TERRORISMO: PREPARAVANO ATTENTATI IN ITALIA. PREDICATORE ISLAMICO COMANDAVA DAL CARCERE

di Matteo La Stella


Una svolta nella lotta al terrorismo internazionale. Dalle prime ore di giovedì mattina, infatti, i Carabinieri del Ros hanno attivato un maxi blitz volto all'esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dalla Magistratura di Roma nei confronti di altrettanti soggetti, indagati per associazione con finalità di terrorismo aggravata dalla transnazionalità. Una vasta operazione che ha interessato diversi paesi europei oltre l'Italia, e che pertanto ha richiesto la collaborazione delle autorità giudiziali e di polizia di: Regno Unito, Norvegia, Finlandia, Germania e Svizzera, supervisionate e coordinate da Eurojust.

Gli arrestati. In manette sono finiti 16 cittadini curdi ed un kosovaro, ritenuti artefici di un progetto che:”Prevedeva la possibilità di fare attentati in Medio oriente e anche in nord Europa, ma non in Italia”, ha sottolineato Giuseppe Governale, comandante del Ros. Gli attentati: “Potevano coinvolgere rappresentanti diplomatici norvegesi e anche inglesi – ha aggiunto il comandante- per ottenere la liberazione del loro capo che è il Mullah Krekar detenuto in Norvegia che abbiamo sottoposto a intercettazioni in carcere”. Per il reclutamento degli aspiranti terroristi, il sodalizio utilizzava il web, affiancate da lezioni tenute da uno degli arrestati nella sua casa di Merano.

Mullah Krekar, gestione dell'organizzazione dal carcere. Il curdo Faraj Ahmad Najmuddin, alias Mullah Krekar, è ritenuto dagli inquirenti la mente dell'organizzazione terroristica vicina all'Isisi. Già detenuto in Norvegia, l'uomo che fondò nel 2001 il gruppo terroristico Ansar Al-Islam, avrebbe continuato ad essere la guida ideologica e strategica del sodalizio costituito da cellule sparse in diversi paesi europei, con particolare attenzione a quella italiana, definita “importantissima” dagli investigatori. Dal carcere, spiegano gli inquirenti, il Mullah Krekar:”Ha continuato a rappresentare la guida non solo ideologica dell'organizzazione, mantenendone anche la direzione strategica sulle questioni più importanti, quale la partecipazione al conflitto siriano o la decisione di allinearsi con Isis”. L'utilizzo di internet, continuano gli investigatori: “Ha consentito agli indagati di annullare le distanze tra gli associati, residenti in diversi Paesi europei, permettendo loro di mantenere una forte coesione di gruppo, rafforzata dalla periodica e frequente partecipazioni a chat virtuali, e di rimanere in contatto con la propria guida spirituale”, il curdo Mullah Krekar. In definitiva, l'organizzazione terroristica annientata, spiega il Ros: “Incarna l'evoluzione del modello jihadista di tipo tradizionale- rivelandosi però-ancora più insidiosa, rimanendo gerarchicamente strutturata, con il proprio vertice in Norvegia, ed articolata in cellule operative in numerosi paesi, tra cui un'importantissima articolazione in Italia”.

Cellula di Merano. Uno degli uomini finiti in manette, Abdul Rahman Nauroz, sarebbe il fautore, secondo gli inquirenti, di una massiccia azione di proselitismo:”Sia attraverso Internet, sia attraverso 'lezioni' che teneva nel proprio appartamento di Merano, luogo di riunioni segrete e crocevia di aspiranti jihadisti”. L'obiettivo, spiegano i militari dell'Arma, era quello di:”Convincere i suoi allievi, e tra questi in particolare Hasan Saman Jalal (anche lui finito in manette, ndr), a partecipare ad azioni armate di guerra o terroristiche pianificate come suicide”. Durante l'operazione, poi, sono state eseguite perquisizioni nelle province di Bolzano, Parma e Brescia. Ma anche in Regno Unito, Norvegia, Germani, Finlandia e Svizzera.

Reazione di Alfano. Il ministro dell'interno Angelino Alfano ha esultato per l'operazione contraddistinta dalla “forte regia italiana”. “Oggi è una bellissima giornata per lo Stato, per la squadra italiana. I carabinieri dei Ros hanno compiuto un'importantissima operazione anti terrorismo che testimonia quanto siano forti lo Stato e la cooperazione internazionale”, ha annunciato il numero uno del ministero dell'interno, prima di aggiungere:”Ho già avuto modo di complimentarmi con il comandante generale dell'Arma. Questa è la testimonianza di quanto siamo in allerta e quando consideriamo insidiosa la minaccia del califfo. Siamo orgogliosi di come abbia funzionato il sistema di intelligence e sistema Italia”.




ALLARME TERRORISMO: L'ISIS E' IN POSSESSO DI MATERIALE RADIOATTIVO

Redazione
 
Il traffico di materiale radioattivo è stato molto attivo in questi ultimi anni, tale materiale è stato venduto agli estremisti del Medio Oriente. Ma chi vende tale materiale ai terroristi? L’ombra del sospetto e legami portano alla Russia. In questi ultimi cinque anni sono stati bloccati quattro tentativi di vendita di materiale, le operazioni sono state eseguite dalle autorità dell’Europa dell’Est e dall’Fbi. Sull’argomento in questione non trapelano molte informazioni, l’ultimo caso conosciuto risale al mese di febbraio quando un trafficante ha offerto un ingente quantitativo di cesio tale da poter contaminare numerose città e cercava acquirenti appartenenti all’Isis. Gli investigatori riferiscono che alcune organizzazioni criminali sono legate al KGB russo e hanno messo in piedi un mercato nero in Moldava. Malgrado ci sono stati arresti, i capi sono riusciti a fuggire e i fiancheggiatori non appena usciti hanno evitato lunghe condanne e non appena usciti sono ritornati nel giro del contrabbando nucleare. Intanto i fascicoli investigativi sono stati mostrati dalla polizia moldava e dalle autorità giudiziarie all’Associated Press con lo scopo di mettere un fare di luce di chiarezza su questa cupa vicenda del nucleare. Inoltra hanno riferito che la rottura tra Russia e Occidente ha portato ad una difficoltà nel reperire informazioni in merito al fatto se i trafficanti stanno cercando nuove vie per smerciare il magazzino appartenente alla Russia, anche se parte di esso è finito già sul mercato nero. Constantin Malin, ufficiale di polizia moldavo che ha investigato sui casi in questione riferisce “Ci possiamo aspettare altri di questi casi, Finche' i criminali pensano di poter guadagnare molto denaro senza essere arrestati, continueranno a farlo”. Inoltre L’Associated Press, nel materiale che ha esaminato che comprende foto, video e intercettazioni, sostiene di aver trovato vulnerabilità in merito alla strategia anti trafficanti. Emerge inoltre che da quando si è verificato il primo caso nel 2010 in Moldava (il primo caso noto), le autorità hanno dato la possibilità alla banda che deteneva il nucleare di darsi alla fuga. Ma tornando a parlare degli acquirenti delle armi, vediamo che la Libia è diventata la fonte primaria del traffico illegale di armi verso tutti gli altri paesi del Nord Africa e Medio Oriente, come ha certificato a marzo 2014 l’ex presidente del Consiglio di sicurezza Eugene Gasana. L’Onu ha stimato un numero di armi che corrisponde ad oltre 20 milioni che vengono esportate in Egitto, Siria e Gaza dopo la caduta di Ghedafi. Il punto cardine è il confine tra Tripoli e Il Cairo. Le armi viaggiano da Bengasi in direzione Est e attraversano il porto di Marsa Matrouh. 



TUNISIA: SPARI CONTRO LA POLIZIA A SOUSSE. TORNA L’INCUBO DEL TERRORISMO

di Ch. Mo.

Sousse – A distanza di qualche mese, in Tunisia si respira nuovamente aria di terrore. Dopo le stragi del museo del Bardo del marzo scorso e a inizio estate del resort di Sousse, ieri, proprio a Sousse, si è sparato di nuovo.
Secondo la versione del Ministero dell’interno tunisino, "Nel tardo pomeriggio tre poliziotti, in atto di recarsi al lavoro, sono stati oggetto di colpi di fucile da caccia sparati da due uomini a bordo di una grossa motocicletta nei pressi del ponte dopo l'incrocio della strada che porta a Msaken, a 7 chilometri da Sousse. Uno di loro è deceduto durante il trasporto all'ospedale, gli altri due non sono stati colpiti".


Secondo i media locali invece si tratterebbe di un vero e proprio attacco terroristico ma ancora non è giunta alcuna conferma. Il segretario di Stato incaricato per la Sicurezza nazionale, Rafik Chelly, ai media locali ha spiegato che è in corso un'inchiesta e non è possibile aggiungere altro per il momento, mentre la tv di Stato ha parlato di un attacco da parte di un ''gruppo armato'' nei confronti di alcuni poliziotti.

 

L’attentato del 25 Luglio. Sempre a Sousse, il 25 luglio scorso si verificò un episodio simile, seppur con esiti non altrettanto tragici, mai del tutto chiarito. Una pattuglia delle forze dell'ordine, di servizio all'entrata della città (Zaouiet Sousse), intorno alle 06.30 del mattino, fu fatta oggetto di colpi di fucile, da parte di due individui in moto, poi datisi alla fuga, e il tutto terminò con il ferimento di un luogotenente della polizia. ''Non possiamo sapere se si tratti di un atto terroristico se non dopo l'arresto dei responsabili'', dichiarò nell'occasione un responsabile della sicurezza tunisina, ma i due fuggitivi non vennero mai trovati.

L’attentato di Giugno. Tunisia, costa orientale, due alberghi nel mirino dell’Isis frequentati per lo più da europei si trasformano in luoghi di terrore e morte. Oltre 35 morti tra cui diversi turisti e lo stesso attentatore. Almeno due i terroristi che si sono cimentati in questa strage: uno, armato di kalashnikov sarebbe stato ucciso dalle forze dell’ordine; l’altro, catturato poco dopo. Gli hotel finiti nel mirino sono l'Hotel Riu Imperial e il Port el Kantaoui. Era proprio l'Occidente e gli occidentali gli obiettivi della spiaggia di Sousse. Secondo alcune testimonianze dei sopravvissuti, i terroristi avrebbero scelto le proprie vittime tra i bagnanti della spiaggia. 




MATTARELLA A RIMINI: " IL TERRORISMO INTRODUCE I GERMI DI UNA TERZA GUERRA MONDIALE"

Redazione
 
Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al Meeting a Rimini che si aprirà domani lancia un messaggio alla nazione in cui parla di solidarietà tra popoli e di valori che, vista la situazione che stiamo vivendo in Italia con gli sbarchi, dovrebbe accentuarsi come l’altruismo, l’aiuto verso il prossimo e la lotta contro il terrorismo. Il Presidente ha riferito che il terrorismo, alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio, “sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale”.
 
 
Ha spiegato inoltre che dalla capacita' di dialogo, di comprensione reciproca, di collaborazione tra le religioni monoteiste dipenderà la pace nel mondo poiché tale dialogo può svilupparsi anche nella nostra società multiculturali. Poi Mattarella ha parlato di immigrazione dicendo che L'umanita' che mostrà l’Italia nell'accogliere i profughi disperati, l'intelligenza con cui affronterà i fenomeni migratori, la fermezza con cui combatterà i trafficanti di esseri umani saranno il modo con cui mostrerà al mondo la qualità della vita democratica.
 
 
Le reazioni politiche. Ma queste parole hanno scosso gli animi del leader della Lega Nord Matteo Salvini che sul tema immigrazione è sempre in prima linea e su twitter ha risposto al Presidente: “"Mattarella chiede 'umanita'' per i profughi. Ma un po' di umanita' per gli italiani massacrati da clandestini e tasse, no?”, ma la risposta di Salvini non è stata “aria al vento” poiché prontamente Debora Serracchiani del Pd ha risposto dicendo che sulla questione immigrazione Salvini è un problema per l’Italia, non certo una soluzione. L’esponente Dem sottolinea: “Prendersela con il Capo dello Stato, con la Chiesa o con il mondo intero farà guadagnare a Salvini e Maroni la soddisfazione di un titolo o il brivido dell'accerchiamento, ma non aiutera' in nessun modo gli italiani a stare meglio”.



TERRORISMO INTERNAZIONALE, BLITZ DELLA DIGOS: ARRESTATA LA FAMIGLIA DELLA NAPOLETANA FATIMA

di Cinzia Marchegiani


La maxi operazione “Martese” della polizia contro il terrorismo internazionale è in corso dalle prime ore dell'alba. La Polizia di Stato sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di 10 persone accusate a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo.

Tra le dieci le persone arrestate, 5 albanesi e un cittadino canadese sono finiti i genitori e la sorella di Maria Giulia Sergio alias Fatima, oltre lo zio. Maria Giulia è la giovane di 27 anni convertita all'Islam con il nome appunto di Fatima Az Zahra che era già al centro dell'inchiesta milanese, dove assieme alla famiglia si era trasferita da Napoli. Dalla maxi operazione sono scattati numerosi arresti e le perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo e Grosseto ed in una cittadina dell'Albania. Nella città di Inzago nel milanese che la Digos ha catturato il padre, la madre e la sorella di Maria Giulia Sergio la giovane italiana partita tempo fa per andare a combattere in Siria. Su Facebook, qualche anno fa, Fatima si augurava in nome di «Allah» la “vittoria sui miscredenti”. Al padre e alla madre di Maria Giulia Sergio è stato contestato l'articolo 270 quater del codice penale che punisce chi organizza la partenza di combattenti con finalità terroristiche, come previsto dal decreto legge antiterrorismo approvato in via definitiva lo scorso aprile. Tra gli arrestati anche lo zio di Maria Giulia, mentre il marito albanese e la madre di quest'ultimo sono anch'essi in Siria a combattere per la Jihad. Grazie all'attività investigativa, avviata nell’autunno del 2014, coordinata dagli uomini della polizia di Stato della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, che si è potuto indagare in particolare sulla giovane donna cittadina italiana Fatima, che subito dopo la conversione ha intrapreso un percorso di radicalizzazione che l'ha poi spinta a partire insieme al marito alla volta della Siria, per raggiungere lo Stato Islamico e partecipare al jihad. Le attività tecniche condotte dalla polizia hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dalla giovane coppia per il raggiungimento della Siria. In particolare attraverso l'intercettazione dell'utenza, in uso ad un coordinatore dell'organizzazione dei foreign fighters dello Stato Islamico, è stato possibile ricostruire l'attività di smistamento degli stranieri che da varie parti del mondo partono per raggiungere il Califfato.

Dichiarazioni della mamma di Giulia, Assunta Bonfiglio, quando era sospettata di essere una dei quattro foreign fighters italiani arruolati volontari dall'Isis in Siria: “Dietro al velo non si nasconde una terrorista. Mia figlia Fatima è buona, chi la conosce può confermarlo. E ha la forza di chi lotta per una causa giusta. e poi ancora – non ho contatti con Fatima da qualche tempo e non ho idea di dove sia, ma so che Allah la protegge”. Fatima, dopo aver sposato prima un marocchino e poi un albanese (alcuni familiari di quest'ultimo sono stati arrestati) e dopo aver frequentato anche la moschea di Treviglio (Bergamo), sarebbe partita da Roma con un aereo diretto ad Istanbul. Dalla capitale turca, poi, dopo aver attraversato il confine, avrebbe raggiunto la Siria per unirsi ai fondamentalisti del sedicente Stato Islamico.

Maxi blitz, intercetta cellula quaedista che proponeva anche la pianificazione ed esecuzione di atti terroristici in Italia e in Nord Africa. I carabinieri del Ros invece hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa su richiesta della procura della Repubblica di Roma, nei confronti di due cittadini maghrebini indagati per associazione con finalità di terrorismo internazionale aggravata dalla transanzionalità del reato. Un terzo indagato è già detenuto per reati di terrorismo in Marocco. Al centro delle investigazioni, una cellula di matrice qaedista dedita al proselitismo, indottrinamento e addestramento mediante un sito internet creato e gestito dagli stessi indagati. La cellula si proponeva anche la pianificazione ed esecuzione di atti terroristici in Italia e in Nord Africa. 




KUWAIT: RAFFICA DI ARRESTI DOPO LA STRAGE IN MOSCHEA

di A.B. 

Dubai – In seguito all’attentato di ieri avvenuto in una moschea sciita in cui sono morte 27 persone, si è verificata un’ondata di arresti in Kuwait. Una fonte della sicurezza locale riferisce che gli arresti effettuati sono stati eseguiti nei confronti di persone sospettate di essere legate all’attentatore suicida. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco e secondo il quotidiano al-Qabas le persone arrestate con l’accusa di aver organizzato l’attentato sarebbero tre. Nel giorno delle stragi, anche in Kuwait l’Isis ha scatenato la furia omicida di sempre. Nella moschea sciita al Imam al Sadiq a Kuwait City, l’attacco è avvenuto durante il venerdì di preghiera ed è stato rivendicato dall’Isis. Secondo il paramedico e attivista per i diritti umani Abdelrahman al-Yusef tra i morti ci sono soprattutto uomini e bambini.
 
 
Ma cosa è accaduto ieri a Kuwait City? Un kamikaze si è fatto  esplodere in una moschea sciita durante la preghiera del venerdi', uccidendo almeno 27 persone e ferendone circa 200. Sarebbe stata scelta dall’Isis perché “diffondeva gli insegnamenti sciiti tra la popolazione sunnita” la moschea in cui un uomo si è fatto saltare in aria. Gli sciiti che in Kuwait rappresentano il 30% della popolazione su un totale di 1,3 milioni di abitanti da sempre sono in contrasto con i sunniti. L’attentatore è stato identificato come Abu Suleiman al-Muwahed in un post sui social network. Dura la reazione del primo ministro che ha dichiarato: "Questo attentato punta a minare la nostra unità nazionale, ma noi siamo più forti dei terroristi. Tunisia, Francia, ma anche Kuwait e Somalia a chi toccherà poi? Lo Stato islamico procede senza fermarsi e senza guardare in faccia nessuno.



LONDRA: SVENTATO ATTACCO TERRORISTICO DAL TABLOID "THE SUN"

di Christian Montagna

Londra – E’ da Scotland Yard che giunge l’allarme dell’unità anti terrorismo che ha sventato un’ attacco contro la parata delle forze armate a Merton, un quartiere sud occidentale di Londra. Il tabloid britannico The Sun ha giocato un ruolo fondamentale in questa operazione: l’attacco prevedeva l’esplosione di un ordigno rudimentale letale formato da una pentola a pressione imbottita di esplosivo, chiodi e cuscinetti a sfera, da trasformare al momento della deflagrazione in proiettili letali.


L’obiettivo dell’attacco. Si cercava di uccidere il più alto numero di persone con gli stessi strumenti con cui a Boston morirono numerosi civili. Soldati e civili presenti alla parata sarebbero state le vittime preferite dell’Isis. La bomba sarebbe dovuta esplodere vicino all'esatto punto di Londra in cui venne decapitato il caporale Lee Rigby il 22 maggio del 2013 da due uomini di origine nigerian


“The Sun”. Il giornale più famoso del Regno Unito, nonché il più venduto sostiene di aver giocato un ruolo attivo nello sventare l'attentato poiché il capo dell' unità di hacker di Isis in Siria, a sua insaputa, ha reclutato online uno dei suoi investigatori sotto copertura per effettuare l'attentato. L'operativo di Isis, Junaid Hussain, scappato dal Regno Unito in Siria, "ha addestrato il nostro uomo a costruire la bomba ma noi abbiamo avvertito la polizia", ha scritto il Sun nell'edizione tra qualche ora in edicola. Lo stesso Hussain avrebbe poi inviato all’investigatore sotto copertura un diagramma in nove pagine in inglese per costruire un ordigno da celare all’interno di uno zaino e solo alla fine, gli avrebbe indicato il luogo da colpire definendolo “ il cuore dell’esercito crociato”.


In collaborazione continua con Scotland Yard, è scattata l’operazione. Resta comunque molto alta l’allerta anche nel Regno Unito.




KUWAIT, L'ISIS COLPISCE UNA MOSCHEA: 25 MORTI E OLTRE 200 FERITI

di Ch. Mo.

Kuwait – Nel giorno delle stragi, anche in Kuwait l’Isis ha scatenato la furia omicida di sempre: 25 morti e 202 feriti è il bilancio dell’ultimo attacco firmato Isis nella moschea sciita al Imam al Sadiq a Kuwait City. L’attacco è avvenuto durante il venerdì di preghiera ed è stato rivendicato dall’Isis. Secondo le prime testimonianze rilasciate ad Al Jazeera, un uomo sarebbe entrato in moschea e si sarebbe fatto saltare in aria al grido di “Allah è grande”. Secondo il paramedico e attivista per i diritti umani Abdelrahman al-Yusef tra i morti ci sono soprattutto uomini e bambini.

 

L’attentato in moschea. Sarebbe stata scelta dall’Isis perché “diffondeva gli insegnamenti sciiti tra la popolazione sunnita” la moschea in cui un uomo si è fatto saltare in aria oggi. Gli sciiti che in Kuwait rappresentano il 30% della popolazione su un totale di 1,3 milioni di abitanti da sempre sono in contrasto con i sunniti. L’attentatore è stato identificato come Abu Suleiman al-Muwahed in un post sui social network.


Il primo ministro. Questo attentato punta a “minare la nostra unità nazionale”, ha commentato il primo ministro del Kuwait Sheikh Jaber, Ma noi siamo più forti” dei terroristi.




TERRORISMO: MASSIMA ALLERTA ANCHE IN ITALIA

di Ch. Mo.

Italia – Dopo quello che può sicuramente essere chiamato il Venerdì nero per Francia, Tunisia e Kuwait, è massima allerta dei servizi di intelligence italiani anche nella nostra nazione. Al momento, non vi sarebbe alcun segnale specifico per il nostro Paese ma, in merito a quanto accaduto, anche il ministro degli Interni, Angelino Alfano, ha spiegato che il Viminale “ha alzato il livello di guardia”.


Le dichiarazioni di Alfano. “Nessun paese potrebbe essere a rischio zero “ ha sottolineato il ministro. Chiunque e in qualunque momento potrebbe diventare terra di battaglia. L’allerta è stata diramata a tutte le prefetture e a tutte le questure italiane. Nel prossimo Consiglio dei ministri di questa sera, "rinnoveremo l'operazione Strade sicure" ha ribadito Alfano. In merito ai fatti di Tunisi, Francia e Kuwait si è poi così espresso: “Oggi ci sono stati tre attentati con decine di morti, in tre luoghi di questo nostro mondo ed un unico filo: la violenza e il terrore".
 




PAKISTAN: AGGUATO CONTRO LA POLIZIA, MORTI 4 AGENTI

di Ch. Mo.

Quetta (Pakistan) – Un agguato contro le forze dell’ordine a Quetta, capoluogo della provincia pakistana del Bluchistan ha visto morire 4 agenti della polizia per mano di un commando armato di quattro uomini a bordo di due motociclette.

L’ufficiale della polizia locale, Abul Razzaq Cheema, ha riferito lo spiacevole evento avvenuto precisamente nella località di Pashtunabad. Ancora ignote le cause dell’agguato: secondo alcuni si sarebbe trattato di un atto di terrorismo e secondo altri sarebbe un agguato isolato.

Non c’è stata per ora alcuna rivendicazione; le ipotesi convergono maggiormente sui separatisti del Baluchistan che tentano di ottenere con la violenza più autonomia e controllo delle risorse.

Il primo ministro, Nawaz Sharif, ha condannato" l'attacco e ha sottolineato che "questi episodi non possono indebolire l'impegno del governo per eliminare la minaccia del terrorismo e dell'estremismo.




ISIS: SVENTATO ATTACCO KAMIKAZE A COLPI DI MISSILI-ANTICARRO

di Matteo La Stella

Baghdad – Nell'area di Falluja, le forze armate irachene sono riuscite a sventare un duplice attacco jhiadista indirizzato a due diverse basi militari, rispettivamente a nord e a sud della seconda provincia a maggioranza sunnita della regione di al-Anbar, nell'Iraq occidentale. L'attacco suicida messo in piedi dai miliziani dell'Isis, avrebbe previsto 2 veicoli bomba da una parte e 4 automezzi tra cui una ruspa dall'altra. Per contrastarlo, i militari iracheni hanno utilizzato dei missili anticarro a guida laser di matrice Russa, i “Kornet”, capaci di uccidere i kamikaze e neutralizzare il pericolo. 

Il metodo, usato a più riprese, era già stato utile a metà maggio per gli uomini del califfato, che lo avevano adoperato per abbattere la resistenza e riprendere il controllo del capoluogo di Ramadi. Proprio per questo, gli Stati Uniti hanno deciso di fornire all'esercito di Baghdad 2mila batterie anticarro e, oltretutto, nella giornata di ieri, la coalizione internazionale sotto la guida degli USA, ha bombardato e distrutto Hawijah, nel nord del paese. Quì, 55 chilometri a sud di Kirkuk, a detta di alcuni sorgeva la più grande fabbrica di autobombe mai costruita tra Siria ed Iraq. I numeri del raid parlano di oltre 70 morti, tra civili e miliziani dell'Isis.