Albano, Simone Carabella: "Chiedo ai sindaci censimento immediato degli immigrati sul nostro territorio"

 

Redazione

 

ALBANO – Critiche e polemiche sui social dopo l'intervento di Simone Carabella in occasione della partecipazione alla trasmissione della televisiva "Dalla parte vostra". Si è visto ancora una volta un Simone pronto a difendere i diritti degli italiani che chiedeno null'altro che il rispetto delle regole nel loro Paese. Sembrerebbe che non ci sia stata compattezza e unione d'intenti, tant'è che Simone Carabella ha voluto cristallizzare l'accaduto attraverso una nota.

"Molti gli attacchi subiti dai cittadini dei Castelli Romani dopo la trasmissione di Rete 4. Infatti –  dice Simone Carabella –  molti cittadini preoccupati per la sorte della loro terra si sono trovati ad essere fortemente criticati da chi invece dovrebbe difenderli e tutelarli.
Non perderò troppo tempo su questo, per me chi ha la responsabilità di essere un primo cittadino deve schierarsi dalla parte dei suoi concittadini che giustamente chiedono trasparenza nella gestione immigrati. Ma questo non è sembrato succedere: alcuni partecipanti sono stati offesi, attaccati e intimoriti tramite i Social Network.
Sicuramente coloro che scendono a certe bassezze non rappresentano i cittadini dei Castelli Romani ma sono soltanto il riflesso di una politica nazionale che di fatto sta cancellando la nostra Italia.

Deluso anche dall'approccio di Fratelli d'Italia – prosegue Simone Carabella –  che aderisce solo in un secondo momento alla protesta dei cittadini definendo demagogica la trasmissione di Rete4. A Venezia gli immigrati tengono in ostaggio 25 cameraman per mezza giornata, a Torino mettono a ferro e fuoco la città, ad Aprilia si nasconde l'attentatore di Berlino. I furti aumentano, le violenze aumentano, i servizi per gli italiani diminuiscono. Questo è il racconto della realtà ma quale demagogia, fatemi il favore. A nome di tutti i cittadini che rappresento chiedo non solo al sindaco di Albano (che sa bene che il problema di una immigrazione irregolare non può essere circoscritta ai confini della nostra bellissima città) ma a tutti i Sindaci della provincia di Roma un censimento immediato che ci dica quanti sono gli immigrati regolari ed irregolari sul nostro territorio, quante sono le case popolari occupate da stranieri regolari e irregolari quanti sono gli islamici, dove pregano e quante sono le moschee regolari ed irregolari . non è facendo gli arroganti ed i maleducati(per paura) su Facebook che si ottengono risultati per i cittadini ma usando la politica come strumento per ridare dignità ad un popolo che sta morendo sacrificando talvolta anche se stessi per aiutare quell'anziano, quel disabile, quella ragazza madre o quell italiano in difficoltà . La gente VI Ama per quello che fate non per il ruolo che ricoprite. Capisco che per alcuni sia difficile comprenderlo – conclude –  ma il mondo va in quella la Direzione ed è impossibile fermare questo processo, manca poco e noi ci riprenderemo tutto".
 




IMMIGRATI, TURCHIA: "PRONTI AD APRIRE I CONFINI"

Redazione

Parole di solidarietà e accoglienza sono state pronunciate dal leader della Turchia. Il Paese è pronto, "se necessario", ad aprire i confini a decine di migliaia di rifugiati siriani in fuga da Aleppo, in maggioranza donne e bambini, bloccati alla frontiera turca da venerdì. Lo ha comunicato il presidente Recep Tayyip Erdogan. "Il regime ha ora bloccato una parte di Aleppo…la Turchia è sotto minaccia", ha spiegato Erdogan.

"Se hanno raggiunto la nostra porta e non hanno altra scelta, se necessario, faremo entrare in nostri fratelli", ha aggiunto. La frontiera Oncupinar resta per ora chiuso a migliaia di rifugiati ammassati al confine per il terzo giorno consecutivo.

Il presidente turco ha lasciato intendere che c'è la possibilità di un intervento militare turco in Siria per evitare la creazione di uno stato curdo nel nord del Paese. Lo riferisce la stampa locale.

La Turchia non commetterà di nuovo l'"errore" fatto nel 2003 quando non invase l'Iraq al fianco degli Usa, "non possiamo ripetere in Siria gli errori commessi in Iraq", sono state le parole di Erdogan citate dai quotidiani "Milliyet" e "Hurriyet".

Secondo gli nanalisti turchi, Erdogan sembra disposto a prevenire la creazione di uno stato curdo di fatto nel nord della Siria con tutti i mezzi, inclusi quelli militari. Ankara considera gruppi terroristici le milizie curde PYD e YPG, che combattono l'Isis nel nord della Siria.
Dopo Arabia Saudita, Turchia e Bahrein, anche gli Emirati Arabi si sono detti pronti a intervenire con truppe di terra in Siria come parte della coalizione internazionale contro lo Stato islamico guidata dagli Stati Uniti.

Nel corso di una conferenza stampa ad Abu Dhabi, il ministro di Stato per gli Affari esteri Anwar Gargash ha affermato che "una vera campagna militare contro Daesh (acronimo arabo per Stato islamico, ndr) deve necessariamente includere una forza di terra". Tuttavia, ha aggiunto il ministro emiratino, "non stiamo parlando di migliaia di uomini". Gargash ha inoltre aggiunto che "la leadership degli Stati Uniti" sull'intervento sarebbe condizione essenziale per la partecipazione di Abu Dhabi.

Giovedi' l'Arabia Saudita ha fatto sapere di esser pronta a partecipare a operazioni di terra, se la coalizione internazionale dovesse decidersi a intervenire. Secondo l'ambasciatore bahreinita a Londra Fawaz bin Mohammed al Khalifa, l'iniziativa saudita in Siria avrebbe l'obiettivo di combattere "sia lo Stato islamico che il brutale regime" di Bashar al Assad. Lo stesso diplomatico ha annunciato poi ieri che il Ccg ha deciso di installare un centro per le operazioni navali dell'organizzazione in Bahrein. Misura che, secondo l'ambasciatore, "dimostra inequivocabilmente che sotto la leadership dell'Arabia Saudita i paesi del Golfo sono determinati a intraprendere un'azione positiva per combattere terrorismo ed estremismo nella regione".




ITALIA NEL MIRINO DELL'EUROPA: NON HA RACCOLTO LE IMPRONTE DEGLI IMMIGRATI

Redazione

La Commissione Ue intende aprire una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia e di altri Paesi per non aver raccolto e inserito nel sistema Eurodac le impronte digitali dei migranti richiedenti asilo. Lo si è appreso a Bruxelles. La procedura, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, sarà aperta giovedì prossimo.

Secondo fonti europee, l'apertura della procedura è stata inserita nel pacchetto mensile delle infrazioni di fine anno qualche giorno fa e rappresenta sostanzialmente un "atto dovuto" a causa del "mancato rispetto" da parte dell'Italia – e non solo – di alcune delle disposizioni previste dal regolamento Eurodac.

L'iniziativa della Commissione non arriva inaspettata poichè è stata preceduta da un nutrito scambio di lettere tra Bruxelles e Roma con richieste e fornitura di informazioni. Se entro le prossime ore non interverranno sostanziali novità, giovedì prossimo scatterà quindi la messa in mora dell'Italia, primo passo della procedura che in genere dà ancora diversi mesi di tempo per risolvere il contenzioso senza arrivare alle fasi successive, cioè quelle del parare motivato e del deferimento alla Corte di giustizia Ue.




BARI, CENTRO ESPULSIONE IMMIGRATI: ARRESTATO PRESUNTO TERRORISTA

Redazione

Bari – Un presunto terrorista di nazionalità irachena, attualmente ospite del Centro Identificazione ed Espulsione (Cie) di Bari, è stato arrestato stamane dalla Digos, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare dal gip del Tribunale di Bari su richiesta del sostituto procuratore antimafia, Roberto Rossi, con l'accusa di associazione con finalità di terrorismo anche intrenazionale e assistenza agli associati. Si tratta di Maijud Muhamad, di 45 anni, che era in attesa di espulsione dopo aver scontato una condanna per terrorismo, e che nel frattempo aveva fatto ricorso contro il provvedimento. L'uomo è ritenuto appartenente al gruppo 'Ansar al Islam' e alcuni dei suoi contatti sono stati arrestati un mese addietro dai carabinieri del Ros di Roma.




TRAPANI, CENTRO ACCOGLIENZA IMMIGRATI: SCOPERTI ATROCI RITUALI SU ANIMALI

dI Cinzia Marchegiani

Trapani – Squartano una pecora e lasciano i resti tra i rami di un albero. Macabro ritrovamento per gli agenti della Squadra Volante della Questura di Trapani, intervenuti dopo che una chiamata giunta al 113. Subito giunti sul posto, gli agenti hanno anche rinvenuto a pochi metri dai resti dell'animale, anche un cane di piccola taglia legato ad un albero dove, oltre a rifiuti di ogni genere, sono presenti numerose carcasse di animali. Si pensa che gli extracomunitari ed in particolare i musulmani ospiti della struttura, usino quel posto per macellare clandestinamente animali di ogni genere. Il cane poteva essere infatti l'ennesima vittima visto che quella zona è accessibile solo agli stessi.

Sul posto è intervenuto Enrico Rizzi, trapanese, Capo della Segreteria Nazionale del Partito Animalista Europeo che ha dato supporto agli agenti della Polizia di Stato. Rizzi infatti ha subito chiesto l'intervento dell'ASP di Trapani subito giunta sul posto ed ha preso i contatti con il comune di Trapani al fine di mettere al sicuro il piccolo cagnolino, trasportato in un luogo sicuro in attesa di essere sterilizzato ed adottato. Nei mesi scorsi, una lettera anonima lasciata sotto l'abitazione del leader del PAE, informava lo stesso di una serie di uccisioni di animali all'interno del centro di accoglienza. E ieri purtroppo si è potuto constatare ciò.

Enrico Rizzi, Capo della Segreteria Nazionale del Partito Animalista Europeo, interviene con un durissimo comunicato: "Ieri sono rimasto particolarmente sconvolto per quello che ho visto e per come è stata ridotta quella bellissima struttura. Le finestre hanno i vetri spaccati, dappertutto si può notare sacchi di spazzatura, bottiglie di vetro, di plastica, piatti usati dagli extracomunitari per mangiare gettati ovunque. Per non parlare dei resti di quella povera pecora uccisa sicuramente in modo crudele senza il controllo veterinario e lasciata là assieme ad altri infiniti resti di chissà quanti altri animali barbaramente uccisi. La situazione va subito affrontata perché quella zona è popolata da diversi cani e gatti randagi, accuditi e sfamati dai nostri concittadini da tantissimi anni. Non sono certo loro che dovranno andar via, bensì chi non rispetta le nostre leggi e le regole del vivere civile. Chiederò già la prossima settimana al Signor Prefetto di Trapani di chiudere immediatamente quella struttura".
 




RICOLLOCATI I PRIMI IMMIGRATI: DALL'ITALIA PARTITI 19 ERITREI DIRETTI IN SVEZIA

Redazione

Roma – E’ partito dall’aeroporto di Ciampino, l’aereo della Guardia di Finanza con a bordo i primi 19 profughi eritrei che sono diretti in Svezia. La loro collocazione da Roma in Svezia sancisce l’avvio dei ricollocamenti del piano Ue della relocation disposto dalla Commissione. Tra i migranti partiti ci sono anche cinque donne, costoro erano tutti arrivati a Lampedusa da pochi giorni. A stringere la mano ai migranti prima della partenza  il ministro dell' Interno Angelino Alfano con il capo della polizia Alessandro Pansa, il commissario europeo per le migrazioni, Dimitris Avramopoulos il mistro degli esteri e degli affari europei del Lussemburgo, Jean Asselborn. Michele, un eritreo di 26 anni che fa parte del gruppo dei 19 profughi riferisce “Cerco serenità e pace, quello che non avevo in Eritrea”. Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem in merito agli immigrati riferisce che sono una grande risorsa e che gli “effetti di breve termine a livello sociale ed economico non sono necessariamente positivi, dobbiamo essere onesti” sottolinea inoltre che i migranti “sono una grande sfida, non possiamo sotto stimarla, stiamo Stiamo discutendo il coinvolgimento della Banca Mondiale in paesi come il Libano, nel finanziarie i bisogni acuti di cui questi paesi hanno bisogno. La Banca Mondiale non ha uno strumento per farlo ma può essere messo a punto. Sarei a favore a questo”. 



BLITZ A VENTIMIGLIA: SMANTELLATO ACCAMPAMENTO DI MIGRANTI E ATTIVISTI

di Cinzia Marchegiani

Ventimiglia – Dalle prime ore dell’alba è scattato il blitz della Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri per poter sgomberare l’accampamento della zona dei Balzi Rossi ormai noto alle istituzioni al confine tra l’Italia e Francia, costituito da un centinaio di migranti, che da oltre tre mesi occupano l’area, supportati anche dai centri sociali. La protesta degli attivisti e dei migranti aveva preso il via nella notte, con il successivo spostamento sugli scogli. Dai media locali si apprende che mentre era in atto la protesta sugli scogli sulla strada era iniziata l’operazione di pulizia dell’aiuola occupata. Gli uomini della Dock’s Lanterna e gli operai dell’ufficio tecnico comunale si sono impegnati nella rimozione della tendopoli creata negli ultimi mesi. Con una ruspa e diversi container è stata fatta pulizia. Il personale della nettezza urbana ha rimosso tutte le tende e tutto ciò che era stato accumulato nella piazzola di sosta. Di fatto la tendopoli è stata caricata di peso nei camion dei rifiuti.

Purtroppo la situazione era divenuta insostenibile. A giugno quando i migranti avevano raggiunto il confine e non era stato consentito loro di proseguire in Francia, la maggior parte era ospite di un centro di prima accoglienza gestito dalla Croce Rossa vicino alla stazione, ma un centinaio di loro si era accampato sulla scogliera di Ponte san Ludovico per manifestare contro il divieto, occupando anche la pinetina di fronte alla barriera, che aveva da subito sollevato proteste degli abitanti e dello stesso sindaco Ioculano.

L’assessore alla Legalità, Sonia Viale proprio qualche giorno fa spiegava: “La situazione è diventata intollerabile, non soltanto questi signori sono in una situazione di continua illegalità ma ieri siamo arrivati al punto che hanno bloccato per un'ora la frontiera con la Francia. La frontiera di uno Stato sovrano. E le forze di polizia non hanno potuto fare altro che fermare le automobili in arrivo e consigliare di passare la frontiera in un altro punto”.

Blitz e sgombero tendopoli. Per poter procedere allo sgombero la frontiera di Ponte San Ludovico a Ventimiglia è stata chiusa blindata. Il blitz imponente di forze dell'ordine, oltre un centinaio di uomini tra Polizia e Carabinieri, iniziato alle prime ore dell’alba è stato attivato con numerose camionette, pullman e mezzi blindati, che hanno circondato la zona, dove oltre ai migranti, vi erano attivisti francesi e italiani organizzati in una associazione denominata “No Border Ventimiglia”. Gli attivisti, di fronte al massiccio dispiegamento di forze si erano spostati sugli scogli chiedendo ai migranti di seguirli. 

L’operazione dello sgombero dell’area ormai occupata è stato permesso grazie all’ordine della Procura della Repubblica di Imperia che ha permesso di attivare le procedure della stessa Polizia e Carabinieri oggi presenti in massa, circa un centinaio di uomini.

Presenza delle itituzioni comunali. Il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano accompagnato da tutta l'amministrazione comunale cittadina era presente per assistere direttamente all’operazione di sgombero.

Arresto immediato per un bosniaco. Tra le persone allontanate dal presidio è stato trovato un 40enne di origine bosniaca sul quale pendeva una mandato di cattura internazionale.

Ora gli attivisti sono tutti ammassati sugli scogli già da parecchie ore. Il Vescovo Suetta media con gli attivisti. In soccorso degli attivisti è arrivato il Vescovo Antonio Suetta che è direttamente salito sugli stessi scogli per poter parlare ai manifestanti.

Denuncia dal profilo Facebook di "NO BORDERS VENTIMIGLIA". Dal profilo Facebook, il presidio “No Borders Ventimiglia” fa sapere: “Quello che succede oltre gli scogli! Ruspe, nettezza urbana e sbirri per cancellare il presidio No border di Ventimiglia. Noi resistiamo sugli scogli. we are not going back”. Gli attivisti, cercando di comunicare tramite internet con chi li segue e fanno sapere: “Si continua a resistere sugli scogli. Militarizzata l’area, devastata e saccheggiata l’area del campo. Persone che tentavano di raggiungere il presidio per dare solidarietà sono state portate in questura. Minacce di identificazione e denuncia per tutti. Alla faccia del welcome refugees, chi lotta per la liberta di movimento viene messo a tacere”.




IMMIGRATI: REGIONE LOMBARDIA PRONTA A SOSTENERE CLASS ACTION CONTRO IL GOVERNO

Redazione

Milano – La Regione Lombardia è pronta a sostenere una class action da parte dei Comuni lombardi contro il governo sulla questione dell’accoglienza profughi. Lo ha ribadito il presidente della Regione Roberto Maroni commentando la mozione promossa in tal senso da Fdi in Consiglio Regionale e che potrebbe essere discussa nella seduta di martedì prossimo. “Stiamo studiando questa iniziativa – ha detto Maroni a margine di una conferenza stampa – se sarà approvata in Consiglio regionale ci attiveremo subito per promuovere la class action”. Sul tema dei migranti, Maroni ha anche replicato al ministro dell'Interno Angelino Alfano, in particolare sul centro per richiedenti asilo di Mineo, in Sicilia: “Il Cara di Mineo è stato aperto e gestito da me per sei mesi, senza incidenti – ha proseguito il governatore – dopodiché sono arrivati i governi Monti, Letta e Renzi. Se poi non viene gestita bene la struttura, non è colpa di chi l’ha aperta”. “E’ l’incapacità di trovare soluzioni che porta sempre a dare colpe agli altri – ha concluso l’ex ministro- questa è la sinistra italiana”.




IMMIGRATI, MERKEL: "BISOGNA AIUTARE L'ITALIA"

di Angelo Barraco

Roma – La Merkel si è resa conto che il concetto di Europa non sta soltanto scritto sulla carta ma deve essere applicato per garantire il benessere comune. Infatti, nel corso di una conferenza stampa a Berlino, la cancelliera tedesca ha parlato di immigrazione dicendo che l’Italia va aiutata dagli altri Paesi europei che devono provvedere ad accogliere gli immigrati in modo equo, in caso contrario si dovrà sollevare la questione di Schengen. Un cambio di rotta da parte del primo mistro tedesco, che non si è commossa neppure di fronte ad una ragazzina che parlava di diritto d'asilo durante una trasmissione qualche mese fa. Non è lontano il tempo quando i migranti diretti a Monaco, stanchi, allo stremo e con l’unico sogno di andare in Germania venivano respinti in Italia dopo essere stati bloccati al Brennero non appena superato il confine. Come si può dimenticare quando la gendarmeria austriaca e germanica ordinava ai profughi in treno di scendere alla stazione del capoluogo altoatesino e la polizia italiana?. La Germania era inflessibile, non faceva passare gli immigrati, controllava e respingeva. E adesso, cos’è cambiato?
 
Nel frattempo all’emergenza immigrati è intervenuto anche il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans sostenendo che bisogna arrivare "rapidamente a regole europee comuni sulle richieste di asilo”. Il vicepresidente ha parlato da Calais, dove proprio li si trovano migliaia di migranti che vogliono varcare il confine e che tentano disperatamente di farlo anche con rivolte o assaltando tir e talvolta perdono la vita. La Merkel ha puntualizzato che esiste un accordo sull’onere dei migranti debba essere ridotto e che “Se l'Europa fallisse sulla questione dei rifugiati, se si rompesse il legame con i diritti civili universali, non ci sarebbe più l'Europa che abbiamo voluto”. Intanto Timmermans ha annunciato che Bruxelles una cifra di 5 milioni di euro per aiutare i migranti in Francia e ha esortato gli altri paesi a fare altrettanto e ha aggiunto “Troppi Paesi si stanno rifiutando di fare la loro parte. Inaccettabile e contraria allo spirito europeo”. Per affrontare tale  emergenza i ministri della Giustizia e dell’Interno dell’Ue il prossimo 14 settembre si riuniranno a Bruxelles. Intanto Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri ha affermato che bisogna accettare “il principio che i migranti non entrano in Italia o in Grecia ma entrano in Europa".Sarà, ma aldilà dei proclami l'eterna emergenza dell'immigrazione sembra un problema tutto mediterraneo e che pesa prepotentemente sulle spalle dell'Italia



TREMILA IMMIGRATI IN ARRIVO DALLA LIBIA: AL COLLASSO LE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA

di Angelo Barraco

Roma – L’ondata di immigrati non si placa anzi, sembra accentuarsi sempre di più. La Guardia Costiera di Roma ha ricevuto 18 richieste di soccorso da altrettante imbarcazioni cariche di migranti che si trovano a circa 20-30 miglia a largo della Libia. Attualmente è difficile stimare il numero dei migranti ma una stima approssimativa vede su quei barconi e gommoni non meno di 2-3 mila migranti. Intanto sul canale si Sicilia sono schierati i mezzi italiani ed europei di soccorso, ma l’Italia può fronteggiare questo nuovo grande esodo? Cosa può garantire loro? Il flusso dei migranti verso le coste italiane non si ferma, non rallenta e il paese è in ginocchio per far fronte ai problemi che ne conseguono come l’accoglienza e la mancanza di risorse e strutture. Gli scafisti ogni giorno si muovono nel mare come il traghettatore di anime nel libro del sommo poeta Dante Alighieri, Caronte, portano da una riva all’altra le anime che sono alla ricerca di una vita migliore. L’ultimo sbarco di immigrati è avvenuto nella notte di metà agosto, quando 350 migranti che erano a bordo di un barcone a largo della Calabria sono stati salvati, a bordo dell’imbarcazione, inerme, un cadavere di un uomo morto durante il viaggio. I migranti sono stati salvati e trasferiti a Reggio Calabria. Un’altra tragedia verificatasi nel mare è avvenuta il giorno di ferragosto, quando 49 soggetti sono morti in un barcone di soli 14 metri. Costoro si trovavano nella stiva e la loro “colpa” è stata quella di non aver pagato abbastanza gli scafisti per poter stare sul ponte.
 
 
Dopo ogni tragedia la voce della politica si fa forte e dopo quella di metà agosto  Angelino Alfano ha ribadito: “sarà l'ultima tragedia se non si risolve il problema della Libia”. Il Comandante del Cigala Fulgosi, il capitano di fregata Massimo Tozzi si sono prodigati nel soccorrere i superstiti e si sono trovati davanti “una scena terribile: decine di corpi senza vita ammassati uno sull'altro nella stiva, mentre le donne si disperavano per i loro cari morti”. Non c’era nessuna traccia di scafisti a bordo. Un barcone con donne che piangevano i loro cari morti perché non avevano soldi per poter ubicarsi in una posizione migliore sulla barca, che tra l’altro era fatiscente e per niente sicura. E’ stato fondamentale l’intervento della Marina che ha evitato una tragedia ancora più grande. “Ma è questo che facciamo – ha detto il capitano – prestare soccorso a chi è in difficoltà in mare è il nostro compito”. Nella conferenza stampa di Ferragosto, il ministro Angelino Alfano ha sottolineato: “il mondo non può attendere di fronte alla crisi della Libia che è un vulcano acceso non di fronte all'Italia, ma all'Europa. O la comunità internazionale è in grado di risolvere la situazione lì o la tragedia di oggi non sarà l'ultima” ha aggiunto inoltre una risposta al mons. Galantino che aveva accusato nei giorni scorsi il Governo di essere assente sull’immigrazione “Noi  facciamo un mestiere diverso dalla chiesa e comunque do per buona la rettifica delle parole di monsignor Galantino e non quello a lui in un primo momento attribuito, noi facciamo fino in fondo quello che è il dovere di una grande democrazia: salviamo vite e rimpatriamo chi non fugge da guerre o da persecuzioni, ma arriva illegalmente sul nostro territorio”. Ma adesso? Adesso che succederà?



LONDRA E PARIGI ADESSO CAPISCONO CHE GLI IMMIGRATI SONO UN PROBLEMA DELLA UE. CI VOLEVA CALAIS

Redazione

Quando si vive in prima persona una grossa emergenza allora poi si finisce col capire che i problemi vanno condivisi e afrontati insieme. La Gran Bretagna e la Francia, la prima che promise che non avrebbe accolto sul suo suolo nessuno dei disperati salvati nel Mediterraneo, la seconda che ha bloccato decine di migranti a Ventimiglia sugli scogli di Ventimiglia, assediate ora a Calais da migliaia di altrettanto disperati, si accorgono ora che il problema dell'immigrazione e' globale e deve essere affrontato da tutta l'Ue. E' quanto sostengono in un lettera scritta insieme i ministri dell'Interno di Gran Bretagna, Theresa May e di Francia, Bernard Cazeneuve: "Qeesta situazione non puo' essere considerato solo un problema dei nostri due Paesi. E' una priorita' sia a livello europeo che internazionale. Molti di coloro che a Calais stanno cercando di attraversare la Manica sono passati attraverso l'Italia, la Grecia o altri Paesi.
Questo e' il motivo perche' stiamo chiedendo agli altri Stati membri, e all'intera Ue, di affrontare questo problema alla radice" I due ministri, dimostrando scarso senso della realta', suggeriscono che la soluzione di lungo termine al problema sarebbe quella di convincere quanti vogliono raggiungere l'Europa in cerca di una vita migliore che "le nostre strade non sono pavimentate d'oro".