti e Europa, incentivando lo sviluppo di prodotti che promettono di dimostrare per la diagnosi e il trattamento di malattie o patologie rare.
I pazienti con NPC tipicamente sviluppano la compromissione della coordinazione e movimento (atassia) e altri problemi neurologici come risultato dall’accumulo di colesterolo nelle cellule cerebrali. Grazie a questo accordo, Vtesse finanzierà anche gli studi pre-clinici condotti da ricercatori NCATS di sviluppare vari tipi di composto delta-tocoferolo, una forma di vitamina E, per indirizzare malattie da accumulo lisosomiale. Il team NCATS ottimizzerà i composti delta-tocoferolo per ulteriori test come potenziali trattamenti singoli o come terapia di combinazione con ciclodestrine. Vtesse ha concesso in licenza esclusivamente diverse applicazioni NCATS brevetto specifico per il loro uso nel trattamento di malattie da accumulo lisosomiale.

Perché se la logica e i principi dell’etica universale non sono opinioni e quisquiglie soggettive, per Ebola sono stati permessi dall’OMS e dagli stati nazionali, per una scelta etica, la possibilità di testare farmaci ancora non sperimentati sull’uomo, mentre con le terapie avviate agli Spedali civili di Brescia, è stato organizzato un vero attacco ad una legge italiana che ne permetteva la sperimentazione, e approvata all’unanimità, nonostante ci sono documenti che dimostrano come le oltre 400 infusioni somministrare in questo grande ospedale italiano, non abbiano prodotto alcun effetto collaterale.

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 274 non dice che la sperimentazione deve essere bocciata, ma semplicemente che non c’è violazione di eguaglianza per pazienti che avevano fatto accesso alle terapie prima dell’entrata in vigore della legge d.L n.24 del 2013, appunto che autorizzava la sperimentazione, che tali trattamenti sono autorizzati dalla stessa legge, ma non permessi a chi ne hanno fatto richiesta dopo l’emanazione della legge stessa. Intanto le ombre sul comitato scientifico, il terzo per l’appunto nominato (che fotografa come sia stato gestito malissimo tutto l’iter e che rappresenta solo l’apice di un iceberg immenso) non sono state definitivamente chiarite… eppure nessuno di questi pazienti trattati sono stati monitorati per capire quanti e quali danni dovrebbero aver subito dopo il trattamento con Stamina… In parole povere è stato detto che le infusioni sono state pericolose, ma senza prove agli atti, i genitori di questi bambini lo gridano a gran voce…cosa state combinando? La vita di Rita Lorefice aveva un valore diverso se malata di ebola rispetto alla Niemann-Pick? A noi sembra solo una bambina morta con dolori allucinanti, e aveva un’opportunità che gli è stata tolta. 

Intanto 25 milioni di dollari sono stati messi nel carniere, si sa, il mercato farmaceutico è sempre un’industria e deve mantenere i propri dipendenti, i salari a fine mese devono essere onorati.
La vita è un patrimonio unico, e non può avere un valore differente in base alle etichette Ebola VS Stamina.




EBOLA: STABILI LE CONDIZIONI DEL MEDICO RICOVERATO ALLO SPALLANZANI

Redazione

Roma – Restano "stabili" le condizioni cliniche del medico italiano affetto da Ebola ricoverato il 25 novembre presso l'Istituto "Spallanzani" di Roma. E' quanto si legge nell'ultimo bollettino medico emesso dall'ospedale, secondo cui "il paziente resta in assistenza respiratoria meccanica". La prognosi "rimane riservata".




EBOLA: MEDICO ITALIANO CONTAGIATO TRASFERITO A ROMA

Redazione

Roma – Un medico italiano di Emergency e' risultato positivo al virus Ebola in Sierra Leone. Sono state immediatamente attivate l'Unita' di crisi della Farnesina e l'Aeronautica Militare per le conseguenti attivita' operative ed il trasferimento del paziente presso l'Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. Lo comunica il ministero della Salute.

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, d'intesa con il Presidente del Consiglio, il Ministro della Difesa, il Ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale e il Ministro dell'Interno, ha dato disposizioni immediate per organizzare il trasferimento e il trattamento del medico italiano con trasporto ad alto biocontenimento. Il medico di Emergency arrivera' in Italia durante la nottata.

Sono state predisposte tutte le misure per garantire il trasporto e il ricovero del paziente in massima sicurezza e iniziare tempestivamente il trattamento clinico. Lorenzin dichiara: "Mi sento di rassicurare la famiglia che il nostro medico sta bene, non ha avuto febbre o altri sintomi durante la notte, stamattina ha fatto colazione e continua a bere in maniera autonoma, esprimo la mia vicinanza a lui e alla famiglia e assicuro che il governo italiano tutto e' al fianco del nostro connazionale".




EBOLA: PARTE LA SPERIMENTAZIONE DI TRE CURE IN AFRICA

Redazione

Saranno avviate a dicembre le sperimentazioni di tre trattamenti per l'ebola in Liberia e Guinea, due dei tre Paesi dell'Africa occidentale colpiti dall'epidemia. Lo ha annunciato Medici senza frontiere (Msf).
I test daranno la "speranza ai pazienti di ricevere finalmente una cura reale contro la malattia che oggi uccide tra il 50 e l'80 per cento delle persone contagiate", ha spiegato Annick Antierens, che sta coordinando le sperimentazioni con tre partner di ricerca.
Due medicinali antivirali che saranno sperimentati, il brincidofovir e il favipiravir, sono gia' considerati promettenti dall'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms).
In Guinea sara' testata un'altra terapia che prevede trasfusioni di sangue ai malati dai pazienti sopravvissuti all'ebola. "Dobbiamo ricordarci che non vi e' alcuna garanzia che queste terapie possano rivelarsi cure miracolose", ha messo in guardia Antierens, "ma dobbiamo fare tutto il possibile per sperimentare i prodotti disponibili per aumentare le chance di trovare una trattamento efficace contro l'ebola". I primi risultati delle sperimentazioni saranno disponibili a febbraio.




EBOLA: L'ONU LANCIA ALLARME: "SERVONO URGENTEMENTE ALTRI AIUTI"

Redazione

In poche parole i soldi per sconfiggere l'ebola non bastano. Nonostante i contributi significativi arrivati finora, non abbiamo ancora le risorse necessarie per sconfiggere l'epidemia di ebola: e' l'allarme lanciato dal responsabile dell'Onu, Tony Banbury, che in un'intervista alla Bbc ha chiesto urgentemente altri aiuti. Banbury ha appena conclusa una visita nei tre Paesi africani maggiormente colpiti, Liberia, Sierra Leone e Guinea, dove sono morte finora 4.818 persone. Non abbiamo "ancora" le capacita' per sconfiggere il virus, ha sottolineato, ricordando tuttavia che sono arrivati contributi significativi da Gran Bretagna, ma anche Cina, Stati Uniti e Cuba