COLPITO CONVOGLIO AL BAGHDADI: L'ISIS MARCATA STRETTA

Redazione

L'esercito iracheno ha colpito il convoglio del leader dell'Isis, il califfo Abu Bakr al Baghdadi, nei pressi di Anbar. Lo hanno annunciato le forze armate irachene secondo quanto riportato dai media arabi. Non si hanno notizie sulla sorte del Califfo.

Baghdadi era diretto a un vertice dell'Isis, afferma il ministero dell'Interno di Baghdad in un comunicato. Anche il luogo di incontro è stato bombardato: "Molti elementi della leadership sono stati uccisi o feriti", si aggiunge.

Quel che sembra certo è che il 'Califfo' non è tra le salme di "alti esponenti" jihadisti "uccisi" nell'ovest dell'Iraq da un raid. Lo riferiscono fonti ospedaliere citate da al Arabiya. Il ministero degli Interni di Baghdad aveva in precedenza affermato che Baghdadi, di cui non si conoscono le condizioni di salute, era stato trasportato "d'urgenza" in un luogo non precisato




ALLARME TERRORISMO: L'ISIS E' IN POSSESSO DI MATERIALE RADIOATTIVO

Redazione
 
Il traffico di materiale radioattivo è stato molto attivo in questi ultimi anni, tale materiale è stato venduto agli estremisti del Medio Oriente. Ma chi vende tale materiale ai terroristi? L’ombra del sospetto e legami portano alla Russia. In questi ultimi cinque anni sono stati bloccati quattro tentativi di vendita di materiale, le operazioni sono state eseguite dalle autorità dell’Europa dell’Est e dall’Fbi. Sull’argomento in questione non trapelano molte informazioni, l’ultimo caso conosciuto risale al mese di febbraio quando un trafficante ha offerto un ingente quantitativo di cesio tale da poter contaminare numerose città e cercava acquirenti appartenenti all’Isis. Gli investigatori riferiscono che alcune organizzazioni criminali sono legate al KGB russo e hanno messo in piedi un mercato nero in Moldava. Malgrado ci sono stati arresti, i capi sono riusciti a fuggire e i fiancheggiatori non appena usciti hanno evitato lunghe condanne e non appena usciti sono ritornati nel giro del contrabbando nucleare. Intanto i fascicoli investigativi sono stati mostrati dalla polizia moldava e dalle autorità giudiziarie all’Associated Press con lo scopo di mettere un fare di luce di chiarezza su questa cupa vicenda del nucleare. Inoltra hanno riferito che la rottura tra Russia e Occidente ha portato ad una difficoltà nel reperire informazioni in merito al fatto se i trafficanti stanno cercando nuove vie per smerciare il magazzino appartenente alla Russia, anche se parte di esso è finito già sul mercato nero. Constantin Malin, ufficiale di polizia moldavo che ha investigato sui casi in questione riferisce “Ci possiamo aspettare altri di questi casi, Finche' i criminali pensano di poter guadagnare molto denaro senza essere arrestati, continueranno a farlo”. Inoltre L’Associated Press, nel materiale che ha esaminato che comprende foto, video e intercettazioni, sostiene di aver trovato vulnerabilità in merito alla strategia anti trafficanti. Emerge inoltre che da quando si è verificato il primo caso nel 2010 in Moldava (il primo caso noto), le autorità hanno dato la possibilità alla banda che deteneva il nucleare di darsi alla fuga. Ma tornando a parlare degli acquirenti delle armi, vediamo che la Libia è diventata la fonte primaria del traffico illegale di armi verso tutti gli altri paesi del Nord Africa e Medio Oriente, come ha certificato a marzo 2014 l’ex presidente del Consiglio di sicurezza Eugene Gasana. L’Onu ha stimato un numero di armi che corrisponde ad oltre 20 milioni che vengono esportate in Egitto, Siria e Gaza dopo la caduta di Ghedafi. Il punto cardine è il confine tra Tripoli e Il Cairo. Le armi viaggiano da Bengasi in direzione Est e attraversano il porto di Marsa Matrouh. 



ISIS: MORTA ASSUNTA BUONFIGLIO, MADRE DI "FATIMA", PRESUNTA JIHADISTA ITALIANA

Redazione
 
E’ morta la scorsa notte all’ospedale di Vigevano, Assunta Buonfiglio, la madre di Maria Giulia “Fatima” Sergio, presunta jihadista italiana. La donna è morta la scorsa notte in ospedale dove si trovava ricoverata da qualche giorno in seguito ad un intervento che aveva subito, ma il cuore ha smesso ha smesso di battere proprio il giorno in cui sarebbe potuta tornare a casa. Aveva subito un intervento per un’occlusione intestinale ma evidentemente sono sorte delle complicazioni che hanno portato alla morte della donna. 
 La donna era stata arrestata insieme al marito lo scorso luglio nel corso di indagini del pool antiterrorismo di Milano. Accusati entrambi di aver cercato di compiere un viaggio con fini terroristici. La loro figlia si trova in Siria con il marito e i suoceri. La donna e il marito sono stati intercettati dalla Digos mentre parlavano con la figlia e quest’ultima cercava di convincere i genitori e la sorella a raggiungerli nei territori che sono sotto controllo da parte dell’Isis, la ragazza li aveva convinti, ma alla fine sono stati bloccati. La donna era venuta a conoscenza della sua scarcerazione da parte del gip proprio mentre si trovava in quel letto di ospedale, scarcerazione disposta dal gip di Milano. Marito e moglie erano detenuti da oltre tre mesi. 



ISIS: LA FRANCIA SI PREPARA AD ATTACCARE IN SIRIA LA PROSSIMA SETTIMANA

di Angelo Barraco
 
L’avanzata dell’Isis con relativa conquista di territori e barbara uccisione di innocenti in modo brutale agli occhi del mondo sta diventando un fenomeno espansionistico sempre più frequente e fa insorgere preoccupazioni e misure preventive a quei paesi che ancora non hanno ricevuto l’attacco dall’Isis ma sentono il fiato sul collo e sono consapevoli che presto o tardi, se non si passerà all’attacco, i Jihadisti entreranno nel nostro territorio e compiranno stragi, distruggeranno il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro.
Jean-Yves Le Drian, ministro della Difesa francese ha annunciato che nelle prossime settimane ci saranno raid aerei contro le postazioni dell’Isis in Siria.
Hollande aveva riferito lunedì che in seguito ai voli di ricognizione, le incursioni sono ritenute necessarie. Intanto sono avvenuti di recente degli attacchi da parte di terroristi su Aleppo che hanno cagionato la morte di circa 40 persone e il ferimento di circa 150. Sarebbero caduti dei razzi in tre quartieri diversi. Le esplosioni non hanno risparmiato nessuno, nemmeno 14 bambini e 3 donne che non ce l’hanno fatta.
La lotta contro l’Isis è esasperata, non ha freni e spesso avvengono errori, come quanto successo al Cairo pochi giorni fa quando le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso dodici turisti messicani e le loro guide egiziane, sono rimaste ferite altre dieci persone.  Questo quanto ccaduto durante un’operazione contro l’Isis. Il gruppo di turisti si trovava in una zona proibita del deserto a bordo di un fuoristrada.
El Mundo, una fonte vicina al turisti uccisi riferisce che il gruppo stava cenando, quando ad un certo punto sono sopraggiunti tre aerei dell’esercito e hanno cominciato a sparare e lanciare missili sui veicoli che li hanno carbonizzati. Alcune persone hanno tentato la fuga ma invano poiché i militari aprivano il fuoco su chiunque fuggisse. Intanto sono in corso le identificazioni dei cadaveri e il ministro degli esteri messicano conferma che due vittime sarebbero proprio messicane. Un portavoce del ministro egiziano del turismo riferisce che “non c'erano  permessi e non erano state informate le autorità” poiché per andare in quella zona è richiesta l’autorizzazione.



ORROREA SIRTE: L'ISIS GIUSTIZIA 4 LIBICI. NUOVO VIDEO DELL'ORRORE

di Angelo Barraco

Cairo – Le bandiere nere dell’Isis non si fermano davanti  niente e nessuno, procedono alla conquista di territori e qualora dovessero incappare in spie o presunti tali o nemici che osano contrastare il loro potere li uccidono, che siano donne, uomini, bambini o anziani per loro è indifferente. Quando devo raggiungere un obiettivo lo ottengono. La morte la diffondo come mezzo di propaganda poiché la filmano e la pubblicano sui canali web di loro proprietà. Ma l’orrore non si è di certo fermato, poiché hanno compiuto un’altra strage in Libia. A Sirte a Jihadisti hanno ucciso 4 libici e un combattente Fajr Libya che era considerato una spia. Quest’ultimo è stato legato ad una croce ed è stato esposto in pubblico con lo scopo di dare un avvertimento alla popolazione. Non sono state identificate invece le altre vittime. Fajr Libya è la milizia che detiene il potere a Tripoli. Ma non è la prima strage dell’Isis ai danni delle milizie libiche poiché a metà agosto i Jihadisti avevano decapitato e crocefisso 12 combattenti che erno impegnati a cacciare l’Isis da Sirte.




ISIS: DECAPITATO IL CAPO DEL SITO ARCHEOLOGICO DI PALMIRA

di Cinzia Marchegiani

Damasco (Siria) – Il gruppo terroristico Isis regala ancora orrore, questa volta si accanisce contro Khaled Asaad, l'ex capo del sito archeologico di Palmira, città nella Siria centrale conquistata dall'Isis lo scorso 21 maggio dopo il ritiro dell'esercito di Bashar al-Assad, I terroristi islamici hanno mutilato e devastato già diversi insediamenti ma non si conosce la reale entità dei danni provocati dai miliziani. L'Unesco ha dichiarato che l'eventuale distruzione della città di palmira sarebbe una perdita enorme per l'umanità. Khaled Asaad per oltre mezzo secolo è stato il responsabile delle antichità di Palmira e ha collaborato in importanti scavi archeologici e ha lavorato molto affinché il sito in Palmira fosse incluso nella lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, per questo Asaad era conosciuto per il suo lavoro di studioso anche a livello internazionale, svariati lavori scientifici su Palmira, erano stati pubblicati su riviste archeologiche internazionali. Nel corso degli ultimi decenni aveva lavorato con missioni archeologiche statunitensi, francesi, tedesche e svizzere, ma Asaad, sapendo dell’arrivo del gruppo terroristico era riuscito a nascondere dalla furia distruttrice dell’Isis centinaia di statue prima della conquista dell’antica città romana di Palmira, “La sposa del Deserto”, finalmente considerato patrimonio dell’Unesco dell’Umanità.

 

Torture e prigionia a Khaled Asaad. Ma proprio nel mese di luglio Khaled Asaadb era stata fatto prigioniero, quattro settimane di torture per estorcere il posto segreto dove aveva nascosto le opere d’arte, ma evidentemente non sono riusciti a farlo parlare. Nel mese di giugno, lo Stato islamico intenzionato a distruggere ogni insediamento, aveva fatto saltare in aria due antichi santuari a Palmira che non facevano parte delle sue strutture di epoca romana, ma che i militanti considerati pagani e un vero sacrilego.


Decapitazione e orrore in pubblica piazza. A dare la notizia è stato Maamoun Abdulkarim, capo del Dipartimento antichità del governo di Damasco, che è stato avvisato dalla famiglia di Asaad. L'anziano studioso era stato detenuto e interrogato per oltre un mese prima dell'esecuzione. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha spiegato che martedì 18 agosto gli uomini del Califfato hanno sgozzato Asaad con un coltello in una piazza davanti ad una folla di persone. Non felici di questo orrore, hanno finito la loro esecuzione appendendo il corpo dell’ex capo della direzione generale delle antichità e dei musei di Palmira ad una colonna antica nella piazza principale della città, come sfregio e ammonizione.

Situata in un'oasi nell'arida Siria centrale, secondo le testimonianze storiche Palmira era un'importante stazione carovaniera già 3.800 anni fa, ma il suo periodo d'oro risale all'epoca tra il I e il III secolo dopo Cristo, quando divenne una grande metropoli, punto di passaggio obbligato per tutti i commerci tra l'Impero romano e l'estremo Oriente.

L'omaggio a Khaled Asaad è comparso su Facebook da parte degli studenti della facoltà di Archeologia del’Università di Damasco




IMMIGRAZIONE, IL FALLIMENTO DELL'OPERAZIONE EUNAVFOR MED

Il Presidente dell’Osservatorio Nazionale per la Sicurezza dei Cittadini Italiani in merito al problema immigrazione e all’Operazione  Eunavfor Med:

“L’Operazione Eunavfor Med che doveva contrastare i trafficanti di uomini non è mai partita ma è  in attesa di un macchinoso via libera da Bruxelles, e se la valutiamo nel contesto di emergenza in cui è stata programmata parliamo di un vero e proprio fallimento. L’Europa si limita ad aiutare Triton e l’operazione italiana Mare Sicuro al solo fine di trasferire in Italia quella parte della popolazione africana che può permettersi di pagare i trafficanti."

Dal 1 gennaio al 12 agosto sono  giunte in Italia 102mila persone contro i 98.400 dello stesso periodo del 2014. Si tratta soprattutto di eritrei (27.245), seguiti da nigeriani (12.451), somali (7.883), sudanesi (5.870) e siriani(5.688).  La quasi totalità (92.275) sono partiti dalla Libia. 

Quest’anno si stima che il Paese verrà attraversato da almeno 300 mila immigrati clandestini.

Nell’attesa dell’autorizzazione ad agire ,le navi di Eunavfor Med vengono impiegate, quando richiesto, per soccorrere i barconi e trasportare in Sicilia gli immigrati, come hanno già fatto in un paio di occasioni le due navi tedesche Werra e Schleswig-Holstein.

Oltre all’impasse va valutato anche il danno di immagine per l’Europa determinato da una forza navale costituita ma non impiegata, e che regala ai trafficanti una tremenda arma propagandistica: i barconi che sconfiggono le portaerei, simbolo dell’impotenza europea.

I  primi mesi di operazione Ue finanziati con 12 milioni dalla Ue, 26 dall’Italia (la portaerei Cavour costa 200 mila euro al giorno di spese vive) e con altri fondi da Londra e Berlino non hanno contrastato i trafficanti ma ne hanno favorito il business.

E’ inimmaginabile pensare a profughi così arroganti, irrispettosi e ingrati. Contestano vitto e alloggio, devastano i centri d’accoglienza, pretendono schede telefoniche, wi-fi, tv e persino sigarette oltre ad esigere il rispetto dei loro costumi, per lo più islamici e quindi discriminatori e contrari non solo alle nostre leggi ma persino alla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.2   

Conclude il Presidente Anghinelli :"I risultati di questo immanentismo sono devastanti. Già oggi nessun Paese occidentale che ha aderito alla Coalizione contro l’ISIS rivela nomi e volti e dei militari impegnati in Iraq e Siria nel timore di rappresaglie islamiche sulle famiglie e i colleghi rimasti a casa."




SHOCK: L'ISIS PRONTA A UCCIDERE LA REGINA ELISABETTA SABATO 15 AGOSTO

Redazione

Londra – Una notizia che ha lasciato tutti con una reale consapevolezza di quanto siano vicini i terroristi dell'Isis. Addirittura jihadisti britannici progettavano un attentato a Londra per uccidere la regina Elisabetta sabato 15 agosto alle celebrazioni per l'anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Lo rivela il Daily Mail che parla di una corsa contro il tempo della polizia e dell'MI5, l'ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito, per sventare il piano orchestrato dai vertici Is in Siria.

Gli estremisti volevano far esplodere una micidiale bomba fatta con una pentola a pressione. Il piano prevedeva infatti l'uso di un dispositivo simile a quello utilizzato per l'attentato alla maratona di Boston del 2013 che provocò tre morti e oltre 260 feriti.

Fonti hanno riferito al quotidiano che la minaccia specifica nei confronti della Regina ha portato a una revisione d'emergenza dei dispositivi di sicurezza per gli eventi del prossimo fine settimana. Anche altri membri della famiglia reale, tra cui il principe Carlo, sono ritenuti, secondo i rapporti di intelligence, obiettivi possibili.




ANKARA E USA: SI PREPARA UNA "GUERRA GLOBALE" CONTRO L'ISIS

Redazione

Una notizia che ha del clamoroso. Jet e droni americani stanno arrivando nelle basi aeree turche per lanciare "presto" una battaglia "globale" all'Isis. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu. La Turchia ha approvato l'uso delle basi per aerei della coalizione anti-Isis. "Come parte del nostro accordo con gli Usa, abbiamo fatto progressi riguardo l'apertura delle nostre basi, in particolare di Incirlik", ha annunciato Cavusoglu, "stiamo assistendo all'arrivo di aerei americani, con e senza pilota, presto lanceremo tutti insieme una battaglia globale contro lo Stato islamico", ha aggiunto




BLITZ ANTI ISIS : CELLULE JIHADISTE SPARSE OVUNQUE. E' ALLARME SICUREZZA

di Angelo Barraco
 
La lotta all’Isis non si ferma poiché le bandiere nere fanno paura, uccidono e avanzano e l’azione preventiva serve ad evitare ed a smantellare cellule Jihadiste collocate in diversi luoghi. E’ esattamente ciò che ha fatto la polizia turca che ha effettuato blitz in 13 province e ha messo le manette ai polsi a 251 persone  sospettate di sostenere  i jihadisti dell’isis e i miliziani curdi del Pkk. I raid sono stati effettuati all’indomani di un attacco dell’Isis lungo la frontiera con la Siria in cui è stato ucciso un soldato e altri due sono stati feriti. Le bandiere nere non si placano, avanzano, distruggono e conquistano: è grande anche la propaganda che spinge molti ad unirsi a loro. Ad Istanbul sono stati effettuati 140 blitz in 26 quartieri e hanno lavorato 5 mila agenti all’operazione con l’ausilio di elicotteri. Tre caccia F-16 hanno colpito delle postazioni Isis.
 
 
Un’importante svolta della Turchia. Ankara farà utilizzare la sua base aerea Usa di Incirlik, distante 120 km dalla Siria, questa postazione servirà agli aerei Usa per colpire le postazioni Isis. L’accordo per l’uso di questa postazione è stato raggiunto, dopo diversi mesi di trattative ma è stato concretizzato mercoledì in una telefonata tra Barack Obama e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Incrirlik è stata costruita dagli americani nel 1951 e ospita truppe turche, americane e britanniche e l’uso di tale base è una svolta per la lotta alle bandiere nere dell’Isis. La base è stata utilizzata anche per la Guerra del Golfo nel 1991 ma non per la 2 del 2003 poiché il governo turco fin’ora si era opposto all’uso della base. Ma l’Isis avanza, gli attacchi sono sempre più frequenti e imprevedibili e la mattanza ha proporzioni che fanno gelare il sangue, gli viene imprigionato dall’Isis non po’ scappar via e spesso gli ostaggi, se non sono più utili per nessun fine, vengono brutalmente uccisi come bestie. Sulle sorti dei nostri quattro italiani rapiti si parla di Isis e l’ipotesi che possano essere stati sequestrati dalle bandiere nere fa rabbrividire, ma al momento non vi è stata alcuna rivendicazione e bisogna aspettare che il tempo faccia il suo corso e sperare che presto i rapitori diano informazioni sui nostri connazionali.



ARMI PER ISIS E BOKO HARAM SOTTERRATE A CASTEL VOLTURNO : LE RIVELAZIONI SHOCK DI UN COLLABORATORE DI GIUSTIZIA

di Christian Montagna

Castel Volturno – Sono shock le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia a Castel Volturno: le armi in Italia circolano tranquillamente, evadendo i controlli e favorendo le organizzazioni terroristiche di Isis e Boko Haram. Secondo l’inchiesta del "Corriere della Sera", il trasferimento di armi in Italia avviene “in parti” ovvero, smontando le componenti delle armi ricomposte poi da abili artigiani italiani. A parlare è un giovane che sin dall’età di 13 anni, in Liberia, sua terra d’origine, era stato condannato al mondo dei soldati: come lui tanti altri baby soldati istruiti in materia di armi che oggi assemblano le armi che evadono i controlli.

 

Ma come fanno ad evadere i controlli? Un gioco da ragazzi si potrebbe definire quello spiegato dal testimone: le armi viaggiano smontate; fucili e pistole viaggiano con bolle di accompagnamento che le qualificano come carpenteria metallica in modo da non destare sospetti. I pezzi, una volta giunti a destinazione, vengono assemblati da abili giovani esperti in materia che nel corso della loro esperienza hanno ricomposto anche bendati armi in tempi record. Sono le esercitazioni militari a cui sono stati sottoposti sin da bambini che oggi, permettono agli uomini coinvolti nell'assemblaggio, anche dal Comune in provincia di Caserta, di essere utitli alle grandi organizzazioni terroristiche. Ciò, indica la vulnerabilità di qualunque posto: proprio nel giorno in cui sono stati fermati terroristi in Italia, ne vengono fuori altri ancora. E chissà quanti altri ancora ne saranno scovati.


La “manovalanza invisibile”. Sono invisibili, senza alcun permesso di soggiorno, immigrati e clandestini che alimentano le fila dei sistemi mafiosi che spesso si fondono con quelli autoctoni. Mafia nigeriana e camorra diventano le uniche possibilità di sopravvivenza. Assoldati per poche decine di euro al giorno, confezionano droga, assemblano armi, schiavizzano prostitute; disposti a tutto pur di “guadagnarsi la giornata”. E’ difficile individuarli, difficile scovarli: si nascondono ovunque, nelle migliaia di strutture abbandonate a Castel Volturno dai proprietari, nei sottoscala, tra le boscaglie incolte che nella zona sorgono numerose.

 

La mafia nigeriana. “E’ la mafia nigeriana ad occuparsi di tutto ciò” ha spiegato il collaboratore di giustizia che in questi anni ha contribuito agli arresti di numerosi mafiosi. La mafia nigeriana è ormai un’organizzazione ben radicata nel territorio campano e opera nelle aree del litorale casertano fino al basso Lazio, a Roma (Tor Bella Monaca), Genova, Catania, Veneto. “Ci sono personaggi che hanno fatto parte di Boko Haram, la feroce organizzazione terroristica jihadista) e che oggi vivono qui anche se non è facile individuarli. Loro hanno la possibilità di offrire supporto ai terroristi in caso di attentati e si approfittano anche degli altri. Tutti sanno come spostare le armi qui e tutti sanno montarle. Spesso le sotterrano nei terreni della zona di Castelvolturno”.