STRAGE DEL BARDO: TOUIL RIFIUTA L’ESTRADIZIONE, “SONO INNOCENTE”
di Christian Montagna
Milano- Continua a far parlare di se il giovane marocchino arrestato due giorni fa perché sospettato, secondo gli investigatori tunisini, di essere parte del commando armato che fece irruzione al museo del Bardo. Continua a professarsi innocente e a chiedere il motivo del suo arresto.
Touil respinge le accuse mosse da Tunisi e si oppone alla richiesta di estradizione. Il suo legale, l’avvocato Silvia Fiorentino ha così commentato la vicenda: “Si e' proclamato innocente e parlato del suo arresto come di un errore. Lui non ha mai lasciato l'Italia da quando e' arrivato a febbraio a Porto Empedocle, su un barcone insieme ad altri 90 migranti. E fino ad oggi, dal suo arresto martedi' scorso a Gaggiano, non aveva saputo neppure di cosa era accusato”.
Le accuse di terrorismo internazionale dunque cadrebbero secondo le testimonianze dei parenti raccolte finora. L’udienza durata un paio d’ore ha permesso l’identificazione ufficiale del giovane che è stato poi sistemato in una cella di alta sicurezza.
Viene trattato dunque come un terrorista al momento dalla Procura italiana che ha eseguito semplicemente il mandato d’arresto internazionale emesso dalla Tunisia. L’iter si prefigura lungo: la legge prevede che dal momento della convalida dell'arresto, la Tunisia abbia 40 giorni di tempo per mandare al Ministero della Giustizia italiano la documentazione completa su Touil. Non appena il Ministero della Giustizia riceverà gli allegati alla richiesta di estradizione, entrerà in gioco la Procura Generale che, entro tre mesi, dovrà presentare ai giudici della quinta Corte d'Appello la requisitoria scritta.
Il legale però ha già fatto sapere di una richiesta di scarcerazione alla Corte d’Appello, la quale, deciderà se accoglierla o meno dopo aver assunto le informazioni e disposto gli accertamenti ritenuti necessari e dopo aver sentito il pubblico ministero, il difensore ed eventualmente Touil , il rappresentante dello Stato tunisino. Se la sentenza dovesse essere positiva, Touil potrà ricorrere in Cassazione.
L’atto definitivo però sarà firmato dalla politica: entro 45 giorni dalla ricezione dalla scadenza del termine per l'impugnazione davanti alla Suprema Corte, il Ministero della Giustizia dovrà dare l'ok definitivo oppure negare l'estradizione. Altri due punti focali della questione che dovranno essere garantiti all’Italia sono l’eventuale supremazia della giurisdizione italiana per la presenza di quattro vittime italiane e la certezza che non sarà applicata la pena di morte, qualora fosse concessa l’estradizione.
ARABIA SAUDITA: ATTENTATO IN UNA MOSCHEA, 30 MORTI
STRAGE DEL BARDO: TOUIL IN CARCERE “NON HO FATTO NULLA, CHE CI FACCIO QUI”
di Christian Montagna
Milano- Touil, il 22 enne marocchino accusato dalla Tunisia di aver preso parte alla strage al Museo del Bardo, al suo ingresso al carcere di San Vittore subito dopo l’arresto si è proclamato innocente dicendo “non ho fatto nulla, che ci faccio qui”. Anche oggi avrebbe poi ribadito le stesse cose.
L’avvocato del giovane ha parlato del suo arresto come un grande errore. L’interrogatorio in carcere è cominciato alle 12 ed è durato un paio di ore. Al giovane identificato è stato chiesto il consenso in merito all’estradizione, consenso che però è stato negato. Davanti ai giudici della V Corte d’Appello di Milano si è tenuta soltanto la prima udienza che porterà a svelare i motivi e le prove che Tunisi avrebbe per inchiodare il giovane.
Sarebbero dunque vere le testimonianze dei vicini di casa, dei familiari e degli insegnanti della scuola di italiano che l’immigrato frequentava due volte al giorno. I registri della scuola parlano chiaro: il 18 Marzo Touil era in Italia a frequentare il corso.
Il processo che porterà all’ estradizione eventuale sarà lungo; al momento il giovane è rinchiuso in isolamento. Risulta però difficile l’estradizione visto che in Tunisia vige la pena di morte e l'Italia dovrebbe avere la certezza che non venga applicata al giovane in caso di estradizione.
ISIS MINACCIA ATTACCO CONTRO USA
LA NORDOCOREA VERSO LA "BLACK LIST" DEL TERRORISMO USA
Redazione
Se l'appoggio al terrorismo aumenta allora bisogna fare marcia indietro. A 7 anni di distanza dall'apertura di George W. Bush, la Corea del Nord potrebbe tornare nella lista Usa dei Paesi sponsor del terrorismo. Pyongyang ha accresciuto il suo "sostegno materiale" alle organizzazioni terroristiche da quando il predecessore di Barack Obama decise di cancellarla dalla "black list", nel tentativo di aprire un dialogo per risolvere la disputa sul nucleare.
Il rapporto. Lo afferma un nuovo rapporto presentato dal blogger Joshua Stanton al Comitato per i diritti umani in Corea del Nord, denominato "Arsenale del Terrore", che suggerisce al Congresso e al Dipartimento di Stato di ridefinire i "vaghi e inconsistenti" standard in base ai quali si definiscono gli Stati "sponsor" del terrore, e reinserire Pyongyang nella lista. "Dal 2008 la Corea del Nord ha incrementato l'uso del terrorismo come strumento della politica di Stato e sembra aver accresciuto il suo sostegno materiale alle organizazioni terroristiche", ha spiegato Greg Scarlatoiu, direttore del Comitato. "La recente condotta del regime minaccia gli attivisti per i diritti umani, i dissidenti in esilio, la popolazione civile della Corea del Sud e di altri Paesi, compresi gli Stati Uniti.
TERRORISMO: HA UN NOME LO STUDENTE TURCO ESPULSO
Redazione
Pisa – Si chiama Furkan Semih Dundar ed ha 25 anni lo studente originario della Turchia che e' stato espulso dall'Italia il mese scorso, perche' ritenuto un simpatizzante di alcuni gruppi estremisti islamici ritenuti vicini al terrorismo di matrice religiosa. Secondo quanto trapelato da fonti investigative, il giovane turco avrebbe inviato delle mail a siti governativi e istituzionali sia italiani che statunitensi minacciando di farsi esplodere di fronte a sedi diplomatiche. Il tablet con cui sarebbero state inviate le mail di minaccia alle istituzioni italiane e statunitensi e un telefono cellulare utilizzato durante la sua permanenza in Italia sarebbero stati sequestrati a Dundar. I due strumenti – su cui stanno lavorando gli inquirenti – si trovavano nell'abitazione di Pisa dove Dundar aveva il proprio domicilio durante la sua permanenza italiana per seguire un corso di studi alla Normale di Pisa dove era stato ammesso da circa un mese
TERRORISMO, ITALIA NEL MIRINO: VATICANO, "NO AD ALLARMISMI"
Redazione
L'Italia, come altri Paesi occidentali,e' nel mirino di possibili attacchi terroristici ma non ci sono riscontri concreti di un possibile attentato al Vaticano. Al punto che la stessa Santa sede invita ad evitare allarmismi. E' lo stesso ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a ridimensionare l'allarme lanciato dai media: "Nel sistema delle nostre relazioni con le autorita' di sicurezza degli altri Paesi – spiega – abbiamo ulteriormente verificato l'informazione e a noi non risulta. Quello che invece risulta, e che purtroppo e' evidente, e' che il Vaticano e' stato piu' volte citato ed evocato nei messaggi dell'autoproclamato Califfo". Il capo della Digos capitolina, Diego Parente, conferma che "non c'e' traccia di un allarme specifico" contro il Vaticano, sebbene l'allerta resti "massima. Il servizio era gia' cospicuo e sostanzioso ed e' stato rivisto come tutto il sistema di sicurezza della citta". Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, smentisce a sua volta che il Vaticano abbia ricevuto "segnalazioni di rischi specifici da servizi di sicurezza di altri Paesi" e raccomanda di non alimentare "preoccupazioni non motivate, che possono inutilmente turbare il clima di vita e di lavoro. E cio' anche nell'interesse dei tanti pellegrini e turisti". Il consiglio per tutti e' quello di usare "attenzione" e "ragionevole prudenza", ma "non risultano segnalazioni di motivi concreti e specifici di rischio". "Non dobbiamo creare un eccesso di allarme ma dobbiamo spiegare con grande chiarezza che non esiste oggi un Paese a rischio zero", ammette Alfano; "non risultano al momento segnalazioni specifiche" di minacce per l'Italia, ricorda il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, sottolineando pero' come "il contesto in cui ci troviamo" non possa non "suscitare preoccupazione per la dimensione generale della minaccia". "I combattenti stranieri partiti dall'Italia sono una cinquantina – conferma Gentiloni – ma l'apparente esiguita' dei numeri non autorizza ad una sottovalutazione da parte nostra". Alfano e Gentiloni sono sulla stessa lunghezza d'onda anche su Schengen: il titolare del Viminale assicura di non aver percepito "alcuna distinzione tra l'Italia, la Francia, la Spagna e gli altri Paesi europei sul tema.
L'obiettivo di Schengen e' la libera circolazione tra i Paesi europei, e l'accordo prevede gia' delle eccezioni per dei casi appunto eccezionali, ma oggi l'obiettivo principale e' quello di proteggere i confini esterni all'Europa". "Non si discute di sospendere Schengen o di ristabilire i controlli alle frontiere dei Paesi Ue", conferma Gentiloni, ma "di come utilizzare il sistema informativo tra diversi Paesi": "sacrificare gli accordi sulla circolazione e' un prezzo inaccettabile da pagare al terrorismo", precisa il ministro. L'obiettivo – ricorda Alfano – e' piuttosto quello di ottenere dal Parlamento europeo l'ok alla direttiva Pnr (Passenger name record), "che consenta di avere dalle compagnie aeree la lista degli imbarcati dei singoli voli e di poter trattenere queste indicazioni nelle banche dati" per tre anni. Dal Garante della privacy, Antonello Soro, arriva la sollecitazione ad "avere un atteggiamento coerente nel rapporto tra sicurezza e privacy", evitando "oscillazioni tra la recente planetaria indignazione per la scandalosa sorveglianza del Datagate e le pulsioni da piu' parti registrate in queste ore per una frettolosa compressione delle garanzie che il nostro ordinamento riserva per la protezione dei dati personali". "L'esperienza – ammonisce Soro – ci ha insegnato che una intrusione sistematica e indiscriminata nelle comunicazioni dei cittadini non risolve le difficolta' del contrasto al terrorismo. E non mi riferisco al Pnr".
TERRORISMO, POLVERINI E ABBRUZZESE NEL GIORNO DEDICATO ALLE VITTIME DEL TERRORISMO
Redazione
“La commozione del presidente Napolitano è quella di tutti noi, impegnati con il Capo dello Stato a celebrare il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo”. Lo dichiara la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che oggi ha partecipato alle celebrazioni del Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo che si sono svolte al Quirinale.
“Un impegno – aggiunge Polverini – a tramandare la memoria degli anni bui del terrorismo, delle vittime di quell’odio e violenza, lanciando un messaggio soprattutto alle giovani generazioni. Perché quanti scelgono quella strada sono ‘perdenti’, come li ha definiti il presidente Napolitano. La Regione Lazio attraverso l'istituzione del Museo dedicato alle vittime del terrorismo, alla cui realizzazione stiamo lavorando con la collaborazione dei familiari, vuole dare il proprio contributo al ricordo e alla battaglia contro qualunque forma di rigurgito di terrorismo ribadendo quei principi irrinunciabili di libertà e democrazia a cui anche oggi Napolitano ci ha richiamato”.
“Aldo Moro è stato uno statista esemplare, le cui cristalline virtù civili ed il cui grande lascito politico rimangono inossidabile patrimonio della nostra democrazia, anche a trentaquattro anni dalla sua barbara ed ingiusta uccisione da parte delle Brigate Rosse”. Lo ha dichiarato in una nota il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mario Abbruzzese, in occasione delle celebrazioni della Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo, cerimonia che cade in concomitanza con il 34esimo anniversario dell’uccisione dello statista della Democrazia Cristiana.
“E’ in occasioni come queste – ha continuato Abbruzzese – che le Istituzioni sono chiamate ad esprimere responsabilmente l’unità e la forza politica dello Stato, dimostrando di saper dare voce alla sensibilità dei cittadini, tanto più di quelli che ancora oggi patiscono il dolore causato dal terrorismo. Si è trattato – ha concluso Abbruzzese – di un periodo storico terribile per il nostro Paese che ha generato ferite ancora non rimarginate”.