Usa e Inghilterra, minacce Isis: no a pc sui voli. Allarme bombe nelle batterie

 

Il divieto di tablet e laptop in cabina per i voli diretti negli Stati Uniti e provenienti da dieci aeroporti di otto paesi a maggioranza musulmana sarebbe stato deciso perché Al Qaida avrebbe perfezionato tecniche per nascondere esplosivo nelle batterie dei dispositivi elettronici. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali le informazioni di intelligence ottenute ''indicano che i gruppi terroristici continuano ad avere nel mirino l'aviazione commerciale'' e che il bando non e' una ''mossa politica''.

Dopo gli Stati Uniti anche la Gran Bretagna introduce il divieto di portare in cabina laptop. Il bando, secondo i media, riguarda i voli diretti verso il Regno Unito in arrivo da sei Paesi: Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita. Anche il Canada starebbe valutando la possibilità di introdurre restrizioni simili.

"Stiamo valutando le informazioni che ci sono state fornite", ha detto a riguardo il ministro canadese dei Trasporti Marc Garneau, pur specificando che al momento "non ci sono ancora tempi precisi. Ma stiamo lavorando speditamente".

La decisione di vietare pc e iPad in cabina sui voli per gli Usa provenienti da una decina di paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente e' "necessaria e proporzionata alle minacce" date le informazioni di intelligence a disposizione. Lo ha sottolineato il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer rispondendo a domande dei giornalisti, senza tuttavia entrare in dettagli. "Un passo appropriato date le informazioni di intelligence", ha detto Sipcer.

Riguardano 14 compagnie aeree le restrizioni introdotte dagli Stati Uniti prima e poi anche da Londra che vietano pc e iPad in cabina sui voli provenienti da alcuni paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, di queste sei di base sia negli Usa sia nel Regno Unito, stando a quanto riferisce la Cnn. Si tratta quindi di British Airways, EasyJet, Jet2.com, Monarch, Thomas Cook, Thomson, Turkish Airlines, Pegasus Airways, Atlas-Global Airlines, Middle East Airlines, Egyptair, Royal Jordanian, Tunis Air e Saudia. Ci sono inoltre alcune differenze sull'applicazione del divieto da parte delle autorita' di Washington e Londra, per esempio riguardano diversi 'punti di partenza': per i voli diretti con destinazione Regno Unito il provvedimento interessa quelli provenienti da Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita. Saudi Arabia. Ma alcuni aeroporti interessati dal divieto americano – Abu Dhabi e Dubai, Doha, Kuwait City e Casablanca – non sono interessati dalle restrizioni previste dalle autorità britanniche.

Abc, minaccia Isis dietro bando a pc e tablet – Ci sarebbe la minaccia dell'Isis dietro la decisione americana di vietare pc e tablet sui voli diretti negli Stati Uniti e provenienti da dieci aeroporti di otto Paesi a maggioranza musulmana. Lo riferisce la Abc che cita fonti del governo americano secondo le quali le informazioni raccolte quest'anno dagli 007 sulla possibile presenza di esplosivi all'interno dei device sono ritenute "credibili" da Washington. Lo stesso allarme è stato riferito dalla Cnn, che ha però puntato il dito contro al Qaida.




Florida, sparatoria in aeroporto: killer costretto a combattere per l'Isis

 

Red. Esteri

 

USA – Momenti di paura negli Usa dove c'è stata una sparatoria all'aeroporto di Fort Lauderdale, in Florida meridionale: il bilancio sarebbe di almeno cinque morti e 13 feriti. L'uomo che ha aperto il fuoco è stato arrestato dalla polizia: è un militare di origine ispanica, Esteban Santiago. Era un passeggero di un volo proveniente dal Canada ed aveva la pistola in una borsa imbarcata nella stiva dell'aereo. Vestito con una t-shirt di Guerre Stellari, mirava alla testa delle sue vittime. Avrebbe avuto un'accesa discussione con altri passeggeri a bordo del volo: potrebbe essere tra i possibili moventi per la sparatoria. Soffriva di problemi psichiatrici e sarebbe stato ammesso nei mesi scorsi in un ospedale psichiatrico.

Nel novembre 2016 sarebbe andato all'ufficio dell'Fbi di Anchorage, in Alaska, affermando che era costretto a combattere per l'Isis. Lo riporta la Cbs citando alcune fonti, secondo le quali nel 2011 o nel 2012 Santiago era stato indagato per pedopornografia, ma le autorità non avevano ottenuto prove sufficienti per poterlo denunciare.

"E' troppo presto per dire se si tratta di terrorismo. Non c'è nessun secondo sparatore: gli unici colpi esplosi sono stati quelli al Terminal 2 dello scalo". Lo afferma la polizia.




Terrorismo, dalla Lombardia scappa in Siria a combattere per l'Isis

 

Redazione


SIRIA – Ha obbligato il figlioletto di soli sei anni a imparare la "lotta corpo a corpo" in un campo di addestramento in Siria, paese dove è fuggita portando il bimbo, al quale ha cambiato il nome in Yussuf e che ha cercato di educare in modo da farlo diventare un "futuro combattente". E' quanto risulta da un'indagine dell'antiterrorismo che ha portato a firmare un mandato di arresto per Valbona Berisha, ora 34 anni e di origini albanesi, che due anni fa da un piccolo centro in provincia di Lecco, è fuggita – abbandonando marito e figlie maggiori – per andare ad arruolarsi nell'esercito del Califfato, prestando opera di "soccorso" e "guerriglia". La donna, che ha anche provveduto a far circoncidere il figlio, è stata individuata con lui in un paese a 40 chilometri da Aleppo. Non si sa se i due siano ancora vivi.

Era stato il marito, anch'egli albanese, a denunciare ai carabinieri la scomparsa. Il 28 novembre il gip di Milano, Manuela Scudieri, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della donna per associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale (270 bis del Codice penale).

L'indagine del Ros dei carabinieri, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Alessandro Gobbis, ha permesso di accertare il percorso di radicalizzazione della donna che ha determinato, alla fine del 2014, la sua partenza per la Siria. Il suo trasferimento nel teatro di guerra era anche motivato dall'intenzione di sposare un macedone combattente per il Califfato.




Isis, orrore a Mosul: persone usate come scudi umani

Redazione

IRAQ – I miliziani jihadisti "hanno arretrato la propria ridotta difensiva, attestandosi nel cuore di Mosul". Lo riferiscono gli attivisti anti-Isis dalla città, secondo i quali le Forze speciali di Baghdad sono penetrate per "5 chilometri" all'interno di Mosul. "Il quartiere di Kharama è deserto, la popolazione aspetta l'arrivo dei liberatori". Dall'inizio dell'offensiva, 16 giorni fa, i cacciabombardieri della Coalizione "hanno sganciato 3.000 bombe sulla città", ha riferito il portavoce, Colonnello John C. Dorian.

Le forze speciali irachene hanno preso l'edificio della tv di Mosul nel quartiere orientale di Gogjali, secondo quanto annuncia un generale iracheno citato dall'Associated Press. "Vi libereremo dall'Isis", ha detto il portavoce della coalizione a guida Usa, colonnello John Dorian, in una conferenza stampa trasmessa in diretta tv rivolgendosi agli iracheni.

Almeno 1.792 persone sono rimaste uccise in violenze in Iraq nel mese di ottobre contro i 1.003 del mese precedente. Lo rende noto la missione Onu di assistenza in Iraq. Almeno 1.120 delle persone uccise sono civili, gli altri 672 erano membri delle forze di sicurezza irachene tra cui i curdi pershmerga e le milizie che combattono a fianco dell'esercito mentre 1.358 sono i feriti. La città più colpita è Baghdad con 268 civili uccisi e 807 feriti seguita dalla provincia di Ninevah, con capitale Mosul, con 566 morti e 59 feriti.

Otto civili di una stessa famiglia, tre dei quali bambini, sono stati uccisi per errore nei giorni scorsi da un raid Usa sulla loro casa nel villaggio di Fadhiliya, pochi chilometri fuori Mosul. Lo affermano ong, fonti ufficiali e le milizie curde che combattono nell'area secondo quanto riferisce il Guardian. E' la prima volta, scrive il sito del giornale, che un raid occidentale uccide civili da quando è iniziata l'offensiva per riprendere Mosul. Gli Usa affermano di aver condotto un raid nell'area il 22 ottobre e che indagheranno sulla vicenda.

L'Isis ieri ha cercato di trasformare 25mila civili in scudi umani per impedire la presa di Mosul da parte delle forze alleate, ma i raid aerei hanno impedito il trasferimento della maggior parte delle persone dai sobborghi vicini verso la città. Lo ha detto oggi a Ginevra la portavoce dell'Ufficio dell'Alto commissario Onu per i diritti umani Ravina Shamdasani citando diversi rapporti in possesso delle Nazioni Unite.

Le forze curdo-irachene hanno sbaragliato l'Isis sul fronte est di Mosul e ora le truppe speciali di Baghdad combattono contro l'Isis all'interno della città. "Come comandante degli uomini e delle donne che hanno addestrato più di 6mila uomini in Kurdistan, non posso che essere orgoglioso, soddisfatto del lavoro svolto". Così all'ANSA il Generale Ristuccia, comandante del Contingente in Iraq inquadrato nell'Operazione Prima Parthica. "Con l'addestramento, in particolare sugli ordigni artigianali, abbiamo contribuito a creare le condizioni per affrontare in modo decisivo l'Isis. E risparmiare tante vite".

Il Generale di Brigata Angelo Michele Ristuccia, 50 anni originario di Caltanissetta, è al comando di 950 militari italiani. In Kurdistan si occupano di molte cose, dall'addestramento dei Peshmerga, donne e uomini, per la 'caccia' alle bombe dell'Isis, per le procedure di comando e controllo, e altri settori collegati alle attività militari. Il quadro generale, sottolinea un comunicato ufficiale della Difesa, è quello di assicurare "il necessario supporto operativo per sconfiggere" l'Isis, rendere sicuri i confini, ristabilire la sovranità dello Stato, formare Forze Armate e di polizia in grado di garantire la sicurezza". I seguaci di Abu Bakr al Baghdadi "sono un nemico molto forte, ben organizzato, difficile da affrontare", spiega l'Alto ufficiale all'ANSA nella base italiana a Erbil. "Sono molto soddisfatto del lavoro che è stato fatto. Certo c'è molto ancora da fare: noi siamo pronti a svolgerlo", sottolinea il Generale di Brigata.

Le forze speciali irachene hanno preso l'edificio della tv di Mosul nel quartiere orientale di Gogjali, secondo quanto annuncia un generale iracheno citato dall'Associated Press. Stamattina le Golden Eagle avevano cominciato l'assalto contro la vecchia torre tv. Sull'area soffia un forte vento carico di sabbia che ha ridotto fortemente la visibilità. "Vi libereremo dall'Isis", ha detto il portavoce della coalizione a guida Usa, colonnello John Dorian, in una conferenza stampa trasmessa in diretta tv rivolgendosi agli iracheni.




L'Isis attacca Kirkuk: la città è off limits, scattato coprifuoco

Redazione

IRAQ – Battaglia a Kirkuk dopo una raffica di attacchi dell'Isis prima a un compound governativo e ad un'ex stazione della polizia, poi ad una centrale elettrica, che hanno portato alla morte di almeno 10 civili. I miliziani dell'Isis sono arrivati probabilmente mescolandosi alle migliaia di profughi in fuga dalla guerra. Dopo gli attacchi – come ha potuto constatare l'inviato dell'Ansa sul posto – Kirkuk è stata completamente isolata: le forze Peshmerga non consentono l'ingresso a nessuno ai check point di ingresso nella città irachena, dove affermano di aver decretato il coprifuoco. In quello settentrionale, centinaia di camion formano una coda di 5 chilometri, mentre vengono lasciati entrare solo mezzi carichi di rinforzi militari. I media curdi hanno subito trasmesso le immagini degli attacchi agli edifici governativi che mostrano i blindati dell'esercito iracheno in azione ''per eliminare i terroristi''. Secondo fonti curde un numero imprecisato di jihadisti dell'Isis è ancora asserragliato all'interno di una scuola. Una nuvola di fumo nero avvolge il Majdi Palace di Kirkuk, da dove un cecchino dell'Isis spara sulle forze di sicurezza curde: in tutta l'area risuonano raffiche di armi automatiche, come mostrano le immagini trasmesse in diretta dalle tv locali, riprese da alcune telecamere fisse della città.




Iraq, al via offensiva per liberare Mosul dall'Isis

Redazione

IRAQ – Iniziato l'attacco per liberare Mosul dall'Isis da parte dell'esercito e delle forze antiterrorismo irachene, insieme alla milizia alleata dei peshmerga curdi e alle milizie sciite. Lo ha annunciato alla tv di stato il primo ministro iracheno Haidar al Abadi. La tv di stato irachena ha mostrato un breve comunicato scritto, poco dopo la mezzanotte, che ha annunciato l'avvio dell'offensiva militare largamente preannunciata per cacciare l'Isis dalla seconda citta' dell'Iraq. Il blitz per riconquistare Mosul è la più grande operazione militare in Iraq da quando le truppe statunitensi si sono ritirate nel 2011 e, se coronata da successo, il piu' duro colpo inferto finora all'Isis. Le forze curde dei Peshmerga hanno strappato all'Isis il controllo di sette villaggi nelle prime quattro ore dell'offensiva per riconquistare Mosul, la 'capitale' irachena dello Stato islamico. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira.

I ribelli siriani appoggiati dalla Turchia hanno riconquistato la località di Dabiq, città in mano ai jihadisti dello Stato Islamico dal 2014, quando contava 3.000 abitanti. Un villaggio della Siria relativamente piccolo, non lontano dalla frontiera turca e di limitata importanza strategica ma dall'altissimo valore simbolico perché qui, secondo una profezia dell'Islam sunnita, i musulmani del califfato avrebbero trionfato sui cristiani in un epico "scontro finale" prima dell'Apocalisse. Simbolica al punto che nel 2014 i jihadisti hanno intitolato la loro rivista di propaganda in linqua inglese proprio 'Dabiq'. Un comandante dell'opposizione siriana, Saif Abu Bakr, ha riferito che i combattenti dell'Isis hanno opposto una resistenza "minima" per difendere la loro iconica roccaforte, situata nel nord della Siria ad alcune decine di chilometri da Aleppo. Quest'ultima città è peraltro anche oggi devastata da bombardamenti e combattimenti dopo il fallimento, ieri sera, delle trattative di Losanna tra i rappresentanti dei Paesi coinvolti a vario titolo nel conflitto siriano, Stati Uniti e Russia in prima fila.

Le forze dei Peshmerga curdi partecipano all'operazione per circondare Mosul, e secondo Al Jazira sarebbero arrivati a 7 chilometri dalla città. ma non vi entreranno, lasciando il compito alle sole forze governative di Baghdad per non fomentare tensioni. Lo ha detto Kifah Mahmud Karim, consigliere per i media di Massud Barzani, presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno. Karim ha precisato il compito di entrare a Mosul, in mano all'Isis, è affidato alla 16ma divisione dell'esercito e alla polizia federale. Sul terreno inoltre sarebbero impegnate forze speciali americane. L'Onu è "estremamente preoccupato" per la sorte degli 1,5 milioni di civili a Mosul e teme che "migliaia di loro potrebbero ritrovarsi sotto l'assedio" delle truppe governative o diventare "scudi umani"
nelle mani dell'Isis. Lo afferma in un comunicato il sottosegretario per gli affari umanitari, Stephen O'Brien, facendo appello "a tutte le parti perché rispettino i loro obblighi di proteggere i civili in base alla legge umanitaria internazionale".




Guarda video dell'Isis e inneggia alla Camorra: un arresto per terrorismo in Campania

Redazione

NAPOLI – Un venditore abusivo di fuochi d'artificio è stato arrestato dai Carabinieri con l'accusa di istigazione a delinquere aggravata dall'apologia di terrorismo e fabbricazione o detenzione di materiale esplosivo. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno Alfano complimentandosi per "l'ottimo lavoro dei Carabinieri di contrasto al terrorismo". L'arresto è stato effettuato dai Carabinieri di Castello di Cisterna (Napoli): l'uomo è stato trovato in possesso di 146 micce collegate a vari inneschi, 2 congegni elettronici per l'azionamento di esplosivi a distanza, un telecomando di attivazione, 3 mortai artigianali, una centralina pirotecnica e 7 batterie di tubi di lancio di artifizi. Sul profilo Facebook dell'uomo, sempre secondo quanto reso noto dal ministro, è stato trovato un "video che ritraeva la decapitazione di un prigioniero dell'Isis, accompagnato da alcune frasi di consenso alla camorra".




Pronto a morire per l'Isis: arrestato tunisino che gestiva migranti

Redazione

Una banda di trafficanti di migranti con a capo Mohamed Khemiri, tunisino di 41 anni, "pronto a morire" e a fare propaganda per la causa dei terroristi del Daesh. E' stata scoperta dai carabinieri del Ros coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha chiesto e ottenuto un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto stranieri indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al falso documentale. Khemiri, arrestato, e' indagato dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Napoli anche per associazione con finalita' di terrorismo internazionale assieme ad altre persone in via di identificazione. Al centro dell'operazione un'organizzazione che, in cambio di denaro, predisponeva e faceva rilasciare da aziende tessili compiacenti contratti di lavoro e buste paga fittizie in favore di altri immigrati maghrebini, consentendo loro di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, regolarizzando cosi' la posizione sul territorio nazionale. Per Khemiri la Procura di Napoli aveva sollecitato l'arresto per terrorismo, ma il gip aveva respinto la richiesta. "Sono isissiano finche' avro' vita. E se moriro' vi esorto a farne parte", diceva il 26 gennaio scorso. Gli investigatori del Ros hanno documentato la sua progressiva auto-radicalizzazione, manifestata anche attraverso social network, commentando, tra l'altro, con favore gli attentati di Parigi. L'indagine dei Ros, iniziata a settembre 2014, coordinata dalla procura antiterrorismo di Napoli e in collegamento con quella di Bari, traccia la sua progressiva radicalizzazione nei confronti dell'ideologia fondamentalista. Cresce sui social la sua condivisione della propaganda diffusa dallo stato islamico, tanto che in alcune conversazioni intercettate esprime soddisfazione per le numerose vittime degli attentati di Parigi del gennaio 2015. "Non era il mio factotum e l'ho visto pregare una decina di volte, ma mai ho notato atteggiamenti strani perche' queste persone che inneggiano alla violenza non avvicinano persone dell'Islam che non sono per la violenza. Sono disposto a collaborare". Cosi' l'Imam della moschea di San Marcellino, in provincia di Caserta, Nasser Hidouri, replica a chi descrive Khemiri come suo stretto collaboratore. Il
tunisino abitava in un appartamento vicino alla moschea. "Oggi e' un'altra giornata di successi per lo Stato che ha sferrato un duro colpo a una organizzazione criminale", afferma il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "Questa indagine dimostra che c'e' il rischio che soggetti vicini al jihadismo possano entrare nella gestione dei traffici migratori", e' il commento del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.




Isis, video dell'orrore: "Colpiremo Israele e conquisteremo Roma"

Redazione

Il gruppo terrorista Wilayat Sayna, la Provincia dello Stato islamico in Sinai, legato all'Isis, ha diffuso un video in cui minaccia di colpire Israele nel prossimo futuro e di conquistare Roma. "Questo è solo l'inizio, i nostri incontri (del gruppo, ndr) si terranno a Roma e a Gerusalemme – dice una voce nel video di 35 minuti -. Ebrei, aspettaci, sarete puniti severamente e pagherete prossimamente un caro prezzo".

"L'attentato contro l'aereo russo (nel Sinai) che abbiamo abbattuto e gli attacchi contro le sedi dei crociati e dei giudei che sono state bombardate, sono solo l'inizio. Dopo ci incontreremo a Roma e Gerusalemme". Minacce corredate da immagini su Piazza Navona a Roma e di Gerusalemme est. Nel video, postato sui social media, si vedono anche le immagini di alcuni attacchi dei jihadisti dell'Isis contro le forze di sicurezza egiziane nella penisola del Sinai e si conclude con quella che la voce narrante descrive come l'uccisione di due poliziotti egiziani. Il ramo egiziano dell'Isis sta conducendo una vera e propria rivolta nel Sinai settentrionale contro le autorità del Cairo. L'autenticità del video non è stata al momento verificata, ma i suoi contenuti e lo stile usato rispecchiano la propaganda usata in passato dallo Stato Islamico.




BANGLADESH, ATTACCO DELL'ISIS A DACCA: 9 ITALIANI TRA LE VITTIME

Redazione

DACCA – Sono almeno venti i civili uccisi nell'assalto jihadista al caffè di Dacca, in Bangladesh, liberato stamattina all'alba da un blitz delle forze speciali. Le vittime sono tutte straniere, tra queste nove italiani. "Sono nove le vittime italiane accertate finora", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Ecco le vittime italiane: sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.

Le autorità di Tokyo hanno annunciato che ci sono sette giapponesi tra le vittime di Dacca, cinque uomini e due donne.

"Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi – ha dichiarato Matteo Renzi – sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo verso Dacca. Notizie ufficiali" verranno date prima alle famiglie delle vittime. Davanti alla tragedia dell'estremismo radicale, credo sia il momento in cui l'Italia unita dia un messaggio di dolore e compassione. Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione: l'Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati".

Un portavoce dell'esercito bengalese ha affermato che la maggior parte delle vittime sono italiani e giapponesi. "Molti sono stati uccisi dagli assalitori con lame affilate", ha riferito l'esercito dopo una notte di terrore. Chi sapeva recitare versi del Corano sarebbe stato risparmiato dai jihadisti, gli altri sono stati torturati, ha raccontato uno degli ostaggi tratti in salvo dall'Holey Artisan Bakery.

Fonti ufficiali riferiscono anche della morte di due poliziotti. Quattro degli ostaggi liberati sarebbero stranieri. Al momento il Giappone ha reso noto che un suo cittadino figura tra gli ostaggi liberati, mentre i media locali parlano anche di una coppia di cittadini dello Sri Lanka. Un testimone italiano che si è messo in salvo ha riferito che italiani occupavano 'numerosi' un tavolo del locale.

 

L'OPERAZIONE E' scattato alle 7.40 ora locale, le 3.40 in Italia, il blitz delle forze speciali nel ristorante Holey Artisan Bakery nella capitale del Bangladesh. Qui, ieri sera alle 21.20 ora locale (le 17.20 in Italia), un commando di terroristi islamici aveva preso in ostaggio almeno 35 persone, di cui una ventina stranieri (fra questi almeno sette italiani), dopo aver ucciso due poliziotti. Nell'assalto al caffè dove si erano asserragliati dai sette ai dieci terroristi sono stati impiegati oltre un centinaio di uomini del Battaglione di azione rapida. Le teste di cuoio nella notte avevano cercato di trattare con i miliziani, senza risultato. Un sito legato all'Isis, Amaq, che aveva già pubblicato la rivendicazione del Califfato, ha diffuso foto di presunte vittime all'interno del ristorante: cinque o sei cadaveri di donne e uomini per terra, in pozze di sangue, fra i tavoli con ancora i resti della cena. L'attacco delle teste di cuoio è durato una decina di minuti, durante i quali si sono sentiti spari ed esplosioni. Gli ostaggi soccorsi sono stati portati in ospedale.




ISIS, 250 MILIZIANI UCCISI IN RAID USA

Redazione

Raid aerei americani hanno ucciso ieri almeno 250 combattenti dell'Isis in un convoglio che si muoveva fuori da Falluja, in Iraq. Lo riporta la stampa Usa, sottolineando che negli attacchi sono stati distrutti 40 veicoli. I raid arrivano a 24 ore dall'attacco all'aeroporto di Istanbul, per il quale l'Isis e' considerato il primo sospettato.

I combattenti dell'Isis stavano fuggendo da un'offensiva lanciata sul terreno dall'esercito di Baghdad. Lo ha detto una fonte irachena alla Bbc. Sono stati bombardati mentre si stavano dirigendo verso zone ancora sotto il controllo dello Stato islamico, vicino al confine con la Siria, ha aggiunto la fonte. Il ministero della difesa di Baghdad ha anche diffuso un video e foto in cui si vedono le bombe cadere sugli obiettivi e una decina di camion bruciati. Domenica il governo iracheno ha annunciato di aver preso il pieno controllo di Falluja dopo un'offensiva durata cinque settimane.