LAZIO, LA REGIONE VUOLE PORTARE IL GRUPPO SAN RAFFAELE IN TRIBUNALE

Redazione

“Prendiamo atto del riconoscimento delle innumerevoli giornate di confronto con gli uffici dell'assessorato regionale alla Salute che non si è mai sottratto al dialogo per affrontare una situazione oggettivamente complessa e non semplice come del resto è stato evidenziato recentemente anche nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario dal procuratore regionale della sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei Conti, Angelo Raffaele De Dominicis”. Lo comunica una nota dell'Assessorato alla Salute della Regione Lazio. “Riguardo le sentenze di cui si pretende l’esecuzione – prosegue la nota – si accusa la Regione di omissioni inesistenti, e ci si chiede perché il Gruppo non abbia proceduto, come già accaduto, chiedendo presso il Tar la nomina di commissari ad acta. Per il resto, la Regione ricorrerà alle vie legali per tutelare l’onorabilità dei propri dirigenti dalle affermazioni gravi  e diffamatorie del Gruppo San Raffaele. Questa nota sarà l’ultima comunicazione a mezzo stampa in merito alla vicenda San Raffaele”.

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09/08/2012 LAZIO, IL GRUPPO SAN RAFFAELE TOGLIE LE TENDE DA QUESTA REGIONE E ADDEBITA LE RESPONSABILITA' ALLA POLVERINI
06/07/2012 SAN RAFFAELE MONTE COMPATRI: PAGATE GLI STIPENDI AI LAVORATORI….SUBITO!
22/06/2012 SANITA' NEL LAZIO, SEL: "L'ULTMO CHIUDA LA PORTA"
05/06/2012 VELLETRI SAN RAFFAELE, IL TAR ANNULLA LA DELIBERA DELLA POLVERINI
30/05/2012 MONTE COMPATRI SAN RAFFAELE, LAVORATORI SENZA STIPENDIO
12/05/2012 LAZIO REGIONE, LA POLVERINI NUOCE ALLA SALUTE?
14/04/2012 VELLETRI, IL PROCESSO AGLI ANGELUCCI MIGRA DA VELLETRI A ROMA


 




MISS ITALIA: TRA UN MESE E'GIA' VIGILIA

Redazione

Per le ragazze rimaste in gara, tra le migliaia che hanno partecipato alle selezioni del Concorso, tra un mese esatto arriverà il momento atteso perché in due giorni (9 e 10 settembre) si decide tutto. Ma tra un mese, dalle 224 arrivate a Montecatini Terme, il numero delle miss sarà già ridotto a 101, cioè le finaliste. In due puntate, circa sei ore di trasmissione, sotto la guida di Fabrizio Frizzi, si raccolgono i risultati di mesi di selezioni e di giornate di preparazione. Una vera ‘Accademia’, un percorso unico, come ripete Patrizia Mirigliani, la patron che attualmente è impegnata a seguire le 110 manifestazioni regionali ancora da svolgere, in programma da oggi al 19 agosto, ultima data delle finali regionali che raccolgono le candidate per Montecatini Terme. Ogni regione porterà nella città toscana undici ragazze, ognuna con il suo titolo: Miss Regione, Miss Cinema Planter’s, Miss Eleganza Silvian Heach, Miss Wella Professionals, Miss Deborah, Miss Miluna, Miss Rocchetta Bellezza, Miss Sportiva Diadora, Ragazza In Gambissima Luciano Barachini, Miss Benessere Specchiasol e Miss Sorriso Fiat. Ad alcune regioni se ne aggiungono altre, come è il caso di due Miss Curvy, le famose ‘44’ che fanno il loro ritorno dopo l’esordio di un anno fa. E’ un fiore all’occhiello del Concorso perché l’iniziativa ha aperto la strada a tante ragazze che vedevano nella loro taglia un tabù insuperabile per partecipare a Miss Italia. Anche in questi mesi sono state numerose le ‘miss 44’ salite sulla passerella. In una selezione svoltasi a Roma sono state scelte Fabiola Cacciatori, di 22 anni, laziale di Broccostella, laureanda all’Accademia di Belle Arti di Frosinone, e  Manuela Taormina, 19  anni, palermitana. Appena laureata in medicina con 110 e lode, specializzazione in oculistica, Claudia Romeo ha vinto a Paola (CS) il primo titolo in palio in Calabria per l’accesso alle Prefinali: Miss Rocchetta Bellezza. E’ stata incoronata da Maria Perrusi, la Miss del 2009. E’ in prefinale anche Valentina Del Prete, romana dell’Eur, terzo anno di Biologia. Ha fatto parlare di sé il primo dell’anno: è infatti la prima ragazza iscritta a Miss italia nel 2012, un minuto dopo la mezzanotte! Gioca a pallavolo in seconda divisione, nel Pomezia Volley.
Uno dei primi eventi in programma a Montecatini Terme, la città che ha tutti gli occhi addosso per l’arrivo di circa 250 ragazze (ci saranno anche le venti candidate straniere in gara per tre posti in finale su Raiuno), è centrato sull’elezione dei titoli nazionali che, dopo alcuni anni, torna ad essere aperta alla stampa: avverrà giovedì 30 agosto alle Terme Excelsior e le vincitrici saranno subito proclamate, festeggiate e fotografate.   

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30/07/2012 FRASCATI, CHIARA CARLINI E' MISS CINEMA LAZIO 2012
26/03/2012 ROMA MISS ITALIA 2012, LA ROMANA VALENTINA DEL PRETE E' LA PRIMA CANDIDATA AL TITOLO
13/02/2012 ROMA OLIMPIADI 2020, LE RAGAZZE DI MISS ITALIA SCRIVONO A MONTI
06/02/2012 PATRIZIA MIRIGLIANI TIRA LE ORECCHIE A GILETTI: "E LE BELLEZZE ITALIANE?"
31/01/2012 LUDOVICA PERISSINOTTO, DA MISS ITALIA AD ALTA ROMA

 




INCENDI, PROTEZIONE CIVILE LAZIO IMPEGNATA SU 6 DIVERSI FRONTI

Redazione

Sono sei i principali fronti di fuoco che da questa mattina impegnano uomini e mezzi della Protezione Civile della Regione Lazio, coordinati dalla Sala operativa di via Cristoforo Colombo. L’incendio più esteso, circa 300 ettari di pineta e bosco già andati in fumo, lambisce la periferia del Comune di Riofreddo, in provincia di Roma, dove si è reso necessario un imponente schieramento di mezzi: si alternano 2 elicotteri della Regione Lazio, 1 elicottero del Corpo Forestale dello Stato, 1 elicottero dell’esercito e 4 Canadair del Coau. Oltre a 50 volontari del servizio civile regionale, che operano da terra con autobotti e che sono impegnati a mettere in sicurezza il tratto autostradale della A 24 Roma –L’Aquila lambito dalle fiamme e i manufatti abitati e che ospitano animali da allevamento. Alla periferia di Roma, più precisamente in località La Storta, le fiamme sono tornate a divampare tra gli arbusti ad alto fusto e le squadre di terra dotate di autobotti sono assistite da un elicottero regionale. A Frascati le fiamme minacciano il bosco su due diversi fronti: da Monte Tuscolo e da Monte Compatri. Anche in questo caso, si è reso necessario l’intervento di un Canadair della Protezione civile nazionale. Nel Comune di Bellegra, sempre in provincia di Roma, il fuoco minaccia i boschi di querce lungo i confini con il Comune di Roiate, tanto da rendere necessario l’intervento di un elicottero regionale a supporto delle squadre di terra. In provincia di Frosinone, nei pressi del Comune di Vallecorsa, sono ancora al lavoro due elicotteri: una della Protezione civile regionale e l’altro dei Vigili del Fuoco.
Prosegue l’opera delle squadre da terra con il supporto di un elicottero regionale, anche a Montopoli di Sabina, in provincia di Rieti. Gli elicotteri della protezione civile della Regione Lazio nella mattinata sono invece stati impegnati in provincia di Latina, nei Comuni di Sonnino e Maenza, e in provincia di Frosinone, nel Comune di Esperia. Tutti e tre questi ultimi fronti sono stati domati.

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08/08/2012 MORLUPO, LE FOTO ESCLUSIVE DEL DEVASTANTE INCENDIO. L'INTERVENTO DEI VOLONTARI


 




LEGGE ELETTORALE, ASTORRE (PD): RIFORMA URGENTE. ADERISCO A SCIOPERO DELLA FAME.

Redazione

Governabilità e possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Sono queste le due parole d’ordine per eliminare il cosiddetto Porcellum. E’ urgente, dunque, l’approvazione di una nuova legge elettorale, una riforma che sia innovativa e, al contempo, in grado di raccogliere le migliori istanze della tradizione politica italiana: il rapporto con il territorio, la partecipazione attiva tra periferia e centro, il dispiegamento di un’azione politica aggregativa, di impegno tangibile, di visibilità reale, di assunzione diretta di responsabilità; la politica, cioè, intesa come organizzazione del consenso per risolvere i problemi della gente. I vertici nazionali del Partito Democratico – come di qualunque altra forza politica – non possono compiere l’errore di imboccare scorciatoie autoreferenziali. La democrazia parlamentare non si difende auto-replicando ma, al contrario, offrendo agli elettori le opportunità di scelta dei propri rappresentanti, espressione diretta della volontà delle comunità.
Le nuove regole elettorali riguardano tutti, dai cittadini ai tanti, tantissimi, amministratori locali che – insieme – costituiscono carburante e albero motore della macchina istituzionale. Ecco, perché aderisco oggi allo sciopero della fame dell’amico Roberto Giachetti, chiedendogli di sospendere almeno temporaneamente il suo – viste le precarie condizioni in cui ha costretto l’organismo – e, al tempo stesso, invitando tutti gli amministratori del territorio della Provincia di Roma ad alternarsi in questa staffetta del digiuno. La nostra democrazia richiede l’apporto di tutti.
 




LAZIO, WEEK END DI FUOCO PER LA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE

Redazione

Gli uomini della Protezione Civile della Regione Lazio sono rimasti impegnati per tutta la giornata di ieri domenica 5 agosto a seguito di svariati incendi. A Morlupo, in provincia di Roma, i volontari sono intervenuti con due squadre e un elicottero per domare le fiamme divampate nella mattinata, ai soccorsi regionali si sono uniti il Corpo forestale dello Stato con due squadre e un canadair. Sempre in provincia di Roma a Riofreddo i volontari della protezione civile regionale sono intervenuti con due squadre e un elicottero. Nella provincia di Viterbo squadre di volontari, in collaborazione con il Corpo forestale e i Vigili del Fuoco, hanno effettuato svariati interventi.




ROMA, GOLETTA VERDE DI LEGAMBIENTE PRESENTA IL DOSSIER “TRIVELLA SELVAGGIA”

Redazione

Non accenna a fermarsi la corsa al petrolio in Italia e i pirati dell’oro nero minacciano sempre di più il mare italiano. Nei mari del Belpaese sono già attive 9 piattaforme di estrazione petrolifera ma, grazie ai colpi di spugna normativi dell’ultimo anno, a partire da quello previsto dal recente decreto Sviluppo promosso dal ministro Corrado Passera e in via di approvazione definitiva dal Parlamento, si potrebbero aggiungere almeno altre 70 trivelle. Attualmente, 10.266 km2 di mare italiano sono oggetto di 19 permessi di ricerca petrolifera già rilasciati (gli ultimi due sono stati sbloccati il 15 giugno scorso nel tratto abruzzese di Adriatico di fronte la costa tra Vasto e Ortona); 17.644 km2 di mare minacciati da 41 richieste di ricerca petrolifera non ancora rilasciate ma in attesa di valutazione e autorizzazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. In definitiva, tra aree già trivellate e quelle che a breve rischiano la stessa sorte, si tratta di circa 29.700 kmq di mare, una superficie più grande di quella della regione Sardegna.

Questo è lo scenario presentato ieri 30 luglio da Goletta Verde, la storica campagna itinerante di Legambiente da ventisette anni in prima linea in difesa del mare, che in sosta a Trani, punta i riflettori sulla minaccia delle estrazioni petrolifere con la presentazione di “Trivella Selvaggia”, il nuovo dossier dell’associazione ambientalista sui numeri ed i rischi della ricerca dell’oro nero per le coste italiane.  I dati del dossier, frutto delle elaborazioni di Legambiente sulla base dei numeri pubblicati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico, indicano un quadro allarmante che rischia di ipotecare seriamente il futuro del mare italiano e delle attività economiche connesse – a partire dal turismo di qualità e dalla pesca sostenibile – con rischi di incidenti che non vale la pena di correre, a maggior ragione considerando i quantitativi irrisori presenti nei fondali marini italiani.

Legambiente da sempre afferma che continuare a puntare sull’energia fossile sia non solo rischioso per l’ambiente e la salute dei cittadini ma anche un investimento miope ed anacronistico. E poi il gioco non vale la candela, partendo proprio dalle riserve accertate nel nostro Paese confrontate con i dati relativi al consumo di petrolio che in Italia è diminuito, complice soprattutto la crisi economica, ma anche i primi effetti delle politiche di efficienza. Secondo l’Unione Petrolifera infatti, nel 2011 il consumo di petrolio è stato di 72 milioni di tonnellate, mentre nel primo semestre 2012 viene evidenziato un calo del 10% dei consumi (pari a 31,8 milioni di tonnellate) rispetto al primo semestre 2011 (oltre 35 milioni di tonnellata). Le ultime stime del Ministero dello Sviluppo Economico aggiornate a dicembre 2011 indicano come certa la presenza nei fondali marini di solo 10,3 milioni di tonnellate di petrolio che, ai consumi attuali, sarebbero sufficienti per il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane. Non solo: anche attingendo al totale delle riserve certe, comprese quelle presenti nel sottosuolo italiano, concentrate soprattutto in Basilicata, nel complesso verrebbero consumate in appena 13 mesi. Questi dati dimostrano l’assoluta insensatezza del rilancio delle attività estrattive previsto nella nuova Strategia energetica nazionale prospettata dal ministro Passera, in cui uno dei pilastri sembra essere proprio la spinta verso nuove trivelle volte a creare 15 miliardi di euro di investimento e 25mila nuovi posti di lavoro. Un settore destinato ad esaurirsi in pochi anni, come sostenuto dallo stesso Ministero nel Rapporto annuale 2012 della sua Direzione Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche: «Il rapporto fra le sole riserve certe e la produzione annuale media degli ultimi cinque anni, indica uno scenario di sviluppo articolato in 7,2 anni per il gas e 14 per l’olio».

La Strategia energetica nazionale di cui si parla da tanto tempo è ancora per lo più ignota ma intanto l’impegno a snellire le procedure e facilitare l’approvazione di nuovi permessi di ricerca o di coltivazione nel mare italiano sembra essere andato avanti celermente. L’ultima pericolosa falla aperta nella rete di protezione delle coste italiane dai rischi di incidente da estrazione petrolifera è stata aperta dall’articolo 35 del decreto Sviluppo.  Un provvedimento che da una parte aumenta a 12 miglia la fascia di divieto ma solo per le nuove richieste di estrazione di idrocarburi a mare e dall’altra fa ripartire tutti i procedimenti autorizzatori per la prospezione, ricerca ed estrazione di petrolio che erano stati bloccati dal decreto legislativo 128/2010, approvato dopo l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico. È proprio per questa folle novità normativa che nell’edizione 2012 di Goletta Verde Legambiente ha deciso di assegnare la Bandiera nera al ministro Corrado Passera, il poco ambito vessillo che consegniamo ai nuovi pirati del mare che mettono a rischio il futuro del mare e delle coste del nostro Paese.

“Sull’energia il ministro Passera sta portando il nostro Paese in un vicolo cieco – dichiara Stefano Ciafani, Vicepresidente nazionale di Legambiente -. Ha approvato i nuovi decreti di incentivazione per il fotovoltaico e le altre rinnovabili elettriche riempiendo il settore di burocrazia e paletti inutili e mettendo in serio pericolo un settore strategico per ridurre la dipendenza dall’estero, le emissioni di gas serra e inquinanti nonché per contribuire a far uscire il nostro Paese dalla crisi. Nel frattempo, non ha ancora approvato il decreto sulle rinnovabili termiche e non perde occasioni per dimostrarsi fautore del passato energetico fondato sulle fossili – sottolinea Ciafani -,  come ha dimostrato non solo sulla riapertura alle vecchie richieste di trivellazioni di petrolio in mare ma anche con il tentativo di tenere in vita impianti termoelettrici in stato comatoso come le vecchie centrali a olio combustibile che andrebbero invece dismesse una volta per tutte. Lo sviluppo economico e l’uscita dalla crisi passa per una strada diversa, quella fondata sullo sviluppo delle rinnovabili e di serie politiche di efficienza in tutti i settori, a partire da quello dei trasporti, primo consumatore dei derivati del petrolio nel nostro Paese, che potrebbe portare nei prossimi anni i nuovi occupati a 250 mila unità. Parliamo cioè di numeri dieci volte superiori a quelli ottenuti grazie alle nuove trivellazioni e soprattutto – conclude Ciafani – parliamo di garantire uno sviluppo futuro, anche sul piano economico, sicuramente molto più sostenibile e duraturo dei soli 14 anni che ad oggi sono propagandati con la paradossale rincorsa allo scarsissimo oro nero made in Italy” .

Ad oggi, le 9 piattaforme petrolifere attive nel  nostro Paese sono operative sulla base di concessioni che riguardano 1.786 kmq di mare situate principalmente in Adriatico, a largo della costa abruzzese, marchigiana, di fronte a quella brindisina e nel Canale di Sicilia. A queste aree marine interessate dalle trivelle se ne potrebbero aggiungere altre: attualmente le richieste e i permessi per la ricerca di petrolio in mare riguardano soprattutto l’Adriatico centro meridionale, il Canale di Sicilia e il mar Ionio (quest’ultimo è tornato all’attenzione delle compagnie petrolifere dopo che nel 2011 una norma ad hoc ha riaperto la strada alle trivelle anche nel golfo di Taranto), infine, un ultimo permesso di ricerca rilasciato riguarda anche il golfo di Oristano in Sardegna

Oltre a ciò, bisogna considerare che sui mari italiani gravano anche 7 richieste di estrazione di petrolio dove le fasi di ricerca hanno portato ad un esito positivo (3 nel canale di Sicilia, 2 davanti alle coste abruzzesi, 1 di fronte alle Marche e 1 nel mar Ionio) e 3 istanze di prospezione (si tratta della prima fase dell’iter autorizzativo, seguita da quella relativa alla ricerca di petrolio ed poi da quella che porta alla sua estrazione) che riguardano sostanzialmente tutto l’Adriatico da Ravenna al Salento, presentate nel 2011 dall’inglese Spectrum Geolimited e dalla Petroleum Geo Service Asia Pacific, con sede a Singapore, che rischiano di allargare di altri 45mila kmq l’area del mare italiano battuta dalle navi delle compagnie in cerca di petrolio. Riguardo il basso Adriatico, inoltre, si attende l’esito della sentenza del Tar Lazio che si esprimerà sul ricorso proposto dalle associazioni ambientaliste, tra cui Legambiente, discusso lo scorso 22 marzo, sull'annullamento di ben due permessi di ricerca idrocarburi al largo delle Isole Tremiti presentati dalla società Petroceltic Italia Srl.

I favori ai petrolieri non si limitano solo al via libera alle trivelle bloccate due anni fa. A questo si aggiunge anche l’irrisorio incremento delle royalties, previsto e propagandato per supportare attività di salvaguardia del mare e di sicurezza delle operazioni offshore da parte degli enti competenti. Si passa infatti dall’attuale 4% al 7%, percentuali che fanno sorridere rispetto a quelle praticate nel resto del mondo dove oscillano tra il 20% e l’80%.  Si tratta di condizioni molto vantaggiose che ovviamente richiamano nel nostro Paese molte compagnie straniere: delle 41 istanze per permessi di ricerca attualmente in valutazione, infatti, solo 3 fanno capo a compagnie italiane (2 ad Eni e 1 a Enel) mentre tutte le altre sono richieste provenienti da società straniere.

“ La Puglia dice un chiaro e secco no alle trivelle – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. La nostra posizione rimane ferma, nonostante le minacce costanti, le ultime delle quali risalgono al marzo ed al giugno 2011, quando la Spectrum Geolimited e la Petroleum Geo Service Asia Pacific hanno avanzato nuove richieste di prospezione al Ministero con l’intento di estendere i loro interessi  nel nord della costa pugliese, al largo del mare della provincia di Andria, Barletta e Trani.  A questo proposito – continua Tarantini – , la  richiesta della Petroleum Geo Service Asia Pacific ha ricevuto il parere sfavorevole della Regione Puglia, formalizzato con una delibera del 3 luglio scorso, ricevendo anche il parere contrario di tutte le amministrazioni locali che si affacciano sulla costa interessata dall’istanza di prospezione. Anche se il parere degli enti locali non è vincolante ai fini del rilascio dei permessi di prospezione, ricerca o coltivazione di idrocarburi in mare – sottolinea Tarantini -, la forte opposizione è comunque un importante segnale per i ministeri competenti al rilascio delle autorizzazioni necessarie, che ci auguriamo venga preso in considerazione. Il mare è infatti un’importantissima risorsa non solo ambientale ma anche economica per le comunità costiere, per questo – conclude Tarantini –  è prioritario tener conto del loro parere nel rilascio di nuove concessioni per la ricerca e l’estrazione di petrolio.  Continueremo a manifestare il nostro dissenso e ci auguriamo che, come in Puglia, anche nelle altre regioni, il coinvolgimento e la netta opposizione a nuove trivelle in mare da parte delle amministrazioni locali diventi sempre più forte e contribuisca a fermare questi progetti irrazionali”.
 




LAZIO CARCERI: CONSULENTI CNA GARANTIRANNO ASSISTENZA AI DETENUTI

Redazione

La popolazione carceraria, nel Lazio, sfiora le 7mila unità. Il 50% è in provincia di Roma. La regione è quarta in Italia per numero di detenuti, dopo Lombardia (9407), Campania (7850) e Sicilia (7331). Oltre 150 le nazionalità di provenienza dei carcerati, in prevalenza africani e rumeni. Il numero di presenze in regione negli ultimi anni è tristemente in aumento e in controtendenza rispetto al calo della media nazionale. Garantir loro la consulenza e il relativo disbrigo di pratiche in tema di invalidità civili, assegni sociali, pensioni di vecchiaia, accompagnamenti e assistenza per infortuni sul lavoro: è questo l’obiettivo del protocollo di intesa sottoscritto ieri 26 luglio tra Cna Lazio, Patronato EPASA della Cna Lazio, Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria del Lazio e Ufficio del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio. L’accordo semplifica a tutti gli uffici della Cna del territorio regionale i rapporti con l’amministrazione carceraria e favorisce ai consulenti l’accesso nei penitenziari. Sarà inoltre assicurata agli immigrati la continuità nei percorsi già intrapresi e l’assistenza per quelli da avviare in tema di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari e così via. “Grazie al protocollo la popolazione carceraria avrà un punto di riferimento in più – ha detto Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna Lazio-. Spesso nelle carceri mancano figure specializzate e con competenze necessarie per garantire tutte le informazioni che volontari o personale non specializzato non possono fornire”. “Grazie a questo accordo – ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni – tanti detenuti della Regione potranno finalmente beneficiare delle prestazioni previdenziali cui hanno diritto. Pensioni, assegni di invalidità e accompagnamenti sono conquiste sociali ormai pacifiche per i cittadini ma, molto spesso, sono obiettivi difficilmente raggiungibili per quanti vivono all’interno di un carcere”. 
 




LAZIO CITTA' METROPOLITANE, IL REFERENDUM E' VICINO

Redazione

L’assessore all’ambiente e allo sviluppo sostenibile della Regione Lazio, Marco Mattei, dalle idee passa alle proposte concrete. «Credo sia ora, vista la sordità della classe politica, di coinvolgere i cittadini raccogliendo le firme di adesione per un progetto che potrebbe sfociare in un referendum. Un referendum – sottolinea Mattei – che possa servire non tanto a impedire un’ormai ineluttabile nascita dell’Area Metropolitana, quanto a cercare di costituire aree omogenee di governo intermedio, che non derivino da annessioni tout court alle future costituende Province, né tantomeno mirino a far diventare quartieri dormitorio della Capitale territori con oltre tremila anni di storia». L’assessore ritiene, infatti, inaccettabile l’applicazione dell’articolo 18 del decreto legge 95/2012 che prevede, tra l’altro, la soppressione delle Province, tra cui quella di Roma, con la istituzione delle relative Città Metropolitane. «Il Parlamento legifera e ben poco si potrà fare per modificare la normativa, ma dobbiamo prendere atto che è rimasto inascoltato l’appello a costituire una Unione dei Comuni, come per anni abbiamo ipotizzato lanciando, per esempio, l’idea di Città dei Castelli. Apprendiamo con soddisfazione che chi allora si è opposto, oggi sollecita ordini del giorno nei consigli comunali dei Municipi della provincia. Forse – conclude Mattei – , se avessero ascoltato il segnale che veniva loro lanciato in tempi non sospetti oggi non ci troveremmo qui a proporre ordini del giorno che rischiano di rivelarsi sterili mozioni di intenti».




LAZIO, PIANO CASA: APPROVATE LE MODIFICHE ALLA LEGGE

Redazione

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mario Abbruzzese, ha approvato con 37 voti a favore e uno contrario la proposta di legge che modifica il cosiddetto "piano casa". L'opposizione ha abbandonato l'aula per protesta, con l'eccezione del consigliere Rocco Berardo (Lista Bonino). Le nuove norme, aveva spiegato l'assessore all'Urbanistica Luciano Ciocchetti, sono state concordate con il governo, dopo l'impugnazione di parte della legge di fronte alla Corte costituzionale. La votazione è arrivata dopo tre giornate di discussione. Mentre si stavano votando gli emendamenti, la Giunta regionale ne ha presentato uno sostitutivo dell'intero testo, facendo decadere tutti gli emendamenti depositati. L'opposizione, con gli interventi di Esterino Montino (Pd), Claudio Moscardelli (Pd), Marco Di Stefano (Pd), Luigi Nieri (Sel), Rocco Berardo (Lista Bonino), Fabio Nobile (Fds), Claudio Bucci (Idv), Angelo Bonelli (Verdi), Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino), Filiberto Zaratti (Sel), Annamaria Tedeschi (Idv), Giuseppe Celli (Lista civica), Luciano Romanzi (Ps) ha duramente protestato parlando di "delegittimazione del Consiglio regionale", di "sospensione della democrazia", di "maggioranza prepotente, che cerca di mascherare le tensioni interne". Il consigliere Rodolfo Gigli (Udc) si è dissociato dalla procedura adottata dalla Giunta e non ha partecipato alla seduta. Nella sua replica l'assessore Luciano Ciocchetti ha ricordato che "la democrazia ha due facce: quella del dibattito, ma anche quella delle decisioni. Va trovato un equilibrio. Questo provvedimento andava approvato con urgenza. Avevamo un impegno assunto con il ministero degli Affari regionali, di votare entro la fine di luglio, per evitare il giudizio della Corte costituzionale. Questa è l'urgenza, non della Giunta, ma di tutto il Consiglio regionale. Di fronte a oltre 445 emendamenti presentati complessivamente, abbiamo scelto di seguire questa strada, per rispettare gli impegni presi". La maggioranza ha difeso questa scelta. Angelo Miele (Lista Polverini) e Francesco Storace (La Destra) hanno spiegato che "si tratta di un argomento molto sentito, di una legge importante, che aveva bisogno di precisazioni" e hanno manifestato soddisfazione per "il lavoro svolto dalla Giunta".
Subito dopo l'approvazione del subemendamento di giunta la discussione è ripresa sui 250 ordini del giorno presentati dai gruppi di opposizione, di cui soltanto 9 giudicati dal presidente del consiglio "atti di indirizzo alla giunta" e dunque da discutere prima della votazione finale sulla proposta di legge ai sensi dell'articolo 69 del regolamento del Consiglio regionale. Anche su questo si è registrato il dissenso dell'opposizione: il consigliere Rossodivita ha annunciato "una denuncia penale per abuso di ufficio nei confronti dei responsabili di questa decisione". Il presidente Abbruzzese ha ribadito la legittimità della sua scelta. Infine, poco prima dell'una del mattino, la votazione finale.

Le modifiche più rilevanti al piano casa

– Viene rafforzato il ruolo del ministero dei Beni culturali nella procedura stabilita per superare contrasti circa l'effettiva esistenza di beni sottoposti a vincolo paesaggistico, rispetto alle perimetrazioni contenute nel Ptpr.
– Vengono chiariti la data di entrata in vigore della legge (28 agosto 2008) e il termine di applicazione (31 gennaio 2015).
– Viene eliminata la parte relativa alle concessioni in sanatoria ottenute tramite silenzio-assenso.
– Viene specificata la necessità del nulla osta preventivo dell'ente gestore nel caso di interventi che ricadono in aree protette.
– Viene specificato che i programmi integrati di riqualificazione urbana e ambientale, previsti dal piano casa, sono interventi volti alla valorizzazione del territorio.
– Viene eliminata la parte relativa alla possibilità di realizzare impianti sportivi nelle aree naturali protette.
– Vengono precisate le norme sulle opere di urbanizzazione secondaria e sul rispetto degli standard urbanistici.
– Viene previsto un regolamento redatto dalla giunta per disciplinare l'housing sociale.
– Viene reso meno oneroso il passaggio alla proprietà piena per i soci delle cooperative assegnatari di alloggi costruiti in diritto di superficie.
– Viene introdotta la possibilità di chiedere una nuova localizzazione dell'intervento per le cooperative a cui i comuni non hanno assegnato le aree su cui edificare nuove "167".
– Viene introdotta la possibilità per gli enti religiosi di finanziare la realizzazione di edifici di culto attraverso la costruzione di strutture residenziali, commerciali, direzionali, turistiche o per servizi, per una volumetria pari a quella delle opere religiose fino a un massimo di 3mila metri quadrati, su terreni di proprietà dell'ente stesso.
– Viene modificata la norma sulle modalità di assegnazione delle case popolari, limitatamente a roma capitale, in maniera da favorire l'esaurimento delle vecchie graduatorie anche in presenza di nuovi bandi.
– Viene precisato che, per quanto riguarda i comuni costieri, le aree liberate dai programmi di demolizione e ricostruzione sono destinate alla fruizione pubblica del litorale.
– Vengono chiarite le norme che regolano gli interventi su edifici destinati a servizi socio-assistenziali.
– Vengono modificate le norme sui cambi di destinazione d'uso che saranno possibili non solo sull'intero edificio, ma anche per parti di esso, sono esclusi teatri e cinema.
– Vengono inseriti anche gli "tabella 11" fra le aree in cui è possibile applicare il piano casa, ma in questo caso non è possibile la cosiddetta "monetizzazione" degli standard urbanistici.

 




LAZIO, DOVE SONO I 15 MILIONI DEL FONDO PER IL CINEMA DELLA REGIONE?

Angelo Parca

“La Giunta Polverini continua a fare propaganda sul cinema. E così facendo, continua a prendere in giro, in primis, proprio gli operatori dell’audiovisivo. Il fondo per il cinema della Regione Lazio rischia di essere solo una scatola vuota e dunque chi ha partecipato al bando regionale emesso lo scorso dicembre rischia fortemente di restare a mani vuote. Facciamo un po’ di storia. Il centrodestra, infatti, ha prima annunciato e emanato un bando per contributi ai film completati nel 2011, condizionandone la validità all’approvazione, nel bilancio 2012, di un fondo di 15 milioni. Il bando è stato espletato e la graduatoria pubblicata. Poi il bilancio è stato approvato e il fondo di 15 milioni c’è, anzi sembra esserci.  Ma, come è noto, il veleno sta nei particolari. E allegato al bilancio c’è un elenco di investimenti finanziati con la vendita del patrimonio. E in questo elenco c’è anche il fondo del cinema. Sono dunque veri, realmente esistenti questi soldi per i film finiti nel 2011?”. Lo dichiara in una nota Giulia Rodano, consigliere regionale e responsabile nazionale Cultura e Istruzione di Italia dei Valori.  “Insomma il fondo per il cinema, la sua stessa esistenza è vincolata alla dismissione di patrimonio immobiliare regionale” dichiara Rodano. “Visto che la dismissione del patrimonio è in fase tutt’altro che avanzata, allo stato delle cose non sappiamo se i soldi ci saranno”. “Una vicenda a dir poco paradossale, se non indecente, su cui ho presentato in Consiglio un’interrogazione a risposta immediata insieme al capogruppo Vincenzo Maruccio, ‘per sapere quali parti del patrimonio siano stati dismesse per coprire l'erogazione delle risorse ai vincitori del bando e quindi se la somma iscritta in bilancio e relativa allo stanziamento per l’anno 2012 del capitolo G12515 sia realmente disponibile per fare fronte ai finanziamenti del Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo o comunque possa essere resa disponibile entro il 2012, in modo da non rendere nulli il bando e la graduatoria, come previsto in caso di mancata copertura nel bando stesso’” conclude Rodano.

 




ROMA, IL COMUNE STA ELABORANDO PIANO PER TRASFORMARE 2MILA ETTARI DI AGRO ROMANO PER REALIZZARE 25MILA APPARTAMENTI

"Unanime il giudizio contrario delle associazioni intervenute che hanno posto l'accento sulla necessità di valorizzare l'agro romano rilanciando la produzione agricola, salvaguardando "una fascia verde preziosa dal punto di vista naturalistico e ambientale. Si tratta dell'ennesima manovra speculativa."

 

Alberto De Marchis

"Al momento non c'è nessun atto del Comune di Roma. Se venisse adottata una variante urbanistica la valuteremo con grande rigore". L'assessore all'Urbanistica della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti ha chiuso così l'audizione con associazioni e comitati che si è svolta lo scorso giovedì 19 luglio oggi in commissione sul piano di housing sociale di Roma capitale. "Abbiamo programmato questo appuntamento – aveva spiegato il presidente della commissione Roberto Buonasorte (La Destra) – accogliendo la richiesta del consigliere Francesco Pasquali (Fli), perché quello della partecipazione alle scelte è il nostro metodo di lavoro". Molte le associazioni intervenute, dall'Istituto nazionale di urbanistica, al Fondo ambientale italiano, a Legambiente, Italia Nostra, Wwf, per arrivare ai comitati dei cittadini delle zone interessate. Presente anche il vicepresidente del XV Municipio, Riccardo Traversi.  Il piano che sta elaborando l'amministrazione capitolina, prevede di trasformare in edificabili circa 2mila ettari di agro romano per realizzare 25 mila appartamenti da dare in affitto a canone concordato. In totale si tratta di circa 20 milioni di metri cubi di nuove edificazioni. Unanime il giudizio contrario delle associazioni intervenute che hanno posto l'accento sulla necessità di valorizzare l'agro romano rilanciando la produzione agricola, salvaguardando "una fascia verde preziosa dal punto di vista naturalistico e ambientale. Si tratta dell'ennesima manovra speculativa. Di fatto è un nuovo Piano regolatore, fatto però senza il confronto e gli strumenti che un Prg prevede". Ciocchetti ha precisato che al momento nessun atto è arrivato in Regione. "Dubito – ha proseguito – che il Comune faccia in tempo ad adottare una variante prima della scadenza elettorale. Se dovesse farlo la valuteremo con rigore, nel rispetto degli strumenti urbanistici sovraordinati, a partire dal Piano territoriale paesaggistico regionale e dal sistema dei vincoli. Dal punto di vista politico, invece, ci sono molti dubbi su questo piano, sia per le dimensioni che per le carenze dal punto di vista delle infrastrutture e dei trasporti".