Nemi, si allo SPRAR no ai CAS: Marinelli (PD) andrà dal Prefetto

NEMI (RM) –  Quando c’è carenza di una informazione puntuale nonché assenza totale di assemblee pubbliche organizzate dall’Amministrazione locale per far capire cosa succede a Nemi in tema di accoglienza, è davvero complicato cercare di fare un punto della situazione che sia chiaro a tutti. Partiamo dal fatto che l’Italia è il Paese dell’accoglienza e almeno per quanto sostiene il nostro quotidiano è importante accogliere nel pieno rispetto del territorio, dei residenti e nel rispetto della dignità delle persone che si ospitano.

L’integrazione parte anche da queste premesse: Nemi è un paese di circa 2 mila abitanti, è una piccola grande comunità dove ci si conosce un po’ tutti. Ospitare due o tre famiglie di immigrati può essere una opportunità di arricchimento, un valore aggiunto e questo può accadere soltanto se il Comune di Nemi aderisce allo Sprar, uno strumento che permette, un’accoglienza controllata e nel rispetto della quota di popolazione residente per di più beneficiando, il Comune, del contributo ministeriale del 95% delle spese per l’ospitalità.

Al contrario, favorire il business dell’immigrazione, cercando di gestire strutture sul territorio in grado di accogliere centinaia di immigrati è tutta un’altra storia. Una storia che non parla di SPRAR ma di CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria. Purtroppo a Nemi non c’è abbastanza chiarezza e a tutt’oggi non è stata formalizzata l’adesione del Comune al progetto Sprar, o almeno non se ne ha notizia ufficiale. L’auspicio è che sia davvero in via di definizione come annunciato più volte dal sindaco Alberto Bertucci.

Intanto la realtà dei fatti è che, da quanto ci risulta, secondo il Piano del Campidoglio i migranti di Roma sarebbero pronti a essere spostati in sette Comuni della provincia.  E le città individuate da palazzo Senatorio per ospitare gli immigrati sono Cerveteri, Nettuno, Nemi, Castel Gandolfo e Lanuvio.

Altri dati certi è che a Nemi ci sono almeno un paio di strutture, tra cui una villa del ‘600 e un albergo che sono stati recentemente ristrutturati e che erano da anni in stato di abbandono. Ora non sappiamo se queste ristrutturazioni sono finalizzate ad una quanto più imminente futura disponibilità ad accogliere immigrati. Questo significherebbe un arrivo in massa di centinaia di rifugiati che un paese piccolo come Nemi non appare pronto a gestire soprattutto sotto il profilo della sicurezza. Infatti la stessa stazione dei Carabinieri  diretta dal Maresciallo Capo Dario Riccio, nel caso si configurasse la gestione d’immigrati nelle strutture ricettive gestite da privati, dovrebbe presumibilmente chiedere più unità per controllare il territorio e garantire la sicurezza. Dunque è importante mettere da parte qualsiasi tentativo di strumentalizzazione politica di questo caso così delicato e cercare di capire qual’è il destino a cui Nemi va incontro: solo lo SPRAR può dare garanzie di una accoglienza a misura del territorio che ospita.

Infatti lo Sprar prevede un immigrato ogni mille abitanti e per i Comuni fino a 3 mila abitanti il massimo, come nel caso della cittadina delle fragole, il numero non potrebbe superare le sei unità. Inoltre chi aderisce allo Sprar è salvaguardato dai CAS ovvero dal vedere strutture private gestire l’ospitalità con i famosi 35 euro giornalieri a immigrato. Ospitare sei o dieci persone per Nemi significa invece avere anche la possibilità di garantire a questi rifugiati una permanenza dignitosa con lavori socialmente utili, con la possibilità di essere integrati nella piccola comunità castellana. Pertanto la paura di molti è quella che ci siano in ballo interessi privati in gioco da parte di qualcuno.

 

Intanto, sulla questione è intervenuta nuovamente la segretaria del Pd di Nemi Azzurra Marinelli:

“C’è molta confusione a Nemi sul tema dell’accoglienza – sostiene Marinelli -. Confusione causata dalla difficoltà di comprensione del fenomeno da parte di molti ( istituzioni comprese), ma anche dalla mala fede e dal tentativo di manipolazione dell’informazione. Il governo – prosegue la segretaria PD – ha messo a disposizione dei sindaci uno strumento che è quello dell’adesione al sistema SPRAR , che permette ai comuni di gestire in modo razionale e adeguato , un numero di richiedenti asilo COMPATIBILE con il numero di abitanti del comune aderente. Circa un anno fa, il partito democratico di Nemi chiese al sindaco Bertucci ( all’epoca sindaco uscente, riconfermato con un plebiscito a Giungo 2017) quali fossero le intenzioni dell’amministrazione in merito. Bertucci, come è solito fare, al momento NON rispose, ma lo fece in piena campagna elettorale, affermando che il comune di Nemi aveva aderito allo SPRAR e quindi che avrebbe gestito al meglio un’emergenza complessa e difficile. Anche perché la non adesione allo SPRAR avrebbe comportato l’intervento diretto da parte della prefettura con l’imposizione di un CAS ( centro di accoglienza straordinario), l’arrivo di una quantità di richiedenti asilo molto superiore a quella prevista dallo SPRAR e dove l’ente locale non avrebbe avuto più nessun tipo di controllo sul fenomeno.

All’indomani delle elezioni, Ricomincio da Nemi, gruppo di opposizione del quale anche il PD fa parte , ha chiesto al sindaco di poter visionare gli atti di adesione allo SPRAR per poter contribuire ( anche insieme alle associazioni del territorio) al progetto di Bertucci.

Nessuna riposta, nessun’apertura alla collaborazione e oggi, lo possiamo dire, NESSUN progetto di adesione allo SPRAR .

Il Partito Democratico, chiederà direttamente alla Prefettura come stanno i fatti e quali possano essere le vie da seguire per un’integrazione più concertata possibile .

Bertucci  – conclude Marinelli – si è dimostrato al solito incapace e presuntuoso lasciando in modo davvero incosciente il paese di Nemi in balia della destra più xenofoba che alimenta paure e ansie per i propri fini elettorali. Del baratro che si apre davanti ad un problema così delicato e difficile, Bertucci si dovrà assumere tutta la responsabilità. Un conto è organizzare una festa di paese , altro è dimostrare di aver lo spessore giusto dell’amministratore di buon senso!” Ivan Galea




Potenza, paura migranti: ecco cosa chiedono i cittadini

POTENZA – I migranti, sotto attacco dall’opinione cittadina che li reputa responsabili dei vari misfatti accaduti di recente, non cessano di approdare in Basilicata, regione che oggi si ritrova a fronteggiare un’emergenza assai più grande delle sue risorse. E’ recente, precisamente del 5 settembre, la notizia di un tentato stupro nella zona centrale del capoluogo, ai danni di una donna cinquantenne che si è vista trascinata all’interno del proprio portone mentre, intenta a tornare casa, non aveva badato alla presenza di un uomo dalle parvenze africane, si scoprirà poi essere un richiedente asilo, il quale, senza timore tentava di abusare di lei. Le grida d’aiuto della donna allertarono dei passanti che bloccarono il giovane allertando i militari.

Questa vicenda (la prima in Basilicata) ha suscitato un grande clamore: molti cittadini di Potenza, non abituatati alla presenza così massiccia di extracomunitari, si dicono spaventati da ulteriori eventuali aggressioni, quest’ultime ripetutesi, qualche giorno dopo il tentativo di stupro, anche nei confronti delle forze dell’ordine mentre effettuavano controlli di routine chiedendo documenti ai passanti. Gli agenti si sono visti aggrediti da un extracomunitario, il quale non voleva dimostrare la sua identità, la vicenda si è conclusa con la presa in custodia del ragazzo. Sono inoltre sempre più presenti prostitute di colore sulle strade, precisamente nel tratto dedicato alle industrie, che ospita il viadotto dell’Industria (ponte Musmeci) candidato all’unanimità a Patrimonio dell’Umanità Unesco . Le giovani, prostituendosi ledono all’immagine di un monumento che è sempre stato oggetto d’interesse da parte dell’ Unione Europea.
Le varie vicende hanno quindi scatenato un presidio dei potentini nella piazza principale: Piazza Prefettura, in cui hanno manifestato il proprio disappunto dichiarando di essere in “Emergenza sicurezza” .
Tanti, d’altronde, sono gli edifici abbandonati, anche nel pieno centro della città, che diventano luoghi perfetti per accampamenti abusivi e discariche a cielo aperto in cui i migranti si rifugiano durante le loro giornate trascorse davanti ai vari supermercati ad elemosinare.

 

Si può quindi affermare che c’è davvero un’emergenza sicurezza nella città di Potenza? Il Prefetto Giovanna Cagliostro indica Potenza come un “virtuoso modello” da costruire con la generosità tipica del popolo lucano, che rendendo il flusso dei migranti più fluido, amplierà anche i centri di accoglienza già numerosissimi e presenti sul territorio.

 

Ebbene se si vuol dare voce al malcontento cittadino, le richieste delle cose da fare immediatamente sarebbero: Controlli serrati sugli ingressi in regione, prevenzione con ronde notturne che si facciano carico di perlustrare i numerosi vicoli presenti e adeguamento dei migranti in base alle strutture già presenti.
La gente, stanca ed affannata per lo scarseggiare di lavori stabili, si vede privata dei figli, che cercano fortuna altrove, ma pieni di ragazzi provenienti da paesi meno sviluppati, che faticano ad inserirsi in quanto si fa sempre più forte un sentimento di razzismo che non era mai stato presente in questo territorio. I pericoli che si corrono, anche se vengono fortunatamente scampati, innalzano dei muri nelle coscienze e questi muri tanto facili da ergere sono quasi impossibili da abbattere se non con una messa in atto di potenzialità provenienti sia dalla Regione che dagli stessi migranti, alcuni di loro infatti si rendono utili svolgendo lavori marginali come la pulizia delle strade e dei marciapiedi, questo però aiuterà la popolazione a vedere entrambi i lati della medaglia e comunque in qualsiasi situazione non bisognerebbe fare di tutta l’erba un fascio.
L’accoglienza e la gentilezza lucana sono state il biglietto da visita di questa regione per molti e molti anni ma ad oggi questi valori rischiano di essere messi in discussione. Trovare un giusto equilibrio che possa accontentare tutti, che permetta di vivere con spensieratezza le bellezze di questa terra probabilmente è la ricetta giusta per mantenere i giusti equilibri sociali.

Giulia Ventura




Messina: di certi abusi non si parla

 

di Vincenzo Giardino

I fatti di cronaca andrebbero comunicati tempestivamente per consuetudine giornalistica, ma anche nel rispetto dell’informazione ai cittadini. Avendo raccolto solo ora la testimonianza della protagonista di uno spiacevole episodio, non abbiamo esitato a pubblicarlo nonostante siano trascorsi tre mesi, in quanto da adito a spunti di riflessione.

 

La sera del 31 maggio di quest’anno alle 22:30 circa, in una stradina del centro di Messina, M.G., (una ragazza della quale non possiamo dare le generalità in quanto sono ancora in corso le indagini dell’autorità giudiziaria) viene aggredita e molestata pesantemente da una persona di colore, mentre si apprestava ad entrare nella propria autovettura parcheggiata nei pressi della sua abitazione. Solo la presenza di spirito della giovane donna ed il generoso interveto di persone che sono state allarmate dalle urla della stessa, hanno impedito che l’episodio avesse un tragico epilogo. Traumatizzata e impaurita M.G. sporge denuncia particolareggiata all’autorità giudiziaria e nei giorni scorsi è stata convocata per il riconoscimento dell’uomo attraverso foto segnaletiche, in questa occasione scopre di non essere stata l’unica a subire questo tipo di aggressione.

 

Ebbene, la cosa sconcertante è che questi casi non hanno avuto né un trafiletto nei giornali locali e nemmeno un minimo di attenzione da parte della cronaca tv delle emittenti televisive di Messina. In qualunque altra città dell’Italia “continentale” si sarebbe data un eco anche troppo esasperato, invece a Messina viene taciuto. Si è talmente diffuso tra la gente il luogo comune che in Sicilia non accadono episodi di molestie sessuali da parte di extracomunitari che le domande che sorgono spontanee sono: esiste un tacito accordo a non diffondere determinati fatti? Quali altre possono essere le motivazioni al silenzio? Certe notizie vengono tacitate per non fomentare l’odio razziale?

 

A voler pensare male ci potrebbe essere un’altra motivazione più banale e prosaica. La città di Messina è affollata di extracomunitari che vivono di espedienti, bighellonano per le strade cittadine, disturbano giornalmente gli automobilisti che si fermano ai semafori obbligati a subire le varie puliture dei vetri e dulcis in fundo alcuni sono dediti ad attività illecite. E dove alloggiano queste persone? Molti sono accatastati in appartamenti nei quali vivono ai limiti della decenza pagando cifre procapite di circa 200/250 euro. E chi sono i proprietari di gran parte di questi alloggi? Molti vanno ricercati in quelli che rappresentano l’establishment cittadino che, quando non possono più affittarli agli studenti, perché troppo degradati, vedono più profittevole l’affitto agli extracomunitari.

 

L’ultima riflessione, sempre a voler pensare male: Questi proprietari di immobili sono forse in grado di condizionare i media locali affinché non si faccia troppo rumore sulle malefatte dei propri inquilini? Messina attualmente ha come primo cittadino Accorinti (per chi non se lo ricordasse è il sindaco che veste la t-shirt pluristagionale). Nella sua campagna elettorale si presentò come il sindaco antisistema, ma è sotto gli occhi di tutti che Messina continua a subire un inarrestabile degrado anche per colpa della cattiva gestione amministrativa.

 

Messina come tante altre città italiane è diventata poco sicura, perché i controlli sono pochi e rari ed il rischio che episodi scabrosi, come quello che abbiamo narrato, possano diventare più frequenti è molto alto, pertanto è un dovere dei media informare la popolazione su certi rischi.




Potenza, arresto migrante per violenza sessuale: i cittadini manifestano sotto la Prefettura

POTENZA – Un centinaio di persone hanno partecipato a un presidio organizzato nel pomeriggio, a Potenza, in piazza Mario Pagano, davanti alla sede della Prefettura, per chiedere maggiore sicurezza in città e il blocco degli arrivi di nuovi migranti. La manifestazione è stata organizzata in seguito all’arresto di ieri di un giovane di 20 anni originario della Guinea e in Italia come “richiedente protezione per motivi umanitari”, accusato di violenza sessuale ai danni di una donna aggredita nell’androne di un palazzo, nel centro storico del capoluogo lucano.




Cosenza, sigilli a palazzina: immigrati pagavano per vivere tra i rifiuti

COSENZA – La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Cosenza ha scoperto un fabbricato concesso in locazione a 15 persone di nazionalità Bengalese, venditori ambulanti; fra queste: 5 maggiorenni e 2 minorenni, tutti “immigrati clandestini”.

 

Cento (100,00 ) euro mensili a persona: a tanto ammontava il canone richiesto dai locatori e pagato dagli stranieri . Cumuli di spazzatura, stanze sporche – prive di pavimenti e di mobili, ivi compresi i letti, cucina alimentata (pericolosamente) mediante bombola a gas e con stoviglie ed accessori in pessime condizioni, bagni e docce (queste ultime poste all’esterno della palazzina) fatiscenti ed in comune: questo lo scenario che è apparso agli occhi dei Finanzieri della Compagnia di Paola, in servizio d’istituto in materia di controllo economico – finanziario del territorio e lotta alla contraffazione.

I Finanzieri hanno anche richiesto un qualificato intervento sul posto di un Ispettore dell’A.S.P. di Cosenza, il quale ha effettuato un sopralluogo confermando le “ precarie ” condizioni igienico – sanitarie dei locali affittati ai Bengalesi, risultati incompatibili con le “ normali condizioni di vita ”.

I cittadini extra – comunitari, che dormivano per terra, sono stati acco mpagnati presso la caserma delle Fiamme Gialle, per essere identificati compiutamente mediante rilievi foto – dattiloscopici, così individuando, all’esito delle predette attività, anche i 7 cittadini stranieri privi di titolo di soggiorno.

 

Complessivamente, al termine delle indagini sono stati denunciati alla Procura della Repubblica:

  • 2 soggetti locatori, per il reato di “ Favoreggiamento della permanenza illegale dello straniero nello Stato ”, con conseguente sequestro (ai fini della confisca) degli immobili aventi una superficie di oltre 700 mq , disposto dal G.I.P. dott.ssa Rosamaria Mesiti, su richiesta del la dott.ssa Anna Chiara Fasano , Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Paola, diretta del dott. Pierpaolo Bruni;
  • 5 clandestini , per il reato di “ Ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato ”;
  • 3 stranieri identificati e 2 ignoti fuggitivi, per i reati di “ Detenzione per la vendita di prodotti industriali recanti marchi contraffatti ” e “ Ricettazione ”, ai quali sono stati sequestrati n. 409 beni di note case di moda, recanti marchi contraffatti (fra scarpe, borse, borsellini ed occhiali da sole ).

I canoni di locazione percepiti “ in nero ”, nel tempo saranno calcolati e sottoposti a tassazione.

Prosegue l’attività da parte della Guardia di Finanza calabrese a tutela dei cittadini, degli imprenditori, dei professionisti onesti e degli stranieri regolarmente presenti nel territorio dello Stato.




Immigrati, l'Austria spedisce i militari al Brennero: l'Italia fa spallucce

 

BRENNERO – Abbandonati i toni marziali delle ultime settimane, quando era stato addirittura ipotizzato l'uso di panzer lungo il confine del Brennero per limitare l'afflusso di migranti, l'Austria ha deciso di agire in maniera più soft, annunciando di aver mandato 70 militari a coadiuvare le forze di polizia per controllare la frontiera. Una mossa che comunque l'Italia non ha affatto gradito, considerandola "sorprendente e ingiustificata", come ha fatto trapelare il Viminale.

La situazione, si fa notare al ministero dell'Interno, è assolutamente tranquilla. Anzi, nei primi sette mesi del 2017, alla frontiera italo-austriaca è stato inibito l'ingresso sul territorio nazionale a 1200 cittadini stranieri, a riprova del trend dei movimenti migratori dall'Austria verso l'Italia. Per questo, secondo quanto si è appreso, Minniti avrebbe chiesto al Dipartimento della P.S. di fare un passo verso i propri omologhi austriaci, perché iniziative "unilaterali" come queste "rischiano di pregiudicare il positivo lavoro di cooperazione che quotidianamente viene svolto".




Immigrati, 3 Ong sospendono i soccorsi

 

LIBIA – Arrivano a tre le Ong che hanno sospeso l'attività di ricerca e soccorso dei migranti davanti alla Libia: dopo Msf e Sea Eye anche Save the Children annuncia di aver fermato "temporaneamente" la nave Vos Hestia, che ora si trova a Malta "in attesa di capire se ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere le operazioni". L'organizzazione si dice "rammaricata" di aver fatto questa scelta, che è però dovuta "alle decisioni della Marina Libica di controllare le acque internazionali". "Si tratta di una situazione molto preoccupante – afferma la Ong – per il rischio di sicurezza dello staff e per la reale capacità della Vos Hestia di mettere in atto la propria missione di soccorso". Inoltre, in questa "nuova situazione, le imbarcazioni dei migranti saranno costrette a tornare in Libia e molti bambini e adolescenti moriranno prima di lasciare la nuova zona sar". "Siamo pronti a riprendere le operazioni – dice il direttore delle operazioni Rob MacGillivray – ma prima dobbiamo avere rassicurazioni sulla sicurezza del team e sull'efficacia delle operazioni".  "Oggi abbiamo deciso a malincuore di sospendere temporaneamente le nostre missioni di salvataggio". Lo scrive su twitter l'ong Sea Eye. Il motivo, si spiega, è la mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo occidentale. "Proseguire il nostro lavoro di salvataggio – spiega l'ong tedesca – sarebbe irresponsabile nei confronti dei nostri equipaggi".




Civitavecchia: gli immigrati arrivano i primi mesi del 2018

 

CIVITAVCCHIA (RM) – Nella giornata di ieri tramite delibera di Giunta il Comune di Civitavecchia ha formalmente aderito al sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), tracciando le linee di indirizzo per la redazione del bando per la gestione del servizio.
L'ufficio servizi sociali si occuperà prossimamente di tutti gli atti consequenziali per la selezione del soggetto che vincerà la gestione e della presentazione del progetto al Ministero dell'Interno entro il 30 settembre.

"Come deciso dal consiglio comunale – spiega il Vice Sindaco Lucernoni – stiamo proseguendo sulla linea dell'accoglienza diffusa.
Si è deciso di procedere in maniera graduale per cui il primo progetto prevederà l'inserimento di 65 migranti, preferibilmente famiglie, a cui il soggetto vincitore del bando dovrà fornire i servizi previsti dallo SPRAR. Ogni 6 mesi sarà previsto un nuovo inserimento di ulteriori 65 migranti, fino ad arrivare alla quota dei 194 previsti per il Comune di Civitavecchia nel piano di ripartizione nazionale, per effettuare eventuali correttivi che si renderanno necessari dopo la prima esperienza.
Ora si aprirà un tavolo tecnico di progettazione – continua l'assessore – con i soggetti del territorio che vorranno partecipare: si cercherà di coinvolgere il più possibile tutte le associazioni locali affinchè ci sia la massima sinergia possibile fra le realtà che conoscono il nostro territorio e qui operano da tempo". L'arrivo di questi primi migranti è atteso orientativamente per i primi mesi del 2018.




Civitavecchia, immigrati: non ci sarà nessun centro smistamento

 

CIVITAVECCHIA (RM) – "L'hotspot a Civitavecchia non si farà, aderiremo al progetto Sprar ma ci hanno assicurato che l'hotspot non è in programma". Così il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino (M5s), all'uscita di un incontro in Prefettura a Roma. "Il prefetto Morcone – ha sottolineato Cozzolino – ha detto che era stato fatto solo un sopralluogo per verificare se c'erano le possibilità ma ci ha ribadito testualmente: non ci pensiamo proprio". "I cittadini – ha aggiunto – si sono espressi sul progetto Sprar (Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), noi pensiamo che sia il metodo migliore per accoglierli". Il porto della città laziale poteva di essere utilizzato per alleggerire la pressione che grava sui porti siciliani per l’arrivo delle navi cariche di migranti. In un sopralluogo effettuato nel porto di Civitavecchia, la Questura e la Prefettura avevano valutato la possibilità di trasformare la parte settentrionale del porto, in particolare il molo 28, dedicato attualmente alle navi mercantili in partenza per gli Stati Uniti, in un centro temporaneo di prima accoglienza dove avranno luogo le procedure di identificazione. Gli hotspot permanenti attivi al momento restano quattro (Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto), ma l’alto numero di sbarchi di questi giorni ha reso indispensabile la previsione di strutture temporanee nei porti di approdo delle navi che stanno portando in Italia migliaia di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale.




Genzano, emergenza immigrati: sì al bando Sprar che scade a fine settembre


GENZANO (RM) – Il Comune di Genzano ha finalmente dichiarato che parteciperà al bando Sprar, in scadenza a fine settembre, che prevede l’accoglienza nel nostro Comune di richiedenti asilo in fuga da guerra e povertà.
La decisione di aderire allo Sprar ha portato numerose associazioni e realtà da tempo attive sul territorio, a coordinarsi dando vita al Tavolo “Costruiamo Ponti – Abbattiamo Muri”. Tra le numerose associazioni che hanno avviato questo percorso ci sono il CICAR, che da più di venti anni si occupa dell’inclusione degli stranieri ai Castelli Romani, OPS Castelli Romani, che ha realizzato insieme ai ragazzi rifugiati di Ariccia il progetto di mutuo soccorso “Jà – Serigrafia Migrante”, la Comunità di Sant’Egidio, che a livello nazionale promuove e realizza i canali umanitari dai paesi in guerra, la Caritas e l’Oratorio Don Bosco, realtà cattoliche da sempre impegnate nel sociale, l’ANPI, le Suore dell’Assunzione, Libera Castelli Romani, le Associazioni Demetra, Philoxenia, Vie dei Canti e Gialuma Onlus.
Realtà diverse ma animate dalla volontà di rafforzare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà e unite dalla necessità di scardinare la lettura allarmistica e xenofoba con cui oggi si affronta la questione migratoria. Obiettivi perseguiti nelle singole attività, che oltre alle specifiche iniziative hanno portato all'elaborazione di un documento sull'accoglienza realizzato in maniera partecipata.
“Siamo convinti che la comunità di Genzano sia pronta ad accogliere oggi come lo ha fatto in passato e, per questo motivo, dalla settimana prossima inizieremo ad essere presenti nelle piazze e nelle strade del Paese per parlare con la popolazione e iniziare a dare vita ad una serie di iniziative aperte a tutti. Solo con il dialogo, l’incontro e la solidarietà si possono infatti rompere quei muri di diffidenza, paura e razzismo che sempre più dominano la nostra società.
Invitiamo tutti a partecipare confidando nel supporto dell’Amministrazione Comunale, che nella giornata di giovedì ha indetto una prima convocazione delle realtà del Terzo settore per discutere di come realizzare a Genzano un’accoglienza dignitosa, che riteniamo potrà dirsi tale solo se in grado di coinvolgere attivamente le comunità locali.”




Capo Rizzuto, sgominata cosca Arena: controllava la gestione del centro immigrati

 

CROTONE – Smantellata la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto (Crotone) con il fermo di 68 persone disposto dalla Dda di Catanzaro. La cosca Arena controllava a fini di lucro la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola. Secondo le indagini, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni esercitate in maniera capillare sul territorio catanzarese e crotonese, la cosca controllava anche il centro oltre a coltivare ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.

Il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, Leonardo Sacco, ed il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio, sono tra i fermati dell'operazione denominata ''Jonny''. La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d'Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. I due sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose.

La cosca Arena, tramite il governatore della "Fraternita di Misericordia" Leonardo Sacco, era riuscita ad aggiudicarsi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e di Lampedusa. Appalti che venivano affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di 'ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all'accoglienza dei migranti. Dalle indagini sarebbe emersa l'infiltrazione della cosca Arena nel tessuto economico crotonese e, in particolare, il controllo mafioso delle attività imprenditoriali connesse al funzionamento dell'accoglienza al Cara di Isola Capo Rizzuto che andava avanti da più di un decennio.

Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Nel corso dell'operazione anche un sequestro beni milionario.

La cosca Arena di Isola Capo Rizzuto, da decenni al centro delle vicende criminali nel crotonese, aveva imposto la propria assillante presenza anche sull'area ionica della provincia di Catanzaro con estorsioni a tappeto ai danni di esercizi commerciali ed imprese anche impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.

Nella zona, gli Arena agivano direttamente attraverso i propri affiliati, oppure tramite fiduciari nominati responsabili della conduzione delle attività delittuose o anche attraverso la messa "sotto tutela" di cosche alleate. Tra il 2015 ed il 2016 infatti, in particolare a Catanzaro, una cellula degli Arena, dipendente dalla cosca madre di Isola Capo Rizzuto ma radicata nel capoluogo, secondo l'accusa, ha perpetrato una serie impressionante di danneggiamenti a fini estorsivi per fissare con decisione la propria influenza sull'area mentre cosche satelliti della famiglia Arena avevano fatto altrettanto nell'area a sud di Catanzaro, ricadente nei comuni di Borgia e Vallefiorita e di rilevante interesse imprenditoriale e turistico.

“Gli arresti di oggi degli affiliati al clan Arena sono un risultato importante e rilevante nella lotta quotidiana che lo Stato porta avanti contro la ‘Ndrangheta. Un plauso, dunque, al Procuratore Nicola Gratteri e ai Carabinieri della Polizia e della Guardia di Finanza di Catanzaro e Crotone per questa ennesima operazione di successo”. A dirlo è Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato calabrese di Alternativa Popolare.

E aggiunge: “Quella di oggi è una vittoria anche di tutti quei cittadini onesti oppressi dall’arroganza della malavita. Siamo riusciti a indebolire una cosca radicata sul territorio e a smantellarla. Le indagini faranno il loro corso e faranno di sicuro la giusta chiarezza sulla gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto. È inaccettabile lucrare sulle difficoltà degli altri”.