Monte Carnevale, Cacciatore contro la Raggi: “Nessuno ti ha costretta a scegliere quel sito”

Non accennano a placarsi le polemiche sull’ipotesi dell’apertura della discarica di Monte Carnevale. Arrivate dal fronte giudiziario con gli arresti domiciliari disposti dal gip per il dirigente della Regione Lazio Flaminia Tosini e l’imprenditore Valter Lozza, amministratore delle società NGR Srl – società proprietaria della cava a Monte Carnevale – e MAD Srl, accusati, a seconda della posizioni, di corruzione e concussione in un’indagine sulla gestione dei rifiuti della Procura di Roma coordinata dagli aggiunti Paolo Ielo e Nunzia D’Elia. Una pagina oscura che farebbe sorgere perplessità sull’intero operato svolto dalla Tosini in ambito regionale.  

Nell’ordinanza il gip scrive che non “è da escludere che la delibera” di Roma Capitale del 31 dicembre del 2019 “sia seguita alle suggestive indicazioni della Tosini, forte della professionalità acquisita nel settore”. I “due indagati intendevano trasformare la discarica da sito autorizzato per il conferimento di inerti in impianto per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti solidi urbani della Capitale”. Secondo gli inquirenti la Tosini faceva parte di un sistema “criminoso ben collaudato ed estremamente pericoloso”. Un intero dipartimento della Regione Lazio “totalmente ripiegato sugli interessi privati” di un imprenditore grazie all’appoggio di una dirigente pubblica. Il quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte dai Carabinieri del Noe ha “svelato con sconcerto che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio è illecitamente monitorato è governato da Tosini”.

Per il magistrato la dirigente “nella qualità di direttore regionale della ‘direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti’ anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi di Lozza”, al quale era legato da profonda amicizia.

In una nota ufficiale la Regione Lazio afferma che “come previsto dal regolamento, la dirigente è stata sospesa dal suo incarico in attesa di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta. Esprimiamo fiducia nell’azione della magistratura, auspicando che si faccia rapidamente luce su questa vicenda, e rinnoviamo l’apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini, che saprà chiarire la correttezza del suo operato nel rispetto delle proprie funzioni”.  

La polemica si inasprisce. Dal Campidoglio la Sindaca Raggi annuncia la “revoca della realizzazione della discarica” e chiede sia al Presidente Nicola Zingaretti che all’assessore ai rifiuti Massimiliano Valeriani di ritirare “il Piano Regionale dei Rifiuti che impone l’apertura di discariche a Roma, una scelta che noi romani abbiamo dovuto subire”. “L’inchiesta non ha nulla a che vedere con il Piano regionale sui rifiuti – replica quest’ultimo – mentre il sito di Monte Carnevale è stato esclusivamente scelto dal Campidoglio. Senza impianti adeguati non è possibile garantire la funzionalità del sistema. La sindaca Raggi continua nella sua sterile polemica, ma il problema non sono gli impianti, senza i quali non sarebbe possibile garantire il corretto funzionamento del ciclo dei rifiuti”.

Le esternazioni della Raggi non sono passate inosservate, anzi sono oggetto della lettera pubblicata su facebook da Marco Cacciatore, il Presidente della commissione regionale ai rifiuti. Confluito in Europa Verde, dopo esser stato espulso dal M5S per aver espresso contrarietà proprio al sito di Monte Carnevale, attraverso atti consiliari, denunce ed esposti in Procura. “Cara VirgigNA”, esordisce, “con tutto il rispetto per la tua persona ma senza alcun rispetto per le tue decisioni e i tradimenti che hai riservato ai cittadini, programma alla mano”. Lascia da parte i rilievi penali dell’inchiesta – “che restano competenza della Magistratura nella sua indipendenza”- e si sofferma “alle tue enormi responsabilità politiche su Monte Carnevale (e di certo non solo)”.

Piano Regionale Rifiuti. “Quel Piano che ritieni alla base dei problemi”, scrive Cacciatore, “prevede il rispetto di principi di autosufficienza (ogni territorio tratta e smaltisce al suo interno) e prossimità (i rifiuti si trattano e smaltiscono più vicino possibile a dove vengono prodotti). Stabilendo che Roma non uscirà più dal suo territorio per trattare e smaltire indifferenziato, così come altri comuni non verranno a Roma a conferirne. Eri tu la Sindaca che si lamentava che 57 comuni vengano a conferire a Roma, accanto a Rocca Cencia vero? O che per decenni lo stesso sia successo per Malagrotta? Beh, questo non potrà più succedere grazie a quel Piano Regionale, mentre l’unica strada resta per tutti aumentare la raccolta differenziata e puntare su un modello impiantistico riconvertito al recupero materia e fatto di impianti piccoli, diffusi, pubblici. O forse preferivi continuare a coprire i tuoi imbarazzanti risultati sulla differenziata, portando al quasi collasso Ama e vivendo i più vergognosi momenti nella gestione rifiuti Capitolina, esportando ancora rifiuti verso le periferie, le province e le altre Regioni se non l’estero?”

Raccolta indifferenziata. “Avevi promesso il 70% entro il 2021. Ambizioso, lo sapevamo anche noi, poveri imbecilli che si sono fatti il mazzo per la tua campagna elettorale, ma ci aspettavamo che si sarebbero fatti passi almeno per avvicinare quell’obiettivo. La tua Giunta chiude il quinquennio con un misero e imbarazzante +3% sulla differenziata, che attestandosi al 46% scarso (il Sindaco Ignazio Marino che tutti osteggiavamo, fece il +23% in due anni e mezzo, cara Sindaca). Il Piano Regionale, oltre a stimolare ad arrivare almeno al 65% di differenziata, indica la strada per convertire gli impianti e ridurne la portata grazie al principio di prossimità. Si schiera preferenzialmente per impianti pubblici e si oppone frontalmente alla termovalorizzazione (nonostante la tua Acea abbia chiesto ampliamento per il termovalorizzatore di S. Vittore nel frusinate). Sei contro quel Piano anche per queste cose? No perché questo, come il principio di autosufficienza e prossimità e l’impegno a non localizzare più discariche a Malagrotta e nella Valle Galeria, era nel tuo programma. Ma se a tutti gli impegni il M5S riserva la stessa considerazione di quanta ne ha riservata per Malagrotta, allora capisco perché ti opponi a quel Piano Regionale. Quel Piano Regionale esiste, come mai non lo hai impugnato al tar entro 60 giorni, o al Capo dello Stato entro 120, come prevede la legge? Io non lo votai per via dell’insediamento di un impianto preoccupante a Colleferro, ma non potevo non ammettere che i principi in esso contenuti (e il fatto stesso che, dopo di fatto quasi 20 anni, la Regione si dotasse di un Piano) erano del tutto condivisibili”.

Discarica Monte Carnevale. “Non è il Piano Rifiuti ad averti costretta a prendere scelte. Anzi nessuno ti ha costretta a scegliere Monte Carnevale. Intanto perché il Piano rifiuti interviene dopo 8 mesi dalla tua delibera di individuazione della discarica a Monte Carnevale. E poi perché tu hai compiuto quella scelta quando avevi altri siti tra i quali scegliere.Quei siti erano tutti ugualmente inidonei, se solo avessi stabilito le aree idonee e non idonee in Città Metropolitana come vorrebbe la legge – ma tu sei stata in Consiglio metropolitano una volta o due -, forse non avremmo avuto questo problema. Ti fu chiesto in Aula, con Odg a firma Simona Ficcardi – all’epoca membro della tua maggioranza – e prima che scegliessi Monte Carnevale, di stimolare gli altri interlocutori istituzionali (Regione e Città Metropolitana) ad ampliare la ricerca su Roma per trovare siti di minori dimensioni e più diffusi, posto che tutti quelli emersi come idonei si ritenevano improponibili. La tua Maggioranza ha bocciato quella ricognizione, che oggi diventa invece urgente laddove si volesse evitare di portare avanti quello che era l’obiettivo contestato dalla procura oggi. Poco dopo la sua decisione, invece, due Mozioni delle Opposizioni (PD e FdI), che si opponevano alla scelta di Monte Carnevale, furono votate dalla maggioranza dell’Aula, compresi 5 membri del M5S – ricordo Diaco, Ferrara o altri che all’epoca ti promettevano battaglia e oggi, chissà perché, sono dalla tua-. Come mai non ho dato seguito a quelle Mozioni? Ah sì, questa la so: perché non eravamo sotto campagna elettorale (anche se tu ci vivi da 5 anni) e invece oggi si aggiunge anche uno scossone giudiziario”.

“Io presentai, dopo la tua decisione di individuare Monte Carnevale come sito di una discarica per scarti da rifiuti indifferenziati, e appreso dai giornali che quel terreno era di proprietà di una società quasi-monopolista sul territorio regionale – quella oggi coinvolta dai provvedimenti della Procura-, un esposto che parlava di atti amministrativi contraddittori, sia comunali che regionali. Non so se sai, ma ‘qualcuno’ mi deferì ai Probiviri per quel motivo e fui sospeso. Tengo a precisarti che fu proprio quella decisione di Giunta Capitolina, presa il 31/12/2019, a convincermi che più importante del colore politico e l’appartenenza fosse la tutela di territori e comunità, per troppi anni violentati per impatto ambientale. Tutte le altre procedure regionali, che non condivido e continuerò a contestare, derivano da quella tua scelta. Oggi, a favore di consenso e dopo uno scossone giudiziario, decidi di revocare, ma il danno è fatto. Ad ogni modo lo troverei utile, se solo subito dopo chiedessi agli altri enti di individuare più siti alternativi, senza considerare i siti precedentemente considerati idonei”.

Conclusione. “Sindaca, per concludere, per tutto quanto sopra e stanti risultati atti e fatti che avete prodotto in 5 anni, spero che i cittadini abbiano compreso come tutto quello che tu e il tuo ‘raggio magico’ avete in mente è risultare e non risolvere, apparire ‘a testa alta’ invece che lavorare ‘a testa bassa’. Il tuo ‘CoRAGGIo’ si è rivelato quello di portare avanti i peggiori scempi, che le ‘precedenti amministrazioni’ – che ancora citi come responsabili alla fine del tuo mandato e per coprire i tuoi innumerevoli fallimenti- non hanno avuto la faccia tosta di portare a conclusione: sui rifiuti come per la gestione delle Partecipate, per l’urbanistica e le tue distese di cemento, così come in merito le politiche abitative e i tuoi 8000 sfratti pianificati e mai revocati. Auguro alla Città Eterna, che non lo merita, di non dover sopportare un tuo bis”.

È di queste ore infine, il passaggio della consigliera capitolina Simona Ficcardi dal M5S al gruppo Europa Verde. E Cacciatore si toglie un altro macigno dalla scarpa. “È vergognoso come si cerca di strumentalizzare l’operato di una esponente, soltanto perché stringe una relazione sentimentale con un uomo, anch’esso impegnato in politica. Simona è la mia compagna, non è un mistero, ma posso garantire che il suo operato non è stato mai influenzato dal sottoscritto. Anzi, è accaduto l’esatto contrario. È stata lei, che proviene da Malagrotta, a insegnarmi e a indirizzarmi. Con la sua adesione ai Verdi inizia un nuovo percorso, entrambi avevamo creduto che con il M5S avremmo portato avanti le battaglie in difesa dell’ambiente. Ma questo purtroppo non è avvenuto”.  




La discarica di Monte Carnevale finisce in manette. Chiesto approfondimento per determina su TMB di Guidonia

GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Sarebbero stati commessi illeciti sulla discarica di Monte Carnevale, sito individuato dall’Amministrazione di Roma Capitale, contestato dai cittadini.

Per questo sono finiti agli arresti domiciliari sia Flaminia Tosini, vicesindaco del Comune di Vetralla e dirigente dell’area rifiuti della Regione Lazio, che Valter Lozza, amministratore della società NGR Srl e MAD Srl, operanti nel settore.

Pesanti le accuse: corruzione, concussione e turbata libertà procedimento scelta del contraente. Un terremoto in altre parole, che scuote, e non poco, i piani alti della Regione quanto del Campidoglio, e sicuramente avrà pesanti ripercussioni. Anche a livello politico.

Le ordinanze di custodia sono scattate questa mattina. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale, Lozza avrebbe ottenuto indebitamente l’autorizzazione, per la società ‘Ngr Srl’, per la trasformazione della discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale, a nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di RSU di Roma.

La notizia fa subito il giro. Inevitabili le reazioni. «Non mi avete mai creduto», scrive Francesco Storace sulla pagina Facebook, “ora potete rileggere tutte e magari scusarvi per aver sottovalutato anni di denunce». «Ora sia lanciata in pace Valle Galeria“, tuona il presidente della commissione regionale ai rifiuti, Marco Cacciatore: “In passato ho fatto ogni tipo di attività, compresi gli esposti, per oppormi all’individuazione di Monte Carnevale come discarica di Roma. Mi sono scagliato contro atti sia comunali che regionali che non mi convincevano per niente, a cominciare dalla delibera di Giunta Capitolina che, vergognosamente, decise il sito. Non dovrebbero essere le Procure a sanare i vuoti lasciati dalle istituzioni negli anni, o a compensare le decisioni folli come quella delibera di individuazione. Spero che ora la Sindaca – conclude l’esponente Verde – vada a revocare quella delibera di Giunta e che vengano riviste tutte le procedure. A Monte Carnevale non ci sono i presupposti per realizzare una discarica simile. Anzi, una mostruosità”.

Sulla vicenda, il Presidente della commissione Ecomafie della Camera Stefano Vignaroli precisa che «se sono stati commessi illeciti sulle autorizzazione del sito di Monte Carnevale lo accerteranno i magistrati. Tuttavia – recita il comunicato – vorrei sottolineare come la commissione Ecomafie avesse la consapevolezza delle criticità ambientali legate a miniere e cave dismesse, tanto da aver avviato un’inchiesta su questo tema. Quanto accaduto questa mattina conferma l’importanza dell’argomento. La commissione Ecomafie aveva notato fin da subito aspetti critici meritevoli di ulteriore approfondimento rispetto alla decisione di realizzare nella cava esaurita di Monte Carnevale la nuova discarica di rifiuti urbani di Roma. Un anno fa, a marzo 2020, alla vicenda erano state dedicate specifiche audizioni in cui era stata sentita anche la dottoressa Flaminia Tosini. Quanto emerso aveva confermato le perplessità della commissione. Da qui la decisione di inserire Monte Carnevale tra i casi esemplari di approfondimento nell’ambito dell’inchiesta sugli aspetti ambientali legati a miniere e cave dismesse». «Nelle prossime settimane la Commissione approverà una relazione su un altro caso di smaltimento di rifiuti in una cava esaurita, quella situata nel parco naturale di Montioni, in provincia di Grosseto», conclude il presidente Vignaroli.

Gli echi della vicenda giudiziaria, la prima prova della neonata alleanza Pd-M5S in ambito regionale, raggiungono, naturalmente, Guidonia-Montecelio, comune alle porte della Capitale. Sul piede di guerra per la determina dell’8 marzo scorso, numero G02450, emessa dalla Direzione regionale alle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, sorretta proprio dalla Tosini. Che autorizza l’attivazione del TMB dell’Inviolata di Manlio Cerroni. Fatto non di certo secondario, considerate le criticità ambientali e sanitarie incombenti sul territorio, flagellato com’è dalla presenza della mega-discarica, alle spalle del nuovo impianto, ancora da bonificare, di un’ulteriore discarica, quella a Castelverde/Lunghezza, e del TMB a Rocca Cencia. Da decenni in cima alle cronache per il tanfo nauseabondo e l’alta incidenza di malattie oncologiche riscontrate nella zona.

“La notizia dell’ordinanza in questo momento storico, subito dopo le autorizzazioni rilasciate per la messa in esercizio del TMB di Guidonia, ci fanno ancora sperare nella giustizia», dicono dal CRA – Comitato Risanamento Ambientale. “Ci auguriamo che possa essere il primo step per fare emergere la verità anche per il nostro territorio e speriamo bloccare atti già autorizzati su Guidonia Montecelio dalla dirigente della Regione”. “Chiediamo alla Regione un’ulteriore approfondimento su quel provvedimento specifico”, dichiara il consigliere comunale Claudio Zarro, “il TMB si inserisce in un tessuto che è simile a quello di Monte Carnevale. Occorre prestare la massima attenzione”.




Lazio, Simeone su gestione rifiuti: “Questa giunta non vuole i termovalorizzatori? Allora ci dica come intende trattare i Cdr”

Cita numeri e avanza proposte ma formula anche quesiti. Nutrita e tagliente la nota di Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare. “Sul tema dei rifiuti occorre uscire da un impasse lungo 7 anni, assumendo decisioni che si continua a voler rinviare. C’è bisogno di un piano che chiuda all’interno della regione il ciclo integrale dei rifiuti. Mi preme sottolineare che questo piano lo attendiamo da anni, dal dicembre 2013 per la precisione, cioè all’epoca del primo annuncio fatto proprio dal governatore Zingaretti.
Mancano atti concreti, soluzioni durature. Si è preferito lo stallo, nonostante vi sia un’emergenza in corso. In particolare la giunta regionale si è mostrata sempre ostile difronte alla prospettiva dei termovalorizzatori. Vorrei ricordare all’amministrazione che lo stesso ex ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti aveva sollecitato la Regione a realizzare i 4 termovalorizzatori previsti dal piano rifiuti tuttora vigente. C’è infatti un decreto ministeriale dell’agosto 2016, che prevede nel Lazio 4 impianti di termovalorizzazione, i due in esercizio a S.Vittore e Colleferro, ora fermo, quello di Malagrotta, in parte costruito ma non in funzione e un quarto sito.
Si tratta di una scelta non più rinviabile. Lo dicono anche i numeri. Secondo i dati Ispra 2018, questa Regione produce 3.027.254 tonnellate di rifiuti, l’indifferenziato tocca quota 1.594.136.
E soprattutto ci sono 717.361 tonnellate di Cdr ma servono impianti per il loro trattamento. Il sito di San Vittore, unico al momento operante, smaltisce appena un terzo di questo quantitativo. Questa giunta non vuole i termovalorizzatori? Allora ci dica come intende trattare i Cdr.
Al tempo stesso è lecito chiedere un chiarimento anche sugli Ato. Nel Lazio devono essere 6, in virtù dell’ordine del giorno approvato all’unanimità in aula nel novembre scorso. Anche Roma Capitale deve averne uno proprio. Non possiamo condividere le parole dell’assessore Valeriani, secondo cui con l’individuazione del sito di smaltimento da parte del Campidoglio verrebbe meno la necessità di istituire il sub-ambito della Capitale.
Ogni Ato deve pensare di chiudere il ciclo dei rifiuti nel proprio ambito. Ogni provincia deve determinare l’impiantistica necessaria a soddisfare il proprio fabbisogno senza scaricare su altri le proprie incapacità e irresponsabilità. Su questo tema la Regione Lazio ha il compito e il dovere di intervenire e non può continuare a temporeggiare lasciando spazio a soluzioni estemporanee. Non credo sia il caso di fare il giro dell’Italia o dell’Europa per risolvere il problema dei rifiuti. Serve un piano organico e duraturo”.




Rifiuti del Lazio: l’Emilia-Romagna accoglie la richiesta d’aiuto

La Regione Emilia-Romagna accoglie la richiesta d’aiuto del Lazio sui rifiuti: “smaltimento di piccole quantità prestabilite, per un periodo limitato e tassativamente non reiterabili”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Stefano Bonaccini. “Lo facciamo – ha detto – per solidarietà istituzionale e senso di responsabilità di fronte a difficoltà che non possono continuare a ricadere sui cittadini”.




Lazio, rifiuti: un ambito unico per la gestione regionale

 

Redazione

 

Istituire un ambito unico (Ato) a livello laziale per la gestione dei rifiuti, suddiviso in distretti, al posto dei cinque Ato provinciali previsti dalla legge regionale del 1998. Rendere noto l’assetto societario – con nomi di proprietari, amministratori e quote detenute da altre società – di chi intende realizzare impianti di smaltimento, di recupero e discariche. È quanto prevedono due proposte di legge presentate ieri mattina in commissione Ambiente del Consiglio regionale.
 
La prima, di iniziativa della Giunta, è stata illustrata dall’assessore regionale ad Ambiente e Rifiuti Mauro Buschini, mentre la seconda è stata esposta dal proponente, Francesco Storace (Mns). La commissione, presieduta da Enrico Panunzi, ha votato a maggioranza di procedere alla formulazione di un testo unificato delle due proposte (n. 369 quella di Giunta e n. 59 quella di Storace) che entrambe intendono a modificare la legge regionale n. 27 del 9 luglio 1998 “Disciplina regionale della gestione dei rifiuti”. Contrari all’unificazione i due consiglieri M5s Silvia Blasi e Devid Porrello.
 
L’intenzione di dar vita a un ambito unico regionale era stata già anticipata da Buschini nei mesi scorsi in occasione delle sedute sulle linee guida del nuovo piano rifiuti. Ora la proposta ha preso corpo in un testo di tre tabella. “L’attuale delimitazione degli Ato non è funzionale alla gestione dei rifiuti nella Regione Lazio e alle esigenze delle Province, dei Comuni e dei cittadini”, si legge nella relazione di accompagnamento alla proposta. L’Ato unico, benché di livello regionale, prevede comunque la partecipazione, attraverso una Consulta dei comuni laziali i cui rappresentanti saranno eletti – come ha anticipato oggi Buschini – sulla base dei distretti nei quali verrà ripartito l’ambito regionale. Distretti entro il cui perimetro si dovrà realizzare, nelle intenzioni della legge, la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti urbani.
 
“Si eviterà la libera circolazione dei rifiuti nel territorio regionale”, ha tenuto a sottolineare Buschini, riferendosi proprio all’articolazione distrettuale che punta a creare, in pratica, dei sub-ambiti autosufficienti. La chiusura del ciclo infatti – secondo la relazione al testo – “comprende l’organizzazione dei servizi di raccolta e l’individuazione dei siti e degli impianti per il loro trattamento, recupero e smaltimento al fine di compiere l’autosufficienza nel perimetro di ciascun distretto”. Eventuali “interdipendenze” o sussidiarietà che dovessero rendersi necessarie dovranno essere esaminate e valutate in sede distrettuale e quindi di Ato regionale. Buschini ha anche parlato della possibilità di costituire dentro l’ambito bacini per la raccolta così da consentire ai comuni di svolgere servizi insieme. Quando si parla di “chiusura del ciclo”, sempre secondo Buschini, non significa che ogni distretto dovrà avere – insieme agli altri impianti – anche un termovalorizzatore, poiché per questo genere di impianti le leggi vigenti prevedono un ambito unico nazionale.
 
La seconda proposta di modifica della legge regionale sulla gestione dei rifiuti del 1998 è stata presentata da Storace “contro le situazioni di monopolio”. La proposta è nata in occasione della vicenda sul sito di Falcognana. In materia di iter per l’autorizzazione di impianti di smaltimento, recupero o discariche la proposta di legge – destinata a confluire in un testo unificato con la precedente, come deciso dalla commissione – propone di inserire nei progetti presentati ogni utile informazione che consenta di conoscere il nome dei proprietari, degli amministratori o delle società che detengono quote azionarie, con il divieto di valutare soggetti che operano per interposta persona o società fiduciarie.



Lazio, rifiuti: al via le linee guida per la tariffazione puntuale

 

Redazione

 

REGIONE LAZIO – Rifiuti, la Regione adotta un provvedimento per promuovere la tariffazione puntuale: uno strumento per incentivare prioritariamente il contenimento e la riduzione della produzione di rifiuti e per potenziare l'invio a riciclare le diverse frazioni di rifiuti tramite la raccolta differenziata. Uno strumento importante per incentivare i cittadini a fare nel miglior modo possibile la raccolta differenziata. L’obiettivo è quello di giungere a un piano tariffario che premierà, con agevolazioni sulle bollette, chi produrrà meno rifiuti. Un metodo che non si basa più sul numero dei componenti dei nuclei familiari e sui metri quadri delle abitazioni ma sulla quantità e sulla correttezza nel conferimento da parte di ciascun utente.
 
I comportamenti virtuosi avranno un riconoscimento monetario pressoché immediato, secondo il principio che chi produce meno e ricicla meglio paga di meno,  con la sicurezza, seguendo i principi della trasparenza, che i cittadini paghino solo il numero di conferimenti realmente operati oltre a quelli già inclusi nella parte fissa della tariffa. Nella deliberazione, inoltre, sono individuate le azioni che i Comuni dovranno adottare al fine di realizzare la verifica puntuale della produzione di rifiuti partendo dalle utenze non domestiche e sono previsti sostegni economici per gli stessi Comuni, sia di parte corrente che di parte capitale, nell'ambito della programmazione sulla differenziata.
 
“I regolamenti comunali di gestione dei rifiuti urbani potranno essere aggiornati con le modalità attraverso le quali la nuova tariffazione può essere attuata in relazione alla “quantificazione” dei rifiuti prodotti dalle singole utenze- lo ha detto Mauro Buschini, Assessore Rapporti con il Consiglio, Ambiente e Rifiuti, che ha aggiunto: potranno essere utilizzati, ad esempio, sistemi di identificazione del singolo utente attraverso l’utilizzo di contenitori dedicati (sacchi o bidoni) di varie dimensioni e di etichette a barre, lacci, ecc. con codice a barra rimovibile che permettono l’associazione del numero di scarichi effettuati dall’utente; utilizzo di contenitori dedicati dotati di trasponder o tessera magnetica che permettono la registrazione dei dati identificativi; dotazione ai cittadini di contenitori con codice a barre serigrafato che quantifichino i rifiuti conferiti mediante lettura con pistola laser; utilizzo di sacchi o lacci per contenitori preacquistati che permettano all’utente di quantificare i rifiuti effettivamente conferiti in modo proporzionato al consumo di sacchi e/o lacci effettivamente impiegati e al volume predefinito”- ha detto ancora Buschini.



Rifiuti Lazio: il consiglio regionale approva 5 ordini del giorno

 

Redazione

Il Consiglio regionale del Lazio, al termine della seduta straordinaria dedicata alla situazione dei rifiuti, ha approvato cinque ordini del giorno di maggioranza e opposizione. Il primo riguarda l'impianto di trattamento meccanico biologico dell'Ama sulla Salaria e chiede alla Giunta di garantire la partecipazione dei cittadini alla conferenza dei servizi e di verificare l'eventuale volontà della società di chiudere l'impianto stesso.
 
Il secondo riguarda il rapporto con Roma Capitale e impegna presidente e Giunta regionale ad avviare un confronto con il Comune per arrivare al 65 per cento di differenziata, attraverso un piano che chiuda il ciclo dei rifiuti, evitando il trasferimento degli stessi in altri territori. Il terzo ordine del giorno approvato dal Consiglio concentra l'attenzione sulla differenziata, sulla sperimentazione di nuove tecnologie di smaltimento che non abbiano alcun impatto sulla salute dei cittadini e impegna il governo regionale a introdurre agevolazioni tariffarie per chi attua il compostaggio domestico e alle utenze di tipo commerciale che adottino sistemi di misurazione e verifica puntuale della produzione di rifiuti.

Un altro ordine del giorno, invece, entra nel tema complessivo del nuovo piano rifiuti e impegna il presidente a presentarlo in Consiglio regionale entro la fine del 2016. Il quinto ordine del giorno, il solo di iniziativa della maggioranza, prende atto dei risultati raggiunti in questi anni con riferimento all'aumento della differenziata, alla diminuzione dei rifiuti indifferenziati e al trattamento di tutto il materiale raccolto, approva la relazione presentata dall'assessore ai rifiuti al Consiglio e impegna la giunta a seguire le indicazioni strategiche contenute in essa. Bocciato, infine, un ordine del giorno dell'opposizione nel quale venivano individuate la dismissione degli impianti di incenerimento e la revoca delle autorizzazioni a termovalorizzatori ancora non in funzione come priorità del nuovo piano rifiuti.



RIFIUTI NEL LAZIO, PIANO DELLA REGIONE: SI INFIAMMA LA PROTESTA

di Ivan Galea

La Regione Lazio si è impegnata a rimodulare lo “scenario di controllo” al vigente piano regionale di gestione dei rifiuti. Una decisione arrivata dopo gli impegni 'inderogabili' presi con la Commissione Europea per la risoluzione delle diverse criticità nell’ambito della pianificazione in materia rifiuti che avevano visto la Regione coinvolta in procedimenti presso la Corte di Giustizia Europea e presso il Tribunale Amministrativo del Lazio.

La Regione Lazio ha quindi convocato,
lo scorso gennaio, delle riunioni con i vari Enti Provincia del Lazio (Frosinone, Latina, Viterbo, Rieti), la Città metropolitana di Roma Capitale (ex Provincia di Roma) e Roma Capitale per l’acquisizione di dati e documenti relativi la produzione dei rifiuti urbani di ogni ambito provinciale, nonché sulle previsioni inerenti la gestione dei rifiuti e ai diversi orizzonti temporali nel breve, medio e lungo periodo con particolare riguardo agli obiettivi di raccolta differenziata. E agli intendimenti, delle varie Amministrazioni, riferiti alla eventuale necessità di ulteriori infrastrutture impiantistiche per la gestione del ciclo dei rifiuti.

Un nuovo scenario di controllo, da parte della Regione Lazio, che redatto un documento denominato 'Determinazione del fabbisogno', propedeutico in particolare alla rideterminazione del fabbisogno impiantistico dedicato al trattamento dei rifiuti urbani.

Da evidenziare il fatto che per la stesura del documento regionale denominato 'Determinazione del fabbisogno' la Regione Lazio ha preso in considerazione le valutazioni e i dati aggiornati forniti da tutti gli Enti con eccezione degli Enti Provincia di Frosinone e Viterbo che non hanno fornito i dati aggiornati facendo quindi ricorrere la Regione all'utilizzo dei dati resi disponibili dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).

La Regione Lazio ha quindi deliberato di approvare e di sottoporre il documento denominato “ Determinazione del fabbisogno” a procedura di Verifica di Assoggettibilità a VAS

Su vari punti del documento regionale non è mancata la critica da parte di diverse associazioni e comitati dei territori interessati che hanno evidenziato quelle che secondo loro rappresentano delle forti criticità.

Di seguito la nota a firma di: Retuvasa (Associazione Rete per la Tutela della Valle del Sacco), Associazione Raggio Verde, Ugi (Associazione Unione Giovani Indipendenti), Comitato Residenti Colleferro, Arci Montefortino, A.ma (Associazione Mamme Colleferro), Meetup Colleferro 5 stelle, Associazione Diritto alla Salute DAS Onlus, Associazione Culturale Anagni Viva, Artenaonline, Associazione Terra Attiva, Comitato Fermiamo Cupinoro, Comitato Malagrotta, Cittadini Liberi della Valle Galeria    

"Il documento nasce, per inciso, su sollecitazione dell'Autorità Giudiziaria (annullamento piano rifiuti da parte del TAR) e della Commissione europea e questo comprova quanto sia importante l'attenzione dei cittadini sulle questioni ambientali.
 
Il documento offre vari spunti di riflessione e nuovi terreni di confronto tra la Regione e le associazioni e i comitati.
Siamo ancora molto lontani dall'inversione di tendenza che i cittadini e le associazioni vorrebbero ed ogni argomento meriterebbe un approfondimento che non potrà che essere effettuato successivamente.
 
Allarmante è che ad oggi le politiche di prevenzione della formazione dei rifiuti non siano altro che un insieme di buoni propositi e belle parole senza alcuna iniziativa concreta, mentre solo portando avanti politiche concrete di prevenzione e di diversa gestione dei rifiuti, si potrebbe porre fine al ciclo “vizioso” dei rifiuti.  Il Ministero dell'Ambiente ha posto un ambizioso programma di prevenzione nella formazione dei rifiuti da attuare entro il 2020 (5% riduzione dei rifiuti urbani per unità di PIL).
Il documento dà atto di ciò, ma contestualmente si deve leggere che “le province, Roma Città Metropolitana e Roma Capitale nelle loro proposte non hanno previsto la riduzione della produzione dei rifiuti”, pur mancando solo tre anni alla scadenza del programma.
 
Assurda è l'attestazione ufficiale che le frazioni organiche dei rifiuti sono a tutt'oggi destinate alle discariche e ciò a distanza di ben 16 anni dalla direttiva comunitaria 1999/31, che imponeva l'adozione di un programma concreto per la riduzione del conferimento di tali rifiuti in discarica. Gli impianti di compostaggio attualmente operativi nel Lazio possono trattare solo 70.500 t/anno, mentre la Regione Lazio continua ad approvare o a dare pareri favorevoli di compatibilità ambientale su progetti di costruzione di impianti di trattamento meccanico biologico (vedi Cupinoro e Colle Fagiolara), contestualmente attestando di avere una capienza più che sufficiente.
 
E che dire dei termovalorizzatori indicati come operativi, spesso obsoleti e molto inquinanti come quelli di Colleferro? O ancora della Terza linea di San Vittore?
Sarà contenta la comunità dei cittadini di Malagrotta nel venire a sapere che il gassificatore è inserito nell'impiantistica in dotazione, nonostante i tanti proclami alla popolazione?
In questo contesto viene previsto un pareggio di bilancio tra produzione di CDR e capacità di combustione negli anni 2019 o 2020, con una percentuale che si attesta negli anni a seguire a circa il 60% di utilizzo per lo scenario 1 (con la raccolta differenziata che sale gradatamente dal 45% al 75%) e il 100% per lo scenario 2 (con la raccolta differenziata che sale gradatamente dal 55% al 75%), fino al 2026. Presumibilmente più veritiero lo scenario 2 con i dovuti dubbi legati alla variabilità della raccolta differenziata.
Colleferro e San Vittore coprirebbero più del 70% della combustione di rifiuti.
Previsione per dieci anni che rappresenta un nulla di fatto nella direzione di un cambiamento di passo, anzi denota una evidente mancanza di programmazione avvenuta nel passato con evidenti ripercussioni sul futuro.
 
Poco incoraggiante è inoltre la percentuale di raccolta differenziata raggiunta a Roma Capitale rispetto al fiume di soldi pubblici versati e il dover leggere che molte Province, ben lontane dal raggiungimento della percentuale del 65% di raccolta differenziata, non ipotizzino nemmeno una crescita della percentuale nei prossimi anni (è il caso della Provincia di Latina).
Assurdo che in una situazione del genere chi ha dovuto lavorare sulla determina non sia riuscito a ricevere dalla Provincia di Frosinone i dati aggiornati della raccolta differenziata, utilizzando i dati Ispra del 2014. Incapacità o noncuranza?
 
Ancora, la Regione Lazio non vuole ancora uscire dallo smaltimento dei rifiuti in discarica ed infatti conclude, senza mai nominare le discariche, sulla necessità di reperire “volumetrie utili alle esigenze di smaltimento della frazione residua del trattamento dei rifiuti urbani”.
Una di queste è sicuramente la discarica di Colleferro, che attualmente ha una dote di 33.000 tonnellate di residuale per il conferimento, ma se venisse applicato lo spostamento dei tralicci TERNA, raggiungerebbe una disponibilità di oltre 600.000 tonnellate, divenendo il sito più grande a servizio della Regione Lazio poco al di sopra della discarica di Roccasecca in provincia di Frosinone.
 
In conclusione, il quadro che ne esce è quello di una gestione pubblica dei rifiuti spesso contraddittoria e poco lungimirante, incapace a guardare al futuro ed ancorata agli ultimi posti della gerarchia dei rifiuti.
 
Eppure la Regione Lazio pare essere quella che tassa di più i propri cittadini.
Sarebbe dunque auspicabile che almeno una piccola parte dei soldi pubblici riscossi dalla Regione venisse investita per guardare un po' più avanti e promuovere ad esempio nuove strategie di prevenzione e gestione dei rifiuti, magari coinvolgendo anche le associazioni e i cittadini, come prevedono le convenzioni internazionali sottoscritte e rimaste spesso lettera morta come i programmi ministeriali per la prevenzione dei rifiuti.
Un approccio più lungimirante nell'amministrazione della cosa pubblica potrebbe anche portare linfa vitale: nuovi investimenti, nuovi posti di lavoro.
 
Sogniamo?"

Anche il delegato alla Salute, Ambiente e Politiche Sociali della consulta giovanile della città metropolitana di Roma Capitale, Alessandro Verrelli è intervenuto in merito al documento regionale: "Sono contrario a qualsiasi ipotesi di ampliamento della discarica di colle Fagiolara a Colleferro. La Regione Lazio il 26.4.2016 ha approvato la delibera per la determinazione del fabbisogno degli impianti, secondo i dati sulla produzione dei rifiuti raccolti dalle province. Per Colleferro, la Regione prevede di aggiungere ai 33 mila metri cubi altri 600 mila metri cubi di volumetria disponibile a seguito dello spostamento dell’elettrodotto di Terna, che si trova sito all’interno. Il quantitativo aumenterà di 18 volte! Naturalmente il costo degli spostamenti sarà a carico dei contribuenti! L'ennesimo regalo del PD e di Zingaretti al nostro territorio."




INIZIA IL BALLETTO DEI RIFIUTI DEL LAZIO

Angelo Parca

Roma – Nicola Zingaretti non trascura il tema dei rifiuti e alla vigilia della chiusura di Malagrotta che decreterà lo stop ai rifiuti non trattati nella discarica e che avverrà giovedì 11 Aprile pensa di chiedere aiuto “temporaneo” ai presidenti delle altre Regioni:  ''Giovedì alla conferenza dei presidenti delle Regioni – dice il governatore del Lazio – chiederò ad altre Regioni di accogliere i rifiuti di Roma per un periodo transitorio per essere lavorati. Altrimenti Roma è in difficoltà e confido nella solidarietà di altre Regioni''.


Intanto il sindaco Gianni Alemanno fa sapere che a breve sentirà il ministro e il commissario per vedere cosa è stato elaborato.”La mia preoccupazione – dice il sindaco capitolino –  non è per i rifiuti in strada ma è evitare l'infrazione comunitaria che c'è su Malagrotta per rifiuti del 'tal quale'. Da cinque anni abbiamo chiesto, prima a Marrazzo, poi alla Polverini e a Zingaretti di fare un piano complessivo per poter fare un'alternativa a Malagrotta. Questo piano non è venuto fuori, le proposte che sono uscite non erano accettabili, adesso siamo vicini a una soluzione perché si è trovata la strada per trattare tutti i rifiuti – ha continuato Alemanno – Si poteva evitare tutto questo cominciando molto prima, ma ribadisco che Roma Capitale è vittima di tutto questo. Il Comune raccoglie i rifiuti li tratta, li differenzia, sta aumentando la differenziata poi però lo smaltimento non è compito nostro ma delle strutture più grandi di noi che devono darci indicazioni precise. Attendiamo che il commissario e il ministro – ha concluso – traccino una linea chiara. Non c'è il rischio Napoli a Roma perché il problema non è la chiusura di Malagrotta in quanto tale, ma di non mettere i rifiuti del 'tal quale' dentro Malagrotta”.

La tirata di giacchetta di Alemanno e Zingaretti nei confronti dell’ex governatore del Lazio ha fatto pronunciare la parola “scaricabarile” al neo deputato Polverini, la quale ha tuonato: “Sulla vicenda rifiuti vedo solo passi indietro e poca memoria ma, soprattutto, la solita pratica dello scaricabarile tra Istituzioni – dice Polverini –  che non vogliono assumersi responsabilità. Abbiamo tolto il Lazio dalla procedura d’infrazione avviata da Bruxelles approvando, dopo dieci anni d’attesa, il Piano regionale dei rifiuti e assumendoci la responsabilità di indicare siti alternativi a Malagrotta lavorando affinché, grazie agli investimenti della mia Giunta, si potesse dare concretezza alla raccolta differenziata. Tutto questo surrogando funzioni che altri avrebbero dovuto esercitare ed in presenza di veti, soprattutto della Provincia, che non si è mai seriamente preoccupata di offrire alternative percorribili.

Critico al riguardo anche il coordinatore dei Socialisti Riformisti Donato Robilotta che afferma: “Mi sono sempre chiesto in questi giorni: come faremo a chiedere alle altre Regioni di prendersi i rifiuti di Roma quando le amministrazioni locali di Albano e Frosinone li hanno rifiutati? Sul no ai rifiuti di Roma dei nostri territori è stato assordante il silenzio della classe politica e degli amministratori locali e regionali che non hanno mosso un dito e ora lanciano appelli alla solidarietà delle altre Regioni”.

Condanne dal Veneto dove il presidente della Regione Luca Zaia punta il dito e sostiene un chiaro no: ''La prima regola e' che ognuno e' padrone e responsabile a casa propria. Restiamo fermamente contrari a ricevere rifiuti da Roma, un no ribadito a più riprese e non solo nei confronti del Lazio''.
 
 




LAZIO RIFIUTI, ROBILOTTA: "SOLIDARIETA' A CERRONI E INDIGNAZIONE PER LE ACCUSE A DI CARLO"

Redazione

Lazio – In una nota Donato Robilotta, Coordinatore dei Socialisti Riformisti esprime piena solidarietà a Manlio Cerroni e indica la ricetta, a suo parere "giusta", per affrontare l'emergenza rifiuti

"Continuano gli attacchi all’avvocato Cerroni cui va tutta la mia solidarietà politica e personale – dice Robilotta –  perchè le istituzioni dovrebbero dirgli grazie per aver evitato sino ad oggi a Roma  e alla Regione Lazio quell’emergenza rifiuti che ha colpito altre Regioni e saputo tenere a debita distanza la malavita organizzata.

Sono letteralmente indignato per le basse insinuazioni che vengono fatte filtrare sul ruolo del compianto Mario Di Carlo sulla gestione dei rifiuti e per gli attacchi che gli ha rivolto in pieno consiglio comunale il Sindaco di Albano per il gassificatore.

Quanto alla questione dei rifiuti vedo che c’è un po’ di pressapochismo in giro, perché facciamo bene a preoccuparci delle sanzioni Ue ma faremmo ancora meglio a non avere un atteggiamento komeinista nei confronti dei termovalorizzatori e a costruire l’impiantistica necessaria per chiudere il ciclo dei rifiuti in maniera virtuosa.

Oggi i nove impianti di TMB che abbiamo nel Lazio al massimo delle loro potenzialità autorizzata possono trattare circa 1,9 milioni di tonnellate di rifiuti su un totale di tre milioni di tonnellate di rifiuti che produciamo, dando per scontato che abbiamo raggiunto il 30% di raccolta differenziata.

Dunque abbiamo un deficit di trattamento di rifiuti pari a 1 milione di tonnellate, che da qualche parte dobbiamo sversare.

Non solo, gli impianti di Tmb produrrebbero così circa 600 mila tonnellate annue di Cdr mentre attualmente i nostri due impianti, di Colleferro e S. Vittore, hanno una potenzialità di 300 mila tonnellate di Cdr. Dunque avremmo una produzione in eccesso di Cdr che dovemmo pure mettere da qualche parte.

Ecco dunque la necessità di costruire gli impianti necessari e già autorizzati – conclude il coordinatore dei Socialisti Riformisti – e di fare bene i conti prima di chiudere Malagrotta senza avere trovato un’alternativa.

In ogni caso Roma ha bisogno di una discarica di servizio dopo Malagrotta, perché sia gli impianti di TMb che quelli di gassificazione producono poi dei residui che da qualche parte vanno messi".




LAZIO RIFIUTI: DOPO VIA LIBERA ALL'IMPIANTO DI ROCCA CENCIA L'EUROPA AVVIA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER LA REGIONE LAZIO

Angelo Parca

Lazio – Siamo sulla bocca dell'Europa. Nel Lazio siamo considerati delle cicale che non sanno programmare neppure la gestione dei propri rifiuti. Risultato? ci prendiamo le multe e i beffeggi e ci ritroviamo con un cumulo d'immondizia che ci consente di giocare al rimpallo tra le varie province. I cittadini parano come possono le scellerate decisioni: ricorsi, sit in e intanto cala un velo di pietas su questa regione che, solo nel male, finisce sempre in cronaca dalla notte dei tempi. Servono tutti questi impianti? oppure è sufficiente differenziare correttamente i rifiuti?

All'indomani del via libera alla realizzazione di un nuovo impianto di trattamento di rifiuti a Rocca Cencia, e' in arrivo dal Parlamento europeo una bocciatura – e conseguente avvio di procedura di infrazione – per la Regione Lazio e la sua gestione dei rifiuti ''fatalistica''. E' il termine utilizzato dalla commissione di eurodeputati autrice della relazione che verra' adottata dall'aula mercoledi' prossimo e della quale il Messaggero pubblica alcuni stralci.

''Totale contrarieta' alle politiche nel Lazio'' viene espressa dalla commissione di eurodeputati – la relatrice e' la democratica olandese, Judith Merkies – che lo scorso ottobre hanno verificato lo stato dell'emergenza rifiuti in Lazio. I deputati manifestano profonda preoccupazione ''per una gestione dei rifiuti cosi' fatalistica'' si legge nella relazione che, una volta approvata, condurra' di fatto alla procedura di infrazione.

Il prossimo 11 aprile scade la proroga della discarica di Malagrotta, la piu' grande d'Europa, per i rifiuti non trattati della Capitale. Nel frattempo, accogliendo il ricorso di alcuni comuni della provincia Roma, il Tar del Lazio ha sospeso l'applicazione del decreto d'emergenza Clini-Sottile per lo sversamento dei rifiuti di Roma in eccedenza in siti alternativi provinciali. In un vertice, ieri a Roma, tra il prefetto (e commissario straordinario per i rifiuti) Goffredo Sottile, Comune, Provincia, Regione e dirigenza Ama e' stato deciso di controricorrere presso il Consiglio di Stato alla decisione del Tar e di accelerare la realizzazione dell'impianto di tritovagliatura di Rocca Cencia.