FORZA ITALIA: MARCO MATTEI TRA I NUOVI VICE COORDINATORI DEL LAZIO

Redazione
Roma
– Marco Mattei è stato nominato oggi pomeriggio vice coordinatore vicario per la provincia di Roma dal coordinatore regionale di Forza Italia nel Lazio, Claudio Fazzone.  Mattei, 50 anni, medico, è stato assessore regionale all’ambiente durante la giunta Polverini e sindaco di Albano Laziale dal 2000 al 2010.
“Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’ottica di rafforzamento del partito – ha affermato Claudio Fazzone – effettuato nel rispetto delle identità territoriali. Le nomine di oggi valorizzano persone che in questi anni hanno dimostrato con i fatti attaccamento a Forza Italia”.
Vivo apprezzamento è stato espresso anche da Pino Simeone, consigliere regionale: “Sono davvero contento perché Marco Mattei è un’ottima persona, da sempre impegnata nel partito.

Sono sicuro che insieme ad Adriano Palozzi, coordinatore provinciale, faranno ottime cose per la provincia di Roma”.
Soddisfazione anche tra molti cittadini di Albano che da sempre vedono in Mattei, che siede sui banchi del consiglio comunale,  un punto di riferimento sicuro della politica locale e che considerano la nomina un riconoscimento al lavoro svolto finora con onestà, entusiasmo e coerenza sul territorio.
 




ALBANO LAZIALE NUOVO CIMITERO: AL VIA L’INCHIESTA “OMBRE E LUCI” – PRIMA PUNTATA

di Angelo Parca

Albano Laziale (RM) – Il Cimitero di Albano Laziale è ormai saturo e nonostante da molti anni si trascini la questione inerente la costruzione del nuovo camposanto, a tutt’oggi il problema non è risolto. Nel 2007 l’amministrazione comunale, guidata da Marco Mattei, lanciò una gara d’appalto, dopo aver individuato un terreno “idoneo” nella zona di Pavona.  Venne quindi scelta la "procedura aperta" con il criterio di aggiudicazione dell'offerta "economicamente più vantaggiosa". Si tenne, dunque, la prima gara che vide l’adesione di due società: la ATI Progeca Italgeco ed un'altra ditta. Entrambe le società furono però escluse e le motivazioni furono che la ATI risultava priva dei requisiti minimi richiesti dal capitolato d'appalto, mentre la seconda azienda non aveva presentato i documenti di bilancio in copia autenticata. Su quest’ultimo fatto c’e’ da notare che si tratta di un errore piuttosto da "matricole" per chi si appresta normalmente a partecipare a bandi pubblici.

Ma andiamo avanti con la nostra cronistoria dei fatti. L’amministrazione di Marco Mattei, nel 2009, modificò alcuni criteri per poter accedere al bando di gara, che venne quindi ripresentato ma che, questa volta, vide una sola società formulare l’offerta: La ATI, con capogruppo Italgeca Srl, risultò questa volta vincitrice e  aggiudicataria dei lavori di costruzione e gestione del nuovo Cimitero di Albano Laziale.

La storia sembrerebbe conclusa. Buona la seconda! Direbbe il regista di un film. Ma, in questo caso parrebbe che neanche il secondo ciak sia andato a buon fine.

Approdiamo infatti nel 2010 quando ad Albano Laziale c'è un cambio alla guida di palazzo Savelli, sede dell’amministrazione comunale. Nicola Marini vince le elezioni e subentra all’ex primo cittadino Marco Mattei. Esce quindi il centrodestra e si insedia il centrosinistra che attualmente governa la città.
E’ il  2011, siamo al 24 marzo per l’esattezza, quando la ditta vincitrice, l’ATI invia il  progetto definitivo del primo lotto del nuovo cimitero del Comune di Albano. Il progetto viene finalmente approvato il 19 novembre 2011. Intanto Progeca Srl e Italgeco Srl costituiscono una nuova società denominata Service Albano Laziale con il compito di dare esecuzione al contratto.

Passa un altro anno e mentre si attende di vedere iniziare i tanto agognati lavori per la realizzazione del nuovo camposanto, il 14 novembre 2012 arriva il colpo di scena, ovvero il centrosinistra presenta il conto al centrodestra: L'amministrazione di Nicola Marini porta all'attenzione dell'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP) il contratto e la sua procedura, richiedendone parere.

L'AVCP in riscontro alla nota del comune di Albano Laziale si riunisce per l'istruttoria sul contratto stesso l'otto dicembre del 2013 e il 15 gennaio 2014 esprime il parere richiesto. L'Autorità Vigilante sui Contratti Pubblici ravvisa numerose criticità nel contratto e nella procedura che ha portato all'assegnazione dei lavori.

L'AVCP  afferma che da quanto si evince dal contratto, il Comune di Albano non ha un effettivo controllo sulle attività del privato aggiudicatario dei servizi cimiteriali. Lo stesso Ente pubblico si trova inoltre ad esplicare attività di sua competenza senza previa copertura finanziaria. L'aggiudicatario può  infatti procedere alla prevendita o concessione diretta delle opere (loculi), a fronte di una "oggettiva incertezza sulla realizzazione dei lavori" dichiara l'AVCP. Inoltre il contratto stipulato tra Comune e privati appaltanti prevede una esclusività del servizio, in quanto il Comune non può rivolgersi ad altro contraente per assegnare analoghi servizi sul suo territorio. Questo punto è stato ravvisato dall'AVCP come una ulteriore criticità, avendo ravvisato una "non conformità" del contratto posto in essere dal Comune rispetto al codice dei contratti pubblici, in quanto il contratto stesso "non sembra riconducibile ne al contratto di appalto ne alla concessione”. L'Autorità ha ravvisato anche una complessiva atipicità della procedura di assegnazione che non avrebbe favorito una più ampia partecipazione alla gara da parte di altri soggetti ed operatori economici. Tutte le criticità sin qui sollevate dall'AVCP sarebbero aggravate da una incoerenza delle condizioni economiche poste alla base del bando di gara, rispetto alle procedure stabilite in sede di stipula del contratto. Dai documenti sin qui prodotti insomma, emerge una sostanziale e complessiva opacità su tutto il percorso che ha portato all'assegnazione dei lavori, che ha prodotto un forte ritardo rispetto all'inizio degli stessi, congestionando oltremodo l'attuale cimitero di Albano Laziale, arrecando evidenti disagi alle famiglie dei defunti che si trovano di fronte a condizioni di sepoltura spesso non del tutto confacenti al necessario rispetto e decoro dovuto alla custodia delle salme.

Ma questa è solo la prima puntata, la questione sarà approfondita ulteriormente, e analizzeremo altri e molteplici aspetti dell’intera vicenda.




NEMI, SPECCHIO D’ITALIA: BERTUCCI, MATTEI, BALDI, LA SINISTRA E… IL FATO!

Sarà a causa di questa dinamica kafkiana che una parte dell’opposizione nemese rimane in finestra e in religioso silenzio?


di Chiara Rai

Nemi (RM) – Bisogna saper guardare con gli occhi del “territorio politico” che si evolve e cambia aspetto. Cambia d’abito e si rinnova. Ci sono abili maestri in questo, capaci di cambiare tessera e partito come fosse un costume da palcoscenico. Forse perché recitano una farsa per gli elettori.

Avevamo parlato del duo Bertucci – Baldi: [ 12/10/2013 NEMI: NON DICIAMOLO AI COMPAGNI NEMESI… ]   il sindaco di Nemi Alberto Bertucci di cui ricordiamo l’ultima tessera essere del Pdl e il consigliere regionale in quota centrosinistra Michele Baldi.

Attenzione perché la metamorfosi di Alberto Bertucci potrebbe essere in pieno atto: Prima la permanenza in Udc con la pasturazione di amicizie ormai consolidate, quelle franche a tal punto che gli aderenti di Casini si levano i pugnali dalla schiena a vicenda dopo essersi trafitti per la tappezzeria di una poltrona.

E poi il passaggio nel Pdl con la mano sul petto e l’inno d’Italia a tutto volume e….”Menomale che Silvio c’è”, ma poi Silvio è finito in acque agitate tanto da dover pensare di lasciare la zattera prima che affondi e allora perché non festeggiare alla sagra delle fragole il profumo “Aria di Nemi” insieme all’amico Michele Baldi, il quale è stato reso edotto da qualche suo ex amico di bandiera dell’abilità nel conferire tessere del primo cittadino del Paese delle fragole?

Non è un segreto che Alberto Bertucci si adoperò per i tesseramenti a favore di Marco Mattei candidato alle regionali e che quest’ultimo lo sostenne in campagna elettorale. Senza il sostegno di Mattei, difficilmente avrebbe vinto Bertucci. Ma poscia più che la fede nel partito la capacità di tesserare. Noi siamo tutti numeri, più siamo e meglio è e se qualcuno deve saltare in alto, necessariamente deve avere due mani su cui slanciarsi con il piede.

Dunque gli elettori di centrodestra di Nemi che hanno votato Alberto Bertucci sappiano che il primo cittadino ha già le dita dei piedi nel centrosinistra: sguardo fisso, pettinata alla Smeriglio (vicepresidente della Regione lazio Sinistra Ecologia e Libertà), frequentazioni rigorosamente di sinistra e vai col tango.

Il salto lo potrebbe fare in vista delle elezioni europee. Quando Bertucci potrebbe raccogliere voti per Michele Baldi il quale lo proietterebbe con un piede in Europa e l’altro a Nemi. Purché la civica “uniti per Nemi” inizi il restilyng: prima una civica apartitica e poi ci si preparerebbe a strizzare l’occhio a Zingaretti e i suoi. Intendiamoci, non si vuole entrare nel merito della scelta politica.

E Marco Mattei dov’è finito? A fare il suo mestiere di medico ovviamente ed essendo un abile stratega potrebbe preparare il terreno mandando avanti le sentinelle già collaudate: Bertucci che si avvicina a Baldi e Baldi che trascina Bertucci alle porte di Bruxelles. E Mattei lavora silente sul territorio.

Riguardo la medicina, adesso c’è un bel convegno oncologico in preparazione, fato vuole che la notizia ci sia giunta da Enrica Cammarano che da sempre segue le campagne elettorali per Marco Mattei.

L’ultima è stata all’Aba Radians. Ma analizziamo i relatori e l’apparato del convegno. Si tiene, caso vuole, all’Alba Radians di Albano (stessa sede dell’ultimo appuntamento elettorale di Mattei e cittadina legata all’ ex sindaco di centrodestra).  Chi interverrà? Niente di meno che il sindaco di Albano, Nicola Marini, e il consigliere regionale Michele Baldi. Da tempo qualche malelingua dice che Mattei e Marini siano amici – nemici. Dinamiche vecchie come il mestiere della meretrice.

Dunque Bertucci – Baldi – Mattei verso obiettivo elezioni Europee. Perché la nostra tesi ci porta all’Europa? L’11 novembre scorso si è tenuto a Roma presso l’Hotel Parco dei Principi, caso vuole, un convegno dal titolo ‘Un sindaco per l’Europa’, promosso dall’associazione Alternativa Europea, in collaborazione con la sezione romana della Gioventù federalista europea, in vista delle elezioni europee che si terranno dal 22 al 25 maggio 2014.

Chi è intervenuto a sostegno di questa iniziativa? Sempre fato vuole che sia stato il consigliere regionale Michele Baldi e oltre al presidente della Regione Nicola Zingaretti, alla vicepresidente del PE Roberta Angelilli e il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio indovinate chi ha partecipato di tutti i sindaci del Lazio? Fato desidera fortemente che su tutti i sindaci del Lazio abbia partecipato lui: il sindaco di Nemi, ancora di centrodestra Alberto Bertucci.

Soltanto chi ha gli occhi foderati di prosciutto non vede con occhi “critici” il prossimo cambio di costume. La metamorfosi. Per ora solo le dita dei piedi guardano a sinistra ma poi…..Europa, piatto ricco mi ci ficco.

Sarà a causa di questa dinamica kafkiana che una parte dell’opposizione nemese rimane in finestra e in religioso silenzio?

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NEMI, LOTTIZZAZIONE CORSI E PARCO DEI CASTELLI: QUELLE STRANE COINCIDENZE

Chiara Rai

Nemi e Parco dei Castelli Romani (RM) – Questa è una storia che si trascina da anni e che lancia degli interrogativi quali:  può la politica influenzare l’andamento degli eventi?

Lo scorso 26 settembre del 2013 il responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi pubblica una determina avente come oggetto: “Programma integrato di intervento di iniziativa privata in loc. Corsi annullamento determina n. 65 del 5 giugno 2009 conclusione della conferenza di servizi del giorno 3 aprile 2009, ai sensi dell'art. 14 ter l. N. 241/90". (CLICCARE QUI PER LEGGERE LA DETERMINA)

Questa determina ne annulla una precedente e al contempo preannuncia una conferenza dei servizi finalizzata a concludere un accordo di programma, cioè a permettere a un privato di costruire in cambio di servizi.

L’atto è il penultimo tassello di una storia che appare paradossale e che fa riflettere sulla “politica” che a volte potrebbe mettere il suo zampino per soddisfare le esigenze di coloro i quali danno il proprio consenso e quello dei loro famigliari. Un consenso concesso qualora in cambio, si ricevano altrettante “soddisfazioni” che in embrione hanno l’appellativo intenzionale di promesse.

I terreni in località Corsi (la parte alta di Nemi) le cui gesta sono narrate a partire dal 2005, sono di proprietà delle figlie di Renzo Cavaterra detto Massimo, lo stesso signore al quale la Procura della Repubblica di Velletri ha sequestrato l’area di Pentima Pizzuta sul lago di Nemi perché oggetto di movimenti di terra più volgarmente conosciuti come “sbancamenti”. Renzo Cavaterra è, per intenderci, amico e sostenitore dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci, rapporto umano che non ha mai avuto modo di negare.

Renzo Cavaterra da diversi anni persegue la realizzazione di questo progetto che sostanzialmente consiste in una richiesta di cubatura abitativa in cambio di servizi che gioverebbero al Comune di Nemi e quindi alla località Corsi. Insomma si tratta di Programmi integrati di intervento che puntano a promuovere, coordinare ed integrare iniziative e risorse pubbliche e private, per migliorare la qualità urbana e la dotazione di servizi e infrastrutture di quartieri che ne sono carenti. Le amministrazioni che si sono susseguite a Nemi, a partire dalla Giunta Biaggi, almeno lo si evince dagli atti, sembrerebbe non gli abbiano mai dato problemi.

Il paradosso o se vogliamo, l’assurdità sta nei pareri “psichedelici” rilasciati dall’Ente Parco dei Castelli Romani negli anni e l’interrogazione sorge ancora più chiaramente spontanea: Può la politica averci messo lo zampino di mezzo?

Sotto l’era di Gianluigi Peduto, infatti, l’Ente Regionale Parco dei Castelli Romani diede un duro diniego all’iniziativa delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra in località Corsi e questo parere bloccò l’iter di approvazione del progetto e quindi la sua realizzazione. Ciononostante sotto la giunta di Alessandro Biaggi e poi di Cinzia Cocchi, lo stesso progetto abbia seguito l’iter di rito per l’approvazione senza incontrare, al livello di Ente comunale, paletti di sorta. L’alt è dunque arrivato dall’Ente Parco che sostanzialmente ha fatto saltare l’intero progetto.

Successivamente la situazione si è completamente ribaltata non appena è stato eletto Alberto Bertucci Sindaco Di Nemi (maggio 2012). E’ da quel momento che l’Ente Parco dei Castelli Romani ha assunto un comportamento “psichedelico”. Il colpo di scena è arrivato durante il periodo in cui è stato commissario straordinario del Parco Matteo Mauro Orciuoli, sostenitore anch’esso insieme all’allora assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco di Nemi Alberto Bertucci.

In questo periodo Il Parco dei Castelli Romani è tornato indietro sui suoi passi e il 13 agosto del 2012 ha prontamente comunicato l’annullamento del precedente diniego rilasciato in data 28 aprile 2009. Parere negativo che, come si è già detto, ha di fatto impedito che si concludesse l’iter di approvazione del progetto delle figlie e del nipote di Renzo Cavaterra. Adesso solo delle figlie di Renzo Cavaterra in quanto il nipote non è più amministratore da marzo 2013 della società proprietaria dei terreni.

E’ assolutamente sbalorditivo dunque, come l’Ente Parco in piena autonomia abbia prima dato un parere negativo ben argomentato e poi sia tornato repentinamente sui suoi passi. Il Parco ha annullato il diniego dopo che il 1 agosto 2012, il Comune di Nemi ha chiesto al Parco di rivedere in autotutela il proprio provvedimento di diniego a seguito delle memorie formulate dai proponenti il Programma Integrato Loc. Corsi.

Dunque la storia è che il Comune di Nemi guidato da Alberto Bertucci ha chiesto al Parco guidato da Mauro Orciuoli di annullare il precedente parere negativo e, colpo di scena, dalla richiesta del Comune fino all’effettivo annullamento sono passati soltanto 12 giorni. Neppure due settimane ma dodici giorni per tornare sui propri passi.

A questo punto ci si chiede quale motivo abbia fatto cambiare idea all’Ente Parco in questa maniera. E’ forse una fatale coincidenza che il parere del Parco abbia subito un ribaltamento di opinione proprio durante il commissariamento di Mauro Orciuoli, sostenitore insieme all’ex assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei della candidatura dell’attuale sindaco Alberto Bertucci?

Matteo Mauro Orciuoli da qualche mese non è più commissario straordinario del Parco. Come si comporterà l’Ente nella prossima conferenza dei servizi che dovrebbe avvenire a breve?
 




L'ENTUSIASMO EFFIMERO DEL CENTROSINISTRA

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Marco Mattei

Dopo la sentenza di condanna per Silvio Berlusconi più e più esponenti del centrosinistra hanno inneggiato alla vittoria. Hanno sostenuto che la condanna è finalmente un atto che fa giustizia di venti anni di malversazioni. Sono state citate fonti di controinformazione che narrano le nefandezze commesse da Berlusconi (fonti molto attendibili peraltro???). Da tutto ciò dovremmo desumere che Berlusconi è un delinquente abituale scampato all'arresto per essere entrato in politica nel 1994. Ma la demonizzazione dell'avversario e la falsa superiorità morale del centrosinistra tende a far dimenticare gli scandali, gli arresti, le sospette assoluzioni durante e dopo tangentopoli che hanno colpito (si fa per dire) i leader ancora in auge a sinistra. Vogliamo parlare della demolizione sistematica della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista Italiano e di altri partiti ante 1994 e della pressoché totale immunità anche alle ben che minime chiamate in correità per il PCI. Eliminare un avversario, e che avversario, per via giudiziaria non dovrebbe rappresentare un vanto per un centrosinistra che non è riuscito a vincere politicamente contro Berlusconi. Il fallimento dell'ideologia comunista nel mondo non ha minimamente sfiorato i leader del centrosinistra italiano inducendoli a comprendere che il loro problema non è mai stato Berlusconi ma i sepolcri imbiancati che albergano nel PD e che il popolo Italiano non si è mai fidato delle loro idee e dei loro programmi trovando in Berlusconi l'unico interprete politico per ovviare a questa sfiducia. Anche il sistematico tentativo di demolire la figura di Renzi lascia trasparire il faticoso incedere di gerofanti che pur di rimanere aggrappati ad un potere che non hanno mai gestito appieno, sacrificano l'unica ipotesi di rinnovamento ideale che hanno al proprio interno. Berlusconi continuerà ad esistere perché l'odio instillato contro di Lui, da un centrosinistra allo sbando da 20 anni, non farà che alimentare negli italiani il sentimento di rivalsa facendo ancora una volta di Berlusconi un'icona da seguire con rinvigorito entusiasmo.

Io ritengo che la stragrande maggioranza dei giudici italiani faccia il proprio dovere scontrandosi con grandi difficoltà oggettive per combattere il crimine. Ciò non toglie che uno sparuto gruppo di PM abbia combattuto e stia combattendo la propria battaglia contro il Politico Silvio Berlusconi, senza esclusione di colpi, lasciando che in Italia faccia presa il teorema della Persecuzione Giudiziaria. Detto questo bisogna ricordarsi che la maggioranza del paese vuole veder realizzata quella rivoluzione liberale che necessita di un interprete politico. Purtroppo per loro, anche a causa dell'accanimento politico del centrosinistra (più di quello giudiziario a mio parere) questo interprete continua ad essere Berlusconi anche contro la sua volontà del momento. Io spero che ora un serio rinnovamento del centrodestra e la rinascita di Forza Italia portino ad un rapporto più normale tra le parti e se Berlusconi, l'unico ancora oggi in grado di farlo, promuoverà, come sembra, questo processo politico ne saremo ben felici.




ALBANO LAZIALE, CASO ALBAFOR: PERICOLO 39 LICENZIAMENTI AD AGOSTO

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C.R.

Albano Laziale (RM) – Ci sono delle famiglie dietro la vicenda Albafor. Ci sono delle madri e padri che da dicembre scorso non riescono a garantire un futuro ai propri figli. C'è una malagestione, rigetto della politica. Un figlio malato che va accudito ma che riceve da sempre cure a singhiozzo. Prima troppo grasso e adesso messo a dieta repentinamente. Ci sono interessi, sedie sicure e altre che ormai hanno ballato la tarantella. Questo è il frutto: un ente di formazione municipalizzato, seminato per fungere da contenitore di consensi (sia di destra che di sinistra). Chissà se veramente si vorrà essere in grado di risolvere i licenziamenti, di fare pulizia apolitica. "Martedì ci sarà un consiglio comunale che l'amministrazione avrebbe dovuto convocare già da un mese". Esordisce così Marco Mattei su un noto social network. "L'ultimo consiglio comunale era andato deserto, sull'ordine del giorno presentato dai consiglieri di opposizione con ad oggetto la situazione Albafor, per l'assenza in aula dell'intera maggioranza. Al di la delle modalità utilizzate dal Cigno per chiedere di nuovo la convocazione, l'opposizione è stata costretta a chiedere il rispetto delle norme per discutere la drammatica situazione dell'Albafor".

L'opposizione sì, ha chiesto il rispetto delle norme ma anche dato vita a guerriglie tra una frangia e l'altra. Il Cigno pare abbia aperto le danze, accusando, tra l'altro il Pdl di non essere una squadra coesa. L'ultimo canto, un richiamo in cerca di condivisione  e poi ci si è dinuovo accasciati. Adesso, si attende chissà cosa da questa nuova seduta. E l'augurio è che non regni l'immobilismo.

"Questa maggioranza – prosegue Mattei –  che aveva disertato la discussione nell'ultima seduta ha riconvocato consiglio comunale riportando il punto andato deserto e non menzionando nella convocazione l'oggetto della nuova richiesta. Tutto questo accade perché ormai non riescono più a gestire i lavori d'aula e non hanno neanche il pudore di ricordare ai cittadini che se ci sarà una discussione sulla situazione drammatica dei dipendenti Albafor lo si dovrà all'insistente richiesta dell'opposizione e non alla loro solerzia. Speriamo, per il bene dei lavoratori, che in questo mese perso, il Sindaco e i suoi collaboratori abbiano fatto tutto il possibile per far pagare finalmente le mensilità arretrate ai dipendenti che non percepisco lo stipendio ormai da dicembre. Speriamo che non abbiano passato un'altro mese con le mani in mano. Auspichiamo inoltre che il Sindaco abbia riflettuto a fondo sulla necessità di fermare il provvedimento che porterà a 39 esuberi (licenziamenti) nel mese di agosto, visto che anche i sindacati si sono opposti a tale eventualità. Io credo che in aula martedì questa maggioranza debba portare soluzioni e non chiacchiere come ha fatto fino ad oggi. Da parte nostra abbiamo ampiamente dimostrato che qualsiasi soluzione che tuteli tutti i 166 dipendenti e non solo gli amici degli amici ci troverà d'accordo. Altrimenti – conclude il consigliere Pdl – continueremo la nostra battaglia politica al fianco dei lavoratori che purtroppo vivono anche il disagio delle chiacchiere e delle millanterie che qualche dipendente asservito alle volontà della maggioranza continua a propinargli".

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Il lavoro è uno dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, valore fondante della Repubblica e leitmotif dell'emancipazione sociale, oltre che oggetto di forte tutela.

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ALBANO LAZIALE, ALTRO SCHIAFFO DEL PDL AL CIGNO: "SIAMO UN PARTITO VIVO E VEGETO CHE CONTA NUMERI IMPORTANTI E FA OPPOSIZIONE "

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A.P.

Albano Laziale (RM) – Mentre il Cigno ha scagliato le pietre contro il Pdl colpevolizzandolo, sostanzialmente, di aver perso tempo e messo scuse nel firmare l’atto di richiesta di convocazione del consiglio comunale per affrontare i problemi Albafor, il gruppo azzurro di Albano non rimane inerme. C’è la volontà di vederlo spaccato, finito. Un gruppo allo sfacelo quando dalle reazioni e compattezza pare, invece, ben altro. Dopo il commento dell’ex sindaco e consigliere Pdl Marco Mattei, arrivano le precisazioni del capogruppo Pdl in consiglio comunale Massimo Ferrarini il quale, chiamato in causa, si è visto costretto ad intervenire e quindi a ricostruire i fatti per maggiore esigenza di chiarezza. Ciò che critica Ferrarini è il metodo utilizzato dal Cigno per la richiesta di convocazione e soprattutto la tempistica  in quanto “quel documento – parole del capogruppo Pdl –  doveva (così come concordato) essere oggetto di discussione da parte dell'insieme della minoranza, questo per tentare di migliorarne i contenuti ma soprattutto di condividerne la sostanza e pianificare unitamente l'azione politica che sarebbe scaturita, per questo non c'e' stata convocazione dei gruppi in quanto il documento era diciamo così ancora in fase embrionale quindi dopo una prima sottoscrizione si era convenuti su quanto sopra descritto”.

Riguardo all'azione dell'opposizione e soprattutto del Pdl, Ferrarini intende rammentare le numerose mozioni, interrogazioni e richieste di consigli comunali straordinari che, come capogruppo e insieme al partito, hanno promosso in questi tre anni di opposizione “ad una giunta incapace – sostiene Ferrarini – di trovare soluzioni ai problemi che affliggono la nostra cittadina”.

Insomma il capogruppo azzurro ribadisce che “il gruppo del Pdl  oggi sicuramente e più di ieri e' unito e coeso nell'identificare le responsabilità derivanti dall'incapacità amministrativa della giunta Marini. Credo che da qui – ribadisce Massimo Ferrarini –  si debba partire con chi si riconosce opposizione e sotto questa condizione politica  gioca una partita che serva in concreto al paese, dando il proprio convinto contributo per creare un nuovo progetto  fatto magari di sensibilità diverse ma che  tenda a dimostrare attraverso capacità e visione d'insieme che il futuro non può essere lasciato nelle mani di chi ha dimostrato di non essere all'altezza. Mi spiace che c'è chi si chiede dov'e' finito il Pdl  ed a questi amici rispondo che il Pdl esiste e' vegeto e in buona salute: c'e' un capogruppo, c'e' un coordinatore e un direttivo composto dai consiglieri comunali ed ognuno di questi soggetti e' rappresentate di un partito che conta ed ha sempre contato numeri importanti nella nostra cittadina, non voglio scendere ulteriormente in questioni di lana caprina perché in questo momento il nostro primo obbiettivo e' quello di condizionare una maggioranza che continua a "non fare scelte" in nessun ambito e quando si propone di farne invece di tentare di unire un paese lo divide creando guerre tra poveri e liste di proscrizione atte alla salvaguardia di non si sa bene quali principi morali o amministrativi. Credo che quanto sopra descritto sia esaustivo e contribuisca a farci rendere conto che siamo tutti responsabili del futuro  di Albano Laziale, chiedo uno sforzo teso a rasserenare il clima perché siamo chiamati  insieme a dare prova di grande maturità politica e perché soltanto così riusciremo nell'intento di metterci nella condizione di trovare soluzioni concrete alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini di Albano”.

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ALBANO LAZIALE: IL CIGNO FA LO STRUZZO E MATTEI LO STANATORE

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Angelo Parca

Albano Laziale (RM) – Di solito è il Pavone che si mette in mostra e non il cigno il cui canto, secondo credenze antiche, si ode e percepisce come ultimo segno di vitalità. Poi c'è lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia e agendo in questa maniera pensa di non essere visto da nessuno. Il “Cigno” partito politico ha giocato in anticipo, in bruciata, o come si vuole chiamare. Hanno indossato la maglietta Albafor e cercato di fare luce sulla questione. Ma la questione Albafor è ormai oggetto di contesa politica. Ci si crede, come non negare il contrario ma dall'esterno, è evidente, che è un caso strumentalizzato. Così il consigliere comunale Mario D’argento, preso dalla smania dell'agire, "si è visto costretto" a convocare un Consiglio Comunale, aiutato da cinque Consiglieri che hanno contribuito ad avere i numeri necessari per convocare la seduta per discutere il caso Albafor che vede coinvolti 160 lavoratori. Il Cigno avrebbe trovato delle difficoltà nel reperire le firme necessarie. E per questo in una nota ha posto degli interrogativi alquanto sinuosi quali: “il cigno si chiede quale gruppo o quali gruppi, dove e’ finito il pdl?con quale gruppo ci dobbiamo confrontare? Se per una convocazione di Consiglio Comunale su un punto così delicato dove si discute il futuro di circa 160 lavoratori di Albano non si aderisce mettendo una firma, cosa deve pensare il cigno di questi signori? Perché tutte queste scuse per non firmare?”.

A Mattei, ex sindaco di Albano e attuale consigliere di opposizione Pdl non è andata giù la “mis en scène” del Cigno soprattutto perché, a suo dire, già due componenti del suo gruppo avevano firmato (capogruppo compreso). “Avevamo concordato che ci saremmo visti oggi insieme a tutta l'opposizione – afferma Mattei –  per integrare il documento di richiesta di convocazione del consiglio comunale. Ma qualcuno ha pensato di fare il “bravino” e di presentare un documento per farsi bello agli occhi dei lavoratori. Non a caso dopo aver carpito il numero minimo necessario di firme (6) non ha aspettato le altre non per il bene dell'Albafor ma per rimarcare un fatto inesistente, la divisione del Pdl. Io, Brunamonti e Ginestra avremmo firmato certamente dopo una riunione e una integrazione seria di un documento che, come è stato presentato, non servirà a nulla. Ma sembra che lo sport più in voga in questo periodo sia fare opposizione al sottoscritto e al Pdl invece di contrastare la giunta Marini. Così caro Mario non si va lontano. Unità, serve unità nell'opposizione se si vuole veramente il bene del paese. È inutile procedere da soli con documenti estemporanei su argomenti che neanche si conoscono, così si rischia solo di fare il gioco della maggioranza e di danneggiare i 166 lavoratori che già vivono una situazione drammatica. Comunque il dibattito in aula chiarirà tutte queste chiacchiere. Mi meraviglia il silenzio degli altri firmatari del documento di fronte ad un attacco così chiaro al Pdl”.




ALBANO, SUL CASO ALBAFOR MATTEI CONTROBATTE: "IL SINDACO E I SUOI BRAVI HANNO SALVAGUARDATO CHI E' A LORO VICINO A VARIO TITOLO"

Redazione

Albano Laziale (RM) – Non si placa il botta e risposta tra l'ex sindaco di Albano e attuale consigliere di opposizione Marco Mattei e il primo cittadino Nicola Marini. Non se ne viene a capo. Non si iresce a capire chi abbia invitato chi ad un confronto. Marco Mattei, dopo che Marini ha asserito che lo stesso consigliere avrebbe insistito e chiesto un appuntamento per un confronto, rispedisce al mittente e controbatte confermando nuovamente di essere stato invitato. "Capisco che per problemi di "maggioranza" – dice Mattei – ormai chiedermi un incontro diventa imbarazzante ma ribadisco di essere stato invitato. Non c'è nulla di strano che un sindaco chiami il suo predecessore per cercare insieme una soluzione che riguarda 166 lavoratori in difficoltà. Quello che stupisce è che la mia posizione contraria sulla pianta organica minima funzionale e sull'attivazione di una procedura che porterà a 40 licenziamenti e successivamente al fallimento della società stessa era cosa nota fin dal precedente consiglio comunale. Ho detto e ribadito quello che pensavo a microfono durante il dibattito su un punto che il sindaco e la sua maggioranza hanno mandato deserto senza poi riconvocarlo. Pensavo che l'invito a Palazzo Savelli servisse a ridiscutere una posizione, quella del Sindaco Marini, che io non condividevo. Ma leggo, dalle dichiarazioni del sindaco, delle affermazioni che ritengo volgari e cioè che il sottoscritto starebbe difendendo privilegi di persone a me vicine a vario titolo. Questa menzogna mi spinge a ricordare al Sindaco che lui è i suoi bravi hanno costruito una pianta organica minima funzionale che somiglia molto ad una lista di proscrizione. È chiaro che c'è chi viene salvaguardato dall'albo regionale, chi è vicino a "vario titolo" al sindaco e ai suoi bravi e per questo verrà salvato. I benefits, i superminimi, le trasferte Italia, i rimborsi chilometrici, i ristoranti di famiglia, i docenti di famiglia, i direttori di famiglia quelli per essere soppressi non necessitavano della pianta organica minima funzionale. Ma quelli sono "a vario titolo vicini alla maggioranza" (sarebbe ora di chiarire a chi non lo sa chi percepiva questi benefits e chi ha fatto carriera senza concorso). Hanno poi scatenato un putiferio – conclude Mattei – perché nel criticare un documento firmato dalla UIL avrei commesso un reato di lesa maestà. Ebbene posso ribadire che ho il massimo rispetto per il sindacato in generale e per la UIL in particolare ma in questa vicenda la UIL insieme alla CGIL e alla CISL sono partiti con il piede sbagliato. Spero rinsaviscano perché individuare esuberi tra i livelli 8 e 9 ma soprattutto tra i 4,3,2 e primi non porterà a salvare la società ma a salvaguardare gli amici degli amici (magari 7 livelli o 8 e 9 recuperati) e a licenziare i livelli più bassi. Tutto questo porterà al fallimento della società e così saranno tutti contenti".




ALBANO, POLEMICA SU ALBAFOR TRA L'EX SINDACO MATTEI E IL SINDACO MARINI

C. R. 

Albano Laziale (RM) – La società municipalizzata Albafor di Albano è al centro di polemiche tra l’ex sindaco e attuale consigliere comunale d'opposizione Pdl Marco Mattei e il sindaco di Albano Nicola Marini.

La situazione dell’Ente di formazione con i conti in rosso ha di recente subito un altro colpo: è stata approvata dall’assemblea la pianta organica minima funzionale. Ciò significa che 40 lavoratori andranno a casa. E come asserisce Mattei “andrà in fumo la prospettiva di lavoro per 166 famiglie”.

L’incontro in comune tra l’ex sindaco e il primo cittadino in carica ha soltanto rafforzato le asperità. “Licenziare quaranta persone – ha detto Mattei – con la scusa della pianta organica minima funzionale, dicendo che gli esuberi sono i livelli alti, 8 e 9,  ma soprattutto i livelli più bassi ,4,3,2 e 1, non è una soluzione di lungo periodo neanche per chi conserva il posto di lavoro”. Secca la risposta del sindaco che rispedisce: “Quel che è strano –dice Marini –  è che si voglia a tutti i costi difendere privilegi e livelli acquisiti in modo più o meno comprensibile, in particolare delle persone legate a Mattei a vario titolo”. Insomma per il sindaco il provvedimento elimina inutili benefit ad personam.

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NEMI, UFFICIALIZZATA L'APERTURA DELLA STRADA DEL LAGO

A.P.

Nemi (RM) – Ufficializzata l’apertura, questa mattina 21 febbraio, della strada del lago a Nemi. Al taglio del nastro, per mano del sindaco Alberto Bertucci, presenti anche l’ex assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei, il vice sindaco Edy Palazzi, il consigliere di maggioranza Giovanni Libanori, il Commissario straordinario dell’Ente Parco Matteo Mauro Orciuoli e ospite di eccezione il Vescovo di Albano Mons. Marcello Semeraro.

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