NEMI, CONSIGLIO COMUNALE: GERARDO SPIRA E I PESANTI MACIGNI SU DEBITI FUORI BILANCIO E INCARICHI DI FIDUCIA

A cura dell'Avvocato Gerardo Spira, già Segretario Comunale 

Gentilissima Direttrice, ho letto il resoconto sull'ultimo Consiglio comunale di Nemi e ancora una volta l' esperienza professionale mi spinge  a partecipare alle discussioni che per certi aspetti sono la causa di allontanamento del  cittadino dalla vita pubblica. Ho sempre sostenuto ed oggi ancora di più che le azioni e le competenze del politico devono essere separate da quelle gestionali. Il politico deve stare lontano dalla gestione. Il politico, rispettoso della trasparenza e della legalità può programmare e stabilire le regole entro cui deve essere incanalata l'attività amministrativa, ma non interferire o inserirsi in procedure che non gli appartengono. Nel Consiglio comunale in discussione si è aperta una polemica  sviluppata su falsi concetti e principi. Prima il Sindaco e poi un consigliere di maggioranza hanno accusato il precedente amministratore di avere conferito incarichi legali senza la necessaria copertura finanziaria, talché, secondo questi, per il contenzioso legale, si sarebbe aperto il varco per il riconoscimento di debiti fuori bilancio. Orbene l'accusa è tendenziosamente politica,  perchè, formalmente e  sostanzialmente, la delibera assunta dalla giunta ,per legge, deve essere suffragata dai prescritti pareri previsti sia dal responsabile del servizio finanziario, per la copertura della spesa, e sia dal segretario comunale, per quanto riguarda la conformità dell'atto alla legge ( art. 49 D.Lgs. 267/2000). Non credo dunque che la Giunta precedente avesse adottato un atto così vistosamente illegittimo in presenza del responsabile del servizio finanziario e del segretario comunale. L'atto oltre ai visti ha superato tutte le formalità per la pubblicazione e per l'esecuzione. Nessuno lo sapeva?. Va inoltre ricordato che i predetti atti hanno già prodotti effetti, con la costituzione in giudizio del legale nominato. La seconda questione, riguarda l'incarico fiduciario, di cui ha parlato il Consigliere di maggioranza che ancora ,in qualche comune, viene considerata " di natura personale" contro il principio fissato nella Carta Costituzionale all'art 97 della correttezza, dell'imparzialità e del buon andamento amministrativo.  "Incarico di fiducia", non vuol dire di  fiducia del singolo amministratore, in tal caso vi sarebbero estremi di reato, ma dell'Amministrazione.  Chi fa il nome del legale in giunta deve specificare anche il motivo della fiducia. Invece tutta la Giunta si assume la responsabilità sul nominativo senza riportare il proponente?!. Nel concetto di amministrazione sono inclusi tutti i consiglieri comunali. In che modo si assicura questo principio? La Suprema Corte e lo Stesso Ministero insistono sulla necessità, per gli inarichi, di formare un albo professionale e di disciplinare la materia per ambiti di competenza .

In tal modo si apre lo spazio a tutti i legali e soprattutto ai giovani, privilegiando merito, competenza ed impegno. L'albo non solo consente di avere a disposizioni una vasta rete di legali, ma soprattutto di munirsi in via preliminare di una parere tecnico adeguato, prima di affrontare la questione. Il danaro pubblico richiede maggiore rispetto nella spesa di risorse che provengono da tributi e tasse dei cittadini. Il concetto di legalità non è collegato quindi alle frasi e al modo di pensare del politico, ma alla sua cultura di formazione  di rispetto della legge.




NEMI AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE: SOLO UN LINK CHE NON FUNZIONA

Redazione

Nemi (RM) – Sul sito Istituzionale del Comune di Nemi all’indirizzo web http://www.nemi.rm.gov.it  dopo aver  cliccando sul link “amministrazione trasparente” non appare nulla, cioè il link è privo di qualsiasi contenuto. Alla faccia dell’amministrazione trasparente.

Invece, in bella vista trionfa la ormai fu presentazione di un libro del noto professor Brunetti alla quale, secondo l'annuncio in pompa magna, avrebbe dovuto partecipare addirittura Gianni Letta. Ma quel giorno caso ha voluto che di Gianni Letta non si è vista neppure l'ombra. E, come successo lo scorso anno in occasione di un evento dedicato alla Montalcini, il professor Brunetti, ha letto una missiva e portato i saluti dell'ospite d'onore.

Di seguito pubblichiamo una nota dell’avvocato Gerardo Spira in riscontro all’articolo pubblicato il 26 aprile 2014 “NEMI, LA GIUNTA DI ALBERTO BERTUCCI E LA CRONACA DI UN GIORNALISTA LIBERO”

Ecco la nota dell'avvocato Gerardo Spira

Mi pare che il comportamento dell'amministrazione di Nemi sia fuori dal tempo. Un amministrazione che ostacola la libera circolazione delle idee non ha compreso in quale epoca viviamo. Peraltro la normativa anticorruzione scattata il 31 gennaio  di quest'anno ha messo la parola fine sulle azioni amministrative. Esiste nei Comuni, quelli seri che vi hanno già provveduto, una figura professionale, ben individuata, chiamata garante, che appunto deve garantire e assicurare alla cittadinanza la legittimità e la legalità dei procedimenti amministrativi. Al cittadino gli è riconosciuto il diritto di ottenere notizie e informazioni sulla regolarità dei procedimenti e su ogni azione di vita pianificata e programmata.
Un'amministrazione che opera nel rispetto della legge non ha niente da temere, anzi deve fare il possibile perchè le mura della casa comunale diventino di vetro trasparente. Non bisogna mai dimenticare che il cittadino è il soggetto titolato ad ottenere ogni informazione, quella legale e non, perchè paga le tasse e mantiene l'organizzazione politico-gestionale non per favorire o peggio ancora fare clientela, ma per gestire la cosa pubblica secondo legge, assicurando il buon andamento amministrativo.

Dagli tabella su Nemi – pubblicati da L’osservatore d’Italia –  mi pare di notare che l'Amministrazione non voglia farsi controllare e si rifiuti di rendere pubbliche le sue attività e se lo fa si sceglie la testata e per qualche buona ragione che andrebbe accertata, sempre in nome della imparzialità e della trasparenza. Le leggi oggi vanno in altra direzione. Il problema più delicato invece è che con la soppressione dei controlli  esterni, quelli interni non hanno forza e vitalità indipendente ed autonoma. Il legislatore deve mettere mano a questo problema.  La magistratura civile, penale e contabile, per il gravoso onere scoppiato nel nostro Paese, arriva quasi sempre tardi, quando  il danno è fatto e sono scattati i termini di prescrizione. Occorrerebbe una magistratura più intraprendete e coraggiosa che intervenisse in via cautelativa per evitare la continuazione del reato e del danno.
Per questo occorre mettere a disposizione della Giustizia più risorse e mezzi. Chissà se la politica è disposta a questo controllo! Certi amministratori vanno fermati sul nascere. Il voluminoso debito pubblico è anche frutto  della cultura piratesca e spregiudicata, rimasta impunita per decenni. Una parte del popolo lo ha capito, mentre un'altra parte, quella maggiore lo sa e non vuole cambiare. Deve essere rovesciato il rapporto. Solo così la legalità potrà diventare sistema  educativo. 

Saluti alla Direttrice  e non si lasci condizionare, Lei è sulla strada giusta perchè scrive di fatti e di notizie che i cittadini, quelli che pagano le tasse, vogliono conoscere.

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OSTIA, ACEA. DISTACCO DELL'ACQUA A CONDOMINIO: LESO IL DIRITTO E LA DIGNITA' PUBBLICA DELLE FAMIGLIE

Il distacco ha tolto a quelle famiglie il diritto alla pulizia personale ed ha messo a rischio la salute dei cittadini per l'interruzione dei servizi igienici, ancor più grave se in quel condominio vivono bambini.

 

Alberto De Marchis

Ostia (RM) – Riguardo il distacco della fornitura di acqua, da parte del gestore Acea, al condominio di via Alessandro d'Aste 3 ad Ostia in cui vivono 12 famiglie, nonostante Il condominio avesse pagato tutte le bollette ma avendo aderito alla campagna di obbedienza civile lanciata dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, ha decurtato dalla bolletta la parte della ‘remunerazione di capitale investito’ quale elemento di determinazione della tariffa abrogata dai referendum del 12 e 13 giugno, interviene l'avvocato Gerardo Spira esprimendo il proprio parere legale in merito alla vicenda.

Ecco la nota dell'Avvocato Gerardo Spira:

Il distacco del servizio idrico è vietato per legge. Il regolamento probabilmente non è stato aggiornato. I motivi sono semplicemente ancorati alla primaria condizione di igiene e sanità. In buona sostanza la Società si è resa responsabile di due danni: uno alla salute e alla condizione di vita delle famiglie e l'altro all'abitabilità degli appartamenti. In quest'ultimo caso il distacco dell'acqua ha eliminato uno dei suoi requisiti di abitabilità  Il distacco ha tolto a quelle famiglie il diritto alla pulizia personale ed ha messo a rischio la salute dei cittadini per l'interruzione dei servizi igienici, ancor più grave se in quel condominio vivono bambini.

Il Funzionario responsabile del procedimento si è assunto una gravissima responsabilità. E' stato attivato il procedimento amministrativo come previsto dalla legge? Ha informato il condominio della sua iniziativa? Sapeva che quelle quote non erano  riscuotibili?

L'Amministrazione. trattandosi di società pubblica,  lo ha sospeso e aperto il procedimento disciplinare nei suoi confronti oppure questo signore continua a sedere al suo posto?  Sono state attivate le iniziative per gli accertamenti sanitari in tutto il Condominio?

Intanto l'abuso della società ha già leso il diritto e la dignità pubblica di quelle famiglie. La riparazione è possibile con un'azione di pari dignità pubblica : il licenziamento del responsabile di quella illecita attività. Al Presidente o a chi ha la vigilanza sull'Organizzazione amministrativa non resta che rassegnare le dimissioni dalla carica.

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NEMI, INCHIESTA NCC: TRA ELEFANTI, SCUOLA E GIOCO DI SOCIETA’ ARRIVANO LE OSSERVAZIONI DELL’AVVOCATO SPIRA: “MA IN QUESTO COMUNE NON ESISTE UN GRUPPO DI MINORANZA?”

Redazione

Nemi (RM) – Dopo la pubblicazione degli tabella relativi il rilascio e/o volture di alcune licenze Ncc nel Comune di Nemi, ha scritto alla nostra redazione l'Avvocato Gerardo Spira intervenendo sull'argomento.

Gli tabella trattati sono:

NEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’?

NEMI, INCHIESTA NCC: DITTA INDIVIDUALE CON SEDE LEGALE IN UNA SCUOLA PUBBLICA?

NEMI, INCHIESTA AUTO NCC: I TENTATIVI DELL'ELEFANTE E LA SIESTA SUL PARCHEGGIO DISABILI

NEMI, L'INCHIESTA SULLE AUTO NCC: PUO' UN ELEFANTE ENTRARE NELLA TANA DI UN TOPO?

 

Gerardo Spira

Ma in questo Comune non esiste un gruppo di minoranza ?

Il problema è abbastanza semplice! Esiste una legge nazionale che ha disciplinato la materia e che tutt'ora è vigente, con le sue modificazioni la n. 21/92.

Regioni e province hanno delega specifica  per fissare criteri, modalità e limiti. Resta fermo l'impianto su alcune condizioni: Soggetti titolari, requisiti e bando pubblico.

Le licenze ,secondo una pregevole indagine della provincia di Roma del 2008, vengono assegnate in ragione della popolazione e del movimento turistico  e quindi limitate nel numero.

La determina di variazione a firma del sig. Vincenzo Galluccio, prima facie, appare lacunosa nella forma di competenza. Manca infatti il riferimento normativo o regolamentare che gli attribuisce il potere, il richiamo della norma regolamentare che gli consente  di determinare la variazione, per atto tra vivi e tra società o persone diverse da quelle previste e individuate dalla legge.

Con l'approvazione del Regolamento(art.5 legge) i Comuni stabiliscono: numero e tipo di veicolo; modalità di svolgimento; criteri per determinare le tariffe; requisiti e le condizioni per il rilascio della licenza.

L'art. 6 prevede il ruolo e la capacità di iscrizione del conducente.

L'art 7 disciplina l'ambito di attività delle figure giuridiche e i limiti di trasferimento.

L'art 8 fissa le modalità per il rilascio delle licenze o autorizzazioni.

Il comma 2 dell'art 8 stabilisce che la licenza è riferita ad un singolo veicolo e che  non è ammesso il cumulo  di più licenze per l'esercizio del servizio di taxi ovvero per l'esercizio di noleggio, è invece ammesso il cumulo di più autorizzazioni per l'esercizio del servizio di noleggio con conducente. In tal caso è obbligatoria la disponibilità di una rimessa presso cui i veicoli sostano. Orbene le autorizzazioni ricadono nei limiti delle possibilità consentite  nel Comune. Se nel Comune le autorizzazioni previste sono ad esempio in numero di 10, tutte non possono  superare questo limite. 

L'art. 9 disciplina il trasferimento, i limiti e le condizioni. Appare chiara la volontà del legislatore di porre ordine in un campo esposto alle pretese speculative del mercato. Se le concessioni sono sottoposte alla condizione di preselezione attraverso bando pubblico vuol dire che le licenze non possono essere di numero illimitate e vuol dire anche che il Comune deve rigorosamente controllare i requisiti sia nella fase di selezione che in quella di trasferimento. Ciò allo scopo di evitare  tentativi di accaparramenti e infiltrazioni di soggetti al servizio di Organizzazioni camorristiche.  Le licenze o autorizzazioni sono individuali anche se rilasciate nella qualità di soggetti rappresentanti società. L'art. 6 della legge si riferisce infatti alla persona e alla sua capacità abilitativa. 

A mio avviso  andava verificata l'esistenza della condizione di variazione a mente della normativa richiamata e comunque, se possibile, andava determinata in favore della persona la quale anche se ha costituito una società, questa ha validità nei confronti dei soci, ma non del Comune a cui risponde la persona che ha chiesto ed ottenuto la licenza in base ai requisiti posseduti. In mancanza  la licenza doveva essere restituita e riposta in concessione con bando pubblico.

Se i passaggi  si affidano alla iniziativa privata, si svuota il principio del controllo pubblico, si toglie dalla competizione del mercato un servizio che è e resta ancora  di esclusiva competenza pubblica.

La determina in conclusione non da atto che l'adozione  è conforme  alla legge  e al  Regolamento e manca infine qualsiasi richiamo alla Commissione che è stata prevista in quasi tutti i Comuni d'Italia, proprio per assicurare il controllo pubblico. In questo Comune non esiste ?. Non è necessario scomodare l'interprete per trarne le conseguenze.  

Cordiali saluti  Gerardo Spira.

 

Nota del direttore de L'osservatore laziale Chiara Rai

Nemi (RM) – Egregio Avvocato, pur non avendo una conoscenza della materia così approfondita sotto il profilo giuridico e anche amministrativo come ha lei, mi trova totalmente d’accordo con le sue argute osservazioni.

Non mi stupisce che l’idea che si percepisce di questo paese del Lazio, Nemi,  è che sia veramente particolare. A mio avviso,  a volte, al livello di amministrazione, manca davvero l’abc. Come ha ben evidenziato, in quasi tutti i Comuni d’Italia esiste una Commissione che garantisce il controllo pubblico. Nei pochi casi in cui è stata richiamata, sembrerebbe non aver assunto il suo compito di controllo.

Un esempio è il famoso “elefante” (Autorizzazione numero 11) che non ha visibilmente la stazza adeguata per entrare nella rimessa. Chi avrebbe dovuto controllare tutto questo?  Forse la commissione?

Ciò che stupisce caro Avvocato Spira, è che a Nemi non si è consumato chissà quale reato, anche perché non è nostro compito decretarne l’esistenza o meno,  è che la maggior parte delle cose sembrano essere state fatte “con i piedi” e, come si dice, tanto per tirare a campare.

In questo fiorente paesino ci sono dei personaggi che paiono essere usciti dal celebre racconto di Collodi, soprattutto sono in voga i due personaggi presunti amici del burattino di legno che sono il gatto e la volpe, c’è anche Lucignolo, Mangiafuoco il tutto ambientato nel Paese dei Balocchi dove a forza di far feste si pensa poco a tutto il resto e si finisce per ragliare tutti quanti.

E intanto, sovente, manca l’acqua nelle case, c’è l'emergenza parcheggi, l’economia locale è in ginocchio, insomma sembra che si prenda sotto gamba l’essenziale per dare lustro a una barca che pare affondare.  

Tornando all’inchiesta Ncc, in poche parole, riguardo l’ultimo articoloNEMI, INCHIESTA NCC: PASSAGGIO DI LICENZA O GIOCO DI SOCIETA’? ] con determinazione firmata da Vincenzo Galluccio, se Il primo soggetto al quale è stata rilasciata la licenza numero 2, l’ avesse restituita  e il Comune fosse andato in gara per l’affidamento della stessa, tutto sarebbe stato normale.

Invece, come ha detto lei, avendo lasciato fare ai privati….è successo che la matassa si è ingarbugliata oltremodo.

Intanto a Nemi non si vede quasi più in giro l’elefante che si era messo a riposare sul parcheggio dei disabili in barba alla legge perché evidentemente non riusciva ad entrare nella sua rimessa.

L’altro (Licenza N. 8) ha la sede legale in piazza Roma numero 1 dove risulta esserci la scuola comunale. NEMI, INCHIESTA NCC: DITTA INDIVIDUALE CON SEDE LEGALE IN UNA SCUOLA PUBBLICA? ] 

Infine ritengo che fare opposizione in un paese piccolo e tanto grazioso come Nemi non sia compito semplice. Ci si conosce tutti, si deve stare attenti a come si parla e se si dicono cose “impopolari” o meno.  Bisogna stare attenti che se si parla troppo si perdono voti, se non si parla allora si è “assenti”, se si critica nascono le vittime che cercano le spalle degli elettori sulle quali consolarsi.

Fortunatamente, il giornale che non cerca  bacini d’elettorato tira dritto con la critica e grazie a persone come lei, attento lettore e professionista del Foro, riusciamo anche ad ottenere dei risultati. 

E’ sempre un piacere leggerla. Grazie e la saluto cordialmente

Chiara Rai 




ANCORA SUI MINORI

Gerardo Spira

 

Gentile Direttrice, ho letto sul Vostro quotidiano del 5 marzo [ TUTELA DEI MINORI: QUANDO ASSOCIAZIONI E INFORMAZIONE VENGONO MESSE SOTTO ACCUSA ] l'accaduto lamentato dalla vice direttrice Roberta Sabaud dell'associazione "donne per la sicurezza Onlus" e ho apprezzato il suo commento.

Quando le cose non vanno bene in questo Paese, avvertiamo il pericoloso rigurgito di pressioni per tentare di fermare la diffusione di notizie che mettono a nudo disfunzioni,abusi e soprusi. Il problema  non è l'informazione, che svolge il suo libero compito, ma il dramma di situazioni che ha ormai  coinvolto tutti,famiglie,istituzioni,  forze dell'ordine e magistratura e nessuno prende l'iniziativa di porre fine a tanto disastro,tracciando, pur con le leggi esistenti un filo unico e invalicabile a tutela dei minori. I servizi disaccordi e la giurisprudenza contrastante alimetano dissapori e conflitti senza pensare che i bambini compresi quelli di chi decide sono tutti uguali nell'amore e nel dolore. Si parla tanto di minori e tutti aprono il cuore proteso a difenderli e a tutelarli,ma nessuno ha compreso che i conflitti non si possono dirimere o superare con un fredda sentenza,che risulterà comunque avvelenata dalle incongruenze, contraddizioni , dissapori, odi e  vendette.Sul vostro quotidiano del 20 settembre 2012 scrissi che nessun Tribunale può fare giustizia nella sfera affettiva.Sono sempre più convinto che le questioni dei minori vanno affrontate con le ragioni del cuore. Il danno ai minori lo stanno procurando tutti coloro che in forza di potestà e di attribuzioni esprimono pareri e decisioni. A noi è capitata una vicenda ,triste per gli aspetti e clamorosa per i risultati che ci porta a dovere indossare la corazza di acciaio per difendere la dignità di un bambino che da oltre cinque anni sta gridando il suo dolore a tutti e  nessuno se ne preoccupa,o meglio qualcuno lo fa, ma  a senso unico. 

A proposito di minori,qualche giorno addietro,per la vicenda occorsa, ho espresso alcune  mie considerazioni che allego e che sono in corso di pubblicazione. Speriamo che a qualcuno non venga in mente di toglierle dalla bacheca aperta sul mondo. 

La problematica  della vita di coppia e di famiglia ha ormai sconvolto l'intera  società,per aver  disperso lungo il cammino civile, pezzi importanti che  ne tenevano saldamente uniti principi e valori. Duramente ne pagano le conseguenze i minori, perchè non protetti e adeguatamente salvaguardati dalle istituzioni che entrano nell'arena con l'intenzione di mettere pace,ma col risultato di alimentare i litigi dimenticando  che  solo i minori, disperatamente aggrappati all'uno o all'altro genitore, diventano le uniche vittime, mai più recuperabili. Di chi la responsabilità!  Unicamente della Società che ha delegato un compito ed una funzione così importanti alle istituzioni, le quali non fanno altro che applicare giustamente o  ingiustamente le regole dettate dalla stessa. Per dirimere i conflitti le istituzioni mettono in piedi strutture gestite da persone più o meno capaci, dirette e guidate dall'Autorità giudiziaria,la quale , mette fine alla lite,con  una decisione che incide sensibilmente nella sfera patrimoniale ed in quella affettiva  dei litiganti.A questo punto il minore è già divenuto  soggetto senza alcuna identità, mortificato nella dignità, distrutto nei sentimenti e soprattutto cancellato dal libro dei sogni. Di fondamentale importanza è la funzione dei servizi,delegati ad organizzare ed istruire percorsi adeguati per il recupero di una condizione di esclusiva tutela del minore, trovando modalità di collante per la costituzione di un rapporto civile  orientati solo al benessere del minore.Questa fase costituisce il corollario di base della decisione del Giudice. Quindi se il percorso è stato tracciato e seguito nella logica dei procedimenti corretti e con strumenti e attrezzature a norma di legge, lo stesso potrà considerarsi condizione di solidità giuridica,del conseguente procedimento e decisione del giudice, se invece lo stesso presenta  incidenti e vizi, non corretti o  sistemati, la fase giudicante  si presenterà  improduttiva di effetti giuridicamente validi. Scaturisce dunque la necessità che il Giudicante, nell'interesse superiore del minore e per sua garanzia,dia atto nella decisione che la precedente fase sia stata controllata in punto di legittimità  e possa essere di garanzia, giurisdizionale del provvedimento da emanare. Qui sta il problema. Nella generalità dei provvedimenti giudiziari non è dato atto delle predette garanzie,per cui  il conflitto di coppia si trasferisce sugli atti e documenti,con impegno  delle strutture  coinvolte, dispendio di risorse economiche e finanziarie e conseguente impoverimento delle parti, che con una giustizia meglio organizzata e più garantista, potrebbero adempiere agli obblighi di mantenimento. Vale il detto che tra i due litiganti il terzo gode, mentre quest'ultimo ha la responsabilità di quanto accade. Ritengo che il responsabile finale della decisione,nel nostro caso l'Autorità giudiziaria debba deliberare chiari e precisi codici e schede di percorso e di comportamento,senza trascurare ambienti ,modalità di incontri esami ed accertamenti di tutte le parti interessate, le garanzie di protezione legale, verbalizzazione di tutto il percorso,rispetto  del principio di compatibilità ed esclusione del conflitto di interesse  etc etc. La vicenda occorsa a mio figlio a Roma mi ha coinvolto per necessità professionale. Mi sono trovato pertanto , specializzato in diritto amministrativo, catapultato in un mondo in cui  le deficienze del diritto,permettono arbitrii e abusi burocratici, senza alcun controllo da parte dell'Autorità giudiziaria che li raccoglie e inserisce nei provvedimenti finali,





ROMA RIFIUTI, UN BUSINESS SUL QUALE LA MAGISTRATURA NON HA ANCORA MESSO MANO

Redazione

Roma – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un cittadino, l'avv. Gerardo Spira, che pone alcune riflessioni, che condividiamo. sul tema della raccolta differenziata.

Ecco la lettera:

"Gentile direttrice,seguo L'osservatore laziale da tempo e vi ringrazio della informazione settimanale, via e-mail (Newsletter de L'osservatore laziale).

Trovo importantissimo il vostro impegno sui temi ambientali e credo che questi debbano costituire la fonte primaria della cultura della società, perchè da questa provengono le regole per una corretta e civile relazione di rapporti .

Mi fermo spesso a Roma ove vivono due dei miei figli e sono rimasto allibito di fronte a tanta incuria e scelleratezza amministrativa. Eppure ci vuole così poco per chiedere ai cittadini di collaborare nella selezione dei rifiuti .E' certamente un mondo in cui oltre ad una volontà di ferro occorre un grande coraggio.

Spesso raggiungo anche Ladispoli,dove vive un altro dei miei figli e per la verità l'amministrazione da qualche anno ha cominciato a programmare interventi sulla raccolta differenziata, bonificando zone ed aree e soprattutto recuperando all'immagine pubblica gli spazi, prima degradati e abbandonati.

Eppure la raccolta differenziata potrebbe essere la chiave di svolta per la politica ambientale,ma soprattutto l'occasione per abbattere i costi ai cittadini. Basta che il Comune crei delle isole controllate ove conferire i rifiuti separati, per ridurre molti costi. Se si tiene conto che l'organico,il cosiddetto umido,costituisce circa il quaranta per cento dei rifiuti, si comprende che una gestione controllata può portare a raccolta unica,con disinquinamento degli altri scarti, senza tener conto che dove è possibile,questo rifiuto può essere trattato direttamente in compostiera, a norma di legge da sistemare in piccolo spazio del giardino,con il vantaggio del suo riutilizzo come fertilizzante.

Già il cittadino,disposto a questo trattamento, può risparmiare la percentuale del costo in bolletta.. L'altro 50% e forse più è costituito dal multimateriale (alluminio,plastica etc) che può essere raccolto separatamente,così come il vetro.Una buona educazione sociale ed un impegno costante delle scuole, possono portare a  risultati eccellenti in poco tempo e restituire ai cittadini il costo del lavoro della selezione, nella bolletta.Tutto ciò è possibile farlo se vi è un progetto a tempo e un gruppo di amministratori che vogliono impegnarsi.Il ritorno in termini di immagine è inimmaginabile.

Si tenga conto che il Comune sulle selezioni di qualità riceve contributi dall'Europa che dovrebbero essere restituiti ai cittadini in rapporto al loro impegno. Quando invece il Comune non restituisce queste somme, vuol dire che la selezione non ha funzionato bene o non è stata controllata nel fase finale del conferimento alle filiere e le somme sono servite a pagare i maggiori costi del residuale.

E' questa una responsabilità amministrativa. Di chi la colpa? Non certamente del cittadino che paga e vuole risparmiare.Mi scuso per questo risentimento, ma fino al 2009 sono stato il dirigente di un Consorzio di oltre 57 Comuni, in questo campo, nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, patrimonio UNESCO e mi assalgono tanti dubbi, quando leggo notizie, come queste,specialmente quando toccano  Roma,.

Cosa fanno fanno i vigili urbani che a frotte riempiono la città? Vanno a caccia di  multe o di tanti poveri cristi che hanno violato i limiti di velocità. Questa situazione di ingorgo mal regolamentata è sicuramente un affare per l'amministrazione e ancora la magistratura non vi ha messo le mani sopra.

Il danno ambientale è incalcolabile e nessuno si preoccupa della salute del cittadino, delle malattie e dei tumori sempre in crescita. Il cittadino non sa che la metà dell'introito delle multe va ad incrementare il fondo per assicurare gli stipendi, proprio dei vigili,mentre il costo per l'ambiente è caricato direttamente sul cittadino .Grazie per avermi letto Gerardo Spira"

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