NEMI, CARO COSTA AI CITTADINI LO "SBANCAMENTO" DI PENTIMA PIZZUTA

Dopo il danno arriva la beffa: Difendersi dal ricorso di uno dei sostenitori del sindaco Alberto Bertucci, appunto Renzo Cavaterra detto Massimo, è costato ai cittadini di Nemi ben 3.775,20 euro che non è altro che la parcella del legale che ha rappresentato l’ente nel ricorso al Tar promosso dal Cavaterra.

 

Redazione

Nemi (RM) – E’ dello scorso 4 settembre la determinazione del Comune di Nemi con la quale sostanzialmente escono dalle casse del comune di Nemi altri soldi, euro 3.775,20, a causa del contenzioso con Cavaterra Renzo detto Massimo, il quale avrebbe dovuto ottemperare al ripristino del costone di Pentima Pizzuta oggetto di movimento di terra e invece, ad occhio nudo, non ci sembra che abbia fatto nulla. Anzi ha perso al Tar il ricorso contro l’ordinanza comunale.  L’ha perso perché infondato.

Difendersi dal ricorso di uno dei sostenitori del sindaco Alberto Bertucci, appunto Renzo Cavaterra detto Massimo, è costato ai cittadini di Nemi ben 3.775,20 euro che non è altro che la parcella del legale che ha rappresentato l’ente nel ricorso al Tar promosso dal Cavaterra.

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE LA DETERMINA DI PAGAMENTO PARCELLA AVVOCATO PER DIFESA COMUNE AL TAR ]

Quello che torniamo a chiedere, viste le uscite del Comune e quindi le uscite dalle tasche dei cittadini di Nemi e la necessità dello stesso Ente di fare cassa, è: Ha provveduto il Comune di Nemi ha sanzionare per un importo pari a 10 mila euro Renzo Cavaterra detto Massimo e Cristina Cavaterra per l’abuso a Pentima Pizzuta?

Caro è costato questo caso di “sbancamento” a Pentima Pizzuta. In primis è costato caro alla vegetazione sul costone che si affaccia sullo splendido lago di Nemi e in seconda battuta sta costando caro anche al Comune di Nemi e quindi all’intera comunità, se non ci si affretta ad incassare la sanzione, così come disposto nell’ordinanza di ripristino che ormai ha passato abbondantemente i 90 giorni previsti, visto che si riferisce a settembre del 2012.

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NEMI, ABUSI E RIPRISTINI: PENTIMA PIZZUTA – ATTO SECONDO

Chiara Rai

Nemi (RM) – Non si può dire che l’elezione del sindaco Alberto Bertucci a Nemi sia passata inosservata.

Nel piccolo paese delle fragole, per la prima volta è stato eletto un sindaco rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode rispetto allo stesso Comune che ha amministrato da vicesindaco sotto la giunta Cocchi e che amministra attualmente ( Alberto Bertucci ha provocato la caduta della precedente giunta perché l’ex sindaco Cinzia Cocchi gli aveva tolto le deleghe per motivi legati alla sua condotta).

Fato vuole che contemporaneamente o immediatamente dopo l’elezione del Bertucci, il quale ha preso 475 voti contro i 622 voti del precedente sindaco alle precedenti elezioni, a Nemi sia scoppiata l’epidemia dell’abuso. Sono iniziati dei movimenti di terreno, più comunemente conosciuti con il termine "sbancamenti" come quello di Pentima Pizzuta per mano di uno tra i grandi sostenitori di Alberto Bertucci:  Renzo Cavaterra detto Massimo.

Oggi ci soffermeremo sull’abuso di Renzo Cavaterra detto Massimo.

L’ampia parte di costone che si affaccia sullo splendido lago di Nemi è stata oggetto di movimento di terra o più comunemente detto "sbancamento" nonostante i numerosi vincoli archeologici e paesaggistici.

L’area di Pentima Pizzuta a Nemi, posta sotto sequestro a settembre scorso, avrebbe dovuto essere ripristinata da chi ha commesso l’abuso.

Il Tar Lazio ha bocciato il ricorso del proprietario contro l’ordinanza di ripristino dei luoghi emessa dal Comune riferita alla vasta area che si affaccia sul lago di Nemi. [ CLICCARE QUI PER LEGGERE IL DECRETO DEL TAR ]

Finora, non ci sembra che il ripristino dello stato naturale dei luoghi sia avvenuto. Eppure l’ordinanza del Comune di Nemi parla chiaro, se non ripristinano Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra, allora ci penserà lo stesso ente addebitando le spese al grande sostenitore di Alberto Bertucci, nonché sanzionando lo stesso Cavaterra Renzo detto Massimo per un importo pari a 10 mila euro.

Perché nulla si muove? Quando avverrà la remissione in pristino? E’ passato un anno e nulla pare sia successo.

Che aspetta il Comune a rimettere in pristino lo stato dei luoghi addebitando i lavori al Cavaterra Renzo detto Massimo? Oltre la sanzione di Euro 10mila?

Si legge nell’ordinanza di ottobre del 2012 a firma di Rosanna Galanti responsabile dell'Ufficio Tecnico del Comune di Nemi: “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta”. 

[ CLICCARE QUI PER LEGGERE L'ORDINANZA DEL COMUNE DI NEMI ]

Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti a Pentima Pizzuta e ordinato a Renzo Cavaterra detto Massimo e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. “Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori”.  I 90 giorni sono passati abbondantemente. Dov’è il progetto di ripristino? Dov’è l’incasso della sanzione pari a diecimila euro per il presunto mancato ripristino dei luoghi?

Il Comune si lamenta di non avere soldi eppure i possibili incassi ci sono eccome.

Ma il sindaco Alberto Bertucci, preferisce affiggere manifesti contro la stampa per tentare di  tirare su qualche spicciolo e fare cassa. Come? Invitando i cittadini a denunciare per diffamazione a mezzo stampa un soggetto non precisato, alimentando così, attraverso questo "nobile" atteggiamento, sentimenti rancorosi e astiosi nella cittadinanza rispetto agli organi di comunicazione. Il tutto al fine di raccogliere soldi dal presunto risarcimento danni e provvedere a regalare qualche servizio in più alla cittadinanza.

Si ricorda inoltre che dal signor Renzo Cavaterra detto Massimo, sono arrivate, nei tempi in cui il nostro giornale ha seguito l'intera vicenda fino al sequstro, delle telefonate per nulla amichevoli indirizzate al direttore responsabile Chiara Rai e che la stessa ha provveduto a segnalare ai carabinieri di Nemi.

Inoltre di recente (6 febbraio 2013)  il Tar Lazio ha dichiarato perento un ricorso del Cavaterra contro la Prefettura di Roma, la Questura di Roma, il Ministero Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza per l'annullamento del decreto del Questore di Roma datato 22 marzo 1997 di rigetto dell’istanza per il rilascio della licenza di porto di pistola per difesa personale.

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NEMI, NUOVI SIGILLI ALLE OPERE MURARIE IN VIA NEMORENSE

Quale sarà il prossimo sequestro? Questo ormai il totosequestro messo in atto da alcuni cittadini che tengono ancora alla salvaguardia di questo angolo di polmone verde sito nel cuore del Parco dei Castelli Romani. 

 

Angelo Parca
Da paese delle fragoline a paese degli abusi? Di fatti, non si placa l’ondata di sequestri che da un po’ di tempo interessa Nemi, in tema di abusivismo edilizio, ormai tutta sotto “sigilli”. Questa volta è toccato a delle opere  murarie realizzate nel complesso immobiliare che domina piazza Roma in via Nemorense, dove i carabinieri di Nemi hanno posto sotto sequestro l’intera area. Si tratta di un lungo muro, strettamente necessario per la messa in sicurezza del sito, realizzato quindi per contenere i movimenti franosi che si sono verificati negli anni passati. Sarebbero mancati i nulla osta di rito. L’epidemia di abusivismi iniziata da circa 5 mesi, ha visto mettere i sigilli dapprima al campo sportivo, poi a seguire ad alcune strutture realizzate nell’area archeologica del Tempio di Diana da Gino De Sanctis autodefinitosi “Il custode del Tempio”, allo sbancamento del costone in località Pentima Pizzuta, ad un altro nei pressi di via Cacciafumo, ai lavori di una villa in via dei Laghi, 1. Cosa sta succedendo a Nemi? Quale sarà il prossimo sequestro? Questo ormai il totosequestro messo in atto da alcuni cittadini che tengono ancora alla salvaguardia di questo angolo di polmone verde sito nel cuore del Parco dei Castelli Romani. 

tabella PRECEDENTI (LAVORI VILLA IN VIA DEI LAGHI E SEQUESTRO STADIO COMUNALE):

   21/09/2012 NEMI, UN EDIFICIO S'INGRASSA E SI TRASFORMA: PRIMA E DOPO. E' TUTTO REGOLARE?
20/07/2012 NEMI, SIGILLI DEL TRIBUNALE ALLO STADIO LUCIANO IORIO
 
tabella PRECEDENTI CASO LOCALITA' CACCIAFUMO:
20/09/2012 NEMI, RUSPA A CACCIAFUMO: INTERVIENE IL PARCO E SEQUESTRA L'AREA
16/09/2012 NEMI, RUSPA A CACCIAFUMO: IN DIECI GIORNI LA VEGETAZIONE SCOMPARE
14/09/2012 NEMI, DOPO PENTIMA PIZZUTA ALTRI SBANCAMENTI NELLA VALLE DEL LAGO
 
tabella PRECEDENTI CASO GINO DE SANCTIS:
06/10/2012 NEMI, CASO DE SANCTIS E PENTIMA PIZZUTA: IL COMUNE EMETTE LE ORDINANZE
07/09/2012 NEMI CASO DE SANCTIS, SEQUESTRATE DUE STALLE ABUSIVE…. E SI ATTENDE L'ESITO DELLA VERIFICA "ARCHEOLOGICA"
17/08/2012 NEMI SITO TEMPIO DI DIANA, CI MANCAVA IL "RALLY ARCHEOLOGICO". QUATTRO GIORNI E PARTE L'ESPOSTO DE L'OSSERVATORE LAZIALE
13/08/2012 NEMI BENI ARCHEOLOGICI: COMUNE SE CI SEI BATTI UN COLPO
12/08/2012 NEMI SCANDALO AL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEL LAGO, PARLA IL DIRETTORE DEGLI SCAVI GIUSEPPINA GHINI
09/08/2012 NEMI VIDEO SHOK: TROVO STRADA ROMANA, TAGLIO I BASOLI, LI AGGIUSTO E FACCIO UN VIALE NELL’AZIENDA

 

tabella PRECEDENTI CASO PENTIMA PIZZUTA:

   06/10/2012 NEMI, CASO DE SANCTIS E PENTIMA PIZZUTA: IL COMUNE EMETTE LE ORDINANZE

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NEMI, CASO DE SANCTIS E PENTIMA PIZZUTA: IL COMUNE EMETTE LE ORDINANZE

Caso Gino De Sanctis: ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni

Caso Pentima Pizzuta: nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

[ORDINANZA – DE SANCTIS GINO – Demolizione e Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

[ORDINANZA – RENZO CAVATERRA – Rimessa in Pristino dello stato dei luoghi]

 

Angelo Parca

Il responsabile dell’area Tecnica del Comune di Nemi Rosanna Galanti ha firmato due ordinanze molto importanti su fatti che abbiamo seguito in questi ultimi mesi e per uno presentato un esposto in Procura. Le ordinanze riguardano il caso di Gino De Sanctis e le sue strutture abusive e il caso dello sbancamento a Pentima Pizzuta.  Il primo atto di cui si parlava redatto del Comune di Nemi, riguarda l’ordinanza di demolizione e rimessa in ripristino dei luoghi a carico del signor Gino de Sanctis. Insomma a sue spese ed entro 90 giorni dalla notifica dell’ordinanza, Gino De Sanctis dovrà demolire le opere abusive costruite e “ripristinare lo stato dei luoghi”.   Qualora non provvedesse nei termini sopraindicati, l’Amministrazione comunale dovrà provvedere direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando a De Sanctis l’importo di duemila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre allo stesso le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori. De Sanctis dovrà demolire un manufatto destinato a ricovero di animali, costituito da otto pilastrini in legno e tamponato in parte con pannelli in trucioli di legno della superficie coperta di ml 5,50 x 4,00 ed avente una altezza media di mt. 3 e un altro manufatto sempre destinato al ricovero di animali costituito da pilastrini in legno e tamponato per metà da tavolato in legno della superficie coperta di ml. 8,00 x 3,50 ed avente una altezza media di ml. 2,5. Mentre ci chiediamo se l’altra struttura in legno, dove nell’immagine allegata all’articolo figurano decine e decine di persone che mangiano, è risultato tutto regolarmente costruito con concessioni. La curiosità sorge dal fatto che anche questa struttura, così come le due stalle, ricade su un terreno con vincoli:  Paesaggistico-ambientale, sismico, archeologico nonché è inserito all’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani. Dunque, probabilmente, l’attenzione dell’Ufficio Tecnico (che ha redatto l’ordinanza) si è concentrata maggiormente sulle stalle, anche se di fatto c’è un’altra struttura di simile adibita al "mangereccio” che potrebbe essere passata inosservata.

Per quanto riguarda Pentima Pizzuta si legge nell’ordinanza che “si evince che sono stati effettuati movimenti di terreno, anche se finalizzato alla attività agricola, con conseguente creazione di terrazzamenti e allargamenti di quelli esistenti con relativi percorsi di collegamento tra i diversi spazi in alterazione dello stato dei luoghi e la conseguente eliminazione del soprassuolo vegetale da parte della ditta.  Vengono altresì elencati i numerosissimi vincoli presenti e ordinato a Renzo Cavaterra e Cristina Cavaterra la remissione in pristino dello stato dei luoghi, a sua cura e spese, entro 90 giorni dalla notifica della presente ordinanza, dietro preventivo deposito presso il Comune di Nemi, di un progetto che descriva lo stato dei luoghi, le operazioni, le metodologie necessarie al ripristino dell’originale status-quo. Qualora non si provvedesse a quanto prescritto nei termini indicati, l’Amministrazione comunale provvederà direttamente al ripristino dello stato dei luoghi addebitando l’importo di diecimila euro, quale sanzione pecuniaria, così come previsto dall’art. 15, comma 3 della L.R. 15/2008, per inottemperanza all’ordinanza e addebitando inoltre le spese sostenute per l’esecuzione dei lavori.

L’osservatore lazialecontinuerà a vigilare sulle due vicende. Torneremo sull’argomento non appena vedremo che ai pezzi di carta del Comune saranno seguiti dei fatti. Inoltre, riguardo Pentima Pizzuta, augurandoci che venga ripristinato lo stato dei luoghi, ricordiamo che c’è anche un’altra facoltà che potrebbe mettere in atto il Comune. E cioè, nel caso venisse in seguito accertata l'eventuale inottemperanza all’ingiunzione a ripristinare nel termine assegnato di 90 giorni, si potrebbe disporre l’acquisizione al patrimonio comunale dell’area nelle misure, modi e tempi concessi dal diritto in materia.

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07/09/2012 NEMI CASO DE SANCTIS, SEQUESTRATE DUE STALLE ABUSIVE…. E SI ATTENDE L'ESITO DELLA VERIFICA "ARCHEOLOGICA"
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GENZANO, UNA BARACCOPOLI SUL LAGO OPPURE UN MIRAGGIO?

La zona dove si trova la discarica ha i medesimi vincoli di Pentima Pizzuta, con la sola differenza che la zona messa sotto sequestro a Pentima, nel 2006 ha magicamente cambiato veste: da bosco ceduo, su dichiarazione di parte (del proprietario),  è diventata orto irriguo. E’ bastato un cambio al catasto? Com’è possibile che i terreni tutt’intorno risultano bosco ceduo e solo il terreno interessato dal sequestro è “orto irriguo”? I misteri di “sbancopoli” direbbe probabilmente un Mister “Ci penso tutto io” di turno.

 

Chiara Rai
Una valle che, dove ti giri ti giri, trovi principi di metamorfosi del paesaggio o comunque abusi più o meno gravi che si confondono con la bellezza della natura. In tanti vorremmo restasse incontaminata ed è per questo che sempre più spesso i cittadini spontaneamente  vigilano e contribuiscono a difendere concretamente il territorio aldilà della politica e dei suoi variegati colori e sfumature. Nel territorio di Genzano, sempre sul lago, si intravede la nascita e lo sviluppo di una sorta di baraccopoli. Forse il termine non è appropriato però le immagini non lasciano dubbi, ci sono rifiuti, stracci, insomma una sorta di discarica in mezzo alla vegetazione che nel punto della discarica s’interrompe. E’ lecito? La domanda, più retorica che altro, è sempre la stessa. Sicuramente ci risponderanno che si sta vigilando, ma è possibile che si permette di deturpare il paesaggio in questo modo e di non arrestare il fenomeno sul nascere, quando i danni sono ancora germogli?

Detto questo, la zona dove si trova la discarica ha i medesimi vincoli di Pentima Pizzuta, con la sola differenza che la zona messa sotto sequestro a Pentima, nel 2006 ha magicamente cambiato veste: da bosco ceduo, su dichiarazione di parte (del proprietario),  è diventata orto irriguo. E’ bastato un cambio al catasto? Com’è possibile che i terreni tutt’intorno risultano bosco ceduo e solo il terreno interessato dal sequestro è “orto irriguo”? I misteri di “sbancopoli” direbbe probabilmente un Mister “Ci penso tutto io” di turno. Ma lasciamo stare la fantasia e dedichiamoci al concreto. Che fa una baraccopoli/discarica in mezzo al Parco Regionale dei Castelli a Genzano? Possibile che i guardia parco che sono andati a controllare a Valle, non si siano accorti del panorama circostante? Può certamente accadere, ma per fortuna non accade ai cittadini, a noi, alle sentinelle del territorio.

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NEMI PENTIMA PIZZUTA, MARINELLI (SEL) FORMULA UNA DOMANDA AGLI EX AMMINISTRATORI

Alberto De Marchis

Su Pentima Pizzuta a Nemi (Castelli Romani)  e il suo recente sequestro, diversi sono stati gli interventi politici che hanno scandito, con denunce e attese, questi mesi. Azzurra Marinelli, esponente Sel di Nemi, la quale ha espresso apprezzamento per il lavoro portato avanti dalla redazione de L’osservatore laziale, ha inteso intervenire formulando una domanda rivolta agli ex amministratori Biaggi-Cocchi che oggi con “grande stupore – si è espressa in questi termini Marinelli –  vedo ‘paladini del verde’. Sono al corrente che durante i loro mandati, proprio accanto a Pentima Pizzuta, un albergo con parcheggi si é ampliato enormemente? L'albergo ora é all' asta e si può facilmente verificare dagli atti, quanti e quali abusi vi siano sull'intera area”. La redazione de L’osservatore laziale attende eventuali risposte, al fine della pubblicazione, alla domanda formulata da Azzurra Marinelli. Teniamo inoltre a ribadire che, in questo preciso episodio, le forze dell’ordine sono intervenute mettendo i sigilli all’area di Pentima Pizzuta e individuando i responsabili dell’azione commessa. Questa è la notizia, effetto di un lavoro di denuncia (senza colori politici) fatta da cittadini che intendono difendere il patrimonio naturalistico del territorio.

tabella PRECEDENTI:

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10/09/2012 NEMI PENTIMA PIZZUTA, SI STRINGE ANCORA DI PIU' LA MORSA DEI VINCOLI
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NEMI, SBANCAMENTO PENTIMA PIZZUTA: SEQUESTRATA L'INTERA AREA

Chiara Rai

A Nemi l’area di Pentima Pizzuta nel Parco dei Castelli Romani, che L’osservatore laziale monitora costantemente da giugno, è stata interamente posta sotto sequestro. A mettere i sigilli, ieri, sono intervenuti i Carabinieri di Nemi, il Corpo Forestale dello Stato, la Polizia Locale e i Guardia Parco. Una grande operazione congiunta delle forze dell’ordine e un grande lavoro da parte di un gruppo coeso e senza colori politici di cittadini che si sono battuti in prima linea per la difesa del territorio. Un simile sbancamento non poteva accadere perché l’area è soggetta a numerosi vincoli e noi de L’osservatore laziale l’abbiamo sempre detto e ribadito soprattutto grazie ai contributi di tutti coloro che ci hanno scritto. Ha vinto la legalità e adesso, rispetto alla telefonata ricevuta da chi pensava d’intimidire dicendo “se fossi in lei non starei così tranquilla” e ancora  agli slogan “io a casa mia faccio quello che voglio”, ribadisco che sono molto tranquilla soprattutto adesso che si è fatta giustizia. Fortunatamente non si è liberi “a casa propria” di sbancare una collina, certo adesso il danno è fatto! Ma chi paga tutti i danni prodotti al patrimonio naturalistico collettivo?

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04/06/2012 NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?



NEMI, IL GRIDO DI UN SILENZIO ASSORDANTE AVVOLGE PENTIMA PIZZUTA. CHE STA SUCCEDENDO?

C’è una scavatrice e le foto scattate il 2 settembre mostrano come la situazione sia peggiorata rispetto al 4 giugno. Cosa si sta facendo? Chi dovrebbe vigilare, sta vigilando? Dove sono le associazioni ambientaliste che dovrebbero alzare la voce? Dov’è il Parco? Dov’è il Comune? Sono solo interrogativi. Dov’è la forestale?

“….Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante……..”

[Estratto da L'infinito di Giacomo Leopardi]
 

Chiara Rai

Guardando il panorama nemese si prova un po’ di nostalgia per questi versi leopardiani, per l’intensità del “dolce naufragar” e  “quello infinito silenzio” che la natura regala ai sensi tutti e che penso più di qualcuno abbia provato guardando il fitto teatro naturale dalle verdi sfumature che avvolge il lago di Nemi (Castelli Romani). Si può davvero toccare per qualche istante “l’infinito” e commuoversi di fronte a cotanta bellezza. O meglio si poteva, perché adesso sì che il “cor si spaura” scorgendo il panorama dove il verde viene interrotto e i rumori sono cambiati: A Pentima Pizzuta, nell’area a mezza costa in corrispondenza del cimitero, sotto il “rifugio”, lo stesso sito di cui parlammo il 4 giugno, (NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?) la situazione sta precipitando. Il silenzio è stato interrotto dal rumore delle ruspe che hanno continuato a scavare in un sito dove non si potrebbe neppure smuovere la terra soltanto per la posizione geografica nella quale si trova. Ben visibile il 4 giugno appariva l’inizio di un processo di metamorfosi che ora appare un’opera di sbancamento. Non è un termine usato impropriamente perché se si consulta la parte seconda degli appunti del corso di tecnica ed organizzazione del cantiere della facoltà di Ingegneria Civile di Roma Tor Vergata, alla parola “sbancamento” è correlata la definizione, tra le altre, di scavi occorrenti per la bonifica del piano di posa dei rilevati, ivi compresa la formazione delle gradonature previste in progetto, nel caso di terreni con pendenza generalmente superiore al 15 per cento.  Le foto sono inequivocabili, in questo sito non è stata solo smossa della terra. Nelle ultime fotografie si evince chiaramente che è stata fatta una gradonatura. Se si guarda a destra (foto 1), pare che pian piano stia emergendo un inizio di altro sbancamento con evidente principio di gradonatura. Una visione ottica? Non crediamo possa essere così. E poi che ci fa una scavatrice, altri macchinari e un mezzo cisterna da quelle parti? Con lo zoom l’immagine è facilmente identificabile anche se non perfettamente nitida. Che succede? Per l’intera estate (e al riguardo ci sono giunte segnalazioni) ogni tanto si è sentito il rumore delle scavatrici. A Pentima Pizzuta si è lavorato. E non ci vengano a raccontare che si tratta di una semplice pulizia del terreno! C’è una scavatrice e le foto scattate il 2 settembre mostrano come la situazione sia peggiorata rispetto al 4 giugno. Cosa si sta facendo? Chi dovrebbe vigilare, sta vigilando? Dove sono le associazioni ambientaliste che dovrebbero alzare la voce? Dov’è il Parco? Dov’è il Comune? Sono solo interrogativi. Dov’è la forestale? Non siamo in grado di avere queste risposte, quindi ci limitiamo a formulare delle domande nell’attesa di delucidazioni. Risposte che chiedono in molti a gran voce e di cui noi de L’osservatore laziale ci facciamo messaggeri.

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04/06/2012 NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?



NEMI, UNO SBANCAMENTO A PENTIMA PIZZUTA?

Sperando che qualcuno si faccia avanti per illuminarci e fare chiarezza su questi movimenti di terra, il nostro auspicio è che l’ambiente e il verde dei Castelli Romani, rimanga intatto nella sua più imponente e legittima bellezza.

C.R.

Le foto si riferiscono al territorio di Nemi, a Pentima Pizzuta. Si tratta di un’area a mezza costa in corrispondenza del cimitero, sotto il “rifugio”. Ciò che si evince chiaramente dalle foto è uno sbancamento consistente del terreno che è stato addirittura gradonato. Lo sbancamento appare come una ferita fresca nel mezzo di un sito incontaminato. Parliamo di ferita perché c’è tanta terra smossa di recente in un’area finora mai toccata dall’uomo. Si evince una metamorfosi della pendenza naturale del terreno. Noi de L’osservatore laziale non abbiamo ulteriori dettagli per dire con precisione cosa stia succedendo e neppure a chi appartenga tale terreno. Ma le immagini parlano chiaro.  Sperando che qualcuno si faccia avanti per illuminarci e fare chiarezza su questi movimenti di terra, il nostro auspicio è che l’ambiente e il verde dei Castelli Romani, rimanga intatto nella sua più imponente e legittima bellezza.

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